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Inviato (modificato)

da quello che ho letto,al esterno,e possibile che giente vivessi.......il borgo viene di quella manere di vivere....e poi,l'interno era abbastanza austere....pocci mobili, di qualita grossollana,per i soldati,e un puo piu confortabile per il segnore,o capitano.......un posto per li armi,lancie arbalete e munizione......posto per conservare gli alimenti con la ricezza del epoqua,il sale,o l'olio......posto di (aisence)con un minimo di d'intimita...prigione......stazzone,e" ecurie"....e anche,cantelli di legni,e materiale diverso per riparare in caso di danni........ :)

Modificato da jagd

Inviato

In attesa di altri contributi, anche di esempi di incastellamento della nostra penisola, vorrei cercare di vedere di riassumere, anche se l'argomento è da discussione e pareri vari,anche discordi, una mia personale idea che mi sono fatto del fenomeno incastellamento.

Ovviamente vi pregherei di intervenire subito se avete altre opinioni, perchè è semplicemente una riflessione,senza alcuna velleità,anzi ne gioverebbe la discussione stessa.

Direi che l'incastellamento ha rappresentato un fenomeno di grande rilevanza storica, certamente più di quello che pensiamo, nonostante tutto confondiamo spesso castello con incastellamento.

Il castello rappresenta non solo una dimora del Signore che certamente difende anche dai pericoli esterni,ma diventa un fulcro della vita nel Medioevo.

Castello fortificato che diventa in grado di accogliere nel suo ambito famiglie che vivono e lavorano ; il castello diventa in realtà borgo con una sua vita autonoma, persone che lavorano le terre, o che sono impegnate in altre attività, tipo le miniere, in cambio di protezione e sicurezza prestata loro dal Signore.

Diventa comunità viva ed attiva con scambievoli interessi,nascono nuovi poteri , in particolare di signori locali che ovviamente esercitano potere ed autorità.

Di certo l'economia medievale deve tenere conto anche del fenomeno incastellamento, una economia che ruota anche intorno al castello stesso.


Inviato

La provincia di Padova è un territorio ricco di città murate, castelli, torri fortificate e case-torri poi negli anni inglobate in edifici.

Sono tutte opere che, nella loro forma attuale, presentano quasi sempre l'ultima "veste costruttiva" realizzata dai Dai Carrara visto che, dopo la conquista Veneziana dei territori carraresi le opere di fortificazione si sono concentrate principalmente alla realizzazione del fronte bastionato difensivo della città di Padova abbandonando quindi (e anche distruggendo) le precedenti fortificazioni carraresi che punteggiavano il territorio.

Il sistema di castelli, roccaforti e torri che punteggiavano il territorio padovano facevano parte di un sistema difensivo approntato dai Carraresi che, nella maggior parte dei casi, riadattarono precedenti strutture difensive sorte in età comunale o in periodi precedenti.

In alcuni casi la storia di questi edifici affonda le proprie radici nell'età romana. Nel corso di restauri è emerso infatti come queste strutture difensive abbiano attraversato varie fasi nel corso della loro vita nascendo come avamposti fortificati di età romanaspesso realizzati su terrapieni con strutture soprelevate in legno (ma in alcuni casi il rinvenimento di grossi blocchi in pietra riferibili all'età romana nelle strutture di fondazione fa pensare alla realizzazione di strutture di una certa complessità) e terminando la loro funzione difensiva diventando abitazioni private in molti casi finendo con l'essere completamente riadattate.

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Inviato

Montarrenti in provincia di Siena è un altro caso di incastellamento da studio non solo archeologico.

Chi ha studiato bene il sito sono stati Francovich e Milanese, in particolare c'è un interessante contributo di Francovich e Hodges che già dal titolo ci fa intuire qualcosa : " Archeologia e storia del villaggio fortificato di Montarrenti ( SI ) : un caso o un modello ? "

Montarrenti è un sito con due case torri in posizione dominante sulla collina ed è costituito da due parti :

1) La cima della collina che costituisce il settore signorile dell'insediamento

2) Il sottostante borgo a ferro di cavalo sullo sperone roccioso

L'assetto urbanistico del sito ha avuto il massimo sviluppo tra la fine del XII secolo e la prima metà del XIV secolo con la popolazione massima.

Dall'Estimo del 1317 risulta che la parte alta signorile fosse di proprietà di Giovanni Meschiati, membro della ricca famiglia Petroni di Siena e il sottostante borgo era abitato da contadini e piccoli proprietari terrieri.

