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Inviato

Il problema di attribuzione di questo nominale nasce dalla documentazione disponibile. Infatti sull'ordinanza monetale del 1552 si parla chiaramente del conio del 1/3 di scudo.

Terzo di scudo che poi sarà identificato con la tipologia con il tosone dal peso di 11 g.

Allo stesso tempo nelle opere che si sono seguite si è attribuito a questo nominale anche la tipologia con al R/ la presenza dello stemma (tipologia molto simile al 1/2 ducato riconoscibile proprio per via del peso e dallo spessore inferiore).

Lo stesso CNI a quest'ultima moneta attribuisce il doppio nominale di 4 carlini e 1/3 di scudo (con punto interrogativo).

Ora volendo fare delle proporzioni, nel 1552 il carlino napoletano doveva pesare 3,02 g quindi un doppio tarì (o 4 carlini) avrebbe dovuto avere un peso teorico di g. 12,08.

Purtroppo nella monetazione napoletana dove i pesi sono spesso molto "oscillanti" per via delle tosature ma anche per speculazioni perpetutate direttamente in zecca, cercare di attribuire un nominale in base al suo peso è molto complicato (sarà questo il motivo per cui gli autori del CNI avranno utilizzato la doppia indicazione).

Detto questo potremmo fare anche un'altra osservazione...

Durante il regno di Carlo V ci furono diverse "rivalutazioni" dovute alla variazione del prezzo dell'oro e dell'argento. Sappiamo dai documenti che lo scudo d'oro fino al 1542 aveva un valore pari a 11 carlini, che però, nel 1543 passa ad un valore di 11 carlini e mezzo. In base a questi dati, un po forse in maniera provocatoria, potremmo forse affermare che dire 1/3 di scudo o doppio tarì sia la stessa cosa?

Cmq mi appresto ad aggiungere le note alla scheda sopra indicata.


Inviato

Grazie Fedafa per aver corretto la scheda,ne stiamo discutendo al circolo di questo argomento.

Ti ringrazio anche per la risposta.

Ciao.


Inviato

Vorrei aggiungere anche un'altra cosa.

Stiamo parlando di una moneta rarissima. Il 1/3 di scudo (o doppio tarì) con lo stemma è considerato R4 e quello con il tosone è addirittura R5 (quest'ultimo da alcuni ritenuto una prova). Per poter stabilire un peso teorico medio della stessa (ed in base ad esso cercare di individuare esattamente il nominale) dovremmo avere a disposizione di diversi esemplari, cosa al momento non possibile.

L'esemplare poi riportato dal CNI al n° 381 ha effetti un peso "ambiguo", perchè come ho scritto sopra nel 1552 in base ai doumenti, un doppio tarì avrebbe dovuto avere un peso regolare di 12,08, ma sappiamo bene che i pesi regolari in questa monetazione non avevano nulla di regolare ed erano sempre inferiore a quanto doveva essere, quindi il fatto di essere di peso superiore a quanto stabilito dall'ordinanza a mi avviso lo rende "particolare".

Invidio la possibilità di discutere di questi argomenti in un circolo :).


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