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Sempre in Cronaca Numismatica dell'ottobre 1994 all'articolo di Bertelli segue quello di Mario Traina che parla proprio dei Pierreali di Maria D'Aragona.Egli ci racconta il travagliato periodo storico siciliano in cui la Regina visse,facendo un raffronto con i Pierreali coniati pdai regnanti precedenti rilevando che quelli di Maria si distinguevano dalle precedenti coniazioni perché presentano le leggende in gotico uguali sia al Dritto che al Rovescio:+MARIA DEI GRA REGINA SICI ed al Rovescio SICILI.Prosegue Traina descrivendo le altre monete coniate per Maria:mezzi Pierreali con la M nel campo,i quarti di Pierreale con la testa della Regina coronata vista di prospetto,ed infine i Denari.

Traina ,sempre nel medesimo articolo,spiega da dove derivi il nome Pierreale.Ci dice che esso è l'unione del nome Pietro(Pietro III D'Aragona primo Re sicilano del suo casato)e dalla moneta chiamata Reale ,(i Pierreali erano detti anche"raonesi"o "aragonesi"e valevano un Reale),quindi Reale di Pietro.

Egli prosegue spiegando che il Pierreale aureo pesava 5 Trappesi ed aveva titolo di 24 carati;quello argenteo equivaleva al Carlino da 100 Grana,60 per oncia,e valeva 10 once e 17 sterlini per libbra e pesava 13 Trappesi e 13 Grani.


Inviato

a coniare la maggior parte delle monete di Maria fu la Zecca di Messina che rimase aperta fino al 1676.

Le rarissime monete con elefante coniate per Maria uscirono dalla Zecca di Catania,che come si è detto l'elefante era l'emblema della città

Fino al 1395 la Sicilia era stata di fatto governata da Martino "il vecchio"poi passò a Maria ed a Martino "il giovane"

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Ma dopo i "Vespri Siciliani",gli angioini che fine avevano fatto?

Carlo I d'Angiò morì nel 1285 e gli successe il figlio Carlo II il quale cercò di regnare sul Regno di Napoli ma lasciò perdere la guerra con gli aragonesi in Sicilia e i possedimenti greci li diede in "gestione"a Isabelle de Villehardouin che insieme alla figlia Mahaut mantennero per conto degli Angiò il potere sulla Morea

Ma nel primo decennio del secolo XIV gli angioini persero il loro potere in Grecia proprio perché non ne avevano curato direttamente il controllo servendosi di feudatari estranei al casato ;per giunta,in seguito a matrimoni o donazioni molte famiglie mercantili italiane presero a dominare gran parte della Grecia e della Morea.


  • 2 settimane dopo...
Inviato

Bene,

continuo con questo Denaro aragonese di Maria e del marito Martino

la moneta appartiene a collezione privata

Denaro:MARIA e MARTINO(1396-1402) Zecca di Messina

D/+MARTIN:DEI:GRA ,nel campo ,corona entro circolo perlinato

R/+MA/RIA/DEI/GRA;nel campo,croce sovrapposta ad M che taglia la leggenda in quattro parti,il tutto entro circolo perlinato

Riferimenti:MAUGERI 35;SPAHR 7;MIR 218;BIAGGI 1339

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Dei Denari con corona nel campo si distingue la coniazione con M crociata al R/ come quella al post precedente da quella con M senza croce che avrebbe come riferimento MAUGERI 34


Inviato

Le due coniazioni con corona al D/ e M al R/ presentano le medesime varietà di diametri che vanno da mm.14 a 16 ma variano per peso;infatti per il Denaro con M crociata il peso si aggira fra i 0,65 e 0,84 grammi mentre per quello con la sola M varia fra i 0,50 e 0,56 grammi


Inviato

Risulta che la Zecca di Messina coniò Pierreali solo con nominativo della Regina Maria,con Martino Duca di Monblanco ed il marito Martino ed anche dopo che il Duca di Monblanco ascese al trono d'Aragona,insieme e solo con il marito Martino.

Come già detto i Pierreali ,in tutte e tre le coniazioni sono estremamente rari,sono in argento e in oro non furono coniati.

