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Altri due esempi italiani di castrum (Pescara e Grosseto non nomino i luoghi per motivi di tutela, le immagini servono a far riflettere) luoghi collinari e pianeggianti ubicati in regioni diverse ma con caratteristiche non dissimili. La datazione di entrambe i luoghi è compresa in un periodo tra IX e X sec. Come già suggerito in precedenza, determinante per la fondazione di tali strutture è la presenza di primarie risorse locali, in prossimità di corsi e specchi di acqua per l'approvigionamento idrico e della realizzazione del fossato perimetrale, ma anche la presenza di strutture viarie romane del VII sec. d.C. e di porti marittimi sennonchè strategici per lo scambio di merci, tutto ciò immerso nel cotesto storico longobardo.

Pensiamo un attimo a quando i longobardi abbiano prima invaso quasi tutto il paese fino al Sangro nell'anno 568, quando Faroaldo costituì il Ducato di Spoleto e che poi Liutprando nel 742 mosse con le armi contro Trasmondo sottraendone una parte al Ducato di Benevento. Insomma, in questo trabusto di poteri, di lì a poco si può capire il perchè di queste strutture ed in questo disordine i vescovi delle diocesi tentavano di mantenere i loro confini.

Con l'arrivo dei Franchi nell'801, ad opera di Pipino il Ducato di Spoleto viene assorbito, i ducati e i gastaldati presero il nome di contee e di comitati, talvolta i gastaldi vennero nominati in viceconti. Successivamente le contee divennero ereditarie e, ogni figlio conservò il titolo di conte. Immaginate quanti castrum iniziarono a sorgere.

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Inserisco un modello costruttivo nelle varie fasi di realizazione di una cinta castrale.

La pianta è spesso circolare opseudocircolare e costituita da un fossato anulare, largo 3-4 metri e quasi altrettanto profondo. Le terre gettate sul bordo interno del cerchio, durante lo scavo dei fossati formano il merlone; la cima di questo bastione di terra viene quindi schiacciata e irta di pali e forse di cespugli spinosi, alcuni siti hanno anche resti di murature grossolane. Il fossato è attraversato da un ponte di legno a scomparsa. Sul bordo esterno del fossato viene ripportata altra terra di risulta. Ben protetti dietro il bastione, vi sono gli edifici che includono la residenza del signore e quelli dei suoi servi, un piccolo recinto situato all'esterno che può proteggere il bestiame.

Quindi quando parliamo di incastellamento occorre pensare ad un attività partecipata e favorita dal sopravvento di signorie locali, sia di origine longobarda che franca, rafforzate dall'aristocrazia che giunse nel X sec., al seguito di Ugo di Provenza divenuti famosi sotto il nome di Normanni.

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In epoca longobarda sono visibili tuttora nella zona sopra Varese che va fino alla Svizzera una serie di avamposti fortificati su dei rilievi che erano visibili uno con l’altro.

Segnalavano visivamente gli arrivi di truppe dal nord riportando da una posizione all’altra le informazioni, erano in posizioni elevate per comunicare tra loro e le informazioni arrivavano fino alla pianura padana e Milano.

Quindi un sistema direi organizzato e strategico di segnalazione che va oltre al semplice difensivo.

Intorno alle roccaforti nascevano poi dei borghi rurali di supporto.

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Il 14/8/2019 alle 17:15, dabbene dice:

Segnalavano visivamente gli arrivi di truppe dal nord riportando da una posizione all’altra le informazioni

Non ho dubbi al riguardo, sembra essere il mezzo umano più semplice e pratico necessario alla sopravvivenza in zone di conflitti e di confine. Anticipare le mosse di un avversario è tutto!

Se guardiamo la mappa nel periodo a cavallo dell'epoca longobarda e bizantina è possibile percepire che ci sono zone di confine che saranno state presidiate con strutture di varia tipologia. Infatti, la successiva svolta di età normanna si innesta spesso su una realtà di apparati e insediamenti fortificati come ristrutturazione a partire dai primi territori conquistati della Capitanata e della Basilicata. La tradizione attribuisce a quest'ultimi l'edificazione di molte torri e castelli, ma, essendo il settore di studio molto vasto e poco esplorato è difficile attribuirne la paternità in modo univoco --------> vedesi insediamento di Vaccarizza in Puglia, dove il castrum di origine longobardo verrà riconquistato dai bizantini diventando un "Kastron"e successivamente con i normanni diventerà un castello con motta che non risulterà essere un avamposto ma l'ultimo nucleo di una resistenza di abitanti. La sua storia risulta molto interessante perchè ci dà uno spaccato storico degli avvenimenti bellici sui confini ed un senso più profondo della parola "Castello".

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A questo punto si potrebbe iniziare a parlare di esempi di incastellamento Normanno-Svevo e peculiarità di questi impianti.

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Se gli archeologi si concentrano sulla funzione, gli storici sulla causa. Sperando di non essere noioso, ritengo utile gettare due righe sul contesto che riguarda maggiormente l'entroterra appenninico, solo per citare l'anomalia evidenziata da Toubert come suggerito da @adolfos. Infatti, nel periodo compreso tra il 950-1050 si parla incastellamento nel senso di accentramento.

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Bisogna riuscire ad immaginare. Queste zone non furono dominate da grandi signori, ma riguardavano piccoli nobili e contadini di vari livelli di importanza che in modo spontaneo hanno vissuto un periodo di pace in luoghi lontani da grandi vie di comunicazione (magari cadute in disuso), lontani dalle incursioni saracene ed in contesti geograficamente montani e isolati. Lontani da ogni tipo di minaccia o politica o militare prima dell'avvento dei Normanni, questi si sono dedicati in avanzamenti agrari, dissodamento del terreno e riordinamento della popolazione rurale, aggregandosi in villae, curtes e loci. L'incastellamento militare vero e proprio inteso nel senso più stretto della parola si verifica in rari casi e non se ne conoscono le cause, la mancanza di dati e di fonti non permettono di risalire alle motivazioni, che con molta probabilità, erano volute da signori locali che interagivano con le grandi abbazie vescovili e dalle istituzioni ecclesiastiche dei monasteri che concedendo i terreni permettevano di dare sussistenza alle famiglie in cambio di servigi con un vincolo denominato "libellum". L'enfiteusi finiva così con l'avere un contenuto imprenditoriale, nel senso che i livellari si assumevano l'obbligo di intraprendere le iniziative necessarie per il popolamento del castello! Vedasi  San Vincenzo al Volturno e sue pertinenze.

"facere castellum...et ibidem facere casas et areas et hortos et habitare ibi cum familiis et animaliis".

 

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