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Vendita tra privati: lecita provenienza


providentiaoptimiprincipis

Risposte migliori

Buonasera,

leggo spesse volte che anche tra i privati, nonostante non sia obbligatorio, è buona norma e regola farsi rilasciare, al momento dell'acquisto un certificato di lecita provenienza.

Giovangando per ebay ho sempre comprato da venditori professionali che vendevano le proprie monete con tutti i santi crismi.

Dagli utenti privati invece, alla mia domanda se fossero disponibili a rilasciarmi una qualche certificazione scritta, ho sempre ricevuto le risposte più bislacche:

- Vede il certificato lo rilasciano solo i periti del tribunale

- non vale per le monete post 1492

- la moneta vale meno di € 2000

- ecc ecc

Insomma, una gran confusione! so bene che l'argomento è controverso, in primo luogo per la valenza giuridica da accordare alla dichiarazione di un privato, ma vogliamo fare un po di chiarezza? se dobbiamo, come giusto, nelle trattative private, ai mercatini e nelle bancarelle, acquistare in modo "sicuro" facendoci rilasciare un piccolo certificato, come possiamo impostarlo correttamente.

Quali elementi essenziali e riferimenti normativi occorre inserire per avere un certificato di lecita provenienza nell'acquisto tra privati validamente utilizzabile?

Sperando di non aver replicato le richieste poste in una precedente discussione.

cordiali saluti

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Ciao.

"Insomma, una gran confusione! so bene che l'argomento è controverso, in primo luogo per la valenza giuridica da accordare alla dichiarazione di un privato, ma vogliamo fare un po di chiarezza? se dobbiamo, come giusto, nelle trattative private, ai mercatini e nelle bancarelle, acquistare in modo "sicuro" facendoci rilasciare un piccolo certificato, come possiamo impostarlo correttamente."

Non credo che sia una cosa utile...tanto poi si continueranno a sentire le risposte a cui facevi riferimento...

Intanto però va detto che che devi distinguere le trattative private dai mercatini e bancarelle.

Nei secondi (mercatini e bancarelle) si svolge a tutti gli effetti una "vendita al pubblico" che ricade nella previsione dell'art. 64 del Codice Urbani e che impone l'obbligo del rilascio di un documento attestante l'originalità e provenienza.

Nelle trattative fra privati l'obbligo non sussiste ma sarebbe opportuno che il venditore rilasciasse comunque una sua autodichiarazione nella quale si riportano gli estremi della vendita, la descrizione della moneta, la provenienza (...ad esempio: "dalla mia collezione privata") e quant'altro possa essere utile alla tracciatura della moneta.

Saluti.

Michele

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Ciao.

"Insomma, una gran confusione! so bene che l'argomento è controverso, in primo luogo per la valenza giuridica da accordare alla dichiarazione di un privato, ma vogliamo fare un po di chiarezza? se dobbiamo, come giusto, nelle trattative private, ai mercatini e nelle bancarelle, acquistare in modo "sicuro" facendoci rilasciare un piccolo certificato, come possiamo impostarlo correttamente."

Non credo che sia una cosa utile...tanto poi si continueranno a sentire le risposte a cui facevi riferimento...

Madonna come sei disfattista Bizerba.....

Va bene, la disinformazione è un dato di fatto, ma non la si combatte certo tirando i remi in barca...

Repetita juvant, come dicevano i nostri avi...e allora "repetiamo"...

Nelle trattative fra privati l'obbligo non sussiste ma sarebbe opportuno che il venditore rilasciasse comunque una sua autodichiarazione nella quale si riportano gli estremi della vendita, la descrizione della moneta, la provenienza (...ad esempio: "dalla mia collezione privata") e quant'altro possa essere utile alla tracciatura della moneta.

Saluti.

Michele

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Ciao numizmo.

Che Ti devo dire...non è' per fare disfattismo...e' che dopo anni di discussioni sullo stesso tema, ripetere sempre le stesse cose mi sembra abbastanza inutile.

Tanto poi ognuno interpreta e fa come meglio crede....e le risposte che sono state date a providentiaoptimiprincipis lo dimostrano.

In questa materia si impara evidentemente sulla propria pelle ed a proprie spese come ci si deve comportare.....quindi e' bene che ciascuno faccia la propria esperienza e da quella tragga gli insegnamenti.

Le indicazioni sono state fornite fino alla nausea.

Saluti.

Michele

Modificato da bizerba62
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Ciao numizmo.

Che Ti devo dire...non è' per fare disfattismo...e' che dopo anni di discussioni sullo stesso tema, ripetere sempre le stesse cose mi sembra abbastanza inutile.

Tanto poi ognuno interpreta e fa come meglio crede....è le risposte che sono state date a providentiaoptimiprincipis lo dimostrano.

In questa materia si impara evidentemente sulla propria pelle ed a proprie spese come ci si deve comportare.....quindi e' bene che ciascuno faccia la propria esperienza e da quella tragga gli insegnamenti.

Le indicazioni sono state fornite fino alla nausea.

Saluti.

Michele

si, ti capisco..ripetere la stessa cosa ad libitum fa passare la voglia perché sembrano parole al vento, quando poi leggi di certe risposte ancora peggio......., ma è un pò come l'insegnamento: anno dopo anno insegni sempre le stesse cose...è una cosa inutile? no, perché le nozioni saranno anche le stesse di sempre, ma sono gli ascoltatori che cambianio, e ogni volta che l'ascoltatore se ne va, si porta dietro quello che ha imparato e lo diffonde...pian piano la conoscenza si spande e ci saranno sempre meno risposte sbagliate...

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"...pian piano la conoscenza si spande e ci saranno sempre meno risposte sbagliate..."

Tu credi?. Io sono abbastanza scettico.....

E non mi riferisco ai neofiti o ad estemporanei "venditori della domenica", che potrebbero anche ignorare queste cose......ma ad alcuni cosiddetti "professionisti", che invece queste cose le dovrebbero (anzi....le devono) sapere perfettamente.

Un amico del forum, che ad un recente Convegno numismatico nazionale avrebbe voluto acquistare una certa moneta, si è trovato nell'impossibilità di perfezionare l'acquisto perchè il venditore pretendeva il pagamento in contanti (oltre la soglia di € 999,00) e non intendeva rilasciare alcuna documentazione, nè fiscale nè ai sensi del'art. 64.

Alle legittime rimostranze dell'acquirente, la conclusione del venditore è stata: "se la vuoi è così.... altrimenti la puoi anche lasciare dov'è".

Mah. Un caso isolato? Tu che pensi?

Saluti.

M.