Il Meschiati risulta essere il maggiore possidente del Comune di Montarrenti con varie proprietà ; la mezzadria risultava il tipo di conduzione agricola più diffusa sul posto.

Montarrenti insieme a Scarlino e Rocca San Silvestro risultano dei siti con alcune analogie, è presente una diffusine di ricchezza in aree differenziate dal punto di vista delle risorse il tutto in un momento di rilancio economico.

Anche i contadini a Montarenti probabilmente avevano ampie possibilità e opportunità di partecipare ai fiorenti mercati della regione.

Francovich e Hodges sostengon la tesi che l'incastellamento rappresenti una forma di consolidamento in un ambito di processi di trasformazione e di mutamenti di rapporti giuridici-istituzionali all'interno di forme di popolamento già preesistenti.

Mi sembrava giusto parlare di Montarrenti altro esempio significativo di incastellamento italico e nel contempo dare la voce anche a Francovich che ha studiato in modo particolare e capillare il fenomeno dell'incastellamento.

A voi la parola a questo punto per eventuali altre analisi, commenti o descrizioni di altri siti interessanti da questo punto di vista.


Inviato

visto... anche se da giù, ai piedi del colle. ah! che bella quella zona!

anche il territorio senese, specialmente poi in quella zona, è ricco di castelli e insediamenti fortificati

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Inviato (modificato)

salve

ecco una veduta della città di Pesaro come doveva apparire agli occhi di Costanzo Sforza

medaglia coniata nel 1483 per il completamento della cinta muraria

forse la prima rappresentazione attendibile della città

sono leggibili tre elementi:

a sinistra la campagna, al centro la nuova struttura urbana, ben visibile in primo piano le possenti mura che si saldano sulla destra a Rocca Costanza, a destra il mare Adriatico con la foce del fiume Foglia

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Modificato da scacchi
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Inviato

salve

Nella veduta dettagliata di San Leo del 1663 si rileva la struttura urbana dell'antica capitale del Montefeltro,viene sottolineata la dicotomia tra il borgo con le due splendide chiese romaniche della Pieve e del Duomo , con la terribile macchina da guerra, rappresentata dalla fortezza a picco sulla roccia.

Due realtà che trovano nell'angusto spazio di un paese appenninico fuori dai grandi itinerari della storia,

una precisa collocazione fisica quasi a documentare il secolare conflitto tra guerra e pace, vita pacifica e potenza militare, tra vita quieta, serena e morte o prigionia

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Inviato

Ottima immagine Mirco molto funzionale alla discussione, non riesco a darti un punto perchè li ho esauriti ma provvederò appena posso.

Io direi che in questa discussione che non voleva avere valenza scientifica ma puramente divulgativa, piano, piano un quadro complessivo sia sulle varie teorie, che sugli esempi di incastellamento più significativi, che per immagini esplicative del fenomeno sia stato delineato, certamente si può dire di più e ancora, ma credo che pur essendo la materia molto dibattuta e piena di orientamenti, qualcosa di buono sia venuto fuori comunque.

D'altronde credo che lo scopo primario di un forum sia quello di fornire le chiavi e le informazioni necessarie perchè poi ognuno possa poi approfondire in modo personale, se interessato, la materia in modo più consapevole e organico.

L'argomento certamente oltre ad essere estremamente affascinante, anche dibattuto da molti, è un tema sicuramente rappresentativo dell'epoca medievale ma in particolare della nostra penisola dove il fenomeno e' molto evidente e ne risulta anche un vanto, simbolo storico, ma anche turistico che ritengo dovremmo purtroppo valorizzare molto di più.


Inviato

Di Tremona ne abbiamo un pò già parlato, Arslan ha curato uno studio sulla rilevante parte numismatica, Martinelli su quella archeologica, c'è però anche uno studio molto particolareggiato di Christiane De Micheli Schulthess che offre altri spunti interessanti sull'importante sito.

Mentre sono diversi gli studi su insediamenti in particolare in Toscana, non altrettanto lo è per l'area lombarda nella quale può rientrare anche il Canton Ticino.

Tremona è una località sulla collina Castello a sud del lago di Lugano su un rilievo che vede la pianura padana e le sue vie di cominicazione.

Dallo scavo sono usciti una marea di reperti che hanno contribuito a ricostruire la storia del sito e sulle modalità di vita degli abitanti del castello medievale.

Anche a livello numismatico, sugli studi del circolante il ritrovato è stato enorme, 804 denari terzoli scodellati di Milano a nome di Enrico , 103 denari inforziati con bisanti di Cremona per Federico I che vennero occultati forse nel XII secolo non necessariamente per un evento bellico.

