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A PROPOSITO DELLE INEFFABILI MIKRA’ KERMATA CONIATE IN SICILIA

A PARTIRE DAL VI sec. a.C. ...

“E' un miracolo che il grembo delle terre siciliane

in aree sperdute ne (le piccole monete di argento) abbia custodito rari campionari

che sono emersi per la gioia degli studiosi…”

[G. Manganaro]

... E DELLE LORO SORELLE MAGGIORI !

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INDICE DEI VARI CENTRI EMITTENTI

Raccolta di link alle discussioni relative ad ogni singola zecca siceliota esplorata nella sezione Sicilia greca, a partire proprio dal topic Obolichepassione. La finalità di questo Indice di sezione mira a rendere più agevole il ritrovamento dei vari argomenti e nello stesso tempo tenere memoria storica di quanto già sviscerato o meno… Le zecche via via ultimate saranno qui inserite in ordine alfabetico.

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1. ASPETTI GENERALI

1a) presenti nella discussione Obolichepassione - Sezione Sicilia Greca

Aspetti metrologici, storici e lessicali relativi alle frazioni in argento: mikrà kermata

Discussioni sul mondo calcidese e sulla colonizzazione greca in generale

1b) presenti nella Sezione Sicilia Greca

Bibliografia della monetazione greca in Sicilia

Elenco-delle-zecche-siciliane

1c) presenti nella Sezione Articoli e Manuali

La nascita della moneta.

1d) presenti in siti esterni a Lamoneta.it

Presenza e funzioni della moneta nelle chorai delle colonie greche di Sicilia -Mariangela Puglisi - M. Caccamo Caltabiano

Saggio assai interessante e ricco di cartine illustranti le zecche di età arcaica e classica e quelle di età post-dionigiana. Ampi riferimenti ai ritrovamenti monetali in Sicilia.

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2. LE ZECCHE

Abakainon - Abacaenum

Adranon - Adrano

Aitna - vedi anche in Katane (parte I-II)

Akragas - Agrigentum

Carthago in Sicilia (vedi in Motya)

Entella

Eryx – Erice

Galaria

Gela

Henna

Herbessos - Herbessus - Erbessus

Himera

Inessa - vedi Aitna

Katane - Catania: I parte - II parte

Kimissa

Leontinoi – Leontini

Longane

Messana - Zankle …. e uno sguardo oltre lo stretto: Rhegion

Motya - Mozia

Naxos - Naxus

Lopadousa - Lampedusa

Mamar

Panormos - Palermo

Segesta

Selinous – Selinus - Selinunte

Solous - Solus - Solunto

Stiela

Zankle – Messana …. e uno sguardo oltre lo stretto: Rhegion

post-6487-0-96646100-1329928488_thumb.jp Continua .... :rolleyes:

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HIMERA : la polis, la chora (649 a.C. – 409 a.C.)

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Secondo Tucidide (VI, 5,2) i primi coloni, guidati dagli ecisti Euclides, Simo e Sacone, erano di origine mista, in parte calcidesi provenienti da Zankle (l’odierna Messina) e probabilmente anche dalla madrepatria Calcide in Grecia, e in parte genti doriche, gli enigmatici Myletiadi, fuoriusciti per motivi politici da Siracusa.

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… tutte le vie portano a Himera!

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Nata come colonia di ripopolamento con cui i Calcidesi erano andati alla ricerca di un'effettiva espansione territoriale ad Ovest dei centri di Zankle e di Mylai, la "isolata" Himera faceva davvero gola a tutti data la sua posizione geografica favorevole:

- sul Tirreno, che la poneva crocevia di commerci con gli Etruschi a nord, con l'area punica a ovest e greca a est …

- e alla confluenza dei Fiumi Himera settentrionale e Himera meridionale (il poeta lirico imerese Stesicoro fu il primo autore a giudicare comuni le fonti dei due fiumi), vere e proprie vie di collegamento fra i principali snodi degli entroterra agrigentino ed imerese. La media valle dell'Himera, inoltre, - sfruttando il passaggio da una valle fluviale all'altra - offriva innumerevoli possibilità di spostamento fra il centro e le regioni orientali ed occidentali dell'isola...

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Himera

su questi siti esterni a LaMoneta.it :

Monete di Himera e Thermae in Wildwinds.com

Monete di Himera - Progetto Magna Graecia Coins – Copyright J.E. van Wielink

Himera, Sicily – Digital Historia Numorum - B. Head- HTML by Ed. Snible

Himera: la storia e la ricerca archeologica nella ricca trattazione - a cura di Stefano Vassallo - presente nella Guida Breve edita dalla Soprintendenza ai beni Culturali e Archeologici di Palermo – Regione Sicilia.

Guida breve di Himera a cura di Stefano Vassallo - sfogliabile online

Guida breve di Himera a cura di Stefano Vassallo – da scaricare in PDF

Cartografie sulla colonizzazione greca e Organizzazione degli insediamenti in Sicilia e Magna Grecia, a cura e Copyright del Prof Jacopo Bonetto, titolare degli insegnamenti di Archeologia greca e Archeologia della Magna Grecia presso il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Padova.

Cartografie nel PDF/02 a cura e copyright del prof. J. Bonetto – pag 13 Mappa Colonie greche in Occidente

HIMERA: in Organizzazione degli insediamenti, pag 30 - PDF/06 a cura e copyright del prof J. Bonetto

I materiali didattici online a cura e copyright del prof. J. Bonetto sono scaricabili in toto qui

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Indice delle tematiche inerenti Himera e la sua chora

dibattute principalmente nel topic “Obolichepassione” o in altre discussioni

presenti nella sezione Sicilia greca

I vari post sono stati - per quanto possibile - raggruppati per argomento.

1. Himera: storia e generalità dalle origini alla caduta (649-648 a.C.)

L’antica Himera: breve introduzione (Sezione: Sicilia Greca)Il legame di Heracles con le Ninfe e le acque termali di Himera

Fiumi Salso-Himera e Platani-Halykos come vie di penetrazione verso i centri indigeni dell’antica SIKANIA - Mappa

Himera posizione geografica favorevole, sul Tirreno e alla confluenza di una vasta rete idrografica

Ceramiche di produzione locale ad Himera, tra VI e V secolo

Parallelo Selinus-Himera; inizio monetazione metà VI sec. a.C.

2. Monetazione arcaica: fine VI secolo a.C. – 483 a.C.

Adozione del sistema calcidese fondato su una dramma di g. 5.70 in analogia con le altre colonie euboiche calcidesi siciliane Naxos e Zancle, e d'Italia Reggio e Cuma.

Parallelo Selinus-Himera; inizio monetazione metà VI sec. a.C.

Obolo arcaico di Himera (Sezione: Sicilia greca)

Emilitra di Himera con galletto

Dracma Himera richiesta di identificazione gallo volto a destra (Sezione: Identificazione monete antiche)

3. 485-483 a.C. : la tirrania di Terrillo

“Nulla si sa delle modalità di avvento al potere di Terillo, presumibilmente intorno al 485 a.C., mentre si sa che nel 483/2 a.C. fu costretto alla fuga da Terone di Akragas, che aveva già conquistato nel 485 a.C. l’importante emporio di Herakleia e che puntava ad Himera quale altro grande porto controllato ormai dalla coalizione punico-reggina. Una volta messo in fuga, Terillo, forse spinto da Anassila di Rhegion (del quale era suocero), si affrettò a chiedere l’intervento dei Punici (che miravano a tutelare i loro commerci nel Tirreno e nello Stretto di Messina ora minacciati dai successi dell’akragantino Terone e del siracusano Gelone) (Erodoto 7, 165), che poi culminò nella famosa disfatta cartaginese del 480 presso Himera.” (Fonte: “A proposito di un Obolo arcaico di Himera” – Monete Antiche n° 58, Luglio-Agosto 2011, Nota 6 pag. 3.)

Testina attribuita ad Apollo sul Rovescio della litra arcaica di Himera peso 0,82g

Analisi stilistica della testina attribuita ad Apollo sul Rovescio della litra arcaica di Himera peso 0,82g

Diritto dove si ravvisa un gallo sulla litra arcaica di Himera peso 0,82g

Ipotesi a confronto tra Obolo Ninfa Himera Aphrodite - Gallina o Apollo - galletto

Esemplare ex Collezione Moretti dell’obolo Ninfa/Gallina interpretato anche con Apollo/Gallo

Ancora ipotesi Apollo sul D dell’obolo arcaico di Himera da Piakos

Ancora ipotesi gallo sul R dell’obolo arcaico di Himera da Piakos

Profilo dell’Aphrodite di Knido per confronto con la testina arcaica sull’obolo di Himera del tempo di Terillos

Sulle tracce di influssi ionici dal sapore tardo arcaico: l’Aphrodite sulle dracme di Knidos e i Kouroi Milani: dal post 397 fino al post 402

Due fotografie dal temenos sull’acropoli di Himera

4. Tirannia di Terone e di suo figlio Trasideo (483-472 aC).

Himera agrigentina: viene abbandonato il sistema calcidese (fondato su una dramma di g. 5.70 in analogia con le altre colonie euboiche calcidesi siciliane Naxos e Zancle, e d'Italia Reggio e Cuma) e adottato il sistema che era stato di Agrigento (didrammo euboico-attico o secondo una diversa ipotesi euboico/corinzio di g. 8,70 circa)

Tirannidi del V secolo e loro influenza sulle colonie calcidesi in Sicilia - area Imerese, dello Stretto, Etnea

Sema del granchio ad Himera – Tirannidi e sinecismi: tentativo di annientamento del ghènos chalkidikòn

Himera agrigentina e il simbolo del granchio tra Cos, Akragas e Himera

Il granchio di COS a confronto con il granchio di Akragas

Himera nel IV secolo aC – Christof Boehringer

Identificazione dracma HIMERA periodo di Terone (sezione: Identificazione monete antiche)

Dracma di Himera di tipo acragantino: Gallo/Astragalo – ex collezione Moretti (Sezione: Altre monete antiche)

Influssi tra Kymai e Himera agrigentina del 480-472 a.C.: didramma di Cuma 475aC, Athena/Granchio con mitilo tra le chele

Dracma di Himera gallo-astragalo 482-472 Diritto

Diritto di un Onkion non identificato forse astragalo oppure elmo di Himera

Rovescio con globetto di un Onkion non identificato – con al D forse astragalo oppure elmo di Himera

Rinvenuti i resti dei caduti della battaglia di Himera 480aC (Sezione: Storia e Archeologia)

5. La fine della tirannide di Terone (472 a.C.) e la breve avventura di Trasideo portarono Himera sotto la diretta influenza siracusana.

La morte nel 472 a.C. di Trasideo, figlio del potente Terone, sancisce la fine del rapporto Akragas- Himera e l’inizio di un periodo di prosperità.

Inizia la coniazione di tetradrammi con al D/ una quadriga e al R/ la raffigurazione di una ninfa, HIMERA/Aphrodite arcaica, in atto di sacrificare, fino alla distruzione da parte dei Cartaginesi, alla fine del secolo (409 a.C.).

Tetradramma Ninfa Himera offerente / Sileno alla fontana

Sullo stile del tetradramma Ninfa Himera sacrificante / Sileno alla fontana

Didramma Ninfa Himera SOTHER Tetradramma Ninfa Himera Offerente Sileno alla fontana leonina

Ninfa Sosipolis salvezza della città di Gela 440aC : affinità tipologiche con la Ninfa Himera salvifica SOTHER

Protome di leone – simae dal Tempio della Vittoria di Himera

Himera - Himeros e ruota

Riflettendo sulle figura di Silenos / Bes, a partire dal cratere di Sabucina (centro indigeno ai limiti della chora di Himera). Dal post 67 al 74 – Sezione: Sicilia greca, topic: “Il tetradramma di Aitna”)

6. Litra: protome di mostro alato/efebo su caprone-TYCHON ed Emidracma: efebo nudo su caprone, che tiene caduceo e soffia sulla buccina/ NIKA – Nike con aplustre

Litra Himera 479-409 protome di mostro alato e con corna / efebo su caprone – Identificazione con Tychon Fortunello e come gryllos

Esempi di gryllos, su bronzo celtico e altro

Efebo su caprone al R/ della litra di Himera: ipotesi di identificazione – Testa di caprone sull’exas ex Collezione Moretti

Litra e tetras con testina cornuta e protome alata

Litra Himera mostro alato con corno caprino – Ipotesi KIMARA (su emilitre bronzee) come richiamo a CHIMAERA

Emidracma di Himera – al Dritto: efebo nudo su caprone, che tiene caduceo e soffia sulla buccina / NIKA - Nike con aplustre

Emidracma di Himera – al Rovescio : NIKA - Nike con aplustre

7. Exas testina di caprone/due globetti e Tetras testa maschile barbuta con lungo corno ricurvo/tre globetti

Altro esemplare di exas Testina di caprone (dubbio?)

I tre esemplari noti di exantes “Testa di caprone” a confronto

Quarto esemplare di exas di Himera (terza variante anepigrafe) testa di caprone

Tetras e litra con testina cornuta e protome alata

Tetras con tre globetti (1/4 di litra) con testa maschile barbuta e lungo corno di caprone: proposta di identificazione del tipo al D/ su exas e tetras e sul R/ della litra

Tetras con testina maschile barbuta e lungo corno ricurvo

8. Tetras testina maschile cornuta /tre globetti leggenda PAN : Himera o Panormos ?

Tetras testina cornuta etnico PAN attribuito dubitativamente (?) ad Himera

Tetras testina cornuta etnico PAN attribuito a Panormos (?) e non a Himera

Ex Collezione Athos Moretti di mikrà – Tetras di Panormos a leggenda PAN

9. Ritratto frontale a Himera - terminus ante quem per lo schema dell'Arethousa di Kimon

Emilitra bronzea Ninfa Himera ritratto frontale

Testine frontali prototipo o copia dell’Arethousa di Kimon

Testine frontali prototipo o copia dell’Arethousa di Kimon – Tavola completa da Evans

10. Pelops Kronios e Serie oplitica

Onkion argenteo 0,10/0,12gr. - D/: profilo maschile barbuto/ un globetto; probabilmente di Himera

R/: Onkion con globetto

Confronto Onkion e Litra con profilo barbuto; richiamo allo Zeus Kronos della serie tarda litra-dilitron a leggenda IMERAION

Leggenda KRONOS della serie litra-dilitra, IMERAION, una ulteriore interpretazione: Il culto di Pelops a Himera

Culto di Pelops nella stoà ovest Acropoli di Himera – evidenza archeologica

Parallelo tra gli “heroon” dell’eroe-ecista fondatore di Selinunte/Megara e Himera

Culto di Pelops a Himera - evidenza numismatica

Culto di Pelops a Himera – Ergotele in Pindaro

Serie oplitica barbuto elmato post dal 425, 426 fino al 440

Himera litra con schinieri

Emiobolo Himera serie oplitica

Onkion - Litra di Himera testina barbuta ex collezione Moretti– Litra serie Zeus Kronos

Diritto di un Onkion non identificato forse astragalo oppure elmo di Himera

Rovescio con globetto di un Onkion non identificato – con al D forse astragalo oppure elmo di Himera

Elmi e schinieri sulle litre della serie oplitica di Himera V sec. (Sezione: Sicilia greca)

Parallelo tra profilo barbuto sulle litre e su ceramica di Himera

Profili barbuti e con baffi su litre della serie oplitica: post 437 - 438

Testa elmata a sinistra al D/ di litra della serie oplitica

Gambali/schinieri sul R/ della litra precedente della serie oplitica

Emiobolo serie oplitica, 0.32gr.: testa elmata e barbata/ruota – esemplare apparentemente non pubblicato

Riflessioni su lettere arcaiche dell’alfabeto calcidese su serie oplitica di Himera

11. Il mistero delle “Telline”: litra anepigrafe Tellinae/ruota attribuita ad Himera

Litra anepigrafe Tellinae/ruota attribuita ad Himera: il Dritto

Litra anepigrafe Tellinae/ruota attribuita ad Himera: il Rovescio

L’enigma delle “telline”: dal post 444 fino al post 471, lungo dibattito sull’attribuzione a Himera e sul significato dei simboli effigiati sulla litra anepigrafe!!!! Galleria di ulteriori esemplari in letteratura

L’enigma delle “telline”: la soluzione dell’appassionante giallo, by A.Campana-G.Santelli (estratto da Monete Antiche n° 51 maggio/giugno 2010)

Exas tellina chiusa con perline disposte intorno irregolarmente 0,77gr – da Manganaro “Dai mikrà kermata al chalcokratos kassiteros, in Sicilia nel V sec. a,C.)

12. La serie litra/dilitra ad etnico arcaico IMERAION: Zeus Kronos/Fulmen

Serie litra dilitron di Himera-Thermae, etnico IMERAION, con Zeus Kronos al D – dal post 393 al 396 e ancora dal 403 al 405 compreso

Dilitron gr. 1,32 Zeus Kronos/aquila con chicco

Serie litra dilitron di Himera-Thermae, etnico IMERAION, con Zeus Kronos al D – dal post 393 al 396 e ancora dal 403 al 405 compreso

Poster di passaggi in asta della Litra KRONOS – IMERAION- HIMERA THERMAI

Analisi esemplari dubbi e passaggi in asta della litra KRONOS/fulmen – Imeraion – Himera Thermai

Serie Litra dilitron Himera Kronos/fulmen in Cutroni Tusa

Serie Litra Kronos/fulmen in Manganaro

Confronti Litra Kronos Zeus Eleutherios in Manganaro

Correzione attribuzione moneta Zeus Eleutherios

Confronto immagine Zeus giovanile Kronos in Manganaro e Boehringer

Discussione su litrae dubbie IMERAION KRONOS/fulmen (Sezione: Sicilia greca, Topic:Litra Himera)

Himera nel IV secolo aC – Christof Boehringer: traduzione italiana. Post 21-22-23 (Sezione: Sicilia greca, Topic: Litra Himera)

Leggenda KRONOS sulla serie litra-dilitra IMERAION, una ulteriore interpretazione: culto di Pelops a Himera

Serie litra IMERAION: Giovane Heracles/Promachos

Himera/Salamina : paralello Temistocle e Timoleonte

13. Nuova luce sulle misteriose emissioni a leggenda SICHAS

Akis o Sichas - una misteriosa emilitra testa cornuta di dio fluviale e aplustre con NIKA – riferimenti bibliografici ed analisi monetale

SICHAS: vecchie attribuzioni dell’emilitra dio fluviale e aplustre, rinvenimenti monetali, connessioni con emidramma di Himera a leggenda NIKA - Identificazione della zecca nell’area di Himera

SICHAS emilitra – rinvenimenti e analisi della leggenda su ulteriori esemplari

Tetras Manganaro a leggenda SICHAS – confronti

Legame SICHAS – HIMERA: ulteriore prova dal tetradramma con Sileno alla fontana leonina

14. Litra “Ninfa SARDO’” di area termitana

Litra “ Ninfa SARDO’ ” di area termitana

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Onkia di Himera con Gorgoneion e un globetto e riflessioni sul mercato del bronzo siciliano oggi pesantemente inquinato da falsi.

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Abakainon – Abacaenum

(Zecca di emissione di età arcaica e classica)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Abakainon

1. Siti esterni a LaMoneta.it:

Monete di Abakainon in Wildwinds.com

Monete di Abakainon – progetto Magna Graecia Coins

Monete e storia di Abakainon - Digital Historia Numorum – B.Head, HTML by ED. Snible

Le monete di Abakainon con relativi passaggi in asta: ricerca mediante le parole chiave Abakainon, Abacaenum, Abaceno

Abakainon in Acsearch.info

Abakainon in CoinArchives.com

2. Post all’interno della discussione Obolichepassione:

Litra di Abakainon con al D/ ritratto frontale di ninfa/Apollo (?) - fine V secolo (epoca dei Maestri firmanti); R/ con scrofa e cucciolo, etnico ABA.: post 208-210

Rovescio della litra precedente, con scrofa e cucciolo, etnico ABA

Altri esemplari di litra con ritratto frontale e scrofa con cucciolo - etnico ABA: post 209-210

Emilitra con al D/ testa di Ninfa; R/ scrofa, etnico ABA – post 211-212

Altri frontali da Abakainon – Cenni sulla zecca- Post 213-218

Litra con profilo di divinità maschile, Zeus (?) ed etnico suddiviso in ABAK al D/ e AINI sul R/. Post 219-220.

Incipit del dibattito sui ritratti frontali: Ninfa Himera (al D/ dell’emilitra bronzea di fine V secolo), considerata quale terminus ante quem per lo schema dell’Arethousa di Kimon, Siracusa.

Splendidi ritratti frontali al D/ di litrae di Abakainon. Continua il confronto stilistico con altri frontali su rari bronzi di Abakainon stessa (onkia di bronzo, post 261) e Metaponto (post 228-229) e su argenti di Motya, Katane (Apollo di Choirion ed Herakleidas), Siracusa (Aretusa di Kimon), Kamarina: dal Post 225 al 261 compreso.

Emilitra rarissima di Abakainon, con profilo femminile ed etnico AB – post 264-265

Altra emilitra molto rara – etnico ABA - post 268-269

Confronto stilistico tra le testine di divinità maschile con capelli lunghi e passaggio ad un nuovo tipo con capelli corti

Confronto con il profilo di Dionysos sulle litrae di Naxos – post 271-273

Abakainon – nuova variante? – Post 278-279

Abakainon (centro indigeno ellenizzato) e la punica Motya: riflessioni sulle iconografie monetali di questi due centri

Litra di Abakainon, variante rara ad etnico ABAK

Commento alla litra precedente. Altra litra con ritratto frontale, post 291-292

Litra “dubbia” di Abakainon ABA-KAIT(???). Confronto con la variante ABA-KAINI sicuramente autentica (esemplare NAC 33/2006 n. 58)

3. Altra discussione nella Sezione Sicilia Greca

Abakainon, Emilitra Campana 12: D/ Ninfa, variantecon capelli riccioluti; R/ cinghiale, etnico ABA (Discussione nella sezione Sicilia greca)

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Discussioni sul mondo calcidese e sulla colonizzazione greca in generale

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1. Siti esterni a LaMoneta.it:

Cartografie sulla colonizzazione greca e Organizzazione degli insediamenti in Sicilia e Magna Grecia, a cura e Copyright del Prof Jacopo Bonetto, titolare degli insegnamenti di Archeologia greca e Archeologia della Magna Grecia presso il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Padova.

Cartografie nel PDF/02 a cura e copyright del prof. J. Bonetto – pag 13 Mappa Colonie greche in Occidente

Organizzazione degli insediamenti, PDF/06 a cura e copyright del prof J. Bonetto

I materiali didattici online a cura e copyright del prof. J. Bonetto sono scaricabili in toto qui

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2. Post all’interno della discussione Obolichepassione - sezioneSicilia Greca in Lamoneta.it:

La piana di Katane ante 476aC - Nuove idee e ipotesi su rapporti politici e flussi commerciali – parte I

La piana di Katane ante 476 aC – parte II: valli dell’Alcantara e Simeto come vie di penetrazione anche verso Himera

La piana di Katane – parte IIIa: Correlazioni e contrasti tra le Polis calcidesi e quelle doriche per il predominio

La piana di Katane: parte IIIb: Correlazioni e contrasti tra le Polis calcidesi e quelle doriche per il predominio – La battaglia di Himera – Demareteion frazionale, obolo, di Siracusa ex coll. Trampitsch

Calcide: mappa

Tra madrepatria euboica e Isola Pithekoussai (Ischia) nel sec. VIII: prime colonie calcidesi in Campania e Sicilia – Il Cratere del naufragio (stile tardo geometrico, più antico esempio di pittura vascolare figurativa rinvenuto in Italia)

Immaginario euboico e stile geometrico a Pithecoussai

I Calcidesi nel Mediterraneo e l’alba dell’Occidente – parte I

I Calcidesi nel Mediterraneo e l’alba dell’Occidente - parte II: alle origini dell’intraprendenza marittima euboica - Lefkandi

I Calcidesi nel Mediterraneo e l’alba dell’Occidente - parte III: la coppa di Nestore

I Calcidesi nel Mediterraneo e l’alba dell’Occidente - parte IV - Lefkandi

Pithekoussai : emporio calcidese non una vera e propria colonia

Da Pithekoussai, alla costa campana (Cuma- Kymai) fino alle coste della Sicilia Orientale: flussi migratori dall’Eubea e insediamenti Calcidesi

Ancora Pithekoussai come emporion e non vera e propria apoikia

Invito alla riflessione sulla mancanza di moneta autoctona nelle piccole isole del Tirreno (eccetto Lipara) a differenza di quelle siciliane

Pithekoussai – lavorazione dei metalli – probabile peso premonetale di gr. 8.79, straordinariamente vicino al peso dello statere euboico attico di 8.72g.

Bibliografia online su Colonizzazione e Mondo greco fra VIII e V secolo aC

Ulteriori testimonianze di esperienze nautiche dei Pithekusani, anche notturne

Ulteriori testimonianze su Pithekoussai come “faro luminoso delle antiche culture europee”

Colonie euboiche e Cultura Ionica, tra Tirreno ed Egeo: riflessioni in libertà

Calcidesi in Sicilia: la prima fondazione – Naxos, Katane e Leontini, Zankle e Himera… Dracma calcidese di Naxos

Le popolazioni della Sicilia antica: Sicani, Elimi, Sicelioti, Siculi

”Nostos” … sull’asse Calcide-Pithecusa-Cuma-Naxos : i greci in Adriatico, il mare degli Iòni…

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Akragas – Agrigentum

(Zecca di emissione di età arcaica e classica)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Akragas - Agrigentum

1. Siti esterni a LaMoneta.it:

Monete di Akragas in Wildwinds.com

Monete di Akragas – progetto Magna Graecia Coins

Monete e storia di Akragas - Digital Historia Numorum – B.Head, HTML by ED. Snible

Le monete di Akragas–Agrigentum con relativi passaggi in asta:

Akragas in Acsearch.info

Akragas in CoinArchives.com

2. Post all’interno della discussione Obolichepassione:

Il sema del granchio tra Akragas, Himera agrigentina, Cuma e Cos:

Sema del granchio ad Himera sotto il dominio agrigentino. Himera adotta il sistema ponderale che era stato di Akragas – Tirannidi e sinecismi: tentativo di annientamento del ghènos chalkidikòn

Il simbolo del granchio tra Cos, Akragas e Himera

Il granchio di COS a confronto con il granchio di Akragas

Influssi tra Kymai e Himera agrigentina del 480-472 a.C.: didramma di Cuma 475aC, Athena/Granchio con mitilo tra le chele

Una litra Aquila/granchio dallo stile incerto e mancante delle lettere LI (litra): a seguire (post 339-349) disamina stilistica, ma.., col senno di poi, le perplessità vanno aumentando… :rolleyes:

Akragas emissione bronzea Persephone/Asklapios Sosios - parallelo con una delle ultime serie di Katane con monogramma sciolto in SOSI da Manganaro

Cenno al ritrovamento nella necropoli di Galera e Bagliazzo (vicino Selinunte) di didrammi e tetradrammi di Akragas

3. Altre discussioni presenti nella Sezione Greca o in altre aree di Lamoneta.it

Decadramma di Akragas del 410 a.C. Partendo dall’analisi dell’esemplare Weiss nell'asta Triton XV sequestrato il 4 gennaio 2012, lunga e dettagliata disamina dei coni (da Seltman), nonché stilistica. La discussione si apre poi all’analisi di altri esemplari dubbi tra i tetradrammi noti. Sono presenti riflessioni su aurei e nominali minori quali dracme, litrae, ecc… Confronto sull’intrigante “faccia umana-gorgoneion” presente sul carapace del granchio in alcuni coni.

Decadracma del 410aC di Akragas: foto ripresa allo Staatliche Munzsammlung Munchen

Tetradramma di Akragas: foto ripresa allo Staatliche Munzsammlung Munchen

Tetradramma di Akragas - 470-429 aC

Granchio in esergo, sotto la quadriga di Katane (tetradramma di fine V secolo): parallelo con le quadrighe di Akragas

La piccola Akragas: dal piccolo aureo protagonista del romanzo di Camilleri “La moneta di Akragas”, lunga disamina sull’unicum pervenuto al BM nel 1956. Confronto con un altro piccolo aureo di Akragas dalla collez. Luynes 846 e con altri aurei di Gela e Siracusa presenti nel ripostiglio 1956.

Diobolo aureo di Akragas

Akragas- Litra, 410-406 a.C. D/ AKPAΓANTINON (le ultime due N invertite. Due aquile con le ali aperte, a destra, che ghermiscono una lepre. R/ Granchio. Sopra, A. Sotto, pesce (cernia). Esemplari a confronto con la splendida e rara litra presente nell’Asta Artemide N. 35, lotto 39 -.

Bronzo di Akragas: ca. 338 - 287 a.C.; D/: ΑΚΡΑΓΑΝΤ, testa di Zeus laureato; R/: Aquila che ghermisce una laepre.

Alcune monete di Akragas (emidramma, emilitra e bronzo di Phintias)

Pentonkion di Akragas da identificare

Riproduzione moderna e in bronzo di un tetradramma di Akragas

La stessa riproduzione moderna e di fantasia (di noti tetradrammi e decadrammi di Akragas) riproposta pari pari un anno dopo ….