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"...pian piano la conoscenza si spande e ci saranno sempre meno risposte sbagliate..."Tu credi?. Io sono abbastanza scettico.....E non mi riferisco ai neofiti o ad estemporanei "venditori della domenica", che potrebbero anche ignorare queste cose......ma ad alcuni cosiddetti "professionisti", che invece queste cose le dovrebbero (anzi....le devono) sapere perfettamente.Un amico del forum, che ad un recente Convegno numismatico nazionale avrebbe voluto acquistare una certa moneta, si è trovato nell'impossibilità di perfezionare l'acquisto perchè il venditore pretendeva il pagamento in contanti (oltre la soglia di ¤ 999,00) e non intendeva rilasciare alcuna documentazione, nè fiscale nè ai sensi del'art. 64.Alle legittime rimostranze dell'acquirente, la conclusione del venditore è stata: "se la vuoi è così.... altrimenti la puoi anche lasciare dov'è".Mah. Un caso isolato? Tu che pensi?Saluti.M.

Quella del pagamento in contanti oltre i mille euro, sarà un grosso scoglio anche nel futuro..soprattutto in Italia in cui non si può avere un benefondi dalla banca e non si possono più chiedere informazioni sulla solvibilità grazie alla legge sulla privacy più cretina del creato..

.Poniamoci un momento dall'altra parte del tavolo..tu sei il venditore..arriva un cliente, mai visto prima, che chiede di acquistare una moneta da 3,000 euro..tu da bravo commerciante prepari la ricevuta, la compili e quello, come da norma, ti compila un'assegno di 3,000 euro...dopo averti dato tutti i suoi dati... Tutto ok, dunque..

.Eh no...perché :

intanto è Sabato e le banche sono chiuse , ma anche se è venerdì cambia poco perché anche se chiami per informazioni sulla copertura dell'assegno, non te le possono dare..

.Poi, il nostro distinto cliente, è un truffatore seriale, che ha documenti fasulli, che tu , hai trascritto in piena buona fede ma che non servono a un tubo, e , ultimo ma non ultimo, il libretto di assegni con cui ti ha pagato è rubato..oppure è della suocera e sempre per la privacy col cavolo che il tuo bancario o la banca di traenza ti conferma l'identità del firmatario.....

.morale? te perdi 3,000 euro e il nostro amico se ne va indisturbato con la tua moneta.

Una volta, dato che questo problema è vecchio come gli assegni, quando la cretinissima legge sulla privacy non rompeva, chiamavi la banca e ti facevi dare il benefondi, oppure bypassavi il tutto col pagamento cash...

se non ci stava , gli dicevi grazie, ma non se ne fa di nulla...

quindi, il problema non è il commerciante che pretende qualcosa di assurdo..il problema, vecchio ormai, è che in Italia non sei mai sicuro di riscuotere e il credito non è minimamente tutelato..

quindi bene ha fatto il commerciante, che evidentemente non conosceva il compratore e non aveva voglia di rischiare ,a dirgli "non accetto assegni, solo cash" rifiutando la transazione in modo indiretto...o semplicemente non volendo proprio rischiare nulla.

Pensi che non abbia avuto le sue ottime ragioni di fare così?

Quanto al fatto di non voler rilasciare nessuna documentazione, invece, trovo che sia una cosa deleteria per tutto il comparto e che il compratore avrebbe dovuto esigerla a costo di chiamre il 117 su due piedi...sarebbe ora di finirla con i tavoli milionari e i titolari nullatenenti o quasi..se cominciassero a mettere in galera qualche commerciante che palesemente ha tavoli e reddito fortemente incongrui se ne beneficerebbe tutto quanto, l'erario, gli altri numismatici e anche il problema degli approvvigionamenti clandestini che sono quasi sempre a monte di queste situazioni, altrimenti non sarebbe soverchio problema rilasciare qualche documento..

Modificato da numizmo
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E' così difficile rilasciare una dichiarazione su una moneta venduta?

Fotografo la moneta diritto e rovescio ,poi la copio con internet su un foglio che stampo aggiungendo la dichiarazione di lecita provenienza, timbro e firma del venditore.

Il guaio è che questo non lo si vuol fare.

Ad un convegno ho comprato una moneta straniera. Mi hanno dato una fattura strappata da un blocchetto con su scritto " Moneta" Totale :Euro XXX.

Non é una moneta rara. Ma se domani la dovessi trovare nell'elenco di monete rubate magari a Parigi tre anni fa ?

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"quindi, il problema non è il commerciante che pretende qualcosa di assurdo..il problema, vecchio ormai, è che in Italia non sei mai sicuro di riscuotere e il credito non è minimamente tutelato."

Scusa numizmo. Ma possibile che i POS siano sconosciuti solo a chi opera nei Convegni numismatici?

Chi vende monete da centinaia o migliaia di euro e lo fa professionamente, deve dotarsi anche nei convegni di tutti quegli strumenti che gli consentano di accettare pagamenti diversi da quelli in contanti.

Non mi venire a raccontare la storia degli assegni. I convegni numismatici sono forse l'unico evento in cui non è possibile usare le carte di credito.

A maggio scorso, a Verona, la domenica mattina sono andato a visitare la fiera dei minerali che si teneva nel padiglione a fianco a quello dove si svolgeva il Veronafil.

Ho acquistato alcuni oggetti pagandoli con il Bancomat. Mi chiedo per quale motivo lì fosse possibile pagare con la carta mentre nel padiglione del Convegno numismatico no.

Non sarà il caso che chi esercitata quel commercio in modo professionale (non parlo dei "Chierici vaganti", che girano per il padiglione con i trolleys ed i borsoni in cerca di acquirenti...) si doti dei necessari mezzi tecnici per accettare anche le carte?

Mi sorprende doverle anche scrivere queste cose.....ma evidentemente molti commercianti preferiscono perdere un cliente che paga con la carta piuttosto che metterlo nelle condizioni di poter pagare.

Saluti.

M.

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"quindi, il problema non è il commerciante che pretende qualcosa di assurdo..il problema, vecchio ormai, è che in Italia non sei mai sicuro di riscuotere e il credito non è minimamente tutelato."

Scusa numizmo. Ma possibile che i POS siano sconosciuti solo a chi opera nei Convegni numismatici?

Chi vende monete da centinaia o migliaia di euro e lo fa professionamente, deve dotarsi anche nei convegni di tutti quegli strumenti che gli consentano di accettare pagamenti diversi da quelli in contanti.

Non mi venire a raccontare la storia degli assegni. I convegni numismatici sono forse l'unico evento in cui non è possibile usare le carte di credito.

A maggio scorso, a Verona, la domenica mattina sono andato a visitare la fiera dei minerali che si teneva nel padiglione a fianco a quello dove si svolgeva il Veronafil.

Ho acquistato alcuni oggetti pagandoli con il Bancomat. Mi chiedo per quale motivo lì fosse possibile pagare con la carta mentre nel padiglione del Convegno numismatico no.

