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Napoleone e famiglia


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Si parla tanto delle monete di Napoleone, quasi gli stessi fiumi di parole sul cognato Gioacchino e poco o nulla dei fratelli.

Non valevano certo Napoleone ma comunque li ha piazzati tutti; Giuseppe in Spagna, Gerolamo in Germania, Luigi in Olanda e la sorella Elisa a tra Firenze e Lucca. Luciano, che era quello tra tutti con più qualità e capacità si tenne per quanto possibile lontano da regni e politica; infine per osmosi il cognato Murat che si associa a Napoleone nella legenda delle monete.

Napoleone ha con la sua effige in Francia partendo da una testa nuda arrotondata (Brenet) ed un filino goffa ad un ritratto laureato neoclassico di notevole impatto (Tiolier). In Italia le monete del regno d'Italia opera del Manfredini e del Salvirch le conosciamo tutti, oro e argento statiche, e qualche variazione sul tema per il rame - a seguito della defenestrazione del Manfredini, cui vanno aggiunti i progetti . Il Germania di Napoleone si conosce un solo ritratto, coniato nel Baden per la confederazione del Reno 4 o 5 pezzi conosciuti ed uno solo in collezione privata, venduto da Harald Moller collezione Boetcher. A mente non ricordo altri ritratti di Napoelone.

Giuseppe Napoleone ha avuto modo di impressionare tondelli a sua immagine prima a Napoli e poi in Sapgna dal 1808; stilisticamente sonof orse le monete meno piacevoli di tutto il periodo, non era amato in Spagna, un usurpatore che però aveva abolito l'inquisizione. Le monete sono di poco rilievo artistico e di basso conio; rapidamente soggette all'usura e non molto curate nel particolare. Si hanno un paio di evoluzioni nell'impronta dell'effige ma sostanzialmente non cambia molto nei 5 anni di imposizione francese.

Gerolamo Napoleone al contrario ha fatto monete, a piede decimale, di qualità; ne ha coniate alcune a Parigi, altre a Clausthal ma sempre di qualità, ed anche per il piede gemanico, sebbene di minor pregio artistico rimangono delle monete piacevoli. Ha utilizzato più nominali tra i due sitemi ed alla fine un po di confusione numismatica c'è, non sempre si intuisce di primo acchito incisore, zecca, direttore e valore !

Luigi Napoleone è il mio preferito per le monete e per i riconi, già perchè qui la ocnfusione regna sovrana più del sovrano, tra il 5 giugno 1806 ed il 13 dicembre 1810 data in cui il fratello famoso lo rimuove ed annette l'Olanda direttamente all'Impero Francese, riesce a far battere più progetti e prove di Vittorio Emanuele III da noi ! Non si ferma davanti a nulla, nominali, metalli, spessori, sempre cadiuvato dal fido George che ci mette del suo, firmando a volte si ed a volte no i conii. Accade così che è una delle monetazioni più ricercate e varie, dove anche le emissioni regolari sempra di prova ed alcune prove son così comuni da essere circolante.

Le sorelle si sono accasate con ufficiali e principi, Carolina condivide il suo destino dal 1800 con Gioacchino Murat (Napoleone). Su Murat sono stati scritti libri, saggi, opere; migliaia e migliaia di pagine che sarebbe presuntuoso citare. Era un "casinista" come si direbbe oggi, uno sparigliatore di carte profesisonista, con una propria etica che era l'unica eccezione rigorosa in una visione del mondo guascona. Figlio di un albergatore a studiò dai preti dove fu cacciato per rissa, si dice anche per tentato omicidio m ane dubito. Si arruola nell'esercito e fa carriera dalla gavetta; un po come se MArchionne avesse iniziato la sua carriera in FIAT cambiando l'olio alla 126. Fece una carriera fulminate, non aveva paura di niente e di nessuno ! Prima con Luigi XVI e poi con la Rivoluzione; prima Duca di Berg e Cleve e poi Re del Regno delle Due Sicilie, invitto e sfortunato perde la vita a Pizzo Calabro nel 1815 comandando egli stesso il plotone della sua esecuzione e ordinando di mirare e bene al cuore. Le monete sono sgraziate nelle emissioni tedesche, ma l'abile mano del Rega rende a Gioacchino tutto il suo fascino.

