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Inviato (modificato)

Credo anch'io che quella sigla, non corrisponde a lettera gotica. Potrebbe essere quindi l'insieme di due lettere "C" e "Y" o "C" e "I".

Io sarei più propenso per la Y..........questo particolare me l'ha fatto notare anche Francesco quando nell'altra discussione si parlava del Coronato ex WW ad oggi YY; mi ha detto .......... è proprio lo stile della lettera che è così, anche se mi sembra che mancherebbe dell'altra metà;

http://www.lamoneta....ri/page__st__60

Comunque grazie, a queste due sigle (se lo fossero, ma io credo che lo sono) ci tengo moltissimo..............poi si capirà il perchè !!

Modificato da peter1
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Inviato

Credo anch'io che quella sigla, non corrisponde a lettera gotica. Potrebbe essere quindi l'insieme di due lettere "C" e "Y" o "C" e "I".

Io sarei più propenso per la Y..........questo particolare me l'ha fatto notare anche Francesco quando nell'altra discussione si parlava del Coronato ex WW ad oggi YY; mi ha detto .......... è proprio lo stile della lettera che è così, anche se mi sembra che mancherebbe dell'altra metà;

http://www.lamoneta....ri/page__st__60

Comunque grazie, a queste due sigle (se lo fossero, ma io credo che lo sono) ci tengo moltissimo..............poi si capirà il perchè !!

:o ......e se la doppia sigla (cognome e nome) sulle monete fosse stata apposta per la prima volta proprio dal Cotrullo (Iacopo) sotto il regno di Ferdinando I d'Aragona e non dal Tramontano ?

L'ordine reale di Alfonsoo II è diretto sì al Tramontano ma non dice che è stato prorprio lui a farlo " et che voi come ad mastro de dicte cecche possiate fare la prima lettera del nome e del cognome vostro come è stato facto inle monete de lo felice memoria del serenissimo S. Re nostro padre......"

Ad oggi a me sembra chiarissimo che molte monete del Cotrullo hanno impresso la doppia sigla, mentre del Tramontano (sotto Ferdinando) l'unica moneta a recare (anzi meglio dire ad essere riportata) con una doppia sigla (T e C) è il Carlino PR 21g - Corpus 746, moneta questa segnalata come presente al museo Correr (credo che ci farò un salto per verificare). :D :D


Inviato

interpretazione suggestiva caro Peter

andrebbe sicuramente approfondita :)


Inviato (modificato)

Buona sera,

al topic 71 di questa discussione auspicavo che un giorno trovassi il Coronato classificato al PR 15d sigla Y e quel giorno, fortunatamente, non è stato troppo lontano……come si suol dire “chi cerca trova”;

Queste le mie parole: Adesso rimane solo da verificare uno dei Coronati di cui ho accennato precedentemente !! (se salta fuori uno);

E questo per determinare cosa: ……..che la sigla Y non è di Giovanni Miroballo (1459), ma di Iacopo (Yacobus) Cotrullo (1469 - 1474) ….è quindi giusto quanto affermato dal Prota, che ritiene di non attribuire alcuna sigla particolare a questo Maestro di Zecca, ed è giusto quindi anche secondo quanto affermano Di Rauso – Barbieri nel loro studio.

Oramai è chiaro che la sigla Y presente anche sul Coronato dell’Incoronazione PR 12d è identica a questa sigla e che essendo presente su questo Coronato alla Croce, coniato a partire dal 1472, non sussistono dubbi sulla paternità di essa.

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Modificato da peter1

Inviato (modificato)

Un piccolo lavoretto per gli amici della sezione...........da questa sequenza credo si riescono a carpire molte incongruenze.

Buona visione.

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Modificato da peter1
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Inviato

Bravissimo Peter!

me lo studierò attentamente :)


Inviato

Bravissimo Peter!

me lo studierò attentamente :)

Fatemi conoscere se c'è qualcosa che non và o sussistono dubbi su quanto riportato.....così ne parliamo. ;)


  • 1 anno dopo...
Inviato

Stasera, rileggendo velocemente questa interessantissima discussione iniziata da @@numa numa circa due anni fà, mi è venuto in mente quanto scritto da @@Rex Neap sulla vexata quaestio C gotica e CI in nesso http://www.lamoneta.it/topic/116179-id-ferdinando-i-daragona-napoli/page-2#entry1320969 . Secondo me è un argomento molto interessante, e non vi nascondo che la penso come quanto scritto dalla Travaini e dal nostro infaticabile Pietro @@Rex Neap .

