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Inviato

salve, qualcuno sa come mai i 100 lire del 1864 sono stati coniati nel 1865 e 1867? su una relazione della zecca del 1902 ( oltre che sui cataloghi moderni) ho letto che sono state coniate nel 1865 e 1867. che senso ha questa cosa? perchè coniare una monete con la data del 1864 nel 1865 e 1867?

grazie


Inviato

Buonasera Tarta.

Da quello che so nel 1865 ne vennero coniati n°474 e n° 105 nel 1867 " pagina 42 del Sommario della Legislazione delle monete. Pubblicato nel 1902 dal Ministero del Tesoro

Probabilmente al solo scopo celebrativo, non ricordo bene dove l'ho letto recentemente. Penso da un Libro del Dott. D.Lupino

Saluti

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Guest utente3487
Inviato

Di certo parlare di moneta per la circolazione mi sembra eccessivo....

Inviato

Di certo parlare di moneta per la circolazione mi sembra eccessivo....

Buonasera Elledi.

Ma nessuno ha parlato di moneta per la circolazione. Tu hai qualche notizia in più ?

Saluti

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Guest utente3487
Inviato

Quello che ho scritto nel primo e poi nel secondo libro: è una moneta rara, battuta per celebrare Vittorio Emanuele II Re d'Italia...il numero di esemplari così esiguo mi induce a ritenere che fu battuta solo per questo scopo e magari donata a persone importanti dello stato e di paesi stranieri in visita.

Inviato

Quello che ho scritto nel primo e poi nel secondo libro: è una moneta rara, battuta per celebrare Vittorio Emanuele II Re d'Italia...il numero di esemplari così esiguo mi induce a ritenere che fu battuta solo per questo scopo e magari donata a persone importanti dello stato e di paesi stranieri in visita.

ma perchè ha la data del 1864 ed è stata coniata per la prima volta nel 1865 e poi nel 1867?


Inviato

Bella domanda!

non hai neanche qualche ipotesi verosimile a riguardo?


Inviato

Se non erro anche la moneta più costosa del Regno, il 50 lire di VE2 1864, e' stata coniata nel 1867


Guest utente3487
Inviato

Bella domanda!

non hai neanche qualche ipotesi verosimile a riguardo?

Penso che alcuni esemplari vennero coniati in effetti nel 1864, poi per motivi non del tutto noti, i conii vennero messi da parte e utilizzati effettivamente nel 1865 e poi nel 1867

Inviato

Potrebbe essere una chiave di lettura il fatto che nel 1864 la capitale d'Italia da Torino si spostò a Firenze con la "Convenzione di settembre" tra Italia e Francia ?

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Inviato

Buongiorno.

Ma, ipotizzo che in quell'anno il primo ministro Minghetti e quindi il Re fossero molto impegnati nel trovare l'accordo con i Francesi, accordo sfociato con la " Convenzione di settembre " con l'ipotesi, poi verificatasi dello spostamento di Capitale da Torino a Firenze, tanto da " bloccare " l'emissione di nuove monete in metallo prezioso in previsione di averne bisogno per far fronte ai costi di tale spostamento e ipotizzo per " pagare" il ritiro delle truppe Francesi da Roma.

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Guest utente3487
Inviato

No, non credo. SI tratta in fondo di piccoli quantitativi, sia delle 100 che della 50 lire. Secondo me erano solo per celebrare il neo Re d'Italia. Probabilmente però le solite italiche lentezze burocratiche hanno fatto slittare la coniazione.

In ogni caso, con ogni ragionevole certezza, poichè le monete in esame portano il millesimo 1864 ritengo altamente improbabile che non sia stato battuto qualche esemplare, almeno a titolo di "prova" dei conii. Ma questo purtroppo rimane un mistero.

Inviato

Si quello è un bel mistero.

Ma trattasi si di piccoli quantitativi, ma non bisogna sottovalutare che in quei periodi le casse del Re erano molto esigue.

