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La nascita dell'aes grave


L. Licinio Lucullo

Risposte migliori

Prima premessa: ho avuto dubbi sulla collocazione corretta di questa discussione, se qui o nella sezione dedicata alle "preromane".

Seconda premessa: le mie fonti sono quelle che può trovare un principiante come me (fra l'altro, ho saccheggiato a man bassa Wikipedia, che ringrazio), quindi perdonatemi se do per scontate datazioni e attribuzioni forse ormai datate, o adirittura errate.

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La coniazione delle monete cominciò, sul suolo italico, in Magna Grecia, non prima del 550.

Tralasciando la Sicilia e la Cisalpina (che, in quest'epoca, non sono considerate suolo italico), Le prime monete di popolazioni italiche sono attibuite, seppur dubitativamente, all'Etruria, e si tratta delle cosiddette serie greco-etrusche, analoghe alle monetazioni arcaiche di Focea e della Provenza. Furono forse prodotte da Greci stanziati in Etruria, forse a Populonia. Sono datate tra il 533 e il 450. Ben preso, le monete coniate furono adottate anche nell'Etruria campana: a Capua infatti viene attribuita una coppia di stateri aurei datati 415-405 a legenda καμπανοσ.

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A un certo punto della storia italica, compare, presso quasi tutte le popolazioni che vi stanziavano, l'aes grave. Secondo la teorie più ricorrenti, le prime produzioni di monete bronzee fuse possono risalire, al massimo, all'ultimo quarto del IV secolo a.C. (320 circa). Le prime produzioni potrebbero essere, secondo Panvini Rosati, quelle di Velathri, futura Volaterrae, che costituiva all'epoca uno Stato ancora indipendente (fu l'ultima Lucumonia etrusca a sottomettersi a Roma). Potrebbe forse essere contemporanea la serie ovale e anch'essa, se fosse stata emessa a Velzna, futura Volsinii (d'ora in poi, per comodità, userò solo la toponomastica latina), si tratterebbe di una produzione autenticamente "non romana" (Velzna infatti divenne tributaria di Roma solo dal 294, fu soggiogata verso il 280 e, a seguito di ribellione, distrutta nel 264, salvo poi essere rifondata). Anche i primi aera grava di Roma potrebbero essere della medesima epoca.

Tutto questo, senza tener conto che, invece, la teoria intermedia abbassa la comparsa di queste prime monete fuse al 280 circa.

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Seguiamo adesso la comparsa dell'aes grave nelle altre città italiane, seguendo nell'ordine cronologico usualmente accettato.

Le prime serie fuse di Luceria sono fatte risalire, a seconda degli autori, al 314-268, al 269-225 o al 225-217. La città era già una stretta alleata di Roma nel 321 (quando l'esercito romano, nel tentativo di prestarle soccorso contro i Sanniti, subì la sconfitta delle forche caudine) e divenne colonia iuris Latini nel 312.

Il popolo dei Vestini emise, nella città di Pinna o in quella di Aternum, una serie di aes grave con etnico ves, imitando i tipi dell'Umbria e del Picenum, datata al periodo compreso fra il 301 e il 268, ossia dopo aver stretto alleanza con Roma.

Tarquinia, potente centro etrusco, concluse un trattato di pace con Roma dopo la sconfitta di Veio (396), rinnovato nel 308 e trasformatosi, in data imprecisata, in foedus. Le sono attribuiti un lingotto di aes signatum recante una A arcaica barrata (oppure è un monogramma?) e due serie anepigrafi di aes grave, tutti datati agli inizi del III secolo.

Per quanto riguarda Ariminum, la situazione è un po' più complessa. Il sito fu abitato, nell'ordine, da Etruschi, Umbri, Greci, Piceni, Sanniti e Galli Senoni; dopo la battaglia di Sentino del 295 passò sotto il controllo di Roma che, nel 268, vi dedusse la colonia iuris Latini di Ariminum. La serie fusa di Ariminum, molto grezza, viene datata da Lenormant al periodo del governo dei Galli Senoni, dal Mommsen al periodo in cui Roma controllava la città ma non vi aveva ancora dedotto la colonia, del Rutter al periodo successivo alla deduzione della colonia (268-225).