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Altro Denaro coniato con il regno di Maria e Martino è questo:

Denaro:MARIA e MARTINO(1396-1402) Zecca di Messina ,mistura

D/+MARTIN US D GRA;nel campo stemma a losanga con le armi d'Aragona e di Sicilia

R/+MA/RIA/DEI/GRA;nel campo croce e nei quarti si alternano lettere a piccole corone

riferimenti:MAUGERI 36;SPAHR 8-14;BIAGGI 1340;MIR 219

anche questa moneta,come per le precedenti di Maria e di Martino,è molto bella sotto il profilo delle incisioni

la moneta appartiene a collezione privata

--Salutoni

-odjob

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  • 1 mese dopo...
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La Zecca di Messina era situata nella parte centrale della città medievale,Non è rimasto nulla ,ai giorni nostri,dell'edificio adibito a Zecca, a causa del terremoto del 1908 che devastò la terra di Sicilia ;ma a memoria del luogo resta il nome di Via Zecca


Inviato

Le lettere che accantonano le croci e quelle poste sui denari con elefante possono essere ritenute sigle di zecchieri ma non si conoscono i loro nomi


Inviato (modificato)

Ottimo lavoro..........................

...ti seguo sempre nei tuoi confronti tipici del tempo che affascinano proprio

me.....specialmente se vive in questa terra,quanto la amo!!!

Spero avrai preso ben nota di tutto quel che racconti :-) e magari allegando tutta la discussione potremmo evincerci ad un buon sapere con un buon book in mano

Grande Maestro :-) :-)

P.S.: aspettiamo tutti un editoria.: D

Saluti

Modificato da Rex Siciliae

Inviato

Grazie rex

ringrazio tutti coloro che seguono questa discussione e che vi partecipano attivamente postando foto di monete e scritti inerenti questa "interessante"(come da titolo) monetazione

--Salutoni

-odjob

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  • 2 settimane dopo...
Inviato (modificato)

Martino "il Giovane"(1402-1409)

Dopo la morte della consorte,la Regina Maria,Martino sposa in seconde nozze Bianca di Navarra e riuscì a dimostrare di essere degno Re di Sicilia svolgendo un'intensa opera legislativa.Riuscì a ristabilire gli antichi privilegi di cui avevano goduto i Re di Sicilia dal tempo del Conte Ruggero,cioè da una concessione di Papa Urbano II che concedeva al Re di Sicilia il diritto di Legato Apostolico;questo diritto rimase in vigore fino alla seconda metà del XIX secolo.

Re Martino morì in Sardegna nel 1409,dove si era recato per conquistarla, ed a succedergli sul trono di Sicilia fu proprio la seconda moglie.

da collezione privata

Pierreale o Carlino o mezzo Tarì, Zecca di Messina ,argento ,mm.24-25 gr.3,2-3,3

D/+MARTIN(tre bisanti)D:GRA:REX:SICILI;aquila ad ali spiegate volta a sinistra in cornice d'archetti,fra scritta periferica e cornice di archetti vi è un cerchio perlinato e fra il cerchio perlinato e la cornice di archetti troviamo bisanti negli spazi

R/+AC:AThENAR(tre bisanti)NEOPA(tre bisanti)DUX;stemma aragonese coronato in cornice d'archetti e negli spazi bisanti,ai fianchi dello stemma sigle C-C

Riferimenti:MAUGERI 37;SPAHR 28/34;MEC 14,825-826;BIAGGI 1341;MIR 220/2

--Salutoni

-odjob

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Modificato da odjob
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Inviato

Con Martino

non si coniarono Pierreali aurei ed altre monete auree

Le monete argentee di Martino seguirono la medesima monetazione precedente, mutarono,però,nome:il Pierreale venne chiamato Carlino o mezzo Tarì con valore di 60 Denari,ed il mezzo Pierreale,di conseguenza,venne chiamato mezzo Carlino(è questa una moneta molto rara)


Inviato

Del Pierreale o Carlino di Martino "Il Giovane"si conoscono circa 60 varianti

al R/ lo stemma aragonese può essere affiancato oltre alle lettere C-C(come nella moneta postata)anche G-G(molto rara),E-C,P-C,P-G,R-R od anche stella e testa di falco(moneta rarissima)