Non sarà il caso che chi esercitata quel commercio in modo professionale (non parlo dei "Chierici vaganti", che girano per il padiglione con i trolleys ed i borsoni in cerca di acquirenti...) si doti dei necessari mezzi tecnici per accettare anche le carte?

Mi sorprende doverle anche scrivere queste cose.....ma evidentemente molti commercianti preferiscono perdere un cliente che paga con la carta piuttosto che metterlo nelle condizioni di poter pagare.

Saluti.

M.

Abbastanza sconosciuti i POS, anche perché si portano dietro un 3/3,5 % di perdita secca come commissione bancaria e , almeno fino a qualche tempo fa, funzionavano solo con una connessione telefonica che non in tutti i convegni c'era disponibile... un discorso è il negozio fisso in cui la connessione telefonica è protetta e stabile..adesso, probabilmente si potrà anche usare tramite cellulare, ma francamente, io per primo non uso volentieri la carta di credito a causa dei noti pericoli di clonazione anche in strutture fisse, figurarsi presso un banco di vendita che magari non conosco per nulla e che usa una connessione volante......io ,la mia carta di credito da passare in un POS, non gliela darei..tu si?

In più c'è anche un problema di come registrare una transazione che contempli il ritiro di un bene in parziale permuta, cosa che magari per i minerali non avviene, ma in numismatica è piuttosto comune...

Poi che i commercianti numismatici siano un pò immobilisti, è altrettanto vero, però neanche chi organizza i convegni e le stesse banche aiutano minimamente a risolvere il problema..basterebbe una connessione via filo negli stand e un pò meno avidità dalle banche a probabilmente la carta verrebbe considerata una valida alternativa..

e per non dare la stura ad altre lamentazioni e repliche tralascio volutamente la problematica sollevata da chi non vuole che a casa si sappia quanto e in cosa spende, che sono molti più di quanto si pensi..

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E' così difficile rilasciare una dichiarazione su una moneta venduta?

Fotografo la moneta diritto e rovescio ,poi la copio con internet su un foglio che stampo aggiungendo la dichiarazione di lecita provenienza, timbro e firma del venditore.

Il guaio è che questo non lo si vuol fare.

E' vero: non lo si VUOLE fare....SE lo si VUOLE fare lo si può fare anche in negozio finito il convegno..uno fa la lista di quello che vende e poi, una volta a casa , fa i certificati e li spedisce..oppure, se non ha tantissime monete, crea virtualmente tutti i certificati e poi si compra una stampantina a sublimazione e li stampa dal cellulare o dal portatile..i sistemi ci sono..ma quando non si vuole fare neanche la regolare ricevuta o fattura per evadere le tasse, figurati se poi si vuol fare un certificato...

Ad un convegno ho comprato una moneta straniera. Mi hanno dato una fattura strappata da un blocchetto con su scritto " Moneta" Totale :Euro XXX.

Non é una moneta rara. Ma se domani la dovessi trovare nell'elenco di monete rubate magari a Parigi tre anni fa ?

Ti gratteresti la pera..

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"Abbastanza sconosciuti i POS, anche perche' si portano dietro un 3/3,5 % di perdita secca come commissione bancaria e , almeno fino a qualche tempo fa, funzionavano solo con una connessione telefonica che non in tutti i convegni c'era disponibile..."

Mah. Il POS lo trovi oggi anche sui taxi........non vedo perche' non lo si possa installare anche ai banchi dei Convegni. Le commissioni ci sono per tutti gli esercenti che utilizzano i POS....che "ob torto collo" le subiscono, magari facendone ricadere il costo sui clienti.

"un discorso e' il negozio fisso in cui la connessione telefonica e' protetta e stabile..adesso, probabilmente si potra' anche usare tramite cellulare, ma francamente, io per primo non uso volentieri la carta di credito a causa dei noti pericoli di clonazione anche in strutture fisse, figurarsi presso un banco di vendita che magari non conosco per nulla e che usa una connessione volante......io ,la mia carta di credito da passare in un POS, non gliela darei..tu si?"

Lo fanno praticamente tutti in quasi tutto il mondo.....salvo che nei Convegni numismatici italiani.

"In più' c'è' anche un problema di come registrare una transazione che contempli il ritiro di un bene in parziale permuta, cosa che magari per i minerali non avviene, ma in numismatica è piuttosto comune..."

Scusa...qual'e' il problema..? Fai esattamente come quando Ti propongono la stessa cosa in negozio. Fai entrare la moneta in permuta nel registro di P.S....fai uscire quella che vendi....e per la differenza avrai lo scontrino del POS che ti farà' quadrare l'operazione.

"Poi che i commercianti numismatici siano un pò immobilisti, e' altrettanto vero, pero' neanche chi organizza i convegni e le stesse banche aiutano minimamente a risolvere il problema..basterebbe una connessione via filo negli stand e un pò meno avidita' dalle banche a probabilmente la carta verrebbe considerata una valida alternativa.."

Già'....però' allora non ci lamentiamo se ai Convegni avremo sempre piu' spesso la G. d. F come "special guest" ....fino a quando ci si nasconderà' dietro le connessioni lente o assenti e la diffidenza verso le carte, per evitare di installare i POS, non mi stupirei più' di tanto che si intensifichino i controlli.

"e per non dare la stura ad altre lamentazioni e repliche tralascio volutamente la problematica sollevata da chi non vuole che a casa si sappia quanto e in cosa spende, che sono molti più di quanto si pensi.."

Alludi alla proverbiale "riservatezza" dei collezionisti? La vedo molto dura dopo le nuove misure del Governo Monti.....qualcuno dovrà' cambiare presto le sue abitudini.....

Saluti.

Michele

Modificato da bizerba62
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"Abbastanza sconosciuti i POS, anche perche' si portano dietro un 3/3,5 % di perdita secca come commissione bancaria e , almeno fino a qualche tempo fa, funzionavano solo con una connessione telefonica che non in tutti i convegni c'era disponibile..."

Mah. Il POS lo trovi oggi anche sui taxi........non vedo perche' non lo si possa installare anche ai banchi dei Convegni. Le commissioni ci sono per tutti gli esercenti che utilizzano i POS....che "ob torto collo" le subiscono, magari facendone ricadere il costo sui clienti.

"un discorso e' il negozio fisso in cui la connessione telefonica e' protetta e stabile..adesso, probabilmente si potra' anche usare tramite cellulare, ma francamente, io per primo non uso volentieri la carta di credito a causa dei noti pericoli di clonazione anche in strutture fisse, figurarsi presso un banco di vendita che magari non conosco per nulla e che usa una connessione volante......io ,la mia carta di credito da passare in un POS, non gliela darei..tu si?"

Lo fanno praticamente tutti in quasi tutto il mondo.....salvo che nei Convegni numismatici italiani.

