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Ciao,

riprendo con la biografia di Costantino già iniziata in due precedenti discussioni,

http://www.lamoneta....logo-allimpero/

http://www.lamoneta....are-ad-augusto/

in quanto il 28 ottobre ricade la ricorrenza di una giornata importante della biografia di Costantino e quindi, dell’Impero. Quale migliore occasione?

Nelle due di cui sopra si è ripercorsa la vita di Costantino dalla nascita sino alla proclamazione ad Augusto.

La situazione a Roma

Massenzio, dopo aver cavalcato il rinnovato orgoglio “romano” susseguente alle malparate di Severo e di Galerio, non si rese conto di dover procedere al riordino dell’assetto socio-economico della penisola italiana e in particolare di Roma. Le spedizioni militari dei due avversari già citati, sebbene non coronate da successo militare, portarono all’abbandono della popolazione delle campagne, con distruzione di insediamenti e di magazzini lungo il percorso dei due eserciti; oltre a ciò si aggiunsero due cattivi raccolti. Ci fu pertanto un periodo di carestia durante il quale il fabbisogno cerealicolo di Roma e del territorio italiano dipese per i due/terzi dalle importazioni dall’Africa. Ma l’Africa si ribellò (308), eleggendo un proprio Imperatore, Lucio Domizio Alessandro (Lucius Domitius Alexander) ovvero il vicario del Prefetto dell’Africa, di origine Frigia o Pannonica.

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Il progressivo malumore del popolo, affamato e soggetto a nuove gravose imposte, ben presto cominciò a farsi sentire; gli unici a restare fedeli a Massenzio era l’esercito ed i pretoriani, ben pagati e gratificati da donativi. Massenzio perciò fu costretto ad inviare in Africa il prefetto del Pretorio, Rufio Volusiano (Gaius Ceionius Rufius Volusianus) affiancato dall’esperto generale Zenas. Alla guida di un piccolo esercito ben addestrato assediò Alessandro a Cirta, lo catturò e lo giustiziò, dando all’esercito libertà di saccheggio della ricca Provincia. Roma riprese il controllo sugli invii di cereali dall’Africa verso l’Urbe.

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Maxentius augustus—struck by Maxentius

Ostia, 308-310

obv.- IMP C MAXENTIVS P F AVG; laureate bust right

rev.- VICTOR OMNIVM GENT AVG N; Emperor in military dress standing right receiving Victory and suppliant Africa from Mars, MOSTT in ex

RIC VI Ost 55 (var); Fail 152

25mm; 3.9g; nummus

Rufio Volusiano fu premiato e promosso dapprima praefectus urbi di Roma, quindi Console (311). (NB: la carriera di Rufio Volusiano continuò anche dopo la caduta di Massenzio e ripercorse sotto Costantino la medesima ascesa politica).

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Ristabilito l’approvvigionamento di cereali, Massenzio assoldò nuove truppe di cavalleria e di Mauri provenienti dall’Africa. Tenne un Trionfo maestoso, esibendo cartelloni con immagini di Cartagine sconfitta, presa a simbolo dei nemici di Roma. Probabilmente sentiva che si avvicinava lo scontro per il possesso dell’Italia.

Nel frattempo, dopo la chiusura della zecca di Cartagine (307) spostò il personale ivi operante ed aprì quella di Ostia (308/309) che restò attiva sino al maggio 313 d.C. Le monete coniate da Lucio Domizio Alessandro, caratterizzate da una fattura abbastanza rozza, sono il risultato proprio dell’assenza di maestranze tecnicamente esperte. Molto vicina geograficamente alla zecca di Roma, quella di Ostia riforniva in realtà tre province (Sicilia, Sardegna e Corsica)e forse l’Africa, a differenza di quella centrale che distribuiva monete nella penisola. Il Meiggs propose l’esistenza di una zecca attiva in zona già in età repubblicana (III secolo a.C.). Mattingly rafforzò questa ipotesi sulla base dell’evidenza di un deposito monetale costituito da assi antichi rinvenuta “near Ostia”. La zecca avrebbe operato nell’ambito del territorio dell’Etruria e della Gallia Cisalpina. Ma non ebbe lunga vita, come vedremo in seguito….

