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Monetazione sveva in Italia


Risposte migliori

Fra le monete Sveve coniate nel periodo che va tra il 1231 ed il 1250 la più importante coniata nella Zecca di Messina da Federico II credo sia l'Augustale; trattasi di una moneta in oro del peso di 5,25 grammi con un diametro di 20 cm di carati 20 ½; nel D/ vi è il Busto di Federico II (in età giovanile) con corona di alloro e mantello intorno ad un cerchio di perline con inciso CAESARAUG. .IMPROM; nel R/ vi è un’aquila con testa verso destra o sinistra con ali spiegate con intorno cerchio di perline con inciso +FRIDE RICUS.

Si pensa che questa moneta sia stata coniata per diffondere l’immagine di Federico II come successore di Cesare Augusto, analizzando il D/ le incisioni staranno per IMPerator ROManorum CAESAR AUGustus; nella testa del Busto proprio come usavano gli imperatori romani vi è una corona d’alloro;

Nel R/ vi è rappresentata un’aquila che rappresenta un’immagine simbolo degli imperatori Romani e Svevi con l’incisione +FRIDE RICUS.

Modificato da Dangelant
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Ciao Dangelant, l'Augustale è stata una moneta molto importante, ma approfondiremo l'argomento nella prossima discussione Monetazione sveva: Federico II.

Antonio

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Ciao Carlino, sarò lieto di seguire e approfondire volentieri la discussione sulla monetazione Federico II! Complimentandomi ancora sulla discussione spero che da questa ne possano nascere altre inerenti alla monetazione sicula che ritengo molto ricca ed importante! Buona Serata, Antonio

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Interessanti gli interventi di Fedafa e Adolfos.

Allego un lavoro di Candida Colucci durante un convegno sulla monetazione sveva in Puglia.

Ci sono anche varianti inedite, che metterò nel catalogo.

Il lavoro è anche online in pdf.

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-segue-

Ciao Carlino!!!!Ottimo lavoro sulla monetazione di Enrico VI......Ma senti come posso avere quelle schede di identidicazione della Colucci???Nel web e'scaricabile???Ed il sito qual'e'?

Grazie anticipatamente,SICILREX......

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stimolante discussione!

io sono all'inizio degli studi di una monetazione sotto il dominio di federico I di svevia, ossia la zecca cremonese... ciò è uno dei tanti esempi per dimostrare la forza e 'imponenza degli svevi in tutta l'italia.

magari più avanti potrei aggiungere qualcosa, ma ora mi limito ad osservare i commenti riguardo le zecche del sud.

ciao stefano

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  • 2 settimane dopo...

Riprendo questa discussione per porre l'attenzione su questo denaro comparso nell'asta XXVI battuta da Artemide Aste lotto 781.

Dichiarato come denaro di ostentazione battuto da Enrico VI (1194-1197) battuto a Messina o Brindisi

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La descrizione è la seguente:

Monete e Medaglie di Zecche Italiane.

Messina o Brindisi.

Enrico VI (1194-1197).

Denaro 'di ostentazione' del 1194 circa.

D/ INPERATOR e testa a sinistra.

R/ INPERATRIX e testa a s.

Sp. manca, manca in Travaini ed in tutti i testi consultati.

gr. 0.42

INEDITO?.

MI.

BB.

Siamo tentati di supporre che Enrico avesse commissionato al maestro di zecca, per il proprio arrivo in Sicilia, questo denaro con i due ritratti, per ostentare l'autorita' imperiale ed il suo stretto vincolo con l'erede del regno normanno. Probabilmente i due ritratti, ma soprattutto quello di Enrico stesso (di stile moresco), non devono essere piaciuti, e quindi potrebbe aver ordinato di annullare la battitura di questo denaro e di farlo sostituire con uno che mantenesse i titoli imperiali nelle legenda, preceduti stavolta dall'iniziale di ciascun nome e senza i ritratti (cfr. Sp. 27-29, e l'assai rara variante Sp. 26). Si potrebbe così dare una spiegazione a tale emissione, di cui al momento non ci risulta si sappia di piu'.

Moneta che metterò a catalogo.

