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Guest utente3487
Inviato

Scusate, ci stiamo accavallando...a quale catalogo e a quale collezione ti riferisci?

Al catalogo della collezione... il nome del collezionista glielo scrivo in MP

Se non può non importa...rispetto la privacy.

Inviato

Scusate, ci stiamo accavallando...a quale catalogo e a quale collezione ti riferisci?

Al catalogo della collezione... il nome del collezionista glielo scrivo in MP

Se non può non importa...rispetto la privacy.

Ho provato a scriverle, ho cercato anche di inviarle una breve scheda della collezione (la sua composizione) ma il server non mi permette di recapitarle il messaggio.


Inviato (modificato)

Non so se lo avevo già detto, ma alla chiusura delle zecche tutto il materiale creatore è finito alla zecca di Roma e là tuttora si trova conservato.

Però nell'archeologico di Napoli ci sono numerosi punzoni e coni dell'800 borbonico... non so se anche precedenti.

Modificato da BiondoFlavio82

Inviato

Rimane il mistero dello spezzato

Già! perché figli e figliastri? Di certo non è stata spezzata perché riconosciuta come "non regolare" dalla circolazione...


Inviato (modificato)

Se devi fare una prova utilizzi i coni che stai usando o quelli vecchi?

Io userei quelli vecchi, e' plausibile che nel 59, magari addirittura col nuovo sovrano, si usassero i vecchi coni del 56 per fare delle prove su innovazioni da apportare.

Purtroppo siamo solo nel campo delle ipotesi ed e' vero tutto ed il contrario di tutto!

Be', mica era una prova "arrozzata", anzi è molto curata e i coni non sono affatto stanchi. Comunque tutto è possibile.

Modificato da BiondoFlavio82

Inviato (modificato)

Chissà se Picchio ha anche le prove "monofaccia"... perché ci sono anche quelle...

Modificato da BiondoFlavio82

Inviato

Rivista con calma è la stessa data di quella che ho postato, il che ha un senso, sarebbe stato magnifico se avesso utilizzato per due anni a fila tutto l'armamentario per battere delle prove, riguarderò con attenzione quella in zinco cui non ho mai dato gran peso, non ricordo neppure da dove viene, credo USA una ventina di anni fa per pochi dollari.

Tranciata, le dirò che non è la prima volta che le vedo, Blocco navale di Venezia 1813 le prove su lamina in argento della 1,60 lire sono state annullate tranciandole (e sfido l'ispettore Elledi a trovare uno straccio di documentazione :) ) . Sono pubblicate nel lavoro di Traina sugli assedi e per la prima volta furono vendute nella Leu 12 (?) Collezione Victor Napoleon, poi asta Finarte Asta 843 n. 991, se avete il catalogo sono davvero interessanti, meritano anche perchè dubito che ricompariranno.

Elledì quando farà Napoli si ricordi che le prove del 3 centesimo di Murat in piombo con tracce di ribattitura son tutte farlocche.

Ora che mi viene in mente, catalogo collezione Curatolo, fu venduto un 12 carlini 1810 testa a sinistra (tipo solito) spettacolare, anche ne prezzo, con delle specifiche che sono apparse solo su quella moneta tanto che in catalogo mi pare che la considerarono di "presentazione" (tanto per buttare un alro po di benzina sul fuoco). Poi c'è anche un 2 grana molto particolare che si dissocia dalla coniazione normale ma dovrebbe essere una prova o di "presentazione" ? !

Ed i 12 carlini testa a destra emissione 1810 ribattuto a freddo è falso ? Il decreto di emissione prevedeva solo la testa a sinistra, ... e quello del 1815 unico esemplare al momento conosciuto anche quello è falso ?

Il fatto è che sono fatti proprio bene, son coevi perchè gia appaiano menzionati alla fine dell'epopea napoleonica.

Io non ho visto gli esemplari cui fa riferimento il CNI ma sarebbero da rivedere le legende citate. ... e ... se comaprisse un pezzo in oro di Giuseppe Napoleone ... c'era il decreto di emissione, ma non la moneta ... sarà buono ? Sto scherzando ... ;) ... non l'ho BiondoFlavio, la pezza in oro di Giuseppe Napoleone non l'ho !


Guest utente3487
Inviato

Elledì quando farà Napoli si ricordi che le prove del 3 centesimo di Murat in piombo con tracce di ribattitura son tutte farlocche.

Già sistemate!!!!farlocche e come!!!

Guest utente3487
Inviato

Con decreto nr.10 del 12 gennaio 1807 venne disposta la coniazione di monete in oro, e precisamente la doppia da sei ducati pari a 600 grana, l’oncia da tre ducati

E chissà....