Per alcuni cenni sulla zecca di Cartagine:

http://www.lamoneta.it/topic/85345-la-zecca-di-cartagine/

Torniamo a Massenzio. Concede, dopo una persecuzione, la tolleranza religiosa, arrivando a restituire i beni confiscati precedentemente. E questo smentisce quanto affermato dai panegiristi, ovvero che Costantino volesse liberare Roma e i cristiani dalla persecuzione religiosa. Quest’ultimo partì dalla Gallia per conquistare Roma, l’Italia ed eliminare un fastidioso “collega”.

Modificato da Illyricum65

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Presto entrambe le parti cominciarono a scambiarsi accuse e rivendicazioni: Massenzio accusò Costantino dell’uccisione del padre Massimiano avvenuta a Marsiglia, deificò il padre e innalzò statue in onore di quest’ultimo. Accusava Costantino di irriconoscenza, in quanto suo padre aveva favorito l’ascesa a Cesare e ad Augusto sia sua che di Costanzo Cloro. Costantino da parte sua gli rinfacciava di aver fatto distruggere tutte le statue a lui dedicate ed erette sul territorio italiano. E quest’ultimo trovò un pungolo nel tempio di Apollo a Gand: ebbe una visione di Apollo e la Vittoria che gli porgevano una corona d’alloro. Costantino identificò Apollo con il Sol Invictus, che dominava il mondo. Prese quindi da Treveri la via dell’Italia con un esercito al seguito, nella primavera del 312, a soli 32 anni.

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La Porta di Treveri

Le truppe che guidava erano inferiori per numero di uomini rispetto a quelle di Massenzio ma costituite da soldati ben addestrati ed a lui fedeli. Roma inoltre, in caso di assedio, era dotata delle Mura Aureliane, di macchine da difesa e di magazzini di viveri che avevano già fiaccato la volontà dei precedenti assedianti.

Attraversate le Alpi alla fine di aprile, travolse subito la rocca presso Susa, ritenuta inespugnabile, in un solo giorno.

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Susa - La Porta Romana

Lo scontro successivo avvenne nei pressi di Augusta Taurinorum (Torino)

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dove sconfisse i cavalieri pesanti (catafratti) di Massenzio, facendoli avanzare a vuoto nella loro carica frontale per poi colpirli ai fianchi con la cavalleria leggera, per poi farli decimare, stremati, da milizie armate di mazze. La città si arrese, così come Mediolanum (Milano) e altre città dell’Italia del Nord. Potendo già procedere verso Roma avendo accesso alla Via Aemilia e alla Flaminia, ma ben conscio del pericolo costituito dalla presenza di un esercito numeroso a capo del valoroso generale Ruricio Pompeiano che poteva prenderlo alle spalle e comunque tagliargli le comunicazioni con la Gallia. Queste truppe erano state dislocate nella Venetia da Massenzio al fine di prevenire un’invasione da parte di Licinio e ben presto Ruricio cominciò a portare delle sortite per sondare la forza dell’esercito costantiniano: ma dopo una sconfitta presso Brixia (Brescia) lo stesso generale riparò a Verona.

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Rappresentazione dell'assedio costantiniano di Verona in un tondo dell'Arco di Costantino

Messo sotto assedio riuscì a scappare per raccogliere un esercito e piombare alle spalle di Costantino: ma lo scontro campale successivo fu vinto, dopo una furibonda e sanguinosa battaglia, da quest’ultimo. Quindi capitolarono Aquileia che inviò messi a Costantino e, ripresa la Via Aemilia, Mutina (Modena).

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Constantine I augustus—struck by Constantine I

Ticinum, 312

obv.- CONSTANTINVS P F AVG; Laureate and cuirassed bust of Constantine right

rev.- MARTI CONSERVATORI; Helmeted and cuirassed bust of Mars right.

RIC VI Tr 884 [var]; Bastien, Folles 2

22mm; 4.5g; nummus

Questa dovrebbe essere la prima emissione di Ticinum dopo che Costantino assunse il controllo della zecca durante la sua campagna contro Massenzio. Forse l’assenza di un segno di zecca può essere interpretata come un emissione speciale al pari di un bonus per le truppe?

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Constantine I augustus—struck by Constantine I

Aquileia, 312-313

obv.- CONSTANTINVS P F AVG; Laureate, cuirassed bust right

rev.- SOL INVICTO COMITI; Sol standing left, raising hand and holding globe; seated captive to left

RIC VI Aq 144

22mm; 3.8g; nummus

Questa fu coniata dopo che Costantino prese il controllo della zecca di Aquileia, durante la guerra contro Massenzio. In questo periodo Sol era la divinità patrona di Costantino: la presenza del prigioniero potrebbe stare ad indicare la sua vittoria contro Massenzio e il nuovo ordine politico ad Aquileia.