La collina è formata da due terrazzi ,il tutto sembra svilupparsi tra la prima metà del X secolo e la prima metà del'XI secolo , ci fu poi una fase di distruzione con abbandono probabilmente per un assalto, ma poi successivamente il sito fu rioccupato.

Tremona risulta un abitato rurale fortificato, con una popolazione poco differenziata socialmente ; sembra che nel primo terrazzo in alto ci fosse comunque un livello di vita leggermente superiore al terrazzo inferiore, i resti probabili di una torre fanno pensare a una presenza signorile.

La causa della costruzione dell'insediamento è dovuta alla grande instabilità politica del periodo.

Le attività lavorative principali risultano essere nell'ambito dell'artigianato vario tipo la filatura, tessitura, cucito e lavorazione della pelle ; diversi sono gli attrezzi di lavoro rinvenuti, ma anche la popolazione era dedita all'agricoltura e all'allevamento del bestiame.

Diversi anche qui i ritrovamenti di resti di cereali, come la segale, frumento,miglio, ma anche piselli, ceci, frutti vari.

Tremona e' a oggi ancora in fase di studio in particolare per la parte della collina alta ed è sicuramente già oggi uno dei siti di incastellamento medievale che ci offre il maggior numero di informazioni storiche, archeologiche e numismatiche.


Inviato

Presto ritorno a parlare anche io, ho tre o quattro bei castelli con relative belle storie da sottoporvi


Inviato

Bene attendiamo altre storie, storie italiane, le nostre storie.

Qualche ulteriore riflessione che mi sto facendo a voce alta in generale sul fenomeno incastellamento : il modello toscano certamente da quel che sembra è quello che ci fornisce più dati e informazioni, e nel contempo ci permette maggiori considerazioni già evidenziate nei vari post precedenti.

Risulta diversamente da quello che potrebbe sembrare a prima vista il castello in epoca medievale, una struttura non statica ma dinamica in evoluzione con trasformazioni e sviluppi.

Il ruolo dei Signori risulta evidente, segno anche delle trasformazioni societarie in atto, e danno al fenomeno un loro segno ben forte anche nella pura fase di ideazione e costruzione.

Il fenomeno non è rigido, fermo, coinvolge l'aristocrazia, ma anche il popolo , un popolo che lavora ed è partecipe del fenomeno in prima persona.

Abbiamo degli accentramenti di popolazione,che diventeranno poi col tempo più grandi e ampi, coinvolgeranno anche attività economiche svariate che avranno come riferimento e centro i vari siti.

L'incastellamento direi che è tante cose insieme , mutamento sociale, civile,urbanistico,riflette molti ambiti dall'archeologia, la storia, l'economia,la sociologia, ma anche in alcuni casi di studio come abbiamo visto è stato utile per la numismatica e per la circolazione monetaria dell'epoca.

Quindi fenomeno complesso che abbraccia tanti risvolti, ancora da comprendere bene, ma indubbiamente rappresentativo e simbolo della storia italiana.

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Inviato

L'INCASTELLAMENTO NELL'AREA VARESINA

Oggi il termine territorio varesino ha un significato geografico, nel medioevo questo era diverso e molto più ampio,di certo comprendeva una parte del comasco, oggi in molti centri la Curia è ancora sotto Como, e una bella parte dell'attuale Svizzera italiana.

E' un territorio con diversi edifici fortificati il tutto dovuto alla sua posizione particolare di " passaggio " e di transito dai valichi alpini alla pianura padana.

E' strategico per via delle comunicazioni, quindi di controllo delle strade e dei passaggi obbligati, la funzione è spesso di avvistamento con funzioni militari, ma in alcuni casi serviva anche per ricovero dele popolazioni minacciate, per il loro bestiame e per le derrate alimentari.

Spesso questi fortilizi avevano origini longobarde, situati in punti culminanti nelle varie vallate e tra loro collegati, spesso dall'alto si distinguevano e si vedevano in lontananza tra loro.

Col passare del tempo interviene anche in questi ambiti il potere signorile, spesso il castello è sede di ambiti amministrativi, giudiziari,a volte sarà abitazione dello stesso castellano, a volte diventa centro politico ed economico del territorio, oltre ad avere compiti difensivi e di avvistamento e controllo.

Sono gli imperatori sassoni che creano un rapporto fiduciario con l'arcivescovo milanese al quale concedono diversi castelli della zona.

Il potere arcivescovile nel tempo crescerà d'importanza nelle terre lombarde e verrà creata una cintura difensiva intorno a Milano utilizzando questi avanposti dell'arco prealpino.

