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Non necessariamente: a volte è la diffusione che ne fa un testo di riferimento. La S.N.I. vanta un notevole numero di iscritti, è la più vecchia istituzione numismatica esistente in Italia, ha pubblicato la monografia per dare ulteriore visibilità all'opera del D'Incerti. Se Lei scrive un libro interessantissimo ma lo leggono in pochi è dificile poi affermarlo come testo di riferimento. Se lo studio del Traina (che non conosco) fosse stato pubblicato separatamente e reperibile con facilità probabilmente diventerebbe testo di riferimento.

Comunque ho mandato alcune e-mail, vedo se un a copia sia disponibile del D'Incerti ed a che prezzo.

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Grazie per l'interessamento e per le informazioni,in effetti non avevo messo in conto che il Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano potrebbe risultare di difficile reperibilità e probabilmente stampato in un numero limitato di copie per pochi.

Chissà col trascorrere del tempo quanti utili lavori ed informazioni perdiamo per svariati motivi

Modificato da Fid
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Riguardo i gradi di rarità ti posso chiarire,meglio,come vengono usati,come anche dal MIR Savoia.

Le pre decimali da C a R10 fino al 1630 (circa) ma solo per tipologia e non per le varianti

Le decimali da C a R5 tipologia e varianti.

E' una prassi molto conosciuta da i collezionisti "attempati".

Ciao

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Ciao Fabio,ho un po' di perplessità dovute al fatto che monete C notevolemnete diverse fra di loro rientrerebbero nella medesima scala trovando delle distinzioni dedotte solamente dal prezzo e personalemnte penso che chi vuole approfondire la rarità da un punto di vista scientifico non dovrebbe avere come parametro il denaro che serva ad acquistare una moneta ma bensi' un metro di misura differente che è appunto il grado di rarità,più la scala è ampia e maggiori sono le possibilità di individuare la presenza o meno di una moneta e di attribuire una migliore e precisa catalogazione

recentemente ho postato qst piccolo lavoro riportato qui sotto sulla frequenza di certi coni,escludendo la piastra 1851 e le varianti particolari e tenendo conto delle valutazioni del Gigante, è abbastanza evidente che dal 1852 al 1859 esistono monete tutte indicate come C ma con evidenti differenze fra di loro,una moneta del 1858 è notevolemente meno comune di una del 1857 (per non parlare della piastra ferdinandea del 1859 che sicuramente è tutt'altro che C)

1851 ooo

1852 ooo

1853 ooooo

1854 ooooo.ooooo

1855 ooooo.ooooo.ooo

1856 ooooo.ooooo.ooooo.oooo

1857 ooooo.ooooo.ooooo.ooooo.o

1858 ooooo

1859 o

..eventualmente se preferite che il discorso sulla rarità possa essere off-topic possiamo discutere nell'apposito spazio

http://www.lamoneta.it/index.php?showtopic=12773&hl=

Modificato da Fid
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  • 3 settimane dopo...

Della piastra 1856 potrebbe essere esistita una particolarissima variante,la notizia è tratta da Cosentini"monete del reame delle due sicilie" 1913 e riportata sul Pagani-prove e progetti

Pag.prove e progetti n.775: contorno "PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS" e giglio ambedue in rilievo (esattamente come per le piastre di Francesco II)anzichè il tradizionale in incuso

Modificato da Fid
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EXPO77.

1 - Le prove in rame di piastre napoletane, a mio parere non trovano reale riscontro, trattasi piuttosto di falsi d'epoca ormai privi di argentatura.

Sono due cose completamente diverse e non farei confusione. Una cosa sono i falsi d'epoca e cosa diversa le prove di conio in rame uscite dalla zecca di Napoli ufficialmente, che non liquiderei sentenziando che sono falsi d'epoca privi di argentatura.

Se Lei non ha avuto modo di vederli, me ne dispiace, io ho avuto invece il piacere di averla tra le mani (ero presente in sala) e credo di aver acquisito una sufficiente esperienza per riconoscere un falso d'epoca da una prova di conio. La piastra del 1856 è stata posta in vendita dalla Montenapoleone Casa d'asta i cui soci erano la ditta Ratto di Milano, Crippa sempre di Milano, P&P Santamaria di Roma e De Falco di Napoli. Con tutto rispetto mi stupirei assai che un falso d'epoca privo di argentatura possa essere statto scambiato per prova in rame, non solo ha poi realizzato una cifra considerevole, quindi c'è anche qualcuno che non si deve essere accorto del sotterfugio, probabilmente un babbeo. Dimenticavo la prova, come già detto veniva da una importante collezione napoletana ed è classificata dal Pagani (probabilmente si è sbagliato anche lui).

Per quanto riguarda BOMBA sulle piastre di Ferdinando II, la cosa non è dovuta all'aspetto fisico del sovrano, ma al singolare modo di sedare i moti di ribellione all'interno del reame, in questo caso mise sotto assedio Messina e non esitò a cannoneggiarla.