Modificato da Illyricum65

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A Roma Massenzio ostentava ottimismo, confidando negli insuccessi di Severo e Galerio. Tutto il malumore si tradusse in un’aperta contestazione a Massenzio, dileggiato dal pubblico assiepato sulle gradinate del Circo durante uno spettacolo. I generali esperti cercarono di allertarlo sul pericolo che incombeva sull’Italia. Ma ormai era tardi, Costantino era già sulla Flaminia nei pressi di Roma. Il 25 ottobre vi giunse e come prima mossa evitò di imporvi l’assedio e si accampò con il suo esercito sulle colline circostanti la Città Eterna. Nei giorni precedenti aveva piovuto abbondantemente, il biondo Tevere era in piena ed evitò di tentarne l’attraversamento. Prima della Campagna d’Italia (se così possiamo chiamarla) aveva stretto alleanza con Licinio, l’Augusto dei territori dell’Europa meridionale (Retia, Pannonia, Illyricum, Grecia, Macedonia, Moesia Superior ed Inferior): in tal modo Costantino poteva impegnarsi al meglio nella campagna di conquista italiana, al pari di Licinio, alle prese con la campagna per impossessarsi dei territori imperiali asiatici di Massimino Daja. Questi e Massenzio, a loro volta, si allearono ma il trattato non portò beneficio alcuno ad entrambi, costretti a difendersi. D’altra parte Costantino temeva la possibilità di esser costretto a porre un lungo assedio a Massenzio ma ricevette un aiuto insperato. Massenzio era molto superstizioso e cercava conforto nelle previsioni dei maghi e degli aruspici: questi ultimi lo avevano avvisato che avrebbe corso il rischio della fine dell’Impero e la sua morte “se si fosse allontanato dalle porte della città”. Pertanto aveva fatto distruggere il ponte in pietra sul Tevere a un miglio dalla porta Flaminia (Ponte Milvio) e, in un secondo tempo, incalzato dalle proteste popolari, lo aveva sostituito con uno sganciabile in legno. La notte tra il 25 e il 26 ebbe un sogno dove gli veniva ingiunto di non fermarsi più nel luogo dove si trovava e il giorno seguente abbandonò il Palazzo Imperiale per trasferirsi con la famiglia imperiale in una lussuosa residenza privata dove progettò di consultare i Libri Sibillini (raccolta di responsi oracolari scritti in lingua greca e conservati nel Tempio di Giove Capitolino). Ne emerse un verdetto che recitava più o meno che “nel giorno del Giubileo Imperiale il nemico di Roma sarebbe stato sconfitto”. Il giorno indicato corrispondeva al 28 ottobre e chi meglio di Costantino, appoggiato da un esercito di Galli, Germani e Britanni incarnava la figura del “nemico di Roma”? Fu così che seguendo la profezia Massenzio il giorno designato fece uscire le truppe dalla città e le schierò oltre il tevere, con il fiume in piena alle spalle. Costantino invece era attestato con l’esercito sulla Flaminia a Saxa Rubra, in posizione dominante il Tevere e resosi conto dell’avvedutezza della mossa ben presto ritirò le avanguardie per permettere all’esercito di Massenzio di schierarsi in quella avventata posizione. I 50.000 uomini dell’esercito “romano” marciarono lungo il fiume in direzione dei colli occupati dalle milizie costantiniane. Queste però erano state divise in due parti: mentre una era rimasta attestata sui colli, la seconda aveva compiuto un percorso a semicerchio al riparo delle alture che lo aveva portato, non visto, all’altezza del Ponte Milvio: quando l’avanguardia dell’esercito di Massenzio si dispose per ingaggiare battaglia con le truppe gallo-germaniche costantiniane rimaste a Saxa Rubra Costantino ordinò al secondo troncone di attaccare il fianco della colonna delle truppe nemiche. Dopo uno scontro con i cavalieri catafratti e a quelli mauri sfondò le file di fanteria avversaria, le costrinse al disordine e quindi ad una fuga precipitosa, schiacciate com’erano tra l’impeto dell’attacco e il Tevere alle spalle.

