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Inviato

Ad esempio riporto l'affine tipo Muller n. 10, che Munzen und Medaillen aveva attribuito a Lampedusa, ma mancano ancora certezze sull'esatto luogo di coniazione, che oscilla tra Tunisia e le isole a sud della Sicilia:

 

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Cop 479 MuMD 21/2007, 232  g. 2,40

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Inviato

Si il granchio è simile, però a me non pare lo stesso...nell'emissione tunisina ha il corpo sì tondeggiante ma con la testa più squadrata, così come diversa è la forma e la posizione delle due chele, la lunghezza delle zampe. La moneta di Campomanfoli pare ritrarre più una grance(v)ola, con corpo tondeggiante e lunghe chele. Anche la testa al dritto sembra diversa, ma la moneta "nostrana" è malmessa e quindi sospendo il giudizio...


Inviato

Le monete con il granchio attribuite a Lampedusa dal Mueller ( e anche in parte da Calciati) sono molto probabilmente di altre isole limitrofe, verosimilmente Motya.

Le uniche monete sicuramente attribuibili a Lopadousa sono quelle con etnico e testa di zeus.


Inviato (modificato)

Non sono un esperto di queste particolari monetine. So che vengono trovate soprattutto dalla Tunisia e Libia alla Sicilia, ma non conosco l'eventuale addensamento in determinate aree di circolazione.

Il granchio fa pensare anche a Motya, almeno al suo ultimo periodo di vita, dopo le gravi distruzioni operate nel 397 da Dionisio I e prima dell'abbandono dell'isoletta dopo la vittoria dei Romani alla battaglia delle Egadi nel 241 d.C., attestato anche da rilievi archeologici.

Però non sembra che a Motya siano stati trovatii questi bronzetti (magari qualcuno, spiegabile con i frequenti contatti tra i punici).

Resta il fatto che queste monetine recano leggende puniche (quando sono leggibili) che non si accordano all'ambiente siciliano, nè tanto meno al noto nome punico di Motya.

Anche lo stile sembra rapportarsi piuttosto ai punici del nord Africa.

Quando si parla di isole della Tunisia, dobbiamo tenere presente che c'è da un lato l'isola di Djerba (in it. Gerba), che era abitata fin dalla preistoria e va identificata forse con la leggendaria isola dei Lotofagi... Dall'altra parte c'è l'arcipelago di Kerkennah (in it. Cercina), formato da 7 isole, due delle quali abitate: Chegui e Gharbi. 

Poi nulla vieta che la zecca possa invece essere ubicata invece in una citadina costiera della Tunisia, che era fenicia, con popolazioni di stirpe berbera.

Se qualcuno conosce queste monetine puniche può dare un contributo.

Modificato da acraf

Inviato

Un grande esperto di zecche e monetazione punica è' un inglese che lavora ( o lavorava alla FAO) , lo incontrai in occasione del Congresso di Madrid e ricordo che discutemmo insieme sulla possibile irigine dei bronzetti con il granchio. Motya era una possibilità' così come altre isole del Canale e le isole tunisine. Fu d'accordo che un'attribuzione a Lampedusa era da escludersi.


Inviato

Credo di avere capito chi è e lo conosco: proverò a contattarlo.

Casualmente su internet ho trovato questo interessante brano tratto da Jacques Alexandropoulos, Les monnaies de l'Afrique antique: 400 av.J-C - 40 ap.J, 2008:

 

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Quindi l'autore, partendo da un bronzo romano provinciale, con CERC (quindi di sicura identificazione), ipotizza che a Cercina, che come avevo accennato prima, corrisponde all'attuale arcipelago di Kerkennah e più esattamente a Chequi, potessero essere stati coniati i famosi bronzetti punici col granchio genericamente attribuiti a isole tra Tunisia e Sicilia.... 

In ogni caso a Cercina è attestata la frequentazione punica, grazie anche all'ottimo clima e fertile terreno.

https://fr.wikipedia.org/wiki/Kerkennah

 

Siamo ancora a livello di ipotesi, ma credo che stiamo circoscrivendo la zona di emissione....


Inviato (modificato)

Ho il libro di Alexandropoulos che trovo molto valido e un bel progresso dall 'ormai attempato Falbe/Lindberg/Mueller

Kerkinah potrebbe essere molto plausibile come luogo d'origine per questa emissione.

Anche John Morcom, proprietario di una grande raccolta di bronzi e autore della Sylloge della collezione, che contattai a suo tempo, si è' convinto della non plausibilita' di attribuzione di questi bronzetti a Lopadousa. Purtroppo i mercanti sfruttano ancora l'ambiguità di classificazionerisolvendola in favore di un'attribuzione - molto più' sexy - all'isola siciliana

Modificato da numa numa

Inviato

Sono d'accordo che troppo spesso volentieri attribuiscono a Lopadusa (Lampedusa) alcuni di questi bronzetti col granchio, avvallati anche dall'attribuzione (anche se definita incerta) di Calciati ai suoi nn. 3-5.