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ECCELLENTE moneta!!!!!!Mai vista una delizia numismatica siciliana cosi'........per tanto e'meraviglioso inserirla nel catalogo!!!Complimenti all'acquirente :clapping: :clapping: :clapping: :good: :good: :good:

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In base alla qualità estetica e sopratutto alla fattura, almeno in questo esemplare, completamente priva di attenzione da parte dello "stampatores" la denominazione come denaro "di ostentazione" mi rende perplesso.

Sicuramente la moneta merita un approfondimento nella discussione.

Grazie per avercela mostrata.

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In base alla qualità estetica e sopratutto alla fattura, almeno in questo esemplare, completamente priva di attenzione da parte dello "stampatores" la denominazione come denaro "di ostentazione" mi rende perplesso.

Sicuramente la moneta merita un approfondimento nella discussione.

Grazie per avercela mostrata.

Ciao Adolfos, hai centrato in pieno il tema.

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Francamente il denaro in questione mi lascia un pò perplesso.

Esiste un altro denaro di Enrico VI ove il suo ritratto appare ma con ben altra incisione.

Perche mai il sovrano avrebbe dovuto ricorrere a incisioni cosi povere disponendo di ben altri mezzi ?

Da dove proviene il denaro , non mi sembra sia stata citata la provenienza (casa d'aste, collezione etc.)

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Forse numa numa intendeva la provenienza precedente all'asta Artemide, su cui mi pare che non vengano date notizie. Certo che se questa è una moneta di ostentazione l'unica cosa che ostenta è la scarsa vena dell'incisore e degli zecchieri. Posto che parlare di coniazioni "commemorative" in epoca medievale mi pare poco credibile, l'unica spiegazione che mi viene in mente è che si tratti di una coniazione "in fretta e furia" ordinata da Enrico allo scopo di affermare appena possibile uno dei più importanti diritti sovrani, quello di battere moneta, appoggiandosi nello stesso tempo alla legittimità della moglie per rinsaldare la sua posizione durante la critica fase iniziale della presa di potere nel Regno. Di questo tipo di coniazioni sì che abbiamo numerosi esempi. Sempre se la moneta è autentica (ma se è un falso è di quelli cervellotici)

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Ciao Paleologo, Adolfos e te avete centrato i miei dubbi.

Ancora non l'avevo inserita a catalogo, perchè non mi convinceva.

Però come dici potrebbe essere stata coniata per legittimare i suoi diritti acquisiti con il matrimonio.

Al dritto vi è l'iniziale di Enrico E. INPERATOR nel verso invece non compare l'iniziale di Costanza, penso che se lo scopo era quello di divulgare il possesso dei diritti tramite il matrimonio, come minimo avrebbe dovuto inserire le iniziali della moglie.

Potrebbe essere un falso di fantasia? Comunque ha raggiunto un buon realizzo.

Antonio

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Si grazie Paleologo, intendevo la provenienza antecedente ma mi pare di capire che probabilmente non ci sia.

Cosa la fa effettivamente attribuire ad Enrico VI ?

Noto una rilevante difformità nelle lettere della legenda e soprattutto nella loro disposizione attorno al cerchio centrale. I ritratti non sono centrati nel tondo centrale . Al di là della cattiva conservazione si nota una certa "sciatteria" nella composizione e resa di legenda e raffigurazioni che normalmente non appare mai nei denarini di Enrico, Federico II etc. , i quali pur nella loro rappresentazione primitiva sono assai ben curati in quanto a disposizione di legenda, contorni, simboli etc.

Le caratteristiche del denaro in questione, posto che risulti autentico, ricordano invece alcune emissioni medioevali tedesche, più rozze e con legende un pò confuse, a cavallo tra il 1000 e il 1100

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Le caratteristiche del denaro in questione, posto che risulti autentico, ricordano invece alcune emissioni medioevali tedesche, più rozze e con legende un pò confuse, a cavallo tra il 1000 e il 1100

Giusta osservazione ma in questo caso mi sarei aspettato un peso più elevato e una lega migliore (sempre che il colore che si vede in foto e l'indicazione "mistura" siano attendibili). In effetti questa moneta lascia molti dubbi...