Venusia, città apula al confine con la Lucania, fu conquistata e colonizzata da Roma nel 292. Emise due serie di aes grave, analoghe e forse contemporanee a quelle dell'altro grosso centro apulo, Luceria:.

La Val di Chiana (in origine, l'alveo dello scomparso fiume Clanis) ospitava tre potenti lucumonie etrusche: Clusium, entrata nell'orbita di Roma prima del 391 (quando invocò l'aiuto dei Romani contro l'invasione gallica) e definitivamente sottomessa nel 351; Corito o Cortona, assoggettata da Roma attorno al 310; una città di nome ormai ignoto, sconfitta da Roma nel 311 e nuovamente nel 295 (battaglia di Roselle) e quindi costituita in colonia con il nome di Arretium Vetus. A queste città viene attribuita una monetazione, in parte fusa e in parte coniata, convenzionalmente definita "della Val di Chiana" (sebbene abbiano avuto, in effetti, una circolazione più ampia). L'aes grave in particolare comprende la serie "dell'augure", datata al 289-216, ed la serie "della ruota", datata al 240-225. A Chamars inoltre, toponimo tradizionalmente identificato con Clusium (ma forse si riferisce a un centro dell'attuale interland fiorentino, forse Prato), è attribuita la serie ruota/ancora con etnico cha (un'analoga emissione, con etnico vetluna, è invece attribuita a Vetulonia).

Hatria, antica città illirico-sicula poi abitata da Umbri, Piceni ed Etruschi, si alleò con Roma e, nel 289, divenne colonia iuris Latini. Le è attribuita una serie di aes grave molto pesante (un asse di 10 once con standard ponderale di oltre 370 g, addirittura 401 g secondo alcuni autori) datata da alcuni autori al 280, da altri al 275-225.

A Reate, città sabina assoggettata nel 290 dal console Mario Curio Dentato (che ne bonificò il lago), viene attribuito un rarissimo asse datato al 280-260.

A Cales, antico centro degli Ausoni conquistato da Roma nel 335 e costituito nel 334 in colonia iuris Latini (la prima in Campania), Haeberlin attribuisce una serie completa di aes grave priva di etnico, caratterizzata dalla presenza costante del kantharos al R/ (forse un'allusione all'industria cittadina del commercio del vino o della produzione della ceramica) e datata al 275-268. L'attribuzione non è tuttavia sicura.

Venusia fu strappata dai Romani ai Sanniti nel 291 e costituita in colonia. Le sue prime emissioni di aes grave sono datate al 275-225.

Tuder fu conquistata da Roma nel IV secolo. La sua monetazione si afferma con l’affermarsi dell’influenza romana, nel rispetto di una autonomia urbana giustificato per una città alleata (Bergamini). I fusi, in particolare, comprendono un'oncia datata da H. al 268, da Sydenham al 275-268, da Rutter al 280-240; una serie librale, che per Haeberlin e Sydenham è contemporanea alla precedente ma Rutter la data al 220-200; una serie ridotta che Haeberlin e Sydenham datano a dopo il 268, Rutter al 220-200 e Campana al 217-215, quando la libbra osco-latina venne svalutata a livello trientale-quadrantale.

Iguvium si alleò con Roma nel 295. Il suo aes grave (due serie più un semisse "spurio") è datato da alcuni autori a prima del 268, da altri al 220.

A Firmum, città picena conquistata da Roma alla fine della Prima Guerra Punica nel 264, è dubitativamente attribuita una serie di aes grave (quadrante e sestante) con etnico fir, che dovrebbe essere stata emessa proprio a partire da quell'anno.

A una zecca denominata Ausculum si fa risalire una serie di aes grave recante al D/ la lettera A, datata al 217-212. In passato Head identificava la zecca in Ascoli Piceno; oggi si ritiene che sia invece Ascoli Satriano (Rutter), assoggettato da Roma prima del 218.