Curiosità sul sema del granchio ai tempi della Repubblica Italiana (1956)…:

Prove e progetti: un granchio sulla moneta da 20 lire della Repubblica Italiana - 1956

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Naxos - Naxus

(Zecca di emissione di età arcaica e classica)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Naxos


1. Siti esterni a LaMoneta.it:

Monete di Naxos in Wildwinds.com
Monete di Naxos – progetto Magna Graecia Coins
Monete e storia di Naxos - Digital Historia Numorum – B.Head, HTML by ED. Snible

Le monete di Naxos con relativi passaggi in asta:
Naxos in Acsearch.info
Naxos in CoinArchives.com


2. Naxos: post all’interno della discussione Obolichepassione:

Dal post 52 al post 58: tetras N-A kantharos/grappolo d’uva e tetras testina dio fluviale Assinos

Rara litra Dionysos/Sileno e confronto con il secondo tetradramma di Naxos

Altra litra di Naxos Dionysos/grappolo

Riferimenti della litra precedente: coniata nel periodo 461-430aC, descritta dal Campana al numero 9.

Polimorfismo di Dionysos in Nonno e panoramica del bellissimo profilo del dio su tre nominali del periodo 461-430aC, che seguì il ritono degli esuli di Naxos nella loro città: litra, dracma e tetradramma

Naxos, atto finale: litra dell’ultima produzione monetale di Naxos – 420-403 aC.

Dal post 157 fino a 159: analisi di altre due litrae dell'ultima fase di coniazione della zecca,classificate da Alberto Campana (Naxos, in Corpus Nummorum Italiae Antiquae) al numero 27 e 30 con Dionysos giovinetto imberbe.

Due emidrammi (413-404), Assinos/Sileno ebbro incoronato da selinon, il primo presenta la firma dell'incisore Prokles. Il selinon nelle celebrazioni bacchiche.

Post 161-162 - Altre due emissioni monetarie firmate dall’incisore Prokles: 2 Didrammi con al D/ Apollo Arkeghetes; litra di Katane coeva (415-404) Sileno / Fulmine alato con due scudi.

Litra di Naxos Campana 29, appartenente al periodo 415-403aC

Post 271-272- 273: confronto tra 3 emilitrae di Naxos e una litra coeva (450 a.C.) di Abakainon

Varianti a confronto della litra di Naxos Campana numero 29 (415-403 a.C.) Dionysos/grappolo. Analisi stilistica e confronto con un esemplare dubbio… A seguire, excursus sul problema dei falsi nella monetazione antica della Sicilia. Post 351 fino al post 354.

Analisi di un tipo particolare del didracma della Va fase della monetazione di Naxos (415- 403 aC.): Dionysos giovinetto imberbe e dai tratti quasi muliebri/Sileno ebbro con a fianco un tirso e un'erma dionisiaca itifallica. Invito a commentare le differenze tra i due esemplari presentati, di cui uno dubbio….Post dal 376 al 380.

Statere degli inizi della monetazione nella Naxos cicladica - 520-490 a.C., madrepatria della Naxos siciliana. Confronto con una dracma calcidese dalla Naxos Siciliana (Campana n. 1 b con etnico NAX-ION retrogrado, datato 530/520-510). I culti di Dioniso, Sileno e Apollo Arkeghetes importati in Sicilia a Naxos dall'egea Naxos. Viticultura e scambi commerciali nei centri euboici: diobolo di Mende con Dionysos/anfora.

Didramma di Naxos (nelle Cicladi) con un ritratto di Dioniso dal quale emerge immediatamente la differenza di stile e interpretazione rispetto al Dioniso della Naxos sicula calcidica

I calcidesi in Sicilia: la prima fondazione. Spettacolare dracma di Naxos calcidese (525 aC)

Excursus sulle testimonianze relative al VINO presenti in letteratura e sulle monete della Cilicia, Galaria, Naxos egea e Naxos siciliana, Chios, Tauromenion… Dal post 780 fino al post 791 …

Dal post 792 al post 800: Analisi delle fonti storiche e letterarie relative all'episodio della fondazione di Naxos siceliota in M. Guarducci. Tesi che l'Apollo Archegetes di Naxos sia proprio l'Apollo delio. Perché l'ecista calcidese Theokles assegna un nome non euboico (seppur ionico) alla prima colonia greca in Sicilia?

Riflessione sugli stretti rapporti tra i Calcidesi e gli Ateniesi per spiegare l'alleanza tra le città calcidesi della Sicilia e Atene negli anni della grande guerra del Peloponneso. Storiografia del mito dell'ecista fondatore di Naxos in Tucidide.

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Selinous – Selinus - Selinunte

(Zecca di emissione di età arcaica e classica)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Selinous - Selinus - Selinunte

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Le monete di Selinous con relativi passaggi in asta (parole chiave: Selinos, Selinous, Selinus, Selinunt):

Selinous in Acsearch.info

Selinous in CoinArchives.com

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2. Post all’interno della discussione Obolichepassione:

Uno sguardo alla monetazione

Le prime monete in argento di Selinunte: didrammi con grande foglia di selinon/Quadrato con triangoli (dal 520 a.C al 490 a.C.) o foglia in quadrato in incuso (più alcuni rari frazionali; fino al 470 a.C).

Tetradrammi e didrammi successivi e di piede attico. Classificazione di Schwabacher dei tetradrammi in 4 gruppi.

Primo gruppo di Schwabacher: quadriga al passo condotta da Artemide e Apollo/dio fluviale Selinos che sacrifica con una patera dinanzi all’altare.

Secondo gruppo di Schwabacher: quadriga al passo condotta dal solo Apollo, e spesso chicco di grano in esergo/dio fluviale Selinos sacrificante ricoperto da sottile veste

Terzo gruppo di Schwabacher: quadriga al passo a destra condotta dal solo Apollo/dio fluviale Selinos sacrificante di nuovo nudo

Quarto gruppo di Schwabacher: quadriga al galoppo e in esergo spiga di grano/dio fluviale Selinos sacrificante è sempre nudo.

Didrammi (non descritti da Schwabacher): Herakles con clava che afferra il toro cretese/dio fluviale (generalmente identificato con l’altro fiume Hypsas)

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La figura del cosiddetto “Offerente” sui tetradrammi e didrammi di Selinus: cronologia, analisi iconica

Questione cronologica assai dibattuta intorno alla comparsa del dio Fluviale Selinos sui tetradrammi: essa è strettamente correlata con il famoso ripostiglio di Selinunte 1923 (IGCH 2084)- 1923 in cui erano presenti anche didrammi e tetradrammi (tutti del primo gruppo di Schwabacher) di Selinunte. Analisi delle proposte di datazione: Schwabacher 467 aC; Herzfelder e Lloyd 455 aC; Jenkins 435 aC; Boehringer dal 440 aC.

Ipotesi interpretativa del personaggio sacrificante raffigurato su molti tetradrammi di Selinunte e che ha fornito l'ispirazione per le litre di Leontinoi e di Stiela (prima serie). L'Offerente come personificazione del dio fluviale Selinunte (post 682).

Dal post 722 fino al post 765: Apollo archegetes a Selinunte e a Stiela, tra documenti iconografici e monetali

Excursus di Apollinee identificazioni... attinenti ad alcuni rovesci monetali dell'antica Sicilia. A partire dal post 799 e fino al post 823, articolata e suggestiva disamina che - partendo dalla comparazione di antichi simulacri (tra cui i Kouroi di Piombino e Castelvetrano) e testimonianze da pitture vascolari - culmina nell'interpretazione (originale da Piakos) della figura dell’Offerente di Selinunte come Apollo archegete.

Dal post 824 al post 845: disamina sul significato dei “cornetti” raffigurati - sia uscenti dai lati della fronte, sia facenti parte di diadema/taenia - sulle testine di personaggi divini/divinizzati, in sculture (Efebo di Maratona, ..), pitture vascolari e documenti monetali (l’Offerente di Selinunte, divinità fluviali ad Akragas, …). La raffigurazione delle divinità fluviali: interessanti suggerimenti bibliografici.

Tesi di A. Brugnone secondo cui l'epiteto "Archegetes" non è esclusivo di Apollo ma pure di chiunque (eroe o un dio) abbia un ruolo di comando o sia stato il fondatore di una città oppure il capostipite di una famiglia o di una tribù….

La scena intorno alla figura dell'Offerente su tetradrammi e didrammi di Selinunte: riflessioni di carattere iconico su foglia di selinon, agalma del toro, serpente barbato (Zeus Meilichios?), gallo, .... Connessione con la litra Ninfa che nutre il serpente. Post 857, 858 e 859.

Litra di Selinunte: D/Ninfa (Eurymedon/Persephone?) e serpente; R/ Toro androprosopo. Analisi iconica sulle diverse varianti di questa deliziosa Litra di Selinunte del V sec. a.C., la cui iconografia allude e rimanda a una ricca messe di riferimenti storici, cultuali, letterari e mitologici … Dal post 117 al post 123

Riflessioni da M.Torelli sulle produzioni artigianali e architettoniche di Selinunte e la religiosità in esse espressa per provare a rilanciare la lettura della raffigurazione dell'Offerente sui tetradrammi/didrammi della polis.

Il dio fluviale Krimisos nel mito segestano dell’eroe fondatore Egesto (o Aceste, in greco Aigestos), figlio della troiana Egesta e di Krimisos trasformatosi in cane: nella scena del “Cacciatore” è infatti presente un cane, che è un cirneco (uno dei primi cani addomesticati) e che simboleggia anche il fiume locale.

Ancora sull’identificazione del Cacciatore come eroe fondatore e sull’ipotesi di un diffuso culto dedicato al fondatore della città.

Altre figure di “Offerente”, sia femminili che maschili, su emissioni di:

Himera

Mozia

Entella

Stiela

Leontini

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Un àgalma speciale: il "Giovane di Mozia" ... da Selinunte !

Un àgalma speciale: il "Giovane di Mozia"…. da Selinunte! Vera e propria poesia marmorea... Confronto stilistico con la coeva metopa Herakles e Amazzone (Tempio E di Selinunte) e con i Kouroi di Leontini.

Ancora sul "Giovane di Mozia": riflessioni sulla Materia (il marmo pario), sullo Stile (lo Stile Severo), sul Movimento sinuoso, unico nel suo genere, su Artista e Committenza ...

"Il Giovane di Mozia": link a una vecchia discussione. Continua l'analisi con riflessioni sull'Identificazione, l'Autore e la Committenza; sul marmo pario (la Venere di Morgantina ha testa, braccia e mani in marmo pario). Link ad una vecchia discussione sempre sul "Giovane di Mozia".

Il Giovane di Mozia": ulteriori riflessioni sulle caratteristiche del marmo Pario (cenno all'originale greco delle Niobidi al MNR), sulla ricca Committenza, sull'Identificazione e sulla provenienza.

Risposte inerenti a:

a) statue in Sicilia, oltre al Giovane di Mozia, in marmo pario: uno dei più preziosi e raffinati disponibile all'epoca per la statuaria.

b) il movimento sinuoso del corpo dell'èfebo/atleta che si distacca da qualsiasi altra produzione statuaria siciliana: riflessioni sul leggero e aderente chitone drappeggiato che offre l'"impressione che lo scultore abbia voluto ritrarre un nudo e sia stato costretto a vestirlo..." (A. De Vita)

c) Confronto stilistico della veste del Giovane di Mozia con il tetradramma di Panormos (due soli gli esemplari noti) su cui l'Offerente appare avvolto in una veste stretta ai fianchi e con un lembo riportato sul braccio sinistro che gli lascia scoperto il petto.

d) Identificazione: Auriga o divinità? Riflessioni sui nessi tra atletismo, culti connessi all'atleta-eroe nelle polis siceliote del V sec. a.C. Il culto dell'atleta-eroe nel V secolo prsenta una forte valenza sia religiosa che politica

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Disamina approfondita sul possibile significato della presenza su testine maschili di un solo corno o di due cornetti, al fine di formulare ipotesi alternative di identificazione dell’Offerente.

Dal post 824 al post 845: disamina sul significato dei “cornetti” raffigurati - sia uscenti dai lati della fronte, sia facenti parte di diadema/taenia - sulle testine di personaggi divini/divinizzati, in sculture (Efebo di Maratona, ..), pitture vascolari e documenti monetali (l’Offerente di Selinunte, divinità fluviali ad Akragas, …). La raffigurazione delle divinità fluviali: interessanti suggerimenti bibliografici

Una ipotesi alternativa di identificazione dell'offerente: non divinità fluviale, non Apollo ma …

Parte Ia. - Il cornetto che indossa l'Offerente: il dibattito continua... Riflessioni critiche sulle varie interpretazioni dell’Offerente quale Apollo archegetes/divinità fluviale, in riferimento alla presenza di cornetti. Riferimenti da R. Martini, Lehmann 1946, B.S. Ridgway. Il corno di Pan: confronti su monete e statue. Riferimenti bibliografici ulteriori.

Rappresentazione del cosiddetto nastro della vittoria, in greco tainia (victory-ribbon o fillet in inglese), che compare nell'atto di essere annodato da una piccola Nike al braccio del nostro Offerente sul R/ di questo raro didramma di Selinunte (NAC Auction 54), 409aC, …. A sn: un atleta con una tainia annodata al braccio incorona un'erma itifallica di Hermes con caduceo mentre una Nike si appresta a cingergli il capo con un altro nastro della vittoria. Cratere a figure rosse, ca 410 a.C., Agrigento, Museo Archeologico, inv. N. R178/a.

Interpretazione del cornetto attaccato alla taenia/ "proiezione fogliforme" in associazione con i giovanili lineamenti dell'efebo come un richiamo alla maturazione sessuale dell'efebo e alla Vittoria intesa anche come superamento dell'infanzia e adolescenza, con l'affermazione della raggiunta maturità virile (e quindi della possibilità di servire militarmente e politicamente la patria).

Link al lavoro di Blum su Stefane consultabile (ma non scaricabile) nel sito della rivista "Revue Archéologique".

Accenno ai riti a cui i giovani efebi erano iniziati nel nome di Hermes ed Heracles. Ma il cornetto e la potenza sessuale si addicono anche agli atleti vittoriosi che venivano divinizzati e fatti oggetto di culto - con tanto di statue ad essi dedicate nei templi - proprio perchè trasferissero questo loro vigore e potenza fecondante anche alla loro città...

Ritorna il dilemma sulle figure maschili con cornetto: eroe fondatore o divinità fluviale ??? Dal tetradramma di Segesta, unicum, della collezione de Luynes con il Cacciatore senza pileos e con un cornetto singolo sulla fronte…, rilancio delle ipotesi di M. Caccamo Caltabiano, Cutroni Tusa e Marconi che lo identificano proprio in virtù del cornetto come il dio fluviale Krimisos il quale, nella veste di un cacciatore con corno sulla fronte, prenderebbe qui il posto del mitico eroe fondatore Egestos….

Approfondendo l’indagine sulle testine con “cornetto” su monete e pitture vascolari della metà del V secolo a.C.: protuberanza fogliforme/cornetto su testina diademata al D/ di un obolo di Mytilene (Lesbos) con al R/ protome di vitello. Secondo S. Blum, STEPHANE, si tratterebbe di ornamento portato da figure connesse all’efebia o a ginnasi/palestre. Taenia e cornetto su pitture vascolari: Lekytos con efebo e Cratere apulo con Hermes Enagonios.

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Sulle rotte commerciali dei Focesi… approdo a Selinunte, sulle tracce di un misterioso obolo anepigrafe con protome di toro con corno, segnalato da Manganaro ed attribuito a Selinunte su base esclusivamente iconografica

Obolo di Mytilene (Lesbos) con al R/ protome di vitello: inizia il viaggio sulle tracce dell’evoluzione del tipo “testa di vitello con pieghe giugulari” sulle rotte dei Focesi.

La testa di vitello del tipo "a pieghe giugulari" - molto più rara rispetto alla protome di toro con lungo corno e zampa anteriore - parrebbe limitata alle emissioni di Lesbos (El Hekte di Mytilene) e ad una breve comparsa sulle monete di Focea. Secondo M.Caccamo Caltabiano il tipo consentirebbe di tracciare un chiaro percorso che a partire dall'isola di Lesbos, precisamente da Mytilene, tocca Focea per poi proseguire verso Occidente seguendo le rotte commerciali dei Focesi. Conclude il viaggio esprimendosi nelle emissioni di tipo Auriol, non senza aver prima esercitato la sua influenza pure sulle emissione di Anaxilas… Un tuffo nell’immaginario focese nelle prime emissione di Massalia e in quelle di Anaxilas a Messana (link).

Riflessioni da A.Carbè che sottolinea le estese relazioni tra Selinunte e il mondo greco. Confronto tra le prime emissioni di Selinus e di Kamiros (Rodi) le uniche con una foglia come tipo monetale (prima metà VI sec.) e utilizzo di due globetti. Interpretazione della foglia di selinon (a Selinunte) e di fico (a Kamiros) quali epifanie di divinità maschili (Zeus Meilichios a Selinunte e Apollo a Kamiros). Presenze focesi a Selinunte: testimonianze in L. Antonelli.

I Primi Oboli di Selinunte arcaica:

"I Primi Oboli di Selinunte arcaica": dal saggio di L. Lazzarini, riflessioni sull'attribuzione a Selinunte degli oboli anepigrafi "protome di torello con pieghe giugulari", alla luce di due ripostigli di questi oboli rinvenuti nella chora di Selinunte. Parallelo con la prima monetazione di Himera e di Naxos.

I Primi Oboli di Selinunte arcaica: Oboli della 1a serie. Le prime emissioni di Selinunte (didrammi arcaici con foglia di selinon) sembrano agganciarsi al sistema metrologico di tipo corinzio.

Ancora sulla metrologia dei didrammi arcaici di Selinunte, in realtà tridrammi corinzi. Testimonianze degli stretti rapporti tra Selinunte e Corinto dai ripostigli di Selinunte e di Galera e Bagliazzo. Suggerimenti bibliografici.

I Primi Oboli di Selinunte arcaica: Oboli della 2a serie (530-525 a.C.)

I Primi Oboli di Selinunte arcaica: Oboli della 3° serie (525-510 a.C.), la più abbondante

I Primi Oboli di Selinunte arcaica: Oboli della 4a serie (510 a.C.) in assoluto la più scarsa

I Primi Oboli di Selinunte arcaica: Quiz finale ... ;-)

... La soluzione ;-)

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3. Altre discussioni nella Sezione Sicilia Greca

Selinunte 435-415 oncia in bronzo: Foglia di selinon/Kantharos-un globetto in alto

Inizi della monetazione in bronzo in Sicilia – Cenno alla monetazione in metallo fuso di Selinunte, Himera, Akragas e Lipara, in forme del tutto estranee alla tradizione greca. alcuni esemplari da Akragas

Tetradramma selinuntino con Quadriga al passo guidata da Apollo e Artemide/dio fluviale Selinos sacrificante

Cenni alla storia di Selinunte nelle fonti storiche citate in “HIMERA NEL IV SEC. a.C. - Christof Boheringer”

Divinità fluviali su monete di Sicilia (tra cui Selinunte) e Magna Grecia (Sezione Magna Grecia)

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Henna

(Zecca di emissione di età arcaica e classica, e di età post-dionigiana)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Henna

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Le monete di Henna con relativi passaggi in asta

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2. Post all’interno della discussione Obolichepassione:

Due litre argentee di Enna, etnico HENNAION :

a) Litra con al D/ Demetra con corona di spighe, al R/ Demetra a braccia aperte, con fiaccola e phiale, in atteggiamento “Offerente” di fronte ad un altare.

b) Litra con al D/ Demetra su biga con fiaccola (o mazzo di spighe); al R/ Demetra a braccia aperte e con fiaccola davanti ad un altare.

Cenni storici sulla monetazione e sui culti di Henna. La Fonte sacra Hennaia.

Demeter Hennaia: Le emissioni di Henna ci presentano una Demeter “nuova”, che trascende la Ceres romana e pure la Demeter più famosa, quella tesmoforica ed eleusina nella sua specifica appartenenza ateniese, completando un’operazione già lanciata nell’ambito del contenzioso tra Siracusa ed Atene nel V secolo.

DEMETRA-CERERE di Henna Versus AFRODITE-VENERE di Erice: qui confronto con la spettacolare litra di Eryx (Erice) con Afrodite Ericina seduta che attira a sè un giovinetto che cerca di resisterle (Adone?)

Demetra a braccia aperte e in atteggiamento di “Offerente” sulla litra di Henna richiama la Ninfa Himera effigiata con phiale e davanti ad altare sui tetradrammi di Himera.

Altre figure di “Offerente”, sia femminili che maschili, su emissioni di:

Himera

Mozia: Ninfa sacrificante sul rovescio di una rara litra attribuita alla punica Motya (Mozia), 420-400 a.C - 0.64 g: Testa di Ninfa contornata da grano / Ninfa sacrificante davanti ad un altare (con betilo?), una conchiglia nel campo a sinistra e a destra la lettera punica mem. Link ad un PDF sui Betili nel santuario di Motya.

Entella: Litra di Entella, città elima, assai presto ellenizzata: D/: Figura femminile panneggiata di Offerente che regge patera e chiave del tempio / R/ Il dio-fiume Hypsas in forma di Toro androprosopo.

Selinunte: vedi i molti post dedicati al tema.

Stiela

Leontini

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Entella

(Centro elimo. Zecca attiva dal 440 a.C. fino in epoca romana)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Entella

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Monete di Entella - progetto Magna Graecia Coins

Monete e storia di Entella sul Digital Historia Numorum

Le monete di Entella con relativi passaggi in asta

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2. Post all’interno della discussione Obolichepassione:

Litra di Entella - città elima, assai presto ellenizzata - antecedente al 404 a.C. (conquista da parte di mercenari campani): D/: Figura femminile panneggiata di Offerente che regge patera e chiave del tempio / R/ Il dio-fiume Hypsas in forma di Toro androprosopo.

Confronto con le statuette di offerenti panneggiate e con polos dal Santuario demetriaco di Contrada Petraro – Entella. Riferimenti alle pratiche rituali di iniziazione femminile e legate alla fertilità agraria che avevano luogo nel santuario stesso, riconducibili al mito della discesa di Kore negli Inferi...

Proposta di identificazione dell’oggetto in mano alla Ninfa Entella come sacra chiave del tempio.

Altre figure di “Offerente”, sia femminili che maschili, su emissioni di:

Himera

Mozia

Stiela

Leontini

Selinunte

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3. Altre discussioni presenti nella Sezione Greca o in altre aree di Lamoneta.it

Le prime emissioni mercenariali, a nome dei Campani, coniate ad Entella (la monetazione dei mercenari è soprattutto in bronzo, ma esistono rari frazionali, in genere litre, che sono in argento): Bibliografia.

Bibliografia sui Kampanoi di Entella: recensione del volume Kampanos

Bronzo di Entella con al D/: Helios

Onkia di Entella - AE: elmo campano/ cavallo

Due bronzi mercenariali di Entella con elmo campano (post 8) ed elmo corinzio (post 9)

Bronzo di Entella:galea campana/ cavallo libero scalpitante

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Kimissa

(Zecca non identificata con sicurezza. Centro indigeno ellenizzato)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Kimissa

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Monete di Kimissa in Wildwinds.com

Le monete di Kimissa con relativi passaggi in asta: ricerca mediante le parole chiave Kimissa - Cimissa

Kimissa in acsearch.info

Kimissa in CoinArchives.com

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2. Post all’interno della discussione Obolichepassione:

Le popolazioni della Sicilia antica : Sicani; Elimi; Sicelioti; Siculi

Litra di Kimissa, NAC n.21 del 17.05.2001 lot. n. 84

Navigando da Himera verso i centri indigeni dell'antica Sikanìa, alla ricerca dell'elusiva Kimissa ...

Parte I - I fiumi Salso-Himera e Platani-Halykòs quali vie di penetrazione della Grecità nell'area Sicana.

Parte II - L'ubicazione dell'antica Kimissa. Un'ipotesi: Monte Raffe/Raffi (CL)

Parte III: Il Mistero di Kimissa e delle sue monete "di Homonoia": le monete di Kimissa definite "di alleanza o di homonoia" raffiguranti al D/: Homonoia, personificazione della Concordia, con capelli fluenti e un ramoscello (mirto?) sulla benda frontale - OMONOIA. Al R/: un altare con sopra due corna taurine - KIMIS[s/AIWN].

KIMISSA. Litra, circa 350-300 a.C. AR 0.79 g., 11 mm - Ex Dr. A. Moretti coll. and ex Numismatica Ars Classica AG, Zurich sale 21 (2001), 84.

Altre due emissioni Homonoia/altare di corna di Kimissa tra cui una dracma dalla D. Alighieri Collection, a confronto con un profilo femminile in terracotta proveniente dall'area di Monte Raffe .

Alcuni cenni sui centri sicani dell'età di Timoleonte: la symmachia antipunica di Timoleonte

Un’altra spettacolare litra di Kimissa: Homonoia/altare di corna (post 328-329)

Oltre a Kimissa, anche Metapontion e Panormos amplificarono sugli spazi monetali alcuni momenti di rappacificazione probabilmente conseguenti a dissidi interni non altrimenti identificabili. Spetterà poi all'Impero Romano un più duraturo e continuativo rimando a Homonoia in ambito monetale……

Nomos di Metapontion, 360-340 a.C. circa: Testa femminile, HOMONOIA (Homonoia era anche uno degli epiteti di Demetra) / Spiga di grano, MET-A

Parte IV. Corna taurine e la Saga dei Cretesi in Sicilia: quando il racconto mitico coincide con quello archeologico: Diodoro e il racconto mitico della saga dei cretesi in Sicilia. Corna taurine fittili ritrovate nell'area intorno il Monte Raffe (video). Corna taurine retaggio della cultura minoico-micenea come testimoniano le ceramiche indigene dai fregi zoomorfi attribuite all'area di Monte Raffe-Polizzello

Ancora corna taurine… KIMISSA e GELA, tra HOMONOIA ed EUNOMIA:

Bronzetto attribuito a Kimissa: D/ una testina femminile che ricorda l'HOMONOIA sui nominali d'argento di Kimissa / toro cozzante.

Confronto con una Litra o Diobolo (?) di Gela: testina femminile e una scritta EVNOMIA; al R/ un Toro su una grossa spiga. L'epiteto EVNOMIA (le buone norme, il buon governo), qui pare riferito alla dea Demetra: sulle rive del fiume Gelas sorgeva infatti un tempio dedicato a Demetra.

Riflessioni sui termini EUNOMIA / HOMONOMIA

Il Keraton o Keratinos bomos: l'altare dagli angoli ornati da corna:

Altare di corna sulle litrae di Stiela: litra della prima serie, l'altare sul quale sta compiendo il sacrificio il giovane nudo presenta due corni nel primo conio (D1) un solo corno nel secondo conio (D2): altare di corna? Un altare simile, con due corna (di forma più simile al cobio D2), è presente su monetine in argento di Kimissa.

Suggestiva panoramica di testimonianze archeologiche sul simbolismo del toro quale epifania divina: nel Mediterraneo, in Bretagna, in Nord africa, a Creta, ad Anghelu Ruju (necropoli ipogeica sarda). …. Gemma Aurea da Cnosso. Corna su lamina bronzea da Psychro. Gemma con corna sacre di Cnosso. Una delle 5 placche d'oro dell'Acropoli di Micene con doppie corna

Panormos: altare di corna sul R/ di un bronzo ex Tony Hardy Collection – CNG Auction 2004, lotto 321. Confronto con le frazioni di Kimissa con Homonoia/altare di corna. Richiamo all’altare di corna sul R/ delle prime litre di Stiela.

Altari di corna su mikrà argentee di Kimissa e bronzi di Panormos: Tavola IX del saggio di A. Evans sulle cosiddette monete di alleanza: "On an Alliace-coin of western Sicily, with the altar of the Krimissos". Un altro esemplare di Panormos della stessa serie, Demetra velata/Altare, da: "LA MONETAZIONE DI PANORMOS IN ETÀ ROMANA - NUOVE PROPOSTE DI CRONOLOGIA E DI ESEGESI DEI TIPI - CETTINA MANGANO).

Keraton (altare di corna) e Geranos (danza sacra “delle gru”), nelle fonti letterarie : Plutarco (L'intelligenza degli animali, 983) ; Callimaco, nel suo Inno ad Apollo; sempre Callimaco, nel suo Inno a Delo (Del. 303); Plutarco (Thes. 21,2); Kerenyi e Graves; Omero stesso nell'Iliade, libro XVIII.

Immagini della danza iniziatica Geranos effigiate sul celeberrimo Vaso François di Ergotimos e Kleitias, 570 a.C. : Teseo suona la lira ed ha di fronte Arianna e la sua nutrice. Dietro Teseo i quattordici giovani liberati dal labirinto e dal Minotauro danzano tenendosi per mano. Tra culti solari e analemmi…

Una nota etimologica: Kéras, corno, dalla radice KRN…

Kérata poiéin, un'irridente locuzione... certo di segno opposto alla sacralità delle corna descritta nei post precedenti.: "fare le corna"! Un gustoso aneddoto dall'antica Patavium, sull’iconografia dell'insegna personale di Ubertino I da Carrara: l'elmo sormontato da un saraceno con le corna…

Altari con corna e testimonianze archeologiche: altare scavato a Megiddo in Palestina e datato 1000 a.C.; altari sacri "cornuti" in Anatolia e a Micene; uno dei 4 corni di un grosso altare trovato a Dan Dating; altare con corna datato X sec. a.C. proveniente da Beer Sheba in Israele.

L'altare di corna rappresentato nell'affresco ad Ercolano sul culto di Iside.

Conclusioni: rappresentazioni dell'altare con corna su monete siciliane pare abbiano interessato soprattutto l'area interna (Stiela, Kimissa) e palermitana (Panormos): forse una reminiscenza dell'influenza dei cosiddetti "Popoli del Mare", fra i quali risaltarono i Sardi?

