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IGNORED

BIZERBA PRESIDENTE NIA


Guest utente3487

Risposte migliori

Ciao.

Aggiungo le istruzioni che riguardano le modalità per iscriversi alla N.I.A.

saluti.

M.

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^

L’iscrizione alla N.I.A. è aperta a tutti: commercianti, collezionisti, studiosi, semplici amatori.

Il costo dell’associazione è di 100 Euro annuali per i commercianti, 10 Euro annuali per collezionisti, studiosi ed amatori.

La tessera è biennale, ha un costo di 20 euro ed attualmente l’associazione è valida per gli anni 2012 – 2013.

Chi volesse associarsi oggi pagherà soltanto 10 Euro, la quota per il 2013.

Per associarsi occorre versare la cifra suindicata tramite versamento sul conto corrente postale n. 71196844, intestato a Numismatici Italiani Associati. Occorre indicare nel modulo di conto corrente i propri dati (nome, cognome, indirizzo): nel momento in cui viene comunicato dalle Poste Italiane l’avvenuto pagamento viene inviata la tessera al domicilio del nuovo iscritto.

E’ inoltre possibile iscriversi durante i convegni numismatici, presso lo stand Montenegro (Tesoriere dell’Associazione).

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Caro Bizerba,

non pretendiamo che dall'oggi al domani apporti chissà quali clamorosi cambiamenti nella numismatica, ma almeno riorganizzare un pò l'associazione, la sua visibilità (lo denota anche il fatto dei pochi soci a fronte di decine di migliai di collezionisti) e cercare di dialogare con le istituzioni anche se non ci sono riusciti o voluti riuscire quelli prima di lei mi sa che sarà duro farlo adesso con tutt i problemi dell'Italia. In merito le faccio un esempio da poco più di un anno ho scoperto che il settore della filatelia essendo in crisi ha l'IVA al 10% e ciò giova sia ai commercianti sia ai collezionisti. Sarebbe bello anche per la numsimatica. Infine molte leggi in merito alla numismatica, ai beni usati e al commercio di prezziosi risalgono al periodo fascista e penso che sia l'ora di riscriverle. oggi che esiste il commercio on-line, siti di aste etc.

Un consiglio perchè prima di scrivere la sua 'lettera' non indice un'assemblea invitando tutti i soci e non soci, collezionisti, studiosi, commercianti e autorità, in occasione di un convegno e apre un dibattito.

Le auguro un BUON LAVORO perchè ne avrà sicuramente bisogno.

PS perchè l'iscrizione dei commercianti alla NIA è di ben 100 euro?

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Ciao ANTICOPRESIDIO.

"Caro Bizerba,

non pretendiamo che dall'oggi al domani apporti chissà quali clamorosi cambiamenti nella numismatica, ma almeno riorganizzare un pò l'associazione, la sua visibilità (lo denota anche il fatto dei pochi soci a fronte di decine di migliai di collezionisti..."

Infatti è quello che stiamo innanzitutto cercando di fare....a breve con l'attivazione del sito internet e poi con la riorganizzazione della Segreteria.

Speriamo che, dopo aver fatto queste cose, se ne accorgano anche i collezionisti....

"......e cercare di dialogare con le istituzioni anche se non ci sono riusciti o voluti riuscire quelli prima di lei mi sa che sarà duro farlo adesso con tutt i problemi dell'Italia."

Il dialogo con le Istituzioni non è così facile da instaurare e come hai ben intuito....non è che l'attuale momento storico/politico lo agevoli.

Tuttavia ci proveremo lo stesso.

"In merito le faccio un esempio da poco più di un anno ho scoperto che il settore della filatelia essendo in crisi ha l'IVA al 10% e ciò giova sia ai commercianti sia ai collezionisti. Sarebbe bello anche per la numsimatica. Infine molte leggi in merito alla numismatica, ai beni usati e al commercio di prezziosi risalgono al periodo fascista e penso che sia l'ora di riscriverle. oggi che esiste il commercio on-line, siti di aste etc."

