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Lungo il Viale dei Morti troviamo una serie di templi in cui vivevano i "cittadini" più ricchi ed influenti tra cui la Casa del Sacerdote, il Palacio de Quetzalpapalotl, il Palacio de los Jaguares, la Estructura de las caracolas emplumadas e il Templo de Quetzalcóatl (Serpente Piumato).

Ecco alcune foto del Palacio de Quetzalpapalotl

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La parte centrale del tempio si trova un patio circondato da colonne e basso rilievi che rappresentano, di profilo, uccelli, farfalle (papalotl) e Quetzales (da Quetzal, uccello coloratissimo le cui piume della coda erano utilizzate dai Maya come moneta). I rituali che venivano praticati in questo tempio erano associati al culto della Piramide della Luna.

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Inviato

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Si possono ancora vedere delle splendite ossidiane incastonate nel rilievo.

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Questa immagine è invece tratta dal complesso architettonico definito dagli archeologi "Grupo del Mural del Puma", una di quelle strutture che sorgevano lungo il Viale dei Morti.

Questo splendido felino raffiguratovi è un puma ed è dipinto al di sopra di un fondo dove si alternano delle fasce oblique di color rosso, bianco e verde che simbolizzano l'ambiente acquatico. Inoltre i cerchi verdi che si possono ammirare in questa pittura murale, rappresentano le pietre preziose dette chalchihuites.

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La gente comune viveva invece in grandi costruzioni residenziali che sorgevano un po' in tutto il resto della città. Molti di questi edifici contenevano botteghe e laboratori artigianali che producevano e vendevano perlopiù oggetti in ceramica.

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  • 2 settimane dopo...
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Come ultima tappa del mio viaggio vi parlerò dello splendido Museo Nacional de Antropología. Questo museo è talmente grande e ricco che dovete perderci almeno mezza giornata. Tra i fantastici reperti e l’incredibile sezione all’aperto dove le rovine sono collocate nel “loro ambiente naturale” sembra quasi di essere in un set cinematografico.

Ma come tutti vi starete immaginando, non si può parlare di Museo Nazionale senza parlare della Piedra del Sol.

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La “Pietra del Sole” è un monolite di origine azteca rinvenuto nel 1790 nelle vicinanze dello Zocalo, piazza principale di Città del Messico. La pietra, che devo dire, è maestosa, è anche chiamata la pietra di Tenochtitlan, nome della capitale dell’impero azteco. La pietra, come vediamo in alcune ricostruzioni, dove originariamente essere in parte dipinta, con colori come il giallo ocra ed il rosso, simbolo del sangue, colori dalla forte natura simbolica. Gli storici sono quasi del tutto certi che la sua funzione fosse quella di un calendario ma riguardo alla sua posizione originaria, si dibatte ancora oggi se la pietra fosse stata disposta in posizione orizzontale o verticale, propendendo per la prima ipotesi. Il Sole, posto come centro dell’Universo, era il principale mediatore tra gli uomini e il cielo, tra la vita e la morte. La pietra, oltre alla funzione di calendario solare, regolava la vita stessa dell’uomo. I sacrifici umani, infatti, facevano si che il sole potesse rinascere ogni giorno.

La pietra presenta una serie di cerchi concentrici nel cui centro è raffigurato Tonatiuh, dio del “Quinto Sole”, sorto dopo la fine apocalittica delle quattro ere anteriori. La figura ha la bocca aperta per mettere in evidenza il coltello sacrificale in pietra di ossidiana usato per i sacrifici. Il collo e le orecchie sono ornati rispettivamente da una collana e da un paio di orecchini di giada. Nel primo cerchio troviamo rappresentati i 4 soli generatori del mondo, periodi in cui il genere umano si sarebbe estinto. La lettura deve essere effettuata da destra a sinistra dove incontriamo, per ordine, il Primo Sole, rappresentato dal giaguaro (ocelot) ed il Secondo Sole, con il vento (ehecatl). Nella parte inferiore, troviamo invece il Terzo Sole, rappresentato dalla pioggia di fuoco (quiàhuitl) ed il Quarto Sole, con l'acqua (atl). Ai lati di queste figure si possono vedere degli artigli d'aquila che trattengono un cuore. Nel secondo cerchio troviamo i 20 simboli del calendario sacro, che avevano un circolo di soli 260 giorni: coccodrillo (cipactli), vento (ehécatl), casa (calli), lucertola (cuetzpallin), serpente (còatl), morte (miquiztli), cervo (màzatl), coniglio (tochtli), acqua (atl), cane (itzcuintli), scimmia (ozomatli), erba divina (malinalli), canna (àcatl), giaguaro (océlotl), aquila (cuauhtl), avvoltoio (cozcacuauhtli), movimento (ollin), coltello di selce (técpatl), pioggia (quiahuitl) e fiore (xochitl). Nel terzo e nel quarto cerchio troviamo i 4 gradi raggi solari a forma di angolo, sovrapposti ad una fascia in cui sono presenti molti elementi che simbolizzano l'universo, come il calore del sole, le gocce di sangue, le piume di aquila e le spine, utilizzate nei sacrifici per procurarsi lesioni ed offrire così il proprio sangue. Infine il quinto cerchio è “composto” da due serpenti che circondano e delimitano l’intera piedra. Dalle loro fauci fuoriescono i volti degli dei Xiuhtecutili, dio del fuoco (a destra), e Tonatiuh, dio del Sole (a sinistra), rispettivamente cielo notturno e cielo diurno. Le spire dei due serpenti sono costituite da elementi simili a fiamme, inserite in riquadri. In alto, nel punto in cui le spire si incontrano, è inserita una data (matlactli omey acatl o “13 canna”) che corrisponde sia all'anno 1479 del calendario gregoriano sia alla nascita del quinto Sole, sotto il regno di Axayacatl. I puntini che decorano il bordo esterno rappresentano le stelle del cosmo.