Per ulteriori riflessioni sull'altare di corna, vedi anche in:

STIELA.

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Leontinoi – Leontini

(Zecca di emissione di età arcaica e classica)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Leontinoi

1. Su questi siti esterni a LaMoneta.it:

Monete di Leontinoi in Wildwinds.com

Monete di Leontinoi – progetto Magna Graecia Coins

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Le monete di Leontinoi con relativi passaggi in asta: ricerca mediante le parole chiave: Leontinoi, Leontini

Leontinoi in acsearch.info

Leontinoi in CoinArchives.com

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2. Post all’interno della discussione Obolichepassione:

Proposta di identificazione dell’”Offerente” presente al D/ della litra di Leontini, tipo comune anche a Selinunte e a Stiela; cronologia, analisi iconica

Questione cronologica assai dibattuta intorno alla comparsa del dio Fluviale Selinos sui tetradrammi: essa è strettamente correlata con il famoso ripostiglio di Selinunte 1923 (IGCH 2084)- 1923 in cui erano presenti anche didrammi e tetradrammi di Leontinoi. Analisi delle proposte di datazione: Schwabacher 467 aC; Herzfelder e Lloyd 455 aC; Jenkins 435 aC; Boehringer dal 440 aC.

La proposta di datazione dei tetradrammi di Selinunte con al dritto il tipo "dio fluviale nudo sacrificante" (Boehringer dal 440 aC) determina anche quella della litra di Leontinoi e quella di Stiela, con simile Offerente nudo sacrificante: intorno al 430 a.C.

Ipotesi interpretativa del personaggio sacrificante raffigurato su molti tetradrammi di Selinunte e che ha fornito l'ispirazione per le litre di Leontinoi e di Stiela (prima serie). L'Offerente come personificazione del dio fluviale Selinunte (post 682).

Sempre sulle tracce delle misteriose figurazioni che appaiono sulle monete di Stiela in comparazione ai tetradrammi di Selinunte e ad una litra di Leontini: Apollo Archegetes. Tetradramma di Leontini con Apollo con le tempie circondate da una corona di alloro.

Ancora su una possibile nuova attribuzione alla nota figura di giovane nudo sacrificante con ramo di pianta davanti a un altare: Apollo Archegetes.

Quali i possibili motivi della necessità di rappresentare nella seconda metà del V secolo a.C. anche a Leontinoi e Stiela una simile raffigurazione di Apollo Archegetes nudo, sacrificante e con ramo di alloro, che era già apparso pochi anni prima e ancora in corso a Selinunte, nel campo politico avverso? Cenni storici del periodo inerenti i blocchi contrapposti formati da Selinunte e Siracusa da una parte, Naxos e Leontini e Stiela dall’altra.

Excursus di Apollinee identificazioni... attinenti ad alcuni rovesci monetali dell'antica Sicilia. A partire dal post 799 e fino al post 823, articolata e suggestiva disamina che - partendo dalla comparazione di antichi simulacri (tra cui i Kouroi di Piombino e Castelvetrano) e testimonianze da pitture vascolari - culmina nell'interpretazione (originale da Piakos) della figura dell’Offerente di Selinunte come Apollo archegete.

Tesi di A. Brugnone secondo cui l'epiteto "Archegetes" non è esclusivo di Apollo ma pure di chiunque (eroe o un dio) abbia un ruolo di comando o sia stato il fondatore di una città oppure il capostipite di una famiglia o di una tribù….

Un àgalma speciale: il "Giovane di Mozia"…. da Selinunte! Vera e propria poesia marmorea... Confronto stilistico con la coeva metopa Herakles e Amazzone (Tempio E di Selinunte) e con i Kouroi di Leontini.

Ulteriore approfondimento sul tipo dell’Offerente: vedi in Selinunte

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Bronzetto tardo (dopo il 210aC) di Leontini con etnico ΛΕΟΝΤΙΝΩΝ diviso in tre parti: D/ - R/ - Identificazione su 3 diversi post

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3. Altre discussioni presenti nella Sezione Greca o in altre aree di Lamoneta.it

Himera nel IV secolo aC – Christof Boehringer: fonti storiche inerenti anche Leontini

Sulle monete di Katane nell’ultimo decennio del V sec.a.C. - Christof Boheringer: fonti storiche inerenti anche Leontini

Leontini - AR Litra; D: Testa di leone di fronte; R: Spiga d'orzo

Un esempio di etnico realmente retrogrado su un bellissimo tetradramma di Leontinoi, intorno al 460 a.C., dove si vede benissimo l'andamento retrogrado della leggenda.

Il tetradramma di Leontini dal bello stile e caratterizzato da un frattura di conio nei capelli di Apollo a livello dell'orecchio: la moneta nei decenni trascorsi è stata fortemente contestata, nel senso che è stata posta in dubbio l'autenticità di tutti gli esemplari o anche solo della maggioranza (con/senza segnetti a livello del naso).

Tetradramma di Leontinoi: foto da Staatliche Münzsammlung München.

Il simbolo del “leone” sulle monete antiche romane e greche: il leone, sema di Leontini (Sezione Monete imperiali)

Identificazione bronzo tardo di Leontini: Profilo velato (Demetra?)/ mazzo di spighe

Riflessioni sul tetradramma di Leontini e sulla possibilità di falsi di alto livello sul mercato antiquario dei nostri anni.

Sezione falsi…

Riproduzione di fantasia del tetradramma di Leontini

Ancora la stessa riproduzione del tetradramma di Leontini, di fantasia …tra Naxos e Leontinoi

Ancora riproduzione di fantasia….

E ancora ……

Si insiste a riproporre la stessa riproduzione di fantasia…

Ancora falsi tetra…

… e qui commento…

Altro tetra ancora dubbio

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Segesta

(Zecca di emissione di età arcaica e classica)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Segesta

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Le monete di Segesta con relativi passaggi in asta

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2. Post all’interno della discussione Obolichepassione:

Cenno al ripostiglio di Segesta (fine V sec. a. C.) costituito da monete di Metaponto e Thurii, oltre che di Messana, Naxos, Siracusa, che per la sua composizione potrebbe far pensare ad approcci culturali tra l’ambiente magnogreco e quello segestano ormai pienamente aperto alle esperienze ellenizzanti.

A.Cutroni Tusa propone un suggestivo confronto tra il tipo del “Cacciatore” del periodo della migliore produzione di tetradrammi della polis (il momento conclusivo e come tale culminante del processo di ellenizzazione), e lo stesso schema su una lekythos a fondo bianco, attribuita alla cerchia del 'Pittore del Canneto'.

Il Cacciatore, sul rovescio del Tetradramma di Segesta, datato ca. 405-400 a.C. – esemplare di Berlino.

“Cacciatore”: Egeste, eroe fondatore o divinità fluviale Krimisos? Ipotesi di identificazione di Marconi e di Caccamo Caltabiano a confronto.

Litra dell'elima Segesta, V secolo a.C.: D/ Ritratto frontale della Ninfa Segesta probabilmente opera dello stesso raffinato incisore dei tetradrammi con il tipo del Cacciatore.

Il R/ della litra di Segesta, etnico seges (...ta) ion. In alto gorgoneion o una raffigurazione del sole (Helios); in primo piano è visibile il cane del cacciatore: il cane cirneco dell'Etna. Descrizione della razza. Il Mito di Selene ed Endimione.

Il Mito di Endimione e Selene raffigurato su un sarcofago romano di Borgo di Cesano (III sec. d.C.): la raffigurazione del cacciatore e del cane è molto espressiva. Interessante raffronto stilistico tra raffigurazione delle monete greche su postate, ed arte romana della decadenza dell'impero.

Il cane come tipo monetale è originario di Segesta da dove si diffonde sulle emissioni di Erice, la seconda polis elima per importanza, e delle puniche Mozia e Panormos: link a due didrammi di Mozia e Panormos

Emilitra del 430-410 a.C di Erice con astro al di sopra del cane. M. Caccamo Caltabiano, valorizzando la connessione iconica tra il cane e l'astro, ipotizza il cane raffiguri la stella Sirio che i Greci chiamavano Kyon e i Romani Canicola, stella alpha della costellazione del Cane Maggiore, uno dei Cani del … cacciatore Orione…. (Vedi mappa celeste qui)

In Grecia Sirio segnava l'inizio dei giorni del Cane e del calore ardente. In Egitto il suo sorgere coincideva con la piena stagionale del Nilo. Nell'identificazione del cane stellare di Erice con Sirio, è possibile cogliere una forte analogia tra la virtù fecondante del Nilo e quella del fiume Krimisos, tale forse da giustificare le sembianze del cane assunte dal fiume siciliano, inteso come progenitore delle città elime .....

Con Sirio veniva identificata la dea Iside-Sothis detta anche Astrokyo: eccola seduta all'amazzone sul Cane Sirio sul rovescio di un Medaglione di Faustina II (del IV secolo dC)

Il cane come psicopompo: guida dell'uomo nella notte della morte come nel giorno della vita; simbolo di potenza sessuale e quindi di eternità… Ancora sul suo significato nel Mito di Endemione e Selene: fonti filosofiche e letterarie (Platone, Tertulliano, Plutarco)

Ritratto frontale della Ninfa Segesta: analisi stilistica e comparazioni …

Litra di Segesta, V secolo a.C. (NAC): D/ Ritratto frontale della Ninfa Segesta probabilmente opera dello stesso raffinato incisore dei tetradrammi con il tipo del Cacciatore.

La litra di Segesta con ritratto frontale pare derivare dai ritratti frontali delle emidracme della Lega degli Arcadi.

Riferimento all'emissione della zecca di Tegea con la ninfa Callisto frontale - Williams (The confederate coinage of the arcadians in the fifth century b.C., New York 1965) 176 e ss. La ninfa è rappresentata di trequarti con i capelli raccolti dietro la nuca in modo molto simile al ritratto sulla moneta di Segesta. Datazione: tra il 468 a.C e il 460 a.C. Cenno all’esemplare della collezione BCD dell’asta LHS.

ARKADIA, Arkadian League. Circa 460-450 BC. AR Hemidrachm (2.81 g, 11h). Tegea mint. Zeus Lykaios seated left/ Head of Kallisto facing, hair bun to right. Williams, Confederate, period III, 176 (O121/R110); BCD...

Comparazione stilistica tra il frontale sulla litra argentea di Segesta (NAC) e l'emidramma frontale di Tegea.

Un'altra Callisto di Tegea (Arcadia) dallo straordinario rilievo e dalla splendida iridescenza ... (emidramma Williams, 189 var.). Parallelo con la Ninfa Segesta sulla litra di Segesta e con un'ammaliante testa femminile - metà del IV sec. - proveniente sempre da Tegea ed attribuita a Scopas …

Identificazione della figura frontale dell'emidramma di Tegea con i volti scolpiti nei frontoni di un tempio, nell'antico loco, da Scopas. Resti del santuario dedicato a Atena Alea e un altro volto in marmo scolpito da Scopas e che doveva far parte del frontone.

Il Mito di Callisto e identificazione con la dea Artemide della testa femminile da Tegea e attribuita a Scopas.

Per altri frontale vedi anche in Abakainon

Tetradramma di Segesta unicum, della coll. de Luynes, con “cornetto” sulla testa del “Cacciatore”: eroe fondatore Aigestos o divinità fluviale Krimisos???

Ritorna il dilemma sulle figure maschili con cornetto: eroe fondatore o divinità fluviale ??? Dal tetradramma di Segesta, unicum, della collezione de Luynes con il Cacciatore senza pileos e con un cornetto singolo sulla fronte…, rilancio delle ipotesi di M. Caccamo Caltabiano, Cutroni Tusa e Marconi che lo identificano proprio in virtù del cornetto come il dio fluviale Krimisos il quale, nella veste di un cacciatore con corno sulla fronte, prenderebbe qui il posto del mitico eroe fondatore Aigestos….

Il dio fluviale Krimisos nel mito segestano dell’eroe fondatore Egesto (o Aceste, in greco Aigestos), figlio della troiana Egesta e di Krimisos trasformatosi in cane: nella scena del “Cacciatore” è infatti presente un cane, che è un cirneco (uno dei primi cani addomesticati) e che simboleggia anche il fiume locale.

Ancora sull’identificazione del Cacciatore come eroe fondatore e sull’ipotesi di un diffuso culto dedicato al fondatore della città.

Per una disamina approfondita sul possibile significato della presenza su testine maschili di un solo corno o di due cornetti, al fine di formulare ipotesi alternative di identificazione dell’Offerente, vedi in Selinous-Selinunte …

Testine di Ninfe a confronto: testa di ninfa, che potrebbe essere quella legata alle acque del lago di Pergusa (come di tante altre località ricche di acque o fonti come Aretusa di Siracusa e Himera dell’omonima città), presenta alcune affinità con didrammi di Erice e Segesta risalenti circa al 450-440 .C.

Le popolazioni della Sicilia antica : Elimi; Sicani; Sicelioti; Siculi

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3. Altre discussioni presenti nella Sezione Greca o in altre aree di Lamoneta.it

Una strana emissione di didrammi di Segesta:

SEGESTA didramma (Hurter 172): analisi della combinazione di conii. V51-R94’, datata 412/410 – 400 a.C, caratterizzata dal particolare riutilizzo del conio R94 ove l’incisore ha praticato un particolare incavo più o meno rettangolare, forse allo scopo di obliterare il parte la leggenda del nome della città di Segesta, SAGESTAZIB, all’altezza delle lettere …TAZI. Su questo incavo l’incisore ha aggiunto le lettere SACES. Questo conio riutilizzato è contrassegnato dalla Hurter con l’apostrofo per distinguerlo dal conio normale, R94, è stato combinato anche con un altro conio di diritto, V52, con il cane in posizione puntata (Hurter catalogo n. 174). La Hurter quindi elenca in tutto 7 esemplari (didrammi), ai quali si dovrebbe aggiungere un nuovo esemplare, proveniente dall’asta Nummus et Ars n. 78 del 2011, lotto n. 24, sul quale si esprimono seri dubbi di autenticità: presentazione degli esemplari noti e comparazione con gli esemplari apparentemente dubbi Lanz 125 e Nummus er Ars 78-2011.

L’importanza di poter reperire buoni studi, quando esistono (come appunto il Corpus della Hurter), e di rintracciare tutti gli esemplari noti per una specifica emissione: quando si ha a disposizione un adeguato numero di esemplari noti, possibilmente anche quelli provenienti da vecchie collezioni pubbliche, in parte reperibili su vecchi testi, diventa possibile acquisire interessanti dettagli che permettono anche di poter effettuare confronti con eventuali nuovi esemplari che appaiono su recenti aste.

Esemplare Londra BMC 26 che porta il conio R94 originale, non ancora modificato dall'incisore e che è abbinato al conio V49 (n. 167 del catalogo di Hurter). Tanto per complicare le cose..... Il conio V49 è stato anch'esso modificato successivamente in V49', caratterizzato dalla totale rimozione della testina sopra il cane (n. 169 del catalogo Hurter). Apparentemente intorno al 400 a.C. a Segesta alcuni conii del diritto e del rovescio sono stati sottoposti appunto ad alcune modifiche e riutilizzati, spesso riconiando sopra vecchi didrammi. Ciò costituisce un piccolo enigma.

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Ancora il cane cirneco e Ninfa Segesta su moneta di Segesta

Note sulla storia e la monetazione di Segesta e il tipo del cane e della Ninfa Segesta. Il cane, come tipo monetale, è originario di Segesta da dove si diffonde sulle emissioni di Erice, la seconda polis elima per importanza, ma anche di Mozia e Panormos, per dar vita ad una koine tipologica dai significati ancora non completamente chiariti.

Galleria di cani su: emilitra romano-campana, al D testa di Roma con elmo frigio, volta a dx; al R il cane è andante a dx. Didramma di Segesta D/ testa diademata di Segesta a destra con legenda greca retrograda ΣΕΓΕΣΤΑ; al R/ Cirneco stante con in alto una conchiglia. AR del 440-400 a.C.

Identificazione di un bronzetto come probabile onkia di Segesta: Ninfa Segesta/cane

Foto di un tetradramma di Segesta con al D/ il Cacciatore: dal British Museum

Foto di un tetradramma di Segesta con al D/ il Cacciatore: da Staatliche Münzsammlung München

Sympoliteia : stato simpolitico o koinon, da S.Consolo langher. Significato e carattere giuridico della sympoliteia in Grecia e in Sicilia. Bibliografia. Analisi dello stretto rapporto tra le città elime di Segesta ed Erice - quale appare in Tucidide e quale è confermato dalla monetazione – quale probabile espressione della sympoliteia stessa più che sintomo di una alleanza. Tornando al V sec. a. C. e all’emissione con doppio etnico ERUKINON e Segesta (i tipi con il doppio etnico sono la testa di Afrodite frontale ed il cane retrospicente) che indica una circolazione differenziata, e sottintende condizioni di parità, tale emissione rivela indubbiamente la stretta reciprocità di interessi economici e di scambio tra le due poleis Segesta e Erice, quali nel mondo greco sono impliciti nelle città collegate da sympoliteia, che comportava in genere la messa in comune dei beni e delle rendite da santuari o da porti e mercati e lo scambio dei diritti di epigamia e di enktesis.”

Altri ritratti frontali tra cui citata la Ninfa Segesta

Possibili cloni?

Oggetto della discussione sono il bronzo di Segesta, gr. 7,08, in vendita da Negrini, lotto 66 ed il bronzo venduto da Hirsch asta 275, lotto 3247 segnalati come possibili cloni da un utente.

Classificazione del bronzo di Segesta come hexas (2 globetti).

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Stiela

(Zecca non identificata, di età arcaica e classica)

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(Cartina modificata da: PRIVITERA E SPIGO 2005)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Stiela

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Monete di Stiela in Wildwinds.com

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Le monete di Segesta con relativi passaggi in asta

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2. Discussione nella sezione Sicilia Greca

Incipit di una lunga disamina sulle emissioni di Stiela, a partire da una importante litra in argento (lotto 46, Gorny&Mosch in associazione con BW Bank, per 22-23 novembre 2010) attribuita nel catalogo ad Agyrion …

In realtà la litra non sembra di Agyrion, ma di Stiela, finora noto in UNICO esemplare (Napoli 5059 = Rizzo tav. LX, 17 peso 0,78 g) e presente e illustrato al n. 1 della monografia CNAI di Campana su Stiela, con la leggenda ΣTI EΛANAIO, in senso retrogrado. Da un primo confronto i due esemplari non sembrano però provenire da una stessa coppia di conii, anche se il rovescio appare molto simile. Per una verifica della corretta lettura dell’etnico, confronto con l’esemplare tratto dal Rizzo e su altri passati in asta (CNG 69/2005, n. 107 - già NAC 25/2003, 101 ex coll. Moretti-, Lotto 53 Peus Auction 3 Novembre 2010) o presenti in collezioni private. Si concorda con l’attribuzione a Stiela della litra 46, Gorny&Mosch, confermando l'impostazione della monografia di Campana, che evidenziava come questa litra fosse la prima emessa a Stiela.

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3. L’analisi prosegue poi nella discussione Obolichepassione:

ALLA RICERCA DI UNA CITTÀ PERDUTA: STIELA

Stiela, riepilogo delle notizie emerse nella discussione precedente. Dal post 659 al post 663: elenco dei 5 esemplari di litra noti.

I 5 esemplari: 1) Napoli 5059 = Rizzo tav. LX, 17 peso 0,78 g; 2) Gorny&Mosch in associazione con BW Bank (22-23 novembre 2010), 46, peso 0,56 g; 3) CNG 69/2005, n. 107 = NAC 25/2003, 101 (ex coll. Moretti), peso 0,61 g; 4) coll. privata, peso 0,73 g; 5) Busso Peus, 3 Novembre 2010, 53, peso 0,65 g

Cenno al famoso aureo di Stiela (sicuramente falso).

Il tipo “giovinetto stante” sulle rare litrai di Stiela, quale personificazione del fiume di Stiela, riflette il tipo sul D/ della litra dei Leontinoi. Confronto tra la litra di Leontini e la litra di Stiela n. 90 Tv. 6 presente in Manganaro 1984. Aureo di Stiela e citazione da Manganaro: “"(però la monetina di oro di Stiela è un falso, come mi ha avvertito S.Hurter con tanto garbo)”.

Post 665-666: Oltre alla litra n.90 in Manganaro (sesto esemplare noto), un settimo esemplare: Asta 255 di Gerhard Hirsch Nachfolger (14.02.2008) - Lotto 1359.

La bibliografia su Stiela e sulla sua monetazione. Le antiche fonti di Stiela. Varie ipotesi di localizzazione della città di Stiela. Cammarata sulla base di ritrovamenti di monete riteneva che la prima litra – etnico STIELANAIOS - fosse prodotta da una città, Stielana, ubicata genericamente vicino a Randazzo, mentre le successive con STIA (o STI) provenissero da una diversa città, Stiela, situata sul Monte Navone, vicino Piazza Armerina. La testimonianza presente nel lavoro di Umberto Spigo “Recenti rinvenimenti a Francavilla di Sicilia (ME). Naxos e Stiela” del rinvenimento (durante un saggio di scavo archeologico a Francavilla di Sicilia, vicino al fiume Alcantara) di una emilitra di Stiela (con STI), rilancia l’ipotesi di localizzazione nei pressi di Francavilla.

Ulteriore ipotesi: IMBISCHI. Post 668-669.

La presenza sulle emissioni emesse a nome di Stiela di un toro androprosopo che costituisce un classico riferimento a una divinità fluviale, suggerirebbe l’ubicazione di Stiela vicino a un importante fiume: l’Alcantara e il centro limitrofo di Imbischi-Acquafredda.

Cartina della Sicilia orientale – Valle dell’Alcantara.

STIELA: possibile ubicazione del sito (nonchè indagine sull'ethnos della città antica e delle relative vicende); identificazione e interpretazione delle raffigurazioni monetali appartenenti alla serie in argento coniata dalla città; correlazioni tipologiche con le coniazioni di altre città (ancora di origine calcidese). Dal post 717 al post 718.

Le emissioni monetali di Stiela. Analisi iconica

SERIE N. 1 DI STIELA (STIELANAIOS) : La prima emissione risulta essere formata da litre in argento con al D/: Dio fluviale, imberbe e nudo, stante a sinistra, tiene nella sinistra un ramo d’albero appoggiato al suolo, da cui dipartono tre ramoscelli e nella destra una patera, in atto di sacrificare davanti a un altare; bordo di puntini; R/: Parte anteriore di toro androcefalo - ΣΤΙ ΕΛΑΝΑΙΟΣ, bordo di puntini. Affinità con la litra di Leontini, a sua volta ispirata dai famosi tetradrammi di Selinunte. Datazione delle litre STIELANOS (tra il 440 e il 430 a.C.).

SERIE N. 2 DI STIELA (STIA): tra il 413 e 405 a.C, fu emessa una seconda serie, che appare essere formata da 5 nominali: aureo di 10 litre, dracma, emidracma, litra, emilitra, aventi una medesima tipologia. D/: Testa laureata (di Apollo?), un ramoscello, bordo di puntini; R/: Protome di toro androprosopo, ΣTIA (o ΣTI); bordo lineare. AUREO DI 10 LITRE: dubbi sulla sua autenticità basati anche su alcune incongruenze stilistiche

SERIE N. 2 DI STIELA (STIA): DRACMA in AG. Esemplare Stack’s 1/12/2009, 2119 = NAC 13/1998, 420 (ex coll. Moretti)

Dorizzazione dell’etnico, STIA, con uso della vocale A al posto di E. (Vedi anche la legenda “Hermas” su una litra inedita, attribuita dubitativamente all’area di Solunto da 619 fino a 631)

SERIE N. 2 DI STIELA (STIA): EMIDRACMA in AG. Confronto tra l’esemplare Es. coll. Cammarata e l’esemplare SNG ANS 748, già della collezione Jameson. Post 673-674

SERIE N. 2 DI STIELA (STIA): LITRA in AG. La litra è più comune. L’etnico è abbreviato a STI per motivi di spazio. Es. Gorny&Mosch 185/2010, n. 30.

SERIE N. 2 DI STIELA (STIA): EMILITRA in AG. Es. NAC O/2004, n. 1385.

Altro esemplare di emilitra, di stile più scadente e che appare essere coniato da altra coppia di coni: sembra autentico, ma è da verificare. Es. Busso Peus 382/2005, n. 77 g. 0,54 (peso piuttosto alto per una emilitra!).

La testa del diritto è stata dubitativamente identificata come Apollo, ma bisogna spiegare la presenza del ramoscello, che sembra ricollegarsi al ramo della serie precedente.

Cartina della Sicilia orientale – Valle dell’Alcantara.

Nota Etimologica: Alcantara – Ἀκεσίνης / Ἀκεσίνης potamos : Fiume salutifico guaritore? Il Bacino dell’Alcantara.

Proposta di identificazione del ramoscello effigiato al D/ della dracma di Stiela davanti al profilo identificato come Apollo: sembra una pianta acquatica sommersa del genere Ceratophyllum, caratterizzata da fusti flessuosi e non ancorati al substrato, liberamente fluttuanti alla superficie dell'acqua. Confronto tra un’immagine del Ceratophyllum e il ramoscello sulla dracma Es. Stack's 1/12/2009, 2119 = NAC 13/1998, 420 (ex coll. Moretti) g. 4,27, della serie N. 2 DI STIELA, legenda STIA.

Breve nota bibliografica: A. CARBÉ, Note sulla monetazione di Selinunte, RIN, LXXVIII, 1986, 3-19 in cui l'autrice esplora le foglie presenti come simbolo principale o secondario sulla monetazione di città greche, magno-greche e siceliote e strettamente legate alla presenza di divinità maschili.

Proposta di identificazione della bella testa giovanile della seconda serie di Stiela non tanto con Apollo, quanto con l'effige del giovane raffigurato in figura intera nella prima serie e quindi ancora con una locale divinità: non un semplice dio fluviale (già indicato dal toro androprosopo sul rovescio), ma di locale dio acquatico (indicato dal ramoscello acquatico, acutamente proposto essere del genere Ceratophyllum) salvifico e guaritore (forse in qualche modo poi dai Greci assimilato allo stesso Apollo, che a quel tempo è ancora raffigurato con capelli corti).

Forte somiglianza iconografica e stilistica tra un emidramma di Naxos con testa del dio fluviale Assino (indicato dalla leggenda intorno la testa) e quella della litra della seconda serie di Stiela. NAXOS emidramma Gemini-IV-2008 45 2,12 e STIELA litra NYSale-XIV-2007 64. Siamo sicuri anche in questo caso di essere di fronte per Stiela a una testa di Apollo o ancora di un dio fluviale locale?

La presenza di una pianta forse acquatica rende assai verosimile che nella seconda serie a Stiela fu usata una testa di dio fluviale (senza corna!), in questo caso sul modello del dio Assino, che corrispondeva all'attuale Alcantara, che sfocia a sud di Capo Schisò, quindi vicino a Naxos, e che probabilmente scorreva vicino anche a Stiela.

Proposta di identificazione del ramoscello in mano al giovine sacrificante sulla Prima serie di Stiela (con stessa tipologia dell'Offerente dei tetradrammi e didrammi di Selinunte): l’endemico salix Gussonei ?

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Proposta di identificazione del tipo “dio fluviale nudo sacrificante” raffigurato sulle litrae di Stiela come pure di Leontini, sicuramente ispirato al tipo dell’ “Offerente” presente sui tetradrammi e didrammi di Selinunte

La proposta di datazione dei tetradrammi di Selinunte con al dritto il tipo "dio fluviale nudo sacrificante" (Boehringer dal 440 aC) determina anche quella della litra di Leontinoi e quella di Stiela, con simile Offerente nudo sacrificante: intorno al 430 a.C.

Ipotesi interpretativa del personaggio sacrificante raffigurato su molti tetradrammi di Selinunte e che ha fornito l'ispirazione per le litre di Leontinoi e di Stiela (prima serie). L'Offerente come personificazione del dio fluviale Selinunte (post 682).

Intervento preparatorio di successive conclusioni circa i quesiti posti su Stiela: Indagine sulla presenza Calcidese in Sicilia e nel mondo del mediterraneo antico. Naxos, la prima colonia fondata in Sicilia dai Calcidesi (ecista fu Teocle) nel 734 a.C. e l’altare in onore di Apollo Archegete che i fondatori delle colonie greche erano soliti edificare a scopo propiziatorio. L’espansione dei Nassii lungo il corso dell'Alcantara nell'occasione delle crisi del 476 a.C. e, successivamente, nel 403 a.C., in cerca di nuova autonomia e nuova fortuna, piuttosto che seguire le deportazioni o, comunque, un imposto esilio presso gli altri siti Calcidesi della costa ormai soggetti alla potenza dorica (Siracusa).

Sempre sulle tracce delle misteriose figurazioni che appaiono sulle monete di Stiela in comparazione ai tetradrammi di Selinunte e ad una litra di Leontini: Apollo Archegetes. Apollo su monete di Katane e Leontini.

Ancora su una possibile nuova attribuzione alla nota figura di giovane nudo sacrificante con ramo di pianta davanti a un altare: Apollo Archegetes.

Quali i possibili motivi della necessità di rappresentare nella seconda metà del V secolo a.C. anche a Leontinoi e Stiela una simile raffigurazione di Apollo Archegetes nudo, sacrificante e con ramo di alloro, che era già apparso pochi anni prima e ancora in corso a Selinunte, nel campo politico avverso? Cenni storici del periodo inerenti i blocchi contrapposti formati da Selinunte e Siracusa da una parte, Naxos e Leontini e Stiela dall’altra.

