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IGNORED

LA PESTE DEL 1347 - 50


Risposte migliori

Credo che della peste nel periodo medievale non se ne sia mai parlato qui o forse poco, eppure sia quella di metà 1300 che altre successive hanno avuto ripercussioni notevoli sia nella società, nella popolazione,nell'economia ma anche nel circolante monetario del periodo.

Per capire la portata del triste accadimento pensiamo che all'inizio del trecento vivevano in Europa circa settanta milioni di persone, cinquanta anni dopo, dopo la peste nera ne erano rimaste circa cinquanta milioni, un secolo dopo appena trentacinque.

In questi tre numeri possiamo trovare delle risposte o farci delle domande sulla crisi del periodo e sulle trasformazioni in atto verso la fine del Medioevo.

Molti l'hanno chiamata la crisi del 300, le cause furono molteciplici, la peste sicuramente, ma anche la fame, la mancanza di cibo, e poi le guerre che dilaniarono l'Europa di quel periodo.

Come arriva la peste in Europa ? Nel 1347 i mongoli che assediavano Caffa, colonia genovese,buttarono al suo interno i corpi di molti appestati, così le navi che partivano dalla città si trovarono la peste a bordo e in ogni porto portavano il contagio.

La peste arrivò così anche in Europa, Messina, Marsiglia, Genova, Pisa, Venezia, Ragusa, nel 1348, metà Italia era soggetta ; In Italia si ebbe una mortalità altissima, anche in Francia sulla costa, furono risparmiate alcune zone per esempio Milano perchè isolata in quanto in guerra contro i Gonzaga.

La peste si propagò molto nelle zone più popolate, in pianura più che in montagna, nelle città più che nelle campagne, nei quartieri poveri più che in quelli ricchi.

Il primo effetto fu ovviamente la diminuzione della popolazione, ma causò molti movimenti delle persone che per trovare riparo si muovevano, magari sbagliando, spesso si concentravano in centri più consistenti.

E tutto questo provocò cambiamenti sociali, lotte politiche, cambiamenti e crisi economiche ,incertezza e paura.

Ma veniamo agli aspetti monetari, che influenza ebbe tutto questo sugli stessi ? Importanti, pensiamo ai flussi circolatori sicuramente rilevanti, a chi magari nascondeva gruzzoli togliendoli dal mercato e poi magari una volta morto non venivano più ritrovati, il valore delle monete diventava meno certo, ci furono come dice Bloch anche cambiamenti nelle monete, tanti aspetti da esaminare.

E l'economia ? Molti economisti e anche storici parlano di grande crisi del commercio, il fallimento di grandi banche, il calo della popolazione che aveva ridotto il volume degli affari.

Ma alcune città dalla grande crisi ne rimasero meno colpite, anzi trovarono nelle difficoltà le risorse per emergere, per resistere e innovare.

Alcuni puntarono sulla qualità e non sulla quantità in particolare nel tessile, altri migliorarono la produttività, curarono di più i bilanci e gli strumenti per il credito, prima poco utilizzati.

Certamente gli storici su questo periodo hanno scritto di tutto e di più, le teorie sono svariate e a volte contrastanti ; l'idea che mi sono fatto, però è un puro parere personale, che certamente fu un periodo di crisi, di decadenza, di difficoltà, ma dalle difficoltà spesso poi può nascere qualcosa anche di positivo, non tutto è da buttare.

In realtà penso che si buttino i semi per uno nuovo sviluppo che arriverà e che porterà nuove risorse, energie, nuovi mestieri e professsionalità, si incomincia a intravedere qualcosa che porterà al cambiamento della società, del sistema economico feudale, qualcuno spingendosi oltre nel ragionamento inizierà a vedere i germogli del capitalismo nascente.

Il quadro è indubbiamente complesso, è ed è stato dibattuto e tuttora le opinioni sono varie, di certo si può parlare e molto su questo nefando periodo che parte dalla tragedia della peste per arrivare a parlare della società, della politica, economia, anche degli aspetti monetari e di tanto altro ancora, chi vuole ampliare o fare delle riflessioni ?

