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IGNORED

Le monete più attraenti di Alessandro Magno


apollonia

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Dettagli sull’attribuzione della testa velata e diademata sul diritto alla regina Olimpiade, madre di Alessandro Magno.

From the Aurum Barbarorum Collection.

Among the greatest surprises in Part II of the Aurum Barbarorum Collection (see below, lots 1857-1933) was the appearance of this highly unusual coin. Clearly it differs from all others in many ways, showing, on the anepigraphic obverse, a beautiful diademed and veiled female head to the left, whereas the reverse boasts an eagle standing with open wings on a thunderbolt. The crucial hint to its interpretation derives from the reverse legend, which provides the name ΟΛYMΠIAC in fine Greek letters: this is none other than Olympias (circa 375-316 BC), mother of Alexander 'the Great'! It now becomes apparent that this is not a Germanic invention, but a hitherto unknown Roman Provincial gold coin from the Koinon of Macedon, which struck an extensive series of bronze and a few extremely rare, pseudo-autonomous gold and silver issues celebrating Alexander 'the Great' and Caracalla in the early to mid 3rd century. This series is linked by modern researchers to the famous Aboukir-medallions, large gold medals showing a variety of motives connected to Alexander and Caracalla (cf. Weisser, B. and Dahmen, K.: Goldene Alexander zum Geschenk, in: KEPMATIA ΦΙΛΙΑΣ. Studies in Honour of Ioannis Touratsoglou. Athens 2009, pp. 343-359. For the date of the series, see pp. 348 ff.). Among these, two types shows a diademed and draped female bust on the obverse (Dressel D, O and P), which numismatists have long suggested to identify as Olympias, Alexander's mother. The appearance of our 'aureus' now confirms this theory by providing the queen's clear name on the reverse, and it is thus of the utmost importance.

The coin is very similar to the unique, but much smaller gold medal of Alexander from the Dr. L. A. Adams Collection (Triton XIX (2016), 2178), which also provides the royal image on an anepigraphic obverse, whereas the reverse shows a lion, the animal of the king's hero Herakles. In the case of Olympias, the reverse is adorned with the eagle of Zeus, an obvious reference to the legend that the father of the gods was also Alexander's true father. It is worth noting that the portrait of Olympias is so similar to her image on Dressel D that the die must either have been cut by the same skilled artist, or else it is a direct copy of the larger medallion. What purpose exactly these unusual coins or medals were struck for is unknown, but a connection to the games in honor of Alexander 'the Great' held by the Macedonian Koinon seems likely. Perhaps the gold and silver pieces, which must have been struck in very limited quantities, were handed out to participants of the agone, with the massive Aboukir-medallions being awarded to the winners and the smaller pieces to their rivals on the subsequent places.

But how did such an odd piece wind up in the environment of the Aurum Barbarorum north of the Danube? The answer most likely lies in the pillaging of the Gothic invasions in the 250s-260s, in the course of which many cities on the Balkans and in Asia Minor were looted. At some point, this piece must have been part of the booty and transported to the 'Barbaricum', were it was perforated to be worn as a pendant in the style of the 'Aurum Barbarorum', thus unwittingly preserving it for posterity.
An unpublished 'aureus' showing Olympias, mother of Alexander 'the Great'.

Fonte: https://www.sixbid.com/en/leu-numismatik/7827/roman-provincial/6398171/macedon-koinon-of-macedon-pseudo-autonomous?term&orderCol=lot_number&orderDirection=asc&priceFrom&displayMode=large&auctionSessions=8301|282473&sidebarIsSticky=false

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Il 28/10/2020 alle 19:04, apollonia dice:

Per restringere il campo delle zecche tra cui quella dei tetradrammi del quiz 20.

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apollonia

Risposta.

La zecca è di Cnido e gli esemplari sono i tetradrammi Price 2472, 2472A e 2473.

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Giovenale firma con inglese e tedesco ok.jpg

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Il 19/10/2020 alle 23:41, apollonia dice:

Diciannovesimo tetradramma proposto per l’identificazione di una zecca rara, l’unica emissione attribuita dal Price.