"In più' c'è' anche un problema di come registrare una transazione che contempli il ritiro di un bene in parziale permuta, cosa che magari per i minerali non avviene, ma in numismatica è piuttosto comune..."

Scusa...qual'e' il problema..? Fai esattamente come quando Ti propongono la stessa cosa in negozio. Fai entrare la moneta in permuta nel registro di P.S....fai uscire quella che vendi....e per la differenza avrai lo scontrino del POS che ti farà' quadrare l'operazione.

Eh no!...intanto al convegno il registro non lo puoi portare dietro quindi non puoi aggiungere un bel nulla..intanto qualunque moneta tu prenda in carico la devi tenere ferma per dieci giorni che sarebbero un lasso di tempo a disposizione della PG per eventuali controlli, Intanto ti devo fare la ricevuta per l'intero e lo scontrino lo stesso e poi fare un giroconto di carico con IVA a margine...

Intanto, visto che le monete che porti sono tutte indicate in una bolla di accompagnamento, quelle che prendi in carico con cosa le registri? ti fai un'autobolla.?.e se ti fermano cosa gli racconti, visto che non la puoi registrare per mancanza fisica del registro di PS ?

La fai troppo facile..vatti a vedere bene la normativa fiscale delle licenze di preziosi che comprendono anche quelle delle monete antiche, vai..

NON sono scarpe o minerali, caro il mio Bizerba, dammi retta..non è facile per nulla, anzi, è parecchio complicata..

"Poi che i commercianti numismatici siano un pò immobilisti, e' altrettanto vero, pero' neanche chi organizza i convegni e le stesse banche aiutano minimamente a risolvere il problema..basterebbe una connessione via filo negli stand e un pò meno avidita' dalle banche a probabilmente la carta verrebbe considerata una valida alternativa.."

Già'....però' allora non ci lamentiamo se ai Convegni avremo sempre piu' spesso la G. d. F come "special guest" ....fino a quando ci si nasconderà' dietro le connessioni lente o assenti e la diffidenza verso le carte, per evitare di installare i POS, non mi stupirei più' di tanto che si intensifichino i controlli.

Ma che ben vengano la GDF e i TPC ai convegni..tanto se lavori correttamente non ne patirai nessuna conseguenza, casomai avranno di che preoccuparsi proprio quelli che lavorano senza fatturare nulla e quelli, prima spariscono e meglio è...

"e per non dare la stura ad altre lamentazioni e repliche tralascio volutamente la problematica sollevata da chi non vuole che a casa si sappia quanto e in cosa spende, che sono molti più di quanto si pensi.."

Alludi alla proverbiale "riservatezza" dei collezionisti? La vedo molto dura dopo le nuove misure del Governo Monti.....qualcuno dovrà' cambiare presto le sue abitudini.....

Eh già...come faranno ora a dire alla moglie che la bella moneta che hanno preso l'hanno pagata poche centinaia o decine di euro se ci sono gli assegni a testimoniare il contrario...bhè vedremo l'italico ingegno cosa saprà inventare.....

Saluti.

Michele

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"Un amico del forum, che ad un recente Convegno numismatico nazionale avrebbe voluto acquistare una certa moneta, si è trovato nell'impossibilità di perfezionare l'acquisto perchè il venditore pretendeva il pagamento in contanti (oltre la soglia di € 999,00) e non intendeva rilasciare alcuna documentazione, nè fiscale nè ai sensi del'art. 64."

Strano! Mai sentito parlare del numero telefonico 117 ? Se qualcuno è timido può anche fare la denuncia on-line

Secondo me sono casi che vanno assolutamente segnalati, al terzo o quarto che si becca la denuncia in flagranza di reato le cose secondo me cambiano anche per molti commercianti disonesti

Al banco della Emirates dell'aereoporto di Venezia un nigeriano voleva acquistare un biglietto per Lagos, e aveva già tirato fuori una mazzetta di banconote... Emirates ha rifiutato il pagamento (e non ha venduto il biglietto), chissà come mai

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"Un amico del forum, che ad un recente Convegno numismatico nazionale avrebbe voluto acquistare una certa moneta, si è trovato nell'impossibilità di perfezionare l'acquisto perchè il venditore pretendeva il pagamento in contanti (oltre la soglia di € 999,00) e non intendeva rilasciare alcuna documentazione, nè fiscale nè ai sensi del'art. 64."

Strano! Mai sentito parlare del numero telefonico 117 ? Se qualcuno è timido può anche fare la denuncia on-line

Secondo me sono casi che vanno assolutamente segnalati, al terzo o quarto che si becca la denuncia in flagranza di reato le cose secondo me cambiano anche per molti commercianti disonesti

Al banco della Emirates dell'aereoporto di Venezia un nigeriano voleva acquistare un biglietto per Lagos, e aveva già tirato fuori una mazzetta di banconote... Emirates ha rifiutato il pagamento (e non ha venduto il biglietto), chissà come mai

E' quello che avevo detto anche io nella prima risposta a Bizerba:

Quanto al fatto di non voler rilasciare nessuna documentazione, invece, trovo che sia una cosa deleteria per tutto il comparto e che il compratore avrebbe dovuto esigerla a costo di chiamare il 117 su due piedi...

Cominciamo a farlo davvero...

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"Eh no!...intanto al convegno il registro non lo puoi portare dietro quindi non puoi aggiungere un bel nulla..

Beh, se invece nei giorni del Convegno il negozio fosse chiuso, nulla vieta che il registro Ti segua al Convegno...(tant'è che molti commercianti, tra vedere e non vedere, ai Convegni se lo portano, considerato che l'art. 128 del T.U. di P.S. prevede che "tale Registro deve essere esibito agli Ufficiali ed Agenti di P.S..ad ogni loro richiesta").

E comunque, se il Registro fosse rimasto a casa, le annotazioni verrebbero effettuate al rientro in sede, insieme alla compilazione dei certificati delle monete vendute che non sia stato possibile preparare e consegnare all'acquirente direttamente al Convegno.

"Iintanto qualunque moneta tu prenda in carico la devi tenere ferma per dieci giorni che sarebbero un lasso di tempo a disposizione della PG per eventuali controlli..."

E questo vale sempre, sia che la moneta sia ritirata in negozio, sia che venga ritirata al Convegno.

"Intanto ti devo fare la ricevuta per l'intero e lo scontrino lo stesso e poi fare un giroconto di carico con IVA a margine..."

E anche questo vale sia che la moneta sia ritirata in negozio che al Convegno con permuta parziale.

"Intanto, visto che le monete che porti sono tutte indicate in una bolla di accompagnamento, quelle che prendi in carico con cosa le registri? ti fai un'autobolla.?.e se ti fermano cosa gli racconti, visto che non la puoi registrare per mancanza fisica del registro di PS ?"