Come è noto, la filatelia ha avuto ed ha un "protettore" che la tutela dall'alto. Si tratta di un senatore della Repubblica, la cui influenza ed interessamento potrebbero non essere estranei a provvedimenti quali l'IVA al 10% sui francobolli da collezione e l'adozione di una normativa ad hoc che tutela i francobolli fuori corso.

Per la numismatica (e la cosa è, peraltro, abbastanza curiosa), sembra che sia sempre mancata un'analoga figura politicamente autorevole di riferimento, che dai "posti di comando" possa fare altrettanto.

Per quanto riguarda la modifica di normative legate al commercio di beni usati, preziosi ecc., più che un Associazione di numismatici bisognerebbe poter contare su un gruppo di pressione molto più esteso, a sua volta appoggiato nelle sedi opportune dai soliti, immancabili, politici.

Elettoralmente, noi numismatici contiamo poco o nulla. Siamo un piccolo numero (rispetto al Corpo Elettorale), disperso ed individualista. Chi vuoi che ci si fili?

"Un consiglio perchè prima di scrivere la sua 'lettera' non indice un'assemblea invitando tutti i soci e non soci, collezionisti, studiosi, commercianti e autorità, in occasione di un convegno e apre un dibattito.

Le auguro un BUON LAVORO perchè ne avrà sicuramente bisogno."

Non ho nulla in contrario a discutere in un'assemblea ma Ti posso anche dire che le esperienze che su questo tema abbiamo vissuto qui sul forum sono state ampiamente fallimentari.

Noto, dal Tuo profilo, che sei abbastanza giovane, come data di registrazione su questo forum e quindi penso che Tu non sia a conoscenza dei molti tentativi di trattare questa materia nella tribuna che ci ospita.

Ti posso assicurare, per esperienza diretta, che parlare di queste cose in un'assemblea aperta a tutti equivale a perdere solo tempo ed a farsi cattivo sangue.

Ci sono degli organismi associativi che ci rappresentano: ad essi sarà sottoposto il documento, previa revisione dello stesso da parte di esponenti autorevoli dei settori con i quali dovremo, volenti o nolenti, dialogare in futuro, per cercare di cambiare le cose.

E' naturale che il documento verrà poi diffuso (ritengo sarà pubblicato sul sito della N.I.A.) in modo da essere conosciuto da tutti..

Se piacerà bene. Se non piacerà, pazienza: alle prossime elezioni si potrà sempre eleggere un altro presidente.

"PS perchè l'iscrizione dei commercianti alla NIA è di ben 100 euro?"

Bella domanda. Non saprei. Immagino che il Consiglio Direttivo che deliberò le quote, abbia ritenuto che il commerciante potesse sobbarcarsi per l'iscrizione un onere maggiore del singolo privato.......

Però mi permetto di darTi un suggerimento (ma non dirlo a quelli della N.I.A...... :mega_shok: )..iscriviti all'Associazione come persona fisica e non come ditta..... :good: :blum:

Ti ringrazio per l'augurio di buon lavoro e Ti saluto.

Michele.

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Grazie per il supplemento di informazioni.

Due osservazioni da parte mia.

Sarebbe opportuno verificare se vi siano alttre associazioni (vedi ad esempio NIP) che stanno portando avanti iniziative rivolte ad instaurare rapporti con le istituzioni pubbliche ai fini di affrontare e dipanare il discorso della tutela. E se del caso coordianrsi con loro.

