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Due tesoretti dalla necropoli occ.le di Himera


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Sul nuovo volume degli “Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica” (AIIN), vol. 57 del 2011, appena pubblicato e reperibile presso l’Istituto Italiano di Numismatica (Palazzo Barberini, via 4 Fontane – Roma, prezzo 70 euro), è riportato un importante articolo, intitolato “Monete in tomba: due tesoretti di argento dalla necropoli occidentale di Himera”, pagine 9-37, a firma di C. Boehringer, L. Brousseau e S. Vassallo.

Stefano Vassallo è un valente archeologo che sta seguendo gli scavi archeologici a Himera. Negli anni 2008-2011 ha diretto l’esplorazione della vasta necropoli occidentale, nella località detta Buonfornello, che è vicina e parallela all’autostrada Palermo-Catania e che ha restituito qualcosa come oltre 9500 tombe, per la maggior parte inviolate e che coprono, senza particolare ordine, tutto l’arco del V secolo a.C.

Sono note altre due necropoli di Himera, una molto vasta a est, oltre il fiume, dalle pendici di Rocca D'Antoni fino alla piana di Pastavecchia, in parte scavata già nel 1936 e che risale a quasi tutto il VI secolo (quindi più antica di quella occidentale), e una a sud, più piccola, che si estendeva tra la zona della città e le pendici del Cozzo Scacciapidocchi, tutta del V secolo a.C.

Data l’importanza dell’articolo, provo a riassumerlo, rimandando ad esso ulteriori dettagli. Le foto a colori sono state tratte da un poster che il dr. Vassallo aveva pubblicato in via preliminare e prima della pubblicazione dell’articolo.

http://download.sns.it/labarcheo/erice09/Poster_DeSimone_Vassallo_light.pdf

Allego intanto la piantina topografica della zona di Himera (osservare anche il cambiamento della linea di costa, che anticamente era più vicina alla città):

post-7204-0-93406600-1350906634_thumb.pn

Durante questi scavi sono avvenuti anche alcuni rinvenimenti monetali, confinati al V secolo a.C.

L’importanza della notizia risiede nel fatto che per il V secolo a.C. sono rarissimi i ritrovamenti di monete nelle tombe.

Infatti solo a partire dal secondo quarto de V secolo a.C., parallelamente alla diffusione della moneta, specialmente dei nominali di basso valore (in argento e in bronzo, come gli oboli e le litre), si avvierà la consuetudine (all’inizio molto rara) di aggiungere al corredo funerario anche il famoso “obolo di Caronte”, che veniva deposto in bocca o in una delle mani oppure sul petto del defunto e che doveva servire a pagare il mitico nocchiero che doveva traghettare l’anima verso il mondo ultraterreno.

Di particolare rilievo sono due tesoretti di monete in argento di alto nominale, uno nella tomba W641 e uno nella tomba W738.

(continua)

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Tesoretto nella tomba W641

E’ una tomba del tipo “alla cappuccina”, risultata inviolata, con un individuo di probabile sesso femminile, in posizione supina. Lo scheletro era in pessimo stato, essendo conservate soltanto alcune delle ossa lunghe e parzialmente il cranio.

Il corredo comprendeva due oggetti, una lekytos a vernice nera e una lucerna, deposte vicino l’ulna sinistra, e 19 monete d’argento, raccolte in un unico gruzzolo e saldate tra loro da incrostazioni grigie, a seguito di ossidazione dell’argento. Tale gruzzolo, probabilmente in origine raccolto in un sacchetto di stoffa, era situato a destra della bocca. E’ possibile che fosse stato inizialmente deposto sulla bocca e, a seguito della decomposizione della muscolatura facciale, il cranio ha subito una rotazione, con conseguente scivolamento delle monete verso il lato.

La datazione della tomba risale al decennio precedente al 409/408 a.C., la data di distruzione di Himera .