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Se il Sole è rappresentato dalla Piedra del Sol, la Luna, invece, è rappresentata dalla splendida Lapida Lunar.

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La leggenda narra che gli dei, per differenziare la luna e non farla competere con la luminosità del sole, le inviarono un coniglio. E questo vi rimase formandovi una grande “macchia” che tutt’oggi possiamo ammirare. Anche la luna viene rappresentata sotto forma di pietra calendarica con il numero quattro (numero del calendario con cui viene indicato l’astro) presente nella parte superiore. Il coniglio Tochtli viene posto al centro di un grande cerchio dove poggia un vaso colmo di acqua. Il primo cerchio è circondato a sua volta da un altro, che presenta delle “punte” indicanti i raggi, ormai non più luminosissimi, della luna.

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Gli storici individuano tre differenti calendari tra i quali uno per i sacerdoti, uno sacro per l'intera comunità ed uno per i contadini, che si basava principalmente sulla vita nei campi.

Mentre il calendario sacro veniva contato secondo il ciclo dei venti segni che avevano un circolo di soli 260 giorni, il calendario dei contadini, che si basava sul ciclo delle stagioni, sui periodi di semina e di raccolta e sulle principali ricorrenze campestri, vedeva una durata di 365 giorni, composto da diciotto mesi da venti giorni ciascuno, più cinque giorni aggiuntivi di fine anno chiamati nemontemi (“giorni inutili”) e considerati giorni sfortunati. I bambini che nascevano in questi giorni, venivano chiamati nemo, ad indicare coloro che non avrebbero avuto fortuna nella vita e per questo erano destinati a vivere nella miseria e nella povertà. In questi giorni erano vietate le cerimonie ed i rituali importanti tranne una, che veniva celebrata apposta per scongiurare la fine del mondo, in quei giorni funesti, tanto sentita.

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Simboli del calendario sacro azteco (presenti anche nella Piedra del Sol).

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I famosi cinque giorni funesti rimanenti, erano gli ultimi quattro di Gennaio ed il primo di Febbraio: il 2 di Febbraio era il primo giorno dell'anno per gli aztechi.

Per cui fatevi due calcoli..... siete dei "nemo" ;-) ?

28, 29, 30, 31 Gennaio e 1 Febbraio sei "out"! hi hi

Valentina

Modificato da Ixchel

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Come ultima tappa del mio viaggio vi parlerò dello splendido Museo Nacional de Antropología. Questo museo è talmente grande e ricco che dovete perderci almeno mezza giornata. Tra i fantastici reperti e l’incredibile sezione all’aperto dove le rovine sono collocate nel “loro ambiente naturale” sembra quasi di essere in un set cinematografico.

Ma come tutti vi starete immaginando, non si può parlare di Museo Nazionale senza parlare della Piedra del Sol.

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La “Pietra del Sole” è un monolite di origine azteca rinvenuto nel 1790 nelle vicinanze dello Zocalo, piazza principale di Città del Messico. La pietra, che devo dire, è maestosa, è anche chiamata la pietra di Tenochtitlan, nome della capitale dell’impero azteco. La pietra, come vediamo in alcune ricostruzioni, dove originariamente essere in parte dipinta, con colori come il giallo ocra ed il rosso, simbolo del sangue, colori dalla forte natura simbolica. Gli storici sono quasi del tutto certi che la sua funzione fosse quella di un calendario ma riguardo alla sua posizione originaria, si dibatte ancora oggi se la pietra fosse stata disposta in posizione orizzontale o verticale, propendendo per la prima ipotesi. Il Sole, posto come centro dell’Universo, era il principale mediatore tra gli uomini e il cielo, tra la vita e la morte. La pietra, oltre alla funzione di calendario solare, regolava la vita stessa dell’uomo. I sacrifici umani, infatti, facevano si che il sole potesse rinascere ogni giorno.