--Salutoni

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Inviato

........ritornando un po' alla storia:

Martino "il Giovane"si rifiutò di accondiscendere,come avevano fatto i suoi predecessori al trono di Sicilia,al Trattato di Avignone(questo Trattato fu firmato ad Avignone,con la mediazione di Papa Gregoro XI,da Federico IV D'Aragona e Giovanna d'Angiò.Il Trattato,in sintesi,non era altro che l'atto risolutivo della guerra dei Vespri iniziata novanta anni prima fra gli angioini e gli aragonesi e prevedeva che la Sicilia(Trinacria)fosse vassalla al Regno di Sicilia citeriore(la parte peninsulare governata dagli angioini)a cui spettavano anche oneri economici.

La battaglia di Sanluri

Fu in Sardegna che Martino"il Giovane",Martino I,Re di Sicilia, trovò la morte.Gli aragonesi avevano tentato di sottomettere la Sardegna con Giacomo II e si erano alleati con il Giudicato di Arborea(uno dei quattro stati indipendenti che si erano andati a creare in Sardegna con il disgregamento in occidente dell'Impero Bizantino.Si estendeva nella parte centrale della Sardegna e confinava a nord con il Regno o Giudicato di Torres,ad est ed a sud con il Giudicato di Cagliari.I Regni venivano chiamati Giudicati poichè il Re veniva denominato Giudice ).Il 5 aprile del 1297 con la bolla pontificia"Ad honorem Dei onnipotenti Patris"Papa Bonifacio VIII creava un Regnum Sardinie et Corsicae dandolo solamente come "licentia invadendi"a Giacomo II.Il Papa intese agire in questo modo per porre fine alle mire espansionistiche di Pisa e Genova verso l'isola sarda e per porre fine alla guerra fra aragonesi ed angioini. In tal modo ,pian piano,gli aragonesi avevano sottomesso una parte della Sardegna,ma verso la metà del sec.XIV il Giudicato di Arborea ruppe l'alleanza ed iniziò la guerra con gli aragonesi.La guerra fra i due iniziò,per la precisione,nel 1353,quando il Giudice di Arborea Mariano IV de Bas Serra,ritenendo ambigua la politica di Pietro IV d'Aragona,non ritenne più giusto continuare a sottomettersi agli aragonesi.Mariano IV morì nel 1376 ma la sua politica espansionistica fu portata avanti dai figli,prima da Ugone III fino al 1383 anno della sua morte e poi dall'altra figlia Eleonora reggente per i propri figli Federico e Mariano Doria-Bas, i quali non erano ancora in età per divenire Giudici di Arborea.Dopo vari conflitti sanguinosi gli arborensi riuscirono ad unire sotto il proprio Giudicato tutta l'isola sarda ad eccezione dei porti di Cagliari e di Alghero.

Nel 1403 Eleonora morì ; il figlio Mariano V ebbe la guida del Giudicato ed insieme al padre Brancaleone Doria continuò la guerra contro gli aragonesi presenti ancora nell'isola e non del tutto cacciati.

A soli otto anni dalla scomparsa della madre morì misteriosamente Mariano V e si generò una crisi di successione fra i pretendenti al Giudicato.Della morte di Mariano fu sospettato il padre,Brancaleone,a causa della sua sete di potere;egli,infatti mirava a divenire Giudice di Arborea in prima persona ,ma le sue aspirazioni andavano contro le regole successorie.Fu nominato Giudice Leonardo Cubello il quale era già podestà di Oristano nonchè imparentato alla famiglia Bas-Serra.In seguito a questa delibera Brancaleone ,vistosi escluso dal potere si ritirò,forse neanche per sua volontà ma per quella dei maggiorenti di Oristano,nel suo castello di Monteleone Roccadoria.

Guglielmo III visconte di Narbona rivendicò il titolo di Giudice di Arborea poichè era figlio di Beatrice de Bas-Serra,la terzogenita di Mariano IV e moglie di Amerigo VI visconte di Narbona.