Gli unici ad abbozzare una resistenza furono i Pretoriani, ma invano e caddero anch'essi in gran numero. Lo stesso Massenzio, durante la fuga, annegò nel Tevere e quando il suo corpo fu rinvenuto fu decapitato e la testa fu portata in parata dalle truppe costantiniane.

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Non ebbe così modo di far recuperare quelli che dovrebbero essere i suoi scettri e i portainsegna rinvenuti nel 2006. Prima della decisiva battaglia contro Costantino, l'imperatore nascose sul Palatino i suoi ornamenti da parata perché non finissero in mano al nemico. Però, dopo la disfatta, nessuno era tornato a riprenderli. I fedelissimi di Massenzio erano tutti morti e non si sapeva più dove cercarli. Si trattava di armi, stendardi, globi di vetro ritrovati in odierno durante una missione di scavi diretta da Clementina Panella dell'Università La Sapienza di Roma. In una fossa ricavata nella pavimentazione di un ambiente sotterraneo gli esperti hanno scoperto strani astucci in legno di pioppo i cui coperchi erano collassati su loro stessi. Avvolti in seta e lino (resti degli stendardi ormai mineralizzati dal tempo) c'erano tre lance, due giavellotti con lame in ferro e impugnatura in oricalco (miscela di rame e zinco) cui venivano applicate le insegne, altri due giavellotti e tre sfere di vetro, due gialle e una verde, più una azzurra in calcedonio.

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Due globi verosimilmente costituivano i poli di uno scettro (in alto a dx nella seconda foto) corto o lungo, come verosimilmente riprodotto al rovescio di questa moneta di Massenzio.

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Modificato da Illyricum65

Inviato

In questo quadro storico si inserisce quello fornito dai panegiristi latini che attribuirono la vittoria di Costantino al famoso sogno da lui avuto la notte antecedente la battaglia. E alla seguente scelta di decorare con il monogramma di Cristo dipinto sugli scudi o labari e la scritta fatidica “in hoc signo vinces”. In realtà se ci fu una visione “illuminante” questa era quella del Dio Invitto a Gand e la prima versione “ideologicamente cristiana” è da attribuire a Lattanzio nel 317, mentre si trovava nella corte di Costantino a Treveri e l’autore fa cenno ad una voce udita nel sogno o nel dormiveglia. Inoltre a ben guardare la vicenda liberi da lacci teologici Costantino è debitore verso… i Libri Sibillini e il loro verdetto che spinse Massenzio a far uscire l’esercito dalla città. D’altra parte, anche i panegiristi assegnano a Dio questa avventata azione militare: “Per evitare che Costantino fosse costretto a combattere contro i Romani Dio stesso trascinò costui (Massenzio) lontano dalle porte di Roma” (Eusebio da Cesarea).

Sul tema della “visione di Costantino”:

http://www.lamoneta....-di-costantino/

Ma tornando a Costantino, questo non meritò la palma del più clemente, in quanto fece sterminare tutta la stirpe di Massenzio. Fece uccidere i figli legittimi, quelli illegittimi, le concubine e per ultimo, la moglie (che sembra fosse di fede cristiana). Abolì i Pretoriani e fece giustiziare coloro che erano più legati a Massenzio. In poche parole mostrò alcune caratteristiche che segnarono la sua vita: l’abilità strategica, il coraggio, la fortuna e non ultima, la spietatezza.

Visse a Roma per un paio di mesi: non gradiva la città (la presenza solo episodica dell’imperatore nella capitale è esplicitamente lamentata nel panegirico per Costantino pronunciato a Roma dal retore Nazario

nel 321 (X, 38, 6): «Solo una cosa potrebbe rendere Roma più felice, una cosa grandissima certo, ma una

sola: vedere il suo liberatore, te o Costantino, e i suoi figli beatissimi, i Cesari». A Roma l’imperatore si soffermò brevemente solo in tre circostanze: innanzitutto nel 312 per lo scontro finale con Massenzio (il 28 ottobre); dal 25 agosto al 19 ottobre del 315 per la celebrazione congiunta dei decennalia e della sconfitta di Massenzio; dal 18 al 25 luglio del 326 per i vicennalia e la sconfitta di Licinio ad Adrianopoli e Crisopoli.) ed infine si recò a Mediolanum per incontrarsi con Licinio Valerio Liciniano, il nuovo alleato, prossimo cognato e futuro antagonista per il dominio dell’Impero. Era il febbraio 313. I due Augusti emisero un editto in favore dei Cristiani: non era molto dissimile da quelli precedenti di Galerio e di Massenzio ma affermava che la religione cristiana non solo era tollerata bensì lecita, al pari di quella pagana. Assieme a Costantino c’era la sorellastra Costanza che diede in moglie al collega. Ultrasessantenne lui, ventenne lei.

