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IGNORED

Le monete più attraenti di Alessandro Magno


apollonia

Risposte migliori

Supporter

@@andreagcs

Le tue conclusioni sulle due emidramme con cui ho aperto la discussione sono condivisibili.

L'aggiudicazione a 1150 USD di questo pezzo stimato 300 USD mi sembra fuori scala.

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KINGS of MACEDON. Alexander III ‘the Great’. 336-323 BC. AR Hemidrachm (2.10 g, 9h). Babylon mint. Lifetime issue, circa 325-323 BC. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; M in left field, monogram below throne. Price 3605. Good VF, toned. Exceptional for issue. From the last lifetime issue of Alexander, struck in the city where he died.

La stima di 750 € di questo pezzo della prossima artcoinsroma mi sembra esagerata.

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Lot 205: Re di Macedonia, Alessandro III, 336-323 ed emissioni postume, Emidracma, Babilonia, c. 325-323 a.C.; AR (g 1,98; mm 12; h 4); Testa di Eracle a d., indossa leonté, contorno perlinato, Rv. BAΣIΛEΩΣ AΛEΞANΔPOY, Zeus in trono verso s., regge scetto e aquila; a s., M, sotto al trono, ΛY. Contorno perlinato. Price 3694; Müller 1274. Raro,patina di collezione. q.spl. Esemplare coniato da Archon, Dokimos, o Seleuco I.

Spero di poter rivelare la mia vicenda con le due emidramme d'apertura della discussione entro venerdì.

apollonia

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ringrazio @@apollonia per avermi indicato inidirettamente la nuova asta Art Coins Roma.

Che dire...Oltre l'emidracma con cui concordo pienamente sul prezzo (la base di 750 euro secondo me andava bene per una didracma di quel tipo (molto più rara), non per una emidracma) ho trovato anche con gran sorpresa un raro, rarissimo, decadramma Price 3600 che qui riporto insieme alla tabellina descittiva.

Lotto 196

Lot 196: Re di Macedonia, Alessandro III, 336-323 ed emissioni postume, Decadramma, “Babilonia”, c. 325-323 a.C.; AR (g 41,98; mm 36; h 9); Testa di Eracle a d., indossa leonté, contorno perlinato, Rv. AΛEΞANΔPOY, Zeus seduto a s. su un trono dove sono appoggiate due aquile sullo schienale, regge aquila e scettro, sotto al trono, M e monogr.; bordo perlinato. Price 3600; Mitchiner 1975, 1b;. Müller -. Estremamente raro, alto rilievo, moneta di fascino. Finora il miglior esemplare conosciuto. Patina di medagliere. spl+/ spl. Acquistata privatamente da Spink Son. Fino ad ora, sono conosciute sette decadramme: a Berlino (=Kraay-Hirmer 572), al British Museum (= Price 3598) a altre cinque rinvenute nel “Babylon Hoard” (= coin Hoards 1975, p. 14, 38, di cui una è apparsa nell’asta Leu n. 13, 1975, lotto 129, poi il nostro esemplare comprato da Spink e quello nell’asta NAC n. 72, 2013, lotto 344). Tutte queste monete vennero coniate tra il 325-323 a.C. insieme a numerosi stateri e tetradramme a Ekbatana, grazie alla ricchezza proveniente dal grande tesoro di 180.000 talenti (= 1.080 milioni di dracme) ottenuto dopo la conquista di Persepoli, Susa e Pasagardae. Il lavoro più completo su queste emissioni fu fatto da Micheal Mitchiner (M. Mitchiner 1975, “The Early Indo- Greek Coins and their Antecedents I”, London), da Martin Jesop Price, prima nel 1989 (M. J. Price 1989, “Circulation at Babylon in 323 BC“, in Mnemata : Papers in Memory of Nancy M. Waggoner) e successivamente nel monumentale lavoro del 1991 (M. J. Price 1991, “The Coinage in the name of Alexander the Great and Philip Arrhidaeus”, London). Nonostante gli studi sulla monetazione del re macedone restano dubbi sul luogo di produzione di questi rari esemplari. L’ipotesi più convincente e accettata è quella proposta da Martin Price, il quale sostiene che le decadramme vennero coniate dalla zecca di Babilonia, teoria avvalorata dalla presenza degli stessi simboli secondari sia sulle decadramme di Alessandro sia sugli stateri emessi da Mazaeus, satrapo di Babilonia nel 331 a.C. Nel complesso le decadramme mantengono la stessa iconografia adottata nei nominali d’argento inferiori: al diritto vi è la testa di Eracle coperta con la pelle del leone Nemeo (la leonté), attributo iconografico concesso all’eroe dopo aver conseguito la sua prima fatica, invece al rovescio è rappresentato Zeus seduto su un trono mentre regge lo scettro e l’aquila, suo animale totemico. Di tutta la monetazione di Alessandro III, sicuramente le decadramme raggiungono la più alta qualità artistica come è visibile nei rilievi del volto e nei particolari anatomici e del trono, elementi molto più accentuati e definiti rispetto a quelli presenti nelle tetradramme o negli altri nominali. Stima € 150000
Base € 120000
Offerta attuale € -
Offerta minima: € 120000

