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Inviato

Grazie carlino

ma mi occorrerebbero delle immagini dirette,ad ogni modo è meglio di niente

--odjob

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Inviato

Grazie carlino

ma mi occorrerebbero delle immagini dirette,ad ogni modo è meglio di niente

--odjob

Vediamo se posso aiutarti :

post-21354-0-68577200-1346182859_thumb.j

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Inviato

Eccezionale pietro.........................grandioso!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

:clapping: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping: :clapping:


Inviato

Grazie peter

ci hai aiutato di molto,sembrerebbe proprio il Pierreale d'oro apparso in asta Nomisma qualche tempo fa e presente nel catalogo del forum.

--odjob


Inviato

Certo che per parlare di monete bisogna avere delle nozioni basilari di storia

e quindi,perchè il Regno delle due Sicilie si chiamava così?

tutto ebbe inizio nel 1282 quando,come si è detto,in seguito alla rivolta popolare dei "vespri"in Sicilia ,Carlo I d'Angiò,fratello del Re di Francia Luigi IX,dovette lasciare l'isola e portarsi a Napoli lasciando il titolo di Re di Sicilia allo spagnolo Pietro d'Aragona.

Dopo un susseguirsi di lotte fra Aragonesi ed Angioini,nel 1302 fu stipulata la pace di Caltabellotta e Federico III d'Aragona fu confermato come Re di Trinacria e Carlo II d'Angiò che regnava nel sud dell'Italia peninsulare continuò ad avere il titolo di Re di Sicilia.A questo punto esistevano due Sicilie,quella geografica in cui regnavano gli Aragonesi e quella virtuale rivendicata dagli Angioini che però coincideva con quella del mezzogiorno d'Italia.

Fu ,però,solo nel 1816 che il Regno delle Due Sicilie venne formalmente sancito e cioè dopo il Congresso di Vienna,in cui Ferdinando III di Borbone riunì in un unico regno i due territori assumendo il numerale"I"e fu così Ferdinando I Re delle Due Sicilie .

Tuttavia la denominazione terminò nel 1861 con l'unità d'Italia

--odjob


Inviato (modificato)

La pace di Caltabellotta

Dopo 20 anni di sanguinose lotte, i comandanti degli eserciti angioini e aragonesi, decisero che era giunta l’ora di sospendere il conflitto scoppiato a Palermo nel 1282. Pertanto la pace fu firmata il 31 agosto 1302 nei pressi di Caltabellotta(provincia di Agrigento in Sicilia) fra Carlo di Valois, come capitano generale di Carlo II d'Angiò, e Federico III d'Aragona.La pace concluse la prima fase dei Vespri siciliani e delle guerre tra Aragonesi ed Angioini per il possesso dell'Italia meridionale. Quale rappresentante del potere temporale della chiesa guidata da papa Bonifacio VIII, partecipò a questo storico avvenimento il vescovo di Caltabellotta.L'accordo fu solennemente benedetto nella Cattedrale di Caltabellotta

L'accordo prevedeva:

la distinzione politica fra il Regno di Sicilia, in mano agli angioini e limitato alla parte continentale del meridione d'Italia, ed il Regno di Trinacria, costituito dalla Sicilia e dalle isole adiacenti, con Federico III d'Aragona come re indipendente e assoluto;

la liberazione di Filippo I d'Angiò,(figlio di Carlo II d'Angiò) sino ad allora detenuto dagli aragonesi a Cefalù ed il matrimonio fra Federico ed Eleonora d'Angiò sorella del duca di Calabria Roberto d'Angiò e figlia di Carlo II;

la riunificazione del Regno di Trinacria con quello di Sicilia sotto la dominazione degli angioini dopo la morte di Federico e la conseguente corresponsione di 100.000 once d'oro dagli Angiò agli aragonesi.

La riunificazione prevista dal trattato tuttavia non si verificò mai, poiché gli Aragonesi non lasciarono la Sicilia: Federico rivendicò il titolo di Re per il figlio Pietro evitando così di farlo confluire agli angioini. Seguirono altri anni di guerra visto che Roberto cercò di riprendere possesso dell'isola nel 1314, ma senza successo. Gli aragonesi invece conquistarono, nella metà del XV secolo, anche del Regno di Napoli, con Alfonso V d'Aragona, detto il magnanimo, che alla fine del 1442 strappò la corona a Renato d'Angiò, ultimo dei Re degli angioini.

Il titolo di Re di Sicilia spettava ancora agli angioini, e la terminologia adottata per indicare il regno nella parte continentale fu infatti quella di "Regno di Sicilia al di qua dal faro". Nonostante ciò con la pace di Caltabellotta, nasceva il Regno di Napoli.