Paolina, o Maria Paola sposa in prima battuta un ufficiale cui rimane vedova e nel 1802. su precisa volontà di Napoleone il Principe Camillo Borghese, nessuna moneta, in compenso la sua bellezza resterà per sempre nella celeberrima statua del Canova.

Elisa e Felice, si sposano per amore e contro la volontà di Napolene nel 1797, passarono la loro breve esistenza assieme; fece ogni miglior sforzo per amministrare le terre che gli furono conferite da Napoloene. Passo tra Lucca e Firenze i suoi anni da principessi e tra Bologna e Trieste quelli da esule. Si spense per prima tra i Buonaparte nell'agosto del 1820. Coniò moneta per Lucca in argento e rame, con i busto accollati suoi e del consorte, unica emissione di tutto il periodo napoleonico.

Maria Luigia ... bhe di lei non parlo, proprio non mi è storicamente simpatica sebbene abbia fatto grandi, grandissime cose a Parma, ma con Napy non si è comportata bene.

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Ed ora postiamo qualche moneta tanto per farci un'idea ci come erano questi signori e quanto abili erano gli incisori italiani, francesi, tedeschi e ... spagnoli agli inizi del XIX secolo.

Mi sembra omaggio dovuto iniziare da Napoleone per la Francia con la prima emissione in oro 40 franchi anno XI

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Aggiungo un paio di note, veloci su come leggere questa moneta, forse c'è ancora chi non le conosce.

In primo luogo non si parla di Napoleon, l'idea gli venne poco dopo con la necessità di far accettare quanto più possibile ai francesi la sua francesizzazione a discapito delle origini italo-corse. Già qui ci perdiamo una U, quel BUON è poco francese, anzi non lo è proprio ed allora, colpo di magia wuuuff la U non c'è più.

La testa è nuda, effettivamente sarebbe a capo di un Consolato che prevede dei consoli ed i Consoli non si cingevano il capo di alloro. Opera di Tiolier che firma il conio in corsivo.

Al rovescio RE'PUBLIQUE FRANCAISE (punto), insomma non si discute che sia una repubblica con il suo console, e dato che si rifaceva alla romanità avrebbe dovuto proseguire con il tipo ad Hercules, ma era anche un pochino egocentrico e ... così non lo vedeva nessuno se non ci metteva il suo profilo. Il valore è nella corona di alloro, quella non manca mai, quercia ed alloro con bacche si specano nel simbolismo imperiale francese. In basso nel giro il galletto (quello della nazionale di calcio per intenderci) è il simbolo del direttore di zecca - Charles Pierre De L'Espine dal 5 settembre del 1797 al 1820. mentre a destra la lettere che identifica la zecca, A per Parigi (la A è usata anche sulla monetazione austriaca per Vienna). La parte che non vediamo è il taglio della moneta, dove in incuso troneggia un * DIEU PROTEGE LA FRANCE, che dovrebbe essere lo stesso DIEU che gli ideali della rivoluzione francese avevano negato con le spogliazioni - giuste o ingiuste che fossero dei beni della Chiesa non è certo questo il sito per parlarne.

Diciamo che è una moneta di transizione, per un Console che vuole fare il Re e per una Repubblica con mire imperiali (chissà perchè questo è a volte un vizio ben più radicato nelle republbiche dei giorni nostri di quanto non lo fosse nei regni dell'800). Il tipo rimase in vigore per un paio d'anni Anno XI e !2 e poi il generale ruppe gli indugi ed assunse l'Imperio

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Le emissioni napoleoniche hanno sempre il loro fascino. Tu che sei un esperto tematico, hai avuto modo di appurare in quante zecche - italiane ed europee - sono avvenute coniazioni napoleoniche?


