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Inviato (modificato)

Pensate che per i 10 Tornesi del 1859 di Francesco II vennero usati ben 103 conii.

Oggi i conii vengono ottenuti imprimendo in un massello d’acciaio non ancora temprato il punzone completo comprendente l’intero dritto o l’intero rovescio con le rispettive leggende, escluso al massimo il millesimo.

Sino a che durò la monetazione borbonica i punzoni riguardarono invece soltanto la testa del sovrano per il dritto e lo stemma per il rovescio.

Questi punzoni eseguiti rispettivamente dall’incisore dei dritti e dei rovesci, ( i soli tenuti in conto e ben retribuiti), venivano poi affidati agli incisori dei coni, poco più che artigiani, che se ne servivano per ottenere con essi mediante impressione col bilanciere la parte centrale dei coni stessi. Cominciavano così a derivare sensibili differenze circa la posizione di tali immagini nel tondello, perché mancando un preciso riferimento, si avevano spostamenti da un conio all’altro, rispetto al modello originale, persino di vari millimetri!

Gli eventuali elementi decorativi del fondo , quali corone, fronde,rami, ecc. erano poi aggiunti a mano, dai singoli incisori, con molta libertà.

Le leggende, le sigle di garanzia, l’indicazione del valore e il millesimo erano impressi mediante piccoli punzoni lettera per lettera, avendo la preoccupazione di riprodurre correttamente le parole o i numeri, ma mancando anche qui un riferimento preciso rispetto all’immagine.

In quegli anni l’analfabetismo era quasi totale….

Pensate che solo per i 10 Tornesi del 1859 di Francesco II vennero usati ben 103 conii.

Cosa sono i conii e i punzoni?

Il punzone è un utensile di ferro carburato sul quale l’incisore intagliava, in positivo,

un elemento dell’immagine di una moneta (ad esempio un volto) creando un cesello; una

volta terminato, il punzone veniva temprato e quindi usato per imprimere l’immagine sul

conio non ancora sottoposto a tempra. La ricca struttura di disegno e lettere, che veniva

impressa sul conio, era costruita tramite numerosi punzoni. La parte iconografica poteva

essere “montata”, ad esempio, mettendo sul conio il punzone con la testa del sovrano più

quello con la sua armatura. La preparazione del conio era laboriosissima: sottoposto ai

pesanti colpi (di martello anticamente, di torchio poi) necessari a trasferire l’incisione sul

tondello, l’utensile rischiava spesso la rottura. La limitata vita del conio determinò l’uso

dei punzoni: infatti, essendo l’incisione manuale di ogni singolo conio difficile e lenta, l’uso

dei punzoni ne accelerava la produzione. Ripartendo su più punzoni le diverse parti grafiche,

l’antico incisore ripartiva anche il rischio dell’operazione

Eros

Mi sembra cdi capire che secondo voi con questa tecnica diminuisce il tempo di costruzione di un conio ed inoltre utilizzando diversi punzoni in caso di rottura di uno di essi, si rifaceva un solo elemento della composizione e non la composizione intera.

Ora se io ho capito bene, mentre dalle altri parti dovevano rifare tutto il conio a Napoli rifacevano solo esempio, i capelli.

Secondo me una gran "genialata" si risparmia sul lavoro e si é piú produttivi, si é vero era soggetta ad errori, ma siamo nel' ottocento le tecniche e le condizioni di lavoro vanno rispecchiate a quel periodo. Oggi con l'avvento dei computer l'operazione avviene completamente in modo automatico ( l'incisore deve solo rifinire un modello in cera precedentemente scolpito da una macchina che riceve i dati da un pc che elabora semplici foto) ma che dite con le giuste accortezze oggi se si dovesse incidere una serie di coni con la tecnologia di allora, non sarebbe la tecnica Napoletana ad essere usata?

Modificato da fabione191
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Inviato

Alla zecca Australiana è sicuro,c'è il video su you-tube!


Inviato

Appunto lo ho visto qui

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Guest utente3487
Inviato

Da noi c'è ancora molto di artigianale e questo esalta il prodotto finale. Non siamo secondi a nessuno come arte incisoria. L'unica cosa in cui pecchiamo è che da noi non esite la coniazione della moneta a colpo singolo, magari ci fosse. Anche i fondi specchio avvengono a ripetizione.