148825[/snapback]

Ecco un bell'esempio di piastra 1858 coniata (da chi?) su bronzo anzichè sull'argento

120grana1858bronzodl4.jpg

Sto tentando di far diventare questa discussione una risorsa per chiunque abbia la passione per le particolarità e le varianti di questa monetazione,a giorni attendo le immagini di una piastra di Ferdinando II 1854 con collo molto più lungo del conio normale (mai vista in circolazione una moneta simile) non avendola mai visionata di persona spero solamente che non si tratti di un falso

Modificato da Fid
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Fid, conoscevi l'articolo di Giuseppe Ruotolo "Gli errori nelle monete napoletane 1734-1870" pubblicato in allegato da Cronaca Numismatica 9/1993?

E' di poche pagine ma qualche spunto interessante sulle piastre forse lo trovi.

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Ti posto il mio falso o prova d' epoca.

L'ho fatto visionare e sono più propensi per il falso d' epoca ma non c'è certezza su nessuna delle due ipotesi, anche perché le prove non erano contrassegnate e potrebbero essere state messe in circolazione.

Comunque hanno un punto a loro favore tutti i coni identici agli originali.

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la tua moneta da 20 grana mi ricorda vagamente questa qui sotto

http://img297.imageshack.us/img297/2695/20g18571vi.jpg

XGiuseppe:conosco Ruotolo,stimato conoscitore e studioso di monete meridionali,purtroppo,come è mia cattiva abitudine,non sempre ricordo che fine facciano molti miei inserti e articoli di Cn

Modificato da Fid
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Della piastra 1856 potrebbe essere esistita una particolarissima variante,la notizia è tratta da Cosentini"monete del reame delle due sicilie" 1913 e riportata sul Pagani-prove e progetti

Pag.prove e progetti n.775: contorno "PROVIDENTIA OPTIMI PRINCIPIS" e giglio ambedue in rilievo (esattamente come per le piastre di Francesco II)anzichè il tradizionale in incuso

154995[/snapback]

La piastra in rame cui fa riferimento è quella della collezione Cosentini, (che avevo già citato) venduta alla Asta Montenapoleone 4 01/03/1984, lotto 1659 ed aggiudicata all'equivalente di 2.400 euro diritti inclusi. Rispetto a quella da Lei postata è cosa completamente diversa, il "Suo" esemplare non mi sembra abbia i connotati di autenticità neppure come prova, probabilmente il tipo cui si riferiva Expo nel suo intervento.

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solo adesso mi accorgo che la moneta da è coniata su Rame ed è esattamente la stessa da lei precedentemente citata a pg1.Sul Pagani Prove e progetti sono riportate fre le monete di Ferdinando II anche due mezze piastre coniate in oro e rame ed un 5 tornesi coniato in argento

Sulla moneta di bronzo da me riportata non so molto ma non so se sia propriamente da escludere la possibilità che possa essere stata una prova anzichè un falso

Modificato da Fid
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Ecco qualche altra particolarità legata al contorno:

forse la prima rigatura parziale risulta essere involontaria e frutto della coniazione della dentellatura,la seconda appare artigianale più che meccanica(cosi' come in altre monete borboniche)

partrz5qc3.jpg

quest'altra immagine(tratta da Ebay) mostra invece una piastra del 1818 testa grande con una particolarissima scritta "HISPAINIARUM" con appunto una "I" di troppo

hispainiarumdc2.jpg

Modificato da Fid
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  • 1 anno dopo...

Molto interessante questa discussione, ringrazio Fid per averla riportata in luce.

Molto bella e particolare la moneta di Iachille. Questo a dimostrazione che per i 120 grana di Napoli, è più difficile trovarne due uguali che delle varianti. I problemi relativi ad errori nella legenda dipendono dal fatto che essa veniva "inserita" successivamente e non faceva parte del conio stesso, ecco il perchè di tali errori dovuti per la maggior parte alla distrazione di chi preparava i punzoni.

Anch'io sono in possesso di una piastra datata 1834 in cui nella legenda al posto di una V è stata inserita una A capovolta. Posto l'immagine.

Modificato da fedafa
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penso che possa essere utile segnalare queste monete sul forum Gigante al fine di stimolare future integrazioni almeno per le varianti più interessanti (e queste due lo sono sicuramente)

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Il fatto di far emergere nuove varianti è utile per i collezionisti ma anche per i possessori di queste monete perchè ad una catalogazione di questi coni può corrispondere anche una buona valutazione economica e quindi un riconoscimento ed un apprezzamento sul mercato della moneta in questione. In pochissime parole se alcune delle vostre varianti verranno catalogate c'è da attendersi un maggior interesse su di loro ed il loro prezzo/valore crescerebbe

Modificato da Fid
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  • 2 settimane dopo...

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