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IGNORED

Colonizzazione linguistica, e non solo...


okt

Risposte migliori

Vedo spesso, in questo nostro forum, discussioni il cui oggetto è in Inglese, o, all'interno delle discussioni, schedature di monete interamente in Inglese, frutto di rapidi "taglia e incolla".

Sembra che il Politecnico di Milano voglia usare l'Inglese (ma, credetemi, sarà l'Americano, non l'Inglese, a essere usato!) come lingua d'insegnamento negli ultimi due anni.

Ci vestiamo come gli Americani, mangiamo, ahimè, come loro, i nostri figli tendono all'obesità come i loro, gesticoliamo e camminiamo come cowboy, acquistiamo macchine più adatte alle praterie che alle strade delle nostre antichissime città, applichiamo ricette economiche e politiche che sempre da lì vengono...

Un po' di dignità, un po' di fierezza per una cultura millenaria (anzichè centenaria) forse non ci farebbe male...

O no?

Modificato da okt
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you are absolutely right !

we should not use foreign languages in what is essentially an italian forum

but i guess all this is not going to be a big problem providing we understand each other :blum:

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  • ADMIN
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Sembra che il Politecnico di Milano voglia usare l'Inglese (ma, credetemi, sarà l'Americano, non l'Inglese, a essere usato!) come lingua d'insegnamento negli ultimi due anni.

L'inglese ha assunto la vece di lingua franca internazionale. Di per se' questo non e' un male. Mi sembra che Trento faccia gia' corsi in inglese e il prossimo anno si partira' anche qui a Parma con un corso. Ai miei studenti (informatica) ho sempre consigliato testi in inglese per tre buoni motivi: sono in generale fatti meglio da testi scritti da Italiani, le traduzioni sono spesso approssimative e tanto vale impratichirsi con la lingua che sara' a loro necessaria (Dio li scampi comunque da un corso in inglese tenuto da me :D).

L'uso di termini stranieri a sproposito quando esistono termini italiani mi trova viceversa in linea con te. Sono intimamente convinto che se l'Italia avesse dei dirigenti invece che dei manager la nostra situazione economica sarebbe migliore :lol:

Per quanto riguarda il discorso culturale dipende fondamentalmente da cinema e televisione. Qui la vedo dura competere :(

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Per la mia tesi di laurea, i libri sull'argomento specifico si contavano sulle dite di una mano, quindi ho dovuto basarmi sulle riviste specializzate (diciamo 95% in inglese e per l'altra metà italiano o francese, visto che non conosco tedesco, svedese, giapponese, serbo e bulgaro...). In certi ambiti, l'inglese diventa imprescindibile. E' anche vero, però, che l'uso di termini inglesi nella lingua italiana assume significati molto precisi, oltre quanto il lingua originale. Il corner è solo il calcio d'angolo o un negozietto, non certo l'angolo della parete; on-line si usa per quanto viaggia via telefono (internet incluso) etc. Se arricchiamo la nostra lingua con questi termini, a mio parere, è solo un bene; se, invece, li utilizziamo al posto di corrispondenti italiani ha poco senso

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Vedo spesso, in questo nostro forum, discussioni il cui oggetto è in Inglese, o, all'interno delle discussioni, schedature di monete interamente in Inglese, frutto di rapidi "taglia e incolla".

Sembra che il Politecnico di Milano voglia usare l'Inglese (ma, credetemi, sarà l'Americano, non l'Inglese, a essere usato!) come lingua d'insegnamento negli ultimi due anni.

Ci vestiamo come gli Americani, mangiamo, ahimè, come loro, i nostri figli tendono all'obesità come i loro, gesticoliamo e camminiamo come cowboy, acquistiamo macchine più adatte alle praterie che alle strade delle nostre antichissime città, applichiamo ricette economiche e politiche che sempre da lì vengono...

Un po' di dignità, un po' di fierezza per una cultura millenaria (anzichè centenaria) forse non ci farebbe male...

O no?

