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Carissimi amici, oggi ho avuto un’idea che desidero mettere in atto; apro una discussione del tipo “Rubrica” nella quale ognuno di noi potrebbe inserire informazioni, notizie, novità, documenti e qualsivoglia comunicato poco noto, poco conosciuto o semplici curiosità, in maniera tale da formare un contenitore nel quale nel corso del tempo ed in qualsiasi momento ognuno potrebbe attingere, facendo magari anche riferimento al numero dell’intervento che potrebbe interessare; ritengo questo un buon lavoro, da lasciare anche alle future generazioni.

Spero che vi piaccia e faccio subito degli esempi:

Enrico Catemario di Quadri ebbe l’incarico della revisione dei Vol. XVIII, XIX e XX del Corpus Nummorum Italicorum, incarico adempiuto con la massima competenza e scrupolosità:

a) nel Vol. XVII riguardante le zecche minori dell’Italia Meridionale Continentale sono descritte 224 (duecentoventiquattro) monete della Collezione Catemario;

b) nel Vol. XIX riguardante Napoli, dal Ducato Napoletano a Carlo V sono riportate 136 (centotrentasei) monete della Collezione;

c) nel XX Vol. che tratta delle monete Napoletane das Filippo II alla chiusura della Zecca sono descritte 244 (duecentoquarantaquattro) monete della Collezione.

Totale 604 (Seicentoquattro) monete descritte.

Nella sua abitazione di Caserta, ai visitatori soleva regalare un esemplare della Medaglia della Ferrovia di Caserta, dei quali ne possedeva un certo numero.

BCNN Anno XXXII - gennaio/dicembre 1947; BCNN Anno XXXIII – gennaio/dicembre 1948.

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Le abbreviature nelle legende sulle monete furono create per ragioni di spazio…..ma come possono suddividersi ?

a) abbreviature per segni generali (cioè che solo la parola è stata abbreviata);

b) abbreviature per segni speciali (cioè vengono indicati con precisione le lettere o sillabe mancanti nella parola);

Le abbreviature per segni generali possono verificarsi per:

1) troncamento;

2) contrazione;

Le abbreviature per segni speciali si verificano per:

1) segni con significato proprio;

2) segni con significato relativo;

3) letterine sovrapposte.

BCNN Anno XXXII - gennaio/dicembre 1947; BCNN Anno XXXIII – gennaio/dicembre 1948.

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Molti studiosi e collezionisti moderni non amano ricercare varianti di punteggiatura e abbreviazioni nelle legende nella monetazione di Napoli e di Sicilia in quanto di tali particolarità abbiamo un campionario abbastanza vasto; ci si dedica quindi ad una nuova forma di collezionismo rappresentata soprattutto da curiosità numismatiche e da errori di punzonatura, argomento quest’ultimo affrontato da uno studio di G. Ruotolo il quale ne redige addirittura una tabella.

Il motivo di questi errori, spesso sconosciuto, consiste nella maggior parte dei casi in inversioni di caratteri e/o numeri o dalla mancanza delle stesse ed andrebbero considerati come sviste da parte degli incisori che durante le operazioni di punzonatura dei caratteri e dei numeri non sempre prestarono la dovuta attenzione (data la scarsa tecnologia, infatti, non era cosa difficile scambiare per sbaglio lettere e numeri di forme simili tra loro).

E’ per esempio il caso delle lettere A capovolte utilizzate al posto della V e delle N speculari presenti nelle legende di alcuni nominali in oro da 6, 4 e 2 ducati di Ferdinasndo IV di Borbone, oppure la C al posto della G ecc. ecc. ai quali poi si aggiungono refusi e disattenzioni come GRTIA e GRAITA e REGN anziché REGNI.

P.N. 265 – settembre 2011 “Monete Napoletane inedite o poco note da Filippo III di Spagna a Ferdinando III di Borbone” a cura di Francesco Di Rauso.

Modificato da peter1
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Nella notte del 23 dicembre 1798 partiva da Napoli la nave “Vanguard” che portava il re Ferdinando IV e la sua famiglia, a Palermo; fu un viaggio orribile tanto che il principino Carlo Alberto morì durante la traversata; la mattina del 26 dicembre la nave arrivò a Palermo e il giorno 23 gennaio 1799 veniva proclamata la Repubblica Napoletana.

La marina napoletana e quella inglese collaborarono alla riconquista del regno e alla restaurazione del re a Napoli; già nel marzo 1799 una squadra sotto il comando di Sir Thomas Troubridge, inviato da Nelson, venne a bloccare le acque di Napoli e al principio di aprile Procida e le prossime isole erano sotto il dominio del Re.