Il parlamento supremo giudicale esaminò la posizione successoria del francese Guglielmo III e constatò che egli era in linea col diritto di successione.

A gennaio del 1409 Guglielmo III di Narbona fu incoronato Giudice ad Oristano.

Il Re aragonese Martino "il vecchio",durante la crisi di successione scaturita con la morte di Mariano V,aveva chiesto al figlio Martino"il giovane"di intervenire per riconquistare il "Regnum Sardiniae et Corsicae".Il 3 ottobre del 1408 Re Martino"il giovane"salpò da Trapani alla volta della Sardegna con 10 galere e tre giorni dopo sbarcò nel porto di La Pola insediandosi nel castello de Caller.

L'accordo diplomatico fra Re Martino "il giovane"ed il Giudice Guglielmo III non fu raggiunto ed il 30 giugno del 1409,nelle campagne vicino al borgo fortificato di Sanluri,unica fortezza fra Cagliari ed Oristano che poteva sbarrare la marcia del nemico aragonese,fu combattuta una violenta battaglia fra le forze aragonesi e quelle arboree che si componevano di oltre 18000 soldati.Il 4 luglio 1409 Martino"il giovane"ebbe la meglio sulle forze nemiche e gli fu ceduta anche Villa di Chiesa.

Dopo qualche giorno Martino"il giovane",nel rientrare al castello de Caller,avvertì i primi sintomi della malaria,che,con ogni probabilità ,aveva contratto nelle acque stagnanti del flumini Mannu che aveva attraversato per recarsi,con il suo esercito,alla fortezza di Sanluri.

Martino"il giovane"morì a Cagliari il 25 luglio 1409 di malaria,pare, con accanto una schiava sanlurese che egli amò fino alla fine dei suoi giorni.

notizie storiche tratte da wikipedia e da www.sabattalla.it

la foto riguarda il Mausoleo di Martino"il giovane"eretto nella cattedrale di Cagliari

--Salutoni

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continua.........

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Inviato (modificato)

Le immagini di questo bel Mausoleo sono tratte dal portale Sardegna DigitalLibrary

i particolari:

quest'opera può essere divisa in 3 ordini.Il primo ,quello in basso,è caratterizzato da 4 statue di guerrieri con ,al centro, due angeli che sostengono uno scudo.Nel secondo ordine risalta lo stemma aragonese e la data di morte di Martino "il giovane".Infine,nel terzo ordine vi è l'urna di Martino sorretta da due leoni e sopra vi è la statua del Re inginocchiato,situata in una nicchia;ai lati ,in altre due nicchie,vi sono rispettivamente le statue della Giustizia e della Fede.In alto,su tutti,vi è lo scheletro della morte con corona sul capo e falce in mano

Chi creò quest'opera d'arte, d'ispirazione barocco ligure-piemontese,furono Giulio Aprile ed i suoi fratelli.L'opera fu realizzata a Genova nel 1676 e fu poi divisa in 50 pezzi e sistemati in 20 casse che vennero trasportate a Cagliari.Nel 1680 l'opera fu sistemata nel Duomo di Cagliari,nel 1689 vi furono collocate nel suo interno le spoglie del Re d'Aragona

--Salutoni

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Modificato da odjob

Inviato

Fasi salienti della battaglia di Sanluri:

L'esercito aragonese con a capo Re Martino "il giovane"risalì Flumini Mannu e si accampò poco distante dalla fortezza di Sanluri dove si trovava Guglielmo III di Narbona con i suoi uomini.

Fra la notte del 29 giugno del 1409 e la mattina del 30 Guglielmo III uscì dalla fortezza con il suo esercito e si appostò dietro una collina situata vicino alla fortezza,per sorprendere l'esercito aragonese.

