Vai al contenuto
IGNORED

1971 gettoni moneta Yogurt Yomo


max65

Risposte migliori

Supporter

18.undated-10c-schapker-amp-bussing-8934750.thumb.jpg.2cda7cae40ee853998c2b76b6b60346b.jpg

Base d’asta: 1 USD. Risultato: 1.140 USD

Lotto 50090. Undated 10C Schapker & Bussing Encased Postage Ten Cent Token, HB-214, EP-129, S-158, Uncertified. HID05401242017 © 2022 Heritage Auctions | All Rights Reserved.

apollonia

Link al commento
Condividi su altri siti


Supporter

19.undated-3c-john-shillito-amp-8934751.thumb.jpg.b996c83133c600a9c3a96df598fb8071.jpg

Base d’asta: 1 USD. Risultato: 336 USD

Lotto 50091. Undated 3C John Shillito & Co Encased Postage Three Cent Token, HB-216, EP-26, S-160 Uncertified. HID05401242017 © 2022 Heritage Auctions | All Rights Reserved.

apollonia

Link al commento
Condividi su altri siti


Supporter

20.undated-1c-french-cognac-bitters-8934752.thumb.jpg.66f3acb02ce9630b17546d8aaf8b6069.jpg

Base d’asta: 1 USD. Risultato: 960 USD

Lotto 50092. Undated 1C French Cognac Bitters S. Steinfeld Encased Postage One Cent Token, HB-221, EP-27, S-165, Uncertified. HID05401242017 © 2022 Heritage Auctions | All Rights Reserved.

apollonia

Link al commento
Condividi su altri siti


Supporter

21.undated-1c-white-the-hatter-8934753.thumb.jpg.38fccfebfa504531eb59e6fbf353102f.jpg

Base d’asta: 1 USD. Risultato: 1.200 USD

Lotto 50093. Undated 1C White The Hatter Encased Postage One Cent Token, HB-234, EP-30, S-178, Uncertified. HID05401242017 © 2022 Heritage Auctions | All Rights Reserved.

apollonia

Link al commento
Condividi su altri siti


Supporter

22.undated-three-encased-three-cent-8934754.thumb.jpg.96af78fcab348b729ea102189db30b97.jpg

Base d’asta: 1 USD. Risultato: 780 USD

Lotto 50094. Undated Three Encased Three Cent Postage Token, Uncertified HID05401242017 © 2022 Heritage Auctions | All Rights Reserved.

apollonia

Link al commento
Condividi su altri siti


Il 11/2/2023 alle 01:24, apollonia dice:

3.undated-1c-ayer-s-sarsaparilla-encased-8934735.thumb.jpg.131a22dd35baa7edd970a44ca522d5bc.jpg

Base d’asta: 1 USD. Risultato: 384 USD.

Lotto 50075. Undated 1C Ayer's Sarsaparilla Encased Postage One Cent Token, HB-27, EP-4, S-13a, Uncertified. HID05401242017 © 2022 Heritage Auctions | All Rights Reserved.

apollonia

 

Si impara sempre qualcosa 🙂.

Ora so cos'era la Salsapariglia dei Puffi.

Link al commento
Condividi su altri siti


Supporter

La salsapariglia nostrana (Smilax aspera L.) è una pianta monocotiledonedella famiglia delle Smilacaceae. In Italia è nota anche col nome comune di stracciabraghe, stracciabrache e strazzacausi.

È una pianta arbustiva con portamento lianoso, rampicante, dal fusto flessibile e delicato, ma cosparso di spine acutissime.
Le foglie, a forma di cuore, hanno i margini dentati e spinosi, e spinosa è anche la nervatura mediana della pagina inferiore.

I fiori, molto profumati, sono piccoli, giallicci o verdastri, poco vistosi e raccolti in piccole ombrelle; fioriscono, nelle regioni a clima mediterraneo, da agosto ad ottobre. 
I frutti sono bacche rosse, riunite in grappoli, che giungono a maturazione in autunno. Contengono semi minuscoli e rotondi. Insipide e poco appetibili per l'uomo, costituiscono una fonte di nutrimento per numerose specie di uccelli.