Le rivolte a Torino, i Repubblicani che riprendevano forza, forse il Re non volle coniare monete solo per celebrare se stesso per non fomentare nuove rivolte, e quindi aspettò per la prima "sostanziosa" emissione in metallo prezioso.

Credo che allo stesso tempo il 100 Lire coniato per rappresentanza sia quello del 1867 ( n°105 ) mentre quelli del 1865 sono stati coniati in equal numero a quelli del 1872 e 1878 ( rispettivamente 451 - 452 - 453 ).

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Guest utente3487
Inviato

Sempre poca roba. Per i pagamenti in oro in genere si preferivano i pezzi da 20 e da 10 ed eccezionalmente quelli da 5.

Inoltre erano emissioni che rimanevano nell'assoluto segreto...chi mai del popolo avrebbe potuto sapere di queste preziose monete? Solo le persone che contavano potevano riceverne una.

Purtroppo non abbiamo documenti che portino qualche novità, ma chissà, magari il re le consegnava a determinate persone in cambio di un contributo alla Monarchia per le spese sostenute. Ma la mia è ovviamente una mera ipotesi.

Inviato

Vero, plausibile e intrigante ( come tutta la storia ) e come dici tu non abbiamo daocumenti o scritti privati tra il governo e il Re. Sarebbero interessantissime .......

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Inviato

Ciao.

Le monete in oro da Lire 100 e da Lire 50 di V.E. II Re d'Italia, emesse con millesimo 1864, vennero battute in forza della legge 24.8.1862 nr. 788 (legge fondamentale sull'unificazione del sistema monetario del Regno d'Italia) e nel rispetto degli altri provvedimenti che dettavano le caratteristiche delle nuove monete d'oro (R.D. 5.10.1862 nr. 871 che fissava il diametro anche di tali monete e R.D. 2.5.1861, nr.16 che stabiliva l'impronta delle monete d'oro).

La moneta d'oro poteva essere richiesta anche dai privati, che erano però tenuti a corrispondere alla Zecca il metallo prezioso necessario alla coniazione ed ha pagare i diritti di affinazione (quando il metallo conferito aveva un titolo inferiore a quello delle monete legali) e di coniazione.

Le prime coniazioni dei massimi moduli in oro di V.E. II Re d'Italia non appaiono, dunque, emissioni ”celebrative” o “commemorative”, (tanto per capirci, come lo saranno in seguito quella del fascione e della Vetta d'Italia durante il regno di V.E III), ma ordinarie coniazioni previste dalle normative monetarie allora vigenti.

Ciò non esclude, beninteso, che i pochi pezzi prodotti siano stati commissionati alla Zecca proprio da quella “elitè” del Paese (se non addirittura dagli ambienti della Real Casa...) che, in tal modo, avrebbero potuto serbare un ricordo significativo delle nuove monete d'oro di massimo modulo del primo Re d'Italia.

Ciò che, credo, si possa escludere con ragionevole certezza, è che tali monete fossero destinate alla normale circolazione, non apparendo la circostanza verosimile a causa dell'esiguo numero di pezzi coniati.

Per quanto riguarda l'apposizione del millesimo di coniazione, il R.D. nr. 16/1861 si limitava a stabilire che le monete d'oro che si conieranno “avranno sul dritto, attorno l'effigie del Re, la leggenda VITTORIO EMANUELE II e sotto, l'indicazione dell'anno.....

La norma non precisa se l'anno da indicare dovesse essere quello di coniazione (anche se, per logica, lo si dovrebbe supporre) ma tale omissione potrebbe aver dato luogo al mancato rispetto, in alcuni casi, della corrispondenza fra millesimo effettivo di coniazione ed l'anno di emissione.

Tuttavia, a seguito della Convenzione dell'Unione Monetaria Latina, stipulata a Parigi il 23 dicembre 1865, il cui contenuto venne recepito nell'ordinamento del Regno d'Italia solo a seguito della Legge 21.7.1866, nr. 3087, venne stabilito dall'art. 10 della predetta Convenzione che “Il millesimo di fabbricazione sarà d'ora in avanti inscritto sulle monete d'oro e d'argento coniate dai quattro Stati”.