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Zecca? Anno di coniazione?

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Probabile zecca di Soli, a Cipro.

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Il 16/10/2020 alle 00:53, apollonia dice:

Diciottesimo tetradramma proposto per l’identificazione di una zecca rara, l’unica emissione attribuita dal Price.

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Zecca? Anno di coniazione?

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Il 12/10/2020 alle 18:59, apollonia dice:

Diciassettesimo tetradramma proposto per l’identificazione di una zecca rara, l’unica emissione attribuita con un punto di domanda (very tentative) dal Price.

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Zecca? Anno di coniazione?

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Il 9/10/2020 alle 19:15, apollonia dice:

Sedicesimo tetradramma proposto per l’identificazione di una zecca rara, una delle due emissioni attribuite dal Price.

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Zecca? Anno di coniazione?

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Price 663

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Il 7/10/2020 alle 13:47, apollonia dice:

Quindicesimo tetradramma proposto per l’identificazione di una zecca rara, con questa sola emissione attribuita dal Price.

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Zecca? Anno di coniazione?

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Il 8/10/2020 alle 14:44, apollonia dice:

Vale ancora la cartina precedente per l’identificazione della zecca del quiz 15, come pure questa:

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La città della zecca fu sede di una storica battaglia combattuta tra Alessandro Magno e l’Impero persiano.

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L’assedio di Alicarnasso fu una battaglia combattuta tra Alessandro Magno e l’Impero persiano achemenide nel 334 a.C.

Svolgimento dell'assedio

Non avendo Alessandro una flotta, egli era costantemente minacciato dalla flotta persiana, che al contrario era assai ben fornita, e che tentò costantemente di ingaggiare Alessandro, seppur senza successo. Eventualmente, la flotta persiana approdò ad Alicarnasso per stabilire una nuova difesa. Ada di Caria, ex-regina di Alicarnasso, era stata scacciata dal trono dal fratello minore Pissodaro; alla morte di quest'ultimo subentrò il satrapo Orontobate, sotto Dario III, re della Persia, includendo così Alicarnasso sotto la sua giurisdizione. All'arrivo di Alessandro nel 334 a.C., Ada, che era in possesso della fortezza di Alinda, gli concedette la fortezza stessa.

Orontobate, insieme a Memnone di Rodi, si trincerò ad Alicarnasso, dove Alessandro aveva intanto mandare delle spie per trovare dei dissidenti dentro la città che ne aprissero le porte permettendogli di entrare. All'arrivo delle spie, però, non si trovava alcun dissidente. Ne risultò una piccola battaglia, dove l'esercito di Alessandro riuscì a infrangere le porte della città; fu però costretto a ritirarsi per sfuggire al fuoco delle catapulte piazzate da Memnone, il quale schierò poi la sua fanteria. Alessandro rispose con la sua che riuscì di nuovo a superare le porte della città, sorprendendo le forze persiane. Memnone, capendo che la battaglia era perduta, e con essa la città, la mandò a fuoco e si ritirò con il suo esercito. I forti venti fecero sì che le fiamme distruggessero gran parte della città.

Alessandro nominò Ada satrapa di Caria, e lei, in cambio, adottò formalmente il macedone come figlio, assicurandogli il dominio incondizionato della Caria una volta passata a miglior vita. Durante la reggenza del marito come satrapo, Ada era ben amata dal popolo di Caria. Mettendola sul trono, Alessandro, a cui Ada era assai favorevole, assicurò che il governo di Caria, e quindi della sua gente, le restasse fedele.

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  • Grazie 1
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Il 5/10/2020 alle 17:42, apollonia dice:

Quiz 14. Tetradramma proposto per l’identificazione di una zecca rara, con questa sola emissione attribuita dal Price.

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Zecca? Anno di coniazione?

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Il 6/10/2020 alle 11:25, apollonia dice:

Per la localizzazione della zecca del quiz 14 va bene la cartina del quiz precedente.