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Emissioni monetali successive alla Battaglia di Ponte Milvio

Successivamente alla vittoria contro Massenzio vennero coniate molte emissioni commemorative specie in Britannia e Gallia, mentre le zecche italiane abbandonarono i tipi emessi dall’imperatore precedente per adottare quelli comuni presso Costantino. Il tipo “Sol” fu standardizzato a partire dal 315.

Constantine I augustus—struck by Constantine I

Londinium, 312-313

obv.- CONSTANTINVS P F AVG; laur cuirassed bust right

rev.- FELICITAS AVGG NN; Roma seated left, holding branch and globe, * on left, PLN in ex

RIC VI Lon 246

23mm; 4.0g; nummus

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Constantine I augustus—struck by Constantine I

Londinium, 312-313

obv.- CONSTANTINVS P F AVG; laur cuirassed bust right

rev.- MARTI CONSERVATORI; Mars standing right, holding long spear & shield, star in left field, PLN in exergue

RIC VI Lon 254

21mm; 4.9g; nummus

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Constantine I augustus—struck by Constantine I

Londinium, 312-313

obv.- CONSTANTINVS P F AVG; laur cuirassed bust right

rev.- ROMAE AETER AVGG; Roma seated left, holding branch and globe, star on left, PLN in ex

RIC VI Lon 269

22mm; 4.3g; nummus

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Constantine I augustus—struck by Constantine I

Londinium, 312-313

obv.- CONSTANTINVS P F AVG; laur cuirassed bust right

rev.- SECVRITAS AVGG; Securitas standing facing, head left, right hand on head, legs crossed, leaning on column, star on left, PLN in ex

RIC VI Lon 277

23mm; 3.5g; nummus

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Constantine I augustus—struck by Constantine I

Londinium, 313-314

obv.- IMP CONSTANTINVS AVG; Laureate cuirassed bust right

rev.- SOLI INVICTO COMITI; Sol standing left with right hand raised, cloak over left shoulder, holding globe in left hand, S-F across fields, PLN in ex

RIC VII Lon 10

21mm; 3.4g; nummus

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Inviato

Constantine I augustus—struck by Constantine I

Rome, 312-313

obv.- IMP CONSTANTINVS P F AVG; laureate cuirassed bust right

rev.- GENIO POPVLI ROMANI; Genius stg left, holding patera and cornucopia; RS in ex

RIC VI Rom 294a

23mm; 4.6g; nummus

Una delle prime cose che fece Costantino dopo aver conquistato Roma fu coniare monete con la sua immagine al posto di quella di Massenzio, specialmente quelle con tipo “Genio”.

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Constantine I augustus—struck by Constantine I

Rome, 312

obv.- FL VAL CONSTANTINVS AVG; laureate cuirassed bust rigt

rev.- PACI PERPET; Pax standing left, holding branch and standard; XII in field; RQ in ex

RIC VI Rom 356

17mm; 2.0g; half-nummus

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Constantine I augustus—struck by Constantine I

Rome, 312-313

obv.- FL VAL CONSTANTINVS AVG; radiate draped bust right (seen from rear)

rev.- VIRT EXERCIT GALL; Virtus standing left, looking right, rt hand holding reversed spear, left holding parazonium; X VI in fields; RT in ex

RIC VI Rom 360

19mm; 3.0g; 2/3 nummus

VI indica il valore di 16 denarii; questo sono circa i 2/3 del valore di un nummus che era cambiato a 25 denarii. La legenda al rovescio indica che la moneta fu emessa come emissione commemorativa seguente alla vittoria su Massenzio con speciale dedica alle Legioni galliche.

