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Risposte migliori

Inviato

Uno dei punti generali di discussione, emerso dalle relazioni nel congresso di Bari, è la necessità, per meglio dettagliare le cronologie delle emissioni di monete antiche, di stabilire il numero di conii.

L'argomento merita un approfondito studio e in questa sede mi limiterò solo ad esporre alcune perplessità.

Pur non essendo contrario ideologicamente alla "ricerca dei conii", in quanto non errata metodologicamente, credo che ciò possa essere suppletivo ad altri tipi di osservazioni e mai risolutivo come spesso reputato.

Espongo brevemente 4 motivazioni e dubbi.

1)Noi non conosciamo quanti conii siano realmente esistiti, ma solo una parte, quella che ci è pervenuta e quindi il dato non potrà che essere eternamente parziale.

2)Pur se riuscissimo a conoscere esattamente il numero di conii, siamo ben lontani dal saper determinare quante monete sono producibili da ognuno di essi.

3)Vi è un presupposto, che potrebbe rivelarsi errato e comunque non dimostrabile(mere postulate), che i conii siano stati utilizzati sempre in successione e mai contemporaneamente, come peraltro sostenuto proprio dal Prof. Siciliano nel suo intervento sul bronzo tarantino.

4)Non vi nessuna obbligatorietà nell'utilizzo continuativo dei conii, ma potrebbe esservi stata una produzione, tramite essi, dilatata e frammentata nel tempo, legata al contingente disponibile di una determinata moneta e alle necessità di circolazione.

Personalmente sono convinto che il miglior approccio cronologico sia e rimanga quello storico, l'unico in grado di fornire spiegazioni plausibili a questioni complesse.

Ma queste sono solo le ragioni del NO. Attendo che il buon Acraf esponga le ragioni del SI, per rendere più completo il discorso.

Saluti.

Vincenzo.


Inviato

Nel caso della numismatica il criterio storico è importante, ma non può essere il solo. Il discorso sulla quantità dei coni può essere valido, indipendentemente dall'utilizzo in sequenza o contemporaneo. I coni hanno una durata che può essere determinata con un margine di errore accettabile. Bisogna anche tenere conto del metallo utilizzato per la coniazione e delle caratteristiche tecniche dei tondelli. Con questo sistema è possibile ipotizzare il volume delle coniazioni (e nella numismatica medievale viene spesso utilizzato).

Arka


Inviato

Innanzi tutto la ricerca dei conii resta fondamentale in un serio studio numismatico.

Solo con una dettagliata ricerca degli esemplari noti si può intanto avere una idea dei conii usati e su come riordinarli, specialmente in presenza di incroci di conio.

Naturalmente presa in sè tale ricerca, anche se può fornire diverse informazioni, non deve essere intesa in senso assoluto e bisogna sapere ragionarci sopra.

Analizziamo i 4 punti esposti da Vincenzo.

1) Numero reale dei conii.

Dipende da varie circostanze e anche e soprattutto dal numero delle monete esaminate. In teoria è sempre possibile che compaia un esemplare con un conio nuovo, che può modificare un poco la sequenza. Però ci sono formule statistiche che permettono di predire con una relativa certezza se esiste la probabilità di avere "azzeccato" almeno quasi tutti i conii usati.

Questo problema era stato affrontato nel mio Corpus sui denari della Guerra Sociale. Grazie anche al notevole numero dei pezzi esaminati, avevo previsto che pochi nuovi conii sarebbero emersi. Il che è effettivamente vero essendo ormai passati 25 anni dalla sua pubblicazione e pochissime varianti inedite sono nel frattempo emerse.

Naturalmente non va MAI dimenticato il contesto storico. Appare evidente che se si accerta che una monetazione è durata poco nel tempo (come appunto nel caso della Guerra Sociale) si ha una maggiore probabilità di avere "azzeccato" tutti o quasi i conii effettivamente usati.

2) Numero delle monete coniate da una coppia di conii

Questo costituisce uno dei maggiori enigmi numismatici e ci sono molti studi che si sono sbizzarriti su quante monete possono essere ottenute da ciascuna coppia di conii. L'opinione prevalente, nel caso dei denari d'argento, è che siano circa 20.000. Ma resta sempre solo una opinione e ci sono molti fattori che possono influire sulla resa. In genere i conii si rompono prima con monete grandi come i tetradrammi e più tardi con monete piccole, ma siamo sempre nel campo delle incertezze.

Spesso può aiutare a comprendere la durata di vita di un conio dalla precoce o meno comparsa di una frattura di conio. Ma anche qui bisogna tenere conto che per un tetradramma (una moneta spesso di grande pregio artistico oltre che di alto valore nominale) il monetario tende a fare durare il più lungo possibile il conio. Addirittura esiste la possibilità di un riutilizzo successivo del conio stesso, come nel caso di diversi decadrammi siracusani. I punzoni non erano in puro acciaio come adesso e quindi tendono ad arrugginirsi nel tempo. Ci sono esemplari di decadramma che presentano caratteristiche di superficie che fanno seriamente pensare a un utilizzo di conii nel frattempo arrugginiti... e questo ovviamente complica sia il problema della durata dell'emissione che dello stesso numero dei pezzi ottenuti.