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Le emissioni napoleoniche hanno sempre il loro fascino. Tu che sei un esperto tematico, hai avuto modo di appurare in quante zecche - italiane ed europee - sono avvenute coniazioni napoleoniche?

Tutte ? tutte tutte ci va un libro ! Napoloene ha coniato in - vado a memoera - Italia (regno e Impero e stati satellite), Francia (Impero), Olanda (regno e Impero), Svizzera (Repubblica Cantonale federativa), Spagna (regno e occupazione), Germania (Confederazione del Reno e Berg), Polonia (Stato satellite), Dalmazia (Zara e Cattaro).

Italia: Milano, Bologna, Venezia, Mantova, Roma, Genova, Torino, Napoli, Firenze, sarebbero da aggiungere come napoleonidi le zecche minori della repubblica Romana, Ancona, Macerata, Camerino, Ronciglione, Civitavecchia, Foligno, Fermo, Perugia etc.

Spagna: Madrid, Seviglia, e Barcellona (le monete ossidionali sono battute da Ferdinando VII - quindi Lerida, Mallorca, Tarragona, Gerona etc, rientrano nel periodo ma non nelle emissioni napoleoniche).

Olanda ci sarebbero le zecche della Repubblica Batava, che non sono poche nel periodo di occupazione francese, Traiectum (Utrecht) ha poi proseguito con Luigi Napoleone e poi con l'Impero, Zeeland, Dordrecht mi pare siano 6. Durante il Regno mi pare sia stata operativa solo Utrecht.

Svizzera l'ha inventata Napoleone prima con la Repubblica Elvetica e poi con la federazione cantonale di XIX e poi XX cantoni, con le zecche principali ma non le uniche a battere moneta a Zurigo, Basilea, Lucerna, Soletta, Berna, Friburgo, Ginevra (Impero) etc.

Polonia era di dominio Sassone con Federico Augusto ha battuto a Varsavia, Danzica e Zamosc.

Germania confederazione del Reno .... ma quanti erano gli stati non me lo ricordo, circa una 40na, si fa in fretta, si pensa ad una città e quella ha coniato ! Francoforte, Amburgo, Monaco in Baviera, Braunswuck, Clausthal, Magonza, Dortmund ... ed erano tante tante.

Zara e Cattaro durante gli assedi, di fine epoca, infine la Francia A, AA, B, BB, D, H, I, K, L, M, MA, Q, T, W, dovrebbero essere tutte per i transalpini.

Sicuramente me ne sono dimenticate un po.

Aggiungo qui il 20 franchi, è un peccato non dare una visione completa della serie, e poi il 20 franchi è ... cosa nostra, italiana ... l'oro infatti fu rapinato - non trovo altro termine - dai francesi dal tesoro di Venezia dopo la resa della Serenissima Repubblica di Venezia a seguito del trattato di Campoformio

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Abbiamo visto l'oro, il 20 franchi è molto simile al 40 e non lo illustriamo. L'argento è molto curato nel ritratto, lo preferisco come rappresentazione all'oro e la firma è sempre quella di Tiolier. Come per tutte le monete dell'800 o quasi la testa sull'argento è orienta all'opposto di quanto avviene per l'oro, in questo caso a desta. E' un bel conio di rilievo, i capelli radi e spessi, proporzionato nel campo,

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La legenda al bordo è la stessa che abbiamo visto per l'oro. Non sono emissioni rare quelle con la dicitura Bonaparte Premier Consul; insomma la moneta è propaganda e diciamo che fece una bella campagnia pubblicitaria di 3.877.000 "volantini" da 5 franchi solo a Parigi.

Lione (D) è stata emessa in pochi esemplari, e non ricordo di averla mai vista; ma tanto passa in Francia e li è cosa loro.


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Bhe a questo punto vediamo tutta la serie prendendo a campione la zecca di Parigi che ha coniato tutti i nominali per tutti gli anni con pochissime eccezioni dall'anno 12 in poi (sempre a memoria cito il (40 franchi del 1810 non emesso, il quarto per l'An 14); il tipo non varia dal 5 franchi ... solo più piccolo !