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Perché questa noiosa enumerazione di date? Per arrivare a una conclusione: se la datazione tradizionale dell'aes grave è corretta, la monetazione fusa (forse nata fra gli Etruschi, ma non è sicuro) si diffonde con il diffondersi della dominazione romana (non dimentichiamo che, nella multiforme fenomenologia politico-giuridica dei vincoli che legavano Roma ai socii italici nel III secolo a.C., anche quelle che oggi etichettiamo come "alleanze" erano estrinsecazioni della supremazia romana). Come dire: con l'arrivo di Roma arriva l'aes grave.

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Questo farebbe pensare che le produzioni di aes grave dovessero essere omogenee sul piano ponderale, a maggior ragione che si trattava di una monetazione di valore intrinseco. Non è infatti pensabile che l'arrivo del dominio romano non significasse anche l'arrivo del commercio romano, considerato che proprio le istanze del ceto commerciale furono all'origine della spinta espansionistica e della politica imperialista di Roma (Piganiol); ma commercio significa scambi, e gli scambi spingono verso l'omogeneizzazione dei valori e quindi - per una monetazione a valore intrinseco - dei pesi delle monete.

Del resto, questo fenomeno è chiaramente attestato per la monetazione coniata, dove con l'arrivo di Roma si verifica, anche fra città molto distanti, una seppur imperfetta omogeneizzazione degli standard ponderali (magno greci) e, addirittura, sorge una sorta di monetazione coordinata fra città anche molto distanti: la famosa serie latino-campana, coordinata con i tipi e i pesi romani e neapolitani, presente dal 268 al 240 a Aesernia, Aquinum, Caiatia, Compulteria, Cora, Suessa Aurunca, Teanum Sidicinum e Telesia.

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E invece no: nell'aes grave è attestata, come noto, una grande varietà di standard ponderali, oltre che due diversi sistemi di conto (duodecimale e decimale).

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E vengo finalmente alla domanda: non potrebbe significare che la comparsa e la diffusione dell'aes grave è precedente all'espansione del dominio romano? Non potrebbe essere un elemento a supporto della tesi di chi fa risalire l'a comparsa dell'aes grave al V secolo (Corradi) o addirittura al VI (Forzoni)?

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There is a second NC article on RR coinage in this year's NC, by Alessandro Maria Jaia and Maria Cristina Molinari. The title of the article on pp.87-97 and pls. 7-9 is "Two Deposits of Aes Grave from the Sanctuary of Sol Indiges (Torvaianica/Rome); the Dating and Function fo the Roman Libral Series" and is a bit misleading because it sounds as if it is a hoard report.

In fact the hoard details - of a handful of aes grave in a jar in the foundations of a temple, the aes grave jar being dated to 280-260BC by adjacent pottery, is probably related to the rebuild of the sanctuary of Sol Indiges around this time, the original foundation dating from the very earliest years of the Republic (early 5th century BC) - is, though interesting, the least substantial part of the article.

Most of the article is a review of the chronology of the earliest aes grave (RRC 14/18/19), a summary of all hoards that don't contain any later material, this list including many hoards not in RRCH, and a discussion of the logic (primarily Burnett's) about the dating of these coins, and the likelihood that the earliest aes grave were effectively unrelated to the early didrachm coinage, forming a separate currency. There's quite a bit of discussion on relations to pottery that are above my head as I know nothing about pottery - but I do understand the significance of some of these early aes grave types being used for pottery stamps, which of course makes the generic pottery types that specifically illustrate the aes grave an important marker: almost as good as finding those types of aes grave in any excavation where the pottery is present! In fact I wanted to know more about this, but infuriatingly the article only references a prior study by Morel, 1969, on L'atelier des pet ites estampilles.

In the light of Burnett's review of early Roman coinage in the new Oxford handbook, I think this article adds some colour and depth to the specific issue of the earliest aes grave. Worthwhile reading. I wish I understood it better specially pottery.

Andrew

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  • 2 settimane dopo...

Hatria, antica città illirico-sicula poi abitata da Umbri, Piceni ed Etruschi

questo potrebbe confermare la mia ipotesi per cui i Siculi (popoli del mare) provengono dai Balcani dove ci sono i Siculotae...e i Piceni sono anch'essi illirici...

Scusate l 'OT Licinio ti ringrazio per l'informazione..

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