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Constantine I augustus—struck by Constantine I

Rome, 312-313

obv.- IMP CONSTANTINVS P F AVG; Laureate, draped and cuirassed bust r.

rev.- SPQR OPTIMO PRINCIPI; Legionary eagle between two Vexilla, the left surmounted by a hand and the right wreath; RP in ex

RIC VI Rom 350a

23mm; 4.7g; nummus

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Inviato

Constantine I augustus—struck by Constantine I

Ostia, 312-313

obv.- IMP C CONSTANTINVS P F AVG; Laureate cuirassed bust right

rev.- SPQR OPTIMO PRINCIPI; legionary eagle between two vexilla, the left surmounted by a hand, the right by a wreath, MOSTP in exergue

RIC VI Ost 94

22mm; 4.4g; nummus

Emissione di Costantino dopo aver preso il controllo della zecca di Ostia e priem del trasferimento ad Arelate.

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Constantine I augustus—struck by Constantine I

Ticinum, 312-313

obv.- CONSTANTINVS P F AVG; laur cuir bust right

rev.- MARTI CONSERVATORI; Mars right holding spear and shield; ST in ex

RIC VI Tic 124a

23mm; 4.8g; nummus

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Constantine I augustus—struck by Constantine I

Ticinum, 312-313

obv.- CONSTANTINVS P F AVG; laureate, cuirassed bust right

rev.- MARTI CONSERVATORI; Facing Mars holding spear and shield; PT in ex

RIC VI Tic 124a

23mm; 4.7g; nummus

Stesso RIC del precedente ma meno frequente della stessa, con Mars in posizione frontale.

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Inviato

Monete emesse da Costantino in onore di Licinio

Licinius I augustus—struck by Constantine I

Ostia, 312-313

obv.- IMP LICINIVS P F AVG; Laureate cuirassed bust right

rev.- GENIO POP ROM; Genius standing l, holding patera and cornucopiae; MOSTQ in ex

RIC VI Ost 75b

21mm; 3.8g; nummus

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Licinius I augustus—struck by Constantine I

Ostia, 312-313

obv.- IMP LICINIVS P F AVG;

rev.- GENIO POP ROM; Genius standing l, holding patera and cornucopiae; MOSTQ in ex

RIC VI Ost 75

21mm; 3.8g; nummus

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Licinius I augustus—struck by Constantine I

Ostia, 312-313

obv.- IMP LICINIVS PF AVG; laureate cuirassed bust right

rev.- SOLI INVICTO COMITI; Sol standing left, head radiate, chlamys over left shoulder, raising right hand, holding globe in left close to body; MOSTQ in ex

RIC VI Ost 84b

21mm; 4.0g; nummus

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Licinius I augustus—struck by Constantine I

Ostia, 312/313

obv.- IMP LICINIVS P F AVG; Laureate cuirassed bust right

rev.- SPQR OPTIMO PRINCIPI; Legionary eagle flanked by two standards, hand on left, wreath on right; flags draped from left and center standards; mintmark worn off, but ought to be MOSTQ

RIC VI Ost 95b; Fail 241

22mm; 4.3g; nummus

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Inviato

Monete emesse da Costantino in onore di Massimino II Daja

Maximinus II augustus —struck by Constantine I

Ostia, 312-313

obv.- IMP MAXIMINVS P F AVG; laur cuir draped bust right

rev.- SOLI INVICTO COMITI; Sol stg left, r hand raised, l hand holding globe close to body; MOSTT in ex

RIC VI Ost 86a

21mm; 4.7g; nummus

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Ben presto i festeggiamenti furono interrotti dall’arrivo di corrieri a cavallo che portavano notizia di sconfinamenti del Franchi in Gallia: Costantino raccolse l’esercito e li sconfisse. Non solo ma dopo averli sconfitti in territorio imperiale oltrepassò il Limes e mise a ferro e fuoco il territorio dei Franchi.

Monete emesse in Oriente da Licinio in onore di Costantino

Constantine I augustus—struck by Licinius I

Thessalonica, 312-313

obv.- IMP C CONSTANTINVS P F AVG; Laureate, draped and cuirassed bust rt

rev.- IOVI CONSERVATORI AVGG NN; Jupiter standing left, holding Victory and a sceptre, eagle at his feet, •TS•E• in ex

RIC VI Thes 61b

23mm; 3.7g; nummus

La legenda indica che ci sono due Augusti, presumibilimente Costantino e Licinio.