Tesi di A. Brugnone secondo cui l'epiteto "Archegetes" non è esclusivo di Apollo ma pure di chiunque (eroe o un dio) abbia un ruolo di comando o sia stato il fondatore di una città oppure il capostipite di una famiglia o di una tribù….

A seguire, dal post 725 fino al post 734: Apollo archegetes a Selinunte, Stiela, ….., tra documenti iconografici e monetali (di Stiela, Tauromenion, Leontini, Selinunte)

Forte somiglianza iconografica e stilistica tra un emidramma di Naxos con testa del dio fluviale Assino (indicato dalla leggenda intorno la testa) e quella della litra della seconda serie di Stiela. NAXOS emidramma Gemini-IV-2008 45 2,12 e STIELA litra NYSale-XIV-2007 64. Siamo sicuri anche in questo caso di essere di fronte per Stiela a una testa di Apollo o ancora di un dio fluviale locale?

La presenza di una pianta forse acquatica rende assai verosimile che nella seconda serie a Stiela fu usata una testa di dio fluviale (senza corna!), in questo caso sul modello del dio Assino, che corrispondeva all'attuale Alcantara, che sfocia a sud di Capo Schisò, quindi vicino a Naxos, e che probabilmente scorreva vicino anche a Stiela.

Apollo nella monetazione e nei templi del mondo greco: Indagando sui motivi per cui alcune polis della Sicilia antica, di stirpe opposta (calcidese o dorica) e dagli interessi geopolitici contrastanti, possano aver adottato emblemi o figure di Apollo nelle loro coniazioni

Litra Gorny & Mosch & BW Bank 2010, 46 del secondo conio delle litrae più antiche di Siela (STIELANAION), il cui D/ è caratterizzato da uno stile assai più accurato, emesse tra il 440 e il 430 a.C. : qui la divinità sacrificante appare palesemente barbata… Cercando possibili iconografie di Apollo barbato nella pittura vascolare arcaica….

Ipotesi sul personaggio sacrificante quale statua di Apollo Archegetes che veniva posto vicino all’altare a lui dedicato fin dal tempo della fondazione della colonia: parallelo tra l’efebo di Selinunte e la statua di Apollo su colonna raffigurata sul vaso attribuito al Pittore dei Niobidi

Statue di Apollo o divinità fluviali sacrificanti? Ulteriore galleria di raffigurazioni di Apollo a confronto, su monete, statue… Il Kouros di Selinunte

Excursus di Apollinee identificazioni... attinenti ad alcuni rovesci monetali dell'antica Sicilia. A partire dal post 799 e fino al post 823, articolata e suggestiva disamina che - partendo dalla comparazione di antichi simulacri (tra cui i Kouroi di Piombino e Castelvetrano) e testimonianze da pitture vascolari - culmina nell'interpretazione (originale da Piakos) della figura dell’Offerente di Selinunte come Apollo archegete.

Altre figure di “Offerente”, sia femminili che maschili, su emissioni di:

Himera

Mozia

Entella

Selinunte

Leontini

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Il Keraton o Keratinos bomos: l'altare dagli angoli ornati da corna:

Altare di corna sulle litrae di Stiela: litra della prima serie, l'altare sul quale sta compiendo il sacrificio il giovane nudo presenta due corni nel primo conio (D1) un solo corno nel secondo conio (D2): altare di corna? Un altare simile, con due corna (di forma più simile al cobio D2), è presente su monetine in argento di Kimissa.

Suggestiva panoramica di testimonianze archeologiche sul simbolismo del toro quale epifania divina: nel Mediterraneo, in Bretagna, in Nord africa, a Creta, ad Anghelu Ruju (necropoli ipogeica sarda). …. Gemma Aurea da Cnosso. Corna su lamina bronzea da Psychro. Gemma con corna sacre di Cnosso. Una delle 5 placche d'oro dell'Acropoli di Micene con doppie corna

Panormos: altare di corna sul R/ di un bronzo ex Tony Hardy Collection – CNG Auction 2004, lotto 321. Confronto con le frazioni di Kimissa con Homonoia/altare di corna. Richiamo all’altare di corna sul R/ delle prime litre di Stiela.

Altari di corna su mikrà argentee di Kimissa e bronzi di Panormos: Tavola IX del saggio di A. Evans sulle cosiddette monete di alleanza: "On an Alliace-coin of western Sicily, with the altar of the Krimissos". Un altro esemplare di Panormos della stessa serie, Demetra velata/Altare, da: "LA MONETAZIONE DI PANORMOS IN ETÀ ROMANA - NUOVE PROPOSTE DI CRONOLOGIA E DI ESEGESI DEI TIPI - CETTINA MANGANO).

Keraton (altare di corna) e Geranos (danza sacra “delle gru”), nelle fonti letterarie : Plutarco (L'intelligenza degli animali, 983) ; Callimaco, nel suo Inno ad Apollo; sempre Callimaco, nel suo Inno a Delo (Del. 303); Plutarco (Thes. 21,2); Kerenyi e Graves; Omero stesso nell'Iliade, libro XVIII.

Immagini della danza iniziatica Geranos effigiate sul celeberrimo Vaso François di Ergotimos e Kleitias, 570 a.C. : Teseo suona la lira ed ha di fronte Arianna e la sua nutrice. Dietro Teseo i quattordici giovani liberati dal labirinto e dal Minotauro danzano tenendosi per mano. Tra culti solari e analemmi…

Una nota etimologica: Kéras, corno, dalla radice KRN…

Kérata poiéin, un'irridente locuzione... certo di segno opposto alla sacralità delle corna descritta nei post precedenti.: "fare le corna"! Un gustoso aneddoto dall'antica Patavium, sull’iconografia dell'insegna personale di Ubertino I da Carrara: l'elmo sormontato da un saraceno con le corna…

Altari con corna e testimonianze archeologiche: altare scavato a Megiddo in Palestina e datato 1000 a.C.; altari sacri "cornuti" in Anatolia e a Micene; uno dei 4 corni di un grosso altare trovato a Dan Dating; altare con corna datato X sec. a.C. proveniente da Beer Sheba in Israele.

L'altare di corna rappresentato nell'affresco ad Ercolano sul culto di Iside.

Conclusioni: rappresentazioni dell'altare con corna su monete siciliane pare abbiano interessato soprattutto l'area interna (Stiela, Kimissa) e palermitana (Panormos): forse una reminiscenza dell'influenza dei cosiddetti "Popoli del Mare", fra i quali risaltarono i Sardi?

Per altri altari di corna vedi anche in KIMISSA.

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4. Altre discussioni presenti nella Sezione Greca

Esemplare di emilitra di Stiela – Serie numero 2

In tema di esemplari dubbi…:

Nel corso della interessantissima ed esaustiva disamina sul decadramma di Akragas (410 a.C) dalla collezione Weiss (posto sotto sequestro durante l'asta Triton XV del 4 gennaio 2012) ulteriore richiamo al caso dell'aureo di Stiela ( venduto da Triton VI nel 2003 -lotto n. 104): i moderni falsari non sempre ricorrono a copie tratte da calchi, ma talvolta fanno creazioni moderne, eventualmente creando ibridi o monete ad esempio in oro ispirandosi a monete note in argento...

Nel corso della disamina sull’inedito assoluto dei Sicelioti (un aureo che suscita alcuni dubbi), richiamo al famoso aureo inedito di Stiela (su Triton VI/2003, n. 104) quale esempio di quanto la scienza numismatica sia affascinante, ma anche molto complessa…

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Zankle - Messana

(Zecca di emissione di età arcaica e classica)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Zankle - Messana

1. Siti esterni a LaMoneta.it:

Monete di Zankle – Messana in Wildwinds.com

Monete di Zankle - Messana – Progetto Magna Graecia Coins

Monete e storia di Zankle – Messana - Digital Historia Numorum – B.Head, HTML by ED. Snible

Le monete di Zankle - Messana con relativi passaggi in asta:

Zankle - Messana in acsearch.info

Zankle - Messana in CoinArchives.com

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2. Post all’interno della discussione Obolichepassione

LE FASI DELLA MONETAZIONE DI ZANKLE - MESSANA

La prima monetazione di Zankle – Note basate sullo studio di M.Caccamo Caltabiano

La monetazione dei Samii di Zankle – Note basate sullo studio di M.Caccamo Caltabiano

Prima monetazione di Anassila a Messana – Note basate sullo studio di M.Caccamo Catabiano

La nuova monetazione di Anassila a Messana – Note basate sullo studio di M.Caccamo Caltabiano

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Dal post 275 fino al post 277: excursus sulla nave samaina effigiata su diobolo e tetradramma di Zankle del periodo della conquista ad opera dei coloni Samii. Confronto con dioboli e tetradrammi dall’isola di Samo.

Messana: Litra Ar gr. 0.53 - D/ lepre che corre a sinistra, con sotto due foglie di ulivo R/ legenda MES in corona di ulivo

Altri due esemplari di lepre che corre a sinistra al D/ di litre di Messana di serie diverse: Litra c. 425-396, AR 0.65 g. NAC Auction P (12.05.2005) Lotto 1217 - Ex A.D.M Collection. Caltabiano 547; Litra, 480-461 a.C. AE gr. 0.69 g. Asta XXV Artemide Aste Luglio 2011. Cenni bibliografici.

Hexas of Zancle/Messana, 455-451 a.C. – Serie VII.

Della "gamma lunata" sotto l’immagine della lepre, M.Caccamo Caltabiano - La monetazione di Messana -offre una suggestiva interpretazione in chiave astronomico-astrologica, alla luce dell’importanza che la dottrina pitagorica attribuiva al numero (alpha=uno; beta=due; gamma=tre; delta=quattro) ed evidenzia come la Lepre (costellazione) sia strettamente associata nell’immaginario astrologico al Gigante Orione, che la tradizione collega proprio al promontorio peloritano sul quale avrebbe innalzato un tempio a Poseidone….

Uno scorcio di Cielo che sovrasta lo Stretto e che sicuramente in tempi antichi avrà ispirato gli artisti greci...: l’Etna -Colonna del Cielo - in eruzione, e sopra la fontana di lava il Gigante Orione rincorre la sua Lepre…. A commento, l'eco dei mirabili versi di Lucrezio (De Rerum Natura Libro VI , versi 639 -....)

Quiz: una litra con al D/: un “insolito” … delfino (rivolto a destra)

Un altro esemplare di litra con al D/: un “insolito” delfino (rivolto a destra); al R/: etnico retrogrado DAN… Dankle???

Identificazione delle due litrae precedenti: potrebbe trattarsi di Dankle (antico nome di Messana), ma al D/: non mostra il "solito" delfino (rivolto a sinistra e con pinna dorsale) di Dankle, bensì un delfino senza la pinna dorsale…, identificato come lissodelphis borealis

La litra del post 168 – ex AdM collection, è stata esitata dalle vendite NAC nel 2001 (vendita 21 ) e 2005.

Ipotesi di identificazione del delfino senza pinna dorsale (post 166-168): un Sirenide dugongo (Dugong dugong)? Confronto tra il sirenide sulla litra (post 166) e una foto di un raro dugongo..

Questi mammiferi erano un tempo molto diffusi nel Mar Mediterraneo - e quindi anche nell’area dello Stretto… - dove possono aver contribuito ad alimentare la leggenda delle Sirene (per alcuni loro particolari antropomorfi quali le ghiandole mammarie toraciche e l'abitudine di allattare i cuccioli reggendoli con gli arti anteriori brevi e a forma di palette provviste di cinque dita) come pure del mostro Scilla

Miti connessi all’immagine del delfino (tra Apollo e Dioniso..) e a quella del dugongo (che richiama creature femminili chimeriche, teriomorfe, quali Sirene e Scilla, entrambe legate alla sfera dell'acqua e simbolo dei pericoli della navigazione nello Stretto).

Conferma dell’attribuzione alla calcidese Zankle della litra con sirenide che simboleggia il mito dello Stretto e i suoi misteri...già dominati dalla falce del porto calcidese. Successivamente il porto verrà raffigurato con la sua forma, che racchiude un delfino guizzante.

Qui a confronto, un raro emiobolo dove ormai il sirenide è scomparso: al suo posto, al D/:, un delfino con pinna dorsale e rivolto a sinistra, entro la falce del porto …..

Ancora sul dugongo: è un mammifero e può emettere suoni come le megattere.. Nulla di strano che potesse essere scambiato/identificato con le mitiche sirene…

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Segue disamina delle celeberrime creature mitologiche che popolavano i mari della bella Sicilia. Etimologia del termine ITALIA.

Scylla, su tetradramma d’argento di Akragas, circa 410 a.C.

Scilla (gr. Skúlle; lat. Scylla) nel mito omerico (Odissea). Gli autori successivi ad Omero specularono sull'assonanza tra i termini greci Skylla (Scilla) / Skylax (cane), ricavandone una possibile etimologia del nome: esempio in Ovidio (Metamorfosi).

Scilla - "Guardiana" dello Stretto di Messina - con il tridente mentre insegue un pesce e con alle spalle un delfino/mostro marino, effigiata in esergo al D/: del mirabile tetradramma di Siracusa a firma dell’incisore EYTH, dell’ultimo quarto del V sec. a.C. (epoca dei maestri firmanti”).

Sul significato politico di questa iconografia, si riporta quanto scrive M. Caccamo Caltabiano in “IL PANSICILIANESIMO E L’ANNUNCIO DI UN’ERA NUOVA. SU ALCUNI TIPI MONETALI DI SIRACUSA ED ERICE DELL’EPOCA DEI MAESTRI FIRMANTI”

Il pesce che insegue Scylla compare sul rovescio dello dello stupendo obolo di Akragas, 410-406 a.C. (circa 0.7 g !!!): cernia o … scorfano?

Qui viene identificato come cernia ... (Polyprium cernium)

Per identificazione come scorfano, vedi invece discussione in Lopadousa….

Un delizioso tritone intento a suonare la buccina su un hemilitron di Akragas.

Identificazione del Tritone come Glauco, il dio del mare dalla barba color verderame, la chioma intrecciata d’alghe e il corpo – appunto - di tritone….

Metamorfosi di Scilla: da vergine fanciulla a ibrido mostruoso …

Il racconto mitico dell’amore tra Glauco e Scilla, vittima dell’invidia di Circe nelle Metamorfosi di Ovidio e in celeberrime raffigurazioni pittoriche…

Un racconto autobiografico …: navigando su una nave oceanografica alla ricerca di Scilla, tra i gorghi dello Stretto…..

Carta geologica dello Stretto di Messina piuttosto rara, eseguita nel 1971. Dalla conformazione dei depositi e dalla tipologia del terreno, formatesi anche per il gioco delle correnti, si possono comprendere le antiche difficoltà di navigazione. Il lavoro completo ha per titolo: "Marine Geological Investigations on the Messina Strait and its Approaches" by R. Selli, P.Colantoni, A. Fabbri, S. Rossi, A.M. Borsetti & P. Gallignani.

Un altro Tritone che soffia nella buccina su una emidracma di Himera

Cariddi e i suoi vortici… sul celeberrimo denario di Sesto Pompeo con al dritto uno splendido ritratto di Nettuno con diadema e tridente; al rovescio un trofeo navale con alla base le protomi canine di Scilla e i vortici di Cariddi… Il denario è stato battuto in Sicilia nel 42-40 a.C: il suo conio probabilmente sarà stato preparato da un qualche incisore di cultura siceliota. Riflessioni di natura iconica e sulla figura di Neptunus/Poseidon….

Riflessioni sulla magia dello Stretto…

Disamina sull’etimologia del termine ITALIA, a partire da una moneta degli antichi OSCHI su cui compare l'etnico Viteliu (retrogado) o Vituli: moneta emessa durante la guerra sociale - nella seconda decade del I sec. a.C. – quando gli Oschi si ribellano a Roma. Dal vitello trarrebbe origine il nome Italia...mito legato anche allo stretto o alle sue adiacenze...

L’ipotesi dellItalia come paese di tori e vitelli, trae origine dal Mito di Eracle e del Vitello smarrito presente in Dionisio d'Alicarnasso e Diodoro Siculo…

Secondo G. Panessa, il passaggio di Eracle attraverso la Sicilia costituirebbe il riflesso mitico di una realtà storica: quella delle frequentazioni micenee del bacino occidentale del Mediterraneo anticipatrici della colonizzazione instaurata dai greci in età coloniale. Ulteriori ipotesi sull’etimologia del termine ITALIA.

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Post 476 e 477: Quiz MALACO–numismatico … dal Triangolo calcidese.

Due diverse ipotesi di identificazione della conchiglia di Cardium presente al centro dello schema quadrangolare diviso in nove scomparti sul R/ delle Dracme di Zancle del 525 a.C. (con al D/ il Delfino entro una falce). Il bivalve a confronto sulla serie dracma, litra ed emiobolo di Zancle.

Prima ipotesi di identificazione: verrebbe identificato da M. de Guadan –C. Lascari con la base di un tempio di Kronos e della sua favissa.

Più recente e originale l’interpretazione del mollusco offerta da M.Caccamo Caltabiano nel saggio "LA CONCHIGLIA PELORIAS NELLA MONETAZIONE ANTICA: ATTRIBUZIONE TASSONOMICA ED IMPLICAZIONI NELLA GESTIONE DEL SIC CAPO PELORO E LAGHI DI GANZIRRI": il bivalve viene classificato come appartenente al genere Pinna, e collegato con il lago di Faro (Pantano Piccolo). La scelta di questo tipo numismatico come riferimento all'importanza economica della produzione di bisso nell'area. La Ninfa locale Pelorias, personificazione del territorio comprendente Capo Peloro e i Laghi di Ganzirri (Pantano Grande e Pantano Piccolo), evocata dall'immagine monetale della conchiglia bivalve ….

Confronto tra Conchiglia Pelorias su dracma di Zankle e in una immagine reale, sullo sfondo della carta geologica dell’area…

Pinna nobilis L. effigiata su altre monete dell'area Mediterranea, a cominciare da Kyzikos in Propontis e Gryneion in Aeolis, Asia Minore. Differenze tra la Pinna nobilis sulle monete di Gryneion e la Pelorias sulle monete di Zankle. Referenze bibliografiche.

Post 478 - 479 – 480: riflessioni sulla Pinna nobilis effigiata sulle monete di Kyzikos in Propontis ....

Kyzikos 600-550 aC EL Hekte: un sesto di statere 2,65g; un dodicesimo di statere 1,32g.

Kyzikos hemihekte – elettro: un dodicesimo di statere

Il tonno, insieme al leone ed anche al maialino, ricorre spesso nelle monete di Kyzykos. Cenni sulla potente città di Cizico.

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3. Altre discussioni presenti nella Sezione Sicilia greca o in altre aree del forum

Litra di Messana con: al D/ Lepre che corre a destra. Sotto una conchiglia "cardium"; R/ MEΣ in corona di alloro. La moneta appartiene alle litre di gruppo B - dal n. 568 al n. 598 - nella classificazione della prof.ssa Caccamo Caltabiano. Disamina stilistica.

Richiesta di bibliografia per una tesi sulle immagini portuali nella monetazione di epoca greca e romana: alcuni riferimenti bibliografici sulla monetazione di Zancle.

Monete olimpiche (post 32 in Monete Estere): il tipo con auriga su tetradracma di Messana, 478-476 a.C. (aggiudicato a 1031$ Electronic Auction 164, 09.05.2007)

Due tetradracme di Zankle - Messana del 461-396 a.C. fotografate allo Staatliche Münzsammlung München

Interessante tetradramma suberato di Messana. Link all’articolo sulle monete suberate presente nella sezione Manuali e Articoli del Forum.

Bronzo di Messana: 338-331 BC. Æ Tetras. POSEIDAN, laureate head of Poseidon left / MESSANIWN, ornate trident head, dolphin on either side.

Identificazione di una probabile litra in bronzo di Messana.

Moneta di fantasia che combina un conio di Siracusa con uno di Messana.

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Uno sguardo oltre lo Stretto: Rhegion (Bruttium)

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Sotto il governo di Anassila Rhegion e Messene costituirono un unico Regno per cui le monete recano gli stessi tipi della testa di leone e della protome di vitello e l’iscrizione MESSENION (per Messene) oppure REGINON (per Rhegium), articolate in vari nominali, compresi frazionali.

Dopo la caduta dei tiranni Anassilaidi avvenuta nel 460 a.C., fa la sua comparsa a Rhegion, a partire dal 450 a.C., una nota tipologia: IL DIO IN TRONO DI RHEGION. Tetradramma di Rhegion con dio seduto maturo e tetradramma con dio giovane e imberbe; al diritto compare il tipo tradizionale della testa del leone. Disamina sui simboli associati.

Verso il 420 a.C. Rhegion introduce il nuovo tipo delle testa di Apollo, ancora abbinata all’immagine della testa di leone. RHEGIUM, Tetradramma H88 CNG-85-2010 85. Il culto di Apollo e il simbolismo solare insito nel leone

Apollo Archegetes a RHEGION.

Reghion: frazione in argento (emiobolo o emilitra)

Rhegion, Bruttium: hemitatemorion (1/8 obol), 466-415 BC, .1g. ; 1/10 litra of Rhegion, 420-387 BC (0,075 g)

Un gattone o cucciolo di pantera che gioca con la palla sotto il sedile di Giocasto, il mitico fondatore della città di Rhegion, appare inciso anche sul rovescio di questo stupendo tetra (ca 435-425 aC)! Rhegion fu l'antica colonia dei Calcidesi di Eubea, la sua fondazione contemporanea a Zancle (Messina) risale all'VIII secolo a.C...

Il felino con cui Taras gioca sul rovescio di questo bellissimo statere-nomos di Tarentum (473-420 a.C.): cucciolo di pantera … o forse un gatto?

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Longane

(Centro siculo di emissione di età arcaica e classica)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Longanaion - Longane

1. Siti esterni a LaMoneta.it:

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Le monete di Longane con relativi passaggi in asta

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Longane in CoinArchives.com

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2. post all’interno della discussione Obolichepassione:

Identificazione di una Litra di Longane con al D/: Testa giovanile di Eracle a destra, con spoglia leonina; davanti ΛΟΓΓANAION, retrogrado; bordo di puntini. R/: Testa del dio fluviale Longanos a destra, con capelli smossi e con piccolo corno sulla fronte; bordo di puntini.

Quiz al post 311: profilo di Herakles giovane al D/: di una litra da identificare…

Il R/: della litra del post 311, classificata come R5

Identificazione della litra del post 311 come Litra numero 2 di Longane: altri esemplari a confronto.

Segue disamina sul centro siculo di LONGANE: Localizzazione. Confronto stilistico tra la testa di Longanos al rovescio delle due litrae: litra n. 1 (testina di Longanos volta a sinistra e stile leggermente più raffinato che ricorda il dio fluviale Gelas ) e litra n. 2 Longanos a destra, con capelli smossi e con piccolo corno sulla fronte. Confronto stilistico tra l’Eracle di Longane e l’Eracle sui tetradrammi di Kamarina: l’affinità tipologica confermerebbe l'esistenza di stretti rapporti di natura politica e militare tra Kamarina e il mondo siculo settentrionale, già attestati da Tucidide e dal rinvenimento di un esemplare della litra n. 1 (ora al Museo di Siracusa) proprio a Kamarina. Datazione delle due litre: dal 424 al 415, ossia in un periodo in cui le città sicule godettero di una certa autonomia, che fu loro riconosciuta dal Congresso di Gela (424 a.C.). Il problema dell'esatto nome della città: disamina sulle difformità dell’etnico presente sulle litrae (ΛΟΓΓANAION con una lettera Γ al posto di una N) e sul caduceo (ΛΟNΓENE al posto di ΛΟΓΓANE). Richiamo al cambiamento osservato circa alla metà del V secolo a.C sulle monete di Messana: da Messene al dorico Messana.

Ipotesi Ryolo di Maria-Bernabò Brea di localizzazione del centro siculo di Longane sul monte Ciappa, delimitato dalla valle del fiume Longanos (l'attuale fiume Termini, sulle cui rive nel 269 a.C. i Mamertini furono sconfitti dai Siracusani) e dal torrente Brancolino, non lontano da Rodi e da Milici. Qui sono state rinvenute tracce di cinta muraria e di antichi edifici (l’acropoli?).

Post 318-319: riflessioni sulle classificazioni di rarità delle frazioni della Sicilia greca e loro valore commerciale.

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Galaria

(Zecca siceliota di incerta identificazione e controversa localizzazione)

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Nella cartina si riporta l’ipotesi recente di U. Fantasia (Entella, Etna, Galaria. Greci e non Greci in Sicilia fra Dionisio I e Timoleonte), che ubicherebbe Galaria in un sito interno, con forti difese naturali e collegamenti sia verso Aitna a est che verso Entella a ovest, identificato nell’alta valle del Dittaino, vicino al Monte Altesina.

Galaria rientra infatti nel novero di quelle mikrai poleis siceliote (Henna, Piakos, Stielana/Stiela, (S)ichana, Imachara, Longane, Abakainon, Herbita, Herbessos, Kimissa) note perlopiù da fonti storiche ma spesso di incerta identificazione e controversa localizzazione, che hanno emesso nel V e/o nel IV secolo mikrà kermata secondo un ritmo irregolare e un volume di emissione alquanto ridotto. Tali piccoli nominali costituivano certamente “l’integrazione con una moneta pesante (dracma, didrammo, tetradrammo) anche di una città territorialmente prossima, capace di esercitare una egemonia politica ed economica” (Manganaro Perrone 2007, 33).

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Galaria

1. Discussione monografica sulle emissioni di Galaria nella Sezione Sicilia Greca

La discussione si apre con un’ampia disamina su due esemplari dubbi da aste recenti:

- una litra della seconda serie (asta Artemide n. 35-2012 43 0,74); numerosi esemplari sicuramente autentici vengono proposti per un agevole confronto.

- un dilitron (doppia litra) apparentemente del tutto inedito (asta Hirsch 280, del 9-11 febbraio 2012, al n. 4072, peso di 1,44 g, a cui si aggiunge un altro esemplare di gr. 1,30 ? Aitnacoins, 6.9.2011).

A seguire, la trattazione organica della storia e della complessa monetazione di Galaria (due distinte emissioni di litre d'argento), a partire dalla ricerca dell’evento che potrebbe aver determinato a Galaria una presa di coscienza dell’identità etnica tale da generare la coniazione di moneta a proprio nome.

I PERIODO, 460 a.C.: LITRA AR (0,65-0,54 g.) = Jenkins gruppo I

D/ = Zeus seduto sul trono a sinistra, tiene con la sinistra uno scettro sormontato da un'aquila volta a sinistra ; a sinistra, la leggenda ∑OTER; bordo a puntini. R/ = Dionisio stante a sinistra, tiene con la destra un kantharos e con la sinistra un ramo di vite con grappolo ; bordo lineare.

II PERIODO, 430-420 a.C.: LITRA AR (0,75-0,59 g.) = Jenkins Group II

D/ = Dioniso stante a sinistra, tiene con la destra un kantharos e con la sinistra un thyrsos; a sinistra, pianta di edera; bordo lineare. R/ = Grappolo d'uva con ramoscello e foglie ; bordo lineare; la leggenda è scritta per esteso, CAΛARI NON, e disposta in due differenti maniere.

Puntuali e sempre esaustivi, i riferimenti anche bibliografici e le interessanti riflessioni di carattere iconico, a partire dall’analisi stilistica dei presunti “archetipi” (Naxos e Katane-Aitna, ma anche Kamarina).

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2. Post presenti nella discussione Obolichepassione

Litra di Galaria: Zeus Soter in trono con l'aquila sullo scettro / Dioniso con kantharos e grappoli d’uva

dal post 98 fino al 105 compreso

Galaria: la legenda delle sue due serie di litre argentee della seconda metà del V secolo recita GALA ovvero GALARINON. Ipotesi di U. Fantasia (ENTELLA, ETNA, GALARIA. GRECI E NON GRECI IN SICILIA FRA DIONISIO I E TIMOLEONTE) sulla localizzazione di Galaria nei pressi della grande via interna di comunicazione che attraversa il centro dell’isola, che fu percorsa innumerevoli volte nei due sensi da eserciti greci, cartaginesi e sicelioti ..... Cenni bibliografici.

Prima serie di litrae di Galaria (etnico GALA). Confronto tra: Lo Zeus Soter in trono con l'aquila sullo scettro al dritto con lo Zeus Aitnaios di un tetradrammo di Catania-Aitna; il Dioniso ( ) con kantharos e grappoli d’uva sul rovescio, con l’Atena delle prime litrai di Camarina

Seconda serie di litrae di Galaria (etnico GALARINON). Confronto tra:

i tralci e i grappoli sul rovescio, così come il particolare delle foglie di edera che accompagnano sul dritto il Dioniso con kantharos e tirso, con monete di Naxos non anteriori al 430 a. C.

Galaria: ipotesi di localizzazione presso Gagliano.

Link all’articolo online sopra citato di Ugo Fantasia: ENTELLA, ETNA, GALARIA. GRECI E NON GRECI IN SICILIA FRA DIONISIO I E TIMOLEONTE

Domanda aperta e commento al fatto che Galaria mandò aiuti ad Entella.

Riflessione sull’importanza dei rinvenimenti monetali provenienti da scavi archeologici nella localizzazione dei siti incerti e sul danno provocato invece dai tombaroli.

Riflessioni sulla differenza di stile tra lo Zeus della litra di Galaria a quello del tertradramma di Aitna: anche se ci sono ovviamente frazioni di squisita fattura, l'arte monetale greca si esprime al meglio sugli spazi che tetradrammi o stateri concedono.

Non solo sui tetradracmi ma anche sui bronzi incisori del calibro di Euianeto, Kimone, Eucleidas, ecc.. hanno realizzato veri capolavori.