La pietra presenta una serie di cerchi concentrici nel cui centro è raffigurato Tonatiuh, dio del “Quinto Sole”, sorto dopo la fine apocalittica delle quattro ere anteriori. La figura ha la bocca aperta per mettere in evidenza il coltello sacrificale in pietra di ossidiana usato per i sacrifici. Il collo e le orecchie sono ornati rispettivamente da una collana e da un paio di orecchini di giada. Nel primo cerchio troviamo rappresentati i 4 soli generatori del mondo, periodi in cui il genere umano si sarebbe estinto. La lettura deve essere effettuata da destra a sinistra dove incontriamo, per ordine, il Primo Sole, rappresentato dal giaguaro (ocelot) ed il Secondo Sole, con il vento (ehecatl). Nella parte inferiore, troviamo invece il Terzo Sole, rappresentato dalla pioggia di fuoco (quiàhuitl) ed il Quarto Sole, con l'acqua (atl). Ai lati di queste figure si possono vedere degli artigli d'aquila che trattengono un cuore. Nel secondo cerchio troviamo i 20 simboli del calendario sacro, che avevano un circolo di soli 260 giorni: coccodrillo (cipactli), vento (ehécatl), casa (calli), lucertola (cuetzpallin), serpente (còatl), morte (miquiztli), cervo (màzatl), coniglio (tochtli), acqua (atl), cane (itzcuintli), scimmia (ozomatli), erba divina (malinalli), canna (àcatl), giaguaro (océlotl), aquila (cuauhtl), avvoltoio (cozcacuauhtli), movimento (ollin), coltello di selce (técpatl), pioggia (quiahuitl) e fiore (xochitl). Nel terzo e nel quarto cerchio troviamo i 4 gradi raggi solari a forma di angolo, sovrapposti ad una fascia in cui sono presenti molti elementi che simbolizzano l'universo, come il calore del sole, le gocce di sangue, le piume di aquila e le spine, utilizzate nei sacrifici per procurarsi lesioni ed offrire così il proprio sangue. Infine il quinto cerchio è “composto” da due serpenti che circondano e delimitano l’intera piedra. Dalle loro fauci fuoriescono i volti degli dei Xiuhtecutili, dio del fuoco (a destra), e Tonatiuh, dio del Sole (a sinistra), rispettivamente cielo notturno e cielo diurno. Le spire dei due serpenti sono costituite da elementi simili a fiamme, inserite in riquadri. In alto, nel punto in cui le spire si incontrano, è inserita una data (matlactli omey acatl o “13 canna”) che corrisponde sia all'anno 1479 del calendario gregoriano sia alla nascita del quinto Sole, sotto il regno di Axayacatl. I puntini che decorano il bordo esterno rappresentano le stelle del cosmo.

non posso che stare amirativo davanti l'artigiani gravori di quella nazione........ :closedeyes:

curioso calendario... :huh: ..l'equinoxe d'estate,e quello d'inverno non correspondono a le nostre data.......neanche il numero di giorno..........fascinante..!! :huh:


Inviato (modificato)

Il sacrificio, per gli Aztechi, era visto come un principio cosmico fondamentale in questo universo, importante affinchè il mortale entrasse in contatto con la divinità. Se molti popoli antichi contavano i solstizi attraverso l'uso di pali o pietre erette, gli Aztechi costruivano le proprie città come dei veri e propri "osservatori astronomici". Un grandissimo esempio ne è Teotihuacan.

Secondo l'archeoastronomo, Anthony Aveni, il Templo Mayor avrebbe avuto lo scopo di annunciare gli Equinozi: al mattino di un particolare giorno di primavera e di autunno, l'osservatore che si fosse trovato sui gradini del tempio di Quetzacoatl, avrebbe visto sorgere il sole esattamente nel varco tra i due templi, in cima alla piramide orientale (ricordiamo i due templi che compongono il Templo Mayor: uno dedicato a Quetzacoatl e uno a Tlaloc). In corrispondenza dell'Equinozio di primavera, gli aztechi celebravano la festa di Xipe Totec ("Nostro Signore lo Scorticato", 6 Marzo - 25 Marzo), divinità mixteca, in origine chiamata semplicemente Xipe, entrò in seguito a far parte della religione azteca. Era una divinità che presiedeva alla rinascita, al passaggio dalla morte alla vita e viceversa. Dea dell'agricoltura e della primavera, la leggenda narra che si tolse la pelle per dare nutrimento all'umanità. Ogni anno, durante il Tlacaxipehualiztli, secondo mese rituale dell'anno atzeco che cadeva all'equinozio di primavera, venivano fatti festeggiamenti in onore di Xipe Totec con sacrifici umani.

Un altro obiettivo dei sacrifici umani era quello di tenere in vita il Sole. Il Codice Mendoza del 1325, mostra l'aquila che con gli artigli strappa il frutto di un cactus, dove il rapace stava a simboleggiare il Sole ed il frutto, il cuore umano. Se l'Equinozio avveniva il giorno e nella maniera prestabiliti, era segno che i loro sforzi erano stati ripagati.

Consultare: Richard Heinberg, I riti del Solstizio.

Modificato da Ixchel

Inviato (modificato)

Ecco le feste rituali azteche con le rispettive date:

Nella nostra cultura gli equinozi sono i giorni in un anno in cui iniziano rispettivamente la Primavera e l'Autunno.

20 o 21 Marzo (Equinozio di Primavera)

22 o 23 Settembre (Equinozio d'Autunno)

Abbiamo inoltre scoperto che in corrispondenza dell'Equinozio di Primavera, gli aztechi celebravano la festa di Xipe Totec.

I Solstizi invece, segnano l'inizio dell'Estate e dell'Inverno.

20-21 Giugno (Solstizio d'Estate)

21 - 22 Dicembre (Solstizio d'Inverno)

Il Solstizio d'Inverno, per gli Aztechi cadeva a Dicembre, con la nascita della divinità Huitzilopochtli ("colibrì del Sud", dio della Guerra e del Sole).