No. Non Ti fai un "autobolla". Semplicemente avrai compilato un modulo in duplice copia (una va al venditore l'altra la tieni Tu), così come faresTi se la monete Ti venisse ceduta in negozio, nel quale risulteranno i dati di chi Ti ha venduto/permutato la moneta, gli estremi del suo documento d'idenità, il codice fiscale, l'indicazione della moneta, il prezzo, ecc.

Se Ti fanno un controllo, esibirai la dichiarazione (firmata dal venditore) che attesta la cessione, spiegherai che il Registro non l'hai portato al Convegno perchè negli stessi giorni il negozio era regolarmente aperto e quindi il Registro doveva stare in sede.....(dovrebbero capire la situazione, anche se sul punto G, di F. e Carabinieri sembra che non la pensino nello stesso modo...), e...non vedo quali problemi dovrebbero fare....

"La fai troppo facile..vatti a vedere bene la normativa fiscale delle licenze di preziosi che comprendono anche quelle delle monete antiche, vai..

NON sono scarpe o minerali, caro il mio Bizerba, dammi retta..non è facile per nulla, anzi, è parecchio complicata.."

Scusa ma continuo a non vedere particolari differenze sostanziali fra acqusire/vendere monete al Convegno o in negozio.

Il discorso poi del POS o dei contanti è assolutamente indifferente a tutte le questioni che ponevi, anche in caso di permute di altre monete con conguaglio a carico del privato.

.

Se ai Convegni si accetta di vendere al privato una moneta, ritirando anche in permuta parziale altre monete, che il conguaglio sia dato dal privato in contanti o con la carta non vedo cosa cambi.

Dire che in questi casi si accettano solo contanti mi sembra semplicemente pretestuoso.

Per Rickkk:

"Al banco della Emirates dell'aereoporto di Venezia un nigeriano voleva acquistare un biglietto per Lagos, e aveva già tirato fuori una mazzetta di banconote... Emirates ha rifiutato il pagamento (e non ha venduto il biglietto), chissà come mai".

Beh, proprio questo esempio è abbastanza strano, visto che per gli stranieri opera una deroga al limite dei 1.000 euro per i pagamenti in contanti (che per loro viene portato fino a 15.000 euro), in relazione agli acquisti in negozi al minuto, agenzie di viaggi, alberghi, turismo ecc.

http://www.investireoggi.it/fisco/turisti-stranieri-acquisti-in-contanti-fino-a-15-000-euro/

Abbastanza sorprendente che il desk di una Compagnia aerea, in un aeroporto internazionale non si avvalga della deroga, attivando con l'Agenzia delle Entrate la relativa autorizzazione.

Tornando al caso del mio conoscente, egli non era neppure arrivato a concludere il contratto con il seller e quindi chiamare il 117 sarebbe stato abbastanza inutile.

La mancanza del POS è stata la principale barriera che ha impedito la conclusione del contratto; lui non aveva con se tutto il contante necessario ed il venditore non accettava le carte...ergo c'era poco da dire al 117.

Magari sarà per la prossima volta!... :good:

Saluti.

Michele

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"Eh no!...intanto al convegno il registro non lo puoi portare dietro quindi non puoi aggiungere un bel nulla..

Beh, se invece nei giorni del Convegno il negozio fosse chiuso, nulla vieta che il registro Ti segua al Convegno...(tant'è che molti commercianti, tra vedere e non vedere, ai Convegni se lo portano, considerato che l'art. 128 del T.U. di P.S. prevede che "tale Registro deve essere esibito agli Ufficiali ed Agenti di P.S..ad ogni loro richiesta").

Invece è proprio PROIBITO far uscire il registro dal negozio, almeno quello di PS, ti puoi portare solo quello del Comune per le vendite itineranti e il conto terzi..controlla meglio..il registro va esibito ma deve rimanere nei locali adibiti e preposti alla vendita in forma fissa...

E comunque, se il Registro fosse rimasto a casa, le annotazioni verrebbero effettuate al rientro in sede, insieme alla compilazione dei certificati delle monete vendute che non sia stato possibile preparare e consegnare all'acquirente direttamente al Convegno.

"Iintanto qualunque moneta tu prenda in carico la devi tenere ferma per dieci giorni che sarebbero un lasso di tempo a disposizione della PG per eventuali controlli..."

E questo vale sempre, sia che la moneta sia ritirata in negozio, sia che venga ritirata al Convegno.

"Intanto ti devo fare la ricevuta per l'intero e lo scontrino lo stesso e poi fare un giroconto di carico con IVA a margine..."

E anche questo vale sia che la moneta sia ritirata in negozio che al Convegno con permuta parziale.

"Intanto, visto che le monete che porti sono tutte indicate in una bolla di accompagnamento, quelle che prendi in carico con cosa le registri? ti fai un'autobolla.?.e se ti fermano cosa gli racconti, visto che non la puoi registrare per mancanza fisica del registro di PS ?"

No. Non Ti fai un "autobolla". Semplicemente avrai compilato un modulo in duplice copia (una va al venditore l'altra la tieni Tu), così come faresTi se la monete Ti venisse ceduta in negozio, nel quale risulteranno i dati di chi Ti ha venduto/permutato la moneta, gli estremi del suo documento d'idenità, il codice fiscale, l'indicazione della moneta, il prezzo, ecc.

No, se la moneta la porti in un negozio fisso, il commerciante non deve farti nessuna bolla, si limita a registrare la transazione sui registi IMMOBILIZZATI nel negozio e poi aspettare i canonici dieci giorni.

Al convegno, stante la mancanza dei registri appositi su cosa la registri?

Se Ti fanno un controllo, esibirai la dichiarazione (firmata dal venditore) che attesta la cessione, spiegherai che il Registro non l'hai portato al Convegno perchè negli stessi giorni il negozio era regolarmente aperto e quindi il Registro doveva stare in sede.....(dovrebbero capire la situazione, anche se sul punto G, di F. e Carabinieri sembra che non la pensino nello stesso modo...), e...non vedo quali problemi dovrebbero fare....

Se ti fanno un controllo, specialmente in caso di convegni che durino più di 24 ore, hai voglia a fargli vedere la ricevuta( ma quale ricevuta poi non si capisce) di acquisto dal venditore e spiegargli che il registro era a casa e che il negozio era aperto sicché il registro stesso doveva stare in sede... ti prendi subito una bella imputazione per avere in magazzino materiali non regisitrati e non è una ammenda amministrativa ma si va sul penale e lo dovresti sapere.

"La fai troppo facile..vatti a vedere bene la normativa fiscale delle licenze di preziosi che comprendono anche quelle delle monete antiche, vai..

NON sono scarpe o minerali, caro il mio Bizerba, dammi retta..non è facile per nulla, anzi, è parecchio complicata.."

