I nominali etruschi

[L. Licinio Lucullo]

In questa vecchia discussione http://www.lamoneta.it/topic/76470-far-west/ si trattava appunto della monetazione arcaica occidentale di derivazione focese, del tesoro di Volterra e delle prime emissioni argentee etrusche.

Grazie interessantissima, mi era sfuggita!

[acraf]

Intanto ringrazio il bravo Auliso per avere riaperto la vecchia discussione sulle prime monete etrusche, che stranamente m'era sfuggita.

Ci sono sicuramente molti punti che attendono ancora una soddisfacente spiegazione.

Quello che mi sembra abbastanza ovvio è la possibile presenza di comunità focesi in Etruria, dove era già fiorente l'industria metallurgica e quindi in grado di attrarre comunità greche già con esperienza di scambi e commercio attraverso tutto il Mar Mediterraneo.

Nessuno vieta di supporre che tali comunità potessero emettere localmente delle monete in qualche modo riecheggianti il proprio ambiente e cultura focese o "microasiatico".

Resta difficile definire esattamente a quali e a quante comunità focesi, sparse lungo la costa occidentale del Mare Mediterraneo, dall'Etruria fino alla Catalogna, compresa la Sardegna, e con maggiore concentrazione attorno Marsiglia e quindi in Provenza, appartengano le singole emissioni.

Se l'interesse commerciale delle comunità focesi era concentrato soprattutto sullo smerciamento dei minerali (ferro in primis, abbondante in Etruria, e argento, abbondante in Spagna), si comprenderebbe come tale moneta venga trovata sopattutto assieme a verghe metalliche.

Anche gli stessi Etruschi autonomamente svilupparono un proprio commercio basato sui metalli, specialmente attraverso propri insediamenti padani fino alle Alpi (ed è in Padania che è concentrato il rinvenimento delle note barre con "ramo secco"). Il didramma di Prestino sembra essere l'unica moneta trovata in tale sito e comunque associata alla sicura presenza di lavorazione in loco di metalli (specie bronzo) ed era ben nota l'ampia frequentazione della zona di Como da parte di mercanti e maestranze etrusche. La cultura di Golasecca ancora non prevedeva l'uso della moneta, ma chiaramente teneva in grande considerazione l'impiego dei metalli, fin dall'età del Ferro.

Tornando alle comunità focesi, sarebbero in qualche modo emissioni "private" e, in Etruria, autorizzate dalla stessa Populonia che aveva tutto l'interesse ad agevolare l'esportazione di propri prodotti metallici in cambio di altri beni (e non dimentichiamo che nel corso del VI e V secolo a.C. si diffuse anche l'importazione in Etruria dei pregiati vasi attici a figure, a dimostrazione del crescente notevole tenore di vita dell'aristocrazia etrusca e lo stesso cratere di Eufronio, che fu creato dal famoso artista attico nel 515 a.C., ne è evidente testimonianza).

Comunque debbo ancora studiare a fondo la monetazione etrusca e nel caso di Populonia vorrei rintracciare il fondamenale lavoro di A. Minto, Populonia, Firenze 1943. Minto, morto nel 1954, era l'archeologo responsabile degli scavi di tutta la Populonia per quasi tutta la prima metà del XX secolo e quindi la conosceva come le proprie tasche e so che nel 1994 la Rassegna di Archeologia ha dedicato due volumi su Populonia proprio in onore di Minto.

Purtroppo non basta studiare solo le monete in sè, ma anche la storia e i contesti archeologici di una città ricca e prospera come Populonia.

In ogni caso Minto dava per certa la datazione del primo dracma di Populonia (con X) alla fine del V secolo a.C. (ben prima del ritrovamento di Prestino) e mi piacerebbe sapere dove ha ricavato la sua convinzione......

[g.aulisio]

Grazie interessantissima, mi era sfuggita!

L'ho riportata su. Si puo' riprendere, magari piu' allargata :)