Allego la foto della tomba al momento del rinvenimento e prima pulizia:

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(continua)

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Dopo il restauro dei reperti:

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Le 19 monete sono state studiate dal prof. Boehringer ed erano (per i dettagli si rimanda all’articolo):

  • 2 didrammi di Akragas (coniati prima del 470 a.C.)
  • 1 Tetradramma di Gela (440-430 a.C.)
  • 1 Tetradtamma di Katane (intorno al 440 a.C.)
  • 1 Tetradramma di Leontinoi (intorno al 430 a.C.)
  • 1 Tetradramma di Messana (ca. 470-460 a.C.)
  • 5 Didrammi di Segesta (dal 460/450 al 420-415 a.C. circa)
  • 8 Tetradrammi di Siracusa (dal 480/475 al 420 a.C. circa)

(continua)

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Ecco le immagini delle 19 monete trovate nella tomba W641 (dopo una prima pulizia, che deve essere ancora perfezionata, e quindi ancora con tracce di ossidazione):

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Quasi tutte le monete sono risultate essere sottopeso, nonostante le incrostazioni ancora oresenti. I sette didrammi avevano una media di 7,68 g (12% in meno rispetto al peso teorico di 8,73 g). I 12 tetradrammi avevano una media di 15,18 g (13% in meno del peso teorico di 17,46 g). Il peso minore non appare causato solo dall’usura: i pezzi più pesanti erano proprio quelli più antichi.

Non deve sorprendere l’ampio intervallo cronologico delle monete, in quanto è bene attestato che esse circolarono a lungo.

I pezzi più recenti (e anche quelli meglio conservati) erano i tre ultimi di Segesta e l’ultimo di Siracusa, che rimandano a una data intorno al 420-415 a.C. e quindi la persona deceduta (forse una donna) fu sepolta nel decennio dopo il 420 a.C.

E’ da escludere che sia stata sepolta dopo la presa di Himera da parte dei Cartaginesi nel 409 o 408 a.C. (la data precisa è ancora controversa fra questi due anni, anche se Boehringer sembra propendere più per la seconda). Sembrano da escludere gli anni dopo 408, quando eventuali sopravvissuti al terribile sacco della città possono aver avuto il permesso di ritornarvi, ma senza dubbio erano privi dei mezzi per fare un’offerta di tale valore. In più, la necropoli ovest non sembra avere ricevuto nuove deposizioni dopo il 408 a.C.

Che significato dare a questo particolare gruzzolo?

A prima vista, data la particolare posizione vicino alla bocca sembrava una sorta di “obolo di Caronte”. Tuttavia il Boehringer ha giustamente evidenziato come in genere il vero “obolo di Caronte” era costituito da monete di modesto valore, mentre questo era un vero tesoretto, del valore complessivo di ben 62 dramme euboico-attiche e in una valuta circolante allora in Sicilia e anche a Himera. Quindi una somma molto più elevata della consueta paga per Caronte.

Molto più verosimilmente era un’offerta speciale fatta dai familiari, per sottolineare una condizione sociale un poco più elevata. Appare interessante il dettaglio che tutte le monete fossero un po’ troppo sottopeso per essere accettate sul mercato senza essere svalutate. E’ molto verosimile che i familiari abbiamo scelto proprio esemplari “sottopeso” in quanto potevano andare bene come offerta in tomba (chiaramente non era determinato lo standard del circolante per l’aldilà…..).

Più che semplice “obolo di Caronte”, tale gruzzolo era un’offerta funeraria per affrontare tutte le spese necessarie per l’aldilà, che si integra con gli altri due soli reperti ivi trovati. Infatti il lekytos è un vasetto tipico nel culto dei morti, in quanto conteneva probabilmente l’olio che doveva servire per l’altro oggetto, la lucerna, per avere luce negli inferi.

(continua)

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Tesoretto nella tomba W738

E’ una tomba a fossa semplice nella sabbia di un individuo di sesso femminile, maggiore di 18/20 anni, con scheletro solo parzialmente conservato e in posizione supina.

