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Quintus Fufius Kalenus fu tribuno della plebe nel 61, pretore di parte cesariana nel 69, legato in Gallia nel 51, membro dell’esercito in Grecia nel 49, console nel 47. Dopo la morte di Cesare seguì Antonio e gli fu affidato il comando delle legioni del Nord Italia.

Più complessa l’identificazione del collega monetario (di cui si ignora il praenomen): secondo Belloni doveva essere un membro della gens Mucia; Crawford propone Publius Mucius Scaevola, pontifex dal 69, che si attribuiva l’ulteriore cognomen Cordius; Amisano ipotizza, in alternativa al pontifex, un discendente di Gaio Mucio, architetto che aveva lavorato per Mario.

Craword collega questa emissione con il censimento del 70, il primo dall’epoca di Silla, che registrò 900.000 persone (Tito Livio)

La raffigurazione al D/ potrebbe commemorare Mucius Cordus Scaevola, che aveva attentato alla vita di Porsenna; oppure Gaius Mucius, architetto del tempio a Honos e Virtus fatto costruire da Mario con le spoglie sottratte a Cimbri e Teutoni (da non confondere con un tempio a Honos, votato nel 234 da Quinto Fabio Massimo Verrucoso e dedicato anche a Virtus nel 222 da Marco Claudio Marcello); i due volti potrebbero essere proprio quelli delle statue presenti nel tempio. Poiché sappiamo che Caleno era un homo novus avrebbe ben potuto preferire alludere a Mario, ma probabilmente la tipologia scelta ha deliberatamente un significato duplice (Belloni).

Il R/ deve essere interpretato nel senso di una propaganda della generosità romana: grazie alla pace con Roma, l’Italia ha ritrovato la sua usuale abbondanza agricola (la cornucopia). È comunque notevole che il nome dell’Italia compaia, non molti anni dopo il bellum Sociale, su una moneta romana. Questo denario quindi, così come 388/1 e 391/1, farebbe riferimento alla pacificazione fra Romani e Italici

Modificato da L. Licinio Lucullo
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