Alle marine inglesi e siciliane si deve l’occupazione di Castellammare, Salerno, Vietri, Cava, Pagani e Nocera.

Il 24 giugno 1799 Nelson arrivò nelle acque di Napoli con i suoi vascelli; Castelnuovo e Castello dell’Ovo, che già si erano arresi, furono occupati da numerosi marinai mentre Sant’Elmo era assediato da inglesi, portoghesi, russi e napoletani.

Ferdinando IV, il 3 luglio, su una nave napoletana, la “Sirena”, partì da Palermo verso Napoli; entrò nel golfo di Napoli il 10 luglio.

Il Re, dopo qualche ora, lasciò la “Sirena” portandosi sulla nave di Nelson il “Foudroyant”, dove si trattenne per varie settimane; Sant’Elmo si arrese e le chiavi del Castello furono portate al Re; così la capitale era interamente tornata sotto il legittimo sovrano; il 4 agosto il Re partì da Napoli e l’8 arrivò a Palermo.

Ferdinando IV, per dimostrare la sua riconoscenza alle milizie napoletane, per quanto avevano operato a vantaggio della su a restaurazione nel trono di Napoli, ordinò la coniazione di una Medaglia; questa medaglia è illustrata nell’opera del Ricciardi al n. 58 con il titolo:

Per le Milizie del Cardinale Ruffo.

BCNN Anno LIII – gennaio/dicembre 1968.

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Il 16 gennaio del 1683 il nuovo vicerè a Napoli, Gaspar de Haro marchese del Carpio si dimostrò un uomo fermamente convinto a risolvere definitivamente il problema della tosatura e della cattiva moneta, infatti negli anni precedenti l’uso del bilanciere venne continuamente messo in discussione per via della lentezza delle operazioni e delle difficoltà tecniche affrontate dagli inesperti dipendenti della zecca durante le prime coniazioni.

Il de Haro dette ordine di riunire nella chiesa napoletana del Carmine una giunta di esperti composta da alti funzionari, un deputato per ciascun banco napoletano, 4 rappresentanti della città e un rappresentante del popolo.

Alla giunta venne ordinato di riunirsi ogni lunedì e venerdì (anche se tali giorni fossero coincisi con le festività) e di arrivare ad una decisione unanime, senza però aggravare ulteriormente il popolo minuto con nuove tasse.

Il 17 luglio del 1683 il vicerè approvò una Prammatica nella quale venne stabilito che le nuove monete d’argento coniate al bilanciere fossero di una lega di 11/12 di fino e i fondi necessari per affrontare tale riforma dovevano provenire da nuove tassazioni, quali: una tassa di 15 grana su ogni tomolo di sale ed una trattenuta di un’annata delle entrate feudali possedute nel Regno dagli stranieri; per il reperimento del metallo necessario alla nuova coniazione, venne ordinato che tutti i privati e gli ecclesiastici consegnassero (non gratuitamente) quanto più argento possibile.

Numerosi aderirono a questa raccolta e i risultati furono soddisfacenti; durante i quattro anni di governo del marchese del carpio vennero coniate complessivamente (tra Ducati, Mezzi Ducati, Tarì e Carlini) 352.388 libbre d’argento per un totale di 5.604.309 di Ducati Napoletani.

Questi numeri spiegherebbero la relativa abbondanza sul mercato numismatico di alcune tipologie e millesimi delle monete napoletane di questo periodo.

C.N. Anno XXII - luglio/agosto 2010 “ Le monete Napoletane di Carlo II” a cura di Francesco Di Rauso.

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Per le Milizie del Cardinale Ruffo.

La medaglia citata mi farebbe venire in mente più l'Esercito della Santa Fede che l'aiuto delle milizie napoletane in senso lato. L'esercito citato, infatti, creato dal cardinale Fabrizio Ruffo si componeva per lo più da schiere di contadini volontariamente arruolatisi per cacciare i francesi dal Regno di Napoli e di ristabilire la monarchia.

Per approfondimenti vi invito simpaticamente ad ascoltare dal web l'inno dei sanfedisti di cui cito il ritornello....

Sona sona

sona Carmagnola

sona li cunsiglia

viva 'o rre cu la Famiglia.

E' curioso veder citata la carmagnola: un canto popolare divenuto abbastanza famoso in Francia durante alla fine del 1700.

