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Inviato

Ti ringrazio rex per il tuo apporto storico

ma prima di citare quanto detto da te giustamente,mi soffermerei alla domanda con cui avevo concluso il mio ultimo post di caratterestorico e cioè:

le ragioni(di carattere espansionistico e di legittima eredità del trono del Regno di Sicilia da parte di Costanza) che ho citato bastavano a far sì che Pietro d'Aragona potesse intraprendere l'impresa militare di conquista della Sicilia??

Pare che la natura dei Vespri siciliani non fosse originata da un moto spontaneo di rivolta popolare dovuto alla continua pressione fiscale imposta dagli angioini,ma bensì da una cospirazione su ampia scala.Questa ipotesi è stata generata in base allo studio della figura di un misterioso personaggio che a quell'epoca aveva enorme considerazione presso gli Svevi ,il medico salernitano Giovanni da Procida.Questi fu tra i consiglieri di Federico II di Svevia e fu educatore di Manfredi(padre di Costanza di Svevia)e,dopo la disfatta di Manfredi a Benevento nel 1266,girò per le corti europee usando la sua diplomazia per riabilitare la dinastia di Svevia e porla sui troni del Regno di Napoli e di Sicilia.Con l'avvento dei francesi in Sicilia egli si era rifugiato presso la corte di Pietro III d'Aragona e spronò il Re ad intervenire in Sicilia.

Nel 1278 uno dei figli di Giovanni da Procida si portò in Sicilia per complottare contro il dominio francese;poi si diresse a Costantinopoli presso l'imperatore bizantino Michele VIII Paleologo per convincerlo ad appoggiare l'intervento di Pietro III in Sicilia,dal momento che ,prima della rivolta dei Vespri,Carlo d'Angiò stava preparandosi a conquistare l'impero bizantino;poi ,ancora ,egli si diresse a Roma per chiedere anche l'appoggio di Papa Niccolò III che purtroppo morì l'anno dopo ed il successore Martino IV francese sosteneva gli angioini.

Forse la sollevazione spontanea dei palermitani nei Vespri accelerò un piano di rivolta prestabilito.Con ogni probabilità Pietro III stava aspettando che il grosso dell'esercito angioino lasciasse l'isola per dare battaglia a Costantinopoli.

Dopo che Pietro il Grande ebbe preso possesso della Sicilia,il 2 febbraio 1283 nominò proprio Giovanni da Procida Gran Cancelliere di Sicilia.Giovanni morì a Roma nel 1298 nell'ambito di un suo ennesimo viaggio diplomatico,all'età di ottantotto anni .

--odjob


Inviato (modificato)

La moneta di quest'oggi,continuando in ordine di successione regale da parte degli aragonesi sul trono di Sicilia,è:

Pierreale:GIACOMO D'ARAGONA(1285-1296)Zecca di Messina Argento

D/+(tre sferette)IA(tre sferette)DEI(tre sferette)GRA:ARAGON(tre sferette)SICL'REX(tre sferette);aquila ad ali spiegate in cornice d'archetti;fra la cornice d'archetti e la scritta periferica vi è un cerchio perlinato e fra il cerchio perlinato e la cornice d'archetti vi è alternanza di cerchietti

R/+(tre sferette)AC(tre sferette)BARChINONE(tre sferette)COmES(tre sferette);stemma aragonese in cornice d'archetti;fra stemma e cornice vi è alternanza di cerchietti;fra scritta periferica e cornice d'archetti vi è un cerchio perlinato e fra cerchio perlinato e cornice d'archetti vi è alternanza di cerchietti

Riferimenti:MAUGERI 6;BIAGGI 1308;MIR 179;MEC 14,766;SPAHR 2-14

La moneta è presente in una collezione privata

Le varianti conosciute per questo Pierreale sono circa 16(con o senza rosette o cerchietti nella cornice d'archetti

Giacomo II d'Aragona detto il Giusto (Valencia, 10 agosto 1267 – Barcellona, 2 novembre 1327) fu Re di Aragona, di Valencia e Conte di Barcellona . Dal 1285 al 1296 fu anche re di Sicilia come Giacomo I. Dal 1291 al 1298 governò il regno di Maiorca, e fu Re di Sardegna dal 1324 al 1327.