Secondo, sento spesso fare riferimento a 'padrinati' politici che possano in qualche modo tutelare gli interessi di tale o tal'altro gruppo collezionistico (e si guarda con invidia a quanto succede nel settore filatelico). Premesso che la numismatica ha ben altro valore culturale rispetto alla filatelia: è infatti insegnamento universitario, ha dato origine a produzioni bibliografiche sconfinate, è materia tratta nei musei con dipartimenti dedicati e infine muove un mercato assai piu' vasto ed importante. Premesso questo, credo che la strada da percorrere debba svincolarsi da logiche di lobby e padrinati (come se la materia avesse bisogno di una tutela di qualche potente che la protegga) e debba invece essere perseguita con forza e convinzione una normativa che si uniformi possibilmente a quella in vigore nel resto dell'europa, assai piu' liberale, regolamentata naturalmente, ove interessi pubblici di tutela e cultura possano coesistere accanto a interessi privati , anche quelli di natura commerciale.

E' la strada comunitaria che va perseguita in una chiara definizione di regole , non vessatorie, che va cercata la soluzione alla tutela del collezionista e del commerciante, salvaguardando gli aspetti culturali e di tutela ove necessario, e non una strada di protezione politica degli interessi di categoria al pari di quanto avviene per le corporazioni di mestieri di medioevale memoria.

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Grazie per l'esaustiva risposta, raramente ne ricevo. Sinceramente sono nuovo del forum anche se lo leggevo occasionalmente in passato perchè avevo conosciuto alcuni dei fondatori. Non ho mai seguito questa categoria e quindi non conosco chi sia che rema contro. E' da quando sono piccolo che mi rendo conto che noi numismatici siamo degli 'esseri' visti con stupore e meraviglia. Ancora oggi alla mia età le persone del paese mi chiedono se colleziono ancora le 'monetine'. Io rispondo di si e vado via. Poveri ignoranti. Ignorano la bellezza del nostro mondo e sicuramente è anche colpa nostra e mia che invece di andare via dovrei soffermarmi e spiegargli qual'è e cos'è l'amore e la passione per la numismatica. Anche questo dovrebbe fare la NIA riportare la numismatica non solo alle università, ma anche fra i banchi di scuola e sopratutto con gite al sabato mattina per vedere le mostre collaterali nei convegni che ormai più nessuno guarda. Mi ha fatto piacere vedere a Vicenza una giovane scolaresca che faceva domande al Sig. Vajna de Pava (mi scuso se avessi scritto male il cognome) che curava una mostra all'interno della fiera.

Per riallacciarmi al discorso essendo così pochi e sconosciuti è normale che anche negli studi di settore siamo accorpati agli antiquari e ai venditori di cose usate e vecchie. Quindi come sarà possibile che un giovane, magari disoccupato, che vuole trasformare la sua passione in lavoro ( ne conosco sempre di più che sono interessati) e che vorrebbe cominciare la sua attvità nel vendere sul noto sito di aste dove la concorrenza commerciale è massima e quindi minimi i guadagni, avere lo stesso studio di settore di un antiquario che ha un bel negozio di proprietà e l'attività da 40 anni??? Anche questo penso sia un freno al nostro settore, ed ampliato, all'economia italiana in generale. Termino quì e le rinnovo i miei auguri di buon lavoro e spero di conoscerla presto a qualche convegno dove sicuramente ci sarà modo di dialogare con calma e in modo più approfondito.

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Invito chi ha il Catalogo NAC 69 ( Collezione Huntington ) a considerare quanto scritto nell'ultima parte della biografia del collezionista.

Ripete quanto già scritto per l'asta degli Aurei della Huntington.

Presa di posizione ampiamente condivisibile.

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Per numa numa:

"Sarebbe opportuno verificare se vi siano alttre associazioni (vedi ad esempio NIP) che stanno portando avanti iniziative rivolte ad instaurare rapporti con le istituzioni pubbliche ai fini di affrontare e dipanare il discorso della tutela. E se del caso coordianrsi con loro."

A Verona ho parlato a lungo con due esponenti autorevoli della N.I.P; ad uno dei due, che conosco da alcuni anni e verso il quale nutro una profonda stima, ho chiesto la disponibilità ad esaminare il documento in preparazione, per un vaglio preliminare, e mi ha risposto positivamente.