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Sede della zecca del tetradramma del quiz 14 è Euromus o Euromos, antica città della Caria a NO di Mylasa, a metà strada tra questa e Eraclea al Latmo, famosa per il tempio di Zeus Lepsinos. L'edificio, nella forma in cui si presenta attualmente, risale all'epoca dell'imperatore Adriano; gli scavi archeologici hanno tuttavia restituito cocci di terracotta, che sembrerebbero indicare un'origine risalente almeno al VI secolo a.C., prossima dunque alla formazione stessa di Euromos. Il tempio è uno dei meglio conservati dell'antichità classica in Turchia: l'alzato conserva sedici colonne ancora erette, molte delle quali recano iscrizioni con i nomi dei cittadini che finanziarono la costruzione, o piuttosto il rimaneggiamento dell'edificio nel II secolo d.C., secondo una tendenza tipica di quell'epoca (evergetismo).

Fiorente già nel V sec. a. C., Euromus lo fu anche, a giudicare dalle rovine, in età romana. Situata al centro di una serie di borgate, come tante altre città carie, fu legata a Mylasa da una sympolitìa, ma restò città autonoma e battè moneta fino al II sec. d. C. La località, visitata e rilevata fino dal 1800, non è mai stata oggetto di scavi sistematici.

Le rovine più importanti sono costituite dai resti di un tempio ai piedi della montagna e fuori della cinta fortificata; si tratta di un grande periptero corinzio, esastilo con undici colonne di lato: restano in piedi un montante di porta e quindici colonne, delle quali quelle di SE sembrano non finite. Numerose colonne presentano a mezza altezza una iscrizione col nome del dedicante che interrompe le scanalature. Il tempio è databile ad età antonina; non si sa a chi era dedicato, anche se è stata proposta con verisimiglianza la identificazione con Zeus Euromeneus, del quale le monete riprodurrebbero la statua di culto (ma potrebbe trattarsi anche di un Dioniso). La dedica alla divinità eponima giustificherebbe l'importanza del tempio e la sua posizione davanti alle porte della città.

La città si stendeva nella pianura a N e possedeva mura, un teatro addossato alla collina e una agorà ancora perfettamente visibile, rettangolare (m 50 × 70), circondata da quattro portici dorici: sono ancora in situ numerosi rocchi di colonne lisce, specie quelle doppie, angolari, come a Mylasa; anche su di una di queste colonne, quella di SO, si conserva un'iscrizione. Sul lato settentrionale l'agorà è bordata anche da un portico esterno; ad O della agorà è visibile un edificio, probabilmente bizantino, sorto su di una precedente costruzione. Sarcofagi sono sparsi per la campagna.

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Il 2/10/2020 alle 19:01, apollonia dice:

Quiz 13. Due tetradrammi molto simili, le uniche emissioni della zecca da individuare.

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Zecca? Anno di coniazione?

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Il 4/10/2020 alle 13:38, apollonia dice:

Cartina con la zecca dei due tetradrammi del quiz 13.

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ANTIOCHIA di Caria è una città dell'Asia Minore da distinguere da Alabanda che portò per qualche tempo lo stesso nome, e detta ad Meandrum, perché posta sul basso corso di questo fiume. Sorse nel periodo dei Seleucidi per opera di Antioco Sotere, da cui trasse il nome, sul posto di un'antica città detta da taluni Cranaos, da altri Pythopolis. Essa giaceva certamente nella pianura ove il fiume Marsynus confluisce con il Meandro, presso la moderna città di Nāzillī, ma sul sito preciso si è discordi, essendo collocata dallo Smith ad ‛Alī Aghā Ciftlik, dal Pococke presso Yenīshehir e dallo Hamilton presso Qōyūgā. Una ricca monetazione che comincia dal 168 a. C., anno in cui il senato romano concesse la libertà alla Caria, va fino all'imperatrice Salonina.

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Il 30/9/2020 alle 17:12, apollonia dice:

Quiz 12. Due tetradrammi molto simili, le uniche emissioni della zecca da individuare riportate dal Price.

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Zecca? Anno di coniazione?