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Eryx – Erice

(Zecca di emissione di età arcaica e classica)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Eryx - Erice

1. Siti esterni a LaMoneta.it:

Monete di Eryx in Wildwinds.com

Monete di Eryx – Progetto Magna Graecia Coins

Monete e storia di Eryx - Digital Historia Numorum – B.Head, HTML by ED. Snible

Le monete di Eryx con relativi passaggi in asta

Eryx in acsearch.info

Eryx in coinarchives.com

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2. Post all’interno della discussione Obolichepassione

Il cane come tipo monetale è originario di Segesta da dove si diffonde sulle emissioni di Erice, la seconda polis elima per importanza, e delle puniche Mozia e Panormos: link a due didrammi di Mozia e Panormos.

Nelle frazioni di Erice al di sopra del cane appare spesso un astro: in allegato un'emilitra del 430-410 a.C. M. Caccamo Caltabiano, valorizzando la connessione iconica tra il cane e l'astro, ipotizza che il cane raffiguri la stella Sirio che i Greci chiamavano Kyon e i Romani Canicola, stella alpha della costellazione del Cane Maggiore, uno dei Cani del … cacciatore Orione….

In Grecia Sirio segnava l'inizio dei giorni del Cane e del calore ardente. In Egitto il suo sorgere coincideva con la piena stagionale del Nilo. Nell'identificazione del cane stellare di Erice con Sirio, è possibile cogliere una forte analogia tra la virtù fecondante del Nilo e quella del fiume Krimisos, tale forse da giustificare le sembianze del cane assunte dal fiume siciliano, inteso come progenitore delle città elime ...

Altri approfondimenti sulla simbologia del cane sulle monete di:

Segesta

Mozia

Panormos

DEMETRA-CERERE di Henna Versus AFRODITE-VENERE di Erice: qui confronto con la spettacolare litra di Eryx (Erice) con Afrodite Ericina seduta che attira a sè un giovinetto che cerca di resisterle (Adone?)

ERYX - due conchiglie accostate di mollusco BIVALVE con - Emilitra 0,32g 455-450aC Unicum Coll Minì - da A. Campana attribuita ad Eryx. Al D/ l'aquila su capitello ionico che ricorda le coeve emissioni akragantine; bordo di puntini.

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3. Discussioni presenti nella Sezione Sicilia greca o in altre

Onkia di Erix, anepigrafe, con testina femminile con capelli disposti a korymbos / polpo, a confronto con una simile di Syrakusai (con l’etnico presente).

Litra di Eryx dubbia

Sympoliteia : stato simpolitico o koinon. Disamina del termine in ERICE E IL KOINON DEGLI ELIMI NELLA STORIA DELLA SICILIA OCCIDENTALE TRA VI E IV SEC. A. C.” – S.N. CONSOLO LANGHER

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Motya – Mozia

(Centro punico di emissione di età arcaica e classica)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Motya

1. Siti esterni a LaMoneta.it:

Monete di Motya in Wildwinds.com

Monete di Motya - Progetto Magna Graecia Coins – Copyright J.E. van Wielink

Monete di Motya – Digital Historia Numorum - B. Head- HTML by Ed. Snible

Le monete di Motya con relativi passaggi in asta:

Motya in acsearch.in

Motya in Coinarchives.com

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2. Post all’interno della discussione Obolichepassione

Il tipo “Dea/Ninfa sacrificante davanti ad un altare

Dea/Ninfa sacrificante sul rovescio di una rara litra di Motya, 420-400 a.C - 0.64 g: Testa di Dea/Ninfa eponima contornata da grano / Dea/Ninfa sacrificante davanti ad un altare (con betilo?), una conchiglia nel campo a sinistra e a destra la lettera punica mem. Link ad un PDF di L.Nigro sui Betili nel santuario di Motya.

Per ulteriori riferimenti sul tipo dell'Offerente, al maschile o al femminile, vedi anche le zecche Himera, Henna, Entella, Selinunte, Stiela e Leontini, nell’ Indice di sezione ....

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Riflessione sul micron kerma d’argento di Motya

http://www.lamoneta....view__findpost__p__497892

Il micron kerma d’argento di Motya. Riflessione sul termine mikron kerma mutuato da Aristofane. Mozia, Panormo e Solunto coniarono monete autonome a leggenda punica MTV’ o punico-greca MOTYAION fin dal V sec. a.C., ponendosi come le più antiche testimonianze della monetazione punica in Occidente. Queste prime esperienze si dimostrarono subito altamente integrate nel sistema monetario ed economico greco dell’isola. Eloquente indizio in tal senso l’assunzione di tipologie ispirate a quelle coeve delle più importanti città greche (Akragas, Selinunte, Himera, Segesta) ma anche etrusche (Populonia).

Le legende in caratteri punici presenti sulle AR litre di Mozia concorrono a fornire importanti indizi sulla nuova fase della lingua fenicia nell’occidente colonizzato del V sec. a. C che assume il nome convenzionale di punico. (Fonte: IL FENICIO DI MOZIA – M.G. AMADASI GUZZO)

Litra d’argento 0.43 gm, circa 405-397 a.C. con Gorgone Medusa di evidente influsso etrusco/ramo di palma e legenda punica retrograda MT-V’.

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“Carthago in Sicilia”: frazione in argento molto rara che richiama i tipi di Motya, IV sec. a.C., testina di Ninfa e chicco accompagnato da 4 globetti.

“Carthago in Sicilia”: tetras

Carthago in Sicilia: classificazione del tetras precedente che pare noto in soli due esemplari. Il tetras "ninfa/chicco" può essere stato coniato ovunque tra le zone di maggiore influenza punica in Sicilia, nel IV secolo. Per cui Mozia non è da escludere..., anche se pare più probabile Panormos. In quel periodo, infatti, Carthago si è espansa sulla direttrice Selinunte, Agrigento, Gela, Siracusa, affacciandosi sui granai..., dalla costa sino all'interno dell'isola.

Paragone tra il chicco di grano con 4 globetti presente sul rovescio della moneta precedente e quello simile sul rovescio di un'altra frazione in argento (0.25 g) attribuita dubitativamente a Motya (?): ritratto frontale di Ninfa/chicco di grano e quattro globetti, 420-400 aC. Cortesia: magnagreaciacoins.nl

Confronto con il profilo molto simile di "Ninfa" presente sui R/ di due didrammi(entrambi con al D/ il cane segestano...):

  1. Didramma di Panormos. Circa 425-410 a.C. AR - 8.44 g. Cane con sopra una testina di Afrodite/Ninfa dal collo lungo, capelli arricciati, tre delfini intorno e legenda punica "SYS"
  2. Didramma di Motya. Circa 415-397. AR - 8,37 g . Cane su una testa di cervo con enormi palchi, sopra una testina di Afrodite/Ninfa dal collo lungo, capelli arricciati, nel campo foglia di edera.

Richiamo all'Afrodite/Astarte sulla litra di Erice con Afrodite che trattiene Adone /cane segestano. Tra il 410 ed il 368 a. C. avviene il netto inserimento di Segesta, di Erice e degli altri centri elimi nell’area cartaginese, agevolato probabilmente anche dal comune culto di Afrodite, ben radicato – com’è noto– nel popolo fenicio-punico.

Sulla figura e sui diversi significati del Cane segestano sulle monete di Motya, Eryx e Panormos, caratterizzate da analoga tipologia di Segesta, vedi le singole zecche nell’ Indice di sezione ....

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Sui culti a Mozia testimoniati sulle sue monete, tra VI e IV sec.a.C.

Gli scavi nella Zona F di Mozia confermano come nel IV secolo la città abbia continuato a svolgere un ruolo di primo piano negli scambi tra le varie componenti etniche della Sicilia,divenendo così un osservatorio privilegiato di quella positiva commistione che è alla base della cultura mediterranea: il

tofet, dedicato a Baal Hammon e Astarte/Tanit (link ad un interessante PDF “Mozia e il segreto di Astarte“ – L. Nigro); il tempio a cella tripartita - tipico della cultura greca - dell'area del Cappiddazzu, VI sec. a. C.

Litra di Motya (420-400 a.C) - 0.64 g.: Testa di Ninfa contornata da grano / Ninfa sacrificante davanti ad un altare, una conchiglia nel campo a sinistra e a destra la lettera punica mem.

Didramma di Motya (415/410-405 a.C.) - 8.26 g.: al R/ ancora la testina di Ninfa dal lungo collo; Cane (sopra una testina di Afrodite) su una testa di Cervo dall’enorme palco di corna e legenda in caratteri punici mtv' .

L. Nigro segnala come la presenza di conchiglie ed ossa animali (generalmente sezioni di palchi di corna di Cervus elaphus, zanne di cinghiale, o astragali di ovino ….), siano una costante nei depositi, come testimoniano i depositi votivi nel Santuario C3 del Kothon di Mozia nel IV secolo a.C.

Sulla figura e sui diversi significati del Cane segestano sulle monete di Motya, Eryx e Panormos, caratterizzate da analoga tipologia di Segesta, vedi le singole zecche nell’ Indice di sezione ....

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Ancora Motya, tra distruzione e integrazione: confronto con Abakainon.

La distruzione di Motya e Abakainon ad opera di Dionysius I nel racconto di Diodoro Siculo.

La ricerca archeologica dimostra come, anche dopo la distruzione, Motya abbia continuato a svolgere un ruolo di primo piano negli scambi tra le varie componenti etniche della Sicilia …

Litra d'argento dell'ultimo quarto del V secolo con entrambi i tipi che caratterizzano Mozia rispetto agli altri centri punici (Panormos, Solunto): Gorgoneion / albero di Palma con frutti, legenda punica retrograda MT-V' .

L'etnico in caratteri punici presente sul micron kerma d'argento di Motya riflette la nuova fase della lingua fenicia nell'occidente colonizzato del V sec. a. C.: un esempio è offerto dalla consonante laringale ' utilizzata per indicare nella scrittura i pronomi suffissi (genitivo e complemento oggetto) di 3a persona singolare maschile e femminile. (Fonte: Il Fenicio di Mozia – M.G. Amadasi Guzzo).

Confronto tra l'apotropaico Gorgoneion presente sulla litra d'argento e quello impresso su un Oscillum - peso discoidale in argilla – dal Museo di Mozia. Significato "pratico-rituale" degli oscilla fittili con Gorgoneion.

Cenno etimologico del nome Motya: probabile derivazione del suo nome in fenicio - Mtw, Mtw o Hmtw - da una radice connessa con la parola "filanda" o, comunque, con la tessitura delle stoffe e l'industria dei tessuti. Testimonianza in Diodoro (XIV 53, 3) dell’alto valore economico delle stoffe di Mozia: il bottino raccolto dai soldati di Dionigi di Siracusa durante il saccheggio della città (397/396 aC) comprendeva infatti oltre che a molto argento ed oro, anche vesti ricchissime … Immagine di una campionatura di pesi da telaio di Mozia…

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Sorrisi di sapore tardoarcaico …

Il riso-sorriso silenzioso ed inquietante, seppur magico, del Gorgoneion, su due kermata d’argento di Motya dell'ultimo quarto del V sec.a.C.: Litra, 0,64 g.; Trias (1/3 litra) di 0.24g).

L'ineffabile sorriso di sapore tardoarcaico e l'inconfondibile pettinatura con capelli a lumachelle (dai fitti riccioli disposti su tre file) dello Stile Severo su:

  • la bellissima Protome femminile in terracotta da Mozia
  • l'ammaliante capo marmoreo del cosiddetto "Giovane di Mozia"…

Testina maschile su un'onkia (?) bronzea di Motya - 409-397 aC; 1.79 g. (Calciati 9).

Di riso in riso: il riso sardonico … sulla famosissima "Maschera ghignante" punica in terracotta, rinvenuta nel Tofet di Mozia - (Fine VI sec. a.C.).

Il cosiddetto tophet (in aramaico "luogo di arsione"), era l'area sacra dove si racconta venissero sacrificati alle divinità Baal Hammon e Astarte i primogeniti maschi ancora in fasce …

Significato apotropaico (dal greco apotrépo, allontano; apotrópaios, che allontana i mali) della maschera ghignante che, al pari del Gorgoneion, appunto, era in grado di distogliere lo sguardo nemico …

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Le nostre amate mikrà raccontano di fruttuose commistioni etniche ma anche di tanto sangue, deportazioni, soprusi, rivalità ed odio senza fine …

Dalle frazioni sinora postate su Abakainon (centro siculo caratterizzato da etnia mista Greco-sicula) e su Motya (centro punico che ospitava pure una comunità greca) la testimonianza che in Sicilia, dal VII sec. a.C. in poi..., non c'erano solamente i Greci, cioè i Sicelioti, che potevano esprimere un linguaggio artistico e potevano coniare monete interessanti: la compenetrazione di idee, stili, culture, commerci era notevole e le iconografie monetali, non propriamente di puro stile greco, ci parlano di tali fruttuose commistioni.

Dionysius I, tiranno di Siracusa, non apprezzava i Greci che vivevano, producevano e commerciavano nei siti di aliena etnia se non greca: li considerava traditori se operavano in ambiente nemico, e i punici erano i più pericolosi nemici di Siracusa.

Dopo la caduta di Mozia ad opera delle sue truppe, i primi ad essere messi in croce...lungo la strada che da Mozia portava verso occidente, furono le persone di stirpe greca che furono trovate all'interno della città punica durante il saccheggio: dietro le frazioni d'argento che tanto amiamo in questa discussione c'è anche tanto sangue, deportazioni, soprusi, rivalità ed odio senza fine …

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Sulle iconografie monetali dei mikrà di Motya i segni di fruttuose commistioni di idee, stili, culture, commerci … tra punici e greci …

A Mozia dunque vivevano e lavoravano anche dei greci, che avevano luoghi di culto propri, come testimoniano i due sacelli situati davanti ai torrioni della Porta nord, di cui uno di culto fenicio-punico e l'altro greco.

A testimoniare queste "fruttuose commistioni", la presenza sul mikron kerma di Motya anche di legende in caratteri greci. Legenda greca MOTVAION, su una litra assai suggestiva ex A.D.M. Collection (cortesia Acsearch.info, 0.72 g.): D/ aquila su capitello ionico e con serpente in bocca; sopra, una foglia d'edera. R/ Delfino e conchiglia (murex?) - Jenkins, pl. 23, 1. NAC AG - Auction O (13.05.2004), lot. 1361, 380 CHF (~292 USD).

Per completare la tipologia dell'aquila su capitello… altre due litre:

- una dall'elima Eryx, c. 480-470, AR 0.55 g.

- una dalla greca Akragas, c. 450-440, AR 0.68 g. Nota il fiore sotto il granchio: probabilmente un fiore di melograno, ricordo della madrepatria Rhodos??? Akragas fu infatti fondata da coloni di Gela insieme ai Rodi nel VI Sec. a.C.

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Una foglia d'edera compare a Motya anche sul R/ di un didramma - 415-405 aC con una deliziosa testina femminile (Astarte come Afrodite ericina??)

Per il D/: del didramma vedi in precedenza qui (cane che morde un cervo dal grande palco di corna).

La foglia d'edera pare alludere al culto di Astarte legato alla colonizzazione fenicia e ben documentato a Mozia. Questa Dea, non altrimenti che l'lside egiziana dalla quale proverrebbe e l'Afrodite/Venere ericina a cui si sovrappone, ponendosi quale simbolo di rigenerazione perenne…, più che la Dea della bellezza e degli amori rappresentava la fecondità della Natura.

Da questa iconografia siculo/ punica deriverebbero in seguito le varie Tanit effigiate sulle monete cartaginesi … (Rimando alle stupende pagine del sito di Roth37 sulle monete puniche con il profilo di Tanit).

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Rimirando la suggestiva iconografia sul mikron kerma di Motya, non possiamo esimerci dal pensare a quante immagini di un vissuto quotidiano,periglioso o felice, queste argentee monetine potrebbero proiettare per noi su una superficie bianca…: eccoVene un'altra dall’amatissima Motya...

A partire dal racconto di Diodoro Siculo, riflessioni sull’importanza strategica della cosiddetta "strada sommersa" che attraversava lo Stagnone di Marsala collegando la costa con la Porta Nord delle mura di Mozia (risalenti alla metà del VI sec. a. C), tanto da venire distrutta dai Moziesi nel 397 a.C., e ricostruita poi dai Siracusani: è probabile che proprio la strada sommersa abbia costituito l'arma vincente per l'assedio siracusano….

Foto delle fortificazioni della Porta Nord (nota sulla sinistra la struttura a telaio del muro), veduta aerea sullo Stagnone e sulla strada sommersa che foto d'epoca testimoniano essere stata utilizzata per il trasporto dell'uva dall'isola di Motya ai palmenti di Birgi con i tipici carretti siciliani, nella variante marsalese dalle altissime ruote.

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Ultimo assaggio della commistione di stili che caratterizzava Mozia: il mosaico della cosiddetta "Casa dei mosaici" (seconda metà del Vsec.a.C.) con ciottoli marini naturali di colore bianco, grigio e nero,dalla squisita combinazione di disegni sia fenici (con animali in lotta fra loro) che greci (nelle bordure ornamentali a meandro uncinato, o con il motivo del fior di loto alternato a palmetta e dell'onda).

Confronto con il fiore stilizzato nel pithos dipinto dalla Fortezza occidentale: questo vaso testimonia come un settore dell'edificio fosse stato riconvertito a funzioni cultuali nel corso del IV secolo, dopo la distruzione dionigiana di Mozia. Altra evidenza quindi di come la città di Motya abbia continuato anche dopo la sua distruzione a svolgere un ruolo di primo piano negli scambi tra le varie componenti etniche della Sicilia ...

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Superba emilitra AG di Syracusa (450-440aC) di gr. 0.37, dalla vendita NAC 59 Lotto 530, con al D/: una raffigurazione particolarmente delicata e raffinata soprattutto per la curata acconciatura che ricorda quella di un superbo tetra, sempre di Siracusa dell'ultimo quarto del V secolo.

Realizzo dell’emilitra: 2600 franchi + diritti ....

Confronto con il profilo femminile caratterizzato dalla medesima curata acconciatura sul rovescio del didramma di Motya del 425aC. Certo lo stile è diversissimo…, ma quante storie potrebbe raccontare anche questa sorella maggiore, dal polo opposto della bella Sikelia...

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Riflessioni da M.Torelli sulle produzioni artigianali e architettoniche delle colonie greche in Sicilia,fortemente permeate dalla sfera della religione, dei culti e delle pratiche della devozione che i coloni hanno recato con sé dalla madrepatria e che hanno via via sottoposto a una serie di modificazioni successive.

Un àgalma speciale: il "Giovane di Mozia"... da Selinunte!

Un’ammaliante testimonianza della contaminazione tra le due culture (punica e greca) a Motya, è presente anche nella statua del cosiddetto “Giovane di Mozia”, vera e propria poesia marmorea:abbigliato alla maniera orientale, ma con caratteristiche di esecuzione proprie della statuaria greca di “periodo severo”.

Confronto stilistico con la coeva metopa Herakles e Amazzone (Tempio E di Selinunte) e con i Kouroi di Leontini.

Ancora sul "Giovane di Mozia": riflessioni sulla Materia (il marmo pario), sullo Stile (lo Stile Severo), sul Movimento sinuoso, unico nel suo genere, su Artista e Committenza ...

"Il Giovane di Mozia". Continua l'analisi con riflessioni su: l'Identificazione, l'Autore e la Committenza; sul marmo pario (la Venere di Morgantina ha testa, braccia e mani in marmo pario). Link ad una vecchia discussione sempre sul "Giovane di Mozia".

Il Giovane di Mozia": ulteriori riflessioni sulle caratteristiche del marmo Pario (cenno all'originale greco delle Niobidi al MNR), sulla ricca Committenza, sull'Identificazione e sulla provenienza.

Risposte inerenti a:

a) statue in Sicilia, oltre al Giovane di Mozia, in marmo pario: uno dei più preziosi e raffinati disponibile all'epoca per la statuaria.

b) il movimento sinuoso del corpo dell'èfebo/atleta che si distacca da qualsiasi altra produzione statuaria siciliana: riflessioni sul leggero e aderente chitone drappeggiato che offre l'"impressione che lo scultore abbia voluto ritrarre un nudo e sia stato costretto a vestirlo..." (A. De Vita)

c) Confronto stilistico della veste del Giovane di Mozia con il tetradramma di Panormos (due soli gli esemplari noti) su cui l'Offerente appare avvolto in una veste stretta ai fianchi e con un lembo riportato sul braccio sinistro che gli lascia scoperto il petto.

d) Identificazione: Auriga o divinità? Riflessioni sui nessi tra atletismo, culti connessi all'atleta-eroe nelle polis siceliote del V sec. a.C. Il culto dell'atleta-eroe nel V secolo prsenta una forte valenza sia religiosa che politica

Asta Munzen und Medaillen, n. 36 del 5 maggio 2012, lotto n. 98 (una litra di Motya), già appartenuta alla famosa collezione Moretti: invenduta, nonostante il buon pedigree per i particolari difetti di coniazione presenti in alcune altre litre sempre di Motya, probabilmente per l'imperizia del personale addetto alla coniazione.

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3. Altre discussioni presenti nella Sezione Sicilia greca o in altre

Litra di Motya con ritratto frontale e granchio, 0.70g

Bronzo di Motya con profilo femminile e granchio

Onkia di Motya dubbia a confronto con due esemplari autentici

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Herbessos – Herbessus - Erbessus

(Zecca di emissione post dionigiana - metà del IV secolo a.C.)

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(

Ἐρβησσός, Pol., Steph. B. sub voce Ptol.; Ἑρβησσός, Diod.; Herbessus, Liv., Cic., Plin.: Eth. Ἐρβησσῖνος, Philist. ap. Steph. B. sub voce Herbessensis)

“Probabilmente i Sicelioti pronunciavano con una naturale aspirazione i suoni, così come in seguito fecero su loro imitazione i Romani. La h- segnava non aspirazione vera e propria, ma una debolissima spirante, di cui i Sicelioti fecero largo uso ad es. nella toponomastica, ripresa dai Romani: Henna, Hadranum, Halaesa, Haluntium, Helorus, Herbita, Herbessus, Hegesta (e Segesta) ma anche Histria o Hannibal, laddove i Greci non segnavano spirito aspro, ma dolce. I Romani imitarono il greco siceliota e italiota, e quindi mantennero questa spirante di debolissima pronuncia.” (Fonte: pag.94 Salvatore Maurizio Garofalo - IL DIALETTO DORICO DI SICILIA)

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Herbessos rientra nel novero di quelle mikrai poleis siceliote (Galaria, Henna, Piakos, Stielana/Stiela, (S)ichana, Imachara, Longane, Abakainon, Herbita, Herbessos, Kimissa) note perlopiù da fonti storiche ma spesso di incerta identificazione e controversa localizzazione, che hanno emesso nel V e/o nel IV secolo mikrà kermata secondo un ritmo irregolare e un volume di emissione alquanto ridotto. Tali piccoli nominali costituivano certamente “l’integrazione con una moneta pesante (dracma, didrammo, tetradrammo) anche di una città territorialmente prossima, capace di esercitare una egemonia politica ed economica” (Manganaro Perrone 2007, 33).

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Herbessos

1. Siti esterni a LaMoneta.it:

Monete di Herbessos in Wildwinds.com

Monete di Herbessos - Progetto Magna Graecia Coins – Copyright J.E. van Wielink

Herbessos, Sicily – Digital Historia Numorum - B. Head- HTML by Ed. Snible

Le monete di Longane con relativi passaggi in asta; parole chiave: herbessos, herbessus, erbessus

Herbessos in acsearch.info

Herbessos in Coinarchives.com

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2. Post all’interno della discussione Obolichepassione

Litra d'argento di Herbessos con Sikelia / dio fluviale Herbessos

Identificazione della litra d'argento del post precedente

Citazione di due esemplari di litra d'argento di Herbessos (immagini non presenti) classificate Campana n.1. (CNAI - Erbessus)

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3. Altre discussioni nella Sezione Sicilia greca o in altre

Litra di bronzo del diametro medio di 30 mm. e di peso gr 27.76.: personificazione di Sikelia/protome di toro androcefalo, personificazione di un dio fluviale: tipo A (tra i 32 e i 29 grammi) o tipo B (tra i 23 e i 14 grammi)?

Bronzo di Erbessos (Sicilia IV sec a.C.), riconiato su bronzo Zeus Eleuterio (asta 3 Artcoins, lotto 60): interessante la testa di Zeus con sovrapposta la Lira.

Bronzo di Erbessos (Sicilia IV sec a.C.), riconiato su Zeus Eleutherio/fulmine con aquila

Bronzo di Erbessos (Sicilia IV sec a.C.), riconiato su Kainon (Grifo/Cavallo).

Bronzo di Erbessos (Sicilia IV sec a.C.), riconiato su Kainon (Grifo/Cavallo): variante con Sikelia ribattuta sul cavallo con astro a 8 raggi e la lira ribattuta sul grifo.

Richiesta di classificazione di una litra in bronzo di Herbessos, diametro 29, gr. 31 circa. Segue classificazione come LITRA del periodo 338-336 a.C. Di 31 g. : variante A, 338 a.C. , riconiata su litre dionigiane: D/: testa di Sikelia a destra, coronata di mirto; ΕΡBHΣΣINΩN; bordo lineare; R/: toro androprosopo barbuto e con cornetto, che simboleggia il dio fluviale Herbessos. Continua con notizie sulla monetazione, la storia e la localizzazione di Herbessos.

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Inviato

Valeria sei bravissima con questo splendidamente utile (nonche encomiabilmente faticoso) lavoro.

Questa è la soluzione per rendere veramente utili tutte le discussioni fatte , non il tentare di trarne una pubblicazione che implicherebbe innumerevoli aggiustamenti e passaggi.

Complimenti e grazie :)


Inviato

Valeria sei bravissima con questo splendidamente utile (nonche encomiabilmente faticoso) lavoro.

Questa è la soluzione per rendere veramente utili tutte le discussioni fatte , non il tentare di trarne una pubblicazione che implicherebbe innumerevoli aggiustamenti e passaggi.

Complimenti e grazie :)

Sono io che ringrazio te, carissimo Numa, per il gentile prezioso feed back ... Grazie!

Ma ora torno al lavoro... :blum: : in arrivo mikrà e sorelle maggiori di due zecche puniche, Solous e Panormos, con il loro consueto carico di grandi temi...

Buona Pasqua a tutti!

Valeria


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Solous – Solus – Solunto

(Centro punico)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Solous

1. Siti esterni a LaMoneta.it:

Monete di Solous in Wildwinds.com

Monete di Solous - Progetto Magna Graecia Coins – Copyright J.E. van Wielink

Monete di Solous – Digital Historia Numorum - B. Head- HTML by Ed. Snible

Le monete di Solous con relativi passaggi in asta: parole chiave Solous, Solus

Solous in acsearch.info

Solous in Coinarchives.com

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2. Post all’interno della discussione Obolichepassione

Emissione Litra AR inedita a legenda HERMAS attribuita inizialmente all’area di Solunto, in seguito all'area dorica etnea. Dal post 623 fino al post 637.

Come contributo alla serie di esemplari di archi, faretre, "Bogentasche" (custodia per l'arco) postati in precedenza… viene proposto il rovescio di una piccola moneta argentea (litra???) ad oggi considerata molto rara e attribuita all’area di Solous in virtù proprio dell’iconografia presente sul rovescio stesso: le armi di Herakles: clava, faretra ed arco accompagnate da due globetti…

Per una visione completa, sia del diritto che del rovescio, si rimanda a un esemplare venduto da Waddell nel 2007.

Segue ampia disanima dell’enigmatica frazione… che presenta un notevole interesse, specialmente per i seguenti motivi:

La leggenda al D/: HEPMAΣ, che denuncia l'appartenenza al dialetto dorico, rendendo così inverosimile l'attribuzione a Solus, che era una città punica ed ha usato l'etnico in punico (Kaphra). Si pone inoltre l’accento sull'accoppiamento delle prime lettere HE…

La questione ponderale sollevata dalla presenza dei due globetti al rovescio: litra dai pesi però piuttosto alti per una normale litra siciliana (da 0,87 a 0,90 g.) o dilitron (2 litre) di una litra ridotta, intorno a 0,45 g. come attestato anche ad Herbessos?

La tipologia: se il diritto si riferisce al dio Hermes (come conferma il caduceo dietro la testa), le armi sul rovescio (arco, clava, faretra con coperchio alato) possono riferirsi sia a Herakles ma anche al dio Pan "cacciatore", figlio appunto di Hermes e di una ninfa e generalmente raffigurato come un giovane efebico. Il mito di Pan cacciatore è raffigurato su monete di Solus, ma anche di Messana, quindi anche nella Sicilia orientale. Non si può escludere infine che la foglia di edera sia la firma del Maestro della foglia, attivo nella zona etnea tra il 415 e il 405 a.C., mentre il pesce sembra indicare la vicinanza al mare o a un fiume pescoso.

Attribuzione: nel complesso tale emissione, di zecca che resta incerta, ma che potrebbe essere meglio ubicata in zona etnea (vicino a Katana ?) può essere stata coniata verso la fine del V secolo a.C., nel caotico periodo immediatamente successivo alla tragica spedizione ateniese in Sicilia.

Ancora sulla misteriosa HERMAS: risposta al post precedente.

Si riporta l’esemplare Waddell – 2007.