Nel XII secolo le lotte in atto tra Milano e Como investono e interessano i castelli del territorio varesino, anche le varie discese di Federico I Barbarossa non lasceranno indenni queste fortificazioni.

Nel castello di Belforte sulla via dell'Olona tra Milano e la Germania il Barbarossa risiedette più volte.

Nel XIII secolo il territorio fu colpito dalle lotte per la conquista della Signoria di Milano, abbiamo l'epopea dei Torriani e quella dei Visconti,i castelli saranno teatro di battaglie infinite.

Con l'ascesa definitiva dei Visconti a Milano i castelli intorno alla stessa assumono un ruolo essenzialmente difensivo dei confini e delle vie di comunicazione per la città.

Si forma così uno scacchiere in cui tutte queste fortezze sono collegate in una organizzazione difensiva studiata ed efficiente.

Col XIV secolo si entrerà in una nuova trasformazione di questi : dalla funzione prettamente militare si arriverà a un uso essenzialmente residenziale.

La prossima volta cercherò di parlare di uno di questi avanposti, simbolo della mia identità e storia personale, ma ci sarà tempo per questo......


Inviato

LA ROCCA DI ORINO ( Varese )

Così è denominato il castello in questione con mura e torri, un grande recinto di circa 50x100 metri , sito in mezzo ai boschi a nord-est del paese di Orino ; si ritiene sia stato edificato attorno al XII secolo, quando la Valcuvia faceva parte del Seprio.

La costruzione sembra connessa al periodo delle lotte tra Comaschi e Milanesi , in questo contesto era necessaria la realizzazione di un forte in Valcuvia per evitare che le truppe , superato il fiume Tresa, potessero tramite la Valcuvia portarsi su Besozzo, Varese e la pianura.

Messa su una collina di circa 600 metri di altezza è inserita nel Parco dei Campi dei Fiori in posizione dominante sia sulla Valcuvia che sul Lago Maggiore e Laveno.

Era in realtà un grosso recinto fortificato con torri probabilmente destinato al ricovero temporaneo di truppe di passaggio o all'alloggiamento di presidii armati durante i conflitti.

La posizione era perfetta su una altura difficilmente conquistabile, perfetta dal punto difensivo, dall'alto si possono vedere altre fortificazioni su altre alture collegate probabilmente in un quadro difensivo globale e visibili a vista d'occhio.

Oggi la Rocca di Orino rappresenta una delle fortificazioni della valle che ha resistito meglio al passare degli anni.

Perchè la conosco così bene e perchè sono così legato ? Perchè fa parte di me, della mia infanzia, quando ero ragazzino usavo fare spesso questa salita da muli per arrivare in alto , vedere lo splendido panorama e fantisticare e giocare all'interno di questo castello che per me era fatato e in realtà ogni volta che ci ritorno mi ricorda la mia infanzia e un pò fatato comunque rimane ancora.

Mai perdere le proprie origini ed identità, sarebbe come perdere noi stessi !

Vi posto ora la Rocca di Orino come risulta da una foto d'epoca del 1964.

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  • 2 mesi dopo...
Inviato

Salve

rispolvero questa bellissima discussione che non merita affatto di andare nel dimenticatoio per postare foto e storia del Castello angioino di Civitacampomarano(CB)

La storia e tratta dal sito dell'arch.Franco Valente www.francovalente.it

L'origine del nome di questo antico centro molisano non è ben attribuibile: autori come il Galanti vedono in "marano" l'antica "Maronea" dei Sanniti, anche se studi successivi hanno dimostrato le difficoltà nel collocare storicamente tale insediamento sannita in quel preciso territorio. Altri storici, come il Masciotta, ritengono che il nome "marano" derivi semplicemente dall'aggettivo dialettale "ombroso", o poco battuto dal sole. Si ritrova infatti nell'anno 999 in alcuni documenti di Ottone il nome di "Campimarani".
"Civitas", molto probabilmente, fu aggiunto successivamente e conseguentemente all'afflusso ed all'incremento demografico posteriore .

In origine il castello di Civitacampomarano aveva forma quadrangolare, con quattro torri difensive ai rispettivi angoli. Successivamente, questo, grazie a diversi ampliamenti e rifacimenti di chiaro stampo aragonese, si è contraddistinto per la sua funzione cosiddetta di castello di transizione.
Nei primi del XIII secolo furono aggiunte, su due diversi piani, due gallerie per la sistemazione delle armi da fuoco, così come le due torri che furono risistemate proprio per tale scopo. Le stesse torri hanno conservato la volta a cupola ed una botola che comunicava con i sotterranei grazie a delle scale allungabili. In epoca rinascimentale, proprio in tali gallerie, è stata costruita la bella loggia con sei arcate.