Modificato da Layer1986
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Il Medagliere del Real museo mineralogico di Napoli è costituito da una collezione di circa cinquanta Medaglie di varie dimensioni realizzate utilizzando la lava fluida emessa dal Vesuvio nelle sue frequenti eruzioni o prelevata dal lago di lava presente nel cratere sino a circa il 1944; tra i diversi pezzi facenti parte del Medagliere, spiccano per interesse le Medaglie prodotte con le lave del 1804 e del 805 in onore di Ferdinando IV e Maria Carolina, riportanti le iniziali dei Sovrani e le loro effigi, vari esemplari realizzati con la lava del 1819 da Nicola Filomarino duca della Torre, studioso e cultore di discipline vulcanologiche, un pezzo del 1847 raffigurante Prometeo, la Medaglia creata con la lava del 1859 in onore di Napoleone III per festeggiare la vittoria di Magenta e il rientro a Napoli dell’ambasciatore francese, un esemplare prodotto in onore di Vittorio Emanuele III e altri pezzi realizzati con le lave del 1929 e del 1933; all Medaglie elencate si aggiungono alcune Targhe in lava prodotte nel 1809 in onore di Gioacchino Murat.

Il Real Museo Mineralogico ha sede nella prestigiosa Biblioteca del Collegio massimo dei gesuiti; la sua superficie espositiva, di circa 800 mq, comprende il salone monumentale e le sale dedicate ad Arcangelo Scacchi, in cui trova collocazione il Medagliere e Antonio Parancandola.

La visita del Museo consente di compiere un percorso che vede scienza, arte e storia intersecarsi vicendevolmente. Il patrimonio museale è composto da libri e documenti risalenti al XVII Sec., da oltre ventimila campioni di minerali e rocce, suddivisi in otto collezioni, tra le quali si annovera il Medagliere, e da antichi strumenti utilizzati per il loro studio.

Istituito nella primavera del 1801 da Ferdinando IV, il Museo fu un importante centro di ricerca scientifica volta alla valorizzazione delle risorse minerarie del Regno di Napoli.

L’Istituzione è stata sede di prestigiosi eventi culturali; tra questi, merita di essere ricordato il Congresso degli scienziati inaugurato il 20 settembre 1845 alla presenza di Ferdinando II; fu un avvenimento di notevole rilevanza, al quale parteciparono ben 1611 scienziati, di cui 851 del Regno delle Due Sicilie, che segnò una tappa fondamentale nella storia delle scienze, collocando Napoli al centro dell’attenzione della comunità scientifica mondiale.

Fascicolo a cura di Giuseppe Ruotolo “Tarì” in Monete Antiche n. 58 luglio/agosto 2011.

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I primi Carlini, detti anche Saluti sia monete d'oro che d'argento furono emessi nel 1278 da Carlo I d’Angiò re di Napoli e di Sicilia riportanti al dritto la scena dell’annunciazione con il motto tratto dal Vangelo di San Luca “AVE GRATIA PLENA DOMINUS TECUM “ ave, o piena di grazia, il Signore è con te; il re volle che le sue nuove monete d’oro e d’argento con le loro metà, chiamate anche Saluto e Mezzo Saluto, coniate nella zecca d Napoli, fossero battute in modo che il dritto ed il rovescio, ruotando la moneta, risultassero paralleli, ossia con un rapporto a 0°; mentre il bravissimo Incisore, il brindisino Giovanni Fortino, aveva presentato al re le prime foto delle monete con un rapporto a 180°, ossia con faccia capovolta rispetto all’altra. Carlo, che aveva seguito personalmente l’emissione dei Carlini, dimostrando per quel tempo una rara conoscenza della moneta fece correggere le lettere delle legende che apparivano poco chiare: “ Non sunt clare et distinte legibilis ut deberent” scrisse e lamentò il fatto che non ci fosse un rapporto regolare tra il diritto e il rovescio, anche se questa era la norma nel Medioevo. In omaggio alle figure divine, contrariamente alla consuetudine che vuole al dritto delle monete l’impronta che rappresenta l’autorità emittente, il ritratto o lo stemma del principe, Carlo volle che sui suoi Carlini ad avere la precedenza su quella dello scudo con il suo nome, fosse la “admirable” scena dell’ Annunciazione. Questo emerge chiaramente dalle sue disposizioni circa la posizione del diritto e rovescio: “ Quod caput ipsius scuti captibus ymaginum Beate Virginia et Angeli parte alteris positis et punta sempre eiusdem scutis pedibus eorundem ymaginm eguali ordine responderent”.

Traina - CN 216 del mese di Marzo 2009.