Ho fatto 4 anni di liceo americano a Milano (Noverasco) alla fine degli anni '70, ed ho imparato l'inglese che è stato fondamentale per la mia attività ... fine ... per il resto mi ostino ad usare vocaboli in lingua italiana, abiuro inglesismi come confidente, schedulare etc. etc., mi vesto da milanese, non ho una camminata da cow-boy (al momento sono claudicante ma è una situazione temporanea) e non mangio carne (alimento principe della cucina d'oltreoceano), le mie figlie vivono in dieta perenne, e l'dea di mttere su un grammo le inversa per tutta la giornata. Non credo si abbia subito un'influenza americana al punto da esserne fagocitati. Purtroppo a livello universitario e di ricerca gli studi sono in inglese, la lingua del lavoro è l'inglese e se voglio parlare con un cinese non ho alternativa, a meno che non imparo il cinese (lui l'italiano non lo impara di sicuro, date già le difficoltà con l'inglese), e questo vale pe noi, per i francesi, ungheresi, spagnoli ... per tutti tranen che per "loro".

In compenso se adottassimo un minimo di liberalizzazione economica, la nostra economia non potrebbe che averne benefici.

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Sembra che il Politecnico di Milano voglia usare l'Inglese (ma, credetemi, sarà l'Americano, non l'Inglese, a essere usato!) come lingua d'insegnamento negli ultimi due anni.

e quindi? Io non ci vedo nulla di male anzi, così le nostre università finalmente incominceranno ad essere internazionali e conosciute nel mondo, in più proprio grazie ai corsi in inglese che negli ultimi anni le iscrizioni di studenti stranieri sono aumentate alle nostre università.

Ci vestiamo come gli Americani, mangiamo, ahimè, come loro, i nostri figli tendono all'obesità come i loro, gesticoliamo e camminiamo come cowboy, acquistiamo macchine più adatte alle praterie che alle strade delle nostre antichissime città, applichiamo ricette economiche e politiche che sempre da lì vengono...

Il fatto delle macchine giuro che mi mancava... :crazy: :rofl: :fool:

per il resto sono sempre le solite pseudo-critiche trite e ritrite...

Un po' di dignità, un po' di fierezza per una cultura millenaria (anzichè centenaria) forse non ci farebbe male...

Il nazionalismo in Italia c'è. Siamo fieri della nostra cucina, delle nostre città, dei nostri monumenti, della nostra storia delle grandi menti nate nella penisola Italica che hanno cambiato la nostra storia e quella Europea o internazionale. Quindi ancora una volta io il problema non lo vedo; in più il commento sulla storia "centenaria" americana se lo poteva risparmiare... :good:

Modificato da collezionistabari
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Supporter

Buona Domenica

Tutto vero quello che si è detto, anch'io evito il più possibile di usare termini inglesi se esiste una parola in italiano che esprime il medesimo concetto.

Detto ciò non mi preoccuperei più di tanto...quando in 1° media dovetti decidere che lingua studiare, optai per il francese per due motivi:

1) il francese era, allora, la lingua internazionale per eccellenza, era la lingua della diplomazia....

2) di francese c'erano a disposizione 5 classi; di inglese solo due.....non c'era più posto!

Oggi si parla inglese (spesso è americano) e questa lingua ha la preminenza, ma sta già cambiando anche questa situazione....avete idea di quanti ragazzi vogliono poter studiare lo spagnolo e quanti istituti hanno dovuto inserire corsi di studio di spagnolo?

Nell'istituto dove va mio figlio ci sono pari corsi di inglese e spagnolo; in netta minoranza il tedesco ed il francese.

Fra 50 anni, ci sarà ancora l'inglese in preminenza o lo spagnolo....ed il cinese? Temo che quest'ultimo ci darà sorprese (non dico belle)!

Saluti

Luciano

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Il Cinese si parla in Cina e basta. è la prima lingua al mondo perchè in Cina sono più di un 1 miliardo. L'inglese si parla in decine di stati del mondo: direi che ci sono un bel po' di differenze. E poi a meno che la Cina non ci invada, militarmente parlando, dubito che nei prossimi 50 anni il Cinese si parlerà in mezzo mondo...

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avete idea di quanti ragazzi vogliono poter studiare lo spagnolo e quanti istituti hanno dovuto inserire corsi di studio di spagnolo?

Tu scegliesti il francese con un senso logico, come oggi si sceglie l'inglese. Quando feci le scuole medie le classi erano 50/50.

Lo spagnolo? Qui, c'è molto meno senso logico. Dire che è, più che altro, moda. Dato che siamo in Europa, inglese, tedesco e francese mi sembrano la scelta più sensata. In Spagna ed in Grecia c'è il boom dei corsi di tedesco, chissà come mai...

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Supporter

Riguardo al cinese, era chiaramente una battuta.

Sullo spagnolo non ho la certezza che c'entri la logica, e se così fosse avrebbe ben poca durata. Vedremo.