Nel considerare molto interessante l'ipotesi ubicativa in area etnea della zecca dell'HERMAS, si ribadisce come invece l'attribuzione di HERMAS a Solus sia data ormai per scontata, mentre invece nulla c'è di scontato (o quasi...) in questo mondo, tantomeno l'identificazione di zecca afferente monete coniate 2.500 anni or sono, specificamente ove i segni o simboli di zecca o l'etnico non siano certi. Sui mikrà la problematica si amplia a dismisura, dato che furono coniate anche da centri ancor oggi non individuati sul terreno e dalla storia quanto meno incerta. Si ricorre quindi alla lettura iconografica (simboli, miti, rappresentazioni, segni di vario valore e natura...), ma il bello o il brutto è che, in verità, quasi mai è possibile chiudere ogni relativo argomento con qualche certezza.

Si mettono in luce i limiti della ricerca numismatica su basi strettamente sistematiche, che invece risulterebbe spesso facilitata se affiancata dalla comparazione stilistica ed artistica, ovviamente unita o supportata da approfondimenti epigrafici e storici. Ma pochi sono disponibili o motivati per seguire in tale più impegnativo ambiente... che presuppone una preparazione o una predisposizione che travalica il campo propriamente numismatico.

Si ricordano poi:

1. le molte variabili e i molteplici componenti che si sovrappongono nella Sicilia antica: coniazioni effettuate dai fuoriusciti a seguito della conquista di un dato sito (Kephaloidion, Himera, Kronia, Thermai e non solo…) o dagli adepti di un determinato ambiente sorto su ambizioni irridentiste (ad esempio gli Eracleioti...) o dalle componenti di certa stirpe greca che hanno comunque frequentato o convissuto in zone franche o miste quali quelle prossime o interne all'ambiente fenicio-punico;

2. la problematica relativa alle (ri)coniazioni effettuate da parte di bande mercenarie (i campani....) od a seguito delle campagne timoleontee, senza contare le deportazioni, i rientri e poi ulteriori fuoriuscite...

Sulle variazioni di peso nelle litre argentee (che sono molteplici e non sempre hanno un significato certo) si avanza l’ipotesi che più che un significato di valore, almeno in alcuni casi, debbano essere ricondotte alla quantità (più o meno congrua) di metallo nobile presente nelle scorte di zecca.

Si offrono riflessioni sull’importanza del coniare moneta per un dato sito storico: ne valeva dell'identità politica e dell'ambizione di identificarsi come polis, oltre che dell'appartenza comunque ad una data stirpe. Spesso, però, le coniazioni subivano una forzatura in quanto alcuni siti, con tutta probabilità, non sarebbero stati in grado di permettersele in buon numero ed in buon peso.

Nelle piccole monete, da sempre dedicate al commercio anche minuto oltre che alla corretta sistemazione di più grandi partite commerciali, entrano in gioco anche considerazioni di ordine politico ed anche strettamente economiche in quanto consentivano pressocchè all'intera popolazione dei vari centri di essere attiva sul mercato o se vogliamo nell'agorà, o negli spazi dedicati allo scambio ed al commercio.

Ancora sulla misteriosa HERMAS: risposta al post precedente.

Si ribadisce che molti frazionali in argento (mikrà) furono emessi non solo da importanti poleis, ma anche da piccoli centri indigeni. In ogni caso l'emissione HERMAS sembra comunque circoscritta a un ambiente dove genti doriche e attiche hanno avuto una adeguata influenza. Si ricorda come la rara combinazione di HE su monete si riscontri solo a Henna (un centro interno e con forte componente indigena), con litre con leggenda HENNAION, anche se dovrebbero essere state coniate prima di quelle con Ermes (intorno al 450 a.C.).

Il primo problema da risolvere sarebbe quello di scoprire il luogo di provenienza del ritrovamento di queste monetine, considerando che generalmente l'area di circolazione è piuttosto circoscritta: nel caso di queste monetine con Ermes non si sa nulla e quindi non è possibile stabilire con sufficiente approssimazione la loro area di circolazione..

Le litre che più si avvicinano sul piano tipologico sono quelle di Solus, come si può evincere dall’ esemplare postato come esempio: SOLUS NAC-25-2003, 100, 0,61g. Tuttavia, Solus è ben lontana dalla zona di influenza appunto dorica e attica.

Si concorda sul non dare troppa importanza ai pesi delle litre, che presentano in generale una variabilità abbastanza ampia. Solo i nominali maggiori in argento, come i tetradrammi, avevano un peso abbastanza costante. Le monete d'oro poi hanno un peso ancora più uniforme (e vicino allo standard teorico). Per cui, se escludiamo che i due globetti non siano segni di valore, possiamo solo formulare ipotesi alternative, più o meno speculative, quale ad esempio l’ipotesi che i due globetti possano indicare una alleanza tra due comunità: si spiegherebbe da un lato l'assenza dei nomi di città (o comunità) e dall'altro il ricorso ad Ermes, che come è noto aveva tra i suoi requisiti anche quello di presiedere ad accordi, oltre che essere oggetto di sacrifici da parte delle truppe ateniesi, prima di effettuare una spedizione o incursione militare. E' quindi possibile che tale usanza sia stata recepita da una (o due) comunità indigene, che quindi ancora usavano una forma non molto corretta del greco. Anche questo aspetto dovrebbe fare orientare verso un momento subito successivo alla tragica spedizione ateniese del 415-413 a.C.

Ultima osservazione, si richiama la somiglianza tra la testina efebica di Ermes e la bella testa dei bronzi di Piakos ad opera del cosiddetto Maestro della Foglia. Magari, se si tratta di un accordo fra due comunità sotto la benedizione di Ermes, esso può riguardare proprio Piakos ed eventualmente Katana: entrambe erano state alleate di Atene e dopo il 413 a.C. subirono violente scorrerie da parte delle truppe siracusane al comando di Ermocrate.

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Disamina sulla leggenda al diritto, HEPMAΣ

La desinenza -AΣ al posto di -EΣ punta immediatamente al dialetto dorico. La H del gruppo iniziale HE- va considerata per il suo valore arcaico di suono di aspirazione. Segue dettagliata citazione sul il fonema /h/ (reso dalla lettera eta “H”, da cui deriva l'H latina) da Wikipedia.

Si conclude con la possibilità che anche in dorico lo spirito aspro fosse reso inizialmente con la lettera H: questo rinforzerebbe l'attribuzione a una polis di origine dorica, oltre che fornire forse un elemento in più per la datazione.

Si rimanda ad una discussione esterna al forum sulla scienza (o sapienza) pitagorica dei numeri, dove dal testo greco risulta come “Invece dell'odierno ΕΡΜΗΣ gli Ioni avrebbero detto '' ΧΕΡΜΕΣ'=950-ΗΕΡΜΕΣ', i Dori invece ''ΧΕΡΜΑΣ''=946 -ΗΕΡΜΑΣ (sostituendo l'H con l'A)”.

Cenno bibliografico sulla forma HERMAS riportata in “Hainsworth, J.B., Tituli ad dialectos graecas illustrandas selecti. II. Tituli dorici et ionici, Leiden 1972. p. 33 (in copia, All.1)”.

Chiarimento sulla sostituzione “''ΧΕΡΜΑΣ''= -ΗΕΡΜΑΣ (sostituendo l'H con l'A)”. Nella desinenza: ΕΡΜΗΣ -> ΕΡΜΑΣ con lo spirito aspro davanti (che nell'indicazione di pronuncia è reso con il "chi": ΧΕΡΜΑΣ prn. "khermas" perché in greco moderno non esiste il suono aspirato debole "h" come in inglese "home")

Un ulteriore riflessione sulla combinazione HE dalla monografia "Il dialetto dorico di Sicilia" (in "Pan" 22, 2004, pp. 81-122) in cui l'autore, Salvatore Maurizio Garofalo, analizza l'origine e l'evoluzione del dialetto della koinè dorica di Sicilia. Si allega uno stralcio inerente alla fonetica delle consonanti, in particolare la parte relativa all'uso della lettera h- come spirante di debolissima pronuncia più che come aspirazione vera e propria (pag 14 del saggio citato):

"Probabilmente i Sicelioti pronunciavano con una naturale aspirazione i suoni, così come in seguito su loro imitazione fecero i Romani. La h- segnava non aspirazione vera e propria, ma una debolissima spirante, di cui i Sicelioti fecero largo uso ad es. nella toponomastica, ripresa dai Romani: Henna, Hadranum, Halaesa, Haluntium, Helorus, Herbita, Herbessus, Hegesta …. (…), laddove i Greci non segnavano spirito aspro, ma dolce."

Nella sua dettagliata analisi del dialetto della koinè dorica di Sicilia, l'autore sottolinea come le "differenze che esistevano in inizio tra i vari dialetti molto presto cominciarono a diminuire” per il mescolarsi continuo di dialetti e lingue.

Prosegue con un elenco delle fonti sulle raccolte delle iscrizioni doriche di Sicilia: sulle monete ("G.F. Hill, Coins of Ancient Sicily, 1915" e "B.V. Head, Historia Nummorum, Oxford 1911"), e sulla Grammatica (U. Sicca, Grammatica delle iscrizioni della Sicilia, Arpino 1924.").

http://www.lamoneta....post__p__690450

Si conclude considerando - alla luce anche degli ultimi interventi di carattere linguistico - almeno plausibile una particolare leggenda come HEPMAΣ, riconducibile appunto a un ambiente dorico e compatibile con la pronuncia attestata per i Sicelioti.

Si identifica infine un dionkion (o hexantes) ancora inedito postato in precedenza, ipotizzando dal fulmine tra i due globetti l'appartenenza a Katana.

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Tetras a legenda ΠAN con foglia di edera e testina cornuta del dio Pan: un nuovo interessante tassello al noto problema dell'emissione con HEPMAΣ. Riflessioni sull’importanza delle contromarche.

Nuovo interessante tassello al noto problema dell'emissione con HEPMAΣ: il tetras lotto n. 56 (g. 0,18, aggiudicato a ben 1100 dollari) nell'asta New Sale XIV/2007, attribuito erroneamente a Panormos,.. Si tratta di un unicum della ex collezione Moretti noto anche al Manganaro sul Mikrà (tav. V, n. 69).

La leggenda ΠAN non indicherebbe una abbreviazione di Panormos, ma il nome della testa della divinità riportata al diritto: il dio Pan. Inoltre la foglia d’edera presente al rovescio è perfettamente identica a quella del nominale superiore con Hermes: molto probabilmente questo tetras (= 3 onkiai) costituiva proprio una frazione della moneta con Hermes e quindi deve appartenere alla stessa emissione, dedicata appunto sia ad Hermes sia al figlio Pan.

Riflessione metrologica ampia e articolata a partire dalla considerazione che il tetras corrispondeva a 1/4 di litra (da cui il nome in greco) per cui in realtà il cosiddetto dilitron dovrebbe essere invece una vera litra e non una doppia litra. Si ribadisce infine come le mikrà valessero per la quantità di argento che avevano e non come monete fiduciarie (come invece le monete in bronzo che appunto godevano della "fiducia" di essere convertibili in monete d'argento).

Due tetras a legenda ΠAN a confronto…, tra Panormos e HERMAS

Il tetras di Panormos (dalla ex Collezione A.Moretti, 0.16 g., citato da G. Manganaro in Mikrà Kermata 29 e pl. V, 68.) con al R/ legenda ΠAN tra tre globetti e al D/ testina barbuta appartiene a una emissione distinta, di sicuro ambiente punico, e non va confuso con il tetras con la testina giovanile e imberbe che è stato ipotizzato essere una frazione della litra con HEPMAΣ (vedi post precedente).

Riflessione sui mikrà sicelioti ancora inediti della portentosa collezione del cav. Moretti, che era in deposito, dopo la sua morte, presso la NAC di Zurigo, dispersa in seguito attraverso aste di NAC, ma anche di CNG, Triton, New York Sale (Baldwin e co.), ecc., senza contare però che alcuni esemplari sono stati acquistati direttamente per trattativa privata e quindi manca ancora la relativa documentazione fotografica.

Non pochi di questi mikrà sono stati riportati in vari lavori di Manganaro, docente di epigrafia greca all'Università di Messina, ma anche appassionato collezionista di queste monetine. Purtroppo alcuni anni fa la sua collezione fu sequestrata e adesso giace in qualche deposito della Soprintendenza siciliana… A quando il catalogo?

Nell'asta New Sale XIV/2007 è apparso un tetras, attribuito erroneamente a Panormos, n. 56, g. 0,18 (poi aggiudicato a ben 1100 dollari): si tratta di un pezzo unico, già appartenuto alla nota collezione Moretti e noto anche al Manganaro sul Mikrà (tav. V, n. 69).

La leggenda ΠAN non sta a indicare una abbreviazione di Panormos, ma il dio Pan. Inoltre la foglia di edera presente al rovescio è perfettamente identica a quella del nominale superiore con Hermes: molto probabilmente questo tetras (= 3 onkiai) costituiva proprio una frazione della moneta con Hermes e quindi deve appartenere alla stessa emissione, dedicata appunto sia ad Hermes sia al figlio Pan …

Segue una esaustiva disamina di carattere ponderale.

Post 642 – 645: riflessione sulle contromarche con il simbolo croce e sulla leggenda di diritto (HERMAS/PAN/ΣҮΡΑΣΩΣIΑ) non propriamente legata al nome di una polis

Il simbolo croce richiamerebbe come tipo le contromarche presenti su alcune siciliane in bronzo, in particolare atene ippocampi o su dracme dionigiane (vedi Campana, corpus antiquae o Calciati Corpus Nummorum Siculorum).

La leggenda di diritto non sarebbe poi propriamente legata al nome di una polis. M. Caltabiano in La Sicilia dei due Dionisi, "La monetazione di Dionisio I fra economia e propaganda" punto 3, appunto parla della leggenda ΣҮΡΑΚOΣΙΩΝ sui bronzi Dionigiani Atene/ippocampo ed in particolare su quelli con leggenda ΣҮΡΑΣΩΣIΑ (recentemente ripreso da un importantissimo lavoro di Calciati sulla rivista Monete Antiche) e propone una lettura di ΣҮΡΑΣΩΣIΑ come un nome composto da ΣҮΡΑ e ΣΩΣIΑ; ΣΩΣIΑesprime un concetto di salvezza, quindi ΣҮΡΑ (dea) la salvatrice.... Sarebbe interessante, trovare la connessione temporale (sempre che ci sia) su quel simbolo a croce e le contromarche .....

Segue nei post successivi 643-644-645:

Post 643: Riflessione sulle contromarche con croce in realtà rappresentata da raggi di una ruota (talvolta appunto senza il contorno circolare della ruota). Bibliografia relativa (due articoli di Santelli G. e Campana A.: Le contromarche Ruota a quattro raggi su monete bronzee di Siracusa, Monete Antiche 41 (settembre/ottobre) 2008, p. 3-14; Contromarche Ruota a quattro raggi su monete bronzee di Kainon, Kephaloidion ed Enna, Monete Antiche 43 (gennaio/febbraio) 2009, p. 13-16).

Secondo gli autori tali contromarche sono state apposte nei turbinosi anni di guerra civile tra Dione e Timoleonte, quindi intorno alla metà del IV secolo a.C. e perciò circa almeno mezzo secolo dopo il tetras in argento con Pan. Quindi, al di là di una vaga somiglianza, si tratta di due fenomeni distinti.

Richiamo all'interessante ipotesi della Caltabiano, ripresa in un suo recente articolo (Moneta docet. ΣYPA o dell’Astro. In: Valori e disvalori simbolici delle monete. I trenta denari di Giuda (a cura di L. Travaini), Roma 2009, p. 79-104, incl. 3 tavole): non deve pertanto sorprendere, anche se poco comune, l'uso del nome di una divinità al posto del nome di una città, che al limite può essere riportato sull'altro lato della moneta. Basti pensare ad esempio ad AΠOΛΛΩN sotto la testa appunto di Apollo in grandi bronzi di Adranon oppure, in tempi più recenti, VOLCANOM su bronzi di Aesernia (nel Samnium).

Post 644: Si ribadisce come sul fenomeno contromarche ci siano ancora molti dubbi e poche certezze, come sulle riconiazioni, pertanto potrebbero anche essere anche successive al periodo Timoleonteo (344), come precedenti a Dione (357), considerando il fatto che l'emissione con ippocampo e dracma sono attribuite a periodo dionigiano....(<400)

Post 645: Si concorda come l'unica vera certezza sia che gli Ippocampi abbiano visto la luce negli ultimi anni del V secolo a.C., all'inizio del regno di Dionisio I o poco prima e quindi circolarono durante l'impero dionigiano.

Segue disamina degli indizi e cenno allo studio sistematico intrapreso di recente da alcuni studiosi, come Santelli e Campana, che hanno recepito l'importanza delle contromarche siceliote, grazie anche ai pionieristici studi di Rodolfo Martini, curatore dei Musei Civici di Milano nonchè massimo esperto delle contromarche romane, che aveva sollecitato studi anche nel settore siceliota, ancora ricco di sorprese.

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3. Altre discussioni nella Sezione Sicilia greca o in Altre Sezioni

Litra di Solus in AG raffigurante Eracle seduto su una roccia a sx sul dritto, e sul rovescioun arco, una faretra e una mazza. Legenda punica KPR', relativa a Solunto.

SOLUS Litra AG NAC-25-2003 100 0,61.jpg

SOLUS AE Calc 5 MuMD-17-2005 294 2,39.jpg

Solous - Onkia ca. 330-260 a.C. AE g. 1,68 Diritto: Testa imberbe di Eracle a destra; bordo di puntini. Rovescio: Tonno a destra; anepigrafo; bordo di puntino. Calciati I, pag. 311, 11-12OS; Minì 11; Jenkins I, tav. 23, 23; Campana 17 R

La moneta appartiene al V periodo (ca. 330-260 a.C.) della monetazione di Solunto. Si tratta di una serie di emissioni puniche, con stile generalmente molto affine alle numerose onkiai del territorio di Erix. In queste onkiai non è semplice stabilire l'esatta posizione del tonno, se a destra o a sinistra, anche a causa dell'equivoca posizione delle pinne dorsali e ventrali.

Cenno al tonno sui bronzi di Lampedusa.

Bella monetina in bronzo con due tonni sul rovescio (1/4 de calco de Gadir, colonia fenicia del sur de España )

Cenno a colonie fenicie in Spagna e Italia. Certamente, a parte una intensa frequentazione e scambi commerciali furono fondate alcune colonie, ricordiamo in Sardegna Tharroso e Karalis (Cagliari) , in Sicilia Motya, Solunto e Zyz (Palermo).

Emilitra bronzea (su un piede teorico di 18 g.) della città siciliana di Solus, emessa nel periodo 330-317 a.C. Artemide asta del 7 settembre 2006.

Conio di dritto : Testa giovanile maschile a sin., con elmo attico e pennacchi; ai lati nel campo, lettere puniche K A (iniziale e finale di “kfra”, ossia Kafara, nome punico di Solus; contorno perlinato. Conio di rovescio : Cavallo corrente a d.; sullo sfondo, caduceo (o più correttamente un Kerykéion).

Ampi riferimenti bibliografici: Romolo Calciati, Corpus Nummorum Siculorum (CNS) vol. I, pag. 311, n°9. Alberto Campana, Corpus Nummorum Antiquae Italiae (CNAI), vol. II, pag. 142, n°15. Virzì Collection, plate 7, n°2171. Adolfo Minì, Monete di bronzo della Sicilia antica, pag. 405, n°10. Ettore Gabrici, La monetazione del bronzo nella Sicilia antica, pag.169, n°38. British Museum Collection (BMC), 1, pag. 254.

Di questa rara emissione si conoscono “ufficialmente” ad oggi solo cinque esemplari, e cioè : quello del British Museum (gr.7,17); quello del Museo Salinas di Palermo (gr.6,35); quello della Collezione Tom Virzì (gr.8,05). Questo ultimo esemplare risulta nel catalogo generale della Collezione Virzì, ma non fu inserito invece nel catalogo d’asta della famosa vendita di tale collezione, tenutasi nel Novembre del 1973 a cura della nota della casa d’asta Bank LEU di Zurigo (asta n°6); quello venduto in asta NAC di Zurigo 1/1989, lotto n°94. (gr.7,24); quello presente in una collezione privata e riportato per la prima volta dal Campana nel CNAI, il più pesante noto ad oggi (gr.9,089), di cui esiste anche la foto ivi pubblicata.

Quello della vendita Artemide si può quindi oggi aggiungere alla lista degli esemplari noti, ma con buona probabilità ne dovrebbero esistere almeno un altro paio di esemplari, transitati negli anni passati nel mercato antiquario e finiti in piccole collezioni private. E’ in definitiva una emissione certamente molto rara, ma non così come potrebbe sembrare leggendo il catalogo di Artemide o anche il Calciati stesso. Solo nel CNAI di Campana è possibile reperire qualche notizia in più e di maggior rilievo scientifico.

Fotografie esistono solo dell’esemplare Virzì (pubblicato nel catalogo generale della collezione, e ripreso dal Calciati e dal Campana nelle loro opere, dell’esemplare del British Musem, cui si può richiedere al Museo la foto a pagamento e dell’esemplare passato in asta NAC nel relativo catalogo.

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Panormos – Panormus – Palermo – SYS

(Centro punico di emissione di età arcaica e classica)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di Panormos

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Le monete di Panormos con relativi passaggi in asta:

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Panormos in Coinarchives.com

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2. Post all’interno della discussione Obolichepassione

Tetras a legenda ΠΑΝ con lettere tra tre globetti (segni di valore) attribuito a Panormos. Confronto con altri frazionali a legenda ΠΑΝ attribuiti invece a: 1) Himera, 2) a zecca incerta in connessione all’ineffabile litra HERMAS. Riflessioni sull’importanza delle contromarche.

Richiesta di classificazione di un tetras a legenda ΠΑΝ con lettere tra tre globetti (segni di valore).

Classificazione del tetras precedente (a legenda ΠΑΝ con lettere tra tre globetti (segni di valore) attribuito a Panormos dal Manganaro:

“D’altra parte la legenda greca ΠΑΝΟΡΜΟ appare abbreviata ΠΑΝ e persino Π. Richiamo un esemplare di g 0,16, con Testa cornuta al D/ e le lettere greche ΠΑΝ tra tre globetti al R/ (tav. CXLIII, 4), …… (…) Io avevo identificato la testina cornuta come quella del dio Pan, allusivo al nome di Panormos: ripensandoci, vi ritroverei il simbolo di un fiume …..”.

(Vedi il PDF: IL PAESAGGIO DI PANORMOS RIFLESSO NEI DODICI TIPI DELLE SERIE FRAZIONARIE A LEGENDA PUNICA SYS).

Confronto con un tetras di Panormos dalla ex Collezione A.Moretti (Cortesia Coinarchive.com), circa 400 aC., AR, 0.11 g.; referenza: vedi anche in Manganaro, Mikrà Kermata 29 e pl. V, 68.

Il tetras di Panormos dalla ex Collezione A.Moretti, 0.16 g., citato da G. Manganaro in Mikrà Kermata 29 e pl. V, 68. Confronto con il tetras con la testina giovanile e imberbe che è stato ipotizzato essere una frazione della litra con HEPMAΣ.

Riflettendo sui mikrà sicelioti ancora inediti della portentosa collezione del cav. Moretti, che era in deposito, dopo la sua morte, presso la NAC di Zurigo.

L'esame dei mikrà sicelioti non cessa di fornire sorprese, se si vuole studiarli a fondo…. Una buona parte dei mikrà sicelioti della ex collezione Moretti è stata dispersa attraverso aste di NAC, ma anche di CNG, Triton, New York Sale (Baldwin e co.), ecc., senza contare però che alcuni esemplari sono stati acquistati direttamente per trattativa privata e quindi manca ancora la relativa documentazione fotografica.

Non pochi di questi mikrà sono stati riportati in vari lavori di Manganaro, docente di epigrafia greca all'Università di Messina, ma anche appassionato collezionista di queste monetine. Purtroppo alcuni anni fa la sua collezione fu sequestrata e adesso giace in qualche deposito della Soprintendenza siciliana. Chissà quanto dovremo attendere la disponibilità di un catalogo di questa importante collezione. Le foto riportate sui lavori di Manganaro, che comprendevano sia monete allora di sua proprietà sia quelle appartenenti a Moretti, sono però di qualità piuttosto modesta, con scarsa definizione.

Il tetras con al R/ legenda ΠAN tra tre globetti e al D/ testina barbuta, noto in unico esemplare e citato dal Manganaro, Mikrà ecc., p. 29, tav. 6, n. 68, fu acquistato da Moretti al listino M.u.M n. 443, lotto n. 17, del peso di 0.16 g.

A differenza dell'altro tetras con ΠAN postato in precedenza, questo dovrebbe invece essere sicuramente di Panormos. Infatti ΠAN è sistemato assieme ai segni di valore e in questo caso designa l'autorità emittente e non il nome identificativo della divinità (in genere apposto vicino alla sua raffigurazione). Lo stile è molto diverso, compatibile con l'ambiente punico e manca la foglia di edera. Quindi le tre lettere indicano l'inizio del nome della città, ΠANOPMOΣ.

Pertanto questo tetras appartiene a una emissione distinta, di sicuro ambiente punico, e non va confuso con il tetras con la testina giovanile e imberbe che è stato ipotizzato essere una frazione della litra con HEPMAΣ.

Il corno sulla fronte, un elemento che permette di avvicinare ulteriormente alle belle testine di Piakos..., richiama Pan (e non una semplice divinità fluviale) quale divinità espressione della totalità della natura e quindi molto apprezzata da genti indigene.

Tetras a legenda ΠAN con foglia di edera e testina cornuta del dio Pan: un nuovo interessante tassello al noto problema dell'emissione con HEPMAΣ. Riflessioni sull’importanza delle contromarche.

Nell'asta New Sale XIV/2007 è apparso un tetras, attribuito a Panormos, n. 56, g. 0,18 (poi aggiudicato a ben 1100 dollari). Esso è un pezzo unico, già appartenuto alla nota collezione Moretti e lo stesso pezzo era noto anche al Manganaro sul Mikrà (tav. V, n. 69).

La leggenda ΠAN non sta a indicare una abbreviazione di Panormos, ma il dio Pan. Inoltre la foglia di edera presente al rovescio è perfettamente identica a quella del nominale superiore con Hermes: molto probabilmente questo tetras (= 3 onkiai) costituiva proprio una frazione della moneta con Hermes e quindi deve appartenere alla stessa emissione, dedicata appunto sia ad Hermes sia al figlio Pan … Segue una esaustiva disamina di carattere ponderale.

Post 642 – 645: riflessione sulle contromarche con il simbolo croce e sulla leggenda di diritto (HERMAS/PAN/ΣҮΡΑΣΩΣIΑ) non propriamente legata al nome di una polis

Il simbolo croce richiamerebbe come tipo le contromarche presenti su alcune siciliane in bronzo, in particolare atene ippocampi o su dracme dionigiane (vedi Campana, corpus antiquae o Calciati Corpus Nummorum Siculorum).

La leggenda di diritto non sarebbe poi propriamente legata al nome di una polis. M. Caltabiano in La Sicilia dei due Dionisi, "La monetazione di Dionisio I fra economia e propaganda" punto 3, appunto parla della leggenda ΣҮΡΑΚOΣΙΩΝ sui bronzi Dionigiani Atene/ippocampo ed in particolare su quelli con leggenda ΣҮΡΑΣΩΣIΑ (recentemente ripreso da un importantissimo lavoro di Calciati sulla rivista Monete Antiche) e propone una lettura di ΣҮΡΑΣΩΣIΑ come un nome composto da ΣҮΡΑ e ΣΩΣIΑ; ΣΩΣIΑesprime un concetto di salvezza, quindi ΣҮΡΑ (dea) la salvatrice.... Sarebbe interessante, trovare la connessione temporale (sempre che ci sia) su quel simbolo a croce e le contromarche .....

Segue nei post successivi 643-644-645:

Post 643: Riflessione sulle contromarche con croce in realtà rappresentata da raggi di una ruota (talvolta appunto senza il contorno circolare della ruota). Bibliografia relativa (due articoli di Santelli G. e Campana A.: Le contromarche Ruota a quattro raggi su monete bronzee di Siracusa, Monete Antiche 41 (settembre/ottobre) 2008, p. 3-14; Contromarche Ruota a quattro raggi su monete bronzee di Kainon, Kephaloidion ed Enna, Monete Antiche 43 (gennaio/febbraio) 2009, p. 13-16).

Secondo gli autori tali contromarche sono state apposte nei turbinosi anni di guerra civile tra Dione e Timoleonte, quindi intorno alla metà del IV secolo a.C. e perciò circa almeno mezzo secolo dopo il tetras in argento con Pan. Quindi, al di là di una vaga somiglianza, si tratta di due fenomeni distinti.

Richiamo all'interessante ipotesi della Caltabiano, ripresa in un suo recente articolo (Moneta docet. ΣYPA o dell’Astro. In: Valori e disvalori simbolici delle monete. I trenta denari di Giuda (a cura di L. Travaini), Roma 2009, p. 79-104, incl. 3 tavole): non deve pertanto sorprendere, anche se poco comune, l'uso del nome di una divinità al posto del nome di una città, che al limite può essere riportato sull'altro lato della moneta. Basti pensare ad esempio ad AΠOΛΛΩN sotto la testa appunto di Apollo in grandi bronzi di Adranon oppure, in tempi più recenti, VOLCANOM su bronzi di Aesernia (nel Samnium).

Post 644: Si ribadisce come sul fenomeno contromarche ci siano ancora molti dubbi e poche certezze, come sulle riconiazioni, pertanto potrebbero anche essere anche successive al periodo Timoleonteo (344), come precedenti a Dione (357), considerando il fatto che l'emissione con ippocampo e dracma sono attribuite a periodo dionigiano....(<400)

Post 645: Si concorda come l'unica vera certezza sia che gli Ippocampi abbiano visto la luce negli ultimi anni del V secolo a.C., all'inizio del regno di Dionisio I o poco prima e quindi circolarono durante l'impero dionigiano.

