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IGNORED

LA PESTE DEL 1347 - 50


Risposte migliori

Certamente Odjob i risvolti e i riflessi furono tanti e molteplici, le riflessioni i sopravvissuti se le posero sicuramente, gli aspetti religiosi, etici, ma anche economici, perchè tutto questo poi portò a dei cambiamenti inevitabili, d'altronde la popolazione si era drasticamente ridotta in molti ambiti, tutto era cambiato e la ripartenza fu negativa e difficile per molti, ma nel contempo come capita anche dopo le guerre si aprirono per i più intrapredenti anche delle opportunità.

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Supporter

Buona serata

Innanzitutto ripropongo un mio pezzo che, pur non riguardando la "peste nera", è comunque correlato; si tratta dei pizzecamorti.

Ho fatto quindi un "copia-incolla" del mio scritto che potete comunque trovare nella discussione che segue.

http://www.lamoneta.it/topic/83527-monete-in-tomba-nel-bassomedioevo/page-2?hl=monatti

Il pezzo:

.......Circa gli appestati, sappiamo che i "monatti di manzoniana memoria" (ma la cosa era più generalizzata e valida a qualsiasi latitudine) non si facevano scrupoli di spogliare i morti o moribondi dei loro vestiti....figuriamoci i gioielli (anche se di basso valore) e le monete.

Nella Venezia del 1485 , durante una delle tante epidemie di peste, i Provveditori al Sal, magistratura deputata alla risoluzione delle emergenze anche sanitarie, fu quasi azzerata dopo che si constatò che il loro personale si lasciava corrompere dai congiunti dei malati per non inviare costoro al Lazzaretto e, addirittura, comprava i capi di vestiario infetti ed altri oggetti dai "pizzegamorti" (i monatti veneziani sad.gif ) per rivenderli.

Penso che questi "traffici" ci fossero anche in epoche precedenti e successive. E' risaputo che i pizzegamorti o monatti qual si voglia, erano per lo più banditi che miravano al perdono, furfanti attratti dall'altissima paga e......meretrici obbligate (almeno a Venezia) ad espiare le loro colpe con queste opere di bene.

Tutte persone, in genere, senza scrupoli che, se potevano, arrotondavano........quindi dubito che questi poveri appestati venissero sepolti con i loro averi.
....

Riguardo alle pestilenze, le catastrofi come i terremoti o le alluvioni, anche l'acqua alta, erano spesso indicate a Venezia come castighi divini e motivo di espiazione per tutti, le cause? Le più varie, come la pederastia, il travestitismo, l'uso smodato del lusso e del sesso ....ma attenzione, quasi sempre non erano i veneziani colti ed al governo che si "infiammavano", più spesso (se non sempre) era il clero ed in particolare i frati predicatori, più o meno invasati che, in transito a Venezia, venivano accolti nelle chiese per far sentire ai cittadini i loro sermoni; salvo essere allontanati subito dopo dai maggiorenti del governo, quando le loro invettive raggiungevano "picchi" non sostenibili e forieri di malcontento se non addirittura minacciosi della salute pubblica.

Riguardo agli ebrei, non ricordo di aver letto mai di accuse esplicite nei loro confronti a Venezia, quali cause di catastrofici avvenimenti, ma posso sbagliarmi. Credo che a Venezia, metropoli muliculturale in Europa, i motivi di "scontro" con gli ebrei fossero altri e molto più prosaici....denaro e finanza per esempio.

saluti

Luciano

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Cosa ne pensate della teoria del paleoecologo Mark Baillie??

"Il paleoecologo Mike Baillie che ha analizzato la sezione di tronchi di alberi secolari ha rilevato alterazioni negli anelli di crescita che coincidono con il periodo dell'epidemia del XIV secolo ed analizzando alcuni carotaggi nei ghiacci della Groenlandia ha notato presenza di ammoniaca e nitrati proprio negli strati riferibili a tale periodo.La presenza di ammoniaca nella terra indica ,secondo lo studioso,il fatto che si siano verificate grandi calamità naturali ed ipotizza impatti di meteoriti con l'atmosfera terrestre(da cui liberazione nell'aria di ammoniaca) che hanno causato terremoti ed eruzioni vulcaniche ed a loro volta hanno generato rarefazione dell'aria con conseguente creazione e diffusione della morte nera(dovuta quindi all'atmosfera velenosa)"

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Non so cosa pensare,non scarto l'ipotesi del paleoecologo ma mi sembra più plausibile il fatto che la peste sia stata generata dalla sporcizia e dalle carenti condizioni igieniche che vi erano all'epoca.

