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Risposte migliori

Inviato

Credo che oltre a qualche discussione di qualità, tecnica, il forum debba comunque ritornare sempre più alla visione, all'analisi, al commento amichevole, come fossimo in un circolo, in cui ognuno esprime le proprie impressioni.

Personalmente credo che si debba ritornare a parlare di monete, d'altronde facendolo stiamo offrendo un servizio, una divulgazione, offriamo agli studiosi di vedere, analizzare e questo aspetto civico, sociale, scientifico offerto sul forum, dovrebbe essere sempre più stigmatizzato e portato a valore, a comportamento virtuoso.

Scusate questa breve digressione, ma il forum è letto, molto, da tutti, viene anche utilizzato da molti studiosi e addetti e allora ricordiamoci anche il servizio per la collettività che svolge il forum, a ognuno il suo si usa dire.

Ma passiamo alle monete, ultimamente ho notato un interese per la monetazione frisacense, indubbiamente affascinante, da studio, da analisi ; ne posto una ora che mi sembra interessante, faròuna breve disamina, poi mi piacerebbe che i numerosi appassionati ed esperti del forum di questa monetazione offrissero un proprio parere, come degli amici al circolo, torniamo e continuiamo a divertirci con le monete, d'altronde questo è il bello per tutti noi .

Peso gr. 1,24 , diametro 19 mm, il venditore me la catologa Bernardi 3a, vedo al dritto un rozzo busto , sopra un quadrifoglio, sopra il lituo un punto, a destra una bella stella, sopra altro punto, contorno lineare.

Al rovescio tre torri sormontate da tre quadrifogli il tutto sopra una fila di globetti, sotto un arco curvilineo,il Bernardi parla per questo tipo di due globetti sotto l'arco, ne vedo forse accennato solo uno, contorno lineare con rigature in alcune parti.

C'è anche un Bernardi 3b definito con piccole varianti di disegno, forse in questo caso potremmo anche essere in questa tipologia, vista la mancanza o la poca visibilità dei due globetti sotto l'arco.

E' definito comunque come rarità R3, monetazione attribuita ai frisacensi ritengo e del periodo della seconda metà del XII secolo.

Oltre che sul Bernardi, il pezzo è trattato anche sul recente libro " Monete dei Patriarchi di Aquileia ",molto valido e completo, Catalogo della mostra 2012, e che ritrovo descritto al N. 4 da Artur Zub.

A voi per i commenti, le analisi e le risposte ai miei dubbi contando sugli esperti di questa monetazione del forum, partiamo a postare il diritto :

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Inviato

Credo che su quest'argomento sia indispensabile la consultazione di:

AA.VV., Die Friesacher Münze im Alpen-Adria-Raum / La moneta frisacense nell'Alpe Adria. Atti della Friesacher Sommerakademie. Graz 1992.


Inviato

Credo che la zecca di Friesach accettasse commesse da ogni città interessata ad avere contanti per la circolazione ordinaria.

(Pur essendo di proprietà degli Arcivescovi di Salisburgo)

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Denaro di Aquileia - Asta Nac 2006

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Denaro per Salisburgo - Adalbert von Bohmen

I due denari dal rovescio simile sono stati coniati all'incirca nella stessa data, cambia la scritta intorno al ritratto del vescovo .

Inviato

dell'arcivescovado di Salisburgo ci sono diverse emissioni simili a qualla postata

sia di Adalbert II (e III) von Bohmen, sia di Eberhard I Von Hilpolstein-Biburg (1147-1164)

es del primo

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Inviato (modificato)

Il denaro con la scritta AQVILEGIA P postato da Rorey36 è della zecca di Aquileia. Il secondo invece è di Frisach. Aquileia infatti imita i denari di Frisach all'inizio delle proprie coniazioni. Infatti questi denari circolavano in Friuli già da parecchio.

La somiglianza delle prime monete di Aquileia con quelle di Frisach fece sì che i vescovi di Salisburgo protestarono presso l'Imperatore e la dieta imperiale obbligò il patriarca Pellegrino II a cambiare la propria monetazione. Nacquero così le bellissime monete aquileiesi a bordo rialzato...

Arka

Modificato da Arka

Inviato (modificato)

Si può intanto dire che quello da me postato intanto è un denaro anepigrafo, in quelli per esempio postati da Rorey invece compaiono già le leggende, i frisacensi circolano con abbondanza nel Friuli e diventano moneta usata in aggiunta a quelle già prodotte tipo i piccoli veronesi e i denari veneziani.

Gli studi attuali ritengono che queste monete siano da attribuire alla zecca di Friesach con l'eccezione del tipo col patriarca e le lettere P e A ai lati ; quest'ultimo viene attribuito alla zecca di Aquileia.

Possiamo aggiungere che la relativa vicinanza e l'abbondanza di argento nelle miniere di Friesach amplificò il fenomeno di coniazione delle stesse, che il conio era primitivo, rozzo, sembra quasi un disegno schematico di un bambino, nel contempo vista l'approssimazione del conio, era moneta che poteva anche essere copiata e imitata, forse questo aspetto effettivamente al momento non venne considerato abbastanza.

Sono monete, che secondo il mio modesto parere, rappresentano il fascino e il mistero della monetazione medievale in modo molto rappresentativo.

Modificato da dabbene

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