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Constantine I augustus—struck by Licinius I

Heraclea, 313

obv.- IMP C FL VAL CONSTANTINVS PF AVG; laureate bust right

rev.- IOVI CONSERVATORI AVGG; Jupiter standing left, holding Victory on a globe & scepter; at feet, left, an eagle with a wreath in its beak, ε to right, SMHT in exergue

RIC VI Her 75 / RIC VII Her 5

23mm; 4.5g; nummus

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Constantine I augustus—struck by Licinius I

Alexandria, 313-314

obv.- FL VALER CONSTANTINVS P F AVG; laureate bust right

rev.- GENIO POPVLI ROMANI; Genius standing left holding head of Serapis and cornucopiae, modius on head, N/palm branch in field, Γ-wreath in right field, ALE in ex

RIC VII Ale 2

21mm; 5.3g; nummus

Moneta emessa a breve distanza dalla vittoria di Licinio contro Massimino Daja. Dopo la conquista delle zecche orientali queste iniziarono emissioni di “Iovi Conservatori” come già quelle di Licinio e bloccarono la produzione di tipi usati da Massimino II. Solo Alessandria e Antiochia continuarono la produzione di “Genio reggente la testa di Serapide” analoghe a quelle di Massimino Daja. E inoltre cambiò la legenda “genio Augusti” prevalente sotto Massimino II in “Genio Populi Romani” forse ad indicare una continuità e nel contempo, un cambiamento.

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Inviato

Maximinus II, AE Follis, 312-313, Group V, Class VII, Alexandria, Officina 3

IMP C GAL VAL MAXIMINVS P F AVG Laureate head right

GENIO-AVGVSTI Genius standing left, modius on head, naked but for chlamys across left shoulder, head of Serapis in right hand, cornucopiae in left

* / N / palm in left field, G in right field

ALE in exergue

20mm x 21mm, 5.13g

RIC VI, 160b ©

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Constantine I, AE Follis. Alexandria. 313 AD. FL VALER CONSTANTINVS PF AVG, laureate head right / GENIO-AVGVSTI, Genius standing left, modius on head, naked except for chlamys over left shoulder, holding head of Serapis and cornucopiae. Star over N over palm branch in left field, A over wreath in right field. Mintmark ALE. RIC VI Alexandria 163; Sear 15906.

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Licinius I, AE follis, Antioch. IMP C LIC LICINNIVS PF AVG, laureate head right / GENIO-AVGVSTI, Genius standing left, modius on head, naked, except for chlamys over left shoulder (falls low), holding head of Sol and cornucopiae. Star in left field, I in right field. Mintmark ANT. RIC VI Antioch 164a.

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Inviato

Pressochè nello stesso momento Licinio partì da Mediolanum, si recò in Illyricum, raccolse un esercito e si scontrò con Massimino Daia presso Adrianopoli. Le forze erano impari ma la situazione ricordava il confronto tra Costantino e Massenzio: il primo con un esercito inferiore numericamente ma composto da milizie veterane e preparate, il secondo ben più numeroso ma composto da truppe meno valide. E anche Licinio ebbe una visione: nella notte tra il 29 e il 30 aprile apparve all’Augusto un angelo che gli dettò la preghiera da recitare prima dello scontro: Licinio convocò gli scrivani e fece scrivere un messaggio riportante il salmo destinato a ciascun soldato. Dall’altra fazione Massimino Daja fece schierare il suo esercito allo squillare delle trombe, come consigliato dai suoi sacerdoti pagani… invano, perché la vittoria di Licinio fu schiacciante e lo stesso Massimino fu costretto a fuggire, travestito da schiavo, per rifugiarsi a Nicomedia. Lattanzio e Eusebio da Ceasarea decantano la vittoria dell’imperatore “cristiano” ed il primo riporta che le truppe pagane caddero in una sorta di intontimento che impedì loro di scoccare le frecce ed estrarre la spade…

Massimino Daja non si sentì sicuro nemmeno tra le mura di Nicomedia e riparò in Cappadocia (o Cilicia) dove cercò di mettere insieme un esercito: i suoi generali cercarono di fortificare gli accessi dei Tauri e si vendicò dei sacerdoti e degli indovini che lo avevano mal consigliato, facendoli uccidere. Sul piano politico, dopo aver fatto uccidere tutti gli eunuchi cristiani presenti a corte, tornò sui suoi passi ed emise un editto in favore dei cristiani. Mentre era asserragliato a Tarso venne a conoscenza che le difese del Tauro si erano liquefatte all’arrivo dell’esercito di Licinio: tentò di avvelenarsi ma la dose non fu sufficiente e gli causò dolori, piaghe cutanee e cecità. Quindi morì, riferiscono gli storici dell’epoca, sbattendo la testa contro il muro per i dolori e la disperazione, nella città di Tarso. Qui giunto, Licinio fece uccidere parenti e amici dello sconfitto. A Antiochia fece uccidere anche la moglie ripudiata di Massimino, quindi ministri, cortigiani e favoriti colpevoli di aver scelto o servito l’imperatore sconfitto. Colpì chiunque avesse perseguitato i cristiani.