Chissà se ci saranno offerte. Quasi quasi mi vendo casa e la uso come anticipo... :blum:

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Vediamo invece qual'è ora l'immagine tratta dal Price per vedere la rispondenza o meno con il lotto della Art Coins Roma che, dicono, sia stato acquistato da Spink (sinceramente non ricordo che Spink avesse roba simile nel suo negozio on-line, comunque...).

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Questo finale è invece un falso moderno tratto da forgerynetworks.

Gli altri tipi riproducono un po' tutti questo nelle sue caratteristiche per cui ho pensato fosse sufficiente riportare soltanto il primo.

Come vedete dall'immagine, la M al rovescio si trova in posizione diversa rispetto all'originale. Le gambe di Zeus sono inoltre maggiormente divaricate e anche il volto di Eracle al dritto è differente.

Sembrerebbe quindi che stavolta la Art Coins abbia fatto centro, anche se secondo me con una moneta da 120.000 euro ha fatto il passo più lungo della gamba e rischia di trovarsela sul groppone. In fin dei conti loro sono una casa d'aste nuova non sono la NAC o simili, riconosciutissime sul panorama mondiale da anni e se dovessi spendere 120.000 euro ci penserei bene (anche perché poi dovrei andare sotto una tenda e in dicembre è un po' freddino :P )

Riporto qui la tabellina del falso della forgery con tanto di "condanna"

Mi piacerebbe sapere comunque cosa ne pensano sia @@apollonia che @@skubydu.

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Ciao Andrea il primo lavoro è reperire le immagini degli esemplari conosciuti...vedo nel fine settimana cosa riesco a fare...

Poi serve compararle....è studiarle con attenzione

Cmq bravo per l attenzione.

Ciao

Skuby

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Riporto ora invece l'esemplare di imitazione moderna tratta dal Price.

Mi sembra molto simile al falso di forgery networks.

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Modificato da andreagcs
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Supporter

Non sono ancora in grado di riferire sulla vicenda delle mie due emidramme di Babilonia, e allora dico la mia sul decadramma della stessa zecca. Però con una premessa per chiarire l’apparente conflitto di genere, femminile per le prime monete e maschile per la seconda. La dramma unità monetaria dell’antica Grecia è di genere femminile, non vi sono dubbi, genere che mantiene col prefisso che ne dimezza il valore: quindi la emidramma. Con il prefisso che ne aumenta il valore, invece, il genere diventa maschile nella nostra lingua e quindi diremo il decadramma (o decadrammo). Ciò vale anche per gli altri multipli della dramma: quindi il didramma, il tetradramma. Per questo motivo mi fa sorridere leggere nella descrizione di una moneta stimata 150.000 € che si tratta di una decadramma: sarebbe come mettere nella didascalia del capolavoro di Leonardo – qualora fosse mai messo all’asta – che si tratta de ‘Il Giocondo’.

Chiusa la parentesi lessicale, il decadramma di ArtCoins corrisponde al Price 3600 che però non presenta, come dice la didascalia, ‘sotto al trono, M e monogr.;’(una caratteristica del Price 3598), bensì ‘monogramma sotto il trono e M in esergo’. Quest’ultima caratteristica è evidente in questa moneta che faceva parte della famosa ‘Mesopotamia Hoard’ del 1973.

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Si tratta del decadramma battuto alla NAC 72 del 16-17 maggio scorso con prezzo di stima 125.000 CHF e di realizzo 150.000 CHF. La moneta (40,66 g) venne acquistata privatamente dalla Spink & Son da una collezione privata svizzera nel 1972.