L’unico corredo è costituito da un tesoretto di 11 monete d’argento, conservate probabilmente in un sacchetto di stoffa, rinvenuto presso l’ulna destra. Le monete erano saldate da incrostazioni e sicuramente deposte al momento del seppellimento. Ecco la tomba:

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(continua)

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Queste monete erano TUTTE stateri di Poseidonia. E’ stato interpellato Louis Brousseau, il massimo esperto di questa zecca in quanto autore di un Corpus di questa monetazione, già studiata durante il suo dottorato e che dovrebbe essere prossimamente pubblicato. Egli ha quindi esaminato e classificato con notevole dettaglio (che si rimanda all’articolo) questi didrammi, che sono risultati appartenere tutti alla fase immediatamente successiva alla prima riforma monetaria con introduzione del piede acheo e con il doppio rilievo (dopo la fase e quindi appartengono al periodo che va dal 475 al 460 a.C. circa.

Secondo Brousseau il seppellimento dovrebbe essere avvenuto intorno al 450 a.C.

Ecco le monete dopo il primo restauro:

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Questo ritrovamento appare differente sia come contesto cronologico sia come significato.

Sorprende la presenza di sole monete poseidoniate a Himera (e in Sicilia finora era stata trovata una sola moneta di quella città, nel ripostiglio di Selinunte 1985).

Molto probabilmente la giovinetta era una cittadina di Poseidonia, in qualche modo finita a Himera.

Lo studioso Brousseau ha provato a ricostruire in parte il contesto storico riguardante sia Himera sia Poseidonia intorno alla metà del V secolo a,C., che purtroppo restano molto lacunose.

Si sa solo che nel 476 a.C. il tiranno di Akragas, Terone, represse violentemente una ribellione degli Imeresi contro il suo governo e successivamente ripopolò Himera con coloni dorici e di altre provenienze ai quali diede il diritto di cittadinanza (Diodoro XI 48,6 – 49,4). E’ possibile che alla colonizzazione abbiano partecipato anche alcuni Poseidoniati, che erano di stirpe dorica. In quel periodo, intorno al 475, poi Poseidonia subì un cambiamento di regime, forse con avvento di un governo democratico, che portò anche alla profonda riforma monetaria, con avvento di monete di piede acheo e a doppio rilievo dopo la precedente fase della monetazione incusa e di piede focese.

Trattandosi di una donna sui 20 anni, probabilmente era figlia di uno di questi coloni che erano venuti da Poseidonia.

In alternativa potrebbe essere invece fuggita direttamente dalla città lucana pochi anni prima. Infatti sappiamo da Strabone (VI 1, 1) che Poseidonia fu in guerra contro Velia, in una data non precisata, e che abitanti di Sibari si rifugiarono nella città tra il 470 a e il 453 a.C., senza poi dimenticare che molto probabilmente erano anche presenti rapporti commerciali tra due città, Himera e Poseidonia, che si affacciavano nel mare Tirreno.

E’ possibile che anche in questo caso il gruzzolo fosse un’offerta funeraria, anche se senza altro corredo, utilizzando stateri di Poseidonia che comunque non potevano circolare liberamente dopo il 470 a.C. circa in Sicilia, dove, sotto la guida di Siracusa, era in uso il sistema euboico-attico, diverso da quello acheo adottato da Poseidonia. Purtroppo non possiamo sapere per quanto tempo tali monete fossero rimaste sul posto senza essere cambiate.

Per completare l’informazione, Vassallo accenna pure che nella necropoli occidentale sono state trovate, fra circa 2000 tombe già esplorate in dettaglio, solo altre quattro tombe con monete: la W103 con una moneta fusa di Akragas databile non prima della metà del V secolo a.C.; la W546 con un gruzzolo di 5 monete di bronzo fortemente corrose delle quali è stato possibile riconoscerne solo una, una emilitra imerese della fine del V secolo (le altre aspettano ancora di essere restaurate); altre due tombe, non indicate, con monete enee ancora da identificare.

Spero che usciranno dettagli anche su questi rinvenimenti, con monete di minore valore ma ugualmente interessanti.

(Fine)

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Grazie! Tengo a precisare che dai numerosi scavi archeologici condotti da oltre cento anni in Sicilia, con migliaia di tombe esplorate, è emerso che i ritrovamenti monetali sono in percentuale molto rari e concentrati soprattutto nel III secolo a.C.