Temo che tali scelte siado dettate da molti altri fattori; il mercato principalmente, i flussi di immigrazione ....certamente non le guerre di conquista e le occupazioni militari.

saluti

luciano

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Il Tedesco è la lingua del futuro in Europa, più dell'Inglese, quello serve per parlare fuori dal continente; per il resto, vogliamo discutere come si studiano le lingue a scuola? Mio fratello deve studiare per legge inglese e francese; i compiti del fine settimana sono: copia il dialogo di pagina x 5 volte e studialo a memoria. Io lo dico sempre, mio fratello non studia le lingue, studia i dialoghi.

Per quanto riguarda l'Italiano, io sono e resto convinto che sia una lingua bellissima e che, più di molte altre e dell'Inglese stesso, che è stato scelto come lingua franca per motivi economici, essa sia la koinè culturale del mondo occidentale; non perché abbia come genitori il greco ed il latino, ma perché il nostro vocabolario ha subito così tante contaminazioni ed ibridazioni da potersi considerare parente stretto, progenitore e discendente allo stesso tempo, di tante altre lingue.

Okt parlava di fierezza e dignità per una cultura millenaria. Ma, parliamoci chiaro, la cultura nell'Italia del 2012 è un piatto di pasta. Con 200 sughi diversi, ma è sempre un piatto di pasta...

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Beh, con l'inglese, però, me la sono cavata in mezza Europa. In Germania lo parlano in tantissimi, nei Paesi Bassi o in Scandinavia è come una lingua madre. Credo che la situazione non muterà in tempi brevi.

Certo, il tedesco è pur sempre lingua ufficiale in quattro (4!) paesi UE.

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Riguardo al cinese, era chiaramente una battuta.

Sullo spagnolo non ho la certezza che c'entri la logica, e se così fosse avrebbe ben poca durata. Vedremo.

Temo che tali scelte siado dettate da molti altri fattori; il mercato principalmente, i flussi di immigrazione ....certamente non le guerre di conquista e le occupazioni militari.

saluti

luciano

Noi Europei (così come gli Americani) siamo troppo nazionalisti per rinunciare alle nostre origini. Non credo che per dei flussi di immigrazioni rinunciamo alla nostra lingua per parlare una lingua straniera e per di più neanche Europea. Al massimo il Cinese sarà più conosciuto nei prossimi anni in ambiti commerciali, ma di certo non verrà studiato in ogni scuola come l'inglese...

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Supporter

Perdonami Collezionista, ma non sono molto d'accordo.

Certamente, alcuni paesi europei, sono nazionalisti, Francia ed Inghilterra in primis, altri meno e molto meno.

L'Italia è - malauguratamente - tra queste ultime....da noi mi pare viga ancora il detto "de Franza o de Spagna, purché se magna", ma non è questo il problema.

Sai che negli stati del sud degli USA, California in testa, vige ormai il bilinguismo a causa della elevatissima percentuale di abitanti di origini cubane e messicane?

Quando ti trovi ad avere in casa tua metà delle persone che parlano un'altra lingua, sei costretto a prenderne atto e a modificare il tuo comportamento. Ne deriva che se vuoi farti capire, devi scrivere nei luoghi pubblici manifesti anche in spagnolo, la polizia deve saper parlare e comprendere anche quella lingua....

Noi non siamo ancora in questa situazione, ma chi può dire che non ci si arrivi?

saluti

luciano

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Non sono convinto che gli italiani non siano nazionalisti. E' vero, siamo esterofili, ma tutta 'sta storia sul bel paese, italiani brava gente, etc, etc mi sembra altrettanto sciovinista. Diciamo che, forse, il mix di esterofilia e sciovinismo può essere chiamato provnicialismo. D'altronde, le massime "autorità culturali" ( :rofl: ) non fanno altro che alimentare tali miti piccoli, piccoli.

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Vedo spesso, in questo nostro forum, discussioni il cui oggetto è in Inglese, o, all'interno delle discussioni, schedature di monete interamente in Inglese, frutto di rapidi "taglia e incolla".

Sembra che il Politecnico di Milano voglia usare l'Inglese (ma, credetemi, sarà l'Americano, non l'Inglese, a essere usato!) come lingua d'insegnamento negli ultimi due anni.

Ci vestiamo come gli Americani, mangiamo, ahimè, come loro, i nostri figli tendono all'obesità come i loro, gesticoliamo e camminiamo come cowboy, acquistiamo macchine più adatte alle praterie che alle strade delle nostre antichissime città, applichiamo ricette economiche e politiche che sempre da lì vengono...