Sul prospetto principale lo scudo sostenuto dal grifo con i gigli capovolti, è il ricordo perenne del tradimento che Paolo Di Sangro, uno dei famosi signori di Civita, fece a danno degli Angioini nella battaglia di Sessano del 28 giugno 1442, e che gli fruttò Civita e il castello stesso donatogli da Alfonso I d'Aragona, in cambio dell'aiuto offerto.

"I segni architettonici molto spesso vengono relegati nell’ambito della storia dell’architettura solo per le valutazioni di carattere stilistico senza considerare che a volte possono contenere anche elementi ideologici più o meno evidenti."(arch.Valente)

I caratteri particolari del portale principale e dello stemma che lo sormonta, sono aragonesi, come anche quelli che si ritrovarno all’interno sebbene affidati a particolari quasi irrilevanti.


L’arco ribassato di stile aragonese si ritrova anche nelle porte di collegamento delle stanze del piano nobile ove è situato il salone.

Ma a parte gli elementi architettonici, la presenza aragonese aleggia anche nel ricordo di un particolare avvenimento che aiuta a comprendere il contesto politico in cui si collocava la vicenda umana di Paolo di Sangro.

Egli sposò Abenante di Attendolo, degli Sforza conti di Cotignola che gli portò in dote il feudo di Gioia in Puglia.

Bosio Attendolo, nonno di Abenante che morì nel 1411, era fratello di Muzio Attendolo (che aveva preso il soprannome di Sforza per la sua prestanza fisica) uno dei più celebri capitani di ventura sceso da Ravenna nel regno di Napoli al servizio degli Angioini.

Padre di Abenante era Domenico, uno dei figlio di Bosio.

Il 4 gennaio 1424 Muzio Attendolo Sforza era morto affogato mentre attraversava un fiumicello a Pescara e suo figlio Francesco, prese immediatamente il controllo del suo esercito, diresse le truppe verso Benevento per incontrarsi ad Aversa con Giovanna II che, per ottenere il suo aiuto, gli confermò tutti i territori e le concessioni che erano stati di suo padre. Francesco, sposando Bianca Maria Visconti, poi diventerà duca di Milano dando origine al ramo milanese della famiglia.

Non sappiamo come sia nato il matrimonio tra Paolo ed Abenante, ma certamente la loro unione fu fortemente influenzataata dai rapporti che Paolo ebbe con Muzio Attendolo e, soprattutto, con Francesco Attendolo e che furono determinanti anche per le vicende che condizionarono la vita di Cola di Monforte suo genero.

Il periodo è quello di estrema variabilità dei rapporti tra i capitani di ventura ed il potere regio.

Paolo di Sangro aveva tradito la causa angioina alla vigilia della storica battaglia di Sessano mentre Giovanni Sforza, suo cognato, rimasto con appena 15 cavalieri, abbandonava il campo di battaglia per fuggire verso la Marca dove si trovava suo fratello Francesco.

Dunque i rapporti tra Paolo di Sangro e la famiglia Attendolo-Sforza erano particolarmente stretti anche se non sempre riconducibili allo stesso regnante. Prima di prendere strade diverse in occasione della battaglia di Sessano, Paolo di Sangro capitano primo d’autorità, e Giovanni Sforza con una propria cavalleria erano intervenuti per sostenere l’esercito di Antonio Caldora.
Non sappiamo se i rapporti tra Paolo di Sangro e gli Sforza siano rimasti amichevoli, ma alcuni fatti successivi fanno pensare che tra i due, nonostante le diverse appartenenze di campo, le relazioni siano state buone,almeno fino a quando le cose probabilmente non degenerarono per la morte di Altabella che Tristano Caracciolo attribuì, come vedremo più avanti, alla mano di suo marito Cola di Monforte.
Proprio il matrimonio tra Altabella, figlia di Paolo di Sangro, e Cola di Monforte forse ci aiuta a capire come fossero complicate le attività e la vita dei capitani di ventura.

Dell’unione tra Altabella e Cola di Monforte abbiamo conoscenza dal contratto di matrimonio concordato nel 1447 e sottoscritto con i relativi capitoli proprio nel castello di Civitacampomarano il 21 novembre 1450.