--odjob

Modificato da odjob
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Inviato

Grazie peter

In occasione della rivolta dei"vespri siciliani"i ribelli si resero conto che avevano bisogno di un forte appoggio esterno per cacciare i francesi dall'isola e pertanto inviarono un ambasciatore a Roma per sollecitare Papa Martino IV,ma questi ,essendo francese,difendeva la causa angioina.Fu così che i ribelli chiesero l'intervento di Pietro III d'Aragona sposato a Costanza di Svevia figlia di Manfredi ed erede legittima del Regno di Sicilia .I siciliani rimpiangevano i fasti passati con il dominio degli Hohestaufen di Svevia.

Da tempo Pietro pianificava la conquista di Tunisi e la conquista della Sicilia gli interessava molto poichè ,per via della sua posizione geografica,gli avrebbe potuto garantire l'accesso privilegiato nel Mediterraneo.

Queste ragioni bastavano a far sì che Pietro d'Aragona potesse intraprebdere l'impresa militare di conquista della Sicilia??


Inviato

Grazie peter

In occasione della rivolta dei"vespri siciliani"i ribelli si resero conto che avevano bisogno di un forte appoggio esterno per cacciare i francesi dall'isola e pertanto inviarono un ambasciatore a Roma per sollecitare Papa Martino IV,ma questi ,essendo francese,difendeva la causa angioina.Fu così che i ribelli chiesero l'intervento di Pietro III d'Aragona sposato a Costanza di Svevia figlia di Manfredi ed erede legittima del Regno di Sicilia .I siciliani rimpiangevano i fasti passati con il dominio degli Hohestaufen di Svevia.

Da tempo Pietro pianificava la conquista di Tunisi e la conquista della Sicilia gli interessava molto poichè ,per via della sua posizione geografica,gli avrebbe potuto garantire l'accesso privilegiato nel Mediterraneo.

Queste ragioni bastavano a far sì che Pietro d'Aragona potesse intraprebdere l'impresa militare di conquista della Sicilia??

Il discorso che hai fatto pocansi'si avvicina molto alla teoria che stavo mettendo in atto in questi ultimi giorni!!!!!

Saro'lieto di presentarlo a giorni................ :blum:

;)


Inviato (modificato)

Buongiorno, visto che su questa monetazione non sono proprio espertissimo vorrei chiedere un aiuto per la catalogazione corretta della presente...

Pierreale di Federico III D'aragona riferimento spahr n°?

nella legenda al D:

+FRIDERIC':T:D'I:GRA:REX:SICIL' (ovviamente sono 3 puntini dopo la T ma non li legge quindi lì ho cambiati di proposito con i 2 puntini)

Al R:

DUC': APUL'7PRINCIPAT':CAPUE

post-25550-0-75829600-1347203325_thumb.j

Modificato da MASSIMALE

Inviato

Ciao massi

la classificazione per lo SPAHR è 2/33(il tuo dovrebbe essere il n°15);MAUGERI 9;BIAGGI 1311MIR 184;

--Salutoni

-odjob


Inviato (modificato)

Ciao massi

la classificazione per lo SPAHR è 2/33(il tuo dovrebbe essere il n°15);MAUGERI 9;BIAGGI 1311MIR 184;

--Salutoni

-odjob

Ciao e scusami odjob!!!!!!

A mio modesto parere si sta parlando che sopra lo stemma c'e'una crocetta con ai lati di due rosette....vedi bene perche'la classificazione potrebbe variare tra lo spahr n°5,MIR 184,al numero 4 del catalogo di la moneta

http://numismatica-i.../moneta/W-F3C/2

.... dove ne e'presente uguale come quello di @@carlino.... ;)

Saluti :)

Modificato da Rex Siciliae

Inviato

Si rex

il MIR cita solo due tipologie di Pierreali su Federico III e per forza bisogna inserire il n°184 per la catalogazione,poi ,lo SPAHR ha pubblicato le molte varianti che presenta nello specifico la moneta.

Ad ogni modo ,puoi verificare nello SPAHR che la moneta postata da massi è simile al n°5 per i segni,mentre per le legende al n°15.

Facci sapere secondo te quale potrebbe essere la giusta classificazione della moneta in rapporto allo SPAHR

--Grazie

-odjob


Inviato

Da come descrive l'utente la leggenda sembrerebbero esserci i 7.....con la numero 15 non c'entra granche'!!!

Daro' uno sguardo allo spahr............... :)

...i puntini sono molto vaganti in queste tipologie e spesso ne manca qualcuno!!!!!!!