I suoi genitori erano Pietro III d'Aragona e Costanza di Svevia.

Alla morte del padre, nel novembre del 1285, il secondogenito, Giacomo gli successe sul trono di Sicilia come Giacomo I, mentre, in quanto figlio maggiore, Alfonso III gli successe sul trono di Aragona e di Valencia e nelle contee catalane. Il regno di Sicilia era in stato di guerra permanente.Giacomo, raggiunta la Sicilia dove già si trovava la madre, Costanza, che la governava per conto del marito Pietro, aveva ricevuto in aiuto dal fratello, Alfonso, la flotta del Regno di Sicilia, al comando dell'ammiraglio Ruggero di Lauria, per cui aveva la superiorità assoluta in campo marittimo, infatti il 23 giugno del 1287, Lauria aveva sconfitto la flotta napoletana, a Castellamare, impadronendosi di 42 galee, mentre lo stesso giorno Giacomo aveva sventato un attacco contro Augusta.

Dopo che un primo accordo, preso ad Oléron, nel 1287, fu bocciato da Papa Nicola IV, il 27 ottobre 1288 a Canfranc, nel nord dell'Aragona, fu trovato un accordo che mantenendo il governo del regno di Sicilia, prevedeva la liberazione del re di Napoli, Carlo II d'Angiò(detto lo zoppo), ancora prigioniero in Aragona, in cambio dei suoi tre figli che dovevano rimanere in ostaggio al suo posto. Dopo che Carlo II venne liberato ed incoronato, Re di Sicilia, dal papa a Rieti, il 19 giugno del 1289, il papa annullò gli impegni presi a Canfranc e riprese la guerra in Sicilia contro Giacomo. Nell'agosto dello stesso anno, però a causa dei mamelucchi che minacciavano Acri, fu siglata una tregua di due anni.

Nel febbraio del 1291, a Tarascona, suo fratello Alfonso fece la pace col Papa e la Francia, che smettevano di sostenere Carlo di Valois come re d'Aragona, ed in cambio disconosceva i diritti di Giacomo sulla Sicilia che doveva ritornare agli angioini, cioè a Carlo II d'Angiò,Re di Napoli, lasciando così Giacomo senza più l'appoggio del regno d'Aragona.

Ma il 19 giugno di quello stesso anno 1291, il fratello Alfonso III morì improvvisamente lasciando l'Aragona, Valencia, la Catalogna ed il governo di Maiorca a Giacomo e ,disponendo che la Sicilia andasse al terzo fratello Federico; Giacomo divenne sovrano della corona d'Aragona, come Giacomo II e si fece incoronare a Saragozza nel mese di luglio, come successore di Pietro III e si tenne il regno di Sicilia. Il fratello Federico fu inviato in Sicilia come governatore, dove raggiunse la madre, Costanza.

Il governo della Sicilia di Giacomo fu breve, ma con ottimi risultati, dando sviluppo alla vita parlamentare, a cui partecipavano i componenti dei tre Stati, e per gli statuti concessi dal re, inoltre portò prosperità all'isola, dovuto soprattutto alla potenza marinara che sviluppò i commerci.

La situazione politica internazionale, nel luglio 1291, era tornata allo stato antecedente all'accordo di Tarragona e Giacomo voleva porre fine alla situazione che vedeva l'Aragona in perenne lotta contro il papato la Francia e la Castiglia (l'Aragona sosteneva Alfonso de la Cerda, pretendente al trono di Castiglia contro l'attuale re, Sancho IV), per cui si era reso necessario un nuovo trattato da rinegoziare col papato e con la Francia.

Il 1º dicembre 1293, Giacomo sposò a Soria, Isabella di Castiglia, figlia primogenita del re di Castiglia e León, Sancho IV e di Maria di Molina.

