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Nel 1747 vennero coniate due artistiche monete Commemorative per la nascita del primogenito maschio, giunta il 13 giugno 1747, il Principe Filippo, “Reale Infante”.

Le due monete, Piastra e Mezza Piastra, recano al dritto i busti accollati di Carlo e di Maria Amalia e al rovescio una donna seduta, reggente con il braccio destro un bambino, nel giro il motto “Firmata Securitas”, Sicurezza Confermata - a sottolineare la certezza, con la nascita di Filippo “POPUL SPES” Speranza del Popolo - della continuazione della famiglia, e quindi dell’indipendenza del Regno.

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Dal 1750 e fino al 1754 furono coniate Piastre e Mezze Piastre che esponevano il busto del sovrano volto a destra, denominate per questo motivo “Busto Corazzato”:

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http://www.ebay.it/i...=item2c67ad896b

Vi presento una piastra dai capelli veri!!!!!!! ahahahahahah :rofl:

Capelli veri :rofl: non avevo letto il sottotitolo.

Altro

http://www.ebay.it/s...sid=p4340.l2562

l'altra piastra ha i capelli veri.

E' un utente che usa metodi di fotografia differenti, è come se le immagini non fossero sue, sarà una mia sensazione, ma è strano anche il fatto che la piastra di Ferdinando IV è più di spl e da profano in materia la classifica come BB ..... sottovalutandola nella conservazione ma non nel prezzo. Mah! :nea:


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E' un utente che usa metodi di fotografia differenti, è come se le immagini non fossero sue, sarà una mia sensazione, ma è strano anche il fatto che la piastra di Ferdinando IV è più di spl e da profano in materia la classifica come BB ..... sottovalutandola nella conservazione ma non nel prezzo. Mah! :nea:

Hai ragione... Tra l'altro fa diversi errori di ortografia... In un annuncio publicitario la forma hai l suo peso

Modificato da BiondoFlavio82

Inviato (modificato)

La coniazione di monete di Ferdinando IV è suddivisa in quattro periodi di cui tre prima dell’unificazione dei regni di Napoli e Sicilia.

Dopo l’ascesa al trono di Ferdinando IV nel 1759, il padre Carlo divenuto re di Spagna, fece affluire a Napoli decine e decine di casse d’oro e d’argento per favorire un’ampia coniazione di monete.

In questo modo Carlo di Borbone volle ripagare i napoletani dallo sfruttamento effettuato in tanti anni dagli Spagnoli

La prima moneta coniata in argento fu una Mezza Piastra, millesimo 1760, detta anche “pupillare”;

Ferdinando IV aveva solo 9 anni e si tratta dell’unico ritratto infantile nella monetazione d’argento.

Successivamente, con le date 1766 e 1767 vennero coniate due Piastre giovanili:

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Modificato da peter1

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Nel 1772 venne coniata una piastra commemorativa per la nascita della primogenita Maria Teresa avvenuta il 9 giugno 1772; al dritto vi sono raffigurati i busti accollati di Ferdinando e Maria Carolina, e, al rovescio, una donna seduta, recante sulle ginocchia un infante; sullo sfondo, il Sebeto, il Vesuvio e il mare con una nave; nel giro, il motto “Fecunditas”. La fecondità auspicata produsse ben diciassette figli tra il 1772 ed il 1793 ma solo quattro sopravvissero ai genitori.

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La "Fecunditas" è un capolavoro, sia per il lato dell'allegoria (peccato per la famosa debolezza di conio che fa mancare le lettere I e T nella maggior parte degli esemplari) che per i ritratti al dritto (almeno per me è una delle migliori rappresentazioni di Ferdinando IV, bisognerà aspettare il Rega perché se ne avessero di più belle). Le piastre del 1766-67 sono le prime di Ferdinando IV: anche queste molto belle, nonostante l'opera di incisione dell'Adovasio non fu apprezzata all'epoca, tanto che fu poi sostituito dal Perger. Aggiungo che queste sono le ultime piastre in argento 916‰ e peso 25,61g, dal 1784 in poi, sotto consiglio del Perger, si coniò con argento 833‰ per un peso di 27,53g, lasciando invariato l'intrinseco di argento ma rendendo la moneta più "robusta".


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Altre due piastre commemorative furono coniate nel 1791, a memoria del viaggio in Austria effettuato dai Sovrani che avevano accompagnato le due principesse Maria Teresa e Maria Luisa, future spose degli Arciduchi d’Austria Francesco e Ferdinando, figli del Granduca Leopoldo.

La prima, più rara, presenta al dritto i busti accollati dei sovrani, e al rovescio, il Sebeto e Partenope in atto di sacrificare su di un’ara; sullo sfondo, il Vesuvio, nel giro, il motto “Pro Fausto P.P. Reditu Vota Soluta” volti assolti per il felice ritorno dei sovrani; celebra il felice ritorno dei Sovrani a Napoli.