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La prima cosa che mi viene in mente è che a Venezia proprio durante la peste si coniò una nuova moneta, il mezzanino. Sul rovescio era rappresentato, come di consueto, il Redentore. Ma questa volta era rappresentato in modo differente dal solito. Infatti quello che si vede sulla moneta è il Cristo risorto, mentre esce dalla tomba. Chiaramente questa moneta rappresenta un messaggio di speranza per la popolazione così duramente colpita dalla peste. Tutti risorgeremo, questo è il messaggio. Da notare anche la prospettiva usata dall'incisore che dà profondità al sepolcro. Insomma, una bellissima moneta con un significato importante.

Ultima cosa, questa scena venne ripresa sui ducati di Ferrara un secolo dopo.

Arka

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Discussione ineterssante, grazie. Se non erro se ne parlò, proprio per raccontare gli effetti sulle attività delle zecche. In questo momento, non riesco a ritrovare il topic.

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Buona sera, se può interessare io sull'argomento ho trovato questo >

La peste che dal 1346 per un secolo e mezzo flagellò l'Europa, nacque forse nel 1337 in Asia centrale dal contatto di pulci con roditori infetti. In Europa essa raggiunse inizialmente, attraverso le vie commerciali, le pianure del Volga e del Don, colpendo i popoli dell'Orda d'oro. A provocare la diffusione inarrestabile del contagio fu un episodio accaduto durante la battaglia tra il khan dell'Orda d'oro e i Genovesi per il controllo di Caffa, in Crimea. Il khan, resosi conto che la malattia stava decimando le sue truppe, catapultò sui Genovesi mucche di cadaveri infetti. Quando riparti vittorioso da Caffa, l'esercito genovese aveva contratto il morbo. L'epidemia, trasportata sulle galere dei vincitori, si propagò rapidamente: nel luglio del 1347 veniva colpita Pera, nel porto di Costantinopoli, nel settembre era la volta di Messina, seguita ben presto dalle altre città della Sicilia. Ma i centri di maggiore diffusione del morbo furono i porti di Livorno e di Marsiglia, dove le galere, respinte da Genova, erano riuscite a farsi accogliere.

Ciò spiega perché nella fase iniziale del contagio le maggiori devastazioni si ebbero tra le popolazioni della Toscana, della Provenza e della Contea Venaissin.

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La carta mostra la progressione della peste in Europa negli anni 1347-51. Le navi dei genovesi, percorrendo dalla Crimea la via della seta, probabilmente la portarono prima a Costantinopoli (1347), poi a Messina (settembre 1347) e a Marsiglia (novembre 1347). Nel corso dell'inverno 1347-48 l'epidemia si estese rapidamente.

In gennaio risultavano colpiti i tre maggiori porti italiani (Pisa, Genova e Venezia).

Per tutto il 1348 continuò ad avanzare rapidamente, ma si arrestò di fronte all'inverno 1348-49.

La peste venne, infatti, segnalata a Parigi nell'estate 1348, scomparve durante l'inverno e ricomparve nel marzo 1349. Anche nel nord Europa comparve prima nei porti e poi nel retroterra continentale. Danzica fu colpita nel 1350 e la peste si arrestò nel successivo inverno di fronte all'Oder; nel 1351 vennero colpite le regioni baltiche interne.

Nel 1352 comparve anche in Russia.

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La popolazione di Roma durante l'anno 1350 si riduce a circa 25.000 unità. La peste ed un forte terremoto, avvenuto durante il 1349, contribuiscono notevolmente a questa situazione negativa. La città è in rovina e il papa risiede ad Avignone dimostrando disinteresse per quanto accade. Tuttavia centinaia di migliaia di pellegrini giungono nell'Urbe, in visita alla Tomba di San Pietro, per salvare anima e corpo (dalla peste). Inoltre durante il 1350 viene indetto il II Giubileo. Risultato? Quantità enormi di denaro che confluiscono nelle casse della Curia e delle grandi famiglie baronali. E tutto il popolo ne benificia.

Mario parlava di aspetti monetari in relazione alla terribile epidemia: ebbene per quanto riguarda Roma, VIVA la PESTE :D

Modificato da adolfos
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Supporter

Discussione ineterssante, grazie. Se non erro se ne parlò, proprio per raccontare gli effetti sulle attività delle zecche. In questo momento, non riesco a ritrovare il topic.