Saluti


Inviato

Il Pierreale in questione, coniato a nome di Federico III (1296-1337) dovrebbe corrispondere allo Spahr n°5 con croce che sormonta lo stemma e due rosette ai lati.


Inviato

Il Pierreale in questione, coniato a nome di Federico III (1296-1337) dovrebbe corrispondere allo Spahr n°5 con croce che sormonta lo stemma e due rosette ai lati.

Si fed ,come ho anche ribadito a rex,il Pierreale in questione corrisponde a quello catalogato dallo SPAHR al n°5 per i segni(croce che sormonta lo stemma e rosette ai lati),ma non si trova con lo SPAHR n°5 con i segni delle legende poichè dopo la T vi sono 2 puntini e non tre,stesso dicasi a seguire,dopo D'I e ,pertanto,in base alle legende andrebbe associato ad altro Pierreale catalogato nello SPAHR

Questo a voler essere pignoli.

--odjob


Inviato

...i puntini sono molto vaganti in queste tipologie e spesso ne manca qualcuno!!!!!!! ;)

Caro @@odjob.------ricordiamo che c'e'sempre la crocetta e le rosette------- :D ....quello che dici non e'sbagliato....scusa se mi permetti di dirlo,ma i segni e i puntini,gli apostrofi....sono sempre vaghi(ritorno alla citazione di prima.)....!!

magari............se possiamo interpellare anche @@carlino sui possibili apostrofi che ci sono e che no sarebbe cosa gradita ....... :)

Bisognera' capire se quello messo in catalogo sia simile e magari attribuire un 5b

http://numismatica-italiana.lamoneta.it/moneta/W-F3C/2

+FRIDERIC':T:D'I:GRA:REX:SICIL' (ovviamente sono 3 puntini dopo la T ma non li legge quindi lì ho cambiati di proposito con i 2 puntini)

Al R:

DUC': APUL'7PRINCIPAT':CAPUE

.............questo e' quello riportato da MASSIMALE....

A nuovi prospetti............ Salutoni

Ciao :)


Inviato

Il Pierreale in questione, coniato a nome di Federico III (1296-1337) dovrebbe corrispondere allo Spahr n°5 con croce che sormonta lo stemma e due rosette ai lati.

Si fed ,come ho anche ribadito a rex,il Pierreale in questione corrisponde a quello catalogato dallo SPAHR al n°5 per i segni(croce che sormonta lo stemma e rosette ai lati),ma non si trova con lo SPAHR n°5 con i segni delle legende poichè dopo la T vi sono 2 puntini e non tre,stesso dicasi a seguire,dopo D'I e ,pertanto,in base alle legende andrebbe associato ad altro Pierreale catalogato nello SPAHR

Questo a voler essere pignoli.

--odjob

Vista la mole di monete coniate in quel periodo, qualche differenza di interpunzione credo sia giustificabile. Hai fatto bene comunque a sottolineare la cosa.

Complimenti per la discussione.


Inviato

Chiudiamo parentesi che spero riprenderemo dopo ma vorrei ritornare al tuo discorso iniziale caro @@odjob....e dire la mia!!!! :D

Tutto esplose nel marzo 1282,nel furore popolare della rivolta(detta)dei vespri siciliani,chesi concluse poi,per intervento dell'aristrocazia feudale con l'offerta della corona di sicilia a Pietro III D'aragona(marito di una figlia manfredi...1282).

Terra di azioni e di guerra,dall'incoronazione di Pietro in poi per oltre un secolola sicilia subì pesanti conflitti da parte degli Angioini di Napoli.

All'interno fu tormentata da violenti lotte fra un partito filo aragonese e un partito separatista siciliano,che diede vita ad un regno autonomo per la sicilia;costituitosi formalmente nel 1296 con Federico II riconosciuto Re di Trinacria nel 1302 nella pace di Caltabellotta.

In successione dei fatti,in un lungo periodo di lotte interne nella meta'del trecento l'isola subì una lenta decadenza economica e sociale anche per la peste nera.

Poi successivamente il nuovo regno si riconfermera' con Federico III dalla pace di Catania nel 1372.

Dobbiamo puntualizzare dalla crisi uscì rafforzato il potere economico e sociale dell'aristocrazia feudale ,in cui consentiva l'allineazione dei feudi quasi completamente al di fuori del sovrano.