Per capire chi fosse Cola di Monforte bisogna tornare indietro di qualche anno non solo per ricostruire le vicende genealogiche della famiglia, ma anche per capire il clima politico, le alleanze strategiche e le motivazioni politiche che determinarono la situazione generale nella quale si colloca la vicenda personale di Cola di Monforte.

Riccardo di Gambatesa, secondo lo storico Benedetto Croce, avrebbe avuto due figlie femmine. Margherita, la prima, come abbiamo visto avrebbe sposato Riccardo Caracciolo. La seconda, Sibilia, sarebbe andata in matrimonio a Giovanni Monforte dal quale avrebbe avuto come primogenito Riccardello cui, su richiesta del nonno Riccardo prima che morisse, sarebbe stato aggiunto il nome dei Gambatesa.

Il Croce riporta nei suoi scritti che Riccardello morì nel 1338 e che a lui sarebbe succeduto Carlo di Gambatesa.
Per il Croce Carlo di Monforte, conte di Morcone, secondo Giovanni Boccaccio, che li conobbe di persona, apparteneva al circolo dei confidenti della giovinetta regina Giovanna, a quel circolo nel quale, consapevole o inconsapevole che ella ne fosse, si tramò l’uccisione del suo non amato sposo, Andrea d’Ungheria.Il processo che ne seguì finì tragicamente per Sancia, moglie di Carlo, che, considerata tra i responsabili del regicidio e imprigionata mentre era incinta, fu successivamente giustiziata sul rogo. Carlo invece, per la protezione della madre, contessa di Loreto, sarebbe riuscito a farsi liberare e nulla si conosce della sua fine.

L’Angelo di Gambatesa, che per primo assume il titolo di conte di Campobasso e di cui si hanno notizie nel 1382 e nel 1384, potrebbe essere il primo figlio di Sancia. Dovrebbe essere lui quel conte di Campobasso che a Gaeta, insieme al duca di Sessa, al conte di Loreto ed altri baroni, accompagnava il re Ladislao che in barca andava ad incontrare la sua futura sposa Costanza di Chiaromonte che giungeva dalla Sicilia per mare.

Successore di Angelo fu il fratello Guglielmo che nel 1410 era Giustiziere nella Terra di Bari e, insieme a suo figlio Nicola, tra i capitani al servizio di Ladislao nell’esercito che si mosse contro Luigi d’Angiò nella battaglia di Roccasecca. Durante lo scontro Muzio Attendolo Sforza con un gran colpo abbatté e fece prigioniero Niccolò conte di Campobasso, il quale, risplendendo per le armi dorate, faceva molto il bravo.

Guglielmo fu tra i baroni che nel 1419 erano presenti a Napoli all’incoronazione di Giovanna II la quale proprio in quell’anno concedeva una nuova fiera a Campobasso per ringraziare la famiglia Gambatesa-Monforte per i servigi resi a suo padre Carlo di Durazzo e a suo fratello Ladislao.
Ciò non fu sufficiente ad impedire che Guglielmo si ponesse contro la regina per qualche anno e comunque fino al 1422 quando, insieme ai figli Nicola e Riccardo, dovettero chiedere un indulto per tornare a servirla.

Sia Nicola che Riccardo fecero parte della grande organizzazione militare messa in piedi da Jacopo Caldora.

Fu costui che ordinò a Nicola di assaltare Ferrazzano che fu ridotta talmente male che nel 1424 Giovanna fu costretta ad esentarla per cinque anni dalle tassazioni. Intorno al 1430 al padre Nicola successe Angelo che Tristano Caracciolo (De varietate fortunae) descrisse come virum frugi et elegantem, adeo comem et affabilem, ut nemo eum nosset quin diligeret. Anche suo fratello Carlo ebbe fama, forse più di Angelo, di abile uomo di armi, come ricordò Leandro Alberti.

Angelo, prima fedele di Giovanna, nel 1432 passò a servire Alfonso d’Aragona per il quale militò nell’assedio di Gaeta e nel 1435 nella battaglia navale di Ponza quando insieme al re fu preso prigioniero.

Dopo la loro liberazione continuò a servire Alfonso che lo incaricò di una missione a Pescara a cercare di convincere Jacopo Caldora a passare dalla parte dell’Aragonese offrendogli oltre i feudi di cui era in possesso, anche la condotta di ottocento cavalli e mille fanti.
Fu incaricato anche di altre prestigiose missioni, come quella presso il papa per chiedere una indennità per aver il cardinale Vitelleschi mancato ai patti nell’assalire il campo aragonese di Giugliano in Campania.