Segue disamina degli indizi e cenno allo studio sistematico intrapreso di recente da alcuni studiosi, come Santelli e Campana, che hanno recepito l'importanza delle contromarche siceliote, grazie anche ai pionieristici studi di Rodolfo Martini, curatore dei Musei Civici di Milano nonchè massimo esperto delle contromarche romane, che aveva sollecitato studi anche nel settore siceliota, ancora ricco di sorprese.

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Due frazioni argentee da identificare, tra Panormos e Himera. Riflessioni sul mikron kerma a Panormos. Una nota etimologica e una… mitologica

Quiz: due frazioni argentee da identificare, tra Panormos e Himera…

Proposta di classificazione della prima monetina del post precedente, un tetras a legenda ΠΑΝ al D/: con protome di mostro con volto umano, barba, orecchie ferine e lungo corno ricurvo fino al collo... attribuito NON A PANORMOS …. Bensì ad HIMERA!

Confronto con un esemplare simile proveniente dalla Ex collezione Dr. A. Moretti attribuito a HIMERA! Tetras (Trionkion / 1/4 litra), circa 425-410 a.C. AR 0.17 g. D/ Protome di mostro con volto umano, barba, orecchie ferine e lungo corno ricurvo fino al collo; R/ Tre Onkiai... Da: Baldwin's Auctions Ltd, Dmitry Markov Coins & Medals, M&M Numismatics Ltd The New York Sale XIV (10.01.2007) – 4.

Confronto con la litra di Himera con protome alata di mostro marino.

Classificazione della seconda monetina: Panormos, Litra c. 410-405 a.C., AR 0.59 g. Testa di Ninfa/Poseidone seduto su una roccia. Un secondo esemplare della litra con Poseidone seduta ma con Ninfa dalla diversa acconciatura. Il mikron kerma a Panormos. Sulla serie di kerma a legenda punica Sys di Panormos.

Proposta di classificazione della seconda monetina: Panormos, Litra c. 410-405 a.C., AR 0.59 g. : Testa di Ninfa / Poseidone seduto su una roccia. Jenkins, Punic Sicily I, pl. 24, 3.

Il mikron kerma a Panormos: Panormo Mozia e Solunto coniarono monete autonome a leggenda punica o punico-greca fin dal V sec. a.C., ponendosi come le più antiche testimonianze della monetazione punica in Occidente. Queste prime esperienze si mossero nell’ambito della monetazione greca in Sicilia con la quale si confrontarono alla pari, dimostrando subito di essere altamente integrate nel sistema monetario ed economico greco dell'isola.

Eloquente indizio in tal senso l'assunzione anche per Panormos di tipologie ispirate a quelle coeve delle più importanti città greche: si pensa infatti che, a differenza dei tetradrammi d'argento Quadriga/Testa di Persephone -tesaurizzati lungo tutto il IV secolo nell'intero territorio siciliano-, il mikron kerma (litre/oboli) servisse per un uso interno, probabilmente limitato agli scambi locali (sicuramente favoriti dalla presenza di tipologie comuni).

Si pensi ad esempio all'Aquila agrigentina assunta pure su kerma di Panormos, oltre che di Motya, Erice....

Sulla serie di kerma a legenda punica Sys di Panormos: G. Manganaro - citando gli scritti sulla monetazione punica in Sicilia di Lorenza Ilia Manfredi- scrive:

"La identificazione di Sys con Panormos mi sembra indubbia. Decisiva la litra argentea a doppia legenda, la quale presenta al D/ le tre lettere puniche sys al di sotto della figura di Poseidon seduto, a destra un grande delfino e al R/ la legenda greca Panormos in senso antiorario al di sotto di un toro androprosopo (se non caprone) cavalcato da un giovane nudo, volto a destra (il modello si ritrova in una litra argentea di Himera).

Tuttavia, il termine punico SYS non è traduzione del greco Panormos, né viceversa. Lorenza Manfredi però ha ribadito che Panormos possa indicare una divinità o ninfa eponima."

Il toponimo greco Panormos -che in greco significa tutto porto - corrisponderebbe pertanto a quello fenicio-punico SYS, da tradurre "la splendente / fiorita": pur non essendo sinonimi, entrambi i toponimi rivestirebbero un significato esornativo "paesaggistico"./

Appunto, sul mikron kerma con legenda punica SYS prevalgono figurazioni che - sebbene ispirate a prototipi di città greche, come Zankle, Akragas, Himera, Gela, Kamarina e Syrakousai... - evocherebbero (alla maniera greca - e greca in fondo, anche se mescolata con elementi punici, è ormai Panormos...-) aspetti del paesaggio palermitano: al porto (Poseidon e il delfino), alle tante fontane di cui doveva essere ricco allora, come lo è ancora, il territorio palermitano (Testa di Ninfa), ai due fiumi, alla palude lungo la costa (Cigno ma anche le protomi taurine); alla montagna (aquila marinara, predatrice); ecc.....

Confronto, un'altra litra di Panormos del 410a.C., dove al D/: la Ninfa sfoggia una diversa pettinatura ... raccolta ..... Al R/: Poseidon seduto sulla roccia.

Una nota mitologica ... sul tema: la "Nascita dalla Pietra": il Poseidone Pontomedon - sovrano del mare ...-mollemente seduto su una roccia..., pare ricordare il Poseidon Petraios ("delle rocce"): “Si narra che il dio, mentre giaceva addormentato sulle rocce..., ebbe una eiaculazione e il suo seme ingravidò la terra che generò così il primo cavallo: Skyphios! (Scholia a Pindaro IV Pitica).

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Il Keraton o Keratinos bomos, l'altare dagli angoli ornati da corna, su bronzi di Panormos della serie Demetra velata/Altare e, per confronto, su mikrà in argento di Stiela e Kimissa.

Il Keraton o Keratinos bomos: l'altare dagli angoli ornati da corna sul R/ di un bronzo (18mm, 5.83 g) di Panormos del 44-36 aC., ex Tony Hardy Collection. CNG Auction 2004, lotto 321.

Confronto con l'altare di corna su due mikrà di Kimissa con legenda HOMONOIA, di epoca timoleontea circa 320 aC.: una litra (0.79 g., ex A. Moretti coll. - NAC sale 21 -2001, 84) e una emidramma (2.72 g, CNG Triton VI 2003).

Altare di corna sul R/ di un bronzo di Panormus romana con al D/ Demetra velata e legenda HOMONOIA e su un mikron kerma argenteo di Kimissa: Tavola IX del saggio di A. Evans sulle cosiddette monete di alleanza: "On an Alliace-coin of western Sicily, with the altar of the Krimissos" - THE NUMISMATIC CHRONICLE, AND JOURNAL OF THE NUMISMATIC SOCIETY.

Un altro esemplare di Panormos della stessa serie Demetra velata/Altare, da C. Mangano: "LA MONETAZIONE DI PANORMOS IN ETÀ ROMANA. NUOVE PROPOSTE DI CRONOLOGIA E DI ESEGESI DEI TIPI, Tav CXLVI.

Richiamo alle corna taurine fittili probabilmente utilizzate come talismani e che potrebbero rappresentare pure un retaggio delle Corna di Consacrazione della cultura minoico-micenea. Cenni dal saggio di Luciana Aigner Foresti "Antichità classica".

HOMONOIA a Panormos: richiamo alla serie bronzea della Panormus romana con al D/ Demetra velata e la scritta ΟΜΟΝΟΙΑ e al R/ un altare di corna. Kimissa e Panormos, come la stessa Metaponto, amplificarono dunque sugli spazi monetali alcuni momenti di rappacificazione probabilmente conseguenti a dissidi interni non altrimenti identificabili. Spetterà poi all'Impero Romano un più duraturo e continuativo rimando a Homonoia in ambito monetale…

Statere di Metapontion, 360-340 a.C. circa: Testa femminile, HOMONOIA (Homonoia era anche uno degli epiteti di Demetra) / Spiga di grano, MET-A.

Altare di corna sulle litrae di Stiela

Altare di corna sul quale sta compiendo il sacrificio l’Offerente sulle litrae di Stiela della prima serie: nel primo conio (D1: esemplare STIELAION Busso-401-2010 0,65 D) ci sono due corni, nel secondo conio (D2: esemplare STIELAION GM-2010 46 0,56 D), di stile più elaborato, sull'altare c'è un solo corno di forma però più tozza e non appuntita. Con due corna (di forma più simile al conio D2), è presente su monetine in argento di Kimissa.

Osservazione finale: le rappresentazioni dell'altare con corna su monete siciliane sembrerebbero dunque aver interessato soprattutto l'area interna (Stiela, Kimissa) e palermitana (Panormos), dove probabilmente furono eretti altari simili in epoca molto antica, forse una reminiscenza dell'influenza dei cosiddetti "Popoli del Mare", fra i quali risaltarono i Sardi. I Siculi erano di origini molto antiche e incerte.

Il corno è inoltre pregno di valenze salvifiche e a stampo iniziatico: come testimoniano le fonti letterarie a riguardo dell'origine del Keraton e del Geranos che si svolgeva attorno ad esso …

Per una più completa disamina dell’altare di corna e delle mikrà che lo riportano in effige vedi anche le zecche di Kimissa e Stiela e le emissioni a legenda SICHAS, nell’ Indice di Sezione.

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Il Tipo selinuntino dell’Offerente che sacrifica davanti ad altare ripreso su un tetradramma di Panormos

Tetradramma di Panormos (due soli gli esemplari noti) con al D/ Offerente avvolto in una veste trasparente che richiama il leggero e aderente chitone drappeggiato del “Giovane di Motya”. La tipologia riprende la figura dell’Offerente selinuntino come appare, non più nudo ma ricoperto da una sottile veste, sui tetradrammi di Selinunte del secondo gruppo di Schwabacher (vedi anche post 692. )

Secondo V. Tusa un riferimento al mondo punico che può aiutare a comprendere il Giovane di Moziaviene offerto proprio dalle monete di Selinunte del V secolo, su cui si assiste ad alcune variazioni del tipo originario dell'Efebo che appare non più nudo ma ricoperto da una sottile veste trasparente nonchè al passaggio del tipo stesso su una emissione monetale di Panormos. Anche sul tetradramma di Panormos (due soli gli esemplari noti) l'Offerente appare avvolto in una veste stretta ai fianchi e con un lembo riportato sul braccio sinistro che gli lascia scoperto il petto. Interessante come accanto all'Offerente, al posto della statua del toro, della foglia di appio e del ramo d'alloro, compaiano invece una palma e un ariete, simboli consoni alla cultura religiosa fenicio-punica.

Confronto tra l’ammaliante àgalma selinuntina in marmo pario del cosiddetto “Giovane di Motya” e la figura dell’Offerente sui tetradrammi di Panormos e Selinunte.

Per una più completa disamina di:

- la statua selinuntina ma rinvenuta a Motya del cosiddetto “Giovane di Motya

- la figura dell’ “Offerente che sacrifica di fronte all’altare” sia maschile che femminile …

si rimanda alle voci relative alle zecche di Entella, Himera, Leontini, Motya, Kimissa, Selinunte, Stiela, nonché alle emissioni a legenda SICHAS, nell’ Indice di Sezione.

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Il tipo del Cane segestano sulle monete di Panormos

Il cane come tipo monetale è originario di Segesta da dove si diffonde sulle emissioni di Erice, la seconda polis elima per importanza, ma anche delle puniche Mozia e Panormos.

Confronto tra due didrammi con al D/ il tipo del cane segestano... e sul R/ testina di "Ninfa":

Didramma di Panormos. Circa 425-410 a.C. AR - 8.44 g. Cane con sopra una testina di Afrodite/Ninfa dal collo lungo, capelli arricciati, tre delfini intorno e legenda punica "SYS"

Didramma di Motya. Circa 415-397. AR - 8,37 g . Cane su una testa di cervo con enormi palchi, sopra una testina di Afrodite/Ninfa dal collo lungo, capelli arricciati, nel campo foglia di edera. Richiamo all'Afrodite/Astarte sulla litra di Erice con Afrodite che trattiene Adone /cane segestano. Tra il 410 ed il 368 a. C. avviene il netto inserimento di Segesta, di Erice e degli altri centri elimi nell’area cartaginese, agevolato probabilmente anche dal comune culto di Afrodite, ben radicato – com’è noto– nel popolo fenicio-punico.

Sulla figura e sui diversi significati del Cane segestano sulle monete di Panormos, Motya ed Eryx caratterizzate da analoga tipologia di Segesta, si rimanda alle voci relative alle singole zecche citate nell’ Indice di sezione ....

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Un’inedita emissione di Panormos/ZIZ (?)

Emilitra proveniente dall’asta 138 Lanz, lotto 157, attribuita a Siracusa ma più verosimilmente potrebbe essere invece di Panormos: la testina del diritto richiama molto da vicino certe litre di Panormos e al rovescio pare di poter leggere parte della legenda ZIZ. Potrebbe quindi essere una inedita emissione di Panormos/ZIZ.

Si riconferma l’utilità di:

poter affiancare alla rilettura e interpretazione di frazionali greci anche la possibilità di poter autenticare o meno o almeno di confrontare immagini di esemplari già passati in varie aste;

creare una sorta di "banca dati" dove archiviare i frazionali sui quali esistono pochi e sparsi studi e che spesso hanno ricevuto poca attenzione sia parte degli studiosi sia degli stessi commercianti, anche per le difficoltà di poter comparare i vari conii usati.

Per confronto con l’emilitra del post precedente, un'altra emilitra, apparentemente inedita e autentica, apparsa su un'asta online di CNG (2006 16 0,35) e venduta per circa 1000 dollari (!), dove esiste un simile rovescio con ruota e con lettere molto chiare in punico per indicare ZIZ di Panormo, anche se abbinata a una diversa testa maschile, barbuta.

Si ribadisce la necessità di avere dati su questa categoria di monete ancora poco nota.

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Panormos romana, c.120 a.C. Æ As (4.90 g.). -Man. Acilius, Quaestor: emissioni dei questori in Sicilia dove sul D/ compare il bifronte per indicare il valore di Asse. Esemplare ex David Freedman Collection - 11,83g.

L’asse di Panormos è richiamato del Manganaro in "La monetazione di Katane dal V al I sec. a.C." (Catania antica. Atti Convegno della SISAC, a cura di Br. Gentili, Catania 1992) per giustificare la classificazione su base tipologica come asse del chalkous Serapis bifronte/Demetra dell’ultima monetazione bronzea di Katane: lo pone infatti al n. 11 del III gruppo, e in analogia alle emissioni dei questori in Sicilia dove sul D/ compare il bifronte per indicare il valore di Asse.

Definizione di chalkous di M.Caccamo Caltabiano: "… nel sistema ponderale greco indicava l'ottava parte dell'obolo e in quello siciliano corrisponde all'oncia, dodicesima parte della litra. Ben lontana ormai da quella di g. 108 del V sec. a.C., nel III sec. a.C. la litra ha subito numerose riduzioni analoghe a quelle dell'asse romano."

Interessanti spunti di carattere metrologico dagli articoli di Alberto Campana:

- "Il Chalkous a Rhegium" (PN n. 120), dove si sottolinea come la crisi monetaria innestata dalla guerra annibalica abbia determinato diversi aggiustamenti metrologici, attraverso frequenti svalutazioni, sia nella moneta greco-siceliota, sia in quella romana. Una conseguenza fu che anche il chalkous finì con l'identificarsi con l'uncia romana in ambiente greco.

- "Il Chalkous a Katane" (Panorama Numismatico n. 129, 1999) dove lo studioso ribadisce come Katane sia stata assoggettata al dominio romano e solo indirettamente coinvolta in vicende belliche contro Annibale. In particolare riporta una testimonianza poco nota di Livio (27,8,19) secondo cui nel 209 a.C. tutto il frumento che i Romani riuscivano a requisire in Sicilia veniva inviato a Roma oppure trasportato a Katane per rifornire gli eserciti che si apprestavano ad operare a Taranto. Da questa testimonianza si potrebbe dedurre che in quegli anni Katane doveva avere raggiunto una notevole importanza strategica nello smistamento di vettovaglie presso le truppe di occupazione romana.

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“Carthago in Sicilia”: frazione in argento molto rara (IV sec. a.C., testina di Ninfa e chicco accompagnato da 4 globetti) che richiama i tipi di Motya, ma da attribuire più probabilmente a Panormos

“Carthago in Sicilia”: tetras

Carthago in Sicilia: classificazione del tetras precedente che pare noto in soli due esemplari. Il tetras "ninfa/chicco" può essere stato coniato ovunque tra le zone di maggiore influenza punica in Sicilia, nel IV secolo. Per cui Mozia non è da escludere..., anche se pare più probabile Panormos. In quel periodo, infatti, Carthago si è espansa sulla direttrice Selinunte, Agrigento, Gela, Siracusa, affacciandosi sui granai..., dalla costa sino all'interno dell'isola.

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3. Altre discussioni nella Sezione Sicilia greca o in Altre Sezioni

Litra di Panormos - Occupazione punica 409 - 380 a.C. AG 0,59 g. Jenkins I pl. 24, 12 ; SNG ANS 548; Mont. 4604. Diritto: Testa giovanile di dio fluviale a sinistra, a destra una svastica o un delfino; Rovescio: Toro stante a sinistra, in alto legenda punica "shabalaziz".

Panormos 336 – 330 a.C..: Protome di cavallo / delfino. Montenegro 4613.

Litra AG di Panormos che il Montenegro illustra al n° 4601.

Altra litra di Panormos (Montenegro n°4606).

Bronzetto di Panormos (Sicilia) coniato dopo il 259 a.C. Al dritto un ariete con sotto la testa di Giano bifronte. Al rovescio un'aquila. SNG ANS 569; Calciati I pg. 333, 1

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Katane

(Zecca di emissione di età arcaica e classica)

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Uno sguardo alla Storia e alla Monetazione di

Katane

1. Siti esterni a LaMoneta.it:

Monete di Katane in Wildwinds.com

Monete di Katane - Progetto Magna Graecia Coins – Copyright J.E. van Wielink

Monete di Katane – Digital Historia Numorum - B. Head- HTML by Ed. Snible

Le monete di Katane con relativi passaggi in asta:

in acsearch.info

in coinarchives.com

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2. Discussioni monografiche su Katane nella Sezione Monete greche: Sicilia

Copia dell’articolo di Christof Boehringer “Über die Münzen von Katane im letzen Jahrzehnt des V. Jahrhunderts V. Chr.”in tedesco

Viene qui postata, divisa in otto parti, copia dell’interessante articolo pubblicato dal prof. Christof Boehringer sulla Rivista Numismatica Svizzera, dal titolo: Über die Münzen von Katane im letzen Jahrzehnt des V. Jahrhunderts V. Chr. L’articolo che permette di definire meglio la sequenza e la cronologia delle bellissime emissioni di Katana nel V secolo a.C. è in tedesco.

Traduzione in italiano dell’articolo di Christof Boehringer “Über die Münzen von Katane im letzen Jahrzehnt des V. Jahrhunderts V. Chr.”

Qui viene proposta la traduzione in italiano della parte inerente le monete catanesi, gli aspetti storici della polis e le fonti letterarie, del pregevole articolo del Prof. Christof Boheringer “Über die Münzen von Katane im letzen Jahrzehnt des V. Jahrhunderts V. Chr. (p. 5-18 e 2 tavole)”, fondamentale per avere migliori conoscenze sulle emissioni catanesi coniate nell’ultimo decennio del V secolo a.C..

LITRE E SOTTOMULTIPLI DI KATANA NEL V SEC. a.C.

Questa discussione risulta incentrata specificatamente sulle litre emesse da Katana nel corso del V secolo a.C., con i relativi sottomultipli, iniziando con il primo tentativo della loro sistemazione effettuato dal prof. C. Boehringer, in un articolo intitolato “Kataneische Probleme: Silberne Kleinstmünzen”, pubblicato sugli Atti del 9° Congresso Internazionale di Numismatica, Berna, Settembre 1979 (a pagine 71-83 e tavole 6-8).

La discussione prosegue illustrando in maniera più schematica e in ordine cronologico tali frazionali, corredando con immagini tratte dalle sue tavole.

Infine, si analizzano i nuovi esemplari comparsi nelle varie aste dopo la pubblicazione del lavoro sugli Atti (nel 1982).

Provate ora a testare le vostre conoscenze e a classificare questa litra di Katane, 0,75 g. A quale periodo appartiene secondo la classificazione proposta dal prof. Christof Boehringer?

KATANA tetradramma con testa frontale tipo Gulbenkian 192.

Le vicende del dr. Weiss che hanno portato al sequestro di due lotti della sua eccezionale collezione nell'asta Triton XV del 4 gennaio 2012, hanno altresì permesso di mettere in evidenza una delle monete più belle in assoluto prodotte dai Greci della Sicilia: il decadramma coniato ad Akragas (Agrigento) intorno al 410 a.C. (Vedi in Akragas, qui). Assieme al decadramma fu sequestrato anche un tetradramma di Katane, lotto n. 1009, probabilmente con le stesse motivazioni del decadramma e cioè sospettate di essere ambedue monete di recente ritrovamento clandestino in Sicilia (con conseguente accusa di ricettazione e importazione clandestina in USA).

La discussione si apre su alcuni dubbi espressi da Acraf e condivisi dal prof. Boehringer (massimo studioso sulla monetazione di Katane e che conosce tutti gli esemplari noti di questa particolare coppia di conii), pur ovviamente rimandando a un esame diretto per una corretta valutazione della moneta.

Si postano per un agevole confronto le immagini dell’esemplare della collezione Weiss, e poi alcuni esemplari di sicura autenticità e alcuni con antico e valido pedigree.

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3. Post all’interno della storica” discussione Obolichepassione

Tra fondazioni, sinecismi e rifondazioni

si ripropone anche qui, nell’Indice, il fitto intreccio di rimandi/confronti tra

la storia e la monetazione delle zecche di Katane e Aitna…

Un esemplare di Litra di Aitna con Silenocoronato d’edera/ fulmen alato, AI TN.

Il celeberrimo tetra di Aitna viene attribuito da Boheringer (Boehringer, C. 1968 Hieron’s Aitna und das Hieroneion. Jahrbuch für Numismatik und Geldgeschichte 18: 67–98) all'incirca al quinquennio 465-460 aC., compreso tra la morte di Hierone e la rifondazione della città ad Inessa.

Il primo tetradramma di Naxos risale all'incirca al 461 aC (anno in cui i Nassii, trasferiti da Hierone a Leontini, riprendono possesso della loro citta' natale, occasione per la quale si ipotizza il famoso tetradramma venne coniato) e presenta delle similitudini stilistiche e artistiche evidenti con il tetra di Aitna.

Stilisticamente le figure di Sileno e di Dioniso, ambedue con la testa cinta da tralci di vite la resa dei ritratti e il particolare della barba che fuoriesce dal tondello (quasi un segno distintivo del "maestro di Aitna", richiamano l'idea di una resa particolarmente simile per le due monete. In passato Rizzo e de Callatay hanno sostenuto tale ipotesi. (….)

Le immagini dei due tetradrammi di Naxos e Aitna a confronto.

Link alla discussione della sezione Monete greche di Sicilia, che indaga l’ipotesi del Rizzo sulle similitudini stilistiche e artistiche evidenti con il tetra di Aitna del primo tetradramma di Naxos risale all'incirca al 461 a.C.

Litra di Aitna con Sileno coronato d’edera/ fulmen alato, AI TN: un ulteriore esemplare, di miglior conservazione.

Alcune riflessioni sulla figura del Sileno effigiato sulle frazioni di Aitna e Katane.

Perché sulla litra di Aitna (e sul tetra ...) viene ripreso il Sileno coronato d'edera che rimanda più ad una atmosfera tipicamente dionisiaca propria di Naxos????

La simbologia del fulmen alato - quale attributo principale di Zeus - non richiama solo al culto di Zeus tanto caro ai Dinomenidi ma, in maniera certo più insolita per l'epoca, anche al suo artefice: il fabbro Efesto e le sue fucine sull'Etna...

Richiamo all’atmosfera dionisiaca..., come una scena di un dramma satiresco, effigiata sul cratere attico a figure rosse del 480-470 a.C. di Sabucina, visibile al Museo di Caltanissetta: Satiri coronati d'edera associati in maniera del tutto insolita con un Efesto dal Pileo incoronato d'edera e intento a forgiare una coppa per Dioniso nella sua fucina ... (tutto risulterà infatti più consueto in seguito, con Euripide e il suo dramma satiresco "Il Ciclope" ambientato proprio alle falde dell'Etna con Sileno servitore di Polifemo...)

Cenni agli avvenimenti politici e culturali ieroniani, tesi ad incentivare tradizioni e miti connessi al vulcano Etna, devono dunque aver avuto grande risonanza in tutta l'isola...

Il celeberrimo tetra di Aitna viene attribuito da Boheringer (Boehringer, C. 1968 Hieron’s Aitna und das Hieroneion. Jahrbuch für Numismatik und Geldgeschichte 18: 67–98) all'incirca al quinquennio 465-460 aC., compreso tra la morte di Hierone e la rifondazione della citta' ad Inessa.

Perché questo stupefacente conio viene datato da Boheringer proprio DOPO la morte del tiranno Hierone… (avvenuta appunto nel 467 a.C.)??? Che è successo in quel quinquennio 465-460 aC. a Katane-Aitna e dintorni …??? Uno sguardo alle tormentate vicende del periodo.

Post 149 e 150: La manifestazione taurina di Dionysos sembra riverberarsi anche sul suo esercito: la “falange cornuta” (come la definisce Nonno - Dionisiache) di esseri ibridi al seguito del dio, quali appunto Satiri e Sileni. Riflessioni sulle differenze tra satiri e sileni non è facilmente determinabili tanto che nella letteratura i due tipi sono spesso confusi.

In allegato in questo post e nel seguente, un interessante excursus tra le varie fonti letterarie nelle note 36-37 relative alla Pag 174 del testo : Silens in Attic black-figure vase-painting: myth and performance - Guy Michael Hedreen (in Google Books)

Il culto di Dioniso e di Sileno da Naxos (egea…) a Naxos (sicula)

Tetradramma di Aitna: due ipotesi a confronto:Boheringer ritiene che il famoso tetradramma di Aitna sia stato coniato dopo la morte di Gerone. Il Rizzo sostiene invece l’ipotesi contraria e cioè che la splendida moneta sia stata coniata da Gerone quando, ripopolata la città con genti doriche, introdusse ad Aitna il nuovo culto di Zeus al posto di quello di Apollo, fondando il tempio di Zeus Aitnos ( Pind. Olymp., VI 162).

Rilanciando l'ipotesi del Rizzo…, ritorno all’ Aitna Hieroniana:

Hierone e l’enfasi sull’elemento dorico

Aitna: la logica del nome

Aitna / Aitnaion …Aietòs : una riflessione para-etimologica…

Hierone e Zeus Aitnaios : tra Mito e Propaganda politica

Aitna: la Città ... e il Vulcano : testimonianze nel Marmor Parium (FGrHist 239 A 52), una cronaca del 264/3 a.C che accenna ad una eruzione all’Etna nel 479-478 a-C; mentre secondo Tucidide (III 116) l’eruzione ebbe luogo nel 476-75, dunque all’epoca della fondazione di Aitna.

Litra di Katane (415-404) con uno splendido ritratto di Sileno firmato Prokles / Fulmine alato con due scudi…, a conclusione di un excursus sulla figura di Sileno sulle coeve monete di Naxos: due didrammi firmati dall’incisore Prokles che ha lavorato sia a Naxos (di cui si crede fosse nativo), sia a Katane…, dell'ultimo periodo di Naxos dove al D/ Apollo Arkeghetes, il dio colonizzatore, sostituisce l’immagine di Dioniso

Nell’ambito di una lunga discussione sul ritratto frontale ad Abakainon, si posta la tavola con alcuni prototipi e copie dell'Arethousa di Kimon da Motya, Katane Himera e Kamarina proviene da: "Syracusan Medallions and Their Engravers in the Light of Recent Finds" - Arthur John Evans.

Katane - Dracma firmata Choirios che rappresenta Amenanos

Il sublime ritratto frontale dell’Apollo di Choiron sul tetradramma di Katane... 410-404 aC ....

Katane – Tetradramma 410 a.C. a firma di Herakleidas. Leu 81

Post 241-242: Confronto stilistico tra ilTetradramma a firma di Herakleidas e il ritratto frontale su una litra di Abakainon.

Il secondo conio di Herakleidas (Tkalec) per confronto:in Herakleidas prevale una figura di enorme sensualità, un giovane di una bellezza terribile e sfrontata, ma attenzione non un ragazzo, bensi sempre un dio con tutta la potenza , la forza e la sicurezza che gli deriva dal lignaggio. Al suo cospetto l'uomo è ben poca cosa, fragile e caduco, tenera foglia in balia dell'imperioso vento dell'olimpo greco…

Prosegue con l’immagine frontale di Arethousa sul tetradramma di Siracusa - CNG Triton XI.

Litra di Aitna. Già vista nella discussione, ma non questo esemplare, particolarmente ben conservato.

Focus sulle labbra imbronciate (e così sexi ... ) dell'Apollo sulla litra di Abakainon e sul tetra di Kimon

Una piacevole litra di Katane con una testa di ninfa al dritto e torocornupete sul rovescio.