Data la giovane età della sposa il matrimonio non fu consumato.

Il 25 aprile del 1295, il suocero di Giacomo, Sancho IV, morì e Isabella fu rinviata in Castiglia perché Giacomo preferì cambiare alleanza, riuscì ad ottenere l'annullamento, per consanguineità.

La situazione politica si sbloccò dopo l'elezione al papato, il 23 dicembre 1294, di Bonifacio VIII, che, elaborando la proposta del suo predecessore, papa Celestino V, ad Anagni, il 12 giugno del 1295 stipulò con Giacomo e con Carlo II d'Angiò il Trattato di Anagni. Con questo accordo, Giacomo, oltre a restituire i tre figli di Carlo II che aveva in ostaggio da circa sette anni acconsentì a consegnare la Sicilia al papa, che a sua volta l'avrebbe riconsegnata agli angioini, in cambio dei regni di Sardegna e di Corsica, se li avesse saputi conquistare, e gli avrebbe fatto sposare Bianca di Napoli, la figlia di Carlo II d'Angiò, ed inoltre Federico, il governatore della Sicilia sarebbe stato compensato dal matrimonio con l'erede dell'impero d'oriente, Caterina Courtenay, figlia dell'imperatore titolare Filippo I di Courtenay e Beatrice d'Angiò. Infine il trattato prevedeva la riconsegna del regno di Maiorca, vassallo della Corona d'Aragona, allo zio di Giacomo, Giacomo II di Maiorca.

Il fratello, Federico, amareggiato, anche perché Giacomo non aveva ottemperato al testamento di Alfonso III, rifiutò e si schierò con i Siciliani che, sentendosi traditi dal nuovo re Aragonese, dichiarato decaduto Giacomo, lo elessero al trono di Sicilia. L'undici dicembre 1295 il Parlamento siciliano riunito a Palermo proclamò Federico III Re di Sicilia, e riconfermò la scelta il 15 gennaio 1296 al Castello Ursino di Catania. L'incoronazione ufficiale avvenne il 25 marzo del 1296 nella Cattedrale di Palermo

Dato che il fratello, Federico, aveva preso l'iniziativa e non solo conservava la Sicilia ma aveva portato la guerra nel napoletano, Bonifacio VIII, agli inizi del 1297, convocò a Roma sia Giacomo che Carlo II e li spronò a riconquistare la Sicilia secondo il trattato di Anagni; dovettero abbandonare la Sicilia, per ordine di Giacomo, sia Giovanni da Procida che Ruggero di Lauria, che divenne ammiraglio della flotta alleata antisiciliana ed alla fine anche la regina madre Costanza dovette abbandonare il figlio prediletto Federico e raggiungere Giacomo a Roma. Giacomo intervenne, a fianco degli Angioini, contro il fratello Federico ed i Siciliani e con la sua flotta aragonese affiancata da quella napoletana, a Capo d'Orlando, nel luglio del 1299, sconfisse Federico che si riuscì a salvare con solo 17 galee. Giacomo, l'anno dopo, visto che il fratello continuava a resistere, fece ritorno in Aragona. La guerra dei Vespri Siciliani terminò con un compromesso, noto come la pace di Caltabellotta: il 31 agosto del 1302, che prevedeva che Federico III mantenesse il potere sulla Sicilia col titolo di Re di Trinacria (quello di Sicilia spettava solo al re di Napoli) fino alla sua morte, dopo la quale l'isola sarebbe dovuta passare nuovamente agli Angiò;inoltre sanciva l'impegno che Federico sposasse Eleonora, sorella del duca di Calabria Roberto e figlia di Carlo II.

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--odjob

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Inviato

Rarissimi sono i Pierreali aurei di questo regnante e pare che siano stati coniati fra il 1291 ed il 1296 dal fratello Federico poichè Giacomo dovette succedere al fratello Alfonso sul trono d'Aragona

Con Giacomo non verranno coniati i doppi Denari.

