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Risposte migliori

Inviato

oltre al DVD e gli atti mandatemi anche un qualche salatino e se riuscite una pasta o una pizzetta cortesemente

grazie

no, quelli solo per i presenti...............ehehehe

ciao Roberto

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Inviato

oltre al DVD e gli atti mandatemi anche un qualche salatino e se riuscite una pasta o una pizzetta cortesemente

grazie

Visto che l'evento è tutto gratis ,ma prenditi un low cost, uno interessato e competente deve venire, avresti modo di fare tante domande....,la bella Brianza attigua al Parco di Monza,serata a Milano e domenica mattino al Cordusio, io ci ho provato.....,di più non posso offrire....


Supporter
Inviato

....e magari c'é qualche lamonetiano che, se comodo, potrebbe recuperarti all'aeroporto. :)

Basta avere le coordinate e lanciare un appello ;)

saluti

luciano


Inviato

Ciao,

il ripostiglio monetale oggetto della discussione è indubbiamente di grande interesse.

Raccogliendo l'invito di Dabbene

Chi volesse condividere qualche opinione perchè conosce bene questa monetazione, un commento, un parere è ovviamente ben accetto nella discussione, cosa ne pensate per esempio della natura e della formazione di questo ripostiglio ?

Ve ne ricordano altri di simili ? E qui mi rivolgo agli esperti di questa monetazione, un commento su queste prime monete postate ,che ne pensate, per esempio della conservazione ?

ho cercato degli hoard inglesi analoghi per composizione e periodo di accantonamento. Ne ho trovati solo due presenti su un testo di R.Abdy (Roman British Coin Hoard) che rappresenta un summa sul tema del fenomeno dell’hoarding sino al 2002.

Curridge hoard: rinvenuto nello Berkshire, Inghilterra del Sud da due metal detectorists nel 1998. Era contenuto in un vaso ceramico chiusop alla bocca da un piatto di ceramica tipo Samian (=terra sigillata) di produzione gallica centrale (150-190 A.D.). E’ costituito da 425 monete (sesterzi + 6 tra dupondi e assi) che dal periodo flaviano arrivano a quello severiano. Ma la presenza che attesta una data di sepoltura ben più tarda (260-269 d.C.) quella di un sesterzio di Antonino Pio riusato da Postumo (il profilo dell’imperatore gallico è sovraimpresso al dritto e presenta anche parte della legenda originale ANTONINVS).

Gare Hoard presso Cronwall: rinvenuto nel 1967 durante lavori agricoli. Contiene ben 1037 bronzi, 47 denari e radiati fino al 270 d.C. Dei sesterzi solo 25 sono post severiani (2,4%), comprendendo il periodo flaviano, traianeo, adrianeo e antoniniano. Questo deposito attesterebbe che l’uso dei sesterzi arriva fino al periodo dei radiati (ovvero degli antoniniani).

Forse hoards contenenti monete bronzee di grosso modulo furono abbandonato in quanto il loro valore era equiparato o anche superato dal valore degli antoniani argentati.

Entrambi gli hoard sono composti nella maggior parte da sesterzi piuttosto che da loro frazioni. L’80% dei depositi del II-III secolo (da Marco Aurelio al 270) sono composti similarmente e questo rappresenta l’opposto degli hoard precedenti, dove i depositi con sesterzi in maggioranza raggiungono un valore del 16%. Dal 270 i sesterzi ed i denari usciranno dal flusso monetale. L’ipotesi è che i primi spariscano per creare nuovi antoniniani oppure siano stati riutilizzati per la fabbricazione di manufatti metallici.

Tornando a Biassono ci sono molti interrogativi: chi lo interrò? Chi raccolse una collezione così ampia anche a livello temporale?

Il Prof. Arslan nella presentazione specificava il valore monetario del complesso che avrebbe permesso a persone dell'epoca per vivere per qualche anno , quindi una ricchezza ingente per l'epoca.

Interessante è capire i motivi dell'occultamento,difficile che fosse un gruzzolo individuale,probabilmente una cassa di una persona molto ricca o di una comunità occultato forse per il pagamento di stipendi.

La raccolta fu fatta in tempi abbastanza brevi, 2239 monete, quasi mezzo quintale di peso con una probabile circolazione effettiva del sesterzio tra il 255 e il 260 d.c.