La mattina del 30 giugno 1409,mentre l'esercito di Re Martino stava marciando verso la fortezza di Sanluri,l'esercito giudicale lo sorprese attaccandolo dalla collina in cui si era nascosto;quest'ultimo ,però,ne ebbe la peggio e si divise in due gruppi.Un gruppo ,comandato da Guglielmo III,si rifugiò nel castello di Monreale;l'altro gruppo giudicale fu trucidato sul campo di battaglia dagli aragonesi , quel luogo prese nome di s'Occidroxiu ed ancora oggi viene chiamato così

da www.sabattalla.it

--Salutoni

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Il castello di Sanluri:

Per esigenze di gestione territoriale anche in Sardegna sorsero castelli.Fu Pietro IV d'Aragona a far costruire il castello di Sanluri nel luglio del 1355 poichè riteneva quel luogo un posto di frontiera del Regno di Sardegna e Corsica.Il castello oltre ad avere funzioni militari aveva anche quelle doganali.Il castello è a forma quadrata ed ogni lato è lungo circa 27 metri,alto 10 e spesso 1,80 metri.Com'è riportato su di un manoscritto presente nell'archivio della Corona d'Aragona di Barcellona,la struttura esterna del castello venne edificata in 27 giorni(ciò è importante per sapere ,orientativamente,in quanto tempo poteva costruirsi una fortezza).Alla costruzione furono impiegati uomini e donne e la manodopera era altamente specializzata.

Furono utilizzati 388 carri di pietre e furono spesi 11400 Alfonsini minuti più 333 Soldi ed 8 Denari di ricompensa al capomastro.(anche questa notizia su quanto si fosse speso per la costruzione,è molto utile per gli storici e per coloro che studiano l'incastellamento)

Per ulteriori info su castelli ed incastellamento vi rimando alla discussione "L'incastellamento"http://www.lamoneta.it/topic/95733-lincastellamento/?hl=incastellamento

--Salutoni

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Alcuni miti e leggende inerenti al periodo ed alla terra che stiamo trattando trovati su www.press.sicilia.it::::

Come nacque il nome di Francavilla di Sicilia(ME):

il popolo narra della nobile fanciulla Angelina di cui era innamorato il delfino di Francia. Questi, durante il Vespro, rapì Angelina la quale raccomandò alla sua ancella Franca di vegliare dicendole "Franca, vigghia!", affinchè fossero pronte al momento dell’atteso segnale di partenza per sfuggire dalla prigionia.

Le leggende sull'elefante simbolo di catania ed immortalato su monete aragonesi:

Pare che l'elefante fu fatto simbolo di Catania dal 1239 e l'istituzione di questo simbolo catanese è dovuto ad un’antica leggenda che narra di quando Catania fu abitata per la prima volta e tutti gli animali feroci furono allontanati da un elefante al quale i catanesi, per ringraziamento, eressero una statua, da loro chiamata “liotru”, correzione dialettale del nome Elidoro, un dotto catanese dell’VIII secolo bruciato vivo nel 778 dal vescovo di Catania San Leone II "il taumaturgo", perché, non essendo designato vescovo della città, disturbava le funzioni sacre con magie, tra cui quella di far camminare l’elefante di pietra.

Diverse ipotesi sono state fatte per spiegare l’origine e il significato della statua dell'elefante, oggi visibile in Piazza Duomo,a Catania,ma due sono meritevoli di esser poste alla vostra attenzione:

1) lo storico Pietro Carrera da Militello spiegò il simbolo come istituito in seguito ad una vittoria militare dei catanesi sui libici

2) il geografo arabo Idrisi nel XII secolo secondo riteneva che l’elefante fosse una statua magica costruita in epoca bizantina per allontanare da Catania le eruzioni dell’Etna.

Una storia d'amore siciliana del XVI secolo:

Alla fine del XVI secolo don Marcantonio Colonna era viceré in Sicilia. Quando giunse a Palermo si innamorò della nobildonna Eufrosina Valdaura, moglie del nobile Calcerano Corbera e baronessa del Miserendino. Il marito e il suocero pronunciarono minacce contro il viceré durante un ricevimento. Il viceré ,approfittò dell'occasione, temendo per la sua vita, fece arrestare il suocero della baronessa per debiti non pagati; l’uomo morì di li a poco nel carcere della Vicaria. Il marito fu trovato ucciso. Dopo un breve periodo di lutto la baronessa celebrò il suo amore con il viceré che fece preparare alcune stanze su Porta Nuova per i loro incontri amorosi e fece costruire una grande fontana nei pressi di piazza Marina adorna di sirene, putti e creature marine dove spiccava l’immagine di una sirena che ricorda l’effige della baronessa Eufrosina del Miserendino.

