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Risposte migliori

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(...) La storia di Genova purtroppo non la conosco, tantomeno la storia esatta delle origini del suo stemma.... Ho trovato, i Genovesi hanno partecipato alla I Crociata: (...)

...scusatemi, non vorrei sembrare troppo icon_pale.gif prosaico, ma la croce è uno fra i simboli araldici più diffusi.

Forse perchè fu uno dei primi a venir usato negli stemmi, nati nel medioevo cristiano occidentale.

E fra tutte le croci, quella rossa in campo bianco è fra le più presenti.

Riassume al meglio il trionfo della Purezza ottenuto col sacrificio del Sangue.

I pellegrini che andavano ai Luoghi Santi ne cucivano una sull'abito, per rendersi immediatamente riconoscibili (e fors'anche come "talismano").

Stemmi civici come quello di Genova, d'argento alla croce di rosso, ce ne sono parecchi (Alessandria / Caltagirone / Milano / Padova / Vercelli...).

Stemmi non solo civici, o con la croce accompagnata da altre figure, o con croci di forme specifiche, o fuori d'Italia, ce ne sono ancora di più (Alba / Calvi / Gonzaga / Granet / Londra / Mantova / Reggio Emilia...).

icon_redface.gif

Assolutamente, hai perfettamente ragione! è solo che quando si ritrovano questi colori, viene immediato rivolgere il proprio pensiero ai Templari. Le parole chiave da te citate sono "Purezza, sacrificio del Sangue, pellegrini, luoghi Santi...", insomma, non si può non collegare le crociate a l'Ordine del Tempio e pensare che tutta la simbologia "araldica" che "fuoriesce" da quei luoghi, non gli appartenga....

;-)


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un bel gattone fotografato a genova

belle le basi delle colonne alle spalle

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Modificato da scacchi
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I due leoni che fiancheggiano la scalinata risalgono all'Ottocento, 1840, e sono opera dello scultore Carlo Rubatto.

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Anche questa è una bellissima discussione.

Per quanto concerne il legame tra Giano ed i SS. Giovanni, online è possibile trovare numerose informazioni. Il vero problema è rappresentato dalle invasive speculazioni che affliggono tematiche di tal genere e in particolar modo dai contributi, sovente di taglio troppo divulgativo ed impostati sfruttando metodologie a volte criticabili, proposti da certi "appassionati del mistero".

Ad ogni modo una lettura ricca di spunti è rappresentata da questo libro, del quale è disponibile un'anteprima piuttosto generosa:

http://books.google....epage&q&f=false

Purtroppo non sono in grado di esprimere pareri attendibili riguardanti la parte cristiana e medievale, ma posso dare il mio contributo sulla prima parte dell'opera.

Secondo me la figura di Giano (come spesso accade) è stata delineata in modo un po' troppo "semplicistico", ma questo è comprensibile per via dell'obiettivo finale dello studio. Al tempo stesso però, l'inquadramento del dio che è stato proposto non permette di identificare con chiarezza il filo conduttore che lega Giano ai costruttori delle cattedrali gotiche, o meglio, tale legame viene proposto in una chiave "idealistica" che tende a nascondere spiegazioni maggiormente concrete e, quindi, a noi più utili.

So bene che questa divagazione potrebbe apparire fuori tema, ma alla fine si vedrà che un certo legame con l'oggetto di questa discussione potrebbe esistere.

Fino ad oggi, in ogni studio che ho avuto modo di leggere incluso quello citato, il Giano raffrontato ai SS. Giovanni viene visto ed interpretato alla stregua di una divinità solare, o comunque si tende a dare una primaria e quasi esclusiva importanza a tale aspetto.

In ambito maggiormente specialistico la teoria che vede Giano quale divinità solare è per così dire superata e comunque relativizzata alle principali funzionalità del dio.

Ianus è una figura molto particolare che, a seconda del contesto in esame, può essere facilmente inquadrabile o, al contrario, può presentare tratti teologici decisamente complessi.

Dall'essere supremo primitivo onnisciente si può arrivare fino alla tarda interpretatio romana, che a livello di culto solare tende a sfociare nell'enoteismo.

Per nostra fortuna, in questo contesto, possiamo permetterci di partire dal Giano propriamente romano, un dio che è facilmente inquadrabile relativizzando la sua funzionalità a due distinti concetti (tra loro comunque legati): in ambito lineare è il dio degli inizi e degli incominciamenti, in ambito ciclico è il dio dei passaggi (e penso proprio che @@Ixchel abbia ben chiaro il secondo... vedi la discussione sui Maya). Nel mondo romano il primo aspetto è ben attestato in ambito rituale, il secondo in ambito calendariale.

Partendo da questo inquadramento possiamo dedurre che la solarità del dio è conseguenza e non essenza della sua funzionalità. Questa precisazione è estremamente importante, in quanto l'interpretazione del Giano teologicamente solare fa incrementare a dismisura la sua valenza calendariale, ma secondo me fa cadere in secondo piano tutte quelle altrettanto importanti ciclicità non uraniche, più materiali e terrene, che nell'ideologia romana sono tuttavia assolutamente centrali e per nulla trascurabili.

Arrivando finalmente al nocciolo della questione, la maggior parte degli studi e degli approfondimenti riguardanti il legame tra Giano, i SS. Giovanni ed i costruttori delle cattedrali partono dall'assunto che Ianus, avendo insegnato agli uomini l'arte delle costruzioni, divenne protettore dei Collegia Opificum et Fabrorum. Personalmente questo punto di partenza mi fa un po' sorridere in quanto viene forzatamente inserito in un ambito che dovrebbe essere storico. Questa è una "spiegazione valida" sotto il punto di vista mitologico, ma non lo è per nulla a livello sostanziale... sarebbe come dar valenza storica all'incontro amoroso tra Marte e Rea Silvia.