Inviato

Da noi c'è ancora molto di artigianale e questo esalta il prodotto finale. Non siamo secondi a nessuno come arte incisoria. L'unica cosa in cui pecchiamo è che da noi non esite la coniazione della moneta a colpo singolo, magari ci fosse. Anche i fondi specchio avvengono a ripetizione.

Cioè fammi capire, nella zecca di Roma oggi incidono i coni manualmente, come facevano 150 anni fá?

Scusa , non é che metto in dubbio ció che dici, ci mancherebbe, ma mi piacerebbe vedere tutta la procedura, conosci qualche video?

In

video esempio si intravede Romagnoli che incide un disco di gesso che poi... Vedilo e carino.

Mentre in

si producono euro ma la fase del' incisione non é chiara.
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Guest utente3487
Inviato

No, ci mancherebbe. Voglio dire che ancora oggi certe tradizioni rimangono. La professoressa Cretara per esempio è una di queste e non solo lei. Diciamo che nella nostra zecca il pc non ha sostituito del tutto l'artista..sarà forse per questo che le Ferrari le fanno in Italia e non in Canada? :blum:

Guest utente3487
Inviato

Ho avuto la fortuna per esempio di vedere anche l'ufficio di Uliana Pernazza e ti assicuro che, almeno fino a dieci anni fa era un laboratorio dove lavora un artista.Certo, c'era il pc ma percepivo nell'aria il tocco dell'artista. E mi sembra che poi sulle monete si vede. Quelle estere invece assomigliano molto a oggetti "tecnologici". Non so come spiegarlo, ma le nostre hanno una marcia in più. Ovviamente questo è solo il mio parere.

Inviato

@@elledi Grazie per il chiarimento.

Vi volevo porre un altro passo del'articolo del Traina:

Infine va ricordato che gli incisori napoletani per distinguere le loro monete nel caso venissero chiamati a rispondere di eventuali contestazioni per falsi o altre irregolarità erano soliti apporre sulle monete dei segni particolari, ancora oggi in parte segreti. Anche questo ha contribuito non poco a rendere così eterogenea e varia la monetazione del penultimo Borbone sul trono delle Due Sicilie.

Quindi alla fine della fiera non sappiamo se, quelli che riteniamo errori, non siano latro che segni di riconoscimento impressi con volontà dal' incisore, quindi il processo risulta ancora piú geniale.

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Inviato

Basta vedere le differenze di stile fra la zecca di Napoli con quella di Torino o con le altre Italiane nei primi dell'800 a parte l'enorme differenza di tipo e taglio. Il ricco ed evoluto grande Sud del '800.........


Inviato

Come "addetto ai lavori" conoscendo le tecniche incisorie, pittoriche, e in parte scultoree, ci sarà un motivo per il quale ho riversato da tempo il mio interesse su questa zecca..

Bravo fabione, è importante far conoscere e ricordare il valore artistico di illustri mastri incisori, non a caso chiamati a far parte del regno più magico e rappresentativo dal punto di vista numismatico.

Il contributo che ha dato a livello culturale è ineguagliabile..


Inviato

@@elledi Grazie per il chiarimento.

Vi volevo porre un altro passo del'articolo del Traina:

Infine va ricordato che gli incisori napoletani per distinguere le loro monete nel caso venissero chiamati a rispondere di eventuali contestazioni per falsi o altre irregolarità erano soliti apporre sulle monete dei segni particolari, ancora oggi in parte segreti. Anche questo ha contribuito non poco a rendere così eterogenea e varia la monetazione del penultimo Borbone sul trono delle Due Sicilie.

Quindi alla fine della fiera non sappiamo se, quelli che riteniamo errori, non siano latro che segni di riconoscimento impressi con volontà dal' incisore, quindi il processo risulta ancora piú geniale.

..... e soprattutto non è chiarissimo se questi segni venissero apposti appositamente per essere scagionati in eventuali processi per frode.........o sì !! :pleasantry:


Inviato

Come "addetto ai lavori" conoscendo le tecniche incisorie, pittoriche, e in parte scultoree, ci sarà un motivo per il quale ho riversato da tempo il mio interesse su questa zecca..

Bravo fabione, è importante far conoscere e ricordare il valore artistico di illustri mastri incisori, non a caso chiamati a far parte del regno più magico e rappresentativo dal punto di vista numismatico.

Il contributo che ha dato a livello culturale è ineguagliabile..