Buona serata

se ne parlo', in parte, in questa discussione.....questa me la ricordo perche' l'avevo introdotta io ;)

e riguarda uno dei pochi risvolti positivi generati dalla peste

saluti

luciano

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Piccolo aneddoto dell'epoca...

Castel dell'Ovo a Napoli è così chiamato per via di una legenda che ritiene che al suo interno sia custodito un uovo che se dovesse rompersi segnerebbe la fine della città partenopea.

Ora nel 1349, prima la peste, poi il fortissimo terremoto (fu uno dei terremoti più violenti della storia) e pare anche una violenta tempesta, portarono il popolo napoletano, notoriamente superstizioso, a supporre che l'uovo all'interno del castello si fosse rotto (effettivamente il castello subì ingenti danni).

La cosa ebbe così risalto che fu necessario l'intervento della regina Giovanna che, per tranquillizzare la popolazione, dichiarò che l'uovo era integro (alcune fonti, forse più legate alla legenda, affermano invece che la regina sostituì l'uovo rotto con uno sano).

Certo era dura la vita a quei tempi...

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Come hanno dimostrato prima Adolfo e Sonia, non ci fu solo la tragedia, qualche aspetto positivo anche nelle disgrazie c'è e rimane, ma ci furono come dice giustamente Arka anche risvolti monetari sui tipi e sul circolante, solo Milano come ho detto prima ne rimase esclusa ma solo per il semplice motivo che la guerra con i Gonzaga la portò all'isolamento e questa fu la sua fortuna.

Altre città tipo Lucca venivano comprate e passavano di mano in continuazione, Lucca entra nel periodo della peste del 1348, in una grave crisi economica , c'è la carestia, la situazione politica e militare è incerta e in continua evoluzione ; è un momento per lei di grandi travagli non solo economici.

La peste fu vista da quasi tutti gli osservatori per molto tempo come un problema legato a un aspetto medico e sanitario, vista come malattia e basta, più tardi tutti la inseriranno come una delle cause, un simbolo della crisi del trecento.

Fu Elisabeth Carpentier a sdoganare l'argomento peste e a dargli la sua giusta valenza sia sociale che economica col libro " Una città davanti alla peste : Orvieto e la peste nera del 1348 " ; è il primo caso di uno studio organico su una città alle prese con una epidemia di peste.

Il libro divenne subito un modello e a questo molti altri seguirono; ne parlarono Pirenne, Bloch, Ruggiero Romano,Giovanni Cherubini,Giuliano Pinto,Bruno Dini e altri, in tutti la peste è vista finalmente nei suoi risvolti sociali ed economici, ma sicuramente anche monetari .

Di certo come conseguenza immediata e pratica provocò un pò in tutte le città rivolte e tumulti, creando difficoltà nei rapporti di lavoro tra datori di lavoro e lavoratori,di certo ci furono per esempio anche difficoltà di muovere le merci,per esempio le lane inglesi,che non arrivarono più nei laboratori delle città italiane portando queste a una crisi totale.

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Di certo come conseguenza immediata e pratica provocò un pò in tutte le città rivolte e tumulti, creando difficoltà nei rapporti di lavoro tra datori di lavoro e lavoratori,di certo ci furono per esempio anche difficoltà di muovere le merci,per esempio le lane inglesi,che non arrivarono più nei laboratori delle città italiane portando queste a una crisi totale.

Però questo porta anche che gli stessi laboratori iniziano a diversificare la produzione in base alle esigenze specifiche della clientela, una produzione di nicchia di qualità e per la gente comune una produzione di quantità con meno qualità per andare incontro alle esigenze delle varie utenze, da questo periodo di decadenza e di difficoltà sta iniziando a nascere una nuova forma di capitalismo con nuove opportunità per tutti con nuovi mestieri e nuove forme di credito.

Mi rendo perfettamente conto che non deve essere stato semplice a quei tempi con le strade bloccate dei vari conflitti con la politica incerta e dunque anche la stessa moneta dal valore incerto.

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una personale considerazione

i signori e potenti dell'epoca difficilmente rinunciavano ai loro privilegi e a quelle cose che non dovevano mancare per ribadire il loro status

nei momenti più bui di solito chi ha già una posizione di privilegio vede aumentato il proprio potere

con permesso :crazy:

chissà se rinunciavano durante la peste al probabile mito moderno sul medioevo del diritto di ius primae noctis :rofl:

800px-Le_droit_du_Seigneur_by_Vasiliy_Polenov.jpg

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Awards

Sarebbe bello e interessante per la discussione se ognuno per quanto riguarda le monetazioni che conosce meglio potesse raccontare cosa è successo intorno al 1350 per queste zecche, durante e dopo il periodo della peste.