--odjob


Inviato

Bisogna dire che nel novembre del 1293 vi era stato un trattato segreto ,stipulato a Junquera,tra Giacomo d'Aragona e Carlo II d'Angiò.

In questo trattato l'Angioino prometteva di riuscire ad ottenere dal Papa,per conto di Giacomo,l'assoluzione dalla scomunica ,il perdono delle offese recate alla Santa Sede,la restituzione del Reame d'Aragona e la rinuncia del Re di Francia e di Carlo di Valois;Giacomo s'impegnava a restituire gli ostaggi che Carlo aveva lasciati in mano ad Alfonso per la sua liberazione;le Calabrie e le isole vicino a Napoli;e s'impegnava,inoltre,a dare la Sicilia e Malta alla Chiesa dopo tre anni.

Questo termine dei tre anni per la cessione della Sicilia alla Chiesa non piacque a Bonifacio VIII,che era succeduto a Celestino V il quale era funto da intermediario fra gli Angiò e gli Aragonesi,il nuovo Pontefice voleva che la cessione fosse immediata .Per far sì che ciò avvenisse ,al convegno di Anagni nel giugno del 1295 dinanzi agli ambasciatori di Francia,Napoli e d'Aragona riuscì il Papa a modificare il trattato di Junquera ed a far sì che la Sicilia entrasse da subito nei possedimenti ecclesiastici,promettendo a Giacomo la Corsica e la Sardegna comprando anche l'assenso di Federico d'Aragona e di Ruggero di Lauria dando al primo in sposa Caterina di Courtenay,aiuti militari per conquistare l'impero di Costantinopoli e denaro; al secondo concedendo il feudo dell'isola delle Gerbe.

Bonifacio VIII aveva agito senza l'assenso dei siciliani che non volevano essere venduti alla Chiesa e,pertanto,non fidandosi più di Giacomo ,elessero Federico reggente dell'isola.

--odjob

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Inviato

Con Giacomo verrà coniato per la prima volta il Denaro aragonese con il ritratto del Re

--odjob


Inviato

Con Giacomo verrà coniato per la prima volta il Denaro aragonese con il ritratto del Re

--odjob

ritratto convenzionale giusto ? Potrestio postare uno di questi denari ?


Inviato (modificato)

Ciao numa

ritengo che trattasi di ritratto convenzionale,anche se potrebbe anche essere che per i successivi regnanti si potrebbe considerare convenzionale,ma per il primo Re aragonese effigiato su Denaro siciliano potrebbe esserci una parvenza di somiglianza con Giacomo.

--odjob

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Inviato (modificato)

Denaro di Giacomo d'Aragona,Zecca di Messina,mistura

D/+IAC:DEI:GRA: testa coronata del Re volta a sinistra entro orlo perlinato

R/:REX:SICILIE;croce patente entro orlo perlinato con globetti nei quarti

Riferimenti:MAUGERI 7 ;SPAHR 17-21;BIAGGI 1309;MIR 182

--odjob

Il conio di questa moneta si deve essere spostato durante la battitura soprattutto sul lato della croce ed è piuttosto raro trovare simili difetti su queste monete aragonesi di Sicilia.

La foto della moneta proviene dall'asta Gerhard Hirsch n°281 lotto n°2139

--Salutoni

-odjob

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Inviato

Cronaca Numismatica fra il 1993 ed il 1995 pubblicò diversi lavori sulle monete aragonesi

--odjob


Inviato

Da asta numismatica Hess Divo n°318 lotto n°1237:

Pierreale d'oro;Giacomo d'Aragona, (1285-1296.)coniato a Messina fra il 1291/1296

D/. + XPS. VINCIT. XPS. REGNAT. XPS. IMP(ER)AT. / VALENC. REX. AC. BARCh. COES. Aqulia coronata e spiegata //

R/+. SUMMA. POTENCIA. EST. IN DEO. / + IAC. DEI.GRA.ARAG.SICIL' MAIOR. Stemma aragonese.

Riferimenti:Maugeri 5; M.I.R. Sicilia 178 (R5); Spahr 1; Friedberg. 655.