Non mi è stato fatto alcun cenno di iniziative "in itinere" e dunque, con riferimento almeno a quella Associazione, non ho motivo di credere che ve ne siano in atto.

Se poi invece, ce ne fossero, potrebbero essere così riservate da non essere neppure conosciute da almeno alcuni degli stessi associati N.I.P.... :pleasantry:

Per il resto, gli "informatori" mi riferiscono che l'encefalogramma è piatto. :pardon:

".....credo che la strada da percorrere debba svincolarsi da logiche di lobby e padrinati (come se la materia avesse bisogno di una tutela di qualche potente che la protegga) e debba invece essere perseguita con forza e convinzione una normativa che si uniformi possibilmente a quella in vigore nel resto dell'europa, assai piu' liberale, regolamentata naturalmente, ove interessi pubblici di tutela e cultura possano coesistere accanto a interessi privati , anche quelli di natura commerciale.

Capisco e condivido il senso del ragionamento; devo tuttavia rilevare come la normativa della U.E., peraltro formalmente già recipita dal nostro Paese con il Codice Urbani, non basti a superare l'attuale incresciosa situazione.

Da noi, ad esempio, nessuno degli addetti ai lavori di parte statale Ti verrà apertamente mai a dire che gli interessi pubblici non possono coesistere con quelli privati....(qualcuno, al più, lo ammetterà a denti stretti...); però poi, nei fatti e nella concreta applicazione delle normative, questa affermazione di principio rimane spesso solo tale.

Non c'è dubbio che la nostra disciplina sia molto più complessa ed abbia molte più correlazioni con altri interessi di rango elevato (leggi BB.CC,) di quanto ne possa avere la filatelia.

Però, un tutor o uno sponsor (nell'accezione latina del termine...) nei giusti posti di potere,devo confessare che non mi dispiacerebbe.

Per ANTICOPRESIDIO.

"Grazie per l'esaustiva risposta, raramente ne ricevo".

Grazie a Te per le interessanti riflessioni, sicuramente giuste, ma in gran parte sottratte alle nostre misere potenzialità,

Per rorey36

"Invito chi ha il Catalogo NAC 69 ( Collezione Huntington ) a considerare quanto scritto nell'ultima parte della biografia del collezionista.

Ripete quanto già scritto per l'asta degli Aurei della Huntington.

Presa di posizione ampiamente condivisibile."

Guarda rorey36 che questa è telepatia... :good: Ieri sera leggevo l'nteressante biografia di Mr.Huntington sul catalogo NAC e sono rimasto sorpreso quando nell'ultima pagina, il compilatore si è "lasciato andare" a riflessioni che non hanno nessuna attinenza con la biografia del collezionista/mecenate, ma che sembrano semmai esprimere uno sfogo dell'autore per la situazione attuale dei rapporto collezionisti/Istituzioni in Italia.

Sfogo, naturalmente, che mi sento di condividere e di sottoscivere.

Saluti.

Michele

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Riporto il passo cui si riferiscono @@bizerba62 e @@rorey36

[...]

Questo catalogo della collezione Huntington offre una parte cospicua delle sue

monete italiane. Ovviamente tutti gli esemplari hanno un punto di contatto, ancorché

talvolta remoto, con il mondo spagnolo, come ad esempio lo scudo d’oro di Andrea

Gritti, doge che firmò l'alleanza "perpetua" tra la Serenissima e Carlo V il 29 luglio

1523 o il ducato ossidionale di Clemente VII, probabilmente il migliore esemplare

conosciuto, testimonianza dell’assedio di Roma delle truppe imperiali di Carlo V. La

parte predominante è rappresentata dalla monetazione dei reali di Spagna in Italia,

in particolare nelle zecche di Messina, Milano e Napoli. La qualità media delle

monete è assolutamente insolita per questo tipo di monetazione e sono presenti

moltissime monete di rarissima apparizione sul mercato numismatico. Nella serie di