Inviato (modificato)

Tornando al tema numismatico, si segnalano nel 313 le emissioni di tre monete, due mezzi follis ed un quarto di follis.

A.D. 313

IMP CONSTANTINVS PF AVG

FVNDAT PACIS Mars advancing right with trophy over left shoulder, captive seated behind him

RIC VII Rome 12

Mezzo follis

Size: 18.3 mmWeight: 1.9 grams

Marte regge un ramo di olivo e quindi è da considerarsi apportatore di Pace. Curiosamente… pace ottenuta per mezzo della guerra… “Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum”.

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A.D. 313

IMP CONSTANTINVS PF AVG

GLORIA PERPET Two victories advancing right, both holding wreath and branch, standard between them

RIC VII Rome 14

Mezzo follis

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Questa, passata recentemente per il circuito Dea Moneta, ha i seguenti dati ed è stata aggiudicata per 320€.

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Infine il quarto di follis, di dimensioni estremamente ridotte (si vedano i dati della terza moneta, passata per VCoins ed aggiudicata per 216€ circa). Si tratta della più piccola moneta emessa da Costantino; la civetta al rovescio è simbolo di saggezza e spesso è associato a Minerva, ma talvolta è simbolo apportatore di fortuna

A.D. 313

IMP CONSTANTINVS PF AVG

SAPIENT PRINCIPIS Altar with owl, spear across altar, shield to left and helmet to right.

RIC VII Rome 16

Constantine I AE Quarter Follis. 313-315 AD. IMP CONSTANTINVS AVG, bare head right / SAPIENT PRINCIP, altar with bird atop it, spear across altar, shield to left, helmet to right, PTR in ex. RIC 63.

0.88g

13mm

EXTREMELY RARE - R5

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Modificato da Illyricum65

Inviato

Nello stesso anno Costantino spostò il personale e le attrezzature della zecca a quella nuova di Arelate, dedicando anche una moneta dal rovescio VTILITAS PVBLICA.

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Non sono note le ragioni che lo spinse a tale decisione: forse fu un atto di riconoscenza verso quella regione in cui era stato Cesare e gli aveva fornito l’esercito impiegato contro Massenzio (e che in seguito, nel 314, diede i natali al figlio Costantino II, venendo ribattezzata Constantina).

Fu emesso anche un nummus PROVIDEN-TI-A AVGG con rovescio rappresentante Moneta su nave, reggente cornucopia e tendente la mano alla personificazione di Arelate turrita.

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E’ stato proposto che le monete di cui sopra rappresentino dei donativi elargiti in occasione dell’apertura della zecca.

(Tratto da M.Ladich, “Un nummus inedito di Costantino I celebrante il trasferimento della zecca di Ostia ad Arelate”, Monete Antiche, Anno IX, nr.54 Novembre/Dicembre 2010)

Spèero di avervi incuriosito comunque su un tema abbastanza noto.

Ciao

Illyricum

:)

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Inviato

DE GREGE EPICURI

Hai gia' detto di tutto e di piu'! Allora aggiungo una curiosita': Costantino colloco' la sua statua colossale proprio nell'abside della Basilica di Massenzio; era alta 12 metri (imperatore seduto in trono). Pare si trattasse addirittura della precedente statua colossale di Massenzio, cui Costantino si limito' a...far staccare la testa, sostituendola con una testa che lo rappresentava. Il faccione e' quello che ben conosciamo, perche' e' stato conservato (cosi' pure le mani). Del resto, la famosa statua colossale di Nerone (da cui il "colosseo", costruitole accanto) di cui si e' discusso a lungo qui nel Forum, misurava 35 metri. All'inizio dell'anno e' uscito il volume CONSTANTINE. Divine Emperor of the Christian Golden Age, veste lussuosa e splendide foto, incentrato soprattutto sull'iconografia.


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