Sul fronte opposto militava suo fratello Carlo che era rimasto fedele a Jacopo Caldora e che, dopo la morte di costui nel 1440, divenne luogotenente di Raimondo Caldora che era succeduto a suo fratello Jacopo nel comando delle truppe angioine.

Un servizio che durò poco perché il 23 agosto di quell’anno Carlo riceveva da Alfonso, con un diploma rilasciato a Capua, una serie di esenzioni fiscali e una condotta di duecento cavalieri e cento fanti. Una dichiarazione di fedeltà che non fu mai ritenuta completa perché ripetutamente sospettato di segrete alleanze con Francesco Sforza che aveva incontrato anche personalmente nel 1442 a Fermo, come poi rivelò Antonio Caldora dopo la capitolazione di Sessano.

Molti spunti di carattere storico ed architettonico sono presenti in questo mio post che si prestano ad altre discussioni più tecniche e più dettagliate

--Salutoni

-odjob


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Inviato (modificato)

Molto interessante Odjob, grazie di averlo postato, se ho ben capito era una postazione essenzialmente difensiva, anche di prestigio, nata in un ambito di intrecci, intrighi bellici, diplomatici, di lotte continue.

Si è vero, alcune discussioni importanti, interessanti scivolano via e da quando sono sul forum, ne abbiamo fatte e viste sul medievale su argomenti generalisti tante, ma tante,dal pellegrinaggio, ai mercanti, alle fiere della Champagne,dal banco alla banca,all'usuraio, ai sistemi fiscali nel medioevo,i trattati commerciali, la peste nel medioevo,miniere e monete, quando inizia il look nei ritratti delle monete, l'organizzazione della zecca medievale, giusto per citarne alcune.....è anche vero che dall'indice di sezione le puoi poi ritrovare, ma magari le più significative si potrebbero tenerle più in evidenza insieme per eventuali integrazioni,

Mario

Modificato da dabbene

Inviato

Da quanto da me postato

mi piacerebbe sviluppare in primis i segni architettonici angioini riscontrabili anche in altri castelli,ma ciò spetta ad architetti o ingeneri,io non ne ho le competenze

--odjob


  • 6 anni dopo...
Inviato (modificato)

Quanto abbiamo scritto ...quanto ho scritto ...per fortuna che nella sezione monete moderne ho fatto un archivio di alcune discussioni sia di moderne che medievali e sono riuscito a ritrovarla.

Castelli, incastellamento......leggete la discussione che e’ un po’ da dotti devo dire ma che può portare ai nuovi qualche riflessione  oltre a far vedere come eravamo nel 2012.

Allego il link degli atti sull’incastellamento del Convegno del 2006 di Arezzo molto interessanti , buona lettura anche per questo, può essere una lettura estiva di interesse anche storico direi !

https://flore.unifi.it/retrieve/handle/2158/781860/24753/incastellamento-completo.pdf

Modificato da dabbene
  • Grazie 1

  • 2 settimane dopo...
Inviato (modificato)
Il 26/9/2012 alle 12:49, adolfos dice:

L'argomento è molto, molto complesso ed il rischio è quello di generalizzare complessivamente come spesso accade nel forum.

Ciao @dabbene discussione moooolto interessante e di una vastità che occorrerebbe frazionare per contesti/tipologie/epoche (fatica!) anche perchè diventa difficoltoso dirigere il traffico di informazioni! Io non me la sento di intervenire, nonostante questo sono uno di quelli che sono affascinati dall'accentramento dei poteri e le dinamiche di sviluppo delle popolazioni nel periodo medievale, degli organi di controllo e dalle geografie che hanno costituito l'organizzazione delle strutture fortificate, un debole per il regionalismo centro appeninico :) Ti ringrazio per il pdf.

Vorrei soltanto intervenire in modo abbastanza qualunquista, ponendo una riflessione di carattere umano che ha a che vedere con la longevità di frequentazione delle sommità montane da epoche lontane fino al medioevo, in quanto il fenomeno dell'arroccamento è il modo più semplice con cui l'uomo può sentirsi al sicuro, ma che diventa interessante quando i confini geografici diventano motivo di differenze. Se pensiamo ad esempio all'Abruzzo e Lazio come territori di confine tra nord e sud, è possibile capire tipologie di incastellamento che documentano gli esiti di cambiamenti culturali a questo si aggiungono effetti di fallimento dovuti da terremoti, invasioni straniere e denotano le strutture in maniera embrionale rispetto ai castelli del nord, basti pensare all'isolamento delle vie di comunicazione che hanno comportato spesso l'aggregazione di contadini a fondare Casalia/villaggi di terra e legno di cui si sono perse definitivamente le tracce.

