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Questa moneta è attribuita da Crawford e Sydenham a P. Manlius Vulso, già propretore in Sardegna nel 210; Crawford, in particolare, la data al 199-170. Il denario si inquadra in una serie articolata che comprende anche quinario, semisse, triente, sestante e quadrante, tutti con il monogramma MA; i nominali in bronzo, in particolare, sono di peso onciale, quindi discendenti dalla lex papiria del 217, e spesso sono stati ribattuti su monete sardo-puniche del tipo Tanit/toro. L'area di rinvenimento di queste monete (sia argenti che bronzi) è prevalentemente la Sardegna; la loro origine sarda è confermata anche da Grueber, Crawford ad altri. Su queste basi Laura Breglia nel 1950 (RAN 1949-50) attribuì la serie a una zecca itinerante al seguito di Aulo Cornelio Mammula, propretore in Sardegna proprio nel 217-216, nel contesto della cronica scarsità di circolante in Sardegna (riferita dalle fonti), accentuata nel periodo critico seguente alla battaglia di Canne. Crawford è a conoscenza della teoria della Breglia, ma la rigetta senza argomentazioni; è probabile che la rifiuti solo perché incompatibile colla datazione ribassista. Infatti un denario appartenente a una serie onciale non può essere cronologicamente vicino al primo denario anonimo coniato. Attribuire questo denario al 217 significa quindi anticipare l'introduzione del denario almeno al 230-250

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