L. Licinio Lucullo Inviato 21 Dicembre, 2012 #1 Inviato 21 Dicembre, 2012 (modificato) http://numismatica-classica.lamoneta.it/moneta/R-RC/24 Modificato 2 Febbraio, 2013 da L. Licinio Lucullo 1
L. Licinio Lucullo Inviato 24 Giugno, 2014 Autore #2 Inviato 24 Giugno, 2014 (modificato) Crawford ha suddiviso le varie emissioni dei quadrigati in sottogruppi o sequenze in base alle caratteristiche stilistiche: 28/3 - in queste emissioni (ritenute le prime) al D/ le teste sono in alto rilievo con riccioli circolari di capelli sull'alto del capo, e con lunghe basette curvate; al R/ la leggenda ROMA è in incuso. Successivamente il rilievo diviene meno marcato e il fianco del carro allungato; in seguito il di dietro del carro smette di essere evidenziato e la parte inferiore del vestito della Vittoria diviene visibile. La leggenda appare con un misto di lettere in incuso e in rilievo. 29/3 - L'elemento distintivo di questa sequenza è la leggenda, in incuso o in rilievo, posta in tavoletta della forma di un trapezio rovesciato; la Vittoria è sul carro. 30/1 - La Vittoria non appare più nel carro ma arretrata, sulla sponda laterale, così che l'intera figura è visibile. ROMA è in incuso o in tavoletta rettangolare o in trapezio rovesciato. 31/1 - Segno distintivo di questa sequenza è l'intaglio alla base del collo di Giano. 32/1 - Lo scettro di Giove è nodoso. ROMA in incuso. 33/1 - Il R/ è unico nello stile: Giove si presenta in posizione maestosa, aitante. 34/1 - Il D/ è unico nello stile. ROMA in incuso. Per quanto riguarda la datazione: Grueber data il nominale intorno agli anni 290-240; Crawford propende per una cronologia più bassa, relativa agli anni 225-212. Amisano, che colloca il denario al 190 circa, ipotiza che il quadrigato sia stato coniato dal 230 al 195 circa, cominciando dalle monete a legenda in incuso per passare a quelle a legenda in rilievo, poi quelle di mistura e infine, finendo la guerra, di nuovo in buon argento, ma di peso ridotto. La prima sequenza (28/3) la attribuisce alla zecca di Roma e coprirebbe l'intero periodo di coniazione, compresi quindi gli ultimle didracme svalutati nel peso. La seconda (29/3) e la terza sequenza (30/1) sono attribuite a officine ausiliare e dovrebbero coprire il periodo 217-214, fino a quando la didracma non viene svalutato di peso. Gli altri piccoli gruppi di quadrigati possono essere stati prodotti da zecche militari; per Coarelli, è questa la prima moneta ufficiale in argento di Roma, coniata nella zecca dell’Urbe con intendimento di farne un’emissione stabile, duratura e numerosa; si tratta, quindi, dell’argentum la cui coniazione, secondo Plinio, inizia nel 269 (la data alternativa del 268 discende da un’errata interpretazione dell’Epitome XV a Livio, che in realtà indica, anch’essa, il 269). Nello stesso anno cominciava anche l’attività dell’officina Monetae e, forse, fu istituita la magistratura dei tresviri monetales. La datazione è confermata dai rinvenimenti: 1 esemplare e un tesoretto di 31 esemplari a Selinunte, città distrutta nel 250; 1 esemplare a Kerkouane, città punica distrutta da Attilio regolo nel 256. Gli esemplari più antichi sarebbero quelli, piutosto rari, con legenda in rilievo entro tavoletta. La legenda in incuso sarebbe venuta dopo, quella in rilievo entro cornice sarebbe l’ultima. Il quadrigato doveva essere ancora in corso nel 219-218, quando fu introdotto l’aureo Cr. 28/1, connesso sul piano ponderale. Inoltre, Zonara ricorda come dopo la sconfitta al Trasimento (216) i romani mescolarono rame all’argento, fatto effettivamente accertato per gli ultimi quadrigati e per i vittoriati. La coniazione finì probabilmente proprio nel 216. La figura gianiforme, comune agli aurei della serie Cr. 28 e, probabilmente, agli assi librali Cr. 14/1 e 25/1, è stata variamente interpretata. Per Le Gentilhomme (1934) si tratta di Giano, ma questa ipotesi sembra contraddetta dal fatto che la testa è imberbe e con aspetto giovanile, diversa quindi dalla tradizionale iconografia di Giano. Tuttavia una divinità gianiforme imberbe (omologata a Giano) era venerata dagli Etruschi con il nome di Culsans e la sua testa fu riprodotta su monete fuse di Volterra. Per Pedroni (ripreso da Campana) potrebbe essere una iconografia “Plebea” di Giano, culto gentilizio della gens Duilia che, non essendo di stirpe patrizia, non poteva far propria l’iconografia ufficiale. Tale culto sarebbe stato portato a Roma da Cales (dedotta nel 334, per l’appunto, da Gaio Duilio), ove l’iconografia di tipo etrusco (per influenza di Culsans) fu introdotta dai numerosi Tirreni che