Nel Salento (Puglia) i germogli teneri di questa pianta vengono raccolti e utilizzati alla stregua degli asparagi selvatici, preparati previa bollitura in frittata; con le uova; sott'olio (in conserva); in insalata, lessati e conditi con olio e aceto di vino.

La salsapariglia è uno degli alimenti preferiti dai Puffi.

https://it.wikipedia.org/wiki/Smilax_aspera

Cresce vigorosa, si adatta al clima, non soffre la siccità e potrebbe avere un ruolo fondamentale per il nostro pianeta sempre più avvelenato dall’inquinamento. La salsapariglia, in sardo urzula, coi suoi folti arbusti, avvolge molti dei nostri paesi sardi, in particolare quelli dove vi è presenza di lecci e sugheri. La Sardegna è la regione dove ne cresce di più, talmente abbondante da essere considerata, in alcuni luoghi, pianta infestante, eccedente, da eliminare. Il mondo dei puffi era un mondo ad alta concentrazione di salsapariglia. La salsapariglia, infatti, era, ed è, l’originale e unico alimento dei puffi. Nel mondo “puffoso” viene infatti usata nell’alimentazione, nella medicina, per far strumenti musicali con il suo legno, per ritrovare l’amicizia, per combattere i nemici e per non far sbiadire e, quindi, per mantenere forte e resistente il loro caratteristico colore celeste, il colore della virilità e dei principi azzurri. Negli Stati Uniti le pillole alla salsapariglia sono vendute per combattere la caduta dei capelli e come probabilespam naturale. 

Nel Cinquecento era la pianta per la quale gli uomini, nel mercato delle spezie, litigavano, in quanto veniva prescritta per la cura della sifilide e per aumentare la resistenza erettile. La salsapariglia viene usata in fitoterapia come parte del trattamento del reumatismo cronico, dei problemi cutanei, reumatici e gottosi, nella psoriasi ed eccellente depurativo del corpo. Meno considerata, e forse ancora poco conosciuta, la straordinaria capacità fitodepurativa del suolo: consente la rimozione dei metalli da suoli contaminati. 

Il potere della salsapariglia di decontaminare il suolo dai metalli (soprattutto in zone minerarie) è tra i più elevati al mondo, disinquina il terreno senza assorbimento dei veleni sulla pianta, evitando così il rischio di trasferimento dei metalli pesanti nella catena alimentare degli erbivori o dei volatili. Cura l’ambiente, lo disintossica e, contemporaneamente, è cibo selvatico prezioso per gli animali. Non è un caso che, in molti paesi della Sardegna, per le fondamenta degli edifici si sceglievano luoghi ricchi e quindi “depurati” dalla salsapariglia.

Se avete sognato almeno una volta di trovarvi ospiti del villaggio dei puffi e di usare l’effetto prodigioso della pozione di salsapariglia per conquistare una puffetta o per sconfiggere l’antipatico Gargamella di turno, potete andare, ad esempio, in Barbagia. 

Ad Urzulei, un paese letteralmente avvinghiato dalla salsapariglia e da cui prende il nome urzula, potete fare una puffosa immersione di salsapariglia e degustare i giovani germogli che ricordano il sapore dell’asparago selvatico. Attenzione, invece, alle bacche: sono tossiche ma lievemente profumate e bellissime da guardare nell’oscurità; quando sono rischiarate dalla Luna appaiono luminose come perle di un microcielo stellato.

http://sardiniapostmagazine.it/le-magiche-virtu-dellerba-dei-puffi/
 

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


Supporter
12 ore fa, chievolan dice:

Si impara sempre qualcosa 🙂.

Ora so cos'era la Salsapariglia dei Puffi.