:blush: ma chi io? Io non sono altro che un aspirante aiuto scudiero, i cavalieri siete voi, come sicuramente lo era il dottor Traina, che mi ha portato a fare queste riflessioni.

Un altra che mi é venuta, puó darsi che alla zecca di Napoli visto la mole di lavoro che avevano ( dai miei dati il regno possedeva piú moneta di tutti gli altri stati del nord, in piú vi era una sola zecca mentre al nord ve ne era una per ogni stato ) che portava loro a trovare tecniche piú veloci per coniare monete?

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Inviato

@@elledi Grazie per il chiarimento.

Vi volevo porre un altro passo del'articolo del Traina:

Infine va ricordato che gli incisori napoletani per distinguere le loro monete nel caso venissero chiamati a rispondere di eventuali contestazioni per falsi o altre irregolarità erano soliti apporre sulle monete dei segni particolari, ancora oggi in parte segreti. Anche questo ha contribuito non poco a rendere così eterogenea e varia la monetazione del penultimo Borbone sul trono delle Due Sicilie.

Quindi alla fine della fiera non sappiamo se, quelli che riteniamo errori, non siano latro che segni di riconoscimento impressi con volontà dal' incisore, quindi il processo risulta ancora piú geniale.

..... e soprattutto non è chiarissimo se questi segni venissero apposti appositamente per essere scagionati in eventuali processi per frode.........o sì !! :pleasantry:

Di che frodi parli? Non capisco spiegati

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Inviato

@@elledi Grazie per il chiarimento.

Vi volevo porre un altro passo del'articolo del Traina:

Infine va ricordato che gli incisori napoletani per distinguere le loro monete nel caso venissero chiamati a rispondere di eventuali contestazioni per falsi o altre irregolarità erano soliti apporre sulle monete dei segni particolari, ancora oggi in parte segreti. Anche questo ha contribuito non poco a rendere così eterogenea e varia la monetazione del penultimo Borbone sul trono delle Due Sicilie.

Quindi alla fine della fiera non sappiamo se, quelli che riteniamo errori, non siano latro che segni di riconoscimento impressi con volontà dal' incisore, quindi il processo risulta ancora piú geniale.

..... e soprattutto non è chiarissimo se questi segni venissero apposti appositamente per essere scagionati in eventuali processi per frode.........o sì !! :pleasantry:

Di che frodi parli? Non capisco spiegati

scusami ma non avevo letto bene la tua citazione dove già avevi scritto che questi segni venissero apposti per scagionari il personale in zecca in caso di falsi e irregolarità e quando parlavo di frodi intendevo quello.

Ma è certo che tali segni particolari venivano messi per questo motivo ?....io non ne sono poi tanto convinto.


Inviato

Come "addetto ai lavori" conoscendo le tecniche incisorie, pittoriche, e in parte scultoree, ci sarà un motivo per il quale ho riversato da tempo il mio interesse su questa zecca..

Bravo fabione, è importante far conoscere e ricordare il valore artistico di illustri mastri incisori, non a caso chiamati a far parte del regno più magico e rappresentativo dal punto di vista numismatico.

Il contributo che ha dato a livello culturale è ineguagliabile..

:blush: ma chi io? Io non sono altro che un aspirante aiuto scudiero, i cavalieri siete voi, come sicuramente lo era il dottor Traina, che mi ha portato a fare queste riflessioni.

Un altra che mi é venuta, puó darsi che alla zecca di Napoli visto la mole di lavoro che avevano ( dai miei dati il regno possedeva piú moneta di tutti gli altri stati del nord, in piú vi era una sola zecca mentre al nord ve ne era una per ogni stato ) che portava loro a trovare tecniche piú veloci per coniare monete?

Più che pensare alla quantità produttiva, la zecca di Napoli si distinse per il valore dei sui incisori e zecchieri, che diedero vita a strutture organizzative di rilievo dell'officina monetaria con i suoi straordinari tondelli.

La qualità fu una delle tante prerogative, a partire dai i primi veri incisori Goffredo di Messina, Giovanni Fortino e lo Zecchiere Francesco Formica, stiamo parlando della seconda metà del duecento, sino all'illustre Andrea Cariello grandissimo scultore e incisore della zecca reale dal 1831.

Ne consegue che l'elevato livello strutturale, portò la zecca a rimanere sempre e costantemente aggiornata con i vari processi tencologici evolutivi, ottenedo risultati che ancora oggi sono evidenti..

Eros

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