Saluto d’oro, Asta Nac 35 del 2/3 dicembre 2006 lotto 151 - P.R. 1

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Saluto d’argento, Asta Nac 35 del 2/3 dicembre 2006 lotto 152 - P.R. 2

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Carissimi amici, oggi ho avuto un’idea che desidero mettere in atto; apro una discussione del tipo “Rubrica” nella quale ognuno di noi potrebbe inserire informazioni, notizie, novità, documenti e qualsivoglia comunicato poco noto, poco conosciuto o semplici curiosità, in maniera tale da formare un contenitore nel quale nel corso del tempo ed in qualsiasi momento ognuno potrebbe attingere, facendo magari anche riferimento al numero dell’intervento che potrebbe interessare; ritengo questo un buon lavoro, da lasciare anche alle future generazioni.

Spero che vi piaccia e faccio subito degli esempi:

Enrico Catemario di Quadri ebbe l’incarico della revisione dei Vol. XVIII, XIX e XX del Corpus Nummorum Italicorum, incarico adempiuto con la massima competenza e scrupolosità:

a) nel Vol. XVII riguardante le zecche minori dell’Italia Meridionale Continentale sono descritte 224 (duecentoventiquattro) monete della Collezione Catemario;

b) nel Vol. XIX riguardante Napoli, dal Ducato Napoletano a Carlo V sono riportate 136 (centotrentasei) monete della Collezione;

c) nel XX Vol. che tratta delle monete Napoletane das Filippo II alla chiusura della Zecca sono descritte 244 (duecentoquarantaquattro) monete della Collezione.

Totale 604 (Seicentoquattro) monete descritte.

Nella sua abitazione di Caserta, ai visitatori soleva regalare un esemplare della Medaglia della Ferrovia di Caserta, dei quali ne possedeva un certo numero.

BCNN Anno XXXII - gennaio/dicembre 1947; BCNN Anno XXXIII – gennaio/dicembre 1948.

Molto interessante Peter. Conoscevo, per fama questa collezione. Mi piacerebbe sapere però se venne venduta al Re , oppure sul mercato , in tutto o in parte. Ci fu diversi anni un'importante collezione di monete meridionali (una delle piu importanti passate negli ultimi 20 anni) esitata dalla Spink Taisei in due successive vendite, era per caso la Catemario . Anche la NAC mose in vendita in tempi relativamente piu recenti una magnifica collezione di monete meridionali , magari era invece quella la Catemario ?


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Ciao Numa,

non ho notizie "certe" e "documentate" al riguardo, se venne venduta al Re non mi è noto, certamente credo che Auction 52 " Parte 2^ " del 26 e 27 Ottobre - Zurigo 1994, della SPINK TAISEI abbia contenuto la collezione "Catemario" ma credo non tutta........che sia stata venduta in più tappe è la notizia che ho !! forse anche la NAC 35 del 2-3 dicembre 2006 ? chissà ;)

Comunque la SpinK Taisei (di cui possiedo anche il catologo, ma con foto all'epoca b/n) mi sembra la più accreditata, lì c'erano delle monete di altissima conservazione con la presenza di pezzi Rarissimi.

Questo è quello che conosco !!

Ciao

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se Catemario è morto nel 1947 (e anche Vittorio Emanuele III un paio di mesi dopo) mi sa che la sua collezione sia stata assorbita da quella reale, in più mi pare che 50 anni tra la morta del collezionista e l'asta per disperdere la sua collezione siano abbastanza numerosi... mi sa che la chiave di volta la si deve cercare in qualche asta anni 50-60.

Con la mia ipotesi si può anche aprire lo scenario che gli acquirenti di varie parti della collezione Catemario abbiano poi messo in vendita sulla SPINK e sulla NAC. Tornando alla realtà invece credo proprio che la coll. Catemario sia stata dispersa col tempo.

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Inviato

Nel periodo 1621 – 1622 per supplire al grande bisogno di battere moneta, in zecca erano deputati due “mastri de’ cugni” Giovanni Antonio Consolo e Francesco Festinese;

in un documento dell’11 febbraio del 1622 gli si chiedeva, da parte del luogotenente della Regia Camera di Sommaria, il Marchese di San Giuliano, quanti lavoranti avevano mantenuto al giorno, per le lavorazioni:

la risposta fu in totale 110 (centodieci), così suddivisi:

Il Consolo ne mantenne ogni giorno 60 (40 per l’argento e 20 per il rame);

Il Festinese anch’egli ogni giorno 50 (26 per l’argento e 24 per il rame).

BCNN Serie I n. 1 – luglio 1916.