Atlcahualo

nota anche come "Xilomanaliztli"

"Distribuzione del mais"

14 febbraio - 5 marzo

Tlaloc

Fertilità, semina

Cuahuitl Ehua - abbattimento cerimoniale di un albero, sacrificio ai figli di Tlaloc

Tlacaxipehualiztli

"Scotennamento dell'uomo"

6 marzo - 25 marzo

Xipe Totec

Primavera, germoglio, fertilità

Sacrificio e scotennamento dei prigionieri, finte battaglie, sacrificio di gladiatori, i sacerdoti indossano la pelle delle vittime per 20 giorni, cerimonie militari

Tozoztontli

"Piccola veglia"

26 marzo - 14 aprile

Tlaltecuhtli

(oltre ai Tlaloc ed a Xipe Totec)

Piantare, semina

Salassi, sepoltura delle pelli ricavate dagli scotennamenti del mese precedente, offerta di fiori e serpenti arrostiti alla terra

Huey Tozoztli

"Grande veglia"

15 aprile - 4 maggio

Cinteotl (oltre ai Tlaloc ed a Chicomecoatl)

Mais, semi, semina

Feste in onore di Tlaloc e degli dei del mais, benedizione dei chicchi di mais, sacrificio di bambini al monte Tlaloc

Toxcatl

"Siccità"

5 maggio - 22 maggio

Tezcatlipoca e Huitzilopochtli

Rinascita

Feste, danze, sacrifici di piccoli uccelli, sacrificio di "Tezcatlipoca"

Etzalcualiztli

"Alimentazione con mais fresco "

23 maggio - 13 giugno

Tlaloc, Chalchiuhtlicue, Quetzalcoatl

Primi raccolti, fine della stagione delle piogge

Sacrificio di "Tlaloc", costruzione di nuove stuoie

Tecuilhuitontli

"Piccola festa dei Signori"

14 giugno - 3 luglio

Xochipilli

Festa della dea del grano, sacrificio di "Huixtocihuatl"

Huey Tecuilhuitl

" Grande festa dei Signori "

4 luglio - 23 luglio

Xilonen, Dei del mais

I Signori, Mais Tenero

Festa di Xilonen, sacrificio di "Cihuacoatl" e "Xilonen", i Signori sfamano i cittadini comuni, danze

Tlaxochimaco

"Donazione dei fiori"

(chiamata anche Miccailhuitontli - "Piccola festa dei morti"

24 luglio - 12 agosto

Huitzilopochtli

Fiori, commercio

Piccola festa dei morti, festa dei mercanti, costruzione del palo Xocotl

Xocotl Huetzi

"Caduta dei frutti"

(chiamata anche Huey Miccailhuitl - "Grande festa dei morti")

13 agosto - 1 settembre

Huehueteotl, Xiuhtecuhtli

Frutta, raccolto

Festa del palo Xocotl, salassi

Ochpaniztli

"Pulitura"

2 settembre - 21 settembre

Tlazolteotl, Toci, Teteo Innan, Coatlicue, Cinteotl

Raccolto, pulizia

Pulizia rituale, bagni rituali, sacrificio di "Teteo Innan"

Teteo Eco

"Arrivo degli dei"

22 settembre - 11 ottobre

Tutte le divinità

Arrivo degli dei

Salassi, festa di Huitzilopochtli, danza degli anziani

Tepeilhuitl

"Festa della montagna"

12 ottobre - 31 ottobre

Xochiquetzal, i Tlaloc, Dei del commercio

Montagne

Festa della montagna, sacrificio di "Xochiquetzal", Festa degli dei di diversi commerci

Quecholli

"Spatole rosa"

1 novembre - 20 novembre

Mixcoatl

Caccia

Cacce rituali, sacrifici di schiavi e prigionieri, costruzione di armi, rifornimento di armature

Panquetzaliztli

"Alzabandiera "

21 novembre - 10 dicembre

Huitzilopochtli

Festa tribale degli Aztechi, nascita di Huitzilopochtli

Alzabandiera, grande festa di Huitzilopochtli, sacrifici di schiavi e prigionieri, battaglie rituali, bevute di Pulque, salassi

Atemoztli

"Discesa dell'acqua"

11 dicembre - 30 dicembre

I Tlaloc

Pioggia

Feste dell'acqua, sacrificio di effigi di Tlaloc fatte con pasta di mais

Tititl

"Tiratura"

31 dicembre 19 gennaio

Ilamatecuhtli (Cihuacoatl)

Antichità

Feste degli anziani, danza del "Cihuateteo", rituali di fertilità, sacrifici di schiavi dei mercanti

Izcalli

"Rinascita"

20 gennaio - 8 febbraio

Tlaloc, Xiuhtecuhtli

Fertilità, acqua, semina

Alimentazione con tamale di amaranto, festa per Xiuhtecuhtli ogni quattro anni

Nemontemi

9 febbraio - 13 febbraio

Demoni Tzitzimime

Cinque giorni sfortunati alla fine dell'anno, astinenza, niente affari

Modificato da Ixchel

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Ed ecco come vi accennavo il parco interno del museo...

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Monumenti totalmente immersi nella natura per un'ambientazione spettacolare.

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Tutte immagini del Templo de Chac.


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Ce ne sono di cose belle da mostrarvi ma ho cercato di segnalarvi l'essenziale. Io ho visitato solamente Città del Messico ma in questa discussione molti di voi hanno partecipato spaziando in tutta la penisola dello Yucatan. Con l’augurio che mi e vi faccio di ritornarci, vi lascio alla discussione.

Ho comunque deciso di lasciare aperta la discussione per chiunque di voi volesse intervenire con nuovi aggiornamenti. Inoltre, ogni volta che verrò in possesso di notizie interessanti sul Messico e le sue antiche popolazioni, vedrò di segnalarvelo.

Suerte!