Di alcune si è già parlato, per esempio, Pisa, altra zecca importante nel periodo, ebbe dei mutamenti nella propria monetazione e proprio subito dopo il periodo delle peste ; questo potrebbe significare da parte della città una voglia di ripresa e una ripartenza dell'economia, dei commerci , anche se comunque l'aspetto demografico aveva di certo inciso sui consumi in termini quantitativi .

I prezzi e i salari aumentarono come conseguenza, di certo anche Pisa fu soggetta a molti cambiamenti anche nella società e la monetazione per Pisa andò di pari passo con i cambiamenti in atto con pari cambiamenti dei tipi monetali.

Questo a Pisa e a ....

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Io posso dire che nella storia numismatica genovese dal 1344 al 1350 non ne sappiamo nulla, l'unica notizia è che il secondo doge, Giovanni da Murta, uomo saggio onesto e deciso, morì di peste il 6 gennaio 1350; non risultano monete coniate a suo nome e quelle che, in passato, furono a lui attribuite si scoprì solo molto tempo dopo che erano invece del primo doge Simon Boccanegra.

A tutt'oggi non si capisce cosa successe in quel travagliato periodo, come appare strano che dal 1350 al 1353 si sia coniato solo un tipo di grosso (raro R2) e mezzo grosso (rarissimo R4) a nome del terzo doge Giovanni Valente (DVX TERCIVS) quando la tipologia precedente e successiva era abbondante e soprattutto comprendeva il genovino d'oro con il numerale di ciascun doge.

Posso quindi citare un articolo di carattere generale:

"La peste incarnava il timore della morte fisica. Per essa vigeva la legge del "tutto o nulla": se non la si evitava, si moriva. Ma anche chi era favorito dalla fortuna poteva morire: di angoscia spiega lo storico. Lo "sbigottimento delle genti", annotava un anonimo cronista di Orvieto durante l'epidemia del 1348, era infatti una delle cause secondarie di morte. "Il trauma psichico indotto dalla paura della peste era forte: nella sensibilità collettiva, la morte violenta si sostituiva alla "buona morte", l'unica che portava all'ingresso felice nella vita dell'aldilà".

La sola via di salvezza era la fuga: persino i medici, disorientati di fronte alla malattia, scappavano o fingevano di fare un altro mestiere. I pochi che si trovavano, bardati in un mantello cerato e una maschera da Pulcinella col naso pieno di sostanze aromatiche per tenere lontani i miasmi contagiosi, "volevano smisurato prezzo innanzi che intrassero nella casa" riferisce un altro cronista trecentesco, Marchionne di Coppo Stefani. E scordatevi i caritatevoli personaggi manzoniani alla fra' Cristoforo. Pura finzione letteraria: il clero spesso lasciava che la paura prendesse il sopravvento sulla vocazione e si dava alla fuga." (da Focus Storia n. 42)

Allego una bella immagine sempre dalla stessa rivista ...è un lebbroso ...ma poco cambia

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Awards

Il prezioso messaggio di @@Arka (post n.2) mi ha fatto ragionare un poco.

Il denaro piccolo romano con Veronica (Svdarivs) potrebbe contenere lo stesso significato che esprime il mezzanino veneziano.

Ho sempre pensato che la sua produzione fosse giustificata solo con l'evento dell'esibizione al pubblico della reliquia per la prima volta (Giubileo del 1350). E' l'unica moneta che presenta in iconografia esclusivamente simbologia religiosa.

Solo un'ipotesi (ragionevole? Màh...) :).

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@@417sonia

era quella. grazie

Aggiungo solo una piccola emozione personale.

L'estate scorsa, presso il Haus der Brandenburgisch-Preussischen Geschichte, in pratica il museo di storia di Brandeburgo e Prussia, a Potsdam, in una teca era esposto il bacillo della peste (visibile tramite microscopio). Pensare cosa sia stato capace di fare quel maledetto bacillo...