Ciò è probabilmente condividibile. Ma il sesterzio aveva sì spesso un valore di riferimento (il valore di una villa era calcolato in sesterzi) ma il grosso dei patrimoni era costituito da denari e aurei. Il ricco possidente aveva il patrimonio costituito da questa tipologia di monete. Anche perchè grossi capitali o transazioni non venivano sicuramente effettuate con carriolate di sesterzi ma con argenti e aurei. Il sesterzio era una moneta di utilizzo giornaliero, così come le sue frazioni.

Forse si tratta di un ripostiglio d'emergenza in un momento di grande instabilità ovvero davanti ad una minaccia barbarica (che dal 250 cominciano a farsi sentire in Gallia e quindi anche nel territorio italico)? Forse quelle del 258?

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Non ha l'aspetto di un deposito a fine di tesaurizzazione (mancano monete di chiaro valore, come detto sopra) ma di emergenza... l'assenza di monete di Valeriano (1 pezzo sul totale) e Gallieno potrebbe esser motivata dal mantenimento della disponibilità "giornaliera" di monete correnti...

Spero di aver contribuito con qualche spunto di riflessione e di discussione.

Ciao

Illyricum

:)

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Inviato

Probabilmente, i grossi bronzi si erano notevolmente rivalutati, e non sarà un caso che proprio in quegli anni si smise di coniarli. Ma saranno stati raccolti in vista di un "valore monetario" o di un "valore metallico"?

sono anche colpito dal numero molto elevato di "contraffazioni fuse"

sicuri che non siano solo sesterzi consumati ?

In effetti la presenza di queste monete fa riflettere...

A "primo impatto" si potrebbe concludere che questo materiale fu tesaurizzato in considerazione del valore metallico dello stesso in quanto viene difficile pensare all'auspicio di un'eventuale rivalutazione di un nominale contraffatto.

Premetto di non essere ancora riuscito a leggere la pubblicazione di Arslan sul ripostiglio, ma mi pare tuttavia che il gruzzolo sia costituito esclusivamente da monete e non anche da materiale metallico di altro tipo. Considerando questo la tesaurizzazione finalizzata all'ottenimento di una "semplice" riserva metallica mi pare quindi piuttosto improbabile.

La moneta fusa contraffatta, almeno in quel periodo, veniva quindi trattata alla stregua di un'emissione ufficiale?

Ciao Rapax,

se in Britannia le imitative per quanto più piccole e leggere venivano equiparate alle ufficiali il discorso "fuse"/ ufficiali potrebbe essere analogo. Dipende anche dal volume di moneta circolante e dal contesto. In ambito rurale probabilmente la monetazione circolante era minore.

Nella seconda metà del III secolo circolavano DIVO CLAVDIO ufficiali, quelle dei monetieri e anche le imitative, in certe zone. Eppure l'impressione è che fossero tutte ugualmente considerate "buone"...

Non escludo a priori che COMUNQUE i falsi fusi fossero accettati. Anche perchè... perchè emetterli se sarebbero state esclusi (e penso che all'epoca li individuassero) dal flusso monetale?

Ciao

Illyricum

:)


Inviato

il discorso dei falsi fusi è piuttosto articolato.

in questi giorni, documentandomi sulla fabbricazione di grandi e piccoli bronzi presso le officine locali dell'area del limes, ho letto come, di fatto, la situazione non possa essere paragonata al fenomeno dei radiati dell'impero gallico.

se entrambe le produzioni si possono classificare come "monete di necessità" o comunque monete non solo tollerate, ma probabilmente addirittura in qualche misura controllate dall'autorità regnante, le due situazioni sono, nella realtà, ben differenti.

i radiati imitativi sono del tutto privi di contenuto argenteo, presentano una lega più povera e sono dimensionalmente e ponderalmente inferiori rispetto ai tipi ufficiali, tant'è che per alcune (ingenti) tipologie si parla di minimi e minimissimi. il loro valore, secondo la maggior parte degli studiosi, era pari alla moneta ufficiale.

i sesterzi fusi di produzione del limes invece, hanno caratteristiche molto simili ai sesterzi ufficiali e il loro peso è solamente leggermente inferiore rispetto questi ultimi. per esempio, l'esemplare fuso di Septimius Severus per Clodius Albinus pesa 15.52 gr e ha un diametro di 29mm, gli otto esemplari ufficiali presenti nel ripostiglio hanno, mediamente, questi valori: 28,65 mm di diametro e 17,67 grammi.

come si può notare peso e dimensioni sono abbastanza allineati e il leggero sottopeso poteva essere tranquillamente tollerato, quindi si tratta di sesterzi che a tutti gli effetti potevano stare tranquillamente nel flusso circolante.

credo anch'io che questo ripostiglio, seppur di ingente valore, sia da inquadrare non tanto quanto un tentativo di tesaurizzazione quanto piuttosto un'emergenza contingente derivata dal mutare in atto nel sistema economico-monetario.

