Vai al contenuto

Risposte migliori

Inviato

visto che è estate vorrei approfondire l argomento sull allestimento e la preparazione dei conii

come venivano fatti ?

facevano diritto d argilla e poi versavano il ferro ? oppure l acciaio ?

di che materiale eran fatti ?

quanto duravano ? quante monete venivan prodotte con un conio

spero che la discussione sia interessante e che interveniate numerosi


Inviato

Bella domanda... immagino fossero creati da stampi in cui si colava il metallo, come dici tu. Bronzo per le monete d'oro e argento; ferro che poi veniva temperato, dando una sorta di acciaio, per le monete di bronzo.


Inviato

Sul FInetti, numismatica e tecnologia, dovresti trovare tutte le risposte a queste domande, domani se ho tempo ci guardo...ciao!


Inviato

la parte più importante credo sia legata al costo e al numero di ore necessarie per produrre un conio

secondo me con queste info si potrebbe capire molto sui falsi coevi e sui suberati

aspetto le info


Inviato

la parte più importante credo sia legata al costo e al numero di ore necessarie per produrre un conio

secondo me con queste info si potrebbe capire molto sui falsi coevi e sui suberati

aspetto le info

Da qualche parte ho letto che per preparare un conio completo di una moneta occorrevano due mesi ...ma prendete la notizia con beneficio d'inventario, così su due piedi, non saprei dove recuperarla ne a chi attribuirla...

Awards

Inviato

credo che il discorso si possa estendere tranquillamente al medioevo e al periodo moderno fino al 1800


Inviato

Io spenderei un momento per fare una distinzione.

La domanda e' : come si faceva un conio, in che periodo...?

e anche : come si faceva un conio o come si facevano i punzoni positivi da cui ricavare il conio o i conii?

Che poi e' una differenziazione che ingloba anche il riferimento ai tempi e costi di realizzazione sollevato sopra.


Inviato

vi è anche una discussione su "come venivano preparati i tondelli"

forse si potrebbero unire...


Supporter
Inviato

Buon pomeriggio

Bene ha fatto Komodo ad inserire le informazioni "generali" che riguardano la produzione dei conii; per entrare nello specifico della zecca di Venezia (quella che conosco meglio) do qualche informazione che la riguardano; informazioni tratte dal "Capitolare dale Broche" Editrice Antenore di Giorgetta Bonfiglio Dosio e da "La Zecca di Venezia nell'età medioevale" di Alan M. Stahl - Editrice il Veltro.

Tutti i conii in uso nella zecca di Venezia erano prodotti dall'intagliatore (intaiador in veneziano); questi era un operaio regolarmente assunto che, come i Massari, aveva l'obbligo di essere presente in zecca due volte al giorno; aveva un proprio capitolare che definiva i confini della propria responsabilità, le sue obbligazioni ed i suoi diritti.

La sua paga era trimestrale e veniva percepita anche quando la zecca era chiusa e non c'era lavoro.

Tra i suoi compiti precipui, al tempo della coniazione dei grossi, c'era quello di assicurarsi che nel caveau del Massaro ci fossero sempre disponibili dodici paia di conii intagliati di questa moneta, che servissero come riserva per la sostituzione di quelli rotti o consumati; giacché il Massaro doveva sovraintendere anche alla normale fruizione dei conii, se notava che qualche esemplare era troppo consumato, lo portava dall'intagliatore, che provvedeva ad aggiustarlo (raconzarlo in veneziano).

Alla fine di ogni giornata lavorativa, i conii venivano ritirati, contati e depositati nel caveau del Massaro.

Particolare della coniazione dei grossi (quelli del I° tipo) è che furono quasi tutti battuti con un sistema di conio incernierato o incardinato, tale per cui queste monete hanno sempre le immagini dei due lati con gli assi sfalsati di 180°; negli altri casi, anche nella coniazione di monete fatta in periodi successivi, il metodo più usato fu quello definito "libero", senza cioè ritenere importante dare un asse prestabilito alle due facce della moneta.

Un accorgimento peculiare della zeca Veneziana, non riscontrato in altre, è che l'intagliatore dveva provvedere alla distruzione dei conii danneggiati, che non si potevano aggiustare, e di quelli che non servivano più a causa della cessazione di emissione di unadata moneta.