Scusa ma continuo a non vedere particolari differenze sostanziali fra acqusire/vendere monete al Convegno o in negozio.

Se non le vedi è perché non è il tuo campo ( sei un avvocato o un commercialista?)e non ne capisci a sufficienza, chiedi ad un buon commercialista, ancora meglio se segue negozi di numismatica oppure ad un numismatico che tenga l'amministrazione come si deve..

.Il discorso poi del POS o dei contanti è assolutamente indifferente a tutte le questioni che ponevi, anche in caso di permute di altre monete con conguaglio a carico del privato.

No no, non è per nulla uguale: come faccio a farti una ricevuta da 1000 euro con uno scontrino POS da 700 perché ti ho ritirato una moneta da 300 se la transazione della moneta in acquisto non la posso registrare in contemporanea?

Quando poi ti controllassero le strisciate chiamo te a spiegarglielo?

.

Se ai Convegni si accetta di vendere al privato una moneta, ritirando anche in permuta parziale altre monete, che il conguaglio sia dato dal privato in contanti o con la carta non vedo cosa cambi.

Vedi sopra...

Dire che in questi casi si accettano solo contanti mi sembra semplicemente pretestuoso.

Non è pretestuoso e non è neanche completamente corretto, ma risolve, prosaicamente, il problema che la normativa crea, ti porti a casa i soldi e poi fai una operazione di cassa dopo aver registrato..

Per Rickkk:

"Al banco della Emirates dell'aereoporto di Venezia un nigeriano voleva acquistare un biglietto per Lagos, e aveva già tirato fuori una mazzetta di banconote... Emirates ha rifiutato il pagamento (e non ha venduto il biglietto), chissà come mai".

Beh, proprio questo esempio è abbastanza strano, visto che per gli stranieri opera una deroga al limite dei 1.000 euro per i pagamenti in contanti (che per loro viene portato fino a 15.000 euro), in relazione agli acquisti in negozi al minuto, agenzie di viaggi, alberghi, turismo ecc.

http://www.investire...-a-15-000-euro/

Abbastanza sorprendente che il desk di una Compagnia aerea, in un aeroporto internazionale non si avvalga della deroga, attivando con l'Agenzia delle Entrate la relativa autorizzazione.

Tornando al caso del mio conoscente, egli non era neppure arrivato a concludere il contratto con il seller e quindi chiamare il 117 sarebbe stato abbastanza inutile.

La mancanza del POS è stata la principale barriera che ha impedito la conclusione del contratto; lui non aveva con se tutto il contante necessario ed il venditore non accettava le carte...ergo c'era poco da dire al 117.

Magari sarà per la prossima volta!... :good:

Saluti.

Michele

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Buona sera,

scusate, vorrei un attimo riportare la discussione sui binari tracciati nella mia richiesta iniziale.

La mia richiesta iniziale consisteva nel seguente dubbio. Considerando che l'art.64 del D.Lgs. 41/2004 è applicabile non soltanto ai commercianti professionisti, ma anche a coloro i quali si trovano ad effettuare vendite abituali si monete, sono tenuti a rilasciare una "dichiarazione recante tutte le informazioni disponibili sull'autenticità o la probabile attribuzione o la provenienza", mi chiedevo se non fosse possibile creare un ciclostile anche per le vendite tra privati, i classici scambi di pezzi tra una collezione ed un altra. Almeno in questo caso si avrebbe una piccola pezza attestante la provenienza.

All'atto pratico, come andrebbe impostato?

"Io Tizio Caio all'atto di vendere, al Signor Giulio Giulii la seguente moneta: 5 Lire di Ciccio II Zecca di Vattelappesca peso e diametro ecc, dichiaro la lecita provenienza della stessa in quanto proveniente dalla mia collezione privata. Addì e F.to"

Io credo che sia sempre necassario parlare di numismatica, ed ancor di più delle leggi che riguardano il collezionismo numismatico.

Personalmente sono per il collezionismo cosciente, non solo per ciò che riguarda l'essere un buon collezionista ma anche un buon cittadino che colleziona con tutti i santi crismi.

Mi è capitato diverse volte di dover chiedere anche la semplice fattura e certificato di lecita provenienza nelle vendite on-line con alcuni professionisti della numismatica e non sempre sono stato accontentato.

Pertanto sarei anche ben lieto di girare per i convegni con fotocamerina e stampante a sublimazione per avere un certificato e sarei ancor più lieto se iniziassimo a farlo anche fra collezionisti.

Non sarà obbligatorio per legge, ma forse sarà l'inizio per una seppur minima tracciabilità della numismatica

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Ciao numizmo.

"Invece è proprio PROIBITO far uscire il registro dal negozio, almeno quello di PS...."

Mi citi la norma che proibisce di far uscire il Registro di P.S. dalla sede per portarlo ad una Fiera o Convegno dove si sta vendendo e quando il negozio è chiuso?

Allora se è proibito, non è neppure possibile per i commercianti acquistare ai Convegni (o comunque fuori dalla loro sede fissa) alcuna moneta.....non potrebbero farlo perchè non hanno con sè il Registro e dunque non potrebbero annotare subito l'acquisto.

Quindi chi ritira monete ai Convegni non è mai in regola?

"No, se la moneta la porti in un negozio fisso, il commerciante non deve farti nessuna bolla, si limita a registrare la transazione sui registi IMMOBILIZZATI nel negozio e poi aspettare i canonici dieci giorni.

Al convegno, stante la mancanza dei registri appositi su cosa la registri?"

Non ho parlato di "bolla". Ho parlato di un modulo nel quale sono annotati gli estremi del documento del cedente e gli altri estremi della cessione. Vorrai darla una ricevuta al privato che Ti ha dato la moneta, nella quale risultino tutto gli estremi suoi e della transazione (e anche la sua firma)?

"Se ti fanno un controllo, specialmente in caso di convegni che durino più di 24 ore, hai voglia a fargli vedere la ricevuta( ma quale ricevuta poi non si capisce) di acquisto dal venditore e spiegargli che il registro era a casa e che il negozio era aperto sicché il registro stesso doveva stare in sede... ti prendi subito una bella imputazione per avere in magazzino materiali non regisitrati e non è una ammenda amministrativa ma si va sul penale e lo dovresti sapere"

A parte che so di qualche caso in cui durante i controlli ai Convegni hanno anche chiesto l'esibizione del Registro di P.S.....ma scusa...delle due l'una.....o Tu ai Convegni non ritiri monete (ma in uno dei Tuoi post precedenti mi era parso di capire che Ti capitava di farlo...) oppure se le ritiri, non avendo appresso il Registro e non facendo compilare al cedente alcun modulo, cosa presenti in caso di controllo?

In base a quello che scrivi, i commercianti non potrebbero mai ritirare ai Convegni alcunchè, perchè in caso di controlli verrebbero inevitabilmente sanzionati.