Guest utente3487
Inviato

Magari qualche disegno l'avevano predisposto....

Guest utente3487
Inviato

Con decreto nr.10 del 12 gennaio 1807 venne disposta la coniazione di monete in oro, e precisamente la doppia da sei ducati pari a 600 grana, l’oncia da tre ducati; in argento, la piastra da 12 carlini, la mezza piastra da 6 carlini, 4 carlini, 3 carlini, il tarì da 2 carlini ed il carlino con peso e titolo identici a quelli già in vigore con il sistema borbonico. Le impronte erano di due soli tipi e si adattavano sia alla coniazione in oro sia a quella in argento. La doppia ha l’effige di Giuseppe Napoleone al diritto, e la leggenda IOSEPH NAPOL. D. G. UTR. SICIL. REX . Al rovescio le armi reali di Napoli con leggenda PRINC. GALLIC. MAGN. ELECT. IMP. indicazione del millesimo e del valore. L’oncia ha il medesimo diritto della doppia ma ne varia il rovescio con l’aquila allo scudo. Nelle monete d’argento da 12, 6, 4, e 3 carlini le impronte sono come nelle doppie. Il tarì ed il carlino mantengono lo stesso diritto ma al rovescio varia lo scudo delle armi. Il decreto ristabiliva il corso delle pezze da 3 e 4 carlini che i Borbone avevano smesso di coniare già dal 1735. Le monete avrebbero dovuto corrispondere per titolo, peso e diametro a quello borboniche. Il decreto non ebbe mai piena attuazione, e dunque venne battuta solo la piastra da 120 grana, dal 1807, anche se le prime e più rare sono datate 1806.Ad oggi non si ha notizia di altri nominali battuti nel periodo da Giuseppe Napoleone.
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Guest utente3487
Inviato

Dunque il fratello di Napoleone pensava in grande!

Inviato (modificato)

E le prove di dritto in rame con rovescio liscio battute da Ferdinando II e Francesco II non le conoscete?

Modificato da BiondoFlavio82

Guest utente3487
Inviato

Illuminaci!!!!!

Sono tutt'orecchie e tutt'occhi!!!
Inviato (modificato)

Illuminaci!!!!!

Sono tutt'orecchie e tutt'occhi!!!

Vabe'..., quella... è un'altra storia ( :lol: )

Meglio non scoprire tutte le carte (sempre che qualche altro utente non le scopra per me)

Modificato da BiondoFlavio82

Inviato

... Il decreto non ebbe mai piena attuazione, e dunque venne battuta solo la piastra da 120 grana, dal 1807, anche se le prime e più rare sono datate 1806.Ad oggi non si ha notizia di altri nominali battuti nel periodo da Giuseppe Napoleone.

Mi sembra che il Decreto fu pubblicato sul «Monitore Napoletano» numero 94 del 20 gennaio 1807.

Tutta la letteratura è concorde sul fatto che furono in realtà battute solo le piastre. Unica eccezione (a quanto mi risulta) Lodovico Bianchini, il quale afferma che fu battuta anche una quantità minima di monete da 6 carlini.

Ho consultato l'opera Storia delle Finanze delle Due Sicilie, uscita con introduzione di Luigi De Rosa nel 1971 per i tipi della ESI di Napoli. Si tratta comunque della ristampa della terza edizione dell'opera di Bianchini, quella del 1859, che uscì presso la Stamperia di Napoli col titolo Della storia delle finanze del Regno di Napoli libri sette.

Riporto da pag. 607 della ristampa 1971:

... Comeché Giuseppe Bonaparte avesse disposto a' dodici gennaio del 1807 di coniarsi ogni specie di monete nel modo ch'erasi insino allora praticato, pure una quantità non rilevante, e solo di argento, venne da lui coniata tra il 1807 e il 1808 delle specie di carlini dodici e carlini sei.

Che io sappia di queste ultime non si è mai trovata traccia, ma ho riportato quanto scritto da Bianchini per completezza.


Guest utente3487
Inviato

Scusate, ci stiamo accavallando...a quale catalogo e a quale collezione ti riferisci?

Al catalogo della collezione... il nome del collezionista glielo scrivo in MP

Se non può non importa...rispetto la privacy.

Ho provato a scriverle, ho cercato anche di inviarle una breve scheda della collezione (la sua composizione) ma il server non mi permette di recapitarle il messaggio.

se vuole provi con [email protected]

Guest utente3487
Inviato

Quella delle monete da 6 carlini è una notizia interessante che merita approfondimento

Guest utente3487
Inviato

Illuminaci!!!!!

Sono tutt'orecchie e tutt'occhi!!!