Valentina

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Non potevo non riportare gli interessantissimi articoli dell'ultimo National Geographic, riguardanti i Maya.

1) Scoperti in Guatemala i resti di un’antica regina guerriera Maya che guidò il regno di Wak nel VII secolo d.C.

di James Owen

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La piccola giara d’alabastro raffigurante un’anziana donna. Fotografia di El Peru Waka Regional Archaeological Project

Nel sito archeologico maya di El Peru-Waka’ sono stati scoperti i resti di un'antica regina guerriera: la tomba sembra appartenere a K’abel, la sovrana che fu a capo del regno di Wak tra il 672 e il 692 d.C.

Il ritrovamento è avvenuto durante gli scavi del tempio a piramide condotti da David Freidel, archeologo della Washington University di St. Louis. Il corpo era sepolto insieme a diversi oggetti, tra cui vasellame in ceramica, gioielli di giada, figurine di pietra e una particolare giara d’alabastro modellata a forma di conchiglia di strombo - un grosso mollusco tipico dei Caraibi - dalla quale emergono la testa e le braccia di un’anziana donna (foto sopra).

Secondo gli studiosi, i geroglifici sul retro della giara contengono i nomi di “Signora delle Ninfee” e “Signora del Dio Serpente”. Entrambi i nomi si riferiscono alla regina che governò il regno di Wak, K’abel, appartenente alla dinastia Kan ("serpente") originaria della città di Calamkul, la capitale maya. Sposata con K'inich Bahlam, si fregiava del titolo di “Kaloomte”, cioè supremo guerriero, che le dava maggiore autorità di un re.

Ornamenti da regina

Sebbene le pessime condizioni di conservazione dello scheletro abbiano impedito di determinare con certezza sesso ed età, le caratteristiche del cranio sembrano coincidere con quelle di un antico ritratto del severo volto della regina Maya.

Anche il ritrovamento di una conchiglia d’ostrica sul torace suggerisce che la tomba appartenesse proprio a K’abel: secondo gli archeologi che hanno studiato i resti, infatti, la regina indossava quel tipo di conchiglie come ornamenti.

David Stuart, un docente di arte e scrittura precolombiana alla University of Texas che non ha partecipato alla ricerca, sostiene che “è difficile stabilire l’identità di un corpo in una tomba regale, a meno che non ci sia un’incisione sulle pareti con il suo nome. Comunque c’è una discreta possibilità che sia proprio lei”.

Anche se è possibile che la giara d’alabastro fosse soltanto un dono di K’abel finito in un’altra tomba, Stuart ha aggiunto che la traduzione dei geroglifici “è molto indicativa”. Proprio la presenza di entrambi i nomi con i quali ci si riferiva alla regina in altre iscrizioni, “non lascia spazio a molti dubbi sul fatto che si tratti della stessa persona”.

Una regina venerata

Stuart spiega che un’usanza della dinastia Kan era quella di dare in mogli le proprie principesse e nobildonne ai principi degli stati vassalli, quali appunto il regno di Wak. Donne come K’abel creavano una connessione familiare con le grandi città del nord come Calakmul. Venivano rappresentate sui monumenti ed entravano a far parte del simbolismo politico nei regni minori.

Il sito di El Peru-Waka’ si estende per circa un chilometro quadrato, con templi-piramide, piazze, palazzi e abitazioni. I suoi antichi resti monumentali, oggi nascosti nell’intricata foresta tropicale, si sono ridotti a un cumulo di macerie nel corso di secoli di abbandono.

La scoperta di questa nuova tomba potrebbe aiutare gli studiosi a capire perché la città rimase un centro di venerazione anche dopo il collasso del regno di Wak. Gli autori dello studio infatti scrivono: “Ora è chiaro che l'età d'oro della città, la sua grande regina e suo marito, vennero ricordati e celebrati dalle persone comuni, con le loro umili offerte e speranze per un futuro rinnovato”.

proprietà del National Geographic


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Questo articolo poi, mi fa proprio sorridere. Un pochino come da noi in Italia, dove, ovunque scaviamo o ristrutturiamo, troviamo un pezzo del nostro passato.

2) C'è un murale Maya in cucina

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Scoperto durante i lavori di ristrutturazione di un'abitazione privata in Guatemala un raro dipinto risalente al periodo immediatamente successivo alla conquista spagnola

di Rachel Kaufman

Se queste mura potessero parlare... Potrebbero svelare i segreti di questo dipinto maya, scoperto durante i lavori di ristrutturazione della casa di Lucas Asicona Ramírez (sulla destra, assieme ai familiari) nel villaggio guatemalteco di Chajul, racconta l'archeologo Jaroslaw Zralka.

Il dipinto, coperto per secoli dall'intonaco, mostra delle figure vestite con abiti tradizionali maya e spagnoli che sfilano in processione reggendo quelli che sembrano essere dei cuori umani, riferisce Zralka.

Da quando è stato riportato alla luce il dipinto ha perso gran parte dei suoi colori, e resta poco tempo per studiarlo, aggiunge l'archeologo. Ma già il fatto che sia arrivato fino a noi è "un fatto straordinario", commenta l'archeologo William Saturno della Boston University, beneficiario di un fondo NGS.

"Non esistono molte opere del genere nelle Americhe, si conservano difficilmente", sottolinea Saturno. "Sarebbe interessante scoprire chi ha realizzato questo dipinto e perché".