Della massima rarità.

72ydqd.jpg

--Salutoni

-odjob


Inviato

Per la cronaca,la moneta di cui sopra fu aggiudicata a CHF 36.000 da una base di 30.000

--odjob


Inviato

Vi è qualcuno che potrebbe dirmi se vi è qualche motivo specifico che potesse determinare la presenza o meno della corona sulla testa dell'aquila sui Pierreali d'oro e su quelli in argento??

--Ringrazio

-odjob


Inviato (modificato)

Si conoscono altre apparizioni in aste e listini del Pierreale d'oro di Giacomo d'Aragona?

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Inviato

Ringrazio per la segnalazione carlino

quindi oltre a quello da me postato,proveniene dall'asta Hess Divo,vi sono altri due Pierreali d'oro di Giacomo d'Aragona presenti nel catalogo del forum.

Riguardo alla mia domanda al post 87 sai dirmi qualcosa ?

--Grazie

-odjob


Inviato

Vi è qualcuno che potrebbe dirmi se vi è qualche motivo specifico che potesse determinare la presenza o meno della corona sulla testa dell'aquila sui Pierreali d'oro e su quelli in argento??

--Ringrazio

-odjob

Vi è qualcuno che potrebbe dirmi se vi è qualche motivo specifico che potesse determinare la presenza o meno della corona sulla testa dell'aquila sui Pierreali d'oro e su quelli in argento??

--Ringrazio

-odjob

Da un colloquio in chat carlino mi ha fatto notare che la particolarità dell'aquila coronata o meno sui Pierreali la si riscontra solo su quelli di Pietro e Costanza che indicano ,con l'aquila coronata,l'effettiva incoronazione dei regnanti aragonesi.

--odjob


Inviato

Vi volevo mostrare 2 denari aragonesi comprati questa mattina a Roma. Non li ho ancora classificati. Mi hanno colpito per 2 motivi ed entrambi per l'aquila. La prima moneta presenta un'aquila bellissima di grande fattura, osservate i 4 globetti che formano gli artigli delle zampe e tutti gli altri globetti che ricoprono il corpo e le ali. Somiglia un pò alle aquile federiciane. Peccato che la foto non è venuta un granchè. Si accettano commenti.

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Inviato

Rovescio. Osservate l'accurata fattura dello scudo. Già che ci siamo aiutatemi anche nella classificazione.

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Inviato

La seconda moneta mi ha colpito per la ribattitura che presenta sul lato dell'aquila.

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Inviato

Vi volevo mostrare 2 denari aragonesi comprati questa mattina a Roma. Non li ho ancora classificati. Mi hanno colpito per 2 motivi ed entrambi per l'aquila. La prima moneta presenta un'aquila bellissima di grande fattura, osservate i 4 globetti che formano gli artigli delle zampe e tutti gli altri globetti che ricoprono il corpo e le ali. Somiglia un pò alle aquile federiciane. Peccato che la foto non è venuta un granchè. Si accettano commenti.

Rovescio. Osservate l'accurata fattura dello scudo. Già che ci siamo aiutatemi anche nella classificazione.

Su questa senza ombra di dubbio si tratta di Martino il Giovane(Vedi leggenda che inizia con M gotica dalla testa dell'aquila verso destra).......e poi con globetti ai lati dello stemma

Ecco il link:

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-MAC/1

.....poi avendola in mano potrai decifrare meglio quale tipologia va a trattarsi(nel catalogo alla dicitura dello Spahr)!!!! ;)

Saluti


Inviato

Il lato dello scudo invece è veramente molto leggibile.

La seconda moneta mi ha colpito per la ribattitura che presenta sul lato dell'aquila.

Questa seconda mi sa tanto di Ferdinando I

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-FIC/1

..............dalla tipologia della croce accostata e sovrastata da punti................in mano queste monetine ti fanno girare gli occhi(tra i punti,i globetti,gli anelletti,la forma della croce,la simbologia) ;)

Buon lavoro di catalogazione!!!!!