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Inviato

attenzione pero` perche in questo periodo secondo me inizia a prendere corpo il denario communis o deneario di conto , e quindi anche del sesterzio di conto.

cioe si continuava a usare denari e sesterzi come unita` di conto ma il valore delle monete sesterzi e` iniziato a salire.

quello che scrive illiricum sul ripostiglio di curridge confermerebbe quello che ho detto io in precedenza e cioe che il periodo e` quello post 260 quando l antoniniano di gallieno diventa di rame , quindi e` molto facile che i sesterzi a questo punto non valessero piu` 1/8 di antoniniano ma che si fossero rivalutati e che magari valessero 10 antoniniani o 80 sesterzi di conto.

questo spiega la tesaurizzazione dei sesterzi perche` era il modo migliore di mettersi da parte qualcosa.

mi piacerebbe sapere cosa e` successo a tutto l argento


Inviato

su quanto scritto da @@grigioviola vorrei aggiungere che, sebbene i radiati imitativi e i bronzi fusi (conosciamo non solo sesterzi ma anche tanti assi tra cui alcuni di Caracalla, Plautilla, Julia Domna, settimio, di Macrino, etc, citati già dal Cohen) vanno probabilmente interpretati come monetazione d'emergenza, c'è una sostanziale particolarità che comunque ne traccia una netta distinzione e cioè la tecnica di produzione. Gli imitativi, seppure molto spesso simili a vere e proprie caricature, erano coniati con la conseguente necessità di disporre di un incisore per i conii, di addetti alla preparazione del tondello, di addetti alla coniazione, etc. dunque un processo produttivo del tutto simile a quello utilizzato dalle zecca a Roma.

Diverso il discorso dei fusi realizzabili, volendo, anche in ambito "familiare" ai piedi del focolare domestico.

Possiamo quindi ipotizzare due differenti livelli di necessità?

Provo a fare due ipotesi:

1) La difficoltà di far giungere nei lontani confini (ma parliamo comunque di insediamenti di una certa dimensione e già con una buona organizzazione interna) monete già coniate piuttosto che maestranze di buon livello per incidere coni di buona qualità per la produzione di moneta per gli scambi commerciali con le città vicine imponeva la gestione di una zecca locale con maestranze locali e metalli locali (?) = ne deriva la produzione dei radiati imitativi tanto cari a grigioviola :)

2) La difficoltà di far giungere nei lontani confini e, ancora peggio, nei piccoli villaggi rurali sparsi qua e la monete già coniate piuttosto che maestranze di buon livello per incidere coni di buona qualità imponeva la produzione autonoma di moneta per gli scambi commerciali con altri villaggi ma, probabilmente, un piccolo villaggio rurale non poteva permettersi di gestire una zecca locale articolata come quella sopra pertanto, quando necessario, ricorreva alla più semplice fusione.


Inviato

DE GREGE EPICURI

Ricollegandomi a quanto già detto da Grigioviola: i bronzi fusi chiamati poi "limesfalsa" sono stati studiati prima in Francia da de Lagoy e de la Saussaye, poi ad Aosta da M. Orlandoni ("Le monete romane imperiali Coulées en Gaule degli scavi di Aosta", RIN 1985) e infine, dopo ritrovamenti in gran quantità a Carnuntum e dintorni, da M.Pfisterer ("Die sogenannten Limesfalsa", pp. 645 e segg. nell'opera "Numismata Carnuntina. Forschungen und Material" ed. M.Alram e F.Schmidt-Dick, OAW, Vienna 2007). In realtà esistono bronzi fusi dal 1° secolo ai Severi , ma a Carnuntum sono rappresentati soprattutto questi ultimi. Ve ne mostro uno.

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Inviato

Si tratta dell'imitazione fusa del sesterzio di S.Severo ROMA, c 616 RIC 197. La moneta è molto sottile, con lacune di metallo; pesa solo 5,2 g. e misura 25 mm.