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Supporter

;)

per integrare quanto ho gia' scritto, devo recuperare la mia copia della relazione che fece a suo tempo Sthal in SNI. :)

ci aggiorniamo appena posso !

saluti

luciano

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Supporter

Scrive lo Stahl:

Dei 3 massari sopra l'argento in carica all'inizio del 1348, all'estate dello stesso anno, non resto' nessuno. Uno fu allontanato per malversazioni, il secondo mori' e fu sostituito dal figlio ed anche il terzo mori' probabilmente di peste.

Anche tra i massari sopra l'argento ci furono ammanchi; tra il 1348 ed il 1350 avvennero 5 nuovi impieghi.

Lo stesso successe alla zecca dell'oro; nello stesso biennio ben 8 persone detennero l'incarico di massaro.

Ancora piu' grave fu l'impatto della peste tra gli intagliatori dei coni (lavoro specializzato che prevedeva un lungo tirocinio); nessuno dei 3 conosciuti prima della peste, compare negli scritti dei documenti successivi. Tutti morti.

Lo stesso avvenne nel gruppo degli stampatori.

Altro indice di sofferenza sono il numero di ''grazie''; prima della peste, dall'inizio del dogato del Dandolo, 9 uomini avevano chiesto di lavorare in zecca, nei 2 anni successivi alla peste, la media fu di 28 all'anno.

Nel periodo successivo alla peste ci fu un generalizzato aumento dei salari e del cottimo, inoltre venne abolita la tassa che gli artigiani ''foresti'' dovevano pagare per poter esercitare la loro arte a Venezia e risiedervi.

saluti

luciano

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Questo è molto interessante e pertinente Luciano, fa capire che le città coi porti furono le più colpite e pare che Venezia subì conseguenze rilevanti da quello che dice lo Stahl , anche la zecca da quel che dici subì sicuramente uno stop visto il numero dei decessi tra gli addetti, quindi non solo conseguenze sulla popolazione, ma anche sulla produzione di monete e riflessi sugli ambiti economici e lavorativi, vedi salari ecc.

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la produzione di fiorini che erano all'epoca della peste riconosciuti come moneta da conto internazionale ebbe un crollo pauroso dopo il 1345

per riprendere nel 1349

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Awards

buongiorno a tutti... :) ..vedo ora la discuzione molta interressante lanciata da mario..... :) ...e la pesta molto importante.......grande periode di spavento del epoqua medievale.... :huh:

in cui riguarda la corsica,che he , un isola.......la pesta e venuta ,per la maggior parte, da i pellegrini,che quando andavano per i giubilai a roma od altro posto d'italia,rivenivanno con ella... :huh: ....immaginetti,centinai di personne radunite nelle chiese,tutte strinte l'une tra l'altre....per tenerssi al caldo e pregare,il campo libero a i parasiti che ne profitavano a contaminare le giente........ :o

da noi,le popolazione eranno disseminate un puo da tutte le parte......per questo,pocci sono stati i danni per via della no proximita........ :)

da scritti che ho possutto ritrovare....il 1 novembre del 1347,delle nave genovese,arrivando d'oriente,sbarcano a marsiglia...i marinai sono portatori del bacille della pesta.....che si propagera ne tutto l'occidente.......a una forma bubonica,puo lasciare vita al malatto,ma unicamente su forma pulmonaria.....sino,e mortale.......

e una veritabile catastrofa che si abbate sul l'europe.......!!! :mellow:

e come si quel danno non bastava,nel 55,56,57........in italia,degli evenamenti climatici con allure catastrofice anno fatto che aprofondire il chiodo........

il 22 agosto 1456,una timpesta terribile traversa la toscana e ando a buttarssi in mare vicino pisa.....case,alberi,chiese in citta come in campagna furono distrute......molti uomini e animali morivanno......apocalipse della fine del mondo......

nel 56,terramotto,ne una grande partita del italia........napoli,calabria,abruzze...........campania.....

e per finire,nel 57,importante manifestazione religiose in seguito a quelli fenomeni terribile.......

"ne tutti posti ,le citta furrono abbandonnate per fugiere nelle campagne.....si fu una penitenza publica,uomini e donne si ordonavanno abstinenza di nutrirssi e flagellazione"....papa Pie II. :huh:

Modificato da jagd
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Questa notte ho dormito male e mi sono alzato di cattivo umore :D .