La motivazione principale che mi ha spinto a rileggere quanto scritto dai miei predecessori riguarda principalmente il simbolismo riportato sulla corona del re e dello stemma. Sto portando avanti da anni uno studio sui simboli cavallereschi che compongono il collare del Real Ordine dell'Ermellino ed ho notato per mezzo di foto di sculture e lastre epigrafiche d'epoca che nelle monete dei Trastàmara sono presenti sulla corona proprio alcuni di questi elementi. Al momento lo studio è in standby ma desidero farvi notare qualcosina su cui sto lavorando. Alla base di questo simbolismo troviamo la foglia di quercia, che come già scritto in alcune occasione è legata alla storia della "corona civica" e alle motivazioni che spinsero i sovrani ad effigiarsene, la foglia di quercia è presente in numerose tipologie di monete e medaglie, le sue origini risalgono alla storia di Roma.

Ma torniamo al rinascimento napoletano, al di là della classificazione di dritto e rovescio, va detto che secondo i documenti dell'epoca l'ermellino va sempre al rovescio (cfr. pagina 32, nota 3 http://www.ilportaledelsud.org/dritto-rovescio.htm ) : la montagna di diamanti è già protagonista ufficiale delle cinquine aragonesi http://www.lamoneta.it/topic/100027-cinquina-ferdinando-ii-parere-conservazione/ , a tal proposito desidero riesumare questa vecchia discussione http://www.lamoneta.it/topic/48659-limpresa-dellermellino/ , essa è riportata anche su alcuni coronati, ed in particolare sulle punte della corona. Ecco la foto di un bel coronato napoletano e di una cinquina. Che ne pensate del confronto con le altre corone? oo)

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Inviato

E queste sono ad esempio altri tipi di foglie presenti su altre tipologie.

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Inviato

I vari elementi del collare dell'ordine dell'Ermellino sono quasi tutti riportati nelle monete aragonesi dell'epoca. Questo postato all'inizio da @@numa numa ad esempio è anch'esso molto interessante,

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Inviato

Di seguito la nota 3 estrapolata dallo studio sul dritto e rovescio:

" L’ordine dell’Ermellino venne istituito da Ferdinando I d’Aragona il 29 settembre 1465 per legare a sé i baroni più fedeli dopo i conflitti con Giovanni d’Angiò (figlio di Renato d’Angiò ex re di Napoli spodestato da Alfonso I d’Aragona nel 1442), le copie in originale dello statuto sono conservate presso la biblioteca della badia di Cava de’Tirreni. Sulla data di fondazione dell’ordine non vi sono dubbi, G.M.Fusco, in un suo studio intitolato “I CAPITOLI DELL’ORDINE DELL’ARMELLINO” (Napoli, 1845) riporta nell’ultimo capitolo dello statuto testuali parole: “ ….Ed in testimonio de ciò havemo facto fare li dicti capituli in forma de privilegio et sigillare del sigillo de dicto ordine. In castello novo de Neapoli die XXVIIIJ de Septembro: anno Domini MCCCLXV….”.

L'abito del cavaliere era una veste di seta bianca e lunga fino a terra. Portava su di essa un lungo mantello di seta rossa stretto al collo, aperto al solo lato destro e foderato di armellino. Avevano i cavalieri il collare composto di rami e di sedie (sic) intrecciate fra loro. In cima dei rami sbucciavano (certamente un refuso per sbocciavano) delle frondi e dalle sedie uscivano delle fiamme. Pendeva poi dal collare sul petto la figura dell'armellino in bianco d'oro smaltato , ed ai piedi di esso un nastro su cui era scritto il motto: DECORUM. Nel IX capitolo dell’ordine c’è la descrizione del collare: “ …Dal collare pendarà avanti el pecto una imagine di arminio bianco de oro smaltato in bianco, a li piedi del quale sia uno breve con questa parola DECORVM, et intenda ciascuno qual mente sia la nostra che con la imagine del animale mundissimo significano a li nostri confrati quello solo doverse fare lo quale sia decente justo et honesto…”.

