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IGNORED

Spintria ritrovata nel Tamigi


cliff

Risposte migliori

Condivido il giudizio di Numizmo.

Molto spesso, quando si crea un clone, si fa un primo tentativo, spesso con pressione della pressa ancora da calibrare, per controllare l'esito. In base ai risultati si ripete l'operazione con maggiore attenzione e molto spesso si ottiene una copia praticamente identica all'originale. Normalmente i falsari non fanno più di 2 - 3 copie, per ovvie ragioni (si evita di "inflazionare" e quindi di attirare troppo l'attenzione, specialmente se la moneta o tessera è di buona rarità).

Usualmente la copia peggiore dei cloni è anche la prima a uscire sul mercato, per sondare l'accoglienza, e normalmente attraverso piccole case di asta numismatiche o via eBay. Poi escono quelli venuti meglio (di solto non più di uno, trattenendo eventuali altre copie per trattativa privata). Solo alla fine, se non troppo "bruciato", si vende anche il pezzo originale, in genere attraverso un circuito più qualificato (più una casa di aste è competente maggiore è la difficoltà di superare l'esame di un falso...).

Ovviamente esistono eccezioni e può capitare che un clone venuto abbastanza bene oppure con aspetto accattivante riesca ad approdare a un'azienda di buon calibro, come nel caso del noto sesterzio di Nerone con porto di Ostia della Triton. In ogni caso la comparsa di esemplari identici avviene in un arco di pochi anni e attualmente, con l'enorme diffusione di vendite anche online l'attenzione diventa minore.

Quindi bisogna sempre mantenere desta l'attenzione e confrontare il più possibile esemplari simili, senza preconcetti.

Modificato da acraf
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In ogni caso questo specifico conio del rovescio con XIIII (= 14) non è una moderna creazione (a parte i due cloni sopra descritti), ricorrendo anche in combinazione con altri tipi di tessere, una con testa laureata di Tiberio e due con scene erotiche.

1a combinazione

Con testa di Tiberio (questo specifico conio del diritto però è stato trovato solo in due esemplari, con numerali diversi e ambedue presenti nel medagliere di Napoli, fra le poche tessere di quel museo e non è stato riscontrato altrove):

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2a combinazione

Con una scena erotica (ed esistono altri due esemplari, non identici e con forte usura e/o corrosioni):

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3a combinazione

Con diversa scena erotica, relativamente comune (e sono noti altri 4 esemplari che risultano abbastanza simili fra loro, ma hanno in parte vecchio pedigree). Questo è pure forato:

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Ripeto che è un bel puzzle......

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Ciao Acraf,

confermo quanto già espresso da me precedentemente: splendida discussione. Francamente non ne sapevo molto in merito ma questa discussione aiuta un bel po' ...

Molto bella anche la carrellata di Sprintiae che stai mostrando.

Ho notato che di solito i ritratti sono risparmiati dalla foratura (tranne quella al post # 7 mi pare di ricordare).

Le scene erotiche invece sono sempre indenni, almeno in quel paio di casi che presentano tali scene e foro passante.

Quindi quest'ultimo è stato praticato normalmente nell'ottica di salvaguardare il ritratto o la scena. E pressochè mai valutando la posizione che assumeva applicando un laccio o altro.

La maggior parte sono quelle non forate o quelle dotate di fori?

Ciao

Illyricum

:)

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Avevo già accennato, nel post # 19, che la percentuale delle tessere forate rispetto a quelle non forate è poco meno del 10%, con una incidenza all'incirca simile tra la categoria con ritratto e quella con scena erotica.

La posizione del foro appare casuale, anche se nella maggioranza dei casi sembra salvaguardare il tipo (testa oppure scena erotica).

Spero sempre che qualcuno si faccia avanti con segnalazione di tessere, magari da siti poco conosciuti (potrebbero essermi sfuggite).

Ciao

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Supporter

ciao se ti può servire ti allego questa tessera.

oricalco gr 12,67 mm 29,45.

Silvio

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Tanto per complicarci la vita, c'è da considerare che le tessere finora accennate sembrano prodotte nella prima metà del I secolo d.C., presumibilmente per buona parte al tempo di Tiberio, anche se il loro uso si protrasse a lungo (molti esemplari presentano una notevole usura) e forse anche imitati già all'epoca.

Verso la prima metà del IV secolo d.C. (e anche oltre), si assiste a uno strano fenomeno che non risulta studiato a fondo da nessuno. Alcuni bronzetti specialmente di Giuliano I e anonimi dedicati a Deo Sarapidis (di circa un ventennio precedenti all'imperatore Giuliano) sono stati utilizzati per essere trasformati in tessere, lisciando il rovescio e incidendovi sopra il numerale.