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Non so cosa pensare,non scarto l'ipotesi del paleoecologo ma mi sembra più plausibile il fatto che la peste sia stata generata dalla sporcizia e dalle carenti condizioni igieniche che vi erano all'epoca.

Propenderei anch'io per questa seconda ipotesi, poi una volta acceso il focolare era difficile controllare ed evitare il contagio.

Modificato da dabbene
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Supporter

Buona serata

anche a me lascia perplesso l'ipotesi di Baillie, ma non essendo uno scienzato....

Riporto dal libricino regalatomi da dizeta - C. M. Cipolla "Il burocrate e il marinaio" de Il Mulino 1992, - cosa si pensava della peste tra la fine del 1500 ed i primi decenni del 1600 (immaginatevi cosa si poteva pensare due secoli prima, al tempo della "peste nera"):

...la peste era causata da invisibili atomi miasmatici, estremamente "appiccicaticci" che, appunto per questa loro appiccicosità passavano da un oggetto all'altro o ad un animale o ad una persona, oppure tra una persona ed un'altra e così via; praticamente tutto poteva infettare quasi tutto, in quanto vi erano poche merci e materiali che non potevano essere contagiati...paradossalmente non si sospettavano i topi, né le pulci, che erano i veri responsabili delle epidemie.

Ciò era dovuto al fatto che allora, topi e pulci, erano "normali" compagni di vita degli umani, anche in periodi nei quali si godeva di ottima salute. :pardon:

Nella più totale ignoranza, si sparava "nel mucchio": fumigazione della corrispondenza, lavaggio delle monete con aceto, quarantene delle navi e dei relativi equipaggi ormeggiate fuori dai porti (col pericolo che venissero assaltate da pirati e/o nemici); obbligo di "sciorinare" le merci sul ponte della nave, così che potessero arieggiarsi (col rischio che si rovinassero a causa della pioggia o dell'umidità salina o del sole); pensate che pasticcio. :mega_shok:

Se poi ci mettiamo che le balle di tessuto, panni, tappeti erano considerati particolarmente vulnerabili all'appiccicaticcia peste...molto più del pesce salato e dei metalli; ne deriva quale tipo di vessazioni si potevano compiere nel nome della sicurezza sanitaria. La frutta era considerata indenne al contagio.

Cero è che le pulci stavano molto bene ricoverate tra la trama di un tappeto o di un panno di lana; quindi potremmo dire che - seppur errata la causa addotta dai medici per sciorinare ed arieggiare i panni - l'effetto era comunque positivo.

saluti

luciano

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Dopo la peste del 1347 si iniziò a controllare la qualità della merce nei mercati,l'igiene dei mendicanti e delle prostitute ed il funzionamento degli ospedali,ad esempio

Nel libro "Miasmi ed umori"di Carlo M.Cipolla edizioni Il Mulino .Nel libro l'autore considera che l'Italia fra i secoli XIV e XVIII creò una struttura d'avanguardia per la prevenzione sanitaria e la pubblica igiene.Trattasi di un saggio che parla di economia e medicina.

Ritengo che proprio dalla peste del sec.XIV si creò poi prevenzione.

--odjob

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Fra i famosi dell'epoca,morti di peste,si possono annoverare i nomi di Alfonso XI di Castiglia,l'amata Laura de Noves del poeta sommo Francesco Petrarca,il cronista fiorentino Giovanni Villani e il Re Lodovico D'Aragona.

--odjob

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Supporter

Dopo la peste del 1347 si iniziò a controllare la qualità della merce nei mercati,l'igiene dei mendicanti e delle prostitute ed il funzionamento degli ospedali,ad esempio

Nel libro "Miasmi ed umori"di Carlo M.Cipolla edizioni Il Mulino .Nel libro l'autore considera che l'Italia fra i secoli XIV e XVIII creò una struttura d'avanguardia per la prevenzione sanitaria e la pubblica igiene.Trattasi di un saggio che parla di economia e medicina.

Ritengo che proprio dalla peste del sec.XIV si creò poi prevenzione.

--odjob

Buona Domenica

Credo che Venezia fu probabilmente una tra le prime città cosmopolite di allora a sentire l'esigenza di creare una magistratura che si incaricasse di gestire fenomeni di epidemie; lebbra, peste, tifo, colera, erano alcune delle epidemie ricorrenti e fu anche la prima città ad allestire un lazzaretto, sull'isola lagunare di Santa Maria di Nazareth (così si chiamava ilmonastero ivi costruito) che, in seguito a distorsioni fonetiche, venne chiamata Nazarethm e successivamente Lazzaretto.