La moneta di ArtCoins è simile a questa solo per il diritto, ma presenta evidenti differenze nel rovescio (es. gambe e piedi di Zeus) oltre che nel peso (41,98 g). Se quindi proviene veramente dalla Spink & Son, si tratta di un altro esemplare del Price 3600.

apollonia

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Supporter

Le due emidramme di Babilonia introdotte al post # 1571 erano rimaste invendute alla Münzen & Medaillen del 26 novembre scorso. Avevo chiesto della disponibilità e Mr. Joachim Stollhoff mi ha dato risposta affermativa con un preventivo di spesa globale indicativamente attorno al valore di stima. Ho chiesto di inviarmi la fattura con il miglior prezzo che potesse praticarmi in modo da poter decidere il da farsi, e per tutta risposta mi ha inviato la fattura con le monete. Una prova di fiducia di fronte alla quale non ho potuto esimermi dal… riaprire la campagna acquisti 2013. Oggi sono arrivate le monete di cui presento la scansione rimandando per la didascalia al post # 1571. E oggi stesso ho dato disposizione del bonifico per la Germania. Frohe Weihnachten, Mr. Stollhoff.

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Price 3605

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Price 3694

apollonia

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Bene

Le due emidramme di Babilonia introdotte al post # 1571 erano rimaste invendute alla Münzen & Medaillen del 26 novembre scorso. Avevo chiesto della disponibilità e Mr. Joachim Stollhoff mi ha dato risposta affermativa con un preventivo di spesa globale indicativamente attorno al valore di stima. Ho chiesto di inviarmi la fattura con il miglior prezzo che potesse praticarmi in modo da poter decidere il da farsi, e per tutta risposta mi ha inviato la fattura con le monete. Una prova di fiducia di fronte alla quale non ho potuto esimermi dal… riaprire la campagna acquisti 2013. Oggi sono arrivate le monete di cui presento la scansione rimandando per la didascalia al post # 1571. E oggi stesso ho dato disposizione del bonifico per la Germania. Frohe Weihnachten, Mr. Stollhoff.

attachicon.gifEmidramma Babilonia Price 3605.jpg

Price 3605

attachicon.gifEmidramma Babilonia Price 3694.jpg

Price 3694

Apollonia

Bene bene Apollonia, altri due pezzi entrati in collezione. :)

Chissà che Babbo Natale dopodomani non porti qualcosa anche a me...

Non male come persona, Stollhoff. E' un venditore serio e disponibile che, spesso annovera tra le sue monete in vendita anche pezzi rari. Buon acquisto quindi.

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Per completare la descrizione dei decadrammi di Babilonia Eracle/Zeus in M. J. Price 1991, “The Coinage in the name of Alexander the Great and Philip Arrhidaeus” London.

Nel primo volume è riportata la descrizione di tre decadrammi autentici catalogati come segue:

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Nel secondo volume vi sono le foto di due esemplari del 3598 (monogramma e M sotto il trono) e di un esemplare del 3600 (monogramma sotto il trono, M in esergo).

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La foto dell’esemplare con l’ape Price 3618A è pubblicata in “Circulation at Babylon in 323 BC“, M. Price, Mnemata : Papers in Memory of Nancy M. Waggoner (1989), p. 9, 8.

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Si tratta della moneta acquistata da Spink & Son Ltd., London, 1989, che ho già presentato nel post # 957.

apollonia

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Nel primo volume del Price è riportata la descrizione di tre decadrammi falsi conservati al British Museum, tutti con monogramma e M sotto il trono, che differiscono per la forma del monogramma e sono catalogati come segue:

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Nel secondo volume del Price sono riportate le fotografie di due di essi.

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apollonia

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Supporter

In forgerynetwork troviamo tre falsi tutti riferibili al decadramma Price 3598, quindi con monogramma e M sotto il trono. Il monogramma corrisponde a quello del falso F57* del Price postato in precedenza.