Saluti ;)


Inviato (modificato)

Federico III,terzogenito,appunto,di Pietro d'Aragona,nacque nel 1273(la data di nascita è incerta,c'è chi sostiene come Maugeri 1271,altri 1272 altri ancora 1274) a Barcellona e venne proclamato Re di Sicilia dal parlamento siciliano che si era riunito a Catania nel 1296.La sua sovranità sulla Sicilia fu legittimata nel 1302 con la pace di Caltabellotta.Nel 1303 Federico sposò Eleonora,figlia di Carlo II detto"lo zoppo".Da Eleonora ebbe quattro figli fra cui Pietro fu suo successore al trono di Sicilia.Contrariamente al volere del Papa che voleva REX TRINACRIE,Federico ,sulle monte che fece coniare fece scrivere TERTIUS DEI GRATIA REX.Morì il 20 giugno del 1337 a Paternò durante il viaggio di ritorno dalla sua residenza estiva di Castrogiovanni(oggi Enna) e venne seppellito nella cattedrale di Catania.Eleonora fondò il convento di S.Francesco all'Immacolata e quando restò vedova si fece

suora e morì nel 1342 a Catania.

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Mosaico presente nel Duomo di Messina

Il 19 giugno 1291, suo fratello primogenito, il sovrano della corona d'Aragona, Alfonso III morì improvvisamente lasciando l'Aragona, Valencia, la Catalogna ed il governo di Maiorca al secondogenito, Giacomo detto "il Giusto" e disponendo che la Sicilia andasse al terzogenito Federico; ma Giacomo dopo essersi fatto incoronare a Saragozza nel mese di luglio, come successore di Pietro III e non di Alfonso III, trascurò il testamento e si tenne il regno di Sicilia, a scapito di Federico.Quest'ultimo, nello stesso 1291, fu inviato, come luogotenente del fratello Giacomo II, in Sicilia, dove raggiunse la madre Costanza.Giacomo II voleva porre fine alla situazione che vedeva l'Aragona in perenne lotta contro il papato la Francia e la situazione si sbloccò dopo l'elezione di Papa Bonifacio VIII,avvenuta il 23 dicembre 1294, questi, elaborando la proposta del suo predecessore, papa Celestino V, ad Anagni, il 12 giugno del 1295 stipulò con Giacomo e con Carlo II d'Angiò il Trattato di Anagni. Con questo accordo, Giacomo acconsentì a cedere la Sicilia; in cambio avrebbe ottenuto i feudi di Sardegna e di Corsica, se li avesse saputi conquistare, e avrebbe sposato la figlia di Carlo II d'Angiò; mentre Federico, che perdeva il governatorato della Sicilia sarebbe stato compensato dal matrimonio con l'erede dell'impero d'oriente, Caterina Courtenay, figlia dell'imperatore titolare Filippo I di Courtenay e Beatrice d'Angiò, con l'impegno di Federico di aiutare il futuro suocero a riconquistare l'impero.Il re di Francia, Filippo IV il Bello, pur approvando il trattato di Anagni, rifiutò di accettare quest'ultima clausola e, in quello stesso anno, il fidanzamento tra Federico e Caterina non ebbe luogo

Federico, amareggiato, oltre che dalla rottura del fidanzamento, anche dal fatto che Giacomo II non aveva osservato i voleri di Alfonso presenti nel testamento , accettò le offerte dei Siciliani che, sentendosi traditi dal nuovo re Aragonese, dichiararono decaduto Giacomo,e lo elessero al trono di Sicilia.