KATANA – LE ORIGINI: Katana fu fondata da una colonia calcidese guidata da Evarco nell'VIII secolo a.C. (….). Catana venne conquistata da Gerone nel 476aC, il primo anno dell'Olimpiade, che ne deportò l'intera popolazione nella vicina Lentini e la sostituì con 10.000 cittadini, di origine dorica provenienti da Siracusa e dal Peloponneso (questi ultimi in gran parte mercenari in cerca di un a terra ospitale). Dopo aver operato la deportazione e l'insediamento Gerone le cambio nome in AETNA. (…)

SISTEMA DI MONETAZIONE: Katana esordisce con una propria monetazione non prima della conquista di Gerone, cominciando quindi a battere moneta come AETNA. La città sceglie il sistema metrologico euboico-attico, piuttosto che quello eginetico privilegiato dalle colonie calcidesi quali Naxos, Zankle, Himera, etc. (…)

(….) La litra d'argento corrispondeva ad 1/10 dello statere euboico-attico, o corinzio, mentre dallo storico Polluce sappiamo che la litra veniva eguagliata all'obolo eginetico del peso di 0.90 gr. I multipli più utilizzati erano il pentalitron che equivaleva alla dracma del peso di 4.35gr., e il dekalitron , che equivaleva a dieci oboli, ed era assimilato allo statere corinzio, del peso di 8.7gr.

KATANA - MONETAZIONE - PRIMA FASE 476-461aC: (…) Aitna cominciò ad emettere moneta e una delle prime emissione è il celeberrimo tetradramma con al diritto il Sileno calvo e barbuto e al rovescio lo Zeus in trono con il fulmine alato. Di questa fase si ricordano anche le numerose litre con il medesimo tipo del sileno al diritto e il fulmine alato al rovescio realizzate nello stesso stile del grande tetra.

KATANA - MONETAZIONE SECONDA FASE -Periodo di transizione 461-430aC. Dopo l'abbattimento della tirannia Dinomenide, Ducezio si rivolse alla conquista di AETNA , facendola capitolare e cacciandone gli abitanti a Inessa. Liberata la loro città originaria, i Catanesi vi poterono far ritorno, lasciando Lentini dove erano stati deportati. Sulle monete emesse in questa fase compare , per la prima volta, l'originario nome della città, KATANE, e si hanno litre , oboli e frazioni ancora con i tipi del sileno/fulmine alato, proprie della fase precedente (Mirone 21-28). Vengono anche emessi tetradrammi (Mirone 12-19) con il toro androcefalo (rappresentazione del fiume Amenanos) al diritto e la nike prospiciente al rovescio. In una seconda , successiva, serie di tetradrammi compare al diritto la testa di Apollo (di profilo) con al rovescio una biga guidata da un'auriga(Mirone 30-51).

KATANA - MONETAZIONE - PARTE TERZA - Periodo dell'arte finissima 430-403aC: dopo la rivincita di Siracusa sul re dei siculi Ducezio, nel 451, si aprì per la città dorica un periodo di forte espansione, culminato nella guerra con le colonie calcidesi del 431aC . Messana, Mile, Himera e Gela erano schierate a fianco della potente siracusa contro le colonie calcidesi (Katana, Naxos, Leontini, cui si era alleata anche Kamarina).

Gli Ateniesi furono chiamati ben presto a dare man forte alle colonie calcidesi contro Siracusa, il cui tiranno Dionigi il vecchio però riusci a prendere, con l'inganno di Archesilao che apri le porte della città, Katana, che venne distrutta (403aC) e non si risollevò più finendo poi successivamente sotto il dominio romano. E' proprio in questo travagliato periodo che le emissioni di Katana raggiungono l'apice artistico.

(…)Gli incisori che operano a Katana in questo periodo sono : Herakleidas, Khoirion, Prokles ed Eveneto. (…). Il tipo rappresentato nei grandi nominali è sempre Apollo, ritratto però di fronte, mentre per i nominali più piccoli (dracma) abbiamo il fiume Amenanos rappresentato come un giovinetto con due piccole corna (personificazione del fiume); infine per le frazioni continuiamo ad avere il tipo del sileno/fulmine alato.

KATANA - MONETAZIONE - gli Incisori: HERAKLEIDAS, KHOIRION, EVENETO, PROKLES.

Le tre dracme, battute a Katana, con la raffigurazione del dio fluviale Amenanos: dracma di Euainetos

Le tre dracme, battute a Katana, con la raffigurazione del dio fluviale Amenanos: dracma di Herakleidas

Le tre dracme, battute a Katana,con la raffigurazione del dio fluviale Amenanos: dracma di Choirion.

AITNA, il D:/ della litra del noto maestro di Bruxelles:es. NAC n.18, marzo 2000, lot 73 fr.sv. 4.000. Questa moneta era valutata R5, dopo alcune apparizioni in asta degli ultimi 15 anni si potrebbe declassarla ad R4.

Nota: Secondo la letteratura prevalente non ad Aitna-Katane ma ad Aitna-Inessa appartiene il tetradramma del Sileno che nel rovescio riporta la figura di Zeus Aitnaios, divinità venerata dagli etnei...quello del maestro di Bruxelles, per intenderci. Necessariamente ne consegue che la datazione di questa litra, secondo tale prevalente indirizzo, dovrebbe essere intorno al 467. a.C. ….

AITNA, il R:/ con fulmine alato ed etnico AITNAI,della litra del noto maestro di Bruxelles: es. NAC n.18, marzo 2000, lot 73 fr.sv. 4.000.

Prosegue la tipologia delle litre con il fulmine alato...che troveremo ancora...nei rovesci delle litre argentee di KATANA...sino alla fine del V secolo …(…)

AITNA: D/ dell'emilitra 0,48g. (questa potrebbe ancora essere un R5) della su postata litra di g. 0,87 circa. Confronto con il tetra di Bruxelles: lo stile del maestro di Bruxelles è ancora leggibile.

AITNA: R/ dell'emilitra 0,48g. L'etnico è leggibile: AITNAI.

La litra di KATANE calcidese...in una tipologia: la prima nota (o una delle prime) per stile iconografico, coniata dalla colonia Calcidica.

Qui sorge una interessante disputa tra:

- l’ipotesi espressa in precedenza dall’utente Numa numa che daterebbe questa moneta intorno al 460 a.C. atteso che, per il medesimo, non sarebbe stata coniata moneta dai Calcidesi prima del rientro in città dopo il ritiro dei Siracusani.

- l’ipotesi espressa dall’utente Piakos che ribadisce che, secondo altra versione, più o meno prevalente in letteratura, questa litra sarebbe l'unica coniazione calcidese del 476 a.C....cioè prima della conquista della colonia dorica. Al riguardo è concorde la descrizione della NAC...asta marzo 2000 - lotto n. 77 - che data la moneta...ante 476 a.C.

Litra Katane gr 0.86, ante 476 a.C. Asta NAC marzo 2000 lotto 77 (2500 fr.sv).

Rovescio della litra di Katane del post precedente.

KATANE – AITNA – INESSA: Conquiste, distruzioni, deportazioni....

Diodoro Siculo e Strabone scrivono che Gerone conquistò Katane e deportò i sui abitanti a Leontini ripopolandola con greci di stirpe dorica e mutandole il nome in Aitna. Di questo evento fa eco un epinicio di Pindaro … (…) Nel 467 a.C., alla morte di Gerone, gli originari abitanti di Katane ritornarono nella loro città, cacciarono gli aitnaioi e diedero alla loro città l'originario nome. Gli aitnaioi si rifugiarono in una contrada dell'Etna chiamata Inessa mutandole il nome in Aitna. Al periodo di Aitna-Katane apparterrebbe il tetradramma con quadriga nel dritto e Zeus di profilo seduto in trono nel rovescio. Ad Aitna-Inessa appartiene invece il tetradramma del Sileno che nel rovescio riporta la figura di Zeus Aitnaios, divinità venerata dagli etnei...

Ipotesi di localizzazione di Aitna/Inessa. Le fonti storiche. La fondazione di Adranon ad opera di Dionisio, nel 400 a.C. .. (…)

Litra di Aitna(ANS 1239) gr. 0.69, D/: si potrà ammirare la finezza di esecuzione e comprarla al medesimo modello ripreso, più tardi, da Catana e compararne utilmente differenze stilistiche e sensibilità di interpretazione. Qui pure un secondo esemplare (ANS 1239, gr. 0.69), di artista diverso per offrire un secondo modello interpretativo.

L'opinione più aggiornata in merito alla datazione del tetra del Maestro del Sileno, o meglio ancora Maestro di Aitna lo fa risalire al periodo 465-46OaC ovvero al periodo posteriore alla morte di Gerone e alla rifondazione di AITNA ad Inessa.

C.Boehringer, in “1968 - Hieron’s Aitna und das Hieroneion. Jahrbuch für Numismatik und Geldgeschichte 18: 67–98”, per la determinazione della fase di datazione si basa essenzialmente su rilievi stilistici ed ipotizza una datazione leggermente posteriore sulla base delle differenze di maturità di stile con il confronto con il tipo di tetradracma precedente (Atena che guida una quadriga/Zeus Aitnaios) che appartiene alla primissima fase di produzione di Aitna (480-475aC). Il tetra del Sileno, caratterizzato da uno stile più classico e maturo apparterrebbe, conseguentemente, ad una produzione posteriore. La seconda considerazione fatta dall'autore è la forte similitudine del tetra del Sileno con il primo tetra di produzione Nassia, per il quale conosciamo la data di emissione al 461 a.C.

Il post continua con l’esposizione della tesi di Boehringer e l’analisi dei motivi che hanno portato alla sua formulazione

C. Boehringer (1968) attribuisce il tetradramma con quadriga nel dritto e Zeus di profilo seduto in trono nel rovescio, dallo stile più "arcaico" e meno innovativo, alla fase iniziale di Aitna-Katane (475-470 a.C.), corrispondente alla sua fondazione. Questo tetra è anch'esso un unicum e risulterebbe ribattuto su una emissione precedente di tipologia non riconoscibile…

A questo periodo appartengono anche rare dracme e litrae: qui alcuni esemplari per un confronto stilistico con il magnificente tetra e le litrae Sileno/Fulmine di Aitna-Inessa.

Aitna - Litra, 0,77 g. con gambero e globetto/ruota a quattro raggi (Mont. Manca).

Aitna - Tetradramma del I tipo presenta al D/ Athena con elmo di foggia arcaica e alla guida di una quadriga, incoronata da Nike. La rappresentazione potrebbe senz'altro suggerire un parallelo con le famose quadrighe effigiate sui tetradrammi di Siracusa e Leontini emessi intorno al 480 a.C , se non fosse che in questa isolata emissione di Hierone, Aitna per prima pone alla guida della quadriga cittadina un soggetto femminile, anzi una Dea: Athena.

Viene riportata l’analisi operata da M.Caccamo Caltabiano (La moneta e la rappresentazione gerarchica del potere) che così ne spiega la presenza: "Ancora diversa appare la situazione nella vicina città di Aitna, fondata da Hiaron, il secondo dei Dinomenidi. Il re designato era Dinomene, figlio del tiranno siracusano, che portava il nome del nonno ed era ancora un bambino. Si spiega così come a guida della quadriga di Aitna non ci sia lo stesso auriga della quadriga di Siracusa e di Leontinoi ma Athena, la dea che tradizionalmente interviene a soccorrere nei pericoli e nella battaglia gli eroi evocati dalla poesia omerica. Il piccolo Dinomene, re bambino, viene rappresentato solo sul nominale inferiore, la dracma : la sua regalità e la legittimità del suo comando derivano direttamente da Zeus, rappresentato sul rovescio sia dei tetradrammi che delle dracme”.

Aitna: dracma

Il Manganaro sottolinea la comune derivazione dello Zeus Aitnaios di Aitna e dello Zeus Soter di Galaria (sulle litre argentee della I serie, 460 a. C. circa) dallo Zeus Lykaios e dallo Zeus Olympios di emissioni arcadiche ed elee…

Galaria – litra della I serie

AITNA INESSA

MONETAZIONE del I PERIODO (463-452 a.C.): durante l'occupazione da parte dei profughi dorici (risparmiati dalla cavalleria di Ducezio per non irritare ulteriormente Siracusa…) provenienti da Katane-Aitna tornata calcidese.

I greci di Aitna-Inessa continuarono a considerare Ierone come ecista (Strabone, VI, 2, 3, C268) e suo figlio Dinomene rimase loro sovrano (Diodoro XI, 91, 1).

Le diverse attribuzioni del tetradramma Sileno/Zeus Aitnaios (ipotesi Boehringer/Rizzo) sono tuttora oggetto di dibattito. Si riassumono le tesi già esposte nei post precedenti al fine di maturare una più consapevole opinione personale ...

Il Tetradramma del Maestro di Aitna: AR (17.23g) – 463-452.: un unicum rinvenuto nei pressi di Montagna di Marzo (Herbessos), nel territorio di Gela.

A.Campana colloca durante il I Periodo di Aitna-Inessa (463-452) oltre al Tetra del Maestro di Aitna, anche le litrae con simile testa di Sileno coronata d'edera/fulmine alato, caratterizzate da diverse disposizioni dell'etnico. Queste litrae sono caratterizzate da : (n. 2) - testa di Sileno volta a sinistra : etnico AI TN, peso 1,04-0,75; (n. 3) - testa di Sileno volta a destra : sono più leggere e con diverse disposizioni dell'etnico. Immagini da A.Campana "Aitna-Inessa" Corpus Nummorum Antiquae Italiae (Sicilia).

Litra di Aitna AR 0.54 g., Campana 3 var. C., proveniente dalla A.D.M. Collection, vendita NAC AG 13.05.2004.

INESSA – Cenni storici

Dell'antica città di Inessa abbiamo numerose testimonianze antiche ma non è stato ancora rinvenuto un sito archeologico identificabile con certezza alla città. Inessa pare essere stata fondata dai Sicani in epoca preistorica. I Sicani erano il gruppo omogeneo più antico che, provenendo dall'Italia, abbia abitato in origine la Sicilia, stabilendosi prevalentemente nella fascia costiera orientale. (…….).

Diodoro Siculo ci conferma che nel 476aC Gerone, siracusano, invade Katane e la rinomina Aitna, deportandone gli abitanti verso l'interno, e amò a tal putno la rifondata città da volersi far chiamare Gerone Etneo , trasferendovisi e financo morendo colà. Ma dove furono portati i Catanesi sconfitti ? Alcuni dicono in un posto denominato Lentini, altri in una seconda città chiamata Aitna, lungo il Simeto. E sarebbe proprio da questo centro che Gerone avrebbe preso il nome imponendolo alla conquistata Katane.

E Inessa ? Inessa sarebbe stato un centro molto vicino all'Aitna dell'interno.

Nel 461 Ducezio, capo dei Siculi, marciò alla testa dei catanesi deportati guidandoli al recupero dei territori perduti. Avendo avuto la meglio i catanesi ribattezzarono la loro città riconquistata Katane. (……..)

Catania rientrata sotto il controllo di megaresi e calcidesi, originariamente provenienti da Naxos fu sconfitta , attorno al 415 da Dionigi il Grande, tiranno di Siracusa, che assegna diversi centri etnei e nella piana del Simeto ai mercenari Campani, detti Mamertini (perche seguaci del dio Ares = Mamers in latino). Inessa ed Aitna finiscono anch'esse in mano ai Mamertini. (….)

KATANE – AITNA – INESSA

- Le città antiche e le relative ubicazioni.

- I flussi commerciali e geo-politici.

- Datazione delle prime emissioni delle litre argentee di Katane. Correlazioni con le stesse monete coniate da Katane-Aitna e da Aitna-Inessa.

Kατάvη…(La tetrapoli).

Nel sito dell’odierna Catania sussisteva – probabilmente - un insediamento d’origine sicano, in seguito occupato da popolazioni sicule. La città di Katane (in greco Kατάvη) fu fondata, secondo il racconto di Tucidide nel suo resoconto della Guerra del Peloponneso, dai greci Calcidesi guidati da Tucle e salpati da Naxos, nel quinto anno dopo la fondazione di Siracusa. Avendo vinto con le armi i siculi, fondarono le città di Lentini e di Katane. I nuovi abitanti di quest'ultima elessero come loro ecista Evarco. Dalle fonti storiografiche, quindi,Katane fu fondata tra il 729 e il 728 a.C. da coloni greci provenienti dalla città Calcide, nell'Eubea.

L'abitato arcaico di Kατάvη doveva occupare una collina ben difendibile, immediatamente a ovest del centro della città moderna, in coincidenza dell’antico rione Montevergine, di piazza Dante e dell’ex-convento dei Benedettini (scavi del 1978). (……)

Per la Katane dei secoli VII e VI: le fonti letterarie sono avare di notizie, a parte quelle sul sapiente Caronda e la sua attività legislativa afferente leggi scritte che ponevano limite ad una tradizione orale (che era quindi incerta e spesso parziale e mutabile per ogni singola fattispecie, a favore delle classi dominanti). Infatti alla fine Caronda fu – non a caso - esiliato e si trasferì a Reggio. (…..)

L'indagine archeologica permette di seguire durante questo periodo la progressiva espansione della colonia Calcidese nel suo prossimo retroterra; una stipe votiva di eccezionale interesse (rinvenuta in città nel 1959 nell'area di piazza S. Francesco, ancora inedita), attraverso i suoi materiali ceramici di VI secolo provenienti non solo dalle officine di Atene e Corinto, ma anche di Sparta, Chio e altri centri greci, lascia poi intravedere una Katane che risulta a pieno titolo inserita nel mondoellenico e quindi titolare di attività commerciali ramificate e vivaci. Al riguardo dobbiamo evidenziare che le evidenze ceramiche sono l’unico dato che permette con sicurezza di datare i reperti e di valutare i rapporti dei siti antichi.

Le origini del nome: per Plutarco, il suo nome deriverebbe da katane (cioè grattugia), per riferimento alle asperità del territorio lavico su cui sorge, od anche dal protolatino katina (catino, bacinella) per la conformazione naturale a conca delle colline intorno alla città. L'etimologia resta comunque oscura: secondo altre interpretazioni, il nome deriverebbe dall'apposizione del prefisso greco katà- al nome del vulcano Etna (Aitnè, dal greco) (in modo che ne risulti "nei pressi di" o "appoggiata" all'Etna).

KATANE/AITNA

Diodoro Siculo e Strabone scrivono che Gerone conquistò Katane nel 476 a.C. (occhio a questa ricorrente data) e deportò i sui abitanti a Leontini ripopolandola con greci di stirpe dorica e mutandole il nome in Aitna. Di questo evento fa eco un epinicio di Pindaro, la Pitica I, intitolata a Gerone di Aitna vincitore nella corsa dei carri, nel 470 a.C., e a questo evento dovette ispirarsi l'opera teatrale Aitna, di cui oggi abbiamo solo il titolo, fatta comporre dallo stesso tiranno aretusino.

AITNA/INESSA

Nel 467 a.C., alla morte di Gerone, gli originari abitanti di Katane ritornarono nella loro città, cacciarono gli aitnaioi e diedero alla loro città l'originario nome. Gli Aitnaioi si sarebbero rifugiati

in una contrada dell'Etna chiamata Inessa mutandole il nome in Aitna.

Tucidide, durante la guerra del Peloponneso, nel 427 a.C., la descrive come una cittadella (polisma), con acropoli (acropolis) munita di cinta muraria (teichisma), di origine sicula ma occupata dai Siracusani, alleati degli spartani, che gli ateniesi, tentano inutilmente di espugnare.

Durante la guerra tra i Siracusani ed i Cartaginesi i cavalieri di Aitna forniscono un grande aiuto a Dionisio il Vecchio. Successivamente, quando Dionisio comincia a intraprendere una politica di egemonia nei confronti delle polis siceliote, gli aitnaioi si ribellano e la cittadella viene assiedata, distrutta e rasa al suolo.

Accanto ad essa o sulle sue rovine, nel 400 a.C., Dionisio fondò Ádranon che prese il nome del tempio del dio Ádranos ivi presente, adorato anche dagli abitanti delle città limitrofe.

Lo stesso Tucidide localizza Inessa tra Kentoripa, l'odierna Centuripe e Hybla, Mayor o Galeatis, forse Paternò, probabilmente nella valle del Simeto, nel versante etneo.

(……)

VICENDE FINALI DI KATANE come Polis Siceliota

Durante la guerra tra Siracusa e Atene, Catania, inizialmente neutrale, prese poi posizione a favore di Atene, dopo un celebre discorso che Alcibiade avrebbe pronunciato davanti all'assemblea riunita nel teatro della città. Sottoposta per questo a un'offensiva di Siracusa, dopo la sconfitta degli Ateniesi fu salvata dall'invasione cartaginese della Sicilia del 409 a.C. Ma poco dopo il 403 a.C. Dionisio I di Siracusa riuscì a conquistarla, e ne vendette in parte come schiavi gli abitanti. I superstiti si rifugiarono in un primo tempo a Milazzo, ma da qui poi furono espulsi, e si dispersero in varie località della Sicilia. Dionigi ripopolò la città con i suoi mercenari campani. Nel 345 a.C. fu tiranno di Catania il sabellico Mamerco, che in un primo tempo si alleò con Timoleonte, ma successivamente passò ai Cartaginesi. Sconfitto da Timoleonte nel 338 a.C., egli si rifugiò a Messina ove, caduto nelle mani dei siracusani, sarebbe stato crocifisso, dopo aver subito un processo nel teatro di Siracusa. La città fu poi conquistata dai Romani nel 263 a.C.

La piana di Katane ante 476 a.c. – Nuove idee ed ipotesi sui rapporti politici ed i flussi commerciali.

Parte I

Kατάvη nel prefato periodo è ancora una polis con preponderante etnia Calcidese in ossequio all’etnia fondatrice…malgrado la città fosse stata oggetto - dagli inizi del V sec. a.C. - delle mire espansionistiche dei Dinomenidi di origine Geloa e dominanti a Siracusa dal 485 a.C. con il tiranno Gelone. (……)

Per altro verso si è ipotizzato in questa stessa discussione, che nessuna monetazione sia stata coniata dai Katanaioi Calcidesi prima della prefata data del 476 a.C. Si ipotizza che ciò sia dovuto all’uso, da parte di questi, della monetazione ateniese per regolare gli scambi della città e che solamente dopo l’avvento dei Sirakusaioi nasce la litra siceliota. Trattasi di un’ipotesi. Ma non sembra sufficiente a negare tout court una coniazione specifica della Katane Calcidese prima della suddetta data del: 476 a.C. ove si valuti che la litra argentea fu introdotta - quale mezzo di pagamento – anche per favorire gli scambi con le genti sicule.

Abbiamo già osservato che la città sorgeva poco lontano dalla foce del Simeto posta a sud e controllava un vasto, pianeggiante territorio che era (ed è ancora) il più ubertoso dell’Isola. E’certa -in linea anche logica -la presenza di uno scalo marittimo o di un porto che- come oggi - arricchiva le potenzialità di scambio e la capacità della città di gestire lucrosi e importanti commerci. (………)

Peraltro Katane fu, dalla fine del VI secolo al 476 a.C., l’unica città calcidese libera posta sulla rotta Cartagine/Corinto attraverso la quale si trasportavano (da una parte e dall’altra) le merci d’Africa e quelle d’Asia e di Grecia, lungo una rotta di cabotaggio che si dipanava lungo la costa meridionale dell’isola (Selinunte, Akragas, Gela) quindi, doppiato il capo Passero, toccava Siracusa, Katane e Messana/Reggio e poi, doppiato il capo Spartivento sulla costa ionica dell'odierna Calabria, la rotta proseguiva per Locri, Caulonia, Sibari, Taranto, Brindisi, Corcira ecc. fino a Corinto. E negli scali più importanti di tale itinerario le merci potevano essere caricate e scaricate repentinamente e continuamente...dando luogo ad una serie di spedizioni di mezzo, sull’asse marino Cartagine/Corinto. Nei porti più importanti di questo itinerario marino si rappresentava ogni giorno (da aprile a settembre) la prassi tramandataci da Eraclito di Efeso e osservata nel grande porto Efesino: oro merci – merci oro…merci oro – oro merci, in quanto le une si trasformavano nell’altro e viceversa nello scambio e nella negoziazione.

Per compensare il valore di ogni transazione era necessario ricorrere anche al mikron kerma cioè alle frazioni della moneta d’argento. Per poche litre di differenza sulla somma in trattativa un carico di grano di Leontini o di Katane poteva cambiare compratore. Ed ancora, per due litre,il vino siculo di Morgantina o altre derrate potevano prendere la direzione di Cartagine invece che quella di Corinto..in ambedue le metropoli risiedevano estimatori dei prodotti agricoli della Sikelia mediati anche da Katane, che aveva rapporti pacifici e non indirizzati alla sopraffazione con le genti Sicule come nel prosieguo analizzeremo.

La rotta su indicata era già un’ autostrada del mare ed i navarchi greci e punici la percorrevano assiduamente nella buona stagione. Ma chi incideva nel controllo delle merci che si appoggiavano a tale rotta per essere veicolate? Vi invito a porre attenzione su un dato eccentrico: lo scalo di Katane è stato l’ultimo scalo libero Calcidese lungo questo percorso dalla fine del VI secolo, atteso che Zankle cede prima a Gelone, quindi alla parentesi Samia ed infine ad Anaxilas di Rhegion - 500 a.C. ca. – 476 a.C., che fu tiranno di Reghion e dello Stretto. Anaxilas non si considerava calcidese era figlio della discendenza messenica (che si aggregò ai fondatori calcidesi) ed aveva sovvertito l’oligarchia di questi ultimi nella città, favorendo l’ascesa politica della parte Messenica della Polis reggina.

Nel 494 a.C. il condottiero messeno occupa l'acropoli reggina e, rovesciando l'oligarchia che dominava la città, sale al potere dando inizio alla sua tirannide. Molto probabilmente Anassila approfitta della crisi interna del governo che, incapace di contenere l'espansionismo di Ippocrate tiranno di Zancle e Gela, individua nel messeno l'unico in grado di controllare la minacciosa situazione. Morto Ippocrate nel 491 a.C., Anassila passa lo stretto con un consistente esercito di messeni, scaccia i Samii e i Cadmi e conquista Zancle, che ribattezza Messana in onore della patria d'origine da cui provenivano i suoi antenati, la Messenia.

(…….)

La piana di Katane ante 476 a.c. – Nuove idee ed ipotesi sui rapporti politici ed i flussi commerciali.

Parte II

Alle spalle di Katane la valle dei fiumi Simeto ed Alcantara consentiva delle agevoli vie commerciali con l’interno della Sicilia…per la negoziazione ed il trasporto delle produzioni agricole offerte dalle colline retrostanti la piana e dagli altopiani posti ai piedi di Enna (già non a caso occupata dai Sirakusaioi nella seconda metà del VI sec.). Peraltro in quei percorsi è rinvenibile l’itinerario più facile per arrivare ad Agrigento (passando per l’interno anziché per la costa dove le doriche Gela e Siracusa dominavano)…ed anche ad Himera (altro insediamento Calcidese fino alla fine del VI sec. ed in buoni rapporti con i vicini cartaginesi)...fino a Panormos. Ad ovest passavano gli itinerari (terrestre e marittimo) che, attraverso Naxos, giungevano a Zankle (pure Calcidese fino alla finde del VI sec.). Facile era anche il passaggio dai Peloritani, all'altezza di Abakainon...e giù sino alla costa occidentale, sino a Mylai. Ben Vicina a Katane era anche Leontinoi, sempre Calcidese, con i suoi campi coltivati a cereali...che fruttavano ottimi raccolti. Questa rete di centri produttivi prosperava perché incentrata sulla pacifica relazione degli insediamenti greci calcidesi con i Siculi dell’interno. (……)

(…..) Per quanto narrato Si può evidenziare:

  1. – su Katane si imperniava la rete dei siti Calcidesi per uno sbocco commerciale che poteva appoggiarsi alle strutture portuali ed alla foce del Simeto (il più ricco di acque dell’Isola, in parte navigabile) e consentire quindi il trasporto e lo scambio delle derrate e delle merci;
  2. - questo scalo, a differenza di Zankle/Messana non doveva temere il diretto controllo di Reggio che le era dirimpettaia e, specificamente, di Anaxilas (suo ambizioso tiranno) all’inizio del V secolo;
  3. - tale scalo era anche sufficientemente fuori dal diretto controllo dorico (Siracusa e le sue colonie) in quanto consentiva di prendere con agio il mare (anche aperto) verso est e verso sud…nonché con rotta protetta di cabotaggio (che rasentava la costa a controllo calcidese…) verso nord.
  4. - A Katane e nel suo porto, affluivano copiosamente non solo le merci delle città Calcidesi e le derrate cerealicole della Calcidese Leontinoi ma anche quelle dell’interno, quindi le merci e i prodotti agricoli delle genti sicule provenienti dai numerosi centri disseminati nel triangolo posto tra Katane, Enna ed Himera.

(……….)

La piana di Katane ante 476 a.c. – Nuove idee ed ipotesi sui rapporti politici ed i flussi commerciali.

Parte IIIa :Correlazioni e contrasti tra le Polis calcidesi e quelle doriche per il predominio.

(……….)

Parte IIIb - (Correlazioni e contrasti tra le Polis calcidesi e quelle doriche per il predominio).

(…….) - Gelone per celebrare l'evento decisivo fece coniare il Demareteion, anche in frazioni d'argento, per celebrare la sua vittoria…inizia l’ascesa inarrestabile di Siracusa verso il ruolo di Polis egemone in Sicilia.

Foto di un demareteion frazionale: obolo e non litra. Ex coll. Trampitsch

CONTINUA con la II PARTE

Modificato da medusa
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