"No no, non è per nulla uguale: come faccio a farti una ricevuta da 1000 euro con uno scontrino POS da 700 perché ti ho ritirato una moneta da 300 se la transazione della moneta in acquisto non la posso registrare in contemporanea?

Quando poi ti controllassero le strisciate chiamo te a spiegarglielo?

Se disponi di una pezza giustificativa circostanziata, che dimostra il ritito di una moneta da 300, con relativi documenti del cedente (moneta ed operazione che annoterai nel Registro appena rientri in sede, se in Registro ce l'hai il negozio) e, correlativamente, hai venduto una moneta per 1.000 euro

con emissione di scontrino per tale importo e strisciata del POS per 700, non vedo perchè non dovresTi essere in regola.

A quanto pare, l'unico problema sarebbe che al Convegno non hai sottomano il Registro, per anotare subito l'operazione....perchè se invece ce l'avessi tutto sarebbe normale.

Mi chiedo a questo punto come facciano i commercianti a ritirare monete ai Convegni! O anche solo ad accettare monete in permuta parziale. Eppure i banchi dei Convegni sono pieni di cartelli con su scritto: "si acquistano monete".

Tutti fuori legge? O sono solo quelli che si sono portati il Registro al Convegno (che però sarebbero ugualmente fuori legge, perchè non potrebbero spostare il Registro dal negozio...).

Per providentiaoptimiprincipis (ammazza che lungo questo nick... :clapping: ).

"Io Tizio Caio all'atto di vendere, al Signor Giulio Giulii la seguente moneta: 5 Lire di Ciccio II Zecca di Vattelappesca peso e diametro ecc, dichiaro la lecita provenienza della stessa in quanto proveniente dalla mia collezione privata. Addì e F.to"

Direi che va benissimo. Magari ci puoi aggiungere che la moneta della Tua collezione privata proviene dall'asta "Gatto & la Volpe" del 31.2.2012 Lotto nr. 13 e se hai anche qualche pezza giustificativa, potresTi fare cosa gradita all'acquirente nel cedergliela insieme all'attestazione.

Anzi...direi che in questo caso faresTi un figurone... :hi:

Saluti.

M.

Modificato da bizerba62
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Ciao numizmo.

"Invece è proprio PROIBITO far uscire il registro dal negozio, almeno quello di PS...."

Mi citi la norma che proibisce di far uscire il Registro di P.S. dalla sede per portarlo ad una Fiera o Convegno dove si sta vendendo e quando il negozio è chiuso?

Guarda, questa discussione l'abbiamo già fatta qualche tempo fa e in quella occasione già mi domandasti in base a quale norma non si può asportare il regsitro di PS dal locale vendita e portarselo in giro..se te la vai a rivedere , lì ti avevo già indicato tutti gli articoli di legge relativi. Di ripartire da capo con la stessa manfrina non ne ho voglia, anche se "repetita juvant" come ho detto, visto che non sei un dilettante ma un professionista ,in questo caso è inutile che mi ripeta, per cui, basta che te la cerchi, oppure, visto che sei un legale, cerca direttamente la normativa del caso....

Adesso,fatto salvo che i registri NON possono uscire dal locale in cui si svolge la vendita in forma fissa, tutto il resto delle tue obiezioni e / o domande viene conseguentemente a perdere ragione di essere.

Saluti.

M.

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REGISTRO DI PUBBLICA SICUREZZAI soggetti obbligati alla tenuta, conservazione ed al corretto uso del Registro, ai sensi dell’art.128 del Testo Unico delleLeggi di Pubblica Sicurezza 18 giugno 1931 n.773 e art.247 del relativo regolamento di attuazione, sono: I fabbricanti di oggetti preziosi I commercianti all’ingrosso di oggetti preziosi I commercianti al dettaglio di oggetti preziosi I mediatori (anche occasionali) di oggetti preziosi I cesellatori Gli orafi riparatori Gli artigiani orafi (iscritti all’Albo Artigiani delle C.C.I.A.A. ed in possesso del marchio di identificazione) Gli incastonatori di pietre preziose Gli esercenti di industrie ed arti affiniAnche gli appartenenti a queste ultime quattro categorie (cesellatori, orafi iscritti all’albo delle imprese artigiane,incastonatori ed esercenti industrie ed affini) sono obbligati a fornire prova degli oggetti usati che detengono a qualsiasititolo nonostante non siano più obbligati al possesso della licenza di P.S. né per la fabbricazione di oggetti preziosi néper ottenere l’iscrizione nel registro degli assegnatari di marchio di identificazione in base all’art. 16 del D.L. 31 marzo1998, n° 112 e art 14 del D.Lgs 22 maggio 1999, n.2 51 - Circolare Ministero Interno 30 novembre 1999n.559/C.22917.12020, purché iscritti all’albo delle imprese artigiane della Camera di Commercio.Da considerare anche il fatto che il Ministero dell’Interno con una circolare telegrafica del 19 aprile 2001 ha ribaltato ilparere espresso nella nota del 24 maggio 2000 prot. 559/C.10908-12020, consentendo agli artigiani, iscrittinell’apposito albo istituito presso le Camere di Commercio, anche la vendita di oggetti preziosi di produzione propriasenza munirsi di licenza di Pubblica Sicurezza per la vendita al dettaglio.P.S. Per definizione di artigiani vedere legge quadro sull’artigianato 8 agosto 1985, n.443 artt. 3 e 4 e modifica all’art. 5della legge quadro sull’artigianato prevista nel collegato alla Finanziaria 2001 approvato il 27 febbraio 2001 dallaCamera dei Deputati.).Una volta in possesso dei registri, comunemente in vendita in cartoleria come “;Registro del Commercio, antichità,preziosi e beni usati” e altro normale Registro adatto all’uso, o in alternativa una serie di fogli numerati come da allegatiModello A e Modello B, occorre farlo bollare dall’Autorità di P.S. competente dove è ubicato l’esercizio; va conservato nella sede dell’attività ed esibito ad ogni richiesta degli Ufficiali e degli Agenti di P.S., i quali dovranno apporre data efirma ogni qualvolta procedono al controllo.Anche la Guardia di Finanza potrà chiedere di controllare la tracciabilità dell’oggetto per scopi diversi quali

Questa è sul web, poi se mi ricapita in mano il registro vecchio ti allego anche la pagina con sù stampato dove pìè scritto che deve stare in negozio

Modificato da numizmo
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Anche io ho avuto la stessa delusione dell'altro collezionista che non ha potuto pagare con la carta di credito la moneta di 2.000 Euro.

Ma i commercianti pensano che un potenziale cliente vada in giro con tutto quel contante in tasca?