La domanda da porsi è differente: perché i Collegia Opificum et Fabrorum si posero sotto la tutela di Giano?

La risposta non la si può trovare nella valenza solare di Ianus tanto diffusa, ma in quella funzionalità più pragmaticamente legata ai cicli. L'arte di costruire, in senso concreto, "non la si impara a scuola", ma la si acquisisce sul campo apprendendo dalle altrui conoscenze; il sapere dei collegia è chiuso al fine di essere custodito da una ristretta cerchia di persone.

La struttura ciclica è ben evidente, all'interno di una medesima entità vi è il rinnovamento generazionale ed il passaggio della conoscenza, aspetti che, in ambito romano, non possono che porsi sotto il nume tutelare di Giano.

Sostanzialmente credo proprio che il cristianesimo sfruttò non poco la solarità di Giano (che comunque crebbe nel corso dei secoli per via della perdita dei valori teologici tradizionali del dio... per non parlare dell'aperto dibattito sul Giano italico e preromano...), sostituendo a questa divinità due figure attorno alle quali fu costruita un'infrastruttura simbolica in grado di illustrare in senso teologico, ed al tempo stesso tutelare a livello concreto, le valenze delle ciclicità e dei passaggi.

E' interessante sottolineare che non sono infrequenti chiese intitolate ai SS. Giovanni sorte su precedenti luoghi di culto dedicati a Giano e, chiedendo conferma al preparatissimo @@dizzeta, da quanto ho visto all'interno della cattedrale di S.Lorenzo dovrebbe esserci una cappella dedicata a S.Giovanni Battista.

Concludendo, mi pare doveroso richiamare l'attenzione sull'etimologia stessa del nome di Genova ;).

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Veramente ottime considerazioni, allora aggiungo la foto di un "Giano" che è all'interno della Cattedrale, in una colonna del porticato alto, sotto la quale c'è la seguente iscrizione incisa su sei righe, due per ciascuna delle tre fasce inferiori, che devono esser lette in successione, prima quella di sinistra, poi l'altra, compongono infatti i due tempi del mito delle origini, sono state incise, quella di sinistra, nel 1307 e, quella di destra, nel 1312, al compimento del restauro del colonnato:

JAN(us) P( ri)M(us) REX / ITALIE DE P(ro) / GENIE GIGAN / TIU(m) Q(ui) FU(n)DA / VIT IAN(uam) T(em)P(o)R(e) / ABRAHE

JAN(us) PRI(n)CEPS TROIAN(us) ASTROLOGIA PERIT(us) NAVIGA(n)DO AD HABITA(n)DU(m) LOCU(m) QUERE(n)S SANU(m) D(omi)NABILE(m) (et) SECURU(m) IANUA(m) IA(m) FU(n)DATA(m) A IANO REGE YTALIE P(ro)NEPOTE NOE VENIT ET EA(m) CERNE(n)S MARE (et) MO(n)TIB(us) TUTISSIMA(m) A(m)PLIAVIT NO(min)E (et) POSSE

(Sottinteso: questo busto è l'effige di:

"Giano, il primo re d'Italia, della progenie dei giganti, che fondò Genova al tempo di Abramo"

"Giano, principe troiano, esperto di astronomia, mentre navigava alla ricerca di un luogo salubre, difendibile e sicuro per abitare, arrivò a Genova - che era già stata fondata da Giano, re d'Italia e pronipote di Noè - e vedendola ben difesa dal mare e dai monti, la ingrandì nel nome e nella potenza."

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Modificato da dizzeta
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... Interessante grifone tra possibili "nodi di Salomone".... o semplici decorazioni? ...

Qui li chiamano "nodi dell'apocalisse", eccone uno completo, nella stessa decorazione ...

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... Interessante grifone tra possibili "nodi di Salomone".... o semplici decorazioni? ...

Qui li chiamano "nodi dell'apocalisse", eccone uno completo, nella stessa decorazione ...

Questo, facente comunque parte della categoria dei "nodi", sembrerebbe un "fiore dell'Apocalisse", presente in molte opere alchemiche e mistiche medievali. Viene chiamato così per la sua forma quadrilobata, che ricorda quattro petali di un fiore. I quattro "petali", che si generano dall’interazione tra quattro porzioni di cerchio, rappresentano i quattro elementi (Fuoco, Acqua, Terra, Aria) perfettamente armonizzati tra loro, che in questo modo "rifioriscono" per generare l’Armonia. Essi sono anche rappresentanti del Tetramorfo, ossia la rappresentazione simbolica dei quattro esseri descritti nell’Apocalisse di San Giovanni (L’Uomo, il Leone, il Toro e l’Aquila) ed identificati con i quattro evangelisti (rispettivamente, Matteo, Marco, Luca e Giovanni). A differenza del classico nodo, quello di genova, a mio avviso, ha una particolarità in più. presenta l'unione di ben tre "fili", visto che di nodo si parla e ricordiamoci l'importanza del numero tre per i templari.

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Fiore dell'Apocalisse/ Fiore dell'Apocalisse a S. Lorenzo, Genova.

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Fiore dell'Apocalisse sulla facciata della Chiesa di S. Erasmo a Veroli (FR).

Questo presenta addirittura due cerchi concentrici.

A Genova, si trova nel portale? di che secolo? hai una foto più grande? per vedere anche gli altri "nodi"?

Modificato da Ixchel

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Fiore dell'Apocalisse su una stele funeraria presso il Monastero di St. Bees, Cumbria, Inghilterra.

Questo è un "fiore" classico.


Inviato

Per non confonderci:

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Nodo di Salomone e Nodo o fiore dell'Apocalisse

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Nodo di San Giovanni e Nodo di Lacy


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