Chiedo scusa se ho omesso gli interventi precedenti.

Modificato da Fidelio
errata corrige
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Inviato

Giusto, confini geografici, vie di comunicazione sono tutti fattori che influiscono sul fenomeno.

Indubbiamente il tema e’ vasto e variegato, non a caso su questo si sono tenuti convegni Storici, anche molto importanti, ciò non toglie che nella discussione ci siano elementi qualificanti da riflessione anche se magari anche un po’ ruspanti, certamente non ci mancava il coraggio di affrontare temi importanti e cercare step by step di arrivare almeno a impostare qualche idea, c’era anche un gioco di squadra però in certi casi come anche questo fenomenale e comunque di impegno, era il 2011...si voleva dare al forum più discussioni possibili come spunti per chi sarebbe venuto e per una crescita di tanti, forse direi che ci siamo anche riusciti con grande passione, studio, divulgazione, condivisione, il forum e’ li basta leggerlo e riprenderlo, forse c’e anche troppo ... per tutti.

Le letture più di 6000 fanno intendere che il contributo abbia mostrato interesse nel tempo e volendo ancora oggi avrebbe enormi spazi di condivisione e di lettura dei fenomeni, certamente per farlo ci vogliono attori volontari e con conoscenze che prendano la scena....


Inviato
19 ore fa, dabbene dice:

era il 2011

Si può avere il link del topic?


Inviato
13 minuti fa, Fidelio dice:

Si può avere il link del topic?

E’ questa stessa  discussione che parti’ nel lontano 2011 e poi e’ stata ripresa ora, ci sarebbero maree di discussioni degli anni scorsi che potrebbero avere ancora ulteriori spunti anche aggiornativi ...


Inviato (modificato)

Bene, dopo questa magnifica gaffe che mi sono tirato addosso, possiamo cominciare. :crazy::fool::fool:

Vogliamo parlare delle fasi iniziali dell'incastellamento? Vogliamo parlare di quel processo a cavallo del periodo franco/longobardo/normanno, dove si fa fatica a capire cosa è castello e cosa significhi accampamento momentaneo di un piccolo gruppo di individui? Insediamenti temporanei, differenze fra poteri locali e nuovi poteri che vogliono imporsi su un territorio che poi costituiranno i primi fortilizi lignei? Motte? Ballium? Alte corti e basse corti? Portare anche casi studio di luoghi suggeriti attraverso il web?

Sto provando a trascinarvi in un intro. Magari parte un guizzo!

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Modificato da Fidelio
  • Grazie 1

Inviato (modificato)

1355739276_DuffusCastle.thumb.jpg.28395287c86115ab3093372000cdc17a.jpgI due esempi (Duffus Castle e Tinboeth Castle per una tipologia circolare e delle più semplici) offrono la possibilità di riflettere sul carattere morfologico e culturale dell'ingegneria militare. Finora abbiamo citato esempi apicali, ma l'impronta anglo-normanna prevede l'edificazione in luoghi pianeggianti poichè il territorio di origine non sempre possiede luoghi sopraelevati, a tal proposito l'innalzamento con basamento di terra.  I casi italiani più favorevoli e somiglianti alle circostanze Inglesi si trovano in Puglia; Toscana, zone marittime e pianeggianti, più difficile la localizzazione in zone montuose dovuti a fenomeni su citati nei post precedenti, nonostante ciò sono presenti casi interessanti anche nelle zone interne dell'appennino.

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Modificato da Fidelio
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Inviato
2 ore fa, Fidelio dice:

1355739276_DuffusCastle.thumb.jpg.28395287c86115ab3093372000cdc17a.jpgI due esempi (Duffus Castle e Tinboeth Castle per una tipologia circolare e delle più semplici) offrono la possibilità di riflettere sul carattere morfologico e culturale dell'ingegneria militare. Finora abbiamo citato esempi apicali, ma l'impronta anglo-normanna prevede l'edificazione in luoghi pianeggianti poichè il territorio di origine non sempre possiede luoghi sopraelevati, a tal proposito l'innalzamento con basamento di terra.  I casi italiani più favorevoli e somiglianti alle circostanze Inglesi si trovano in Puglia; Toscana, zone marittime e pianeggianti, più difficile la localizzazione in zone montuose dovuti a fenomeni su citati nei post precedenti, nonostante ciò sono presenti casi interessanti anche nelle zone interne dell'appennino.

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Estremamente interessanti i casi dove la morfologia e’ pianeggiante, vai che ti leggo ...


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