Io, che vivo a Vienna ormai da 12 anni, non ho mai pagato monete in contante. Sempre con la carta. In Italia quando la uso, mi chiede il pin e questo deve essere una garanzia anche per il venditore.

Ma come si fa nel 2012 a non accettare pagamenti in forma elettronica?

Mai vista una cosa del genere e per me inaccetabile

saluti

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In Italia quando la uso, mi chiede il pin e questo deve essere una garanzia anche per il venditore.

E perché lo dovrebbe essere?

Ma come si fa nel 2012 a non accettare pagamenti in forma elettronica?

Ma nessuno ha detto che non li si vorrebbe accettare..solo che, vista la regolamentazione fiscale le spese e la vulnerabilità del sistema dei pagamenti eletrtronici, quì in Italia non sono così ben accetti come all'estero...intanto all'estero un pagamento elettronioc, o tarmite bonifico o assegno può essere richiamato e invalidato se ci sono contestazioni...in Italia non si può...( chargeback si chiama)

Appena il funzionamento di questi sistemi e la fiscalità saranno adattate ai tempi odierni, allora la questione accoglimento cambierà..

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Ciao a tutti.

Il "pezzo" che numizmo ha riportato nell'intervento nr. 21 non conferma l'esistenza di un divieto assoluto a portare al Convegno il Registro.

Chiedevo quale fosse il riferimento normativo che proibisce di portare con sé il Registro ad un Convegno, quando il negozio è chiuso, perchè dalla lettura dell'articolo del T.U.L.P.S. (art. 128) e di quello del Regolamento di attuazione del medesimo T.U.L.P.S. (art. 247), che avevo già visto e che numizmo ha riportato nel precedente intervento, non c'è scritto nulla in proposito.

Che poi, in un Registro della Buffetti o della Vattelapesca ci sia stampato “questo Registro non può uscire dalla sede della Ditta”, senza che esista un riferimento normativo, mi lascia del tutto indifferente.

Intanto riportiamo il testo di entrambi gli articoli, in modo che tutti leggano quello che c'è scritto:

Art. 128

"I fabbricanti, i commercianti, gli esercenti e le altre persone indicate negli articoli 126 e 127 non possono compiere operazioni su cose antiche o usate se non con le persone provviste della carta di identità di altro documento munito di fotografia, proveniente dall'amministrazione dello Stato.

Essi devono tenere un registro delle operazioni di cui al primo comma che compiono giornalmente, in cui sono annotate le generalità di coloro con i quali le operazioni stesse sono compiute e le altre indicazioni prescritte dal regolamento.

Tale registro deve essere esibito agli ufficiali ed agenti di pubblica sicurezza, ad ogni loro richiesta.

Le persone che compiono operazioni di cui al primo comma con gli esercenti sopraindicati, sono tenute a dimostrare la propria identità nei modi prescritti.

L'esercente, che ha comprato cose preziose, non può alterarle o alienarle se non dieci giorni dopo l'acquisto, tranne che si tratti di oggetti comprati presso i fondachieri o i fabbricanti ovvero all'asta pubblica."

Art. 247

"Il registro di chi fa commercio di cose antiche od usate o di chi commercia o fabbrica oggetti preziosi deve, agli effetti dell'art. 128 della Legge, indicare, di seguito e senza spazi in bianco, il nome, cognome e domicilio dei venditori e dei compratori, la data dell'operazione, la specie della merce comprata o venduta ed il prezzo pattuito.

Fatte salve le disposizioni di Legge in materia di prevenzione del riciclaggio, le disposizioni degli articoli 126 e 128 della Legge si applicano al commercio di cose usate quali gli oggetti d'arte e le cose antiche, di pregio o preziose, nonche' al commercio ed alla detenzione da parte delle imprese del settore, comprese quelle artigiane, di oggetti preziosi o in metalli preziosi o recanti pietre preziose, anche usati. Esse non si applicano per il commercio di cose usate prive di valore o di valore esiguo."

Il 247 non ci dice nulla in proposito.

L'art. 128, al terzo comma, stabilisce che: “Tale registro deve essere esibito agli ufficiali ed agenti di pubblica sicurezza, ad ogni loro richiesta.

In base a quanto sopra si desume che il Registro debba essere custodito ove si svolge l'attività, perchè un eventuale controllo, con richiesta di esibizione del Registro, verrà di norma svolto presso la sede della ditta ed è dunque lì che il Registro deve trovarsi.

Però da ciò non mi pare che discenda in assoluto un divieto di spostare il Registro quando la ditta – chiuso il negozio fisico – si sposta per svolgere la sua attività in una Fiera o Convegno.

Anzi, visto che la norma impone di esibirlo al personale di P.S. “ad ogni loro richiesta”, personalmente interpreterei la previsione nel senso che, se il controllo avviene durante un Convegno, il Registro dovrebbe essere esibito anche in quella cicostanza.

Salvo che non esista una norma (che finora però non si è trovato) che imponga di non spostare il Registro dalla sede della ditta.

Il problema semmai si porrebbe se, mentre la Ditta effettua il Convegno, il negozio fisico è anch'esso aperto.

Perchè allora il Registro non potresti spostarlo dalla Sede in quanto è il luogo ordinariamente preposto alla sua conservazione e custodia.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa la G. d. F. in proposito (Domenico...se ci sei batti un colpo.. :help: )

In attesa di un autorevole parere di Domenico, caro numizmo, rimane senza risposta la domanda che Ti ponevo in precedenza:

Come fanno i commercianti a ritirare monete da privati durante i Convegni, se non hanno portato il Registro?

Risposte possibili:

A. Ritirano ma rischiano; B. Non si ritira mai nulla (però a questa risposta non ci crederebbe nessuno); C. che altro?

Saluti... :hi:

Michele

Modificato da bizerba62
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Frattanto, mentre noi parliamo di connessioni lente e carte poco affidabili, è entrato oggi in vigore il Decreto-Legge denominato Crescita 2.0".

http://www.businesspeople.it/Business/Economia/Ecco-l-impresa-innovativa.-Il-decreto-Crescita-2.0-entra-in-vigore_39666

All'art 15 ("pagamenti elettronici") si prevede che dal 1°.1.2014 commercianti e professionisti saranno obbligati ad accettare i pagamenti mediante POS.

Non è invece stato per il momento ritoccato il limite dei 999,99 euro per i pagamenti in contanti, che sembrava sarebbe stato portato a 49,99 euro.

Il D.L. rimette sul punto la decisione ad uno o più decreti del Ministero dello Sviluppo Economico, di concerto con quello dell'Econoia e Finanze, sentita la Banca d'Italia.

Ora il Parlamento ha 60 giorni di tempo per convertire in Legge il suddetto D.L.

Vedremo se il Parlamento apporterà modifiche o se il D.L. sarà convertito così com'è.

Saluti.

m.

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