 

Per me una fonte di conoscenza di parole ignote sono i rebus. Recentemente ho appreso che la renana o flauto è un tipo di bottiglia da vino che prende il nome dalla zona di produzione del vino del Reno e che il bisso è un tessuto di puro lino. Inoltre che il gonnellino scampanato è un modello di gonna in uso già dalla prima età del ferro.

apollonia

Link al commento
Condividi su altri siti


6 ore fa, apollonia dice:

Per me una fonte di conoscenza di parole ignote sono i rebus. Recentemente ho appreso che la renana o flauto è un tipo di bottiglia da vino che prende il nome dalla zona di produzione del vino del Reno e che il bisso è un tessuto di puro lino. Inoltre che il gonnellino scampanato è un modello di gonna in uso già dalla prima età del ferro.

apollonia

 

E no. Il bisso è un tessuto ricavato da filamenti presenti in un bivalve marino, la pinna nobilis. 

 

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


Supporter
1 ora fa, chievolan dice:

E no. Il bisso è un tessuto ricavato da filamenti presenti in un bivalve marino, la pinna nobilis. 

 

 

O bella! Nel rebus la “traduzione” di bisso è “lino” e in https://paoloscampolitessuti.com/prodotto/bisso-320-panna-lino/ c’è una spiegazione:

ART. BISSO H 320
COLORE . PANNA 
COMPOSIZIONE: 100% PURO LINO LEGGERO

Il Treccani conferma.

bisso
s. m. [dal lat. tardo byssus, gr. βύσσος, di origine fenicia]. – 1. Nome col quale fu chiamata dai Greci una finissima tela di lino originaria dell’India e dell’Egitto, molto ricercata nell’antichità e che fu anche in uso nei paramenti sacerdotali ebraici; in Egitto erano di bisso le bende con cui venivano fasciate le mummie; in Roma ebbe larga diffusione nell’età imperiale. Nell’uso poet., la parola ha assunto spesso il sign. generico di tessuto assai fine e di particolare candore: co’ molli contorni Delle formeche facile B. seconda (Foscolo); E tu guardavi bianca più che b. (A. S. Novaro). 2. Stoffa di tela finissima a tessuto uniforme, per ricami, tovagliato e sim. 3. Sostanza organica costituita da filamenti di natura corneo-elastica secreti in forma semifluida (e coagulati a contatto con l’acqua) da una ghiandola presente nel piede di molti molluschi bivalvi, così da fissare l’animale a un sostegno.

Fonte https://www.treccani.it/vocabolario/bisso/

Ad ogni buon conto, l’autore del rebus la cui soluzione è “gonnellino scampanato” è Orofilo, pseudonimo di Franco Bosio, uno dei più importanti autori di rebus con cui puoi andare sul sicuro riguardo al significato delle parole.

apollonia

 

Link al commento
Condividi su altri siti


Supporter

Il bisso è una fibra tessile di origine animale, una sorta di seta naturale marina ottenuta dai filamenti secreti da una specie di molluschi bivalvi marini (Pinna nobilis) endemica del Mediterraneo e volgarmente nota come nacchera o penna, la cui lavorazione è stata sviluppata esclusivamente nell'area mediterranea.

Con lo stesso nome si indicano anche gli analoghi filamenti emessi da altre specie di molluschi bivalvi per potersi attaccare agli scogli, come ad esempio quelli del genere Mytilus. Il bisso di essi non è sfruttabile per ottenere l'omonima stoffa pregiata.

Dal bisso si ricavavano pregiatissimi e costosi tessuti con i quali probabilmente già nell'antichità si confezionavano tessuti e vesti ostentati come veri e propri status symbol dai personaggi più influenti delle società babilonese, assira, fenicia, ebraica, greca e infine romana. Il più antico manufatto in seta marina rinvenuto archeologicamente risale effettivamente solo al IV secolo: le fibre, riconosciute in sezione al microscopio elettronico come bisso di Pinna nobilis, vennero alla luce nel 1912 in una tomba femminile ad Aquincum (oggi Budapest), per essere poi distrutte da un bombardamento durante la seconda guerra mondiale. L'oggetto più antico realizzato in bisso marino oggi disponibile è una cuffia lavorata a maglia rinvenuta nel 1978 in una campagna di scavi archeologici presso la basilica di Saint Denis a Parigi: la datazione stratigrafica la pone nel XIV secolo.