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non è stata emessa con le cifre romane per l'anno XI, il due franchi è generalmente la moneta più rara nella tipologia napoleonica e solitamnte quella che si trova nella peggior conservazione.

Per l'an 12 primo console furono emesse tra tutte le zecche meno di 500.000 esemplari dei quali ca. 190.000 a Parigi.

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Franco ... oooohh ... Franco ! Il franco germinal, la base della monetazione dell'800, il tris nonno dell'euro. E' una moneta che meriterebbe un forum tutto suo (infatti in Francia glielo hanno dedicato).

A Parigi furono emesse nel primo anno di conaizione con AN XI ben 231.000 esemplari ma è ricercatissima, e pr il periodo consolare furono emesse in tutto 2.900.000 di esemplari in tutte le zecche di Francia ed a Ginevra (che sono rarissimi ed assai costosi - visto che gli vizzeri hanno disponibilità ed i Ginevrini in particolare :) )

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il bordo a differenza del 5 franchi non ha alcuna legenda ma degli arabeschi in incuso.

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Il Demi Franc ed il Quart li mettiamo assieme ... in due non ne fanno uno (di franco)!

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direi per ora basta, altrimenti ci mettiamo troppo poco tempo ... Napy ha impiegato 20 anni a fare esfasciare l'Europa, non possiamo mica far tutto in un pomeriggio !.

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Grazie.


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Wow! Forse è la discussione più interessante ed affascinante che abbia mai letto! ...Cè però un conflitto d'interessi per la mia passione napoleonica :P

Complimenti per la descrizione e per le monete strepitose!

...il 2 franchi ha una patina blu talmente bella che mi vien voglia di tuffarmici dentro :)....

Il giorno che deciderà di disfarsi della sua collezione, spero di essere diventato abbastanza ricco da accaparrarmi qualche esemplare :)

Buona continuazione


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Aaach Lei caro Luca non fa testo, parliamo di Napoleone ... è come ad un pisello chiedere se sta bene nel baccello ... dai !

Proseguiamo, siamo a sera inoltrata e si volta pagina; domani è un altro giorno e deve essere più o meno cosa ha pensato Napoleone; già perchè il Bonaparte muore nell'anno 12, o meglio nella prima parte dell'anno 12, e come la fenice risorge in un maestoso NAPOLEON (o Natoleone come canzonatamente ebbe a chiamarlo il Manfredini). Dall'anno 12 al 1806 Napoleone assume l'Imperium, il comando delle forze militari, dell'esercito di una Repubblica, la repubblica francese. Uno stato in piena espansione militare, volto ben oltre ai patri confini, con chiare mire sull'Italia (noi a mezzo ci siamo sempre). Non ha ancora il coraggio di cingersi la testa di alloro a mo di un Cesare romano ma ... a tutti in Europa appare chiaro cosa baleni nella testa del còrso !.

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Il conio al diritto è del Droz, che si firma nel taglio del collo, il progetto e suopervisione sono del Tiolier (T.r in corsivo) che incidono, senza firmarlo aunche il rovescio.

Per Parigi sono monete reperibili anche in bello stato di conservazione, altre zecche meno, da Perpignano a Nantes le emissioni per l'oro sono abbastanza risicate.


Inviato

Simile è la storia per l'argento a partire da 5 Franchi. Dopo il concorso monetale viene affidato al Brenet l'incisione dei conii al diritto. La resa non è delle migliori: Napoleone appare con un gran testone, i capelli spessi e poco o nulla di regale.

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perfettamente in linea con l'anacronismo di una repubblica retta da un Imperatore ... noi altri già lo facevamo 2000 anni prima di lui.


Inviato

Il 1807 segna numismaticamente dialogando un grande cambio nella monetazione napoleonica, insomma dopo aver conquistato l'Europa, fondato la contederazione del Reno di cui è Protettore (un lupo a guardia di un agnello si potrebbe dire), celebrato ed auto incoronato re d'Italia, piazzato il cognato a Berg, un fratello a Napoli, un altro in Olanda, un governo accondiscendente in Svizzera ed al momento non mi viene in mente quale altra diavoleria faraonica, decide che fianalmente giunto il momento della corona d'alloro.