Il primo (n. 5020) pesa 42,22 g e proviene dall’Egitto

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Il secondo (n. 4352) è un falso per fusione

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Il terzo (n. 5021) pesa 41,82 g ed è molto simile al primo

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apollonia

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Decadramma imperiale autentico di Alessandro Magno ‘Price 3958’ comparso sul mercato

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Description: Heracles right wearing lion-skin headdress, rev., alexandPOY, Zeus enthroned to left holding eagle and sceptre, monogram and M below throne, 41.78 g. (Price 3598; Coin Hoards I, 38, pl. 6, 1-3; cf. Kraay-Hirmer 572; M. Mitchiner, Indo-Greek and Indo-Scythian Coinage, vol. I, London, 1975, type 1, this piece illustrated), some surface corrosion but very fine and extremely rare.

Provenance: Found in Mesopotamia, 1973. Bank Leu 13, 1975, lot 129. S. Weintraub Collection. Nelson Bunker Hunt Collection, Sotheby's New York, 19 June 1990, lot 102.

Note: In contrast with the abundance of his tetradrachms, the decadrachms of Alexander the Great were apparently issued very infrequently and in small quantities. The obverse and reverse types are similar for both denominations, but the larger flan of the decadrachm offered greater scope for the die-engraver. The portrait of Heracles on this specimen is particularly well-executed. It was believed in antiquity that the head of Heracles on the obverse shows the features of Alexander himself. His silver coinage definitely carries a more youthful image than the bearded Heracles encountered on the tetradrachms of Philip II, and there are also iconographic links between this depiction and representations of Alexander. The association of the young conqueror with the divine hero is clear, but it is currently impossible to state that this coin bears a portrait of Alexander.

apollonia

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Decadramma imperiale autentico di Alessandro Magno ‘Price 3600’ comparso sul mercato (NAC 72, maggio 2013)

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Greek Coins Alexander III, 336 – 323 and posthumous issue

Decadrachm, Babylon circa 324-323, AR 40.66 g. Head of Heracles r., wearing lion’s skin. Rev. AΛEΞANΔΡOΥ Zeus seated l. on throne, holding eagle on r. hand and sceptre in l.; below throne, monogram and in exergue, M. Price, Mnemata, 6 (this coin). Coin Hoard 1975 fig. 6, 2 (this coin). Price 3600 (this coin illustrated).

Exceedingly rare, and among the finest of very few specimens known. An attractive specimen of this important and desirable issue. Light iridescent tone, struck in very high relief, minor porosity, otherwise good very fine From a Swiss private collection and the Mesopotamia hoard of 1973; Privately purchased from Spink & Son in 1972.

In the last two years of the life of Alexander III a massive quantity of bullion was converted into coinage at the king’s principal mint in the East. This included part of the 180,000 Attic talents he confiscated at Susa and Persepolis. The mint is generally thought to have been in Babylon because there are shared control symbols between the Macedonian royal issues and the ‘lion staters’ that presumably were struck by Mazaeus, the man Alexander appointed satrap of Babylon in 331 B.C. However, ‘lion staters’ were struck at several mints, and Price had reservations about identifying Babylon as the main mint in the East. He believed that Ecbatana or Susa were equally viable candidates for the mint which issued such a prodigious coinage. Among these millions of coins were three emissions of Alexandrine decadrachms, which co-opted the familiar types of Heracles and Zeus Aetophorus. Alexander first set eyes on Babylon late in 331, after his victory at Gaugamela over the Persian King Darius III. He was impressed by the city’s genial surrender, favorable climate and extraordinary hanging gardens. He remained in Babylon for more than a month before resuming his pursuit of Darius, who he defeated in July, 330. After leaving Babylon, Alexander’s further conquests involved twice crossing the Hindu Kush and winning control of Persis, Paraetacae, Hyrcania, Bactria and Sogdiana. Finally, he crossed into northwestern India, where the dangers his army faced were of a higher order than anticipated. At this point the soldiers refused to venture beyond the River Hyphasis. A return journey was forced under unfavorable circumstances, requiring a journey across the Gedrosian desert, where a large portion of Alexander’s army died of hunger and thirst. Alexander arrived in Babylon in July, 324 and remained there until his death of a high fever in June, 323, at the age of 32 years, eight months. It is generally agreed that the issue which included the decadrachms was struck near the end of Alexander’s life, being produced at ‘Babylon’ sometime between 325 and 323 B.C. Though it is tempting to think that these massive silver pieces were a special issue distributed by Alexander to his soldiers, and that the king’s facial features are incorporated into the portrait of Heracles, evidence for such assertions is lamentably lacking.