National Geographic


Inviato

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foto a cura di Fotografia di Robert Slabonski


Inviato

3) La tomba del principe maya che non volle essere re

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Fotografia per gentile concessione del Progetto Archeologico di Uxul, Università di Bonn

Scoperta a Uxul, in Messico, l'antica sepoltura di un principe maya che non salì mai al trono. Nella tomba anche una rara coppa reale

di Rachel Kaufman

Durante gli scavi di un palazzo maya nelle rovine di Uxul, gli archeologi hanno scoperto l'antica tomba di un principe maya, e un raro manufatto.

Il pavimento di una costruzione di ingresso al complesso reale di Uxul, composto da 11 edifici, nascondeva l'accesso di una piccola camera, che custodiva i resti di un uomo di 20-25 anni oltre a nove oggetti in ceramica.

Su una delle coppe "era inciso un semplice messaggio, scritto con eleganti geroglifici, che recitava: '[Questa è] la coppa del giovane uomo/principe'", spiega Nicolai Grube, antropologo dell'Università di Bonn e membro del team di ricercatori.

Su un'altra coppa è riportata una data che, secondo Grube e il collega Kai Delvendahl, indicherebbe l'anno 711 a.C., il che ci offre qualche indizio riguardo al periodo in cui il principe visse e morì.

È piuttosto usuale che i manufatti maya si riferiscano ai loro proprietari, spiega Grube. Tutte le coppe principesche rinvenute finora sono state portate alla luce "illegalmente, senza controllo sulle operazioni di scavo, da saccheggiatori. Questa è la prima volta che troviamo un recipiente del genere nel suo contesto archeologico".

La civiltà maya si diffuse in

Guatemala, Belize e nella Penisola dello Yucatan in Messico. Intorno al 900 d.C. la cosiddetta Era Classica dell'Impero Maya si concluse dopo una serie di carestie e, forse, di conflitti politici.

L'uomo che non volle essere re

Nonostante le sue evidenti attrazioni archeologiche, la piccola tomba di Uxul è sorprendentemente priva di gioielli di giada: ciò suggerirebbe che il principe non voleva salire al trono, dicono gli esperti.

In caso contrario "avremmo trovato preziosi oggetti come maschere con le sue fattezze, orecchini e altri elaborati oggetti in giada", spiega l'archeologa Jennifer Mathews.

"Stavolta non è stato così. Per questo gli archeologi ritengono che il giovane principe, pur appartenendo alla famiglia reale, non aspirasse al trono", continua Mathews, della Trinity University del Texas, che non ha preso parte alle ricerche.

Grube ha escluso la possibilità che eventuali oggetti di giada possano essere stati trafugati dalla tomba. Era "palesemente sigillata" prima degli scavi, c'era anche una lastra di pietra posizionata all'ingresso della tomba, dichiara.

Prestigio e potere

Sebbene il giovane principe maya non avesse nessuna speranza di ereditare il regno, ebbe comunque modo di accrescere le sue ricchezze.

Fino al 705, Calakmul, metropoli maya distante circa 26 chilometri, dominava Uxul, situata nell'attuale stato di Campeche. Dopo quel periodo, l'influenza di Calakmul diminuì, e i membri della famiglia del principe divennero sovrani di Uxul.

Nella cultura Maya, i sovrani erano considerati divinità, e "venivano ricoperti di ogni genere di ricchezze", aggiunge Mathews della Trinity University.

"Nel complesso, la sua famiglia ottenne maggior prestigio e potere. Suppongo che, anche se senza volerlo, abbia ricevuto dei benefici da quella situazione".

National Geographic


Inviato

4) Scoperto un nuovo tempio Maya

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Il dio Sole raffigurato come uno squalo in una delle incredibili maschere scoperte in Guatemala. Fotografia per gentile concessione di Edwin Román, Brown University

Il tempio, decorato con enormi maschere del dio Sole, è una vera e propria miniera d’ora per gli archeologi che rivela l’antico legame tra re e divinità

di Ker Than

Il Tempio del Sole della Notte era come un faro rosso sangue, che 1.600 anni fa era visibile per chilometri, ornato con maschere giganti del dio Sole, raffigurato come uno squalo e un giaguaro assetati di sangue. Nascosto nella giungla del Guatemala, il tempio è tornato finalmente alla luce, rivelando nuovi importanti dettagli sui regni Maya.

La civiltà Maya, diversamente dagli imperi centralizzati di Inca e Aztechi, era un’aggregazione di città-stato che si estendevano in Guatemala, Belize e Yucatan, in Messico. "Questo concetto è diventato sempre più chiaro a partire circa dagli anni Novanta, quando capimmo che alcuni regni erano più importanti di altri", ha detto l’archeologo Stephen Houston della Brown University, che ha annunciato la scoperta del nuovo tempio.

El Zotz, in Guatemala, era uno dei regni più piccoli, ma a quanto pare anche uno dei più interessanti. Nel 2010 gli archeologi che lavoravano sulla collina vicino al centro della città scoprirono una struttura alta 45 metri, la Piramide del Diablo. In cima trovarono il palazzo reale e la tomba del primo sovrano della città, che visse circa dal 350 al 400 d.C.

Nello stesso periodo, Houston e un collega individuarono le prime tracce del Tempio del Sole della Notte, proprio alle spalle della Piramide del Diablo. Solo recentemente, però, gli scavi hanno messo in luce le incredibili maschere del dio Sole rimaste nascoste per secoli sotto la rigogliosa vegetazione della giungla.