I pescatori inoltre ritenevano che il bisso avesse proprietà terapeutiche per le sue supposte proprietà emostatiche, usato quindi per la medicazione delle ferite che i pescatori frequentemente si procuravano con gli arnesi da pesca.

Fino alla metà del Novecento il bisso veniva ancora raccolto e lavorato in Puglia, nel territorio di Taranto con il nome di "lana-penna".

In Sardegna, nell'area di Cussorgia, tra Calasetta e Sant'Antioco, la morbida fibra dal colore bruno-dorato viene ancora filata, tessuta e utilizzata per realizzare preziosissimi ricami. Sempre a Sant'Antioco permangono in attività alcune persone in grado di tessere il bisso. 

La Pinna nobilis, bivalve di grosse misure che può arrivare a un metro di lunghezza, è considerata a rischio estinzione a causa della pesca indiscriminata, dell'inquinamento e della diminuzione delle aree dove crescere. La specie è sottoposta a regime di protezione e tutela in conformità a Atti Ufficiali quali la Convenzione di Barcellona (1995), ratificata dal Governo Italiano con la legge n° 175 del 25/05/1999, e la Direttiva Habitat della Comunità europea (43/92). Sulla base di questi atti ufficiali è proibita la raccolta, l'uccisione, la detenzione, la commercializzazione e persino l'esposizione ai fini commerciali della specie. La produzione di vero bisso è quindi praticamente inesistente.

Al giorno d'oggi il termine "bisso" indica tessuti pregiati, molto leggeri e trasparenti, ad armatura tela, in cotone o lino, adatti al ricamo. Il crescente interesse di archeologi e filologi suscitato negli anni 2000 da fibre, tessuti e più in generale problematiche connesse all'industria tessile antica hanno avuto come conseguenza il fiorire di numerosi studi. Recentemente alcuni di questi hanno discusso la possibile identificazione già a partire dall'età del ferro della seta marina con la fibra identificata durante tutto il I millennio a.C. dal termine bisso.

https://it.wikipedia.org/wiki/Bisso

  • Mi piace 2
Link al commento
Condividi su altri siti


Supporter

1) Tessuto di lino trasparente e sottile, molto usato nell'antichità per la confezione degli abiti dei più alti dignitari, specie in Egitto, dove serviva anche ad avvolgere le mummie. Il tipo più fine, chiamato alessandrino, era tanto trasparente da rendere indispensabile l'impiego di una sottoveste. Il bisso, conosciuto anche dai Romani e spesso dipinto in rosso, proveniva principalmente dall'Egitto e dalla Siria. La finezza del tessuto e il suo alto costo ne limitarono la diffusione. Il bisso è esclusivamente impiegato per la biancheria. Più genericamente, nell'uso lett., tessuto finissimo di delicato candore: “una danzatrice vestita di bisso candido e cinta d'oro sotto le mammelle” (D'Annunzio).
2) Sostanza secreta dalle ghiandole del piede di alcuni generi di Molluschi Bivalvi, sotto forma di filamenti biancastri semifluidi che al contatto con l'acqua si solidificano e servono a fissare l'animale a un sostegno. I filamenti di color bruno dorato del bisso di Pinna nobilis hanno una lunghezza di 15-30 cm e un diametro che varia da 20 a 100 m; vengono impiegati, dopo filatura rudimentale, nella produzione di articoli artigianali come veli, calze, guanti in alcune regioni dell'Egitto, Iugoslavia e Italia.

https://www.sapere.it/enciclopedia/bisso.html

  • Mi piace 1
Link al commento
Condividi su altri siti


Supporter

7ED818F6-105A-489C-8C13-D018396D06C7.jpeg

34874417-D330-4606-9456-1E365F4441FB.jpeg

Per chi volesse leggere.

https://www.editricesapienza.it/sites/default/files/5492_Biniecka_Maestri_Bisso_Seta_Lino.pdf

I Maestri del Bisso, della Seta, del Lino
The Masters of Byssus, Silk and Linen
a cura di / edited by Małgorzata Biniecka

Link al commento
Condividi su altri siti


Quello di ritenere il bisso un lino finissimo è stato un errore di chi non ne conosceva l'origine ma cercava comunque di darne una spiegazione. 