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Partendo dal presupposto che la moneta sia buona (presunzione non proprio campata in aria visto l'aggiudicazione ad un prezzo non proprio popolare, ipotizzando che chi se l'è aggiudicata abbia avuto modo di vederla e di toccarla con mano), quello che mi lascia dubbioso è il resto, a partire dall'attribuzione alla zecca di Messina o Brindisi.

Lo stile è diverso in maniera evidente rispetto ai denari emessi in queste zecche.

L'assenza delle iniziali dei nomi della coppia di regnanti non trova riscontro con le monete coniate nel nostro meridione dove esse sono sempre presenti.

Altra incongruenza sono i ritratti posti di profilo. Se non erro non ci sono esempi simili a nome di Enrico o Costanza (parlo sempre del nostro sud), mentre nella loro monetazione il ritratto è posto sempre frontalmente e solo sotto Federico II troviamo il ritratto rappresentato di profilo.

L'imperator e l'imperatrix della legenda lasciano supporre comunque che si tratti di Enrico VI e Costanza, ma non aiutano di certo a capirne il luogo di coniazione... un bel rompicapo.

Speriamo che qualcuno abbia modo di studiarla per sciogliere almeno in parte i dubbi attorno a questo tondello.

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ecco infatti un denaro di Enrico VI con ritratto frontale.

Pur nella raffigurazione molto semplificata e quasi rimitiva , notate tuttavia :

a) la regolarità delle lettere nella legenda

b) ogni lettera è chiaramente incisa (stile gotico naturalmente)

c) il cerchio centrale è perfetto e netto senza sbavature di circolarità

d) il ritratto pur molto primitivo è molto incisivo e comunica una buona tensioen emotiva (del tipo "sono io il signore e sovrano" - tale nettezza di rappresentazione continuerà con i bellissimi denari di Federico e 'maxime' con il grosso dove con una rappresentazione ancora molto semolice e primitiva l'incisività del ritratto è straordinaria)

paragonatela adesso al denaro oggetto della discussione e , al di là delle considerazioni sulla conservazione del pezzo , credo sia veramente dura ricercare una qualche parentela di mano (a meno che l'incisore non avesse fatto fare una prova ad un bambino)

Personalmente mi sentirei di escludere , sulla base della legenda e di considerazioni stilistiche , che il pezzo in questione possa provenire da una zecca meridionale. Resto anche molto dubbioso sull'attribuzione eventuale ad Enrico VI.

Forse varrebbe la pena di scorrere (ci vuole parecchio tempo) , il Dannenberg (Die deutschen Münzen der sächsischen und fränkischen Kaiserzeit 1876-1905) chissà che non salti fuori qualcosa..

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Cari amici

avrei parlato volentieri dei significati filosofici della moneta in generale e della sacralità del conio in particolare.

Voglio dire, in parole povere,che battere moneta era una faccenda maledettamente seria e questo tondello di serio ha ben poco.

Spero di sbagliare.....

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Avviso ai naviganti :D

non è certamente mia intenzione stoppare considerazioni riguardo la moneta, anzi.....

Solo che sono perplesso. I vostri messaggi mi confermano dubbi.....

Come dice numa, consultare il Dannenberg sarebbe buona cosa. Quacuno lo possiede?

cari saluti

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Per me la moneta è buona, nel senso che mi dà una buona impressione, ma forse non è nemmeno di Enrico. Guardandola, per somiglianza del ritratto, mi vengono in mente quei tipi di monete dell'area nordica. Per esempio (ma siamo lontani per periodo) ai penny anglo sassoni di Cnut, oppure per periodo più consoni ai pfennig di area austriaca e germanica. Si potrebbe pensare, se è di Enrico, ad una battitura nelle regioni del centro italia da parte di qualche zecca che Enrico aveva concesso il diritto. Di questa moneta del resto, non sappiamo nemmeno l'area di provenienza nè dove dovesse circolare. Non sono daccordo nemmeno sul fatto che sia un denaro di ostentazione. Peraltro dal peso si poteva magari definire un "mezzo denaro di ostentazione". Fare delle ipotesi può aprire la mente ad altre considerazioni.

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