Pertanto per tutto il trecento a causa della debolezza dei regnanti ,la sicilia fu praticamente in mano alle grandi famiglie feudali(dei Ventimiglia,dei Chiaramonte,degli Alagona e dei Palizzi),iscritte le une alla parzialita'latina,le altre alla parzialita'cristiana,in realta' a difendere l'autonomia e le prerogative del baronaggio.Mi spiace di non poter aver scannerizzato l'articolo di Danilo Maucieri del Concorso 2005/2006 per i giovani numismatici"Quando i Signori erano piu'potenti dei Re"di Cronaca Numismatica che non ricordo l'anno!!!!!! :) .............(da citazione dell'autore)Nella Sicilia del XIV secolo,tra tensioni e guerre civili,alcuni si arrogavano persino il diritto di battere moneta!!!!!!

Mi chiedo:

In questo arco di tempo.....essendo in circolo dei pierreali d'argento a nome dei regnanti,i baroni feudali data la massima fiducia del regno,potrebbero aver modificato qualche simbolo che ritroviamo ai giorni nostri su codeste monete?????


Inviato

Chiudiamo parentesi che spero riprenderemo dopo ma vorrei ritornare al tuo discorso iniziale caro @@odjob....e dire la mia!!!! :D

Tutto esplose nel marzo 1282,nel furore popolare della rivolta(detta)dei vespri siciliani,chesi concluse poi,per intervento dell'aristrocazia feudale con l'offerta della corona di sicilia a Pietro III D'aragona(marito di una figlia manfredi...1282).

Terra di azioni e di guerra,dall'incoronazione di Pietro in poi per oltre un secolola sicilia subì pesanti conflitti da parte degli Angioini di Napoli.

All'interno fu tormentata da violenti lotte fra un partito filo aragonese e un partito separatista siciliano,che diede vita ad un regno autonomo per la sicilia;costituitosi formalmente nel 1296 con Federico II riconosciuto Re di Trinacria nel 1302 nella pace di Caltabellotta.

In successione dei fatti,in un lungo periodo di lotte interne nella meta'del trecento l'isola subì una lenta decadenza economica e sociale anche per la peste nera.

Poi successivamente il nuovo regno si riconfermera' con Federico III dalla pace di Catania nel 1372.

Dobbiamo puntualizzare dalla crisi uscì rafforzato il potere economico e sociale dell'aristocrazia feudale ,in cui consentiva l'allineazione dei feudi quasi completamente al di fuori del sovrano.

Pertanto per tutto il trecento a causa della debolezza dei regnanti ,la sicilia fu praticamente in mano alle grandi famiglie feudali(dei Ventimiglia,dei Chiaramonte,degli Alagona e dei Palizzi),iscritte le une alla parzialita'latina,le altre alla parzialita'cristiana,in realta' a difendere l'autonomia e le prerogative del baronaggio.Mi spiace di non poter aver scannerizzato l'articolo di Danilo Maucieri del Concorso 2005/2006 per i giovani numismatici"Quando i Signori erano piu'potenti dei Re"di Cronaca Numismatica che non ricordo l'anno!!!!!! :) .............(da citazione dell'autore)Nella Sicilia del XIV secolo,tra tensioni e guerre civili,alcuni si arrogavano persino il diritto di battere moneta!!!!!!

Mi chiedo:

In questo arco di tempo.....essendo in circolo dei pierreali d'argento a nome dei regnanti,i baroni feudali data la massima fiducia del regno,potrebbero aver modificato qualche simbolo che ritroviamo ai giorni nostri su codeste monete?????

Bella discussione alla quale provo a dare il mio piccolo contributo.

Questo è il mio pierreale e, visto che sono completamente a digiuno di notizie che lo riguardano, vi sarei molto grato se me le fornite.

Peso 3,26 gr e diametro 26 mm

Io nel cartellino ho scritto semplicemente Pietro D'Aragona 1282 variante "ARAGON" al R/


Inviato (modificato)

Il Pierreale in questione, coniato a nome di Federico III (1296-1337) dovrebbe corrispondere allo Spahr n°5 con croce che sormonta lo stemma e due rosette ai lati.

Confermo quanto detto da Fedafa

Riprendo la parte della discussione relativa al pierreale di Massimale.

Nel catalogo ho seguito il metodo di catalogazione dell Spahr per questo tipologia di monete.

La prima suddivisione è il nominale, nel nostro caso pierreale.

La seconda suddivisione è legata ai simboli presenti al verso

La terza è la legenda

Quindi: Nominale -> simboli -> legenda

Nel caso della moneta di Massimale il nominale è Pierreale, i simboli Croce sopra lo stemma e ai lati dello stemma una rosetta quindi Spahr 5 o 6.

La legenda che riesco a leggere sulla moneta mi sembra uguale alla moneta Spahr 5

di solito l'apostrofo era messo per identificare le parole tronche e il simbolo tipo 7 tra APUL e PRINCIPAT corrisponde alla congiunzione ET.

Antonio

Modificato da carlino

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