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Una rara moneta di Leone X per Piacenza


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Recentemente mi è capitato di acquistare questa moneta:

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Si tratta di un quattrino anonimo della zecca di Piacenza emesso sotto Leone X verosimilmente nel 1514.

Questa la descrizione della moneta:

D\
(chiavette decussate)PLACENTIA AVGVSTA

scudo della città a testa di cavallo

R\
(rosetta)NOSTRA REDEMPTIO

nel campo croce fogliata

CNI 1 – 5 (dominio papale; denominato terzo di giulio)

Crocicchio Fusconi 35

Esemplari appartenenti ad alcune collezioni pubbliche:

Bologna – Museo Archeologico: (1,10g).

Padova – Museo Bottacin: (1,24g);

Parma – Museo Archeologico: (1,00g);

Pavia – Museo Civico: (1,10g);

Piacenza – Musei di Palazzo Farnese: 4 esemplari (0,96g); (0,80g); (0,79g); (0,70g);

Roma – Ex collezione Reale: 7 esemplari (1,65g); (1,08g); (1,05g); (1,04g); (1,03g); (1,00g); (0,85g);

Roma – Musei Vaticani: 2 esempalri (1,07g); (0,90g);

Venezia – Museo Correr: (1,23 g);

Forse può essere interessante un approfondimento perché si tratta di una moneta a mio avviso estremamente rara (nonostante abbia censito 18 esemplari in collezioni pubbliche, a parte quello dell’asta Finarte del 1974 – lotto 701 – e un altro che possiedo non conosco altri esemplari in collezioni private) e di un periodo storico molto affascinante.

Inquadramento storico

Lo scenario politico dell’inizio del XVI secolo fu profondamente influenzato dalle vicende di cui fu promotore l'intraprendente papa Giulio II. Egli volle allargare i confini dello stato pontificio e, con abili e mutevoli alleanze (Lega di Cambrai contro i veneziani, Lega Santa contro i francesi, ecc.) riuscì dapprima a conquistare Perugia, Bologna, Ravenna e successivamente a cacciare dall'Italia i francesi. Con la sconfitta dei francesi il ducato di Milano tornò agli Sforza, mentre Piacenza e Parma passarono sotto la dominazione pontificia. Il 7 luglio 1512, l’Anzianato piacentino mandò il marchese Lazzaro Malvicini Fontana, il conte Pierbernardino Anguissola, il conte Battista Landi, Bartolomeo Barattieri ed Anton Maria Scotti a giurare fedeltà al papa Giulio II.

Giulio II morì il 21 febbraio 1513 ed il 19 marzo gli successe il cardinale Giovanni de Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e di Clarice Orsini, che prese il nome di Leone X.

In seguito alla morte di Giulio II alcune famiglie piacentine di parte ghibellina invitarono Massimiliano Sforza a prendere possesso della città, invito che il Duca di Milano accolse prontamente. Il dominio degli Sforza su Piacenza fu molto breve; infatti, solo 3 mesi più tardi il nuovo papa, Leone X, riottenne da Massimiliano Sforza i ducati di Piacenza e Parma in cambio dell'appoggio della Chiesa contro il re di Francia e del pagamento di una forte somma.

Piacenza, finalmente libera dalla politica monetaria dello Stato di Milano, ritenne maturi i tempi per riavere una propria zecca ed una propria moneta.

Furono mandati ambasciatori a Roma con una petizione di richiesta e un breve papale, redatto in data 29 marzo 1514, confermò di nuovo ai piacentini il privilegio di zecca "quo poterat monetas cudere aereas argenteas et aureas".

Gli Anziani del Comune avevano richiesto in modo specifico la riconferma degli antichi diritti e la facoltà di poterli ancora esercitare per il futuro; ciò permise alla Comunità l'esercizio completo della antica regalia imperiale concessa da Corrado II, compreso anche il diritto di battere moneta a solo nome della Comunità.

Le monete di questo primo periodo giunte fino a noi confermano che si coniò col solo nome della città: sul lato principale vi era lo stemma della Comunità racchiuso dalla leggenda "Placentia Augusta". La sudditanza a Roma era espressa solo dalle piccole chiavette decussate poste all'inizio della leggenda. Dai documenti di zecca conosciuti si evince che il valore nominale di queste monete, denominate “crociati” era di un quattrino.

Dopo alcuni mesi dalla riconferma dei diritti di zecca, il Papa o le autorità ecclesiastiche e laiche che a suo nome esercitavano il potere temporale sulla città, ritennero maturi i tempi per evidenziare l'avvenuto inglobamento di Piacenza nello Stato Pontificio; l'8 marzo 1515, pervenne alla Comunità un breve di Leone X che imponeva di apporre sulle monete prodotte nella zecca i titoli e gli attributi del potere temporale del Papa e, in aggiunta, anche le insegne del Comune: "ut Nummos Aureos, Argenteos, Aereos cum huiusmodi litteris, LEONIS X. PONT. MAX. MUNUS, ab alio vero latere cum vestris Insigniis in Ista Civitate cudere, eosque ubique locorum adsportare, et pro justo pretio expendere possitis". La volontà papale trovò rapida applicazione e le monete anonime coniate fino a quel momento vennero sostituite da una nuova emissione riportante al diritto il nome del pontefice e al rovescio lo stemma della Comunità nel campo.

Qualcuno è a conoscenza di altri esemplari?

Modificato da giollo2
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