Sul trattato di Anagni si legga la storia di Giacomo II nei post precedenti

Nel 1311, Federico III si alleò con Arrigo VII di Lussemburgo, che era sceso in Italia per essere eletto Re dei Romani, a Milano, e imperatore del sacro romano impero, a Roma (1312). Nello stesso anno, Federico instaurò con l'imperatore una trattativa per il fidanzamento di suo figlio Pietro con la figlia ultimogenita di Arrigo, Beatrice; ma la trattativa non ebbe esito positivo per la scelta di Arrigo di imparentarsi con gli Angiò e a Pietro preferì Carlo, figlio del re di Napoli, Roberto d'Angiò. Arrigo e Roberto stipularono un accordo di nozze, che poi non si fecero, probabilmente per la morte di Arrigo, a Buonconvento avvenuta nell' agosto del 1313.Nonostante le trattative con Roberto, Arrigo e Federico preparavano la guerra contro il regno di Napoli, che avrebbe dovuto essere attaccato da Arrigo via terra e da una potente flotta imperiale-siciliana, già armata nel 1313 e comandata da Federico, via mare; ma la prematura morte dell'imperatore fece fallire il piano. Alla morte di Arrigo, Federico propose un'alleanza alla ghibellina Repubblica pisana in chiave antiangioina, che fu rifiutata in quanto Federico in cambio pretendeva il possesso della Sardegna (promessa dal papa in feudo da conquistare a suo fratello, il re d'Aragona, Giacomo II .

Dopo la pace di Caltabellotta(leggasi la storia di Pietro e Costanza,nei primi post di questa discussione)seguirono due anni di guerra, in cui Roberto d'Angiò cercò di conquistare l'isola nel 1314, a cui seguì una tregua di due anni, sino al 1316.Allo scadere della tregua, Roberto attaccò la Sicilia occidentale e si diresse su Palermo, su cui confluiva anche la flotta napoletana. Federico, rendendosi conto che non avrebbe potuto fronteggiare tale attacco, nel 1317, chiese una tregua che gli fu concessa a patto di restituire agli angioini tutte le posizioni che ancora deteneva sul continente e che erano quasi tutte in Calabria;la tregua sarebbe scaduta a Natale del 1320.Finita la tregua, Federico, nel 1321, inviò una flotta con reparti di cavalleria di fronte a Genova, in aiuto ai ghibellini che combattevano contro la repubblica di Genova, ma Roberto d'Angiò, alleato di Genova, inviò 82 galee che costrinsero la flotta siciliana a ritirarsi e rientrare in Sicilia (passando da Ischia la saccheggiò). Nel settembre dello stesso anno, la flotta siciliana tornò a Genova e coordinando gli attacchi con le truppe dei ghibellini lombardi capitanati da Marco Visconti, riuscì a creare grandi difficoltà per i difensori, senza però riuscire a fare cadere la città. Col cattivo tempo, la flotta, molto danneggiata, dovette rientrare definitivamente in Sicilia.

Sempre nel medesimo anno, Federico aveva fatto incoronare il figlio Pietro come co-regnante e suo successore, attirandosi le ire del papa Giovanni XXII, che lo scomunicò ( tolse la scomunica solo nel 1334, poco prima di morire)

In viaggio da Palermo ad Enna, Federico si ammalò gravemente. Morì il 25 giugno del 1337, nel tragitto tra Paternò e Catania, poiché sperava di ricevere cure migliori nell'ospedale della Commenda di S. Giovanni Gerosolimitano nei pressi di Paternò (CT).La salma venne tumulata provvisoriamente nella Cattedrale di Catania in attesa di traslazione a Palermo. A causa del perdurare della guerra del Vespro la salma rimase definitivamente a Catania.