Solo i tipi col tonno (Calciati 1-2) sono sicuramente attribuiti a Lopadusa.


Inviato

Mi ha risposto Stannard. Mi ha premesso che non conosce a fondo la monetazione in questione e che la maggiore esperta è sicuramente la Frey-Kupper. Comunque mi ha segnalato un suo importante recente articolo, intitolato "Coins and their use in the Punic Mediterranean: case studies from Carthage to Italy from the fourth to the first century BC", facente parte del volume di J.Crawley Quinn e N.C. Vella, The Punic Mediterranean. Identities and Identification from Phoenician Settlement to Roman Rule, Cambridge 2014.

A pagine 84 - 85 ci sono questi brani:

 

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Quindi sostiene che i bronzi punici di piccolo modulo non avrebbero molto senso a circolare a Cartagine, ms più in Sicilia e che il tipo anonimo con testa virile/granchio anepigrafe è stato trovato in buon numero a Mozia e soprattutto a Marsala, che quindi sarebbero il luogo di coniazione (come indicato dal Calciati ai nn 9 e 10).

Però questo esemplare trovato assieme al bronzo di Irnthi sembra avere caratteristiche un po' particolari e si avvicini invece ad altre emissioni con leggenda punica come descritto dal Muller.

Mi sa che scriverò direttamente alla Frey-Kupper per conoscere meglio il suo punto di vista e se può essere comunque assimilato a un bronzo di Motya (che però pesa intorno a 2 grammi). L'ho conosciuta alcuni anni fa ed è una signora svizzera di grande preparazione e gentilezza.

 

 

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Inviato

Pare avessi quindi ragione sull'ipotesi Motya per ibronzetti con il Granchio

Facci sapere il parere della Frey-Kupper sul bronzetto di Irnthi, Alberto


Inviato

Ho letto i vostri commenti e vi ringrazio per le notizie fornite per questa moneta.


Inviato

Nessuna nuova notizia. Segnalo però l'utile lavoro della Cantilena sulla monetazione della zona sorrentina e sul vecchio problema se Hyria (didrammi di fine V secolo a.C.) e Irnthi (bronzetti dell'ultimo quarto del IV secolo a.C.) potessero riferirsi a un unico centro del sorrentino, forse la stessa Surrientum (Sorrento).

 

Cantilena 2007 circolazione moneta di Sorrento.pdf

 

E' un lavoro che mostra come ancora manchino certezze sui nomi toponomastici e sull'ubicazione delle zecche.

 

In ogni caso appare interessante un brano del suddetto articolo:

 

post-7204-0-17899500-1439988542_thumb.pn

 

da cui si evince che Irnthi ha coniato nella seconda metà del IV secolo a.C. e che cessò definitivamente con la vittoria romana del 309-307 a.C., che aveva espugnato la vicina Nucera.

 

Circa la compresenza con un bronzetto o siciliano o nordafricano, interessante è un altro brano dell'articolo della Cantilena:

 

post-7204-0-03104600-1439988704_thumb.pn

 

dove si comprende che nella zona furno trovate monetine che possono essere ascritte all'attività di mercenari reduci che avevano servito il tiranno Agatocle contro i Cartaginesi, arrivando a combattere anche in terra africana.

La cronologia ci starebbe e si avrebbe anche la giustificazione di una monetina punica nordafricana....

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Inviato

Nessuna nuova notizia. Segnalo però l'utile lavoro della Cantilena sulla monetazione della zona sorrentina e sul vecchio problema se Hyria (didrammi di fine V secolo a.C.) e Irnthi (bronzetti dell'ultimo quarto del IV secolo a.C.) potessero riferirsi a un unico centro del sorrentino, forse la stessa Surrientum (Sorrento).

 

attachicon.gifCantilena 2007 circolazione moneta di Sorrento.pdf

 

E' un lavoro che mostra come ancora manchino certezze sui nomi toponomastici e sull'ubicazione delle zecche.

 

In ogni caso appare interessante un brano del suddetto articolo:

 

attachicon.gifSchermata 2015-08-19 alle 14.43.30.png

 

da cui si evince che Irnthi ha coniato nella seconda metà del IV secolo a.C. e che cessò definitivamente con la vittoria romana del 309-307 a.C., che aveva espugnato la vicina Nucera.

 

Circa la compresenza con un bronzetto o siciliano o nordafricano, interessante è un altro brano dell'articolo della Cantilena:

 

attachicon.gifSchermata 2015-08-19 alle 14.42.23.png

 

dove si comprende che nella zona furno trovate monetine che possono essere ascritte all'attività di mercenari reduci che avevano servito il tiranno Agatocle contro i Cartaginesi, arrivando a combattere anche in terra africana.

La cronologia ci starebbe e si avrebbe anche la giustificazione di una monetina punica nordafricana....