3) Conii sempre in successione

Concordo con Vincenzo che è una emerita cazzata. Una volta stabilita una certa sequenza di conii, spesso ci si accorge che un conio viene a un certo punto riutilizzato (e ci sono casi addirittura di conii che vengono ritoccati dall'incisore, con l'aggiunta o abolizione di un determinato dettaglio, spesso un simbolo o una lettera).

Poi c'è anche il problema di stabilire come è organizzata una officina monetaria. Una sequenza esclusivamente lineare fa pensare all'utilizzo di una sola incudine e quindi di una sola squadra di operai preposti alla battitura.

Nel mio Corpus sui denari della Guerra Sociale ho dimostrato che talvolta possono esistere due (o più) serie parallele.

Neanch'io ho compreso la battuta di Siciliano sui bronzi di Tarentum. Non sempre e necessariamente una emissione deve per forza seguire a un'altra. Dipende appunto dall'organizzazione della zecca tarentina e in teoria potevano operare anche più di un'officina, ciascuna con proprie caratteristiche.

4) Utilizzo continuativo dei conii

Ho già fatto l'esempio dei decadrammi siracusano.

Anche nel caso dei denari della Guerra Sociale è solo possibile individuare gruppi di emssioni omogenee, ma resta molto difficile e solo ipotetica l'effettiva successione dei vari gruppi.

Lo studio storico resta fondamentale e inoltre bisogna utilizzare numerosi parametri, oltre a quelli legati alla sequenza dei conii. Molto importante è anche l'analisi stilistica, metrologica, metallografica, iconica (ossia confronto iconografico con altre emissioni, anche di diverse zecche), ecc.

Il grande fascino di un serio studio numismatico è appunto nella necessità di utilizzare un grande numero di parametri, dalla storia con attento esame anche delle fonti, ai contesti archeologici, area di circolazione, struttura delle singole emissioni......

Troppo spesso gli studiosi si soffermano solo su alcune emissioni, come quelle dei grandi nominali in argento, che si prestano più facilmente allo studio dei conii, rispetto ad esempio alle emissioni dei frazionali e delle monete di bronzo.

Non è un caso che Wolfgang Fischer-Bossert abbia analizzato solo i nomoi d'argento e le emissioni auree di Tarentum fino all'età di Pirro, trascurando il grande numero dei frazionali....

Gli ho pure chiesto perché non avesse poi tentato di completare il suo Corpus, con i numerosi didrammi del IV secolo e sui frazionali. Mi ha guardato e mi ha accennato che era una gran faticata.... e aveva preferito cambiare aria, passando a studiare (pubblicando pochi anni fa) il Corpus dei decadrammi di Atene. Adesso sta studiando le emissioni di età dionigiana (prima metà del IV secolo a.C. a Siracusa), ma si guarderà bene dal tentare di fare un'analisi dei coni delle numerosissime dracme di bronzo con Testa di Atena/Stella e delfini......

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Inviato

Discussione molto interessante.

Purtroppo non ho potuto essere presente al convegno di Bari. Ero sicuro che ci sarei stato, mi interessava tantissimo, ma nelle ultime settimane sono in balia di grossi cambiamenti nella mia vita, che non avevo preventivato, e non ho tempo da dedicare alla passione numismatica.

Sapete dirmi quando saranno pubblicati gli atti nella collana EOS?


Inviato

x TARAS. I volumi di Bari, normalmente, venivano consegnati al Congresso annuale successivo.

Cioè nel novembre 2010, quello del 2009, nel novembre 2011, quello del 2010 e così via.

Essendo saltata(spero in un ripensamento in extremis)la cadenza annuale, credo che il tempo necessario sarà di circa 9-12 mesi.

Se avrò qualche informazione più dettagliata, ve la comunicherò tempestivamente.

Tornando all'argomento del post.

Riparto da quanto scritto da Acraf, dal suo incipit.

"Innanzi tutto la ricerca dei conii resta fondamentale in un serio studio numismatico."

E' da puntualizzare che è così, se essa non è il fine, ma un mezzo funzionale per poter giungere a conclusioni storiche, a cronologie, attraverso l'analisi delle "sequenze di conii e incroci di conii" che rimangono l'unico principio scientifico accertato, al contrario delle somglianze stilistiche e analisi quantitative non dimostrabili.

Primo punto:

Concordo con la prima parte riportata da acraf.

Mi colpisce l'ultima frase "se si accerta che una moneta è durata poco...di "azzeccare" il numero di conii.

Mi domando se si conosce la cronologia esatta di una emissione monetale, che senso ha, se non per puro spirito speculativo, "azzeccare" il numero di conii.

Secondo, terzo e quarto punto sono stati esposti in maniera simile da me e acraf.

Se ne deve concludere che lo studio dei conii non può fornire in maniera assoluta(cioè sufficiente a se stessa) indicazioni cronologiche precise.