Il potere del Sole

Le pareti laterali del tempio sono infatti decorate con delle maschere, alte un metro e mezzo, che mostrano il volto del dio Sole che cambia mentre, nel corso della giornata, attraversa il cielo. Una maschera lo raffigura come uno squalo, probabilmente riferendosi al sole che sorge a Est, nei Caraibi, ha spiegato Houston. Il sole di mezzogiorno, invece, è rappresentato da un essere con occhi strabici che beve sangue, mentre le altre maschere lo raffigurano come il giaguaro locale che al crepuscolo si risveglia dal suo sonno nella giungla.

Nella cultura Maya il sole è strettamente associato ai nuovi inizi, e il dio Sole rappresenta la regalità. Quindi la presenza di volti solari sulle pareti di un tempio accanto a una tomba reale potrebbe significare che la persona sepolta all'interno sia proprio il capostipite della dinastia dei sovrani di El Zotz. “È un esempio di come il Sole sia stato innestato sull'identità di un re e sui sovrani che lo seguirono", ha detto Houston.

L’archeologo David Freidel, che non ha partecipato agli scavi, ha aggiunto che “l’ipotesi di Houston probabilmente è corretta, nel senso che l'edificio è stato dedicato al sole, una divinità strettamente legata alla regalità. La Piramide del Diablo aumenta la nostra conoscenza delle prime credenze religiose Maya e delle loro pratiche rituali".

La squadra di Houston ha anche scoperto che i Maya di El Zotz, aggiunsero degli ulteriori strati al tempio, di generazione in generazione, quasi considerassero l'edificio come un essere vivente. I nasi e le bocche delle maschere degli strati più vecchi sono stati infatti sistematicamente sfregiati.

"Questa pratica è in realtà abbastanza comune nella cultura Maya," ha detto Houston, "È molto difficile trovare una qualsiasi rappresentazione di un re Maya che non abbia occhi o naso mutilati ... anche se mutilazione non è il termine più appropriato. La vedo infatti più come una disattivazione. È come se spegnessero le maschere in preparazione dei livelli successivi... Non è una mancanza di rispetto. È tutto il contrario."

"Una miniera d'oro di informazioni"

Simon Martin, uno studioso Maya della University of Pennsylvania, ha detto che le maschere di El Zotz sono "assolutamente uniche e preziose, perché potrebbero validare le teorie sulle raffigurazioni del dio Sole. Abbiamo diverse immagini del dio Sole nelle varie fasi Maya ma non abbiamo mai trovato nulla che mette tutto insieme. Abbiamo dovuto ricostruire la sequenza pezzo per pezzo, sperando di avere tutte le parti giuste. Questa finalmente potrebbe essere l'occasione per osservare l’evoluzione della raffigurazione del dio Sole passo dopo passo".

Il tempio è “meravigliosamente ben conservato”, ha aggiunto Martin, "una vera e propria miniera d'oro di informazioni. Abbiamo pochi edifici che si sono conservati interamente. In genere i Maya distruggevano gli edifici per poi costruirne di nuovi, così quando si scava un edificio non si trova molto della decorazione."

Al contrario, i Maya di El Zotz lavorarono molto per preservare la struttura originale del loro tempio, riempiendola di terra e pietre, prima di iniziare la nuova costruzione.

Maschere mostruose

L'archeologo della University of California Karl Taube, che non è stato coinvolto nel progetto, sottolinea il valore artigianale delle maschere. "Sono tridimensionali. I volti sembrano spingersi fuori dalle facciate. Non si vede molto spesso, perché se sporgono troppo rischiano di cadere, ma qui ce l’hanno fatta. L’effetto della luce su questi volti doveva essere molto drammatico". Houston ha aggiunto che anche il colore rosso delle maschere contribuiva a far risaltare i dettagli tridimensionali delle maschere. "Questo pigmento rosso vivo aveva sicuramente un effetto particolarmente intenso all'alba e al tramonto".

Arroccato sulla cima della collina, rosso come il fuoco, il Tempio del Sole della notte doveva "vedere ed essere visto", ha detto Houston. Si vedeva infatti anche da Tikal, un regno vicino più grande e più potente che non era in buoni rapporti con El Zotz. "In genere ci immaginiamo un re come una figura completamente autonoma, ma per i Maya il re faceva spesso parte di una struttura gerarchica di regnanti", spiega Martin. “El Zotz forse fu per un certo periodo sotto la forte influenza di Tikal, ma quando il suo potere si indebolì si rese indipendente, o forse si collegò con dei regnanti più potenti di altre zone".

Nuove scoperte

Nonostante l’attenzione e la cura nella costruzione e nella conservazione del Tempio del Sole della Notte, sembra che esso non sia stato utilizzato a lungo. Le evidenze archeologiche suggeriscono infatti che l’edificio venne abbandonato nel V secolo, per ragioni ancora sconosciute. "È come se all’improvviso i Maya di El Zotz avessero abbandonato i loro strumenti e se ne siano andati durante una delle fasi di espansione dell’edificio”, racconta Houston. "Penso che ci troviamo di fronte alla fine di una dinastia".

La risposta a questi e ad altri misteri arriveranno mano a mano che il Tempio del Sole della Notte verrà esplorato.