Normalmente i cosiddetti ripostigli di monete greche sono per la massima parte in contesti extrafunerari, come ad esempio in case abbandonate, strade, vicino a muri, ecc.

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Complimenti sinceri per avere ancora una volta diviso generosamente con noi informazioni così interessanti.

Una domanda, forse banale, relativamente al gruzzolo della tomba W641, in cui figurano ben 12 tetradrammi, che deve aver rappresentato un sacrificio economico di un certo rilievo per la famiglia: esistono riferimenti che permettano di valutare a quanto corrisponde un tesoretto del genere, in termini di prezzi di un capo di bestiame, di generi alimentari, di giornate di lavoro di un artigiano, ecc.?

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Può sembrare strano, ma è molto difficile rispondere sul valore di acquisto di un tetradramma d'argento in Sicilia nel V secolo a.C.

In pratica che cosa si poteva comprare con un tetradramma in quel secolo? Onestamente non lo so.

Si sa solo che a quel tempo (più sicuramente nel IV secolo a.C.) la paga giornaliera (misthòs) di un semplice soldato di fanteria (oplite) ammontava a 4 oboli, mentre quella di un cavaliere era di un dramma.

Quindi un tetradramma doveva corrispondere a 4 giorni di paga di un cavaliere e a 6 giorni di un semplice soldato.

Se ne deduce che con un paio di tetradrammi si poteva vivere tranquillamente (mangiare e forse anche dormire) per circa una settimana..... Ovviamente serviva di più per acquistare bestiame e terreni (e non so per quanto).

Nel caso del gruzzolo della tomba W641, esso in teoria corrispondeva molto grosso modo a oltre due mesi di stipendio medio e sicuramente era un piccolo sacrificio economico, anche se va considerato che c'era una grossa disparità di condizione tra il ricco e il povero. Il primo poteva contare anche su proventi in natura provenienti dalla terra di proprietà. Non per nulla l'antica aristocrazia (formata dai diretti discendenti dei coloni che avevano accaparrato le terre del posto) era costituita dai possidenti terrieri. Tutti gli altri, che potevano contare su proventi dalle proprie attività, come artigiani, commercianti, ufficiali militari, hanno poi costituito il nucleo del cosiddetto partito democratico, che proprio a quel tempo ha iniziato a contrastare il partito aristocratico, arrivando anche ad assumere il potere del governo.

Tuttavia, nel caso di quella tomba, è stata prospettata l'ipotesi che l'offerta fosse costituita da monete "di scarto", non bene utilizzabili nella vita quotidiana, mentre poteva andare bene come offerta funeraria....

Modificato da acraf
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Grazie acraf per aver condiviso con noi questo interessantissimo studio.....simpatica la teoria del tesoretto/offerta funeraria costituita da tetradramme sotto peso e quindi difficilmente commerciabili.....una soluzione elegante per unire l'utile al dilettevole.

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Tutto il mondo e' paese, anche 2500 anni fa! Affascinante l'ipotesi che abbiano messo nella tomba monete di scarto, "tanto i morti non se ne accorgeranno", effettuando un ragionamento che sarebbe comune all'italiano di oggi.

Ci sarebbero i presupposti per teorizzare sull'indole italica e la trasmissione genetica dell'italianita' nei secoli.....;)

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Tutto il mondo e' paese, anche 2500 anni fa! Affascinante l'ipotesi che abbiano messo nella tomba monete di scarto, "tanto i morti non se ne accorgeranno", effettuando un ragionamento che sarebbe comune all'italiano di oggi.

Ci sarebbero i presupposti per teorizzare sull'indole italica e la trasmissione genetica dell'italianita' nei secoli..... ;)

ciao, secondo me considerando quello che accade oggi nei cimiteri a livello di furti, non credo che se ci fossero monete e/o preziosi durerebbero tanto....il culto dei defunti era ben diverso nella antichità ....

ciao

skuby

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In pratica che cosa si poteva comprare con un tetradramma in quel secolo? Onestamente non lo so.