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Il 2/10/2020 alle 00:11, apollonia dice:

Cartina con la zecca del tetradramma del quiz 12

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Laodicea al mare (già Lakatia) è una città della Siria settentrionale che acquisì particolare importanza con Alessandro Magno e i suoi successori. Seleuco I diede a Lakatia un nuovo assetto urbanistico, ribattezzandola con il nome della madre, Laodicea. Il territorio di Laodicea al mare era molto florido, specialmente per la coltivazione della vite i cui prodotti erano esportati in gran parte ad Alessandria; famosi i tessuti fabbricati nella città.

Notare che Seleuco I fondò cinque Laodicea in onore della madre, oltre a sedici Antiochia in onore di suo padre e nove Seleucia e tre Apamea in onore della moglie.

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LAODICEA al mare (Λαοδίκεια ἡ ἐπὶ, πρὸς ϑαλάσσῃ; Λαοδικεῖς οἱ παράλιοι; Laodicea). - Città della Siria settentrionale, fondata da Seleuco I in onore della madre (Strab., xvi, 750). La storia più antica di L. al Mare è poco conosciuta. Alla fine del II sec. formava una tetrapoli che batteva moneta comune con Antiochia, Seleucia ed Apamea. Con Pompeo fece parte della provincia romana di Siria; ebbe a subire gravi distruzioni alla morte di Cesare quando P. Cornelio Dolabella vi fu assediato da Cassio (Strab., xvi, 752). In riconoscimento della fedeltà al partito di Cesare fu dichiarata da Antonio libera e immune: πόλις ἐλεύϑερος καὶ ἀτελὴς ϕόρων (Appian., v, 30). Durante le guerre parthiche Lucio Vero soggiornò a L. al Mare (Hist. Aug., Ver., 7, 3); distrutta da Pescennio Nigro durante le lotte contro Settimio Severo (Malal., 293, 4), fu ricostruita e beneficata da quest'ultimo che la portò al grado di metropoli della Siria. Favorita da Teodosio, fu creata da Giustiniano capitale della nuova provincia di Teodoriade.

Il territorio di L. al Mare era molto florido, specialmente per la coltivazione della vite i cui prodotti erano esportati in gran parte ad Alessandria (Strab., xvi, 752); famosi i tessuti fabbricati nella città. La popolazione dovè essere molto mista, con una forte colonia ebraica. L'indagine delle rovine di L. al Mare è resa particolarmente difficile per essersi inserito, sull'area dell'abitato antico, il centro moderno di Lattakia. Gli studî del Sauvaget hanno permesso di ricostruire il tracciato della città antica che presenta caratteri comuni con altre città di fondazione seleucide.

L. al Mare era costruita su un promontorio orientato da N a S e che presentava ad O il porto (recentemente scavato, fornito di faro, rappresentato su monete di età romana) e a E due colline. Sulla base di alcuni allineamenti di colonne conservati nella città moderna si è potuto stabilire l'esistenza di strade parallele intersecantisi ad angolo retto che delimitano spazî destinati agli edifici.

Le mura della città racchiudevano un'area di circa 220 ettari; a N e a S erano le necropoli.

In età romana le strade principali furono bordate da colonnati. Sempre in età romana, probabilmente sotto Lucio Vero o Settimio Severo, fu costruito un tetrapilo le cui rovine (restaurate nel 1952) rimangono nella città moderna.

Un sarcofago di fabbrica attica, decorato con eroti, rinvenuto a L. al Mare, è ora (insieme ad altre sculture dalla città antica) conservato nel museo di Damasco.

Fonte https://www.treccani.it/enciclopedia/laodicea-al-mare_(Enciclopedia-dell'-Arte-Antica)/

apollonia

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Il 26/9/2020 alle 23:11, apollonia dice:

Undicesimo tetradramma proposto per l’identificazione di una zecca rara, con questa sola emissione attribuita dal Price.

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Zecca? Anno di coniazione?

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Il 29/9/2020 alle 18:57, apollonia dice:

Come sopra ma in un campo molto più ristretto.