Jana di Motta:

Quando nel 1409 Bianca di Navarra divenne Vicaria del regno, il Conte di Modica Bernardo Cabrera mostrò interesse a sposare la regina vedova per aumentare il suo potere. La regina Bianca non volle sposarlo ed il conte la inseguì per tutto il regno. La regina chiese aiuto al suo ammiraglio Sancio Ruiz de Livori che catturò Giustiziere facendolo rinchiudere nel Castello di Motta. A porre fine in modo definitivo alle mire del Conte nei confronti della Regina ci pensò Jana, una fedele e astuta damigella della regina Bianca, d’accordo con l’ammiraglio Sancio e della regina, si travestì da paggio e si fece assumere dal conte convincendolo a tentare un’evasione per cercare di sposare la regina Bianca. Il conte abboccò e una notte, fattolo travestire da contadino, Jana lo fece calare da una finestra del castello con una corda; ma ad un certo punto, Jana mollò la corda,e il conte cadde dentro una grossa rete preparata precedentemente dove rimase tutta la notte; al mattino Jana, rivelatasi,lo fece imprigionare al Castello Ursino di Catania.

La messa interrotta:

La leggenda riguarda la distruzione di Gulfi (Rg) nel 1299.In base a tale leggenda, dei soldati francesi penetrarono nella Chiesa dell’Annunziata uccidendo i fedeli ed il sacerdote interrompendo la messa durante l’elevazione del calice per poi andare a godere dei frutti del loro saccheggio. Allo scoccare della mezzanotte si sentì suonare messa nella stessa Chiesa ed appare il prete col calice in mano seguito da tutti i fedeli. Come trascinati da una forza misteriosa, tutti i soldati francesi entrarono in Chiesa insieme ai fedeli uccisi, la messa ricominciò dal punto in cui era stata interrotta; alla fine un turbine scosse la Chiesa e fece aprire una voragine nel pavimento dove precipitarono tutti i soldati francesi, voragine che poi si richiuse su di loro.

La leggenda sui "vespri":

Grazie ai Vespri siciliani Messina e Palermo si liberano dal dominio Angioino chiamando come re della Sicilia, nell’ordine, Pietro III d' Aragona, Giacomo e Federico II d'Aragona. Prima della pace di Caltabellotta, gli Angioini cercarono di riconquistare le città perdute, soprattutto Messina. Roberto D'Angiò, per conquistare tale città, mandò il suo esercito a Catona e assediò Reggio Calabria, in modo da bloccare gli aiuti per Messina che al momento era governata da Federico II D'Aragona. La città soffriva una grossa crisi alimentare. Nicolò Palizzi suggerì di andare da Alberto da Trapani, già considerato Santo per dei grandi prodigi che aveva effettuato. Il giorno seguente, Federico II e la sua corte si diressero alla Chiesa del Carmine in cui Sant'Alberto celebrava la messa. Egli cominciò a pregare ed alla fine delle sue preghiere una voce dal cielo gli confermò che le sue preghiere erano state esaudite: si videro arrivare tre navi i cui equipaggi scaricarono del grano. I messinesi si convinsero che le navi fossero state mandate dalla Madonna. L’evento determinò la nascita della tradizione del "vascelluzzo". Tutti corsero ai piedi del Santo per ringraziarlo, lui li benedì e lì esortò a credere in Dio e nella Madonna della Lettera. Qualche giorno dopo arrivarono altre quattro navi cariche di vettovaglie. Roberto d'Angiò capì che non poteva più sconfiggere la città per la fame e si convinse ad arrendersi e stabilì un trattato di pace con Federico II D'Aragona La leggenda narra che in quei giorni accadde un altro prodigio: una signora vestita di bianco passeggiava sugli spalti delle mura con lo stendardo di Messina, un francese lanciò una freccia contro di lei ma la freccia ritornò indietro. Anche in questa occasione la Madonna della Lettera difese Messina. Sant'Alberto morì nel 1307. Quando Federico II fece alloggiare i suoi cavalli nel convento del Carmine, trasformando in stalla la chiesa in cui era il Santo era sepolto, un male misterioso portò alla morte i cavalli ed i soldati. Aprendo la tomba di Sant'Alberto, questi fu trovato in ginocchio per chiedere la punizione per i profanatori.