Federico III va comunque ricordato per le sue riforme civili ed amministrative suddividendole in Capitoli che interessarono la Sicilia e che davano maggiore potere al Parlamento istituito sull'isola ;pertanto la Sicilia fu divisa ,per essere meglio amministrata, in quattro "Valli" (Val di Noto, Val Demone , Val di Mazara e Val di Girgenti).Nel 1296, dopo la sua elezione a Re di Sicilia promulgò le "Constitutiones regales", i "Capitula alia" , le "Ordinationes generalis" ed altri testi che fornirono una base di garanzie costituzionali innovative per il medioevo, comprendente i doveri dei reggenti e l'obbligo di convocare almeno annualmente il parlamento siciliano,alla festa di Tutti i Santi. Egli fu carismatico,abile condottiero e buon legislatore,ma,durante il suo regno si accentuò il regime feudale, il latifondismo si sviluppò e l'economia entrò in crisi.Fece della sua corte un centro di dibattiti filosofici e religiosi, nel quale prendevano parte filosofi aristotelici, pensatori ebrei, alchimisti, astrologi, e anche praticanti di magia. Anche se si scontrò spesso con le autorità ecclesiastiche, Federico non era mosso da uno spirito anticristiano, quanto piuttosto dall'ansia di acquisire conoscenze sempre nuove e dalla convinzione che il mondo, ormai vecchio, si stava rinnovando.Il re, non poteva stringere accordi di qualunque natura (politica, militare o economica) né dichiarare guerre senza aver prima consultato ed ottenuto l'approvazione del Parlamento.Nel 1324, il parlamento riunito ad Enna emanò, cupe norme che prevedevano la segregazione degli Ebrei,forse ciò fu dovuto all'influenza dei cattolici ,componenti l'assise,i quali non vedevano di buon occhio la loro presenza alla corte di Federico

Con Federico III si coniarono Reali d'oro,oggi rarissimi,Pierreali in argento e Denari in rame in abbondanza.

Pierreale

D/Aquila coronata, entro cornice d’archi, stante di fronte con ali spiegate, volta a d.+FRIDERIC:T:DI:GRA:REX:SICIL

R/Stemma aragonese sormontato da rosetta entro cornice d’archi.+DUC.APUL:PRINCIPAT CAPUE

Riferimenti:Maugeri 9;Spahr 3; MEC 14, 772.

per questo tipo di moneta sono conosciute circa 40 variantiLa moneta postata appartiene a collezione privata96l44p.jpg15qu1hk.jpg--Salutoni-odjobper ulteriori approfondimenti potete aprire questo link dal sito di Francesco Di Rauso http://www.ilportale...federicoIII.htm

Modificato da odjob

Inviato

Ho deciso di dare stamane anch'io il mio piccolo contributo alla discussione postandovi questa moneta presente in collezione privata. Peso, grammi 3,94, metallo, ovviamente, oro.

dscn0173aj.jpg

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Inviato

Vi volevo mostrare 2 denari aragonesi comprati questa mattina a Roma. Non li ho ancora classificati. Mi hanno colpito per 2 motivi ed entrambi per l'aquila. La prima moneta presenta un'aquila bellissima di grande fattura, osservate i 4 globetti che formano gli artigli delle zampe e tutti gli altri globetti che ricoprono il corpo e le ali. Somiglia un pò alle aquile federiciane. Peccato che la foto non è venuta un granchè. Si accettano commenti.

Rovescio. Osservate l'accurata fattura dello scudo. Già che ci siamo aiutatemi anche nella classificazione.

Su questa senza ombra di dubbio si tratta di Martino il Giovane(Vedi leggenda che inizia con M gotica dalla testa dell'aquila verso destra).......e poi con globetti ai lati dello stemma

Ecco il link:

http://numismatica-i.../moneta/W-MAC/1

.....poi avendola in mano potrai decifrare meglio quale tipologia va a trattarsi(nel catalogo alla dicitura dello Spahr)!!!! ;)

Saluti

Il lato dello scudo invece è veramente molto leggibile.

La seconda moneta mi ha colpito per la ribattitura che presenta sul lato dell'aquila.

Questa seconda mi sa tanto di Ferdinando I

http://numismatica-i.../moneta/W-FIC/1

..............dalla tipologia della croce accostata e sovrastata da punti................in mano queste monetine ti fanno girare gli occhi(tra i punti,i globetti,gli anelletti,la forma della croce,la simbologia) ;)

Buon lavoro di catalogazione!!!!!

Saluti ;)

Dai....mi quoto da solo!!!!!!! :D

.....per dareios it.....spero che siano state classificate!!!! :(

Ottimo lavoro da parte di odjob......per la continuazione!!!

...............e aspettavamo un contributo anche da Te Francesco :) :)

Saluti


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