Allego alcuni esemplari (non ho ancora completato la loro catalogazione):

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Anche qui una parte di queste particolari tessere risulta essere stata forata, rispettando molto relativamente il viso dell'imperatore o della divinità. Non si sa nulla della loro provenienza, anche se sospetto che vengano trovate soprattutto nelle province settentrionali dell'impero romano.

Perché questo risveglio di apporre numerali riutilizzando bronzetti imperiali, in qualche modo ripetendo l'uso delle tessere coniate nel I secolo d.C.?

Colpisce il fatto che nel IV secolo siano stati usati bronzetti che in qualche modo erano legati al risveglio del paganesimo romano, ma ancora sfugge le reali finalità di queste tardive tessere (come anche di quelle tiberiane).

Avete qualche idea?

Modificato da acraf
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in finds.org.uk è apparsa la notizia del ritrovamento e ci sono anche le foto complete del dritto e del rovescio.

ve le riporto per completezza d'informazioni unitamente a quanto viene riportato nel sito citato.

brothel%20token.jpg

qui è disponibile lo zoom dell'immagine: http://finds.org.uk/database/images/zoom/id/343095

mentre qui la scheda http://finds.org.uk/database/artefacts/record/id/455487

In late 2010 Regis Cursan found a small copper alloy disc which he brought in to the London FLO for recording with the Scheme. Its date and purpose was at that point unknown, however it was immediately evocative and intriguing as on one face was a depiction of an explicit act. The token was waiting to be identified when I started as FLO in July and was rather a test of my composure to ask my new colleagues at the Museum of London and the Scheme if they recognised it!

It was Roman in style and after a couple of hours of research I stumbled across references to 'spintria', a modern term applied to a series of Roman bronze tokens with depictions of sexual acts on one face, and a Roman numeral on the other. It is likely they date to just before or just after the conquest of Britain in AD 43, and that they were made in Italy or the central Mediterranean area. I got Dr Philippa Walton, the Scheme's Find Advisor for Roman coins and objects, to verify the identification. Together we examined the British Museum's collection of spintriae in comparison with Regis's token. In amongst the tokens was an almost identical spintria, even down to the pellet above the XIIII. Although the British Museum has a collection of around 25 spintriae, none of them are known to have been found in the UK.

I then contacted various experts in the field to explore what was known about spintriae, and their rarity. The curators at the Museum of London, Philippa and I were surprised and excited when it was confirmed that it was the first to be known to have been found in the UK! The curators were then delighted when Regis kindly offered to donate it to the Museum's collection. It has now been conserved and put on temporary display at the Museum. It will be available to view for the next three months.

But how this token ended up in the Thames will always be a mystery; as is the purpose of the token. It's extremely tempting to see them as brothel tokens, a titillating glimpse into the Roman sex trade; particularly the suggestion that they were used to deliver the money to the brothel owner rather than the prostitutes themselves. Else that they represent a control of a 'queuing' system and that the number represents the holder place in turn. Or even that they relate to a standard Empire-wide symbol led system to bridge the many languages used by the brothel visitors (as is also suggested about the images in the 'brothel' in Pompeii).

But do the tokens support these suggestions? What do we know actually know for certain about the tokens themselves?

The known tokens are two sided, with the sexual act on the reverse and a Roman numeral on the obverse. The numerals are always between 1 and 16, and are written in full rather than the standard abbreviation (e.g. XIIII rather than XIV). The pairings of sexual act and numeral are not consistent; another version of Regis's token has the same act paired with the numeral 'III'. The numerals are often within a wreath or circular border and occasionally have pellets above. Another series of tokens, also referred to as spintria, have busts of the family of the Emperor Tiberius (42 BC - AD 37; reigned AD 14 - AD 37 ) paired with numerals.

If these were used as payment, as a queue control or to bridge a language barrier, why are the numerals standardised but not the pairings? Equally, what purpose would the parallel set of depicting Tiberius's family serve, particular if the purpose of the tokens was to avoid coins with the Emperor's image from entering a brothel?

A more recent suggestion is that the tokens are gaming pieces; this would explain the standardization of the numerals. The sexual scenes would be titillating entertainment for the players, much like a naughty pack of playing cards today. But again, the game itself is unknown and unverified, and these tokens appear to be found as isolated examples.