Messina notiamo una bellissima serie di trionfi di Ferdinando il Cattolico e il terzo

esemplare conosciuto del 3 tarì di Carlo V con l’aquila al rovescio. Per la zecca di

Milano sono addirittura due monete di cui Carlo Crippa, nel suo pregevole lavoro

sulla zecca di questa città, metteva addirittura in dubbio l’esistenza: il mezzo filippo

largo del 1702 di Filippo V e una variante di un mezzo scudo di Filippo II con al

rovescio S. Ambrogio benedicente al cospetto degli Ariani. Da segnalare sono anche

una serie di frazioni di Filippo II e Filippo III di rarissima apparizione sul mercato,

oltre ai due pregevoli e rarissimi doppi ducati di Filippo IV del 1641 e del 1643.

Nella serie napoletana non possiamo esimerci dal menzionare il sesquiducato con la

P, probabilmente il terzo esemplare conosciuto, un rarissimo carlino di Carlo V e il

ducato del 1622, probabilmente uno dei migliori esemplari conosciuti. Per finire una

menzione va sicuramente fatta per le due monete dell’assedio di Pavia, il testone e il

fin qui apparentemente sconosciuto ducato d’oro ossidionale. Questa moneta, di

enorme fascino, è stata prodotta con gli stessi conî del testone, come è assolutamente

logico aspettarsi per un’emissione d’emergenza.

La pubblicazione di così tante monete fino ad ora sconosciute non può che

costringerci a ripetere quanto scritto nella prefazione del catalogo degli aurei della

collezione Huntington: troppo spesso il valore e l’importanza del lavoro svolto dai

numismatici professionisti e dalle casa d’asta viene sottovalutato. La quasi totalità

delle collezioni statali non è pubblicata e l’accesso ad appassionati e studiosi è per

diverse ragioni quasi sempre negato; senza le illustrazioni dei cataloghi d’asta e il

supporto economico di commercianti e collezionisti qualsiasi pubblicazione

numismatica sarebbe praticamente impossibile. Crediamo che anche in Italia sia

arrivato il momento di sviluppare un corretto rapporto di collaborazione tra pubblico

e privato, i cui interessi, a differenza di quanto pensino alcuni funzionari del

Ministero dei Beni Culturali, non sono affatto contrastanti, ma anzi collimano. E’

interesse delle Istituzioni tutelare e incoraggiare il collezionismo privato che è, da

sempre, il più grande bacino da cui attingere per le collezioni pubbliche. Rendere

difficile il collezionismo e regolamentare in maniera irragionevole la libera

circolazione delle monete è un’operazione miope e di finta tutela; ci chiediamo che

senso abbia negare il permesso di libera circolazione per monete che sono presenti in

moltissimi esemplari nelle collezioni pubbliche e, soprattutto, è logico interrompere

quel processo virtuoso che negli ultimi anni aveva portato all’emergere di così tante

collezioni ? Noi crediamo di no e sappiamo che queste stesse considerazioni sono

condivise da moltissimi studiosi sia all’interno dei musei sia nelle Università, ma

purtroppo l’Italia è un paese strano, dove spesso la burocrazia assume posizioni del

tutto inspiegabili.

Saluti, Simone

Modificato da uzifox
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Condivisibili al 100% le amare considerazioni dell'estensore dell'ultimo catalogo NAC !

Un concetto deve essere molto chiaro. Una forma che rasenta il proibizionismo (inteso verso il collezionismo libero e responsabile) crea sempre situazioni opache e ai margini della legge. Conosciamo molto bene gli effetti che causò il proibizionismo alla commercializzazione delle bevande alcooliche negli USA nei primi decenni del XX secolo. C'era il problema dell'alcoolismo, ma un regime di stampo proibizionista ha creato ben maggiori problemi con le ben note infiltrazioni malativose.

Quindi è bene avere una visione aperta e liberale, con semplici e definite regole, che risultano essere ampiamente recepite nella maggior parte dei paesi europei.