Un po' di dignità, un po' di fierezza per una cultura millenaria (anzichè centenaria) forse non ci farebbe male...

O no?

Allora, l'Inglese VA CONOSCIUTO. Io noto che tantissimi italiani non lo conoscono, ma è VERGOGNOSO. Bisogna studiare, tutto e soprattutto l'Inglese.

Ci vestiamo come gli americani? In cosa? Di americano si usano le Nike e i jeans Levis ... ma è da 30 anni che è così! Senza tralasciare che la moda è un settore molto italiano.

Mangiamo come gli americani? Per fortuna no! Viviamo in Italia dove si mangia benissimo e in modo molto più salutare. Ti assicuro, se facessimo come loro te ne accorgeresti.

I "nostri" figli tendono all'obesita? Anche questa frase è ormai di moda. E' vero che in America ci sono tanti obesi (colpa dell'alimentazione), ma non lo sono tutti. Così come in Italia, io di ragazzi obesi o molto in sovrappeso ne vedo pochi e ne conosco ancora meno.

Gesticoliamo come cowboys? :D

Macchine per praterie? Magari questo è vero, ma più che altro il problema è che queste macchine le guida gente che non lo sa fare! :D

Economia? Può essere vero

In definitiva, è tanto vero che la cultura americana ha contagiato il mondo, ma rimaniamo molto fedeli alle nostre origini lo stesso.

E ricordiamo che l'America (intesa come società) è nata da noi stessi Europei!

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Perdonami Collezionista, ma non sono molto d'accordo.

Certamente, alcuni paesi europei, sono nazionalisti, Francia ed Inghilterra in primis, altri meno e molto meno.

L'Italia è - malauguratamente - tra queste ultime....da noi mi pare viga ancora il detto "de Franza o de Spagna, purché se magna", ma non è questo il problema.

Sai che negli stati del sud degli USA, California in testa, vige ormai il bilinguismo a causa della elevatissima percentuale di abitanti di origini cubane e messicane?

Quando ti trovi ad avere in casa tua metà delle persone che parlano un'altra lingua, sei costretto a prenderne atto e a modificare il tuo comportamento. Ne deriva che se vuoi farti capire, devi scrivere nei luoghi pubblici manifesti anche in spagnolo, la polizia deve saper parlare e comprendere anche quella lingua....

Noi non siamo ancora in questa situazione, ma chi può dire che non ci si arrivi?

saluti

luciano

Il bilinguismo è una cosa e mi sta anche bene. Ma comunque in stati come la California o il New Mexico la lingua che si studia è l'inglese POI c'è lo spagnolo. Quello che voglio dire è che in Europa o in America del Nord nei prossimi 50 anni sono strasicuro che il cinese non prenderà piede. Magari sarà più conosciuto a livello di commerci internazionali, ma non credo proprio che in tutte le scuole europee si faranno 3 ore di Cinese alla settimana... Poi fosse una lingua utile...

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  • ADMIN
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Comunque nella nostra scuola media è adesso possibile studiare quasi sempre 2 lingue (ovvero l'inglese e un'altra).

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@collezionistabari

il futuro non lo conosce nessuno, neppure le chiromanti, figuriamoci dei poveri numismatici come noi .

In California e Florida ed a breve in altri stati del sud la prima lingua non è più l'inglese ma lo spagnolo ... e questo dovuto ai flussi migratori, non dico che corriamo il rischio di spersonalizzazione della lingua ma non la considererei l'ultima e la più remota delle eventualità.

Il cinese è una lingua utile, dipende sempre a far che cosa, se fa il pizzaiolo a Formentera probabilmente non ne sente la necessità; se dovesse importare 5 container di belinate cinesi da HK probabilmente rimpiange di non averlo studiato.

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"Un populu, diventa poviru e servu | quannu ci arrubbano a lingua "

"Un popolo diventa povero e servo quando gli rubano la lingua" (Ignazio Buttitta)

Usare una lingua implica di per sè entrare in un modo di pensare.

Se i nostri studiosi e ricercatori non useranno l'italiano, come potranno creare/ampliare una "via italiana" alle loro discipline? tanto per usare l'inglese, diventeranno solo dei "followers"....

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@collezionistabari

il futuro non lo conosce nessuno, neppure le chiromanti, figuriamoci dei poveri numismatici come noi .