"Solo il 30 per cento di questa facciata è stato esposto", ha detto Taube. "Penso che in futuro ci saranno ancora nuove importanti scoperte che porteranno a una più ampia comprensione del reale significato di questo edificio".

National Geographic


Inviato

E molti altri articoli e fotogallery interessantissime che potete consultare su:

http://www.nationalgeographic.it/argomento/maya

Ma la notizia che più mi ha colpito è la seguente:

Il murale che smentisce la profezia dei Maya

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A casa dei Maya Fotografia di Tyrone Turner, National Geographic

Sulle pareti di una casa ritrovata in Guatemala uno scriba tracciò calcoli astronomici per date che vanno ben oltre il "fatidico" 2012

di Chris Combs

La fine del mondo non è in programma per il 21 dicembre 2012. La smentita, per chi ancora ne aveva bisogno, viene proprio dal popolo cui è stata attribuita la funerea profezia: i Maya. Un gruppo di archeologi che sta indagando una città sepolta in Guatemala ha portato alla luce per la prima volta una casa maya adornata da dipinti murali. E accanto al dipinto sono state trovate tracce di calcoli effettuati dagli scribi che si riferiscono a periodi di tempo lunghissimi, anche al di là della presunta data fatidica.

La casa, appartenuta a uno scriba, è una delle migliaia di edifici di Xultún, una gigantesca città maya (vasta 31 chilometri quadrati) scoperta circa un secolo fa ma ancora in gran parte sepolta. Il team di archeologi guidato da William Saturno (nella foto) ha cominciato a studiarla nel 2010. La ricerca di Saturno, finanziata dal Comitato Ricerca ed Esplorazioni della National Geographic Society, sarà illustrata anche da un servizio sul magazine di giugno.


Inviato

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Tetto verde Fotografia di Tyrone Turner, National Geographic

Illuminato dalle lampade del fotografo, il dipinto murale, che con ogni probabilità raffigura uno scriba, fa capolino tra la vegetazione e la terra che ricoprono l'edificio. Al suo interno, tre pareti sono ricoperte di calcoli e dipinti, tra cui il ritratto di un re sul trono.

Ma che emozione deve essere stata ritrovare questa serie di affreschi....


Inviato

Ed ecco la spiegazione:

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Oltre il 2012 Illustrazione di William Saturno e David Stuart, National Geographic

Questi segni tracciati sulla parete nord della casa rappresentano date calcolate secondo il cosiddetto "computo lungo" dei Maya: uno di essi si riferisce a un momento posto a distanza di 7.000 anni nel futuro. William Saturno, nella sua ricerca, ipotizza che i calcoli si riferiscano a cicli astronomici, come quello delle eclissi lunari o del movimento del pianeta.

"Gli antichi Maya prevedevano che il mondo sarebbe continuato, anche 7.000 anni dopo il giorno in cui furono tracciati questi segni", sostiene l'archeologo. Un'altra parete della casa è coperta di piccoli segni che sembrano calcoli per i diversi calendari dei Maya: quello cerimoniale, della durata di 260 giorni, quello solare (365 giorni) e i cicli di Marte e Venere.


Inviato (modificato)

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Galleria di ritratti Fotografia di Tyrone Turner, National Geographic

Una fotografia composita dell'interno dell'edificio. La figura nera a sinistra è uno dei tre ritratti quasi identici di uomini seduti tracciati sulle pareti (due non sono mostrati). Al centro c'è quello che si pensa sia uno scriba, con in mano un pennello. A destra c'è un re maya ornato di piume azzurre.

"Nelle pianure abitate un tempo dai Maya scritte e dipinti murali non si conservano bene", sottolinea Saturno. "È strano che quelli di Xultún abbiano resistito".

National Geographic

La rivista ci propone inoltre delle interessantissime ricostruzioni:

http://www.nationalg...017256/5/#media

(da pag. 5 a pag. 7)

Naturalmente l'argomento non si soffermerà ad un semplice "copia e incolla". Voglio approfondire la tematica e cercare la simbologia.

I tre copricapi degli uomini "in nero" mai rinvenuti prima? che meraviglia. Sono estasiata.

Modificato da Ixchel

Inviato (modificato)

A Nakum, in Guatemala, è stato rinvenuto lo scheletro di una presunta regina Maya, con la testa misteriosamente deposta fra due coppe, risalente a circa 2.000 anni fa, al di sotto un'altra sepoltura più recente (1.300 anni fa) colma di tesori come una gorgiera di giada, perline e coltelli cerimoniali.

Tra le tante foto presenti nell'articolo ho scelto la seguente... indovinate perché? eh eh...

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Gioielli di giada Fotografia per gentile concessione Robert Slabonski, Nakum Archaeological Project

National Geographic

A Chichén Itzà invece resti umani, di sacrifici... tra cui due bambini. Notizia meno allegra e aggiungerei... niente di nuovo....

Per il momento buona lettura, continuo in seguito. Alcuni articoli sono veramente incredibili.

Modificato da Ixchel

Inviato

I tre copricapi degli uomini "in nero" mai rinvenuti prima? che meraviglia. Sono estasiata.

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Tre uomini in nero Illustrazione di Heather Hurst, National Geographic

In una ricostruzione moderna del dipinto murale di 1.200 anni fa, tre uomini seduti indossano copricapi di foggia mai ritrovata prima nell'arte maya. "È certamente un qualche tipo di costume", sostiene Saturno.

National Geographic

Mi ricordano molto dei copricapi egizi, non trovate?

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