In un interessante studio intitolato L’ORDINE NAPOLETANO DELL’ERMELLINO E L’ICONOGRAFIA DI FEDERICO DA MONTEFELTRO a firma Antonio Conti pubblicato in NOBILTA’ – rivista d’araldica, genealogia, ordini cavallereschi (anno XVI, n. 89, marzo-aprile 2009) vi è un’analisi completa dell’ordine in questione, uno dei più illustri membri dell’ordine fu il celeberrimo condottiero e capitano di ventura Federico III da Montefeltro duca di Urbino (Gubbio 1422, Ferrara 1482), entrato nell’ordine nel 1474. Quest’ultimo fu così attaccato all’ordine napoletano che fece decorare diversi angoli del palazzo ducale di Urbino con simboli dell’ermellino e del collare dell’ordine. "


Inviato

Ed ecco Ferdinando I d'Aragona .......... ed un particolare della montagna di diamanti

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  • 7 mesi dopo...
Inviato

Ciao Pietro, volevo ringraziarti per aver ricordato a tutti questa interessante discussione tutta aragonese. Rileggendola dall'inizio ci si emoziona sempre anche sebne è passato di tempo. ......

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Ciao Pietro, volevo ringraziarti per aver ricordato a tutti questa interessante discussione tutta aragonese. Rileggendola dall'inizio ci si emoziona sempre anche sebne è passato di tempo. ......

Ecco, se volete continuate pure da qui...con un po' più di calma ;)

petronius

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Inviato

Ecco, se volete continuate pure da qui...con un po' più di calma ;)

petronius

Grazie mille petronius. Gentilissimo, speravo nella vostra attenzione. A presto.


Inviato (modificato)

Poichè credo che il prosieguo della discussione è molto importante mi sono preso la briga di trasferire tutti gli interventi fatti nella discussione Regno di Napoli le monete, attinenti all'argomento trattato.....e accodarli a questi.

Numa numa > La datazione dei tari , come giustamente ricordato da Rex Neap, va anticipata al 1460
La sigla "M" e' stata usata da Salvatore Miroballo prima e successivamente da Antonio , nel 1460, cui va probabilmente attribuito il tari in questione.

Ricordo che gia' Grierson e la Travaini, in MEC 14 , avevano anticipato la datazione del tari rispetto alla data del Sambon , non ricordo pero' se avessero considerato anche l'elemento della sigla nel loro ragionamento.

Odjob > Ciao numa è vero ciò che dici tant'è che nella descrizione del Tarì di Ferdinando d'Aragona ho attribuito la lettera M nel campo al D/ ad Antonio Miroballo.

La storia ci può essere d'aiuto:Ferdinando fu inizialmente sconfitto dagli Angioini e dai baroni ribelli nella battaglia di Sarno il 7 luglio 1460.Le sorti della guerra si capovolsero a favore di Ferdinando I il 18 agosto 1462 in Puglia con la battaglia di Troia, dove il re Ferrante ed Alessandro Sforza inflissero una definitiva sconfitta ai loro avversari. Dopo la battaglia la schiera dei nemici di Ferdinando andò costantemente disgregandosi. Nel settembre 1463, il principe di Rossano, assediato in Sessa fu costretto a capitolare mentre a Giovanni d'Angiò fu concesso di rifugiarsi sull'isola d'Ischia. Il 16 novembre, la morte di Giovanni Antonio Orsini Del Balzo principe di Taranto privò il fronte angioino del suo più influente capo e finanziatore.(la fonte è wikipedia e la ritengo sostanzialmente valida ). Ora come poteva Ferdinando d'Aragona far coniare le monete della "misericordia"Ducati e Tarì prima del 1463,se gli scontri con i baroni ribelli erano ancora in atto?(questa situazione è già emersa nel link postato da @Rex Neap per ricordarmi che si era già parlato del Tarì).

Modificato da Rex Neap

Inviato

Francesco > In anteprima da Panorama Numismatico di settembre 2014. Ferdinando I d'Aragona fu invece molto misericordioso già nei primi anni di regno nonostante ne subí di cotte e di crude.