frequentavano la colonia. Crawford suggerisce una testa gianiforme dei Dioscuri (protettori non solo della cavalleria e dell'esercito, ma dello stesso popolo romano); tuttavia non se ne hanno altre testimonianze e, in ogni caso, mancano i loro principali attributi, i pilei e gli astri. Secondo Alfoldi si tratta dei Penati Publici sotto la cui garanzia Enea si era alleato con i Latini. Si realizza così, per lo studioso, un collegamento tra il dritto e il rovescio. Mattingly, la Breglia e Coarelli ritengono che si tratti di Fons (o Fontus), il figlio di Giano e di Giuturna. È stato opposto che nella mitologia romana Fons occupava una posizione trascurabile, ma Coarelli ritiene quest’ultima un’errata valutazione moderna delle fonti; fra l’altro, il suo tempio era stato dedicato il 13 ottobre, festa dei Fontinalia (il che dimostra un collegamento con le fonti, così come le raffigurazioni di toro androcefalo sulla monetazione magnogreca) ed era sito nei pressi della zecca. Secondo questo autore, si tratterebbe di una citazione, sulla prima emissione argentea ufficiale, della prima emissione enea (Cr. 14/1). Quanto al valore: secondo Thomsen e Crawford il quadrigato era associato all'asse librate ridotto di 240 scrupoli e quindi (stante il rapporto di valore tra argento e bronzo pari a 120, attestato dalle emissioni romano-campane, da cui deriva 6*120/240=3) valeva 3 assi; Giesecke e Pedroni preferiscono tuttavia considerare il quadrigato come una moneta del valore di 5 assi semilibrali da 144 scrupoli (6*120/144=5), che avrebbe aperto la strada verso un sistema decimale e non più duodecimale; potrebbero essere vere entrambe le ipotesi: alla fine della Prima Guerra Punica, per la situazione economica duramente provata dagli eventi bellici, Roma avrebbe elevato il valore del quadrigato da 3 a 5 assi, mantenendo il rapporto di valore tra i due metalli a 120 e quindi abbassando il peso dell’asse da 240 a 144 scrupoli. Al R/, la scelta della quadriga è spia del senso pratico romano anche in campo artistico. Gli incisori di conio, oltre ad avere modelli di riferimento nelle quadrighe che ornavano i templi romani, come quelle fittili poste nel tempio di Giove Capitolino fin dall'età dei Tarquini e sostituite dagli Ogulnii nel 298 con quadrighe di bronzo (Coarelli, in proposito, evidenzia come le emissioni Cr. 15/1, 18/1, 20/1, 22/1 e l’introduzione del quadrigato siano tutte riconducibili al gruppo politico composto dalla potente famiglia dei Fabii e da Q. Ogulnio Gallo, cui, quindi, andrebbe imputata l’iniziativa di aver fortemente promosso l’introduzione della moneta romana), potevano disporre dei numerosi esemplari coniati nelle zecche meridionali della penisola italica dove bighe e quadrighe erano soggetti privilegiati. Peraltro, Vittoria non è mai citata dalle fonti come auriga di Giove nell’acroterio del tempio capitolino, mentre Nike compare come quadriga di Zeus nelle raffigurazioni vascolari greche della Gigantomachia, che si ritiene richiamino un dipinto eseguito da Fidia sullo scudo della statua di Atena, nel Partenone; questa iconografia, riprodotta su vasi apuli, potrebbe essere stata mutuata da Roma per il tramite di Taranto. L'esecuzione della scena è improntata su un rigido parallelismo dei singoli elementi figurativi, con l'ordinata successione delle zampe posteriori dei cavalli, la rigida sequenza delle teste equine, dei pettorali e delle zampe anteriori. La mancata raffigurazione degli avversari di Giove potrebbe indicare che il dio è pronto ad aiutare le armi romane (portandole alla vittoria) contro tutti i loro nemici Modificato 23 Giugno, 2015 da L. Licinio Lucullo 2
L. Licinio Lucullo Inviato 24 Giugno, 2014 Autore #3 Inviato 24 Giugno, 2014 (modificato) Discussioni su questa emissione: http://www.lamoneta.it/topic/111411-il-quadrigato-datazione/ http://www.lamoneta.it/topic/123848-argentum-signatum/ http://www.lamoneta.it/topic/139138-sesterzi-di-argento-discussione-per-i-neofiti/ http://www.lamoneta.it/topic/155555-isotopi-argento-su-quadrigati-e-denari/ Esame di esemplari: http://www.lamoneta.it/topic/131816-quadrigato-con-tavoletta-ondulata/ (RRC 30/1) Modificato 10 Gennaio, 2017 da L. Licinio Lucullo
caiuspliniussecundus Inviato 9 Marzo, 2016 #4 Inviato 9 Marzo, 2016 Qualcuno mi sa indicare un testo che spieghi come si susseguono le varie emissioni dei quadrigati in relazione al diametro del tondello e del peso???
L. Licinio Lucullo Inviato 15 Marzo, 2016 Autore #5 Inviato 15 Marzo, 2016 Credo che si debba ricorrere al Crawford ...
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