Voglio quindi mettere un poco di pepe alla discussione con una provocazione che a prima vista potrebbe sembrare un orrendo paradosso.

Quali aspetti positivi potrebbe aver portato il terribile flagello nella società del tempo?

Se ci sono stati, perchè e in che maniera hanno influito?

Ciaooooo

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Inizio dalla domanda "provocatoria" di Adolfos; ebbene si, un risvolto positivo ci fu: la diminuzione della manodopera fece aumentare i salari. Comunque pur essendo un argomento molto vasto e dalle varie sfaccettature, bisogna sapere che l'impatto socio-economico della peste nera fu disastroso. Quel risveglio economico, iniziato alla fine del XIII secolo e che si era ulteriormente rafforzato nella prima parte del XIV, subisce un uno stop drammatico. Per quanto riguarda l'aspetto che qui interessa di più, basterebbe approfondire il calo delle coniazioni e, soprattutto, il drammatico rallentamento della circolazione monetaria. Ci sono cronache che riportano il ritorno al baratto, e dovremo aspettare la metà del XV per assistere ad una ripresa economica. Chiosando, si potrebbe affermare che la peste nera bloccò lo sviluppo socio-economico per quasi un secolo, non dimenticando che questo periodo coincide per la Francia e l'Inghilterra con la secolare guerra dei Cento Anni. Insomma......tempi cupi per davvero!

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@@Liutprand

Grande, Dino. Ho finito la mia quota di "mi piace" ma domani ti tocca sicuro (che gusto dare i voti ai Professori....... :) )

Hai preso in pieno uno dei risvolti "positivi": aumento dei salari vuol anche significare un certo livellamento negli strati sociali. Eccellente.

Aggiungerei, mia opinione ma non solo, un radicale rinnovamento culturale che cambia la mentalità dei sopravvissuti e che si ripercuote nelle generazioni successive. La vita è breve e piena di insidie quindi va vissuta in ogni sua piega. Forse nel fiorire dell'Umanesimo c'è qualche risvolto della nuova mentalità?

Apprezzo molto il tuo accenno al ritorno del baratto che potrebbe dare spiegazione ad alcuni interrogativi apparsi in post precedenti.

Saluti e a presto

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La " provocazione " di Adolfo non è una provocazione, è in realtà la vera domanda, cosa provocò questa immane tragedia, oltre alla diminuzione demografica, i dolori, le perdite umane, ci fu anche qualche spiraglio positivo ?

Alcuni hanno gia' risposto e in particolare Liutprando credo abbia centrato molti aspetti economici che sono derivati di conseguenza ; io credo, che quando ci sono grandi tragedie, vedi guerre o calamità, perdono tutti, ma qualcuno poi ci guadagna, pochi, ma i vantaggi per pochi ci sono, Adolfo ha fatto un esempio su Roma veritiero.

Ma quando si sprofonda, quando ci sono le crisi, poi ci sono sempre le ripartenze, le rinascite e i più bravi, coraggiosi, innnovativi ne approfittano.

Fu così anche in quel periodo, nelle difficoltà ci sono quelli che tirano fuori il meglio, che sanno innovare con idee ; e allora alcune città italiane superano altre decadute dal punto di vista commerciale, puntano sulla qualità e non sui numeri, sulle quantità, sanno organizzare meglio le loro imprese,migliorano la produttività, utilizzano per favorire il commercio strumenti di credito che prima non usavano.

Nascono anche nuovi mestieri, professionalità, ma sono le idee e il coraggio di applicarle, l'arma vincente per alcuni ; nel tessile tutto questo lo vediamo in modo evidente, anche Milano ha un buon momento, anche perchè la peste come fenomeno non la tocca, alcune città toscane superano altre più accreditate.

Certamente aumentano i salari, la popolazione è minore, la professionalità dei bravi lavoratori pagherà e conterà,ma in generale è un pò una svolta globale, la fine dell'economia feudale, il cambiamento della società, in realtà io penso che l'idea e i germogli del capitalismo nascano qui e anche per molte città sotto gli aspetti monetari il dopo peste porterà novità e nuove tipologie.

Quindi io credo di vedere un quadro sicuramente buio, triste, difficile, ma vedo passato il periodo, luci, aperture inaspettate, nuove energie e cambiamenti in vista.

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