E vogliamo dimenticare che proprio il collezionismo è alla base della maggior parte del materiale più pregiati e importante dei medaglieri. Negli anni 20 il conte Augusto de Brandis accumulò una collezione di oltre 20.000 monete soprattutto antiche in nemmeno un decennio, grazie anche all'acquisto di circa 10.000 monete che facevano parte della collezione del prof. Schiaparelli e 9.000 monete di quello che restava della grande collezione Giustiniani (la maggior parte della quale era finita in mano a commercianti inglesi) più oltre un migliaio di monete liberamente acquistate sul mercato interno, specialmente attraverso il noto commerciante napoletano Canessa, Alla morte del conte Brandis, tutta la collezione, per lascito testamentario (non era sposato e non aveva flgli), fu ceduta ai Civici Musei di Udine, che hanno già provveduto a catalogare e illsutrare tutto il materiale. Questo è un solo semplice esempio.

Per contro il suo fratello Ferruccio de Brandis, di temperamento più avventuroso (e più instabile), aveva anche lui messo insieme una interessante collezione di monete greche antiche, soprattutto magnogreche e della Sicilia, ma ha preferito vendere tutto tramite un'asta Canessa, nel 22 maggio 1922. Nel fondo dè Brandis a Udine esiste una lettera dove vengno definiti gli accordi tra Ferruccio de Brandis e Canessa. Il collezionista ha dovuto versare una somma di 2000 Lire (di allora) come spese di catalogo e asta: dal prezzo di aggiudicazione era trattenuto il 10% a vantaggio della ditta Canessa; era fissato per ogni moneta un prezzo minimo; in caso di mancata vendita, la moneta veniva restituita al proprietario, senza alcuna spesa. Il catalogo è molto bello e bene curato (ho una copia).

Tutto questo senza problemi e con utili informazioni sul materiale numismatico.....

E' vero che erano altri tempi e già allora era in corso il saccheggio archeologico, ma le monete ormai decontestualizzate avevano libera circolazione, come circolavano più liberamente anche informazioni che potevano aiutare gli archeologi a individuare nuovi siti da esplorare.

I collezionisti erano veramente rispettati.

Sicuramente i tempi erano agevolati anche dal fatto che lo stesso sovrano, Vittorio Emanuele III, era un impegnato collezionista, anche se di monete medievali (e infatti motivò la sua preferenza verso il periodo medievale piuttisto che verso il periodo antico in quanto era meno studiato e quindi più ricco di sorprese).

Appare quindi utile e opportuno avere anche adeguati appoggi politici (sarebbe benvenuto un equivalente dell'on. Giovanardi per la filatelia....). Comprendo benissimo 'osservazione di Numa Numa, che sarebbe anche la più onesta, ma qui preferisco il pragmatismo insito nella precedente osservazione di Michele (Bizerba).

Concordo pienamente con il suggerimento di coordinare le iniziative tra NIA e altre associazioni come NIP e sono sicuro che Michele saprà muoversi ne modo più appropriato.

Ho già manifestato a Michele la mia disponibilità ad aiutarlo nelle mie modeste competenze (non sono un giurista....).

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la maggior parte delle collezioni statali non è pubblicata e l'accesso ad appassionati e studiosi per diverse ragioni quasi sempre negato; senza le illustrazioni dei cataloghi d'asta e il

supporto economico di commercianti e collezionisti qualsiasi pubblicazione

numismatica sarebbe praticamente impossibile. Crediamo che anche in Italia sia

arrivato il momento di sviluppare un corretto rapporto di collaborazione tra pubblico

e privato, i cui interessi, a differenza di quanto pensino alcuni funzionari del

Ministero dei Beni Culturali, non sono affatto contrastanti, ma anzi collimano....