A seguito della peste nera si decise di creare una sorta di isola quarantena con un sistema di gestione delle persone ritenute infette che verrà copiato in tutto il mondo.

Oltre al Lazzaretto che venne indicato quindi con il termine "Vecchio" e dove venivano ammassate le persone, venne creato anche il Lazzaretto denominato "Nuovo", dove venivano stivate, in depositi e a titolo preventivo, le merci provenienti da aree a rischio o sotto infezione conclamata del morbo.

Successivamente nel Lazzaretto Nuovo vennero condottei anche agli individui che erano a rischio di contagio e, se la visita diagnosticava la malattia, essi venivano trasferiti presso l'ospedale del Lazzaretto Vecchio, spesso per finire i loro giorni.

Saluti

Luciano

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Supporter

Buon pomeriggio


post-21005-0-03854500-1359735591_thumb.j

questo è l'inquietante aspetto di un medico della peste...il "becco" doveva servire a contenere dei temponi imbevuti di profumi ed essenze, così da non doversi sorbire i miasmi dei moribondi.....certo che non avevano un aspetto tranquillizzante; probabilmente il contagiato che veniva visitato da una cosa così, già pensava di essere all'inferno. :shok:

saluti

luciano

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  • ADMIN
Staff

Complimenti per l'interessantissima discussione, provo a dare un mio modesto contributo.

post-1-0-80445000-1359738619_thumb.jpg

Ebrei al rogo 1349

Dimensioni della catastrofe

La "morte nera" è definita da molti come la più grande catastrofe dell'umanità, ma quanto è stata grande? uno storico norvegese, Ole J. Benedictow, parla di 50 milioni di morti... parliamo quindi di circa il 60% dell'intera popolazione europea.

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Il crollo demografico

(una catastrofe di queste dimensioni oggi porterebbe a mezzo miliardo di morti...)

Le vie del male

"Un manipolo di galee genovesi provenienti dall’oriente portò nel 1347 la peste in Sicilia.

L’anno seguente tutta la penisola fu colpita, ad eccezione dell’area di Parma e il Milanese. Da qui il contagio raggiunse la Francia, dal sud al nord passando attraverso Marsiglia e Avignone, e imperversando a Parigi, fino

alle Fiandre. Nel 1349 fu in Belgio e in Olanda, nel frattempo contaminò la Svizzera l’Austria l’Ungheria e la Polonia.
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Le rotte commerciali = diffusione della peste
Neppure la Spagna fu risparmiata, soprattutto nella costa mediterranea, tanto che Alfonso XI fu l’unico tra i
monarchi europei a morire di peste. L’epidemia è entrata in Scandinavia probabilmente attraverso l’Inghilterra. Dove infuriò durante l’estate e l’autunno del 1349, raggiungendo anche Scozia e Irlanda.
Alla fine del 1350 tutta l’Europa era stata colpita.
L’attesa della inesorabilità
La peste si presentava come evento inarrestabile, resistente a tutti i rimedi e veniva investendo a poco a poco tutto l’orbe, espandendosi di porto in porto, di città in città, lungo le vie marittime e gli scali che ritmavano la propagazione dell’epidemia.
L’attesa della inesorabilità della catastrofe generò soprattutto oltralpe, dopo l’estate del ’48 (quando ormai si era propagata in tutta Italia e stava aggredendo la Francia) uno stato di ansietà spaventata: se gli scritti di
Pierre de Damouzy (Tractatus de epidemia ) riflettono il panico dei parigini al soffio considerato nefasto del vento del sud, un francescano irlandese, John Clyn, lascia in una epistola una testimonianza significativa del panico diffuso:
«Scrivo aspettando la morte tra i morti»
L'apocalisse dei cronisti del tempo
La "morte nera" si pone come inizio di un'epoca nuova, in seguito a una catastrofe recepita come universale. La peste assume nella prosa dei cronisti italiani un carattere apocalittico, scandendo se stessa come tappa fondamentale nella storia della salvazione umana.
Punizione divina, connessa in origine a spaventosi e straordinari mirabilia, essa arriva dal lontano oriente verso l’occidente, a causare la devastazione del mondo intero, segno tangibile dell’ira del Signore sdegnato ancora una volta verso l’umanità peccatrice: è uno degli strumenti con cui i quattro cavalieri all’apertura dei sigilli, affermano il loro potere sterminatore sulla «quarta parte della terra», ovvero la sua globalità.
La memoria biblica invade così la prosa della cronache coeve o di poco posteriori e così secondo la maggior parte dell'opinione pubblica l’origine dell’epidemia, preceduta da un terribile terremoto, è celeste.
Effetti collaterali
Crescono i prezzi degli alimenti ritenuti idonei agli ammalati, quali «zuccaro», uova, uva passa e ingredienti medicinali.
La cera era rincarata a tal punto da rendere ricco chiunque la possedesse.
Tra coloro che si arricchirono menziona anche i notai, chiamati continuamente per i testamenti.
Secondo alcuni scritti (Buccio) dopo la pestilenza si assiste ad un nuova spinta a contarre matrimoni.
Il desiderio di sposarsi si era diffuso in tutti i ceti, persino le «vizoche e religiose» e i frati si liberano dei
loro voti per unirsi in matrimonio. Ciò avrebbe determinato un ulteriore rincaro dei vestiti, dei panni, e dei materiali preziosi; la fine del contagio determina quindi un peggioramento dei costumi:
«La gente fo mancata e l’avaritia cresciuta[...] Demintri foro usciti de quella gran pagura / Della corta amalanza et della blandullia dura, / de satisfare l’anima poco era chi se cura; / At crescere et arricare ponenao studio et cura»
Sconvolgimento dal profondo di ogni regola del vivere sociale:
«la reverenda auttorità delle leggi così divine come umane [era] quasi caduta e dissolta»
anche le norme più elementari o primordiali vengono sovvertite fino al dissolvimento dei legami familiari più stretti. Il fratello abbandona il fratello, la donna il marito, le madri e i padri i figliuoli. Se la morte nera all’interno della città è malattia che rende gli uomini simili alle bestie, nel contado si dice esplicitamente che «non come uomini ma come bestie morieno» lasciando gli animali veri padroni della campagna e delle case.
I precedenti
La prima apparizione della "morte nera" in Europa sembra risalire al 543d.c. a Costantinopoli ma con risvolti molto meno gravi.
Bibliografia:
Ilaria Tufano, G. Villani - Nova cronica, Cronaca Senese, Ranieri Sardo - Cronaca di Pisa, A. Tenenti - La vie et la mort
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Awards