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Awards

Ringrazio per il link, tanto più che ancora non ho avuto risposta dal Museo.

I dati sono sufficienti per essere inseriti nel mio database.

L'ipotesi che siano gettoni di qualche gioco merita una certa attenzione. Già era stata valutata a pagine 55-56 in un mio lavoro preliminare, limitato alle spintriae e non scevro di alcuni errori (ad esempio la Serie 8 va unita alla Serie 13 in quanto basta ruotare il rovescio della Serie 13 di 90° in senso antiorario per ritrovare lo stesso tipo della Serie 8):

http://independent.academia.edu/AlbertoCampana/Papers/329641/Le_spintriae_tessere_romane_con_raffigurazioni_erotiche

Secondo questa ipotesi le tessere con numerali potrebbero essere una sorta di pedine per un gioco, forse simile a "duodecim scripta", un gioco da praticarsi con due dadi e quindici pedine per parte (grosso modo il numero massimo che si riscontra in parte delle tessere finora pervenute). Questo gioco sarebbe una sorta di antenato del tric-trac o backgammon. Onestamente non conosco bene questi ultimi giochi, per cui mi riesce ancora difficile capire le possibili regole di gioco.

La distinzione tra tessere non erotiche da quelle erotiche potrebbe essere dovuta alla necessità di distinguere le pedine di ognuno dei giocatori, in assenza di una diversa colorazione (come ad esempio le moderne pedine di una dama o scacchi).

In ogni caso non si ha notizia di ritrovamenti di gruppi di tessere. Se erano pedine dovrebbe essere più facile un ritrovamento a gruppi piuttosto che ritovamenti di singoli esemplari.....

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ciao se ti può servire ti allego questa tessera.

oricalco gr 12,67 mm 29,45.

Silvio

Grazie! Comunque lo stile è nettamente diverso dagli esemplari con scena simile e si tratta di una mediocre copia, che però non sembra moderna, ma piuttosto di almeno due-tre secoli fa (anche nel 1600-1700 ci si divertiva a fare girare tessere erotiche....)

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La tessera trovata sulle rive del Tamigi sembra essere un esemplare fuso piuttoso che coniato (se è così, si tratta di una copia, forse d'epoca). Bisognerebbe esaminarlo meglio dal vivo, e la patina appare molto spessa.

Allego le foto che ho trasformato in B/N e con maggiore contrasto per meglio capire i dettagli e metto in confronto un simile esemplare, coniato, che era apparso nell'asta Munzen und Medaillen n. 61 del 1982, al n. 530 (e illustrato pure sul Simonetta-Riva).

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Ringrazio per la l'utile segnalazione. I tre pezzi di VCoins sono noti e girano da qualche tempo.

Colgo l'occasione per richiamare l'attenzione sul primo pezzo.

Esso proviene originariamente dalla collezione DeVicci, venduto in CNG 54/2000, n. 1430 e poi era passato su VCoins, attraverso Ancient Buyways nell'ottobre 2008, ovviamente con crescente valutazione....

Ho notato che l'attuale venditore, un certo Copper Penny, ha inserito un pedigree, definendolo proveniente dalla famosa collezione Martinetti & Nervegna e poi passata per l'asta Malter.

Si tratta di una cavolata, che rivela risibili tentativi dei commercianti americani di creare fasulli pedigrees.

Premetto che esiste una piccola serie di tessere, con putti alati e generalmente VII come numerale. Ho individuato tre conii con i putti.

Il metallo però è rame quasi puro e lo stile mi sembra più confacente a una produzione rinascimentale.

Allego prima l'esemplare messo in vendita su VCoins e poi il VERO esemplare ex Martinetti & Nervegna, del 1907, lotto n. 5305, che poi fu acquistato da Piancastelli e ora si trova nel Museo Civico di Forlì.

Capita l'antifona....

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Mi dimenticavo che l'esemplare Piancastelli è finora un UNICUM.

Con lo stesso conio del diritto è comparso poi un altro esemplare, anch'esso unico, con il numerale VIII, nell'asta NAC 33/2006, n. 415

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Grazie mille! Per errore avevo pescato l'immagine peggiore e in B/N In alcuni punti sotto la vecchia patina verde è possibile riscontrare il fondo del metallo originario che è un bronzo con un'alta percentuale di rame! Sarebbe utile fare anche analisi metallografiche (esistono alcuni dati, relativi agli esemplari del Museo di Milano, ad opera di Rodolfo Martini e disponibili su "Annotazioni Numismatiche", Supplemento IX: "Tessere numerali bronzee romane nelle Civiche Raccolte numusmatuche del Comune di Milano, 1997). Purtroppo il comune di Milano non possiede tessere con i putti.