Che ora il termine possa esser diventato un sinonimo di lino ci sta, ma è comunque un errore. 

 

Link al commento
Condividi su altri siti


Supporter

Questo territorio era difeso dal guerriero Feramone, il quale compare sul rovescio della moneta. Esso è raffigurato nell’atto di incedere verso sinistra, armato di scudo e lancia. Attributo principale della Ninfa è la conchiglia, anch’essa detta Pelorias, la più grande del Mediterraneo, molto diffusa nell’area dello Stretto. Si tratta della pinna nobilis, dai cui filamenti si tesseva una tela pregiata (bisso).

 

 

Modificato da Oppiano
Link al commento
Condividi su altri siti


Supporter

Bisso [dal lat. tardo byssus, gr. βύσσος, di origine fenicia] è il fascio di filamenti con cui certi Molluschi Lamellibranchi, come il mitilo e la pinna, si fissano al fondo marino. I filamenti, riuniti in fascetti lunghi fino a 15-20 cm, sono costituiti da fibre con diametro di 10-80 fino a 100 μm e nell’antichità rappresentavano la materia prima per la produzione di tessuti utilizzati per confezionare indumenti di particolare pregio come manti regali e simili. I Romani ne fabbricavano veli tanto trasparenti da usare espressioni quali ventus textilae (tessuti di vento) o nebula linea (nebbia di lino).

Il lino è una pianta del genere Linum, la cui coltivazione per la pregiata fibra tessile che se ne ricava e per i semi ebbe notevole successo anche presso greci e romani, oltre all’uso particolare del lino in Egitto dove è servito per la fasciatura delle mummie, per l’abbigliamento (anche sacerdotale), per le vele delle navi, per i cordami, ecc.

Che il bisso fosse di origine animale e il lino di origine vegetale era quindi ben noto agli antichi, i quali ci hanno tramandato l’analogia dei termini bisso-lino sulla base delle caratteristiche dei tessuti da essi ottenuti, indipendentemente dall’origine delle materie prime.

Per questo oggi si chiama bisso anche un prezioso tessuto di lino, sottile e trasparente, noto già nell’antichità.

Sullo Zingarelli 2022 il primo significato di “bisso” è tessuto di lino, rado e sostenuto, per biancheria ricamata da tavola e da letto | tela finissima di lino usata dagli antichi per vesti lussuose. Naturalmente è riportato anche il significato di sostanza secreta da Molluschi dei Bivalvi, che solidifica formando un fascio di filamenti con i quali l’animale si fissa a un sostegno | fibra tessile ricavata da tale sostanza (seta marina è il nome del tessuto ottenuto da questa fibra).

apollonia

Link al commento
Condividi su altri siti


Unisciti alla discussione

Puoi iniziare a scrivere subito, e completare la registrazione in un secondo momento. Se hai già un account, accedi al Forum con il tuo profilo utente..

Ospite
Rispondi a questa discussione...

×   Hai incollato il contenuto con la formattazione.   Rimuovere la formattazione

  Only 75 emoji are allowed.

×   Il tuo collegamento è stato incorporato automaticamente.   Mostra come un collegamento

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato..   Cancella editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

Caricamento...

×
  • Crea Nuovo...

Avviso Importante

Il presente sito fa uso di cookie. Si rinvia all'informativa estesa per ulteriori informazioni. La prosecuzione nella navigazione comporta l'accettazione dei cookie, dei Terms of Use e della Privacy Policy.