A differenza di quanto espresso sopra da autorevoli colleghi io sono fiducioso che grazie :

- alla presa di coscienza agevolata dal web (forum, aree di discussione, e quant'altro) ,

- all'esempio di altre istituzioni, soprattutto estere, che si sono mosse prima di quelle italiane e hanno tracciato un esempio da seguire,

- alla tecnologia che permette oggi con molta minore spesa, fatica e tempo di fare cio' che 10 anni fa avrebbe rappresentati progetti dai costi proibitivi

- e infine ad una inevitabile presa di coscienza da parte del funzionario pubblico che forse si sarà anche stancato di venire continuamente additato e criticato per tutti questi motivi , dicevo, sono fiducioso che un rapporto Pubblico/Privato possa essere non solo recuperato ma che anzi acceleri progetti e realizzazioni che, affidate al solo Pubblico con le note difficoltà in cui oggi ci si dibatte, avrebbe comportato tempi molto piu' dilatati.

NOn è poi vero che "nessuna" collezione pubblica sia catalogata e pubblicata (molti sono gli esempi che abbiamo citato in tante discussioni passate - inutile ribadirli in questa sede); non è altrettanto vero che solo l'apporto di commercianti e collezionisti permette la realizzazione di pubblicazioni a carattere numismatico. Anche se è vero che negli ultimi anni pregevoli pubblicazioni sono state finanziate da ditte numismatiche importnati (d'altra parte con gli utili che il mercato ha paermesso di conseguire grazie al "vertiginoso" incremento delle quotazioni di molte monete e dell'aumento del numero dio transazioni) parrebbe giusto che una parte di questo surplus venga fatto tornare a beneficio del settore degli studi che contribuisce comunque anch'esso a sostenere con la ricerca e l'approfondimento.

Riguardo il discorso relativo alla legislazione sulla tutela, ribadisco la mia posizione che non servano tanto padrinati politici (segno di debolezza o carenza di influenza, o comunque questi ultimi rappresenterebbero delle insoddisfacenti scorciatoie), mentre servono contatti, capacità di dialogo e capacità diplomatica.

Mi auguro infine, nel caso di iniziative molteplici miranti a migliorare e semplificare la legislazione della tutela che i vari proponenti possano collaborare tra loro, nulla nuocerebbe peggio che presentarsi ancora una volta in modo frammentario, diviso, peggio ancora in competizione. Di fronte a obiettivi di interesse superiore occorre mettere da parte la logica dei campanili e mandare avanti l'istituzione piu' capace e con le maggiori capacità di successo nell'impresa ..

Modificato da numa numa
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...

Quindi è bene avere una visione aperta e liberale, con semplici e definite regole, che risultano essere ampiamente recepite nella maggior parte dei paesi europei.

...

In bocca al lupo, Michele!

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Guest utente3487

Per il futuro curatore suggerisco di pubblicare le varie normative in materia vigenti nei paesi più significativi (svizzera, GB, USA, Cina, Giappone ecc). Non so come si potranno tradurre, ma sarebbe interessante conoscerle, specie per quello che riguarda le norme sull'esportazione.

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Complimenti anche da parte mia: Mi era stato detto la scorsa settimana da un commerciante del NIP che era fissato un incotro tra 5-6 numismatici (non solo commercianti) e organi ufficiali della sovrintendenza a Roma. Tale incontro era previsto per venerdi scorso.

Probabilmente lo sapete gia'

Non so se si e' tenuto, ne' l'esito

saluti

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Guest utente3487

Complimenti anche da parte mia: Mi era stato detto la scorsa settimana da un commerciante del NIP che era fissato un incotro tra 5-6 numismatici (non solo commercianti) e organi ufficiali della sovrintendenza a Roma. Tale incontro era previsto per venerdi scorso.

Probabilmente lo sapete gia'

Non so se si e' tenuto, ne' l'esito

saluti

Non sappiamo nulla in proposito :mega_shok:

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Elledi, mi da messaggio d'errore che l'utente elledi non puo'ricevere alcun nuovo messaggio. Prova ad inviarmi tu un MP ed io prpovo a risponderti, oppure ci mettiamo in chat e ci scambiamo le email...

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