Sull'ultima parte del discorso di acraf, concordo pienamente.

E' ciò che vado dicendo e, in parte, scrivendo da tempo e nel mio campo cerco di fornire il mio contributo.

Raccontarci informazioni nei Congressi è produttivo, ma non sufficiente.

Speriamo che tutti lo capiscano.

Saluti.


Inviato

Primo punto:

Concordo con la prima parte riportata da acraf.

Mi colpisce l'ultima frase "se si accerta che una moneta è durata poco...di "azzeccare" il numero di conii.

Mi domando se si conosce la cronologia esatta di una emissione monetale, che senso ha, se non per puro spirito speculativo, "azzeccare" il numero di conii.

Saluti.

Concordo che in fondo è spirito "speculativo" ed è difficile resistere ad alcune ipotesi appunto speculative che possono fornire una attendibile teoria.

Il concetto che volevo esprimere in questo caso è che, nota una determinata cronologia (o addirittura un anno più o meno preciso di coniazione) e ottengo una sequenza di conii dedotti da un elevato numero di pezzi noti, questa serie sarà molto vicina a quella definitiva e sarà molto difficile che possano comparire nuovi conii (è questo il senso di "azzeccare il numero dei conii"). La ricostruzione dell'emissione e in quel contesto sarà quindi molto vicina alla realtà, anche se si tratta di una situazione numismaticamente purtroppo poco frequente.

Per il resto vedo che ci troviamo in una posizione affine.

Se qualcun altro ha da obiettare?


Inviato

Conoscere il numero di conii (anche approssimativo) permette di ipotizzare la quantità di monete emesse, che è uno dei dati fondamentali per capire la circolazione di una data moneta. Non è un mezzo perfetto, ma in mancanza di documenti è l'unico possibile.

Arka


Inviato

Giusto.

Appare evidente che se una emissione è nota con un buon numero di conii, anche se, per svariati motivi, non sono pervenuti molti esemplari, essa avrà avuto una produzione più ampia e importante rispetto a una emissione nota in pochissimi conii.... e questo è un elemento che va tenuto conto.

Il numero dei pezzi che pervengono fino ad oggi dipende da vari fattori, non ultimo il fenomeno della tesaurizzazione o dei particolari contesti storici. In genere un periodo tormentato da guerre e da rapida svalutazione porta a un importante fenomeno di tesaurizzazione con sopravvivenza fino ad oggi di vari pezzi. Di contro un periodo particolarmente tranquillo e stabile sul piano politico ed economico generalmente non è favorevole alla conservazione di pezzi fino ad oggi.

Però ci sono altri fattori che vanno tenuti presenti.

Ad esempio i denari emessi dai ribelli italici durante la Guerra Sociale sono piuttosto rari, nonostante esistano non pochi conii. Molto probabilmente subito dopo la guerra i Romani operarono un efficiente sistema di confisca e ritiro, con rifusione, di queste monete nemiche (spesso con evidenti riferimenti antiromani) per cui adesso sono sopravvissute poche monete e i ritrovamenti sono per lo più isolati e sporadici.


Inviato

Conoscere il numero di conii (anche approssimativo) permette di ipotizzare la quantità di monete emesse, che è uno dei dati fondamentali per capire la circolazione di una data moneta. Non è un mezzo perfetto, ma in mancanza di documenti è l'unico possibile.

Arka

osservazione pertinente. Spesso si tende a focalizzare lo studio dei coni come solo indicatore cronologico, il che p limitato all'indagine storica, invece è uno strumento molto utile per l'analisi del fenomeno e contesto monetario in cui la moneta si inserisce.

Riguardo le considerazioni espresse sopra , l'analisi della sequenza dei coni, con le difficoltà e i limiti che tale analisi comunque evidenzia , non è chiamata a fornire cronologie assolute, bensi solamente relative. L'analsisi stilistica, il contesto di ritrovamento, le fonti e gli altri dati che ci pervengono aiutano a contestualizzare la moneta storicamente. L'analisi della sequenza dei coni, assieme al dato metrologico ci aiutano a comprendere meglio l'evoluzione dinamica dell'emissione.

Purtroppo restano comunque i limiti oggettivi e le difficoltà evidenziate dall'indagine.

In altra sezione stiamo esaminando ad esempio la cronologia delle emissioni per un particolare follis di Giustiniano della zecca di Roma per gli anni 538/542. E' un'emissione molto abbondante per la quale si conoscono diverse varietà stilistiche e anche una forte escursione di pesi , conseguenza delle riforme monetarie intervenute in quegli anni. Ebbene non solo noi, poveri inesperti , ma autori del calibro di Hahn, Morrisson e altri ci troviamo a mal partito a individuare con assoluta certezza la successione delle varie emissioni per questa moneta.

In questo caso la successione dei coni non è cosi evidente, dovuta alla forte escursione stilistica, e senza l'ausilio dell'analisi metrologica (difficiltosa anch'essa) si andrebbe comunque poco lontano.


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