Tutti i programmi hanno un "bug" potremmo dire oggi, ed anche Napy ha torvato il suo gap. Non vorrei essere tacciato di razzismo, ma è esattamente come i francesi chiamano questo ritratto : tête de nègre. Non so chi e non so come, s'inventa l'impronta così fatta:

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Insomma non oso imamignare cosa deve essere successo alla Monnaie de Paris quando hanno presentato il bozzetto delle monete; gia sempre il malcapitato Manfredini fu coperto d'insulti per il progetto delle monete della Repubblica Italiana con l'effige del Presidente Bonaparte ... ma qui deve essere successo di tutto. Si dice che fu Napoleone stesso nel vedere le monete a definire l'impronta come " tête de nègre", certo un grande futuro non poteva averlo come emissione. Un po di pezzi già erano stati coniati e furono immessi, il Dewaminn ne conta 24.076, fatto è che la moneta è tipologicamnte unica - viene emessa solo a Parigi - ed è assai ricercata.

Sullo stesso conio viene prodotto il franco, il emi franc ed il quart.


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Insomma continuiamo a parlare di un Imperatore senza corona ... arriva arriva ... ne parliamo domani - buona notte !.


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Lo stesso anno, nel 1807, e solo per la zecca di Parigi si appronatano i nuovi conii per la serie monetale; Napoleone è rappresntato con la testa laureata per le emissioni in oro da 40 e 20 franchi ed in argento per i 5,2,1 franchi, per il demi franc e per il quart.

La legenda al diritto è invariata con NAPOLEON EMPEREUR ed al rovescio REPUBLIQUE FRANCAISE, ma una piccola losanga sostituisce il punto come elemento decorativo. Incisori del conio per l'oro Droz e Tiolier, mentre per l'argento 5 franchi ad opera congiunta di Brenet e Tiolier, ed il resto degli spezzati portano la firma del solo Tiolier.

Non è la massima espressione dell'opera di Tiolier il franco a testa laureata del 1807, si ha l'impressione di conio modificato più che reinventato e Napoleone ci appare con un ghigno sinistro. E' tutta la moneta che assume una parvenza ironica; finalmente l'imperatore con la sua corona d'alloro per una repubblica imperiale, ed il sorrisino che traspare dalle labbra è solo il messaggio di cosa aspetta l'Europa. Le grandi campagne del 1805 sono alle spalle. Nulla e nessuno possono contenere le mire espansionistiche francesi. Napoleone ha rinunciato allo sbarco in Inghilterra e la campagna di Russia è lontana. Sul continente non c'è forza militare che si possa opporre, ne i prussiani, indomiti ma sempre sconfitti, ne gli austriaci dal grande impero d'argilla.

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E siamo finalmente arrivati a sciogliere ogni dubbio, Napoleone fa l'Imperatore di lavoro e la Francia non è una repubbllica ma un impero.

nel 1808 si cambiano i conii per una volta ancora, l'ultima ela definitiva. Molti degli elementi sono già presenti nel tipo transitorio del 1807/1808, e non resta che il cambio di legenda ultimo al rovescio.

NAPOLEON EMPEREUR e losanghe al diritto; al rovescio EMPIRE FRANCAISE e losanga.

Il tipo rimane in vigore dal 1809 al 1815 fino alla caduta di Waterloo.

Si conia in tutte le zecche dell'impero ad eccezione di Ginevra che già da anni non batte moneta francese, ma le altre zecche periferiche di Utrecht, di Torino, Genova, e Roma emettono il tipo "Impero".

Non tutti i nominali si protraggono nel tempo, il primo a cadere è il quart che è emesso nel 1809, sembra fatto apposta per la tipologia numisamtica e quest'ultima estrazione è di soli 34.124 pezzi. Considerate le dimensioni della moneta, la sua circolazione, la demonetizzazione con il dicembre del 1852, si valuta una presenza sul mercato numismatico di poco oltre al centinatio di pezzi.