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Come tutti vorrei complimentarmi con acraf per l'interessantissima argomentazione.

Trovo molto curiose le monete del IV secolo con numerale sul rovescio; a tal proposito, dalle evidenze archeologiche, abbiamo notizie certe circa la datazione delle spintrie del I secolo? Potrebbero anch'esse essere successive?

Riguardo l'utilizzo come tessere da gioco avrei due dubbi:

una riguarda l'assenza di ripostigli di sole spintrie/tessere come già scritto da Acraf (lo stesso vale per i martellati ritenuti da qualcuno pedine da gioco); in secondo luogo sugli esemplari visti mi pare di osservare che molto spesso la consunzione, dovuta allo scorrimento su una superficie, di un lato della tessera piuttosto che l'altra non è visibile come invece dovrebbe essere.

Sempre riguardo i giochi da tavolo e le pedine vorrei sottoporvi questo ritrovamento intatto: http://www.romanglassmakers.co.uk/times.htm

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Per correttezza avevo citato anche l'ipotesi delle tessere come gettoni di gioco, anche se essa resta problematica.

Se il gioco è da tavolo (tanto per intenderci, tipo la dama), chiaramente ci dovrebbe essere una maggiore usura da una parte, come giustamente rilevato da centurioneamico.

E' difficile anche stabilire una esatta data di produzione. Il grosso delle tessere sembra concentrato al tempo di Tiberio e le raffigurazioni di teste imperiali sembrano fermarsi a Germanico:

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e ai gemelli Tiberio Gemello e Germanico Minor, le cui teste sembrano ispirarsi alle testine sopra le cornucopie di un noto sesterzio romano di Tiberio (RIC 42):

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Ci sono rare tessere con ritratto di Claudio I, che però ritengo con una certa sicurezza essere molto posteriori, forse rinascimentali e nessuna da Nerone in poi.

Solo nel IV secolo si rivedono i bronzetti, soprattutto di Giuliano l'Apostata, con numerali incisi al rovescio.

La situazione è questa.

Naturalmente è possibile, anzi molto probabile, che le tessere abbiano circolato a lungo e quindi tenute con una certa considerazione nel mondo romano.

La loro problematica in qualche modo si intreccia con quella dei contorniati, che pure avevano finalità diverse e con una produzione molto più prolungata nel tempo.....

Il vero problema delle tessere e anche dei contorniati è sempre quello: a cosa servivano veramente?.....

Ho un sospetto che fossero tutti (o quasi tutti) degli oggetti offerti in dono dalla famiglia imperiale a ufficiali e notabili che poi si sparpagliavano nelle varie province.

Però esistono delle tessere che hanno un contenuto molto ironico e sono difficili da interpretare (le farò vedere in seguito).

Modificato da acraf
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Ecco la tessera forse le più ironiche.

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La scena ha un marcato intento ironico. Vi è infatti rappresentato un dromedario (meno probabilmente un cammello) rivolto verso destra, in groppa al quale è issato il cocchio di una piccola biga nel quale c’è un personaggio togato, con un lungo scettro nella mano sinistra. Dietro di lui è raffigurata una scimmia dalla lunga coda, che protende il braccio destro verso il capo del personaggio che lo precede, al posto di uno schiavo che sosteneva da dietro la corona d’oro del trionfatore.

Si tratta quindi di una scena di trionfo rivisitata in chiave caricaturale. L’impiego parodistico della scimmia è ampiamente attestato nell’arte romana, a causa della somiglianza con l’uomo. Ad esempio in un affresco da Pompei illustrante la fuga di Enea da Troia con Ascanio e Anchise i personaggi hanno aspetto scimmiesco.

I Romani sapevano essere molto caustici...., ma non so quanta autorionia avessero.....

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Ciao Acraf,

strepitose queste ultime due!

Il "numerale" della prima delle due ricorda l'AVG della serie con doppio ritratto ma sembrerebbe proprio AVC, quindi irriverente verso l'autorità imperiale.

- Potrebbe trattarsi di una serie "irridente"? Imitante le sprintiae ufficiali ma stravolgendone il significato?

Oppure... eseguendo una ricerca su Acsearch con AVC ho ottenuto alcune monete monete:

1 Costantino III (siliqua)

varie ostrogote

tante bizantine

- Potrebbero essere più tarde, magari riferibili al IV-VII secolo tipo quelle di Iulianus II? In particolare il cammello/dromedario mi richiama ambienti medioorientali... non so, la butto là sperando di dare qualche spunto di riflessione o di ricerca.