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Inviato (modificato)

questo e` un altro asse fuso della mia collezione

di claudio .

da notare il brufolo al diritto che era il foro per far uscire l aria dal conio.

anche da notare i conii disassati caratteristica delle monete ottenute per fusione.

per questo secondo me molte delle monete del ripostiglio non son falsi da fusione ma solo sesterzi consumati

comunque per me se questo ripostiglio e` stato costituito dopo il 260 allora non e` una cassa pagamenti ma e` un accumulazione di risparmi, non destinata ad essere rimessa in circolazione

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Modificato da rick2

Inviato

non nutrireri molti dubbi sul fatto che quel nucleo di monete individuate come fuse lo siano effettivamente... credo che chi ha fatto il censimento e la schedatura del ripostiglio, abbia esaminato il tutto molto attentamente.

non credo che si siano basati solo su una suggestione dimensionale (peso e diametro) per stabilire se si tratti o meno di sesterzi fusi, piuttosto credo abbia avuto un indiscusso peso un esame visivo attento.

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Inviato

boh , sarebbero da vedere dal vivo !

comunque son sempre piu` convinto che non e` una cassa per pagamenti , ma un accumulo di risparmi

se messo da parte dopo il 260 questi sesterzi eran monete che aumentavano di valore e mantenvano il loro valore contro l inflazione del tempo , se fosse stata una cassa per pagamenti sarebbero stati rinvenuti antoniniani di rame di gallieno.

poi la mia e` solo una teoria , ma vorrei anche sapere le vostre opinioni


Inviato

http://www.museobiassono.it/Catalogo/Cataloghi/Biassono/moneta.php?id=2230

questo e` un geta trovato nella sezione dei fusi , a me non pare fuso

stesso discorso per questo di severo alessandro

http://www.museobiassono.it/Catalogo/Cataloghi/Biassono/moneta.php?id=2237

comunque secondo me sarebbe meglio incanalare la discussione verso la situazione economica del tempo piu` che su possibili falsi da fusione.


Inviato

Tengo acceso il discordo,le motivazioni economiche sicuramente c'entrano in questo ripostiglio, però ricordiamo sempre alcuni aspetti,l'ultima moneta presente è il sesterzio di Valeriano per la Diva Mariniana, attribuito al 256 d.c.,quindi è effettivamente presumibile che l'interramento possa essere avvenuto più tra il 255 e il 260 che dopo.

D'altronde la composizione del ripostiglio indica una raccolta avvenuta in tempi brevi, le monete d'argento sono veramente trascurabili, Gallieno non è rappresentato.

Questo aspetto può essere importante per stabilire una datazione dell'occultamento ; inoltre ricordiamo che le monete tra Decio e Valeriano ( 249- 256 ) sono solo 12 e anche questo è da tenere presente.

E' possibile che sia da considerare l'aspetto di tesaurizzazione col ritiro del bronzo dalla circolazione rapportato all'argenteo antoniniano, dal potere di acquisto e dal cambio tra le due monetazioni.


Inviato

se questo e` un ripostiglio destinato a mantenere il valore allora l occoltamento potrebbe essere anche successivo

se io devo mettere via i miei risparmi lo faccio con materiale destinato a rivalutarsi nel tempo non con roba che si svaluta.

per esempio adesso in grecia stan mettendo via i 100-200 e 500 euro (i nostri sesterzi) assieme a qualche sterlina d oro (i nostri antoniniani d argento)

non stan mettendo via gli 1 e 2 euro (gli antoniniani di gallieno)

le monete d argento tutte di buon metallo il che per me e` ancora di piu` un indizio che il ripostiglio e` un accumulazione di valore e non una cassa per i pagamenti.


Inviato

Ciao,

avrei alcune considerazioni personali da porre al vaglio degli altri utenti.

1 ) le monete fuse (48 pezzi) possono indicare un'attività commerciale con ambienti a nord delle regioni alpine? Se è vero che queste erano "monete di necessità" e frequentemente utilizzate in ambienti dove il flusso monetale era ridotto (es. regioni di confine come quello renano), allora potrebbero venire da scambi mediati con queste aree? Dico ciò in attesa di conferme/smentite in tale senso, in quanto non sono a conoscenza di quante monete con queste caratteristiche siano circolate nell'area italica, anche se son portato a ritenere che qui il flusso monetale non fosse ridotto...