Si sa solo che a quel tempo (più sicuramente nel IV secolo a.C.) la paga giornaliera (misthòs) di un semplice soldato di fanteria (oplite) ammontava a 4 oboli, mentre quella di un cavaliere era di un dramma.

Quindi un tetradramma doveva corrispondere a 4 giorni di paga di un cavaliere e a 6 giorni di un semplice soldato.

Se ne deduce che con un paio di tetradrammi si poteva vivere tranquillamente (mangiare e forse anche dormire) per circa una settimana

Grazie della cortese risposta.

Chiarisco le ragioni della mia curiosità: sto scrivendo un romanzo che riprende, collocandole nel contesto storico di provenienza, le stesse monete che appaiono nel mio triller numismatico in corso di pubblicazione. In un episodio, ambientato nella Sicilia cartaginese, il protagonista, appena sbarcato nel porto di Zyz, chiede a una fanciulla del posto dove può trovare alloggio per la notte.

Lei risponde così: “Signore, possiamo ospitarti a casa mia, se ti è gradito. Non è una taverna, ma per una litra mia madre sarà felice di servirti un buon pasto. E per un'altra litra potrai fermarti per la notte. Abbiamo una bella stanza, che teniamo pulita per i viaggiatori che ci onorano con la loro presenza.”

La litra di cui si parla è il bronzo con la testa di Hera al diritto (http://www.acsearch.info/record.html?id=490349) (la scelta di questa moneta è dovuta ai simboli che compaiono al rovescio, il sole e il toro antropomorfo): è plausibile che, per la modica spesa di due litre, il nostro eroe abbia cena e alloggio? Forse si, considerato che la paga di un oplite era di 4 oboli al giorno.

A proposito, è corretta la definizione di litra per questa moneta? Ancora, litra in bronzo e obolo possono essere considerati equivalenti in questo periodo storico?

Scusate la disgressione.

Filippo

Modificato da Naevius
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Sono sempre interessanti i romanzi storici a sfondo numismatico.

Per loro natura se da una parte è possibile usare la fantasia come ambientazione, dall'altra bisogna rispettare alcuni canoni numismatici, innanzi tutto l'epoca storica in cui si vuole ambientare la storia.

Appare evidente che se la storia è ambientata all'inizio, per esempio, del IV secolo a.C. (al tempo di Dionisio I di Siracusa), non è possibile esibire monete di fine IV secolo a.C., mentre è possibile che circolassero monete precedenti, anche del V secolo a.C.

La moneta in questione, di epoca post-timoleontea e risalente grosso modo al 330 a.C. può essere definito come una litra di bronzo, anche se non c'è certezza sul suo nominale. Come potere di acquisto non siamo molto lontani dalla realtà....

La differenza tra litra e obolo esiste, anche se molto modesta.

La litra è esattamente una moneta da 1/5 di dramma attico (0,875 grammi), mentre l'obolo era una moneta da 1/6 di dramma attico (0,728 grammi), riflettendo un diverso sistema, decimale per i Sicelioti (sulla spinta della tradizione indigena) e duodecimale per i Greci.

In pratica la differenza è minima, per cui talvolta si fa confusione tra litra e obolo.....

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Veramente Grazie. Più volte ci si pone il quesito: ma tra 100, 200 anni, che traccia darà ai posteri questo nostro tempo ? Non ci saranno opere d'arte esteticamente degne. Ci saranno tuttavia i risultati di una crescente conoscenza. E questo studio proprio lì va a collocarsi, nella conoscenza del cammino della civiltà (e quindi, anche nel nostro cammino). Ancora grazie per la condivisione.

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una cosa è certa...

mentre a noi hanno lasciato reperti archeologici di incredibile fattezza, tra un migliaio di anni, coloro che scaveranno troveranno "plastica archeologica" ...

ciao

skuby

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Non ci avevo fatto caso al numero dispari.

Bisognerebbe indagare su un numero maggiore di simili ritrovamenti in tombe per escludere un nesso di casualità (e in questo caso il numero dispari, anzi un numero primo, avrebbe un suo significato, più augurale per l'aldilà).

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