Don Basile, appaltatore per le monete d’argento e di rame, fece preparare i conì a proprie spese.

Antonio Panelli, maestro di zecca, presentò i primi saggi a novembre, chiedendo l’autorizzazione a proseguire la coniazione.

A Ferdinando IV le monete non piacquero e ne fece sospendere la coniazione ma non fece, però, ritirare quanto già coniato > 9.476 pezzi.

La seconda presenta lo stesso dritto, ma, al rovescio, vi sono 4 segni zodiacali Bilancia, Scorpione, Sagittario e Capricorno cioè quelli dei mesi successivi alla partenza dei sovrani, come se la popolazione, orfana dei sovrani, volesse contare i giorni mancanti al rientro dei reali a Napoli.

Si tratta del secondo progetto del maggio del 1791 che piacque al sovrano tanto da essere coniato, sempre con il millesimo 1791, per molti anni.

La piastra SOLI REDUCI “ Al sole che ritorna” non può considerarsi rara in assoluto ma lo diventa con gli esemplari di bella conservazione perché generalmente si trova con tracce di montatura.

Queste due Piastre, come tutte quelle successive, Piastre, Mezze Piastre, Ducati, Tarì e Carlini, a partire dal 1784 furono coniate al titolo di 833/1000, cioè contenevano 5/6 di fino e 1/6 di lega: erano pertanto meno “buone” delle precedenti.

In realtà l’intrinseco di metallo nobile in esse contenuto era uguale a quello delle emissioni precedenti in quanto il peso della Piastra, per maggiore solidità, fu portato da grammi 25,61 a grammi 27,53, mentre quello degli spezzati della Piastra fu modificato in proporzione.

L’idea di abbassare il titolo dell’argento e, di conseguenza, di aumentare il peso delle monete per mantenere il medesimo intrinseco di metallo nobile, fu del maestro dei coni Don Bernardo Perger che propose a Ferdinando IV di effettuare questo cambiamento per far sì che si avessero delle monete con maggiore solidità e consistenza.

Le Piastre che subirono la modifica del titolo dell’argento, dopo le disposizioni emanate, quelle cioè coniate fino al millesimo 1972 furono fatte oggetto di sistematiche rifusioni e quindi sono da ritenersi tutte rare.

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  • 4 anni dopo...
Inviato (modificato)
Il 31/8/2012 at 10:18, Rex Neap dice:

Nel 1772 venne coniata una piastra commemorativa per la nascita della primogenita Maria Teresa avvenuta il 9 giugno 1772; al dritto vi sono raffigurati i busti accollati di Ferdinando e Maria Carolina, e, al rovescio, una donna seduta, recante sulle ginocchia un infante; sullo sfondo, il Sebeto, il Vesuvio e il mare con una nave; nel giro, il motto “Fecunditas”. La fecondità auspicata produsse ben diciassette figli tra il 1772 ed il 1793 ma solo quattro sopravvissero ai genitori.

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Buon giorno, riesumo (mi sia passato il termine..) questa discussione, relativa ad uno dei più artistici e storicamente significativi massimali argentei borbonici della Zecca di Napoli, per segnalare che la data della nascita della primogenita Maria Teresa non è quella indicata. Non me ne voglia @Rex Neap, ma la data corretta è 5 giugno 1772.

I romani, infatti, distinguevano i giorni del mese con tre terminologie: "calende", "none", "idi".

Le calende cadevano il primo giorno di ogni mese, le none il quinto e le idi il tredicesimo.

Nei mesi di marzo, maggio, luglio e ottobre le none cadevano il settimo giorno e le idi il quindicesimo, ma non è questo il caso.

Saluti.

Modificato da MezzaPiastraPupillare
  • Mi piace 3

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Si...grazie @MezzaPiastraPupillare...è passato un pò di tempo; bisognerebbe far correggere a questo punto un pò tutta la bibliografia.....è sicuro ? ... qui ad esempio si scrisse 6 giugno.

 


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Egregio @Rex Neap, buona sera a Lei e a tutti gli Amici del forum.

Ha colto nel segno, in moltissima bibliografia, numismatica e storica, sono riportati dati discordanti.

L'albero genealogico dei Borbone delle Due Sicilie, curato da Alfonso Grasso e pubblicato su ilportaledelsud, riporta la data del 6 giugno 1772.

Alessandro Coletti, storico (si badi storico e non numismatico per quanto io ne sappia...), nel suo "La regina di Napoli", Istituto Geografico De Agostini, Novara, 1986, riporta il 6 giugno 1772.