Sapete che qualcuno ha messo in dubbio che si trattasse di Yersinia Pestis perchè non coinciderebbero i sintomi?

Si tratta di una lettura ampliamente minoritaria.

Saluti

Polemarco

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Buon pomeriggio

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questo è l'inquietante aspetto di un medico della peste...il "becco" doveva servire a contenere dei temponi imbevuti di profumi ed essenze, così da non doversi sorbire i miasmi dei moribondi.....certo che non avevano un aspetto tranquillizzante; probabilmente il contagiato che veniva visitato da una cosa così, già pensava di essere all'inferno. :shok:

saluti

luciano

Ciao Luciano

il disegno della bardatura del medico credo che si riferisca alla peste del sec XVII

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Supporter

Ciao Luciano

il disegno della bardatura del medico credo che si riferisca alla peste del sec XVII

Ciao

assolutamente si. :good: Ai tempi della peste nera non c'era alcun "corpo specializzato" di medici.

luciano

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Perdonatemi se ritorno al precedente mio post.

La peste fu studiata "scientificamente" per la rima volta durante la terza pandemia (a cavallo tra il XIX ed il XX secolo).

1) I sintomi della peste nera (infiammazione alla gola, violenti dolori al petto, vomito sanguinolento e tosse, fetore emanato dal corpo degli appestati) non sono citati che raramente nei rapporti della peste orientale;

2) Diversa è poi la velocità di propagazione e il tasso di mortalità (che scende a meno del tre per cento nella terza pandemia);

3) durante la peste nera non si fa cenno alla moria dei ratti;

4) durante la peste nera (dalla descrizione dei sintomi) maggiore è la frequenza di peste polmonare che è invece minore durante la terza pandemia.

Qualcuno asserisce che la peste nera sia stato il frutto di un ceppo diverso ed estinto della Yersinia Pestis.

E' durante la pandemia che si comincia a regalare alle amate il solitario. Indovinate perchè ?

Saluti

Polemarco

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Supporter

buona giornata

azzardo - ma è solo una mia ipotesi non suffragata da documenti - che non si facesse caso alla moria di ratti (e aggiungo conseguentemente dei gatti che erano il rimedio principale ai primi) è forse dovuto al fatto che i ratti, come le pulci - di cui si è già detto sopra - erano compagni di vita dell'uomo anche in tempi di normalità; non dimentichiamo poi che è difficile vedere dei ratti morti anche oggi (salvo quelli "spetasciati" dai veicoli), perchè il topo si rifugia nella sua tana quando non "sta bene" e anche per loro la morte di peste non doveva essere stata fulminante.