" ......... La battaglia decisiva che contrassegnò il tracollo di Giovanni d'Angiò e dei suoi sostenitori ebbe luogo nei pressi di Troia (FG) il 18 agosto 1462, eppure, a dispetto di quanto tramandatoci dalla storia, Ferrante si mostrò in seguito clemente verso alcuni dei suoi nemici tanto da perdonarli, tra questi vi fu anche chi nel 1495 aiuterà il re di Francia Carlo VIII durante la sua discesa a Napoli, cito ad esempio Pietro Giovanni Paolo Cantelmo duca di Sora e conte di Alvito. La clemenza di Ferrante non fu un episodio da far passare inosservato agli occhi del popolo, a Napoli si coniarono ducati d'oro e tarì in argento (da 2 carlini) di pregiata fattura (forse il primo ritratto rinascimentale su di una moneta) con al dritto un passo del Vangelo di Luca 1.- f. 54 - RECORDATVS MISERICORDIE SVE (ricordando la sua misericordia). Fu usanza di molti principi del rinascimento italiano associare in numismatica alla loro effigie una frase dal profondo significato, diversamente, nel nostro caso non avrebbe senso apporre la stessa intorno allo stemma posto sull'altro lato. Ferrante fu in generale un monarca giusto e di elevato spessore politico, i lati negativi del suo carattere sfociarono in episodi drammatici e furono conseguenti al tradimento e alla cupidigia dei baroni che risiedevano tra i confini del suo reame. Trovo inoltre molto importante che il messaggio riferito alla sua misericordia venne impresso su monete coniate durante tutto l'arco di tempo del suo regno (anche in alcune emissioni di restituzione a nome del figlio Alfonso II. 1494-1495), e non soltanto un isolato proclama propagandistico utilizzato a seguito di certi avvenimenti. Il ducato d'oro in fig. 1 venne coniato a Napoli nei primi anni di regno, il giovane Ferrante qui effigiato potrebbe essere lo stesso che sconfisse il pretendente angioino tra il 1462 e il 1463 e che per il bene dello stato perdonò molti suoi nemici evitando ulteriori guerre, un periodo lontano da quello in cui lo stesso re in età avanzata si sbarazzò definitivamente dei suoi nemici (congiura dei baroni, 1485-1486), in quel periodo l'aspetto del re fu molto simile a quello nel ducato d'oro in fig. 2 (coniato a Napoli tra il 1488 e il 1494)......."

Odjob > Quanto da te scritto è giusto e conferma le notizie storiche che si hanno del periodo in cui vi fu la prima rivolta dei Baroni ma non risponde al mio quesito.

Non poteva il Re coniare monete con il passo del vangelo riguardante la misericordia prima che fosse conclusa la guerra contro i Baroni ribelli,però come si spiega la lettera M nel campo al Dritto nei Tarì?

Nei Ducati aurei non è presente la lettera M ma solo eventualmente la lettera C o T e ciò farebbe supporre un emissione di questi dopo i Tarì poichè questo lo si può notare anche attraverso il ritratto inciso del Re dove sui Tarì è più giovanile rispetto ai Ducati aurei

Rex Neap > Infatti.......i Tarì vennero coniati prima...la legenda RECORDATUS MISERICORDIAE SUAE non iniziò ad apporsi a dopo la battaglia di Sarno ...ma già da prima, e cioè allo scampato agguato di Teano....maggio 1460.....ed è al cognato che venne diretta, dapprima, la sua misericordia.

Nei primi due pannelli di forma arcuata, in alto > dx e sx .... è raffigurato l'evento.

Odjob > Grazie @Rex Neap spiegazione plausibile.

Francesco > Ciao Paolo, penso che il motto RECORDATUS MISERICORDIE SUAE sia presente sulle monete coniate anche prima del 1463. I primi ducati napoletani d'oro senza sigle ne sono la prova. Il riferimento alla sua misericordia non è attribuibile ad un fatto storico ben preciso ma ad una serie di eventi a partire dai primissimi anni del suo regno e che si protrasse per decenni, ecco perché troviamo questa frase su monete coniate in un arco di tempo che va dal 1460 circa al 1494 inoltrato. Ferdinando fu a dispetto di quanto si pensi, un sovrano dai molti lati positivi. Attraverso la sua monetazione possiamo leggere la storia meglio che su qualsiasi libro. Ottimo l'intervento di Pietro ma per rammentare la misericordia per così lungo tempo è evidente che oltre al perdono del 1460 si presero in considerazione molti altri episodi. Ferdinando I d'Aragona perdonó nel corso del suo lungo regno molti traditori. A tal proposito sarebbe interessante aprire una discussione sulla figura di questo sovrano e sulle monete che maggiormente rappresentano i lati positivi ed oscuri del suo carattere.