Grazie Acraf, l'articolo è molto interessante

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  • 1 mese dopo...
Inviato

BUONG GIORNO. Allego queste foto di un frammento di terracotta a vernice nera  (IV - II Sec. a.C.) con iscrizione, rinvenuto nel luogo Fractanova (Castel San Giorgio) dove in passato ho rinvenuto delle monete della zecca di Irnthi che si possono vedere in questo link. La mia domanda è: la scritta può essere Osca o Greca? Potrebbe avere attinenza con le monete visto che proviene dallo stesso luogo ?

In altra foto c'è un pendaglio in bronzo dello stesso periodo di 35 grammi con lunghezza di 9 cm., che secondo le mie ricerche è da attribuire al Dio Mercurio potettore dei viaggiatori e dei ladri. Questo è depositato in Soprintendenza e i vari funzionari non hanno saputo confermarmi quanto detto.

Anche se non è settore monetale, visto che nell circuito ci sono bravissimi esperti, può darsi che qualcuno potrebbe chiarirmi le idee in merito alla scritta e al pendaglio. resto in attesa di notizie. Grazie

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Inviato

BUONG GIORNO. Allego queste foto di un frammento di terracotta a vernice nera  (IV - II Sec. a.C.) con iscrizione, rinvenuto nel luogo Fractanova (Castel San Giorgio) dove in passato ho rinvenuto delle monete della zecca di Irnthi che si possono vedere in questo link. La mia domanda è: la scritta può essere Osca o Greca? Potrebbe avere attinenza con le monete visto che proviene dallo stesso luogo ?

In altra foto c'è un pendaglio in bronzo dello stesso periodo di 35 grammi con lunghezza di 9 cm., che secondo le mie ricerche è da attribuire al Dio Mercurio potettore dei viaggiatori e dei ladri. Questo è depositato in Soprintendenza e i vari funzionari non hanno saputo confermarmi quanto detto.

Anche se non è settore monetale, visto che nell circuito ci sono bravissimi esperti, può darsi che qualcuno potrebbe chiarirmi le idee in merito alla scritta e al pendaglio. resto in attesa di notizie. Grazie

Ciao @@Pupillo, se non ricordo male ,l'osco procedeva da destra verso sinistra...

Saluti Eliodoro

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Inviato

Non sono un epigrafista, ma non vedo lettere tipicamente osche, bensì greche.

Sono noti moltissimi frammenti di terrecotte a vernice nera che contengono incise (per lo più sul bordo interno) delle lettere, che in genere sono dediche a varie divinità forse in occasione di sacre libagioni oppure a propri nomi di persona.

In ogni caso un reperto importante.

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Inviato (modificato)

ciao. come ti è stato già segnalato la lingua è greca e non osca. L'indicatore massimo della grafia greca è dato dalla lettera "D" che è lineare e non retrograda.

 

per la terza immagine.

dalla foto non si capisce bene. sicuro che sia in bronzo il pendaglio? dal tipo di frattura a sinistra non sembrerebbe. fai foto con luce diversa.

Modificato da MAP

  • 3 settimane dopo...
Inviato

la ringrazio per la conferma della scritta, in merito al pendaglio invio altre foto che in originale era color bronzo. SL

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  • 5 anni dopo...
Inviato
Il 18/2/2015 alle 05:47, numa numa dice:

Molto interessanti le riflessioni di Gerardo sull'identificazione di Velecha . Grazie

Buonasera,

come appassionato di Storia antica, in particolare dei Sanniti, ho portato avanti la raccolta e il riordino di numeroso materiale sulla loro monetazione (dal V secolo alla guerra annibalica in particolare, e ho in corso un tentativo di pubblicare qualcosa che assomigli a un libro.

Ho attinto non poco da questo sito e da alcuni forum specifici.

Le notizie su Velecha (localizzata ad Abellinum, odierna Atripalda) hanno trovato ulteriori significative conferme, sulle quali a breve invierò qualcosa.

Nel frattempo mi è balenata, proprio nel corso della rilettura delle bozze del "saggio" che forse troverò il coraggio di pubblicare, una "pazza idea", che vado a illustrare per come è maturata.

Se compariamo alcune note monete di Hyria e Irnthi, non possiamo non cogliere una straordinaria somiglianza dei tipi.

La stessa scritta presenta grandi affinità nei caratteri, che peraltro nella seconda variano da un esemplare all'altro, e forse non offrono quasi mai una scritta per esteso.

Di Hyria è oramai consolidata l'opinione chee non ia da identificare con la paleopoli di Nola, bensì con un centro coevo e non distante da Nola stessa.

Di Irnthi appare più che credibile la localizzazione nella Penisola Sorrentina, forse a Sorrento, stantie la concentrazione dei ritrovamenti nella zona.

In conclusione, la domanda che mi sono posto e che pongo: e se trattasse di un unico antico centro di origine etrusca, occupato dai Sanniti e poi entrato nell'orbita di Roma col nome di Surrentum, con un'unica serie monetale Apollo-Toro  (a parte le altre)?

Interessante sarebbe un'analisi comparata dei ritrovamenti dei due centri, ma qui cedo il passo, e mi scuso per l'azzardo.

Saluti.

 

Hyria 3.jpg

irnthi 2.jpg

toro a dx 2 gr.jpg

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