apollonia

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Decadramma imperiale autentico di Alessandro Magno ‘Price 3618A’ comparso sul mercato

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KINGDOM OF MACEDON. Alexander III, The Great (336-323 B.C.), Silver Dekadrachm, 42.28g,. Minted at Babylon, struck during the lifetime of Alexander, c.325-323 B.C. Head of young Herakles facing to right, wearing a lion’s skin headdress. Rev. AΛEΞANΔPOY , Zeus, naked to waist, his left foot resting on a footstool, enthroned to left, holding an eagle in his outstretched right hand and a sceptre in his left, a small bee in the left field, a monogram and M below the throne (M. Price, ‘Circulation at Babylon in 323 B.C.’, Mnemata: Papers in Memory of Nancy M. Waggoner, p. 69, 8 (this coin); also p. 69, 7, pl. 15 = Price 3618A = Spink Coin Auction 71, 11 October 1989, lot 49 (these dies); Nelson Bunker Hunt Collection, Sotheby’s New York, 19 June 1990, lot 102 (this obverse die); Coin Hoards I, 1975, fig 6, 1; Kraay – Hirmer pl. 173, 572).

A few light surface marks, attractive iridescent toning, well-struck in high relief, good very fine, superior to the Bunker Hunt Dekadrachm, a spectacular example of Hellenistic die-engraving, of the greatest rarity and importance, apparently the second known example of this varie ty. This coin published in ‘Circulation at Babylon in 323 B.C.,’ M. Price, Mnemata: Papers in Memory of Nancy M. Waggoner (1989), p. 69, 8. Purchased from Spink & Son Ltd., London, 1989, this exceedingly rare dekadrachm was struck at Babylon, in the far East of Alexander’s empire.

There appear to have been three issues of dekadrachms produced at this mint, all of them struck during Alexander’s lifetime. Two of the issues have a variation on the arrangement of the reverse monograms and the third, of which the above coin is an example, has a bee in the left field. The dekadrachms follow types similar to those seen on Alexander’s regular silver coinage, using the head of Herakles as the obverse type, and an enthroned Zeus on the reverse. The head of Herakles was most likely intended to have been symbolic of Alexander and there has been speculation, although there is no evidence to support it, that the facial features might be those of Alexander himself. The face has strong, heavy features, which provide the dekadrachms with a more commanding feel artistically in comparison to the tetradrachms, although it must be said that the appearance is different to the posthumous portraits of Alexander that are found on the coinage of Lysimachos. Three examples of the Alexander the Great dekadrachms surfaced in 1989 and were published by Martin Price in the same year. Price considered that the three examples were most likely to have originated from the 1973 Babylon hoard (Coin Hoards I, 1975, 38; cf. Mnemata: Papers in Memory of Nancy M. Waggoner (1989), p. 65). Two of the three dekadrachms, one of which is the present coin, display the bee symbol on their reverse, which had previously been unrecorded. The cataloguer has only been able to trace the one other example of this variety.

PROSPERO307

apollonia

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L’ultimo decadramma postato con l’ape nel campo mi dà lo spunto per descrivere alcune monete attraenti di Alessandro e di suoi successori con questo simbolo. Vi sono monete-ape attraenti anche di Filippo II che però presento nella discussione a lui dedicata.

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MACEDONIAN KINGDOM. Alexander III The Great. (336-323 BC). Silver tetradrachm (17.19 gm). Babylon, lifetime issue, ca. 325–323 BC. Head of young Heracles right in lion skin headdress / ALEXANDROU Zeus enthroned left, holding eagle on extended right hand and resting left on scepter, bee above M in left field, MF monogram under throne. Price 3619. Rare. Struck at Alexander’s most important mint at the apex of his power. Fully mint state.

apollonia

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Tetra-ape di Lisimaco

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KINGS of THRACE. Lysimachos. 305-281 BC. AR Tetradrachm (28mm, 17.05 g, 1h). Alexandreia Troas mint. Struck 297/6-282/1 BC. Diademed head of the deified Alexander right, with horn of Ammon / Athena Nikephoros seated left, left arm resting on shield, spear behind; to inner left, monogram above bee; thunderbolt in exergue. Meadows, Earliest 19a (O12/R39 – this coin); Thompson 159. EF, lightly toned, slightly flat on nose. Great metal and wonderful detail. Ex Peus 376 (29 October 2003), lot 309.