L'assenza di monete di Viminacium potrebbe essere viceversa indicativa di mancanza di commerci con quest'area. La zecca di Viminacium fu la prima ad essere aperta nell'area della Moesia Superiore probabilmente per ovviare a scarsità monetale in questa zona specie per il soldo delle truppe ed infatti ricalcava la monetazione latina con "tagli" costituiti da sesterzi, dupondi e assi e legende latine, probabilmente perchè più familiari alle soldatesche, anzichè seguire il sistema provinciale già presente nelle altre regioni del Basso Danubio (basato sull'assarion con legende greche).

In caso di scarsità monetale probabilmente si sarà ricorsi a "succedanei" come le "fuse" e i denari limes ma tenderei ad escludere quest'areale come zona di provenienza di quelli rinvenuti nel ripostiglio in quanto, appunto, mancano altre monete di origine danubiana.

D'altra parte in base alla collocazione geografica mi pare più verosimile un collegamento commerciale transalpino che non con la zona balcanica.

E uno scambio commerciale con l'area germanica avrebbe portato sicuramente con sè l'eco delle invasioni di Alemanni e Franchi del 256 (anno del sesterzio di Valeriano per Mariniana) in un ambiente già duramente scosso dalla perdita dell'imperatore Traiano Decio in battaglia (251) (intendendo con questa affermazione il vacillare del senso di invincibilità delle truppe di Roma e quindi apportando un clima di insicurezza) e da varie invasioni barbariche che tra poco copliranno anche il territorio italico.

2 ) scorrendo la pubblicazione

E.A.ARSLAN, Il ripostiglio di Biassono (MI), in Ripostigli Monetali Italiani. Documentazione dei Complessi (RMIDoc), voll.I-III, Milano 1995

e nel dettaglio scorrendo rapidamente le tavole ho notato un aspetto trascurato finora (perchè normalmente colpisce l'attenzione la vista di monete in buona conservazione) ovvero il fatto che la maggior parte dei sesterzi sono consumati, usurati ovvero estremamente circolati.

Ergo proporrei le seguenti considerazioni:

a ) se facciamo attenzione notiamo che i sesterzi più vecchi sono quelli più usurati. Normale? No, se l'accantonamento fosse avvenuto in un ampio arco di tempo progressivo allora sarebbero stati accantonati quelli migliori. Se dovreste accantonare monete, salvaguardereste quelle di maggior pregio e migliore stato di conservazione e lasciareste in circolazione quelle più consunte, non trovate?

Questo avvalora a mio parere l'affermazione letta in un post sull'ipotesi che pur coprendo un ampio spettro temporale in realtà l'accantonamento sia stato limitato nel tempo.

b ) il fatto che siano stati raccolti seppure spesso in condizioni di conservazione basso potrebbe avere varie possibili spiegazioni:

- il sesterzio aveva comunque, agli albori dell'antoniano di bronzo, un buon valore probabilmente superiore a quello di quest'ultimo (praticamente quanto proposto da Rick)?

- il valore non stava tanto nel sesterzio in quanto tale quanto nel peso ponderale in bronzo dello stesso? Il peso di un sesterzio è di molte volte multiplo di un AE antoniano del III secolo...

- forse erano stati accantonati sesterzi perchè più appetibili in termine di peso, familiari ed "attraenti" ad un cittadino romano rispetto agli AE antoniani imposti?

- oppure semplicemente nella metà del III secolo nel flusso monetale circolante vi erano ancora molti sesterzi circolanti attribuibili ad imperatori precedenti.

Quello che mi pare strano è la scarsa incidenza degli AR antoniniani. Che però forse erano tesaurizzati in nella vera "cassaforte" contenente il "tesoro" familiare del ricco proprietario, assieme a monete di maggior pregio.

Spero di avervi fornito qualche altro spunto di discussione e di riflessione.

Ciao

Illyricum

:)

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Inviato

io credo che alcuni punti di quanto esposto da illyricum potrebbero essere chiariti il giorno del convegno da

Fabien Pilon, che vedo presente nel programma! di Pilon ho letto diversi articoli interessantissimi in merito alla monetazione radiata gallica (non per niente il suo intervento andrà a parare proprio lì!). credo che lui, da esperto di moneta di necessità e/o imitativa, possa chiarire qualcosa su questo nucleo di sesterzi fusi.

il fatto, sottolineato da illyricum, che nel deposito ci siano per considerevole parte, monete in cattivo stato di circolazione, fa davvero supporre che si tratti di un accantonamento d'emergenza.

emergenza per cosa?

per una situazione contingente strettamente legata al luogo (fabbrica, azienda, fattoria, villa...) oppure legata alla situazione politico economica del periodo e dell'area in questione?

mi sembra di capire che non siano molte le evidenze archeologiche, per ora, disponibili riguardo al sito. conoscere cosa c'era nel luogo del ripostiglio, potrebbe chiarire qualcosa di più.

andando in controtendenza (e non ritenendo la cosa del tutto plausibile) non potrebbe trattarsi di un interramento fatto in un arco temporale lungo da qualcuno che "faceva la cresta" agli incassi e metteva da parte uno-due sesterzi per pagamento?