--Salutoni

-odjob


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Un po'di cronologia

Nel 1377,quando Maria fu incoronata Regina di Sicilia, Papa Gregorio XI,anche per esortazione di Santa Caterina da Siena,riporta la sede papale a Roma.Fine della"cattività avignonese".Nello stesso anno ,in Inghilterra,morto Edoardo III,sale al trono Riccardo II

Nasce a Firenze Filippo Brunelleschi

Viene fondata la Cattedrale di Ulma ,tra i massimi del gotico tedesco.

Muore lo scrittore arabo Ibn Battuta autore di relazioni di viaggio dall'Egitto,dall'india e dalla Cina

A Firenze viene emanata una legge contro i giochi con le carte

Nel 1378 ci fu l'elezione di Clemente VII ,antipapa francese,opposto al legittimo Papa Urbano VI ha inizio lo scisma d'Occidente che durò fino al 1417

A Firenze scoppia il "tumulto dei Ciompi"che vedeva opposti i lavoratori della lana contro il popolo grasso ed ha inizio il governo popolare guidato da Michele di Lando.

Scoppia la "Guerra di Chioggia"tra Venezia e Genova

Signore di Milano è Gian Galeazzo Visconti

Nel 1381,dopo alterne vicende,ha termine la"Guerra di Chioggia"(di cui sopra)e con la pace di Torino Venezia elimina la concorrenza genovese nel commercio orientale.

Nel 1382 a Firenze i nobili ed i guelfi rovesciano il governo dei Ciompi e danno vita ad un governo aristocratico delle Arti maggiori.

Nel medesimo anno muore il matematico ed astronomo francese Nicola di Oresme.Fra i suoi vari trattati gli si deve anche il "Trattato della prima invenzione delle monete"

Nel 1383 regna sulla Savoia Amedeo VII,il Conte Rosso,che estende il suo dominio fino al mare(contea di Nizza)

Nel 1384 per fornire al Re di Napoli notizie in vista di un eventuale spedizione militare i fiorentini Leonardo Frescobaldi ,Simone Sigoli e Giorgio Gucci compiono un viaggio in Terrasanta e le loro relazioni a riguardo verranno pubblicate in "Viaggi in Terrasanta"

Nel medesimo anno muore il monaco tedesco Berthold Schwarz a cui si attribuisce l'invenzione della polvere da sparo.

Nel 1385 Papa Urbano VI tenta d'impadronirsi del Regno di Napoli ma viene sconfitto da Re Carlo III di Durazzo.

Gian Galeazzo Visconti(di cui sopra)fa avvelenare lo zio,Bernabò,ed unifica i domini viscontei.

Nel 1386 vi è la fondazione del Duomo di Milano con l'inizio dei lavori sotto la direzione di Simone da Orsenigo e diversi altri artisti francesi,italiani e tedeschi

Nel 1387 Gian Galeazzo Visconti,Signore di Milano, toglie Verona agli scaligeri .

Nel 1392 il Re di Francia Carlo VI viene accusato di pazzia e lo zio,Filippo II di Borgogna,detto "l'ardito"s'impadronisce del regno .

Continua........


Inviato

Spendida discussione, complimenti a tutti voi!

Hai utilizzato le tue prime parole su questo forum per farci i complimenti per questa discussione,noi(penso di rispondere a nome di tutti coloro che prendono parte a questa discussione) ti ringraziamo :clapping:

Se vuoi seguire gli aggiornamenti di questa discussione clicca con il mouse sulla scritta in alto a destra"segui questa discussione"

Se hai monete aragonesi siciliane del periodo trattato posta pure le foto possibilmente ritagliate dello sfondo,come quelle che sono state postate precedentemente.

--Grazie

-odjob


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