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Cicerone commenta di Ottaviano (Phil. 13, 11, 24) che il ragazzo "deve tutto al suo nome", ossia all'uso lungimirante della parentela con Giulio Cesare. "Possa ottenere gli onori e la posizione di mio padre, che rivendico" sono le parole pronunciate da Ottaviano nel 44, che Cicerone ci riporta (Att. 16, 15, 3). È in questo periodo che ritroviamo sistematicamente sulle monete il simbolo della cometa o Sidus Iulium: se Cesare era Divus Iulius, Ottaviano era Divi filius, candidatura al potere assoluto. L'astro della Gens Iulia "brilla come luna tra le stelle migliori", scrive Orazio (Carm. 1, 12, 46-48). Il culto di Cesare divenne religione di Stato ed altri simboli furono impiegati per rafforzare il messaggio della sacralità della gens Iulia, come le raffigurazioni dei capostipiti leggendari, Venere ed Enea. La continua allusione a Cesare è sottesa anche al seggio con corona che si rifà all'episodio in cui si sfiorò l'incoronazione regale del dittatore, per sottolineare un altro cardine dell'ideologia augustea: la successione ereditaria al potere imperiale.


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Sull'asta Art Coins Roma (2012), lotto 257 è stato recentemente bandito un esemplare (imitativo?) che al retro reca il tipo RRC 535/1:

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Viceversa, l'esemplare bandito in asta Roma Numismatics IV (2012)lotto 1993, proveniente dalla collezione McCabe, presenta il tipo 535/1 al dritto:

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