Rex Neap > E'...........ovvio Francè.........infatti se ci fai caso ho scritto "dapprima" e non solo.......la porta del post precedente realizzata da Guglielmo Monaco...infatti, sotto, riporta anche altri avvenimenti che poi sono quelli che hai ricordato insieme a Paolo nei post 1016 e 1023

Francesco > Sì Pietro, certo, le monete dei primi anni di regno di Ferrante sono di grande interesse storico, gli episodi bellici e le allenze e i tradimenti ai danni del sovrano aragonese coinvolsero molti personaggi dell'epoca e che interessarono tutta l'Italia (anche oltre le Alpi). Come già scritto sarebbe interessante aprire una discussione sul tema e raccontare la storia di alcuni di questi attraverso le monete. Cito ad esempio il "barone ribelle" Pietro Giovanni Paolo Cantelmo duca di Sora e Alvito e perché no le splendide medaglie rinascimentali di Giovanni e Renato d'Angiò. Magari sarebbe bello raccontarle sullo scorcio dello splendido panorama del castello di Ischia dove il duca (titolare) di Calabria Giovanni d'Angiò trovò rifugio per un breve periodo e dove ebbero luogo alcune fasi della guerra contro il giovanissimo Ferrante.
Non dimentichiamo le prime medaglie rinascimentali.


Inviato

Numa numa > Grazie per tutti i contributi.

Per Odjob

I primissimi ducati di Ferdinando mostrano un ritratto molto giovanile compatibile con datazioni attorno al 1460 se non addirittura prima.

Per Rex Neap

La lettera "M" che compare sui tari' ( ma non sui ducati) potrebbe essere un elemento dirimente per la datazione della moneta ? Ovvero , assumendo che la M si riferisca univocamente ad un maestro di zecca, le opzioni indicate per tale lettera nella tua lista puntano tutte ad una data attorno al 1460 o vi sono altre possibilita' che si riferisca ad un maestro di zecca (Miroballo) piu' tardo ?

La legenda Misericordiae etc. E' stata mai utilizzata dai predecessori di Ferdinando ?

Rex Neap > In sintesi.........la sigla M è di un maestro di zecca (Miroballo) e arriva non più oltre il 1460, data in cui subentra il Cotrullo.

Più tardo ?...no, forse prima sì

La legenda ? Ferdinando è stato il primo ad ascriverla e farla incidere sulle sue monete.......e la data è quella appena dopo la grazia concessa a suo cognato, 29 maggio 1460....Ferdinando rimarcò la volontà di non macchiarsi del sangue del cognato.

Francesco > Ehi numa numa, hai risposto ad odjob e rex neap. .... e a me niente?

Ahahah. ...... scherzo.....

La M ad un successore dei Miroballo? Al momento non risulta da nessuna parte ma chissà, la numismatica napoletana stupisce anno dopo anno. Non risulta inoltre in nessuna moneta di predecessori di Ferrante il motto RECORDATUS MISERICORDIAE SUE.

Numa numa > Grazie mille Rex

Molto utili anche le precisazioni di Francesco

In merito all'incongruenza rilevata da Odjob per una legenda misericordiae associata ad una data cosi anticipata cosa possiamo dire di altro?

Francesco > Ciao Numa Numa, mi sento di consigliarti la lettura di un articolo di Mario Traina pubblicato nel numero di Cronaca Numismatica dell'ottobre 1997 sui tratti della personalità di Ferdinando I d'Aragona. Molto interessante.

Numa numa > Grazie Esiste un pdf ?

Francesco >l post n. 15 di questa discussione postai alcune pagine di questo articolo, purtroppo non risultano più disponibili, se @Rex Neap ce l'ha in archivio potrebbe postarle altrimenti http://www.lamoneta....ete-napoletane/ lo farò io la prossima settimana perché al momento sono fuori e non ho l'archivio sotto mano.


Inviato (modificato)

Procedo con la richiesta di @@francesco77 @@numa numa

Purtroppo manca l'ultima pagina (la 6), non me la ritrovo, poi magari Francesco potrà fare l'integrazione .......in essa però ci sono ancora poche righe scritte dove si parla delle monete-medaglie.

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Modificato da Rex Neap

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