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La moneta presenta una leggera bombatura del tondello, potrebbe essere dovuta alla pressione dei macchinari in fase di coniazione. Gli esemplari che ho visto, circa una decina in tutto per quest'ultima emissione hanno, come denominatore comune, la debolezza d'incisione su QUART.


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Il Demi-Franc di Napoleone è demonetizzato il 1 gennaio del 1869, quindi resta in circolazione più a lungo rispetto al quarto, ma già dopo durante la II Repubblica del 1848 i nostalgici, ed erano tanti, tendevano alla tesaurizzazione dell'argento con l'effige dell'imperatore. Sono giunti a noi molti esempalri di demi franc, ma se li suddividiamo per zecca e per anno alla fine risulta essere una moneta non proprio comune. L'anno più raro, per Parigi, è l'ultimo; il 1814. All'epilogo della sua storia il "demi franc" (con Luigi XVIII dal 1816 si chiamerà 1/2 Franc) è emesso solo nella zecca di Parigi per 106.620 esemplari e M (Tolosa) per 35.866 pezzi. L'emissione di PArigi è davvero ridotta, negli anni precedenti le emisisoni sono sempre state tra il 1.3 e 1.8 Milioni di esemplari. La crisi dell'impero si sente, e nel 1813 un'emissione ridotta di ca. 600.000 esemplari.

Conio è dell'immancabile Tiolier

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Tralasciamo per un attimo il franco ed il due franchi e, concentriamoci sul 5 franchi, il massimale in argento opera di Brenet e Tiolier, che finalmente dopo avere preso le misure nei conii precedenti mettono in opera una magnifica, plastica e classica forma della testa di Napoleone: la perseveranza premia ed il compito svolto è finalmente all'altezza della rinnomata scuola d'incisione parigina.

Tra il 1809 ed il 1815 si battono in Francia ... 129.000.000 di esemplari, ritirati nel 1925. Una enormità, il doppio di quanto coniato da Vittorio Emanuele II per le 5 lire italiane tra il 1861 al 1878 !

Questo farebbe presupporre a monete comuni e facilmente reperibili sul mercato, in realtà non è esattamente così o meglio non lo è per tutte le emissioni. Zecche come Torino, Genova, Roma, Utreche, Nantes, Marsiglia, Strasburgo o Lione hanno emissione per alcuni anni risicate, anzi decisamente rare.

Parigi no, non lo è neppure per l'emissione dei 100 giorni, che è con il 1814 la più rara.

Qui riporto il 5 franchi del 1813 A, per un piccolo aneddoto: la comprai a Parigi nel 2008 da un privato al convegno di ottobre, un alsaziano; finita la trattativa (durata un nanosecondo, mi chiese il prezzo e lo pagai, ero fin contento e mi sembrava stranamente una cifra ragionevole) ci rimase male per l'assenza di contrattazione e dato che in sua coscienza aveva guadagnato troppo, mi offrì un bicchiere di champagne al bistrò di fronte a Palais Brongniart. Parlammo una mezz'oretta e mi regalò un demi franc bruttino ma raro. Non faccio i conti in tasca a nessuno ... però la moneta la pagai 150 € - lo champagne si va a 130€ altri 50 € del demi franc per Marsiglia, ed era ancora contento ... S.P.Q.A. (sono pazzi questi alsaziani !).