Giuseppe Campolieti (altro storico non specializzato in numismatica per quanto io ne sappia) nel suo "Il Re Lazzarone", Mondadori, MI, 1999, parla genericamente di giugno 1772.

Passiamo ora all'analisi dei testi (solo quelli in mio possesso...) numismatici e medaglistici.

Il mitico Ricciardi si limita a riportare la leggenda in latino esplicitata all'esergo del R della piastra in questione.

Il celeberrimo Memmo Cagiati, nel volume V della sua importantissima e rinomata opera, nulla dice, o meglio, riporta la leggenda in latino come il Ricciardi, senza fare commenti o dare specificazioni.

Giuseppe De Sopo nulla dice.

Il Dott. G. Ruotolo ne "Le grandi monete dei Borboni di Napoli" parla genericamente di giugno 1772.(rettifico: come notato da demonetis parla chiaramente del 5 giugno...la fretta gioca SEMPRE brutti scherzi)

Il catalogo Gigante 2010, unica nota stonata, è d'accordo nell'ascrivere la data di nascita della principessa Maria Teresa di Borbone al 9 giugno 1772.

Infine Giacomo Majorca ne "Numismatica contemporanea sicula", Palermo 1870, è l'unico testo in mio possesso ove viene scritta per esteso la nostra leggenda: Maria Theresia nata nonis junii. 

Per quanto attiene alle none del mese di giugno, mi pare pacifico che i latini intendessero il 5 giugno.

E allora Vi chiedo: che non sia questo l'ennesimo caso che dimostra come gli Storici molte, troppe volte non tengono nel dovuto conto il "documento moneta"? Quale prova più forte e più concreta della legenda in latino impressa in rilievo sul documento costituito dalla magnifica piastra napoletana che ben conosciamo?

Sono curioso di sapere cosa è riportato nell'ottimo testo di Mario Traina "Il linguaggio delle monete", che purtroppo non ho.

Saluti.

 

Modificato da MezzaPiastraPupillare
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...ottimo @MezzaPiastraPupillare, è da anni che vado dicendo e scrivendo che l'oggetto metallico...è la prima prova assoluta nella ricerca della certezza.....le monete vanno osservate correttamente e....una per una, dicono sempre (+ o -) quello che vorremmo conoscere...tranne qualche rara eccezione, logicamente.

Ti faccio i complimenti...bravo.


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Ciao @MezzaPiastraPupillare, se il testo di Traina è "ottimo", parole tue, non puoi non averlo: è un testo indispensabile; fidati.

L'Autore riporta correttamente la data del 5 giugno 1772 (p. 243).

Io aggiungerei anche Ruotolo-Minervini, Le grandi monete d'argento dei Borboni di Napoli, dove è riportata la data del 5 giugno (p. 28).

Altro libro poco noto, ma molto importante, è quello del francescano Gaudenzio dell'Aja, Il pantheon dei Borboni in Santa Chiara di Napoli, dove, nonostante si citino fonti ufficiali dell'epoca, si riporta l'errata data del 6 giugno (p. 269).

Un appunto: la legenda non è Maria Theresia nata nonis junii - come scrive il Majorca - ma M(aria) THERESIA NATA NON(is) IVNI(is), ossia 'Maria Teresa nata il 5 di giugno', come rilevo nel mio studio "Le legende sulle monete borboniche napoletane".

Modificato da demonetis
  • Mi piace 2

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... è verissimo, oggi ero a lavoro, adesso ho preso in mano il lavoro di Alessandro @demonetis....è nel suo studio ha riportato correttamente..... 5 giugno 

Ogni giorno a questa cavolo di monetazione...si aggiunge un tassello in più; ovviamente operando anche qualche giusta correzione; non si finisce mai.

http://www.classicadiana.it/libreria/content/aavv-quaderno-di-studi-xi-2016

 

 

  • Mi piace 1

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Buon giorno a tutti.

@Rex Neap: ti ringrazio per i complimenti. La monetazione di Napoli è affascinante non solo per le lettere in più, in meno, modificate ecc.., ma anche per i riferimenti alla lingua e cultura latina cui spesso si rifà, come hai fatto notare mille e una volta anche tu. I tuoi complimenti mi inorgogliscono. Grazie ancora.

@demonetis: il libro del Grande Mario Traina non l'ho perché...non ho più spazio nelle mie librerie!!! E siccome tengo a preservare l'armonia con mia moglie....puoi ben capire.... Questa volta tocca a me fare i complimenti. Non conoscevo il tuo studio e, per quanto riguarda la corretta trascrizione della legenda latina, non posso che essere d'accordo con te...ubi maior minor cessat, giusto per rimanere in tema di latinismi. Oggi anche io ho arricchito il mio bagaglio culturale.  Grazie.

Modificato da MezzaPiastraPupillare
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