Quindi, se fino al mese di luglio 1866 potremmo spiegare la non corrispondenza sulle monete d'oro e d'argento dei millesimi riportati con l'anno effettivo di fabbricazione, giustificando la cosa con la "vaga" previsione del R.D. nr. 16/1861 che prevedeva solo genericamente di riportare l'indicazione dell'anno (senza precisare che doveva trattarsi dell'anno effettivo di fabbricazione)...., tale spiegazione non è più accettabile a partire dall'entrata in vigore della Convenzione dell'U.M.L.

Pertanto, la coniazione avvenuta nel 1867 di pezzi da 100 e da 50 lire in oro riportanti il millesimo 1864 sarebbe formalmente scorretta e non rispettosa della legislazione allora vigente.

Però, a questo punto proviamo a dare alla cosa una spiegazione plausibile!

Dato il limitatissimo numero di pezzi da Lire 100 e da Lire 50 coniati nel 1867, è verosimile pensare che in zecca non si siano neppure presi la briga di modificare il punzone del millesimo già allestito con l'anno 1864, utiizzando lo stesso (che per giunta avevano già riutilizzato nel 1865 per battere 474 pezzi della moneta da Lire 100) per portare a compimento la battitura di un numero di esemplari davvero esigua.

Non mi sovviene, francamente, alcun altra possibile logica spiegazione.

Saluti. :hi:

Michele

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Guest utente3487
Inviato

Daccordo su tutto. L'unica cosa che mi convince meno è su chi ha effettivamente richiesto la coniazione delle monete. Secondo me più che i privati vedrei la mano del sovrano o qualcuno a lui vicino, giusto per esaltarne il ruolo. Ma si tratta ovviamente di considerazioni personali e nulla più. Rimango dell'idea che almeno qualche battitura, per vedere come veniva la moneta, l'avranno pur fatta in quel 1864. Prove di quel che dico? Manco una!

Inviato

Ciao Domenico.

"Rimango dell'idea che almeno qualche battitura, per vedere come veniva la moneta, l'avranno pur fatta in quel 1864. Prove di quel che dico? Manco una!"

Mah. Il Carboneri (nella Tavola pubblicata a pag. 838 della Sua nota opera) riporta che nel 1864 vennero emessi un certo numero di "esemplari", sia del pezzo da 100 che di quello da 50, senza però indicarne la quantità esatta.

Si può supporre che in quegli "esemplari" ci possa anche essere una o più "prove"; però va anche detto che, "per risparmiare", potrebbero essersi limitati a batterle solo in piombo, con destinazione Archivio di Stato.

E, come ben sappiamo, il piombo in certi casi può rivelarsi più evanescente della cera al sole..... :yahoo:

M.


Inviato

ma in media qual'è la vita di un conio? quanto può durare?


Guest utente3487
Inviato

Dipende.A seconda della forza della pressa, del tipo di moneta ecc

Guest utente3487
Inviato

Ciao Domenico.

"Rimango dell'idea che almeno qualche battitura, per vedere come veniva la moneta, l'avranno pur fatta in quel 1864. Prove di quel che dico? Manco una!"

Mah. Il Carboneri (nella Tavola pubblicata a pag. 838 della Sua nota opera) riporta che nel 1864 vennero emessi un certo numero di "esemplari", sia del pezzo da 100 che di quello da 50, senza però indicarne la quantità esatta.

Si può supporre che in quegli "esemplari" ci possa anche essere una o più "prove"; però va anche detto che, "per risparmiare", potrebbero essersi limitati a batterle solo in piombo, con destinazione Archivio di Stato.

E, come ben sappiamo, il piombo in certi casi può rivelarsi più evanescente della cera al sole..... :yahoo:

M.

Archivio di Stato non c'è proprio un bel niente. Tutto perduto. :crazy:

Inviato

"Archivio di Stato non c'è proprio un bel niente. Tutto perduto".

Non ne dubitavo..... :yahoo:

M.


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