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Hierapolis Bambyce era una antica città in Siria, dove ora sorge Manbji.
Il suo nome in siriaco era Mabog (anche Mabbog e Mabbogh), il nome greco antico era Bambice (Bambyke).
La città era importante per il suo santuario commageno, dedicato alla venerazione della dea della natura siriana Atargatis. I Seleucidi ne fecero la principale stazione intermedia della strada che collegava Antiochia a Seleucia sul Tigri; sotto di loro divenne famosa come la "città del santuario" (, Ieropolis) e poi come la "città sacra" (, Ierapolis).
Marco Licinio Crasso saccheggiò il tempio all'inizio della sua campagna contro i Parti (53 a.C.).
La città divenne il punto di partenza delle campagne romane contro i Parti prima e i Sasanidi poi. Fu conquistata nel 252/253 da Sapore I nel corso delle sue campagne militari. Nel 354 vi si recò il cesare Costanzo Gallo; pochi anni dopo (363) l'imperatore romano Giuliano, che stava iniziando la sua campagna contro i Sasanidi, la trovò in rovina. Successivamente l'imperatore Giustiniano I non riuscì a difenderla, cosicché il re sasanide Cosroe I poté chiedere un riscatto per liberarla.

apollonia

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Il 25/9/2020 alle 18:58, apollonia dice:

 

 

 

 

Modificato da apollonia
errore
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Il 23/9/2020 alle 22:19, apollonia dice:

Quiz 10

Due tetradrammi molto simili, le uniche emissioni della zecca da individuare.

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Zecca? Anno di coniazione?

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apollonia

 

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Il 25/9/2020 alle 18:58, apollonia dice:

Cartina con la zecca dei due tetradrammi del quiz n. 10.

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Nisiro è un’isola vulcanica appartenente geograficamente al Dodecaneso, posta tra Coo e Piscopi, dalle quali dista una quindicina di chilometri. La sua popolazione in epoca storica era formata da Dori venuti da Rodi, con la quale isola Nisiro palesa grande comunità di cultura e d'istituzioni. Unita alla Lega attica durante la guerra del Peloponneso, pagando un tributo mensile di 100 dracme, dopo Egospotami passò agli Spartani, ma fu ricondotta alla lega di Atene già da Conone nel 394 a. C.; al tempo di Filippo V riappare libera. Erano famose anche nell'antichità le sue fonti calde sulfuree.

La leggenda (più volte rappresentata nella ceramica attica) narra della sua formazione per opera di Poseidone che avrebbe staccato con il suo tridente un pezzo della vicina Coo per scagliarlo contro il gigante Polibote, rimasto seppellito sotto all'isola che lo abbatté.

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Poseidone lotta contro il gigante Polibote - Anfora greca a figure nere - 540-530 a. C. circa – Museo del Louvre – Parigi (fonte wikipedia).

La città principale omonima era situata sulla punta nord-occidentale, e si conservano cospicui resti della cinta della sua acropoli, mentre tutto intorno sono state scavate importanti tombe delle sue necropoli, che risalgono fino all'epoca arcaica; al contrario il suo porto è oggi insabbiato.

Fonte http://www.treccani.it/enciclopedia/nisiro_(Enciclopedia-Italiana)/

apollonia

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Il 21/9/2020 alle 23:25, apollonia dice:

Nono tetradramma proposto per l’identificazione di una zecca rara (tre tipologie attribuite dal Price).

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Zecca? Anno di coniazione?

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Il nono tetradramma proposto per l’identificazione (quiz n. 9) è il Price 755, una delle tre emissioni della zecca di Messene.

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Foto della stessa moneta nella collezione ANS (Silver Coin, Messene, 190 BCE 1944.100.29696)  http://numismatics.org/collection/1944.100.29696

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Dritto: Head of beardless Heracles right wearing lion skin headdress

Rovescio: ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ - Zeus seated on stool-throne left, eagle on outstretched right hand, sceptre in left hand

Descrizione fisica. Asse: 12. Dimensioni: Peso: 15.45

apollonia

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Altre due emissioni di Messene

 