In California e Florida ed a breve in altri stati del sud la prima lingua non è più l'inglese ma lo spagnolo ... e questo dovuto ai flussi migratori, non dico che corriamo il rischio di spersonalizzazione della lingua ma non la considererei l'ultima e la più remota delle eventualità.

Il cinese è una lingua utile, dipende sempre a far che cosa, se fa il pizzaiolo a Formentera probabilmente non ne sente la necessità; se dovesse importare 5 container di belinate cinesi da HK probabilmente rimpiange di non averlo studiato.

Hai ragione, ma non credo che fra 100 anni negli Stati Uniti i telegiornali saranno in Spagnolo, la lingua principale che si studia non sarà l'inglese, ma lo spagnolo, eccetera... Molto probabilmente ci sarà il bilinguismo (neanche in tutti gli stati), ma che lo Spagnolo prenda completamente il posto dell'inglese mi sembra eccessivo da pensare. Come a me pare (poi è solo una mia opionione) eccessivo pensare che fra qualche decennio in Europa e America del Nord il cinese sarà una lingua conosciuta un po' da tutti.

In più mi sembra ovvio che se io avessi un lavoro che mi tiene a stretto contatto con la Cina, dovrei imparare il cinese, anzi sarebbe il minimo. Così come quello che lavora a stretto contatto con l'Uganda o con l'Indonesia: deve imparare la lingua del posto. Ma lo può fare benissimo con corsi privati poichè mica tutti lavorano a stretto contatto con la Cina, ma solo alcuni, e di certo per quei pochi uno stato non può imporre l'apprendimento di una lingua straniera. Per l'inglese il discorso invece è ben diverso, poichè si parla in mezzo mondo.

Modificato da collezionistabari
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--OMISSIS--

Il fatto delle macchine giuro che mi mancava... :crazy: :rofl: :fool:

per il resto sono sempre le solite pseudo-critiche trite e ritrite...

--OMISSIS--

... in più il commento sulla storia "centenaria" americana se lo poteva risparmiare... :good:

Trite e ritrite ma forse non ancora spuntate, se hanno la capacità, come qui si vede, di pungere sul vivo qualcuno... :D

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--OMISSIS--

Il fatto delle macchine giuro che mi mancava... :crazy: :rofl: :fool:

per il resto sono sempre le solite pseudo-critiche trite e ritrite...

--OMISSIS--

... in più il commento sulla storia "centenaria" americana se lo poteva risparmiare... :good:

Trite e ritrite ma forse non ancora spuntate, se hanno la capacità, come qui si vede, di pungere sul vivo qualcuno... :D

Pungere su che cosa?

Sarò giovane e di sicuro non ho l'esperienza di molti altri. Ma devo dire che in tutta la mia vita non ho mai visto un italiano che gesticolava come un cowboys se non nei films o alle feste in maschera (e anche lì è difficile che mimano tutti i comportamenti).

Riguardo il discorso sulle macchine, beh devo dire che è assurdo. Solo perchè le nostre sono strade millenarie è vietato comprare certi tipi di auto? Non so, magari da domani ritorniamo ad usare il cavallo?

Ci vestiamo come gli Americani? Dove? La maggior parte dei giovani è fissata con marche e firme che sono molto spesso italiane, abbiamo stilisti conosciuti in tutto il mondo anzi, proprio negli U.S.A i nostri abiti sono molto conosciuti e apprezzati...

Mangiamo come gli Americani? A parte i fast food non vedo nient'altro di Americano anzi, proprio perchè c'è il luogo comune che gli Americani mangiano solo scatolette, gli Italiani fanno fatica ad accettare che esista una cucina Americana, figurati se si strafocano di cibo Americano...

Obesi come gli Americani? Sicuramente negli ultimi anni in Italia il problema obesità è aumentato, ma dire che è colpa degli Americani, bah...

Chissà perchè i bambini obesi stanno pure dove i fast food non ci sono, ma forse anche in quel caso è colpa degli Americani, d'altronde ogni problema che c'è nel mondo è a causa loro... :good:

Infine è risaputo che gli Stati Uniti non hanno una storia (al massimo una storia centenaria anzi, sono totalmente privi di storia e i monumenti che ci sono sono fatti di cartapesta...), poichè prima del 1775 l'America del Nord era abitata dai Puffi che poi si sono estinti a causa degli inglesi e dopo i discendenti dei coloni hanno fatto la rivoluzione per vendicare i puffi caduti in battaglia...

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