apollonia

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Dramma-ape di Lisimaco

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KINGS of THRACE. Lysimachos. 305-281 BC. AR Drachm (19mm, 4.26 g). Ephesos mint. Struck circa 294-287 BC. Diademed head of the deified Alexander right, with horn of Ammon / Athena Nikephoros seated left; bee between E-F in inner left field. Thompson 168; Müller 421. Good VF, choice flan.

apollonia

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Dramma-ape di Alessandro

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MACEDONIAN KINGDOM. Alexander III The Great. (336-323 BC). Silver Drachm (4.24 gm). Ephesus, Under Lysimachus, ca. 300 BC. Head of young Heracles right in lion skin headdress / [A]LEXANDROU Zeus enthroned left, holding eagle on extended right hand and resting left on lotus scepter, E—F flanking bee in left field. Price 1877, pl. cxxix (same obverse die, perhaps same reverse die). Thompson 168. Struck on a broad flan. Extremely fine.

apollonia

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Tetra-ape di Tolomeo I Sotere

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PTOLEMAIC KINGS of EGYPT. Ptolemy I Soter. 305-282 BC. AR Tetradrachm (15.71 g, 12h). Alexandreia mint. Struck in the name of Alexander III of Macedon, circa 305-298/7 BC. Diademed head of Alexander right, wearing elephant's skin headdress / ALEXANDROU, Athena Alkidemos advancing right, brandishing spear in right hand, holding shield on left arm; to inner left, monogram above bee; to right, eagle standing right on thunderbolt. Svoronos 153; Jenkins, Early b; SNG Copenhagen -; BMC 45; Pozzi 3193. Good VF, iridescent toning. Very rare issue with bee. Ex Gemini II (11 January 2006), lot 170; Classical Numismatic Auctions XXI (26 June 1992), lot 194.

The Ptolemaic Kingdom was one of the main successor states to the Macedonian empire forged by Alexander III ‘the Great’. Just prior to his death, Alexander gave his ring to Perdikkas, who gained the support of the other generals and became regent for Philip III and Alexander’s unborn son. Perdikkas oversaw the initial division of Alexander’s empire into separate satrapies, to which he appointed Alexander’s best generals, the Diadochs. Ptolemy, who was one of Alexander’s most illustrious leaders, was appointed to the lucrative satrapy of Egypt. By 320 BC, Perdikkas’ autocratic leadership isolated him from the other Macedonian leaders, and Ptolemy openly defied his leadership. Perdikkas led the Macedonian army into Egypt, but was assassinated before a final confrontation. Perdikkas’ death marked the end of a central command over the satrapies, and the beginning of the wars of the Diadochs. Although Ptolemy participated in a number of campaigns that toppled his fellow Diadochs, his rule over Egypt proper was never seriously challenged, and he was the only one of the Diadochs to die peacefully in his original kingdom. At the time of his death, Ptolemy held a number of islands and territories in Asia Minor and the Levant, but his successors were ultimately unable to hold on to lands outside of Egypt, save for Kyrenaika, which remained a Ptolemaic possession until the end of the kingdom. As with most of the other Diadochs, Ptolemy initially struck coins in the name of Alexander and opened new mints to serve his various campaigns and growing empire. Shortly after assuming the royal title in 305 BC, Ptolemy began issuing coinage in his own name. Unlike his earlier coinage in the name of Alexander, which displayed wonderful novel types such as the Athena Alkidemos (lots 413-414 below), the coinage system that developed in his kingdom was rather static, as Ptolemy’s successors continued to use the same basic designs established by the dynasty’s founder. Nonetheless, a few of the Ptolemaic rulers did issue exceptional types, such as the dynastic issues of Ptolemy II (lots 417-8 below) or the huge precious metal issues in the name of Arsinoë and Berenike (lots 419-422 below).

apollonia

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Altro tetra-ape di Alessandro

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KINGS of MACEDON. Alexander III ‘the Great’. 336-323 BC. AR Tetradrachm (16.96 g, 1h). Pergamon mint. Struck under Attalos I, circa 215-200 BC. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; bee in left field. Price 1476; Kleiner, Alexander IV; SNG France -. Near EF, lightly toned. Rare mint, only one offered in previous CNG auctions. From Collection C.P.A.