Sul solitario..... :unknw:

saluti

luciano

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In effetti, la replica che si fa per l'assenza della citazione dei ratti è proprio quella (si dice anche che al tempo erano abituati a convivere con i topi, vivi o morti che fossero e quindi non lo segnalavano).

Ma non c'è spiegazione per le altre significative discrasie.

Quanto al solitario, si era notato che le persone che portavano gioielli erano meno esposte al contagio anche se non si era capito che, essendo di norma agiate, vivendo in ambienti più puliti, mangiando di più e essendo meno esposte alle pulci, non erano i gioielli a salvarle ma la loro condotta di vita.

Insomma, il solitario veniva considerato alla stregua di un amuleto contro la peste.

Saluti

Polemarco

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ringrazio reficul che ha integrato questa discussione con interessanti notizie ed anche coloro che si sono susseguiti.

Quanto scritto da reficul e quanto detto nel video da me postato è importante per comprendere la psicologia delle persone,come si concepiva il morbo

--odjob

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Ora con voi vorrei

capire e discutere di come fu che i superstiti riuscirono a salvarsi.

Si è detto che chi visse in condizioni igieniche buone riuscì ad avere la meglio sul morbo,io ritengo che ciò in parte sia vero.

Come si è detto ,il morbo non riusciva ad avere la meglio in località fredde e le persone che vivevano in località montuose e molto fredde ritengo che riuscirono a salvarsi.

Inoltre il morbo man mano affievolì la sua virulenza letale,forse per via del fatto che gli organismi svilupparono anticorpi in grado di contrastare il bacillo?Questo può essere un motivo,ma ci sono sicuramente altri motivi.Secondo voi quali??

--odjob

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Il contagio si diffonde tramite le pulci dei ratti (non quelle degli uomini) che si accontentano degli umani (del sangue degli umani) solo quando i ratti si diradano.

Se i roditori si ripopolano le pulci ritornano sui ratti.

Sarebbe interessante raccogliere le monete pestifere seguendo la rotta del contagio a cominciare da Caffa (Crimea) o prima ancora dalle montete mongole del periodo.

Saluti

Polemarco

Modificato da Polemarco
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Se siete affascinati dalle epidemie ricordate che West Nile Virus (Febbre del Nilo) è stata considerata endemica in Italia nel 2008 nel veneto ed in emilia. Anche se casi sono registrati in Lombardia e Sardegna.

In percentuale bassissima può provocare meningite ed encefaliti.

Il veicolo infettivo sono le zanzare.

Ha dell'incredibile ma basta andare su wikipedia.

Modificato da Polemarco
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Supporter

Buona serata

ho appena terminato di guardare il filmato postato da @@odjob.....veramente ben fatto, grazie per averlo condiviso....poi c'era anche l'omaggio....... (La storia di Venezia) che non avevo visto a suo tempo :pardon: :clapping:

saluti

luciano

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Supporter

Ora con voi vorrei

capire e discutere di come fu che i superstiti riuscirono a salvarsi.

Si è detto che chi visse in condizioni igieniche buone riuscì ad avere la meglio sul morbo,io ritengo che ciò in parte sia vero.

Come si è detto ,il morbo non riusciva ad avere la meglio in località fredde e le persone che vivevano in località montuose e molto fredde ritengo che riuscirono a salvarsi.

Inoltre il morbo man mano affievolì la sua virulenza letale,forse per via del fatto che gli organismi svilupparono anticorpi in grado di contrastare il bacillo?Questo può essere un motivo,ma ci sono sicuramente altri motivi.Secondo voi quali??

--odjob

E' difficile dare delle risposte se non si è dei medici; credo che vada tenuto conto che talune persone abbiano avuto anticorpi (magari ereditati) che li ha preservati o che hanno fatto si che pur ammalatisi, siano riusciti a guarire.

Forse anche la stessa epidemia, in qualche regione e con condizioni ambientali non favorevoli, è risultata meno virulenta, forse più flebile, consentendo così che più persone, pur ammalatesi, l'abbiano scampata generando nei loro corpi delle difese efficaci....sono tutti motivi che - a logica - mi vengono alla mente.

Una buona alimentazione e una vita "sana" (intendo non di stenti come molti conducevano allora) credo anch'io che abbiano influito beneficamente, ma anche la selezione verificatasi tra la gente (e quindi il rarefarsi dei contatti tra individui) ha forse limitato il diffondersi del morbo, che non ha più trovato possibilità di contagio, come all'inizio, e si è da se solo estinto.

saluti

luciano

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