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Inviato

Le considerazioni di Illyricum e Grigioviola arricchiscono sicuramente la discussione e pongono altri punti su cui riflettere .

Sulla presenza di monete fuse di origine probabilmente renane e dall'assenza di monete invece orientali, balcaniche ( Viminacium ....)in effetti probabilmente è dovuta a commerci e circolante con quelle zone piuttosto che con le altre.

Intrigante la possibilità accennata di un doppio ripostiglio, il secondo magari con antoniniani dei quali c'è una minima presenza in quello di Biassono.

Bisogna vedere se tutto questo è dovuto ai cambiamenti monetari in atto e dai concambi conseguenti,certamente se ci fu occultamento anche di antoniniani questi forse furono ritirati e trovati ai tempi.

Sul fatto che magari ci fosse un occultamento nel tempo di qualcuno con uno o due sesterzi alla volta questo presuppone un lunga tempistica di occultamento ,mentre risulterebbero tempi brevi e visto il patrimonio molto consistente di certo era fatto da una persona che aveva in mano queste risorse ingenti.

Di certo il sito doveva essere importante e denota molta ricchezza e importanza da parte degli abitanti della villa,poi bisognerebbe capire meglio se era solo una villa con gli abitanti della stessa o magari la sede di una comunità o altro ancora.

La qualità dei pochi materiali rilevati, tipo lastre di marmo pregiate, ceramica di pregio, tubazioni termali denota il livello alto di tenore del sito.

Non avevo mai scritto in questa sezione devo dire,però vedo che mi sto riprendendo alla grande :blum: ,d'altronde questi eventi servono anche per un accrescimento personale delle conoscenze, alla fine lo scopo è questo.


Inviato

il bello della numismatica, o meglio, di un forum di numismatica che raggruppa più persone con passioni e conoscenze differenti, è proprio questo: permettere incursioni, scorribande e arricchimenti in settori che diversamente magari non si approfondirebbero!

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Inviato (modificato)

la tesi proposta da illirycum sulle monete di area germanica e sugli scambi non mi convince molto , nel senso che se ci fosse stato interscambio con la germania o con la gallia dovremmo avere piu` monete di postumo (questo se accettiamo la tesi da me proposta che il ripostiglio e stato messo da parte dopo il 260) che manteneva ancora coniazioni di buono standard

piu` intrigante invece e` la mancanza di monete di viminacium (ci penso un po su qui)

per quanto riguarda la situazione di necessita` vorrei ricordare che Claudio II sconfisse gli alamanni nel 268 a sud del lago di garda.

http://it.wikipedia....audio_il_Gotico

faccio anche una digressione perche` le grotte di catullo a sirmione , la villa romana piu` grande del nord italia vengono distrutte in questo periodo , nella meta del III secolo

che sian correlati i 2 eventi ?

http://it.wikipedia....otte_di_Catullo

Modificato da rick2

Inviato

A me questo ripostiglio fa tanto pensare a quella giara di Pompei trovata al suo posto nel thermopolium, piena di assi e sesterzi, che erano semplicemente gli incassi della giornata.


Inviato

c'è modo di avere un report più o meno dettagliato di questa giara? giusto per capire numericamente l'incasso di un thermopolium a quanto ammontava...

c'è poi da dire che l'entità del ripostiglio va anche rapportata al sito... quello che potrebbe essere un incasso ordinario per un luogo commerciale in un grande centro, può invece diventare una cassa davvero ingente per un sito più modesto!

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Inviato (modificato)

A me questo ripostiglio fa tanto pensare a quella giara di Pompei trovata al suo posto nel thermopolium, piena di assi e sesterzi, che erano semplicemente gli incassi della giornata.

sei in 2 contesti completamente diversi

nel 79 gli assi e i sesterzi servivano ancora come divisioni dei denarii , nel 256-268 non piu`

e` questo che rende il ripostiglio interessante

Modificato da rick2

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