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Altro tetra-ape, qui sotto il trono

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KINGS of MACEDON. Alexander III ‘the Great’. 336-323 BC. AR Tetradrachm (17.19 g, 6h). ‘Amphipolis’ mint. Struck under Kassander, Philip IV, or Alexander (son of Kassander), circa 310-294 BC. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; in left field, L above torch; bee below throne. Price 453; Ehrhardt -. Good VF, a hint of die rust on obverse.

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Ciao a tutti.

La mia dolce metà mi ha regalato per Natale, una bellissima dracma che, in realtà avevo già visto qui a Roma in un negozio di antiquariato del centro (prima volta che trovo qualcosa in negozio qui a Roma...Incredibile). E' stato comunque un regalo inaspettato, perché lo avevo visto diverse domeniche fa.

Vi riporto la classificazione:

Dracma: (310 – 301 a.C.) Zecca di Abydos

peso gr. 4,20 diam. 18mm. Price 1551

rov. Alexandrou a sinistra del campo testa di Ammone.Sotto il trono foglia di edera, di cui per foto non si vede lo stelo, mentre dal vivo è percettibile. La foto, fatta quest'oggi sulla scrivania di studio, è un po' sfocata, ma non mi posso lamentare, in passato ne ho fatte di molto molto peggio. :blum:

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Complimenti a Donna Concetta per la scelta.

Nonostante la foto della moneta scattata da Andrea non sia certo, per sua stessa ammissione, da Oliviero Toscani, è evidente il dettaglio del corno sulla testa maschile nel campo del rovescio che ne suggerisce l’attribuzione a Zeus Ammone. Questo non è sempre evidente in molti esemplari passati nelle aste, tra i quali quello che posto rappresenta un’eccezione.

apollonia

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Storia e mito di Abido

Abydos, o Abido, è il nome di un'antica città della Misia, in Asia Minore, situata a Nara Burnu sul miglior approdo presente sul lato asiatico dell'Ellesponto.

La posizione strategica per commerci e navigazione le conferì una grande importanza sia politica sia commerciale; ne fu conseguenza la lunga tradizione di battere moneta che durò, ininterrotta, dall'inizio del V secolo a. C. fino alla metà del III secolo, in epoca tardo imperiale.

Qui Serse costruì il famoso ponte di barche sull'Ellesponto per attraversare trionfalmente lo stretto con il suo esercito nel 480 a. C. durante l'invasione persiana della Grecia.

Alessandro Magno, passando nello stretto nel viaggio alla conquista dell’Asia, scagliò una lancia verso la città di Abido volendo affermare simbolicamente il suo futuro dominio sul nuovo continente.

Ma Abido va ricordata anche per un motivo molto romantico: il mito di Ero e Leandro, la tragica vicenda narrata da Ovidio nelle Heroides che ispirò vari scrittori e musicisti fra cui Dante Alighieri (il mito è presente nel XXVIII Canto del Purgatorio) e Franz Liszt (ballata n. 2 per pianoforte) e fu particolarmente popolare durante il Romanticismo. Byron ne fu talmente coinvolto che volle verificarne la credibilità attraversando lui stesso l'Ellesponto a nuoto.

Questa è la storia.