In questi casi l'intagliatore provvedeva, con una raspa, a raschiare tutta la superficie del conio, asportando tutto il suo rilievo, così da poterlo rilavorare a nuovo. Questa tipica operazione la si può vedere in talune monete ben conservate, dove sono palesi le tracce di raschiatura nei fonti.

luciano

  • Mi piace 2

Inviato

ok partiamo dai conii romani

per le monete d oro e d argento si usavano i conii di bronzo che duravano quanto ?

20.000 monete ?

per le monete di bronzo tipo assi e sesterzi ?

si usava il bronzo anche li per battere i tondelli di oricalco ?

quanto duravano

nel IV secolo invece ?

nel V nei nummi c è una alta percentuale di piombo nei tondelli , era per usare un conio più morbido ?


Inviato

ok partiamo dai conii romani

per le monete d oro e d argento si usavano i conii di bronzo che duravano quanto ?

20.000 monete ?

Dipende dal tipo di moneta...se ci conii una decadracma da 30 grammi durano meno, perche' e' difficile armonizzare la temperatura di coniatura.Se ci conii un sesterzio in bronzo, la difficolta' e' che appena togli il tondello dal fuoco, si raffredda e conii sempre un metallo freddo e piu' duro.

In ogni caso 20,000 monete per conio a me sembrano troppe, almeno se si intende coniate con il conio in condizioni di imprimere un'impronta senza grosse deformazioni.Forse un decimo di quella cifra la vedo piu' realistica

per le monete di bronzo tipo assi e sesterzi ?

si usava il bronzo anche li per battere i tondelli di oricalco ?

All'inizio lo stesso il bronzo, temprato come si fa col ferro ( e per cui si ottengono resistenze di pochi gradi inferiori al ferro ) In seguito con il ferro.

quanto duravano? non lo so....

nel IV secolo invece ?

nel V nei nummi c è una alta percentuale di piombo nei tondelli , era per usare un conio più morbido ?


Supporter
Inviato

Grazie Daniele...sarà il caldo ma mi sembra di avere la pressione a 10 ed anche la resa nello scrivere, mi pare un po' difficoltosa...beato te che con pochi minuti di strada ti puoi mettere a mollo. :)....torniamo a noi...

Domande e risposte interessanti; di certo c'è solo una grande incertezza sull'uso dei conii e dei punzoni. Prossimamente con le giornate di studi a Messerano, ne sapremo di più; sarà infatti un evento aver recuperato tanti coni e punzoni, pur se di una piccola zecca.

Per il resto ci restano pochissimi ferri e meno ancora scritti esplicativi; le prove - se così possiamo chiamarle - derivano da intuizioni, deduzioni, prove su materiali fatte dagli studiosi che si sono applicati a questi temi.

C'è una grossa differenza tra le belle e toste monete classiche e quelle medioevali, poco più spesse di un foglio extra strong...

Le prime avevano un rilievo tale che fatico ad immaginare una coniazione a freddo; come per le monete di grosso modulo di epoche successive, probabilmente anche i romani riscaldavano i tondelli (ricottura) così da ammorbidire il metallo e prepararlo alla coniazione mediante il colpo o i colpi d mazza....e doveva essere ben grossa!

Con le monetine medioevali che, quando erano grosse, pesavano meno di gr. 3,00 tutto era più semplice; in ogni caso il conio di martello era soggetto più spesso a rotture, rispetto al conio d'incudine.

Nel libro del Finetti si riportano le deduzioni fatte dallo Sellwood a seguito dei suoi esperimenti; lui afferma che con il conio di martello si potevano battere, in media, 8.000 pezzi e dai 10.000 ai 16.000 con quello d'incudine, se il tondello era preventivamente arroventato; la metà se i tondelli erano freddi.

Un'altra informazione che riguarda le differenze tra i metodi usati nella Rom antica, rispetto al medioevo, riguarda la lunghezza dei coni, molto più piccoli quelli romani, proprio per evitare che con il colpo ricevuto avessero più possibilità di deformazione; inoltre i romani usavano un "camiciotto di ferro" aderente al conio di martello che riceveva per primo - attutendolo - il colpo della mazza, trasferendo la forza successivamente al conio che proteggeva.

luciano

  • Mi piace 1

Inviato

giusto !

la temperatura.....

con un tondello di bronzo arroventato si puo usare un conio dello stesso materiale freddo.

credo la durata dipendesse dal tipo di moneta , meno per i sesterzi , più per i denarii


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...
×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.