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Discussione di grande interesse, in cui possiamo ammirare dei pezzi veramente magnifici per conservazione e patine.....complimenti vivissimi Picchio.......:)


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Ed infine l'ultima moneta d'oro coniata con l'effige di Napoleone, il 20 franchi 1815 per Parigi, emesso in 435.562 esemplari durante l'epilogo dei 100 giorni. L'anno ostico da trovarsi bello per la capitle è il 1814, bello bello non l'ho mai visto. Il 1815 ha più fascino però ... mi immagino l'imperatore euforico per il ritorno in Francia ed al tempo stesso conscio di giocarsi tutto in un colpo solo, tutto o niente, non ci sono vie di mezzo. Spezza la settima coalizione contro inglesi, olandesi, austriaci, russi, prussiani, qualche stato germanico, spagnoli, portoghesi e già che ci siamo anche Savoia ... tanto fi che ce n'è viva il re ! Oppure l'esilio, la disperazione, la morte. Questa moneta è stata coniata nei 100 giorni che hanno segnato il XIX secolo e le sorti dell'Europa.

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Siamo quasi giunti al termine dell'avventura numismatica francese del Còrso.

Il 1815 è rappresentativo ancora per due monete, che ritraggono Napoleone, non più come eroe invincibile nelle vesti ascetiche di un semidio, dallo sguardo penetrante (assomiglia alla rappresentazioni di certi aurei di Augusto), ma espressione più umana, quasi imbolsito dagli anni.

La prima è il 2 franchi 1815 A, moneta emessa in 6.777 esemplari ed emessa dalla sola Monnaie de Paris. Il diritto è di Nicholas Pierre Tiolier ed il rovescio di Pierre Joseph Tiolier (per intenderci chi ha firmato tutte le precedenti coniazioni).

Nicholas non riesce a regalare nulla a Napoleone nel suo ritratto, e lo figura come un uomo che ha già il sentore del suo destino, di poca gloria.

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E la seconda è un progetto, in questo caso in rame ma c'è in argento (ne vidi un esempalre in oro ... mmm non è che mi ha convinto molto) per un nuovo 5 franchi celebrativo del ritorno dell'Imperatore, progetto che non divenne mai emissione per la sconfitta di Waterloo che travolse l'astro napoleonico. Progetto di J.P. Droz che non fu abbandonato del tutto, infatti, le emissioni dal 1830 di Luigi Filippo hanno poi questo rovescio .

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Se ne potrebbe fare una monografia...anche cartacea. Grazie a nome di tutti.


Inviato (modificato)

Grazie Picchio, appassionante, come sempre.

Curioso e divertente anche l'"aneddoto alsaziano"; ricorda molto un recente episodio avvenuto in Francia, in cui ci si disputava una sabauda non comune e che, dopo esser stata aggiudicata ad un prezzo, direi... ottimo; al compratore é stata offerta la spedizione assicurata della moneta!

N.

Modificato da niko

Inviato

Voltiamo pagina e dedichiamoci alle cose di casa nostra.

Lo spirito con cui racconto le grandi gesta del piccolo uomo non hanno nulla di accademico, altro che fare una monografia, è la raccolta del "picchiopensiero" quando sfoglia i cataloghi, guarda le monete e le sogna. Quindi ringraziando per l'incoraggiamento e ben conscio del proprio limite mi dedico ora all'Italia.

La situazione in casa è tra le più difficili da gestire politicamente e dato che Napoleone, soprattutto agli albori aveva assai poco di politico (gli affari politici in casa li gestiva Luciano "senzaregno") si dedicava alla guerra, campagne, scorribande, battaglie, tutto che avesse a che fare con i cavalli ed i cannoni. Inutile ripercorrere le imprese della campagnia d'Italia, e limitiamoci agli effetti ... numismatici. In buona sostanza la penisola si stravolge e dall'antico regime in due anni si toglie il tappo al vaso di Pandora e tutto ciò che era viene inghiottito dalla rivoluzione. Nascono repubbliche autonome in Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Stati pontifici, Napoli, e poche sono le regioni che sono solo scalfite dal nuovo vento di eguaglianza e libertà, almeno questo dovrebbe essere il sentimento.

Napoloene lascia fare, dividi ed impera, ben sapeva che le avrebbe fagocitate alla prima necessità di far cassa.