Le città di Sesto e di Abido, che sorgevano una di fronte all'altra sulle due opposte rive dell'Ellesponto, erano separate da un breve braccio di mare. A pochi passi da Sesto si trovava una torre nella quale viveva in solitudine la bellissima Ero, sacerdotessa consacrata ad Afrodite. Ero, nella sua verecondia, rifuggiva tutte le tentazioni cui pure avrebbe potuto condurla il fiore della sua giovinezza, evitando di partecipare alle danze dei coetanei o di trattenersi in conversazioni con altre ragazze. Ma neppure così potè schivare gli strali dell'amore. Giunse infatti il giorno della grande festa che si celebrava a Sesto in onore di Adone ed Afrodite, cui convennero in gran folla non solo genti dalle città vicine, ma anche dalle isole egee e da Cipro, dalla Tessaglia e dalla Frigia, dal Libano e dalla Fenicia. Anche la vergine Ero mosse verso il tempio della dea, irradiando grazia dal volto: le sue membra sembravano un prato di rose. Mentr'ella incedeva silenziosa per compiere i sacrifici in onore degl'immortali, molti giovani s'infiammarono a rimirarla, desiderandola come compagna di letto. Ma uno, Leandro, nativo di Abido, non trattenne la fiamma del petto: colto dapprima da stupore, poi da audacia, poi da tremore e vergogna, poi ancora da audacia, stupì del bellissimo aspetto e, tra la calca, si fece più vicino alla ragazza, cercandone lo sguardo con sguardo che implorava amore: ed Ero, per la prima volta, gioì della propria bellezza, anch'ella volgendo più volte gli occhi sul suo tacito ammiratore. Sul far della sera il giovane ruppe finalmente gli indugi e, favorito dalla scarsa luce, non visto la trasse in disparte; quindi raccolse il coraggio e le chiese di mantenere quanto gli occhi avevano già promesso. Straniero, rispose la ragazza arrossendo di vergogna, davvero nuovo è per me il turbamento del cuore che mi desti, ma noi non possiamo accostarci apertamente a sante nozze, perché questo non piace ai genitori miei. Essi vollero che io, abitando con una sola ancella davanti alla riva ondosa, avessi per casa una torre famosa e per solo vicino il mare. Nulla di buono è possibile per noi. Allora Leandro le ribattè: O fanciulla, per amor tuo varcherò anche il mare furioso, quand'anche ribollisse come per un gran fuoco e l'onda non fosse navigabile; per giungere al premio del tuo letto non temo violenta tempesta, né il risonante fragore del mare. Ogni notte io, rugiadoso consorte, venendo a te attraverserò a nuoto l'Ellesponto: non lungi infatti, di fronte alla tua città, io abito il castello di Abido. Ti prego solo di accendere una lampada sull'eccelsa tua torre, affinché faccia da stella al mio solitario cammino. Così essi stabilirono di unirsi in occulte nozze: al calar delle tenebre, Ero esponeva una lampada alla sommità della torre; alla vista di quella luce Leandro, che stava in attesa al castello di Abido, si tuffava in acqua per raggiungere l'amata. La notte allestiva loro le nozze, né mai l'aurora sorprese lo sposo Leandro nel ben noto letto; egli nuotava di nuovo verso il popolo dell'opposta Abido, ancora insaziato. Ed Ero, di nascosto ai genitori suoi, sacerdotessa di giorno, era sposa la notte.

Ma breve tempo durò la loro vita, né a lungo gioirono delle rose di Afrodite. Giungeva infatti la stagione poco adatta ai naviganti, quando il nocchiero traeva la nera nave sull'asciutta terra e schivava il mare procelloso e malfido. Benché sempre più difficile riuscisse al nuotatore l'approdo all'amata riva, i giovani non si rassegnavano a starsene divisi: né Ero smetteva di accendere la fiaccola, né Leandro di sfidare i flutti. Una notte, mentre tutti i venti fischiavano minacciosi avventandosi sul mare, e già l'onda si sollevava sull'onda, e il mare si mescolava al cielo, il misero Leandro, tra gorghi implacabili, più volte pregò la marina Afrodite, più volte lo stesso dominatore del mare, Poseidone: ma nessuno gli diede soccorso. Gran copia d'acqua gli scorreva giù per la gola, e bevve suo malgrado fiotti di salso mare; finché un crudele vento spense insieme l'infida lampada e la vita dell'imprudente Leandro.

Ero aspettava insonne nell'alcova; l'affanno del petto le toglieva il respiro. Venne l'aurora, e non vedeva ancora lo sposo. Da ogni parte spingeva l'occhio sull'ampio dorso del mare, nel caso che in qualche luogo lo scorgesse, smarrito per la luce spenta. Ma quando, proprio ai piedi della torre, vide il corpo del consorte lacerato dagli scogli, senza vita, stracciatasi sul petto la bella veste si lanciò a capofitto per condividerne la sorte. E gioirono l'uno dell'altra per l'ultima volta.

Non si trovano le parole per commentare questa storia meravigliosa. Credo d’averne già parlato da qualche altra parte sul forum ma direi che non sia superfluo ricordare. Si comprende il gesto di Byron, talmente coinvolto da volerne verificarne la credibilità attraversando lui stesso l'Ellesponto a nuoto. E anche perché Dante non se l’è sentita di far scendere Ero nell’Inferno (come ad es. ha fatto per Francesca con Paolo) ma l’ha messa nel Purgatorio.

apollonia

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