Comunque con Exergus abbiamo deciso di far rientrare la presente discussione tra quelle in evidenza (In "Tipologie monetali" per ... anche se non sono in realtà monete) per evitarne la dispersione nell' ... "oblio del tempo" di questa ottima carrellata.

Ciao

Illyricum

:)

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Ringrazio per l'attenzione.

Finora ho trovato in tutto 3 conii con AUG, uno con C (come quello postato) e due con G.

Il conio con AVC (con la C) risulta incrociato con almeno altre tre tessere, due con ritratto imperiale (Tiberio laureato e Augusto radiato) e una erotica...... Almeno queste non sembrano avere un vero intento satirico....

Un bel rebus!

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http://www.inasta.com/Aste/AN034/PDF/Romane%20Imperiali%20e%20Provinciali.pdf

Ciao Acraf

sono conosciute anche tessere con i giochi che in questa discussione non sono trattati

ricordo in particolare una apparsa in asta INASTA 34 lotto 381 proveniente dal listino Ratto del 1972 , ove era rappresentato il gioco della Morra e rovescio AVG in corona , ho allegato il pdf dell' asta nella mia imbranataggine non riesco a mettere solo la foto.

Meja

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Posto la foto tratta da Inasta:

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Mi complimento per lo spirito di osservazione.

In effetti, allo stato attuale, è l'unica tessera con numerale (e AVG) riguardante il mondo del gioco romano. Il conio con AVG è uno dei due a me noti con G finale, caratterizzato dall'avere AV in nesso. E' stato usato anche in combinazione con una unica tessera erotica....

Col conio del diritto, con la scena di mora, sono noti anche i numerali VI, VII e XIII (quindi in tutto 4 combinazioni).

La scena raffigura il noto gioco della morra (o mora), che consiste nell'indovinare la somma dei numeri che vengono mostrati con le dita dai giocatori. I due giocatori, dopo aver battuto il pugno sul tavolo (“Posizione di Apertura”), tendono simultaneamente il braccio destro, mostrando il pugno oppure stendendo un numero di dita a scelta (“La Chiamata", come nel personaggio di destra), mentre gridano un numero da 2 a 10 (la morra!).

La Chiamata è il mezzo attraverso il quale gli sfidanti tentano di indovinare la somma delle dita distese nelle rispettive puntate. I numeri che si possono chiamare vanno dal 2 al 10 e rappresentano lo spettro delle possibili cifre che possono uscire dalle somme delle puntate.

Prima dell'inizio della partita al centro del tavolo viene tracciata (a cura del personaggio di sinistra), con il gesso una rastrelliera e ci saranno tante righe quanti sono i punti che si devono fare per vincere la partita, punti che saranno cancellati di volta in volta con il procedere del gioco. Il gioco finisce quando si raggiunge il punteggio deciso a priori ovvero quando una squadra cancella tutti i segni dalla sua parte.

Il gioco della morra ha origini molto antiche, anche se oscure, e il termine “morra” deriva probabilmente dal latino murris (mucchio, cumulo di pietre, forse perché nato presso pastori che giocavano stando seduti su pietre dove sorvegliavano i propri greggi di pecore) sebbene gli antichi romani chiamassero il gioco micatio, termine che derivava dal verbo micare (saltellare) e che faceva riferimento a digitis (le dita). 




Questo gioco fu rappresentato già in epoca ellenistica (esisterebbe un vaso dipinto che sta a Berlino) e anche in epoca romana. 
Una dimostrazione di quanto antico e popolare fosse questo gioco per i Romani è la seguente nota frase di Cicerone (Rhetorica – De Officiis, Lib. III, 77) per indicare una persona al di sopra di ogni sospetto: "Haec non turpe est dubitare philosophos, quae ne rustici quidem dubitent? a quibus natum est id, quod iam contritum est vetustate proverbium. Cum enim fidem alicuius bonitatemque laudant, dignum esse dicunt, quicum in tenebris mices" ("Non è vergognoso che i filosofi siano indecisi su ciò che non suscita dubbi neanche nei contadini? Da essi derivò quel proverbio ormai logoro per l'uso: quando vogliono lodare la lealtà e la bontà di qualcuno, dicono che è degno che si giochi alla morra con lui al buio").

Non si sa però quando è stata creata questa tessera, se in antico o in epoca posteriore.....

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