Vabe'..., quella... è un'altra storia ( :lol: )

Meglio non scoprire tutte le carte (sempre che qualche altro utente non le scopra per me)

Tanto io ho pazienza, visto che non potrò pubblicare Napoli prima di due anni, quindi ho tutto il tempo di veder nascere belle primizie! :blum:

Inviato

Con decreto nr.10 del 12 gennaio 1807 venne disposta la coniazione di monete in oro, e precisamente la doppia da sei ducati pari a 600 grana, l’oncia da tre ducati; in argento, la piastra da 12 carlini, la mezza piastra da 6 carlini, 4 carlini, 3 carlini, il tarì da 2 carlini ed il carlino con peso e titolo identici a quelli già in vigore con il sistema borbonico. Le impronte erano di due soli tipi e si adattavano sia alla coniazione in oro sia a quella in argento. La doppia ha l’effige di Giuseppe Napoleone al diritto, e la leggenda IOSEPH NAPOL. D. G. UTR. SICIL. REX . Al rovescio le armi reali di Napoli con leggenda PRINC. GALLIC. MAGN. ELECT. IMP. indicazione del millesimo e del valore. L’oncia ha il medesimo diritto della doppia ma ne varia il rovescio con l’aquila allo scudo. Nelle monete d’argento da 12, 6, 4, e 3 carlini le impronte sono come nelle doppie. Il tarì ed il carlino mantengono lo stesso diritto ma al rovescio varia lo scudo delle armi. Il decreto ristabiliva il corso delle pezze da 3 e 4 carlini che i Borbone avevano smesso di coniare già dal 1735. Le monete avrebbero dovuto corrispondere per titolo, peso e diametro a quello borboniche. Il decreto non ebbe mai piena attuazione, e dunque venne battuta solo la piastra da 120 grana, dal 1807, anche se le prime e più rare sono datate 1806.Ad oggi non si ha notizia di altri nominali battuti nel periodo da Giuseppe Napoleone.

Eh, già. Tempo fa, rileggendo la "Storia del Reame di Napoli" del Colletta, mi capitò, e la cosa mi stupì alquanto, la parte in cui l'autore parla di Giuseppe Napoleone, dicendo, tra l'altro, che fece coniare anche monete d'oro: ne parla come se queste monete fossero state effettivamente prodotte e non come se fossero state solo programmate ma mai realizzate. Anche se, comunque, non se n'è mai vista nemmeno una in giro...


Guest utente3487
Inviato

Oddio, tutto è possibile...chi ci dice che non siano stati realizzati degli studi in proposito? In fondo la legge l'avevano fatta...

Inviato

Infatti. La legge c'era ed era pure precisa sui tipi; in più il Colletta è sempre stato vicino ai francesi e quel periodo lo ha vissuto di persona. Chissà che davvero non ne abbia visto qualche esemplare...


Guest utente3487
Inviato

Sono un po' scettico perchè penso l'avrebbe descritto...però non possiamo escludere nulla.

Inviato

Da Dell'Erba "La riforma monetaria angioina e il suo sviluppo storico nel reame di Napoli" pag. 126

"Monete decretate per la coniazione". - Giuseppe Napoleone cominciò a far battere la sua moneta sin dal 1806, come fra breve vedremo, ma le sue idee che egli aveva circa le monete che intendeva di far coniare risultano da un suo decreto del 12 gennaio 1807. Con questo decreto egli ordinò di doversi fare la coniazione delle monete di oro, cioè la Doppia (da 6 ducati), e l'Oncia (da 3 ducati), e di argento, cioè da Carlini 12 (Piastra, cioè scudo), sei (Mezza piastra), quattro (Terzo di piastra), tre (quarto di piastra), due (Tarì) ed uno Carlino. La legenda del dritto, con la testa, per tutte sarebbe stata : IOSEPH. NAPOL. D. G. UTR. SICIL. REX. Al rovescio poi, con lo stemma, la legenda doveva essere: PRINC. GALLIC. MAGN. ELECT. IMP. ; doveva seguire il millesimo e sotto il valore in ducati per l'oro ed in grana per l'argento. Nel tarì e nel carlino, come monete piccole, lo stemma si doveva ridurre ad un modello differente da quello delle altre monete d'argento. Nell'orlo (taglio) poi del dodici e sei carlini si doveva porre il motto CUSTOS. REGNI. DEUS."

Fatta questa premessa mi pare poi ovvio supporre che poi fu coniata solo la piastra. Se fosse altrimenti, possibile non sia rimasto ad oggi nulla, nè materiale creatore nè traccia di monete?

E' altresì vero che parliamo della zecca di Napoli, dove tutto (o quasi) era possibile.


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