Inviato

Ciao Numa,

non ho notizie "certe" e "documentate" al riguardo, se venne venduta al Re non mi è noto, certamente credo che Auction 52 " Parte 2^ " del 26 e 27 Ottobre - Zurigo 1994, della SPINK TAISEI abbia contenuto la collezione "Catemario" ma credo non tutta........che sia stata venduta in più tappe è la notizia che ho !! forse anche la NAC 35 del 2-3 dicembre 2006 ? chissà ;)

Comunque la SpinK Taisei (di cui possiedo anche il catologo, ma con foto all'epoca b/n) mi sembra la più accreditata, lì c'erano delle monete di altissima conservazione con la presenza di pezzi Rarissimi.

Questo è quello che conosco !!

Ciao

grazie Peter, molto gentile


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Nel novembre del 1500, per effetto del trattato segreto di Granata, Luigi XII di Francia e lo spagnolo Ferdinando il Cattolico avevano convenuto di dividersi il trono di Napoli, su cui regnava Federico d’Aragona: a Luigi sarebbero toccate Napoli, Gaeta, la Terra di Lavoro e gli Abruzzi, con il titolo di “re di Napoli e Gerusalemme”, a Ferdinando già padrone della Sicilia, la Puglia e la Calabria, con il titolo ducale.

I due alleati ebbero presto ragione delle deboli forze di Federico ma, venuti a diverbio per l’assegnazione della Capitanata, divennero nemici; la guerra fu dichiarata nell’agosto del 1502, ma ebbe effettivamente inizio alla fine del 1502, concludendosi con la vittoria degli Spagnoli, che divennero padroni dell’intero Reame dopo che Consalvo di Cordova, Capitano Generale, ebbe occupato Napoli il 4 maggio del 1503; il Carlino (P.R. 4), coniato dopo la rottura con Ferdinando il Cattolico, è il documento metallico che il re francese, venuto meno l’accordo con lo Spagnolo, non si limitò a denominarsi “re di Napoli”, così come aveva fatto nel precedente e ben noto Carlino (P.R.3), ma assunse il titolo di Sicilia e di Gerusalemme, estendendo le sue pretese a tutto il Regno.

P.R. 3 >

D/ giglio LVDO: FRAN: R GNIQ’NEAP°R;

R/ giglio EXVLTENT° ET° IME° LETENTVR°ONS;

Essendo particolarmente Rarissimo non si dispone di una foto:

P.R. 4 >

D/ giglio + LVDOVIC : D° G° R° FRAC° S° H;

R/ giglio EXVLTENT° ET° IME° LETENTVR°ONS;

Asta Nac 53 del 7 novembre 2009 lotto 126 – P.R.3

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Modificato da peter1

  • 9 anni dopo...
Inviato

L'oncia del 1750 coniata a Palermo a nome di Carlo di Borbone è decisamente curiosa. La peculiarità sta nella legenda del D/ dove si legge CAROLVS D G SIC ET HIS REX, che significa 'Carlo per grazia di Dio re di Sicilia e di Spagna' al posto di HIE REX, ossia 're di Gerusalemme'.

L'aspetto bizzarro è che Carlo nel 1750 non era (ancora) re di Spagna, bensì re di Napoli e di Sicilia. Solo nel 1759 ascese al trono spagnolo lasciando le due corone al figlio Ferdinando e portando con sè a Madrid il secondogenito maschio Carlo, poiché il primogenito Filippo fu dichiarato "demente".

Per una S al posto di una E si è commesso un grave errore nella titolatura del sovrano e ha fatto sì che la moneta divenisse di esimia rarità.

Ma forse lo zecchiere aveva doti divinatorie...

L'esemplare che posto proviene dall'asta Nomisma n. 54 del 30 e 31 agosto 2016, lotto1640, aggiudicato a 12000 €. Così il compilatore del catalogo la descrive: 

PALERMO Carlo di Borbone (1734-1759) Oncia 1750 – MIR 566 (indicato R/5, senza valutazione) AU (g 4,42) RRRRR Ex collezione Spahr. Moneta di estrema rarità tanto che, come si legge nel MIR, potrebbe trattarsi di una prova.

Grading/Stato: SPL

Aggiungo l'interessante scheda, con relativa nota, del volume Attardi-Gaudenzi, Le monete italiane dal 1700 all'Unità d'Italia - Regno di Sicilia. Siracusa - Palermo. 1734-1759. Seconda parte.

La nota degli autori del catalogo andrebbe aggiornata aggiungendo l'ulteriore passaggio in asta della Nomisma del 2016.

 

54-1640D.jpg

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