Dopo un breve palleggiamento tra austriaci, repubblica, austriaci nuovamente, sembra che a Milano alla lunga la spunti la Repubblica. Ai tempi non si parlava tanto di democrazia quanto di oligarchia, ed infatti a leggere i nomi di chi costituiva la politikbureau a Milano, di gente comune non ne ho scorso un nome solo. I milanesi sono un po più scaltri ed a differenza delle altre Repubbliche sorte e scomparse hanno l'idea di coinvolgere Napoleone direttamente nel progetto e lo nominano Presidente della Repubblica Italiana. Producono un progetto di monetazione e festanti lo vanno a trovare per mostrarglielo.

Manfredini e Napoleone non si erano mai visti, così rifece il ritratto dell'imperatore da quadri e statue e ci mise un po del suo. Risultato quando gli portarono la doppia e la mezza doppia per gratitudine, Napoleone non si riconobbe, anzi trovò il ritratto pari a quello sgraziato di un becchino (oddio ne aveva già fatte più di Carlo in Francia) e le gettò con disprezzo a terra. Così i milanesi dovettero ripartire da capo, almeno con il progetto numismatico e riusciro a produrre una moneta che non infastidì più di tanto il Generale Bonaparte.

Il valore di quuesta moneta in oro è ancora da definirsi, nel corso degli anni è stata chiamata marengo da 20 lire, da 31 lire, doppia, mezza doppi. E' un progetto e credo al momento della presentazione fosse principalmente interesse dimostrare a Napoleone la sudditanza e riconoscimento di autorità.

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Questa è la prova in piombo ramato, prova per le amministrazioni; il pezzo in oro costa una tombola, l'ultimo è stato venduto alla collezione Vitalini, con una frattura passante del tondello. La vidi anni prima da un commerciante di Milano in fotografia, e mi chiese praticamente di accedere ad un mutuo decennale per pagarla. ... così fu che mi tengo la mia pseudo prova


Inviato

Finito l'esperimento oligarchico della repubblica Italiana, il 26 maggio 1805 Napoleone pronuncia le famose parole : "Dieu me l'a donnée; garde à qui y touchera!" incoronandosi con la corona Ferrea in Duomo. I milanesi si spaventano e chi è quest'uomo che sfida il papa, e comunica direttamente con il Padreterno come se fosse stato un suo preciso volere. Ma non si era abolita con la rivoluzione giacobica il DEI GRATIA che giustificava qualsiasi abuso del monarca sul popolo ? Infondo, nel bene o nel male i regnati, c'erano sempre stati, si conoscevano, certo non esisteva Novella 2000 ai tempi ma le loro storie libertine riempivano le voci di tutti i salotti fin giù, giù in basso nelle più bieche alcove e lupanari. I re sono i re e questo piccolo uomo re lo diventa oggi per suo stesso volere .... mala tempora currunt !

La rappresentazione numismatica è lo specchio della restaurazione dell'antico regime fatta da chi di nobiltà non ne aveva che poche gocce. La monetazione inizia nel 1806 con delle emissioni di prova: i metalli nobili sono omaggiati della presenza della regale testa al diritto e dello stemma, oro e argento, avrà pensato finiscono nelle mani dei signori e quindi facciamole bene aon un bello stemma al rovescio ed il valore piccolo, tanto si capisce quanto valgono ... tra signori. Il rame no, il rame ci mettiamo la testa al diritto, che nessuno dimentichi chi comanda ed al rovescio una corona ferrea radiata ed il valore bello in grande così evitiamo risse da popolino per gli spicci.

Cosìè stato. Purtroppo non ho da mostrare la monetazione in metallo nobile del 1806, sono pochissimi pezzi conosciuti al di fuori del museo di Brera (oggi CRNM). Ricordo di aver visto solo tre pezzi, un 40 lire, un 20 lire ed il pezzo da 1 lira. Il rame fortunatamente per noi (almeno per me .... ) è stato prodotto in maggiore quantità, è raro ed in alcuni casi è rarissimo (si differenzia per i tagli a serpentina, losanghe, stelline, o foglie trinate in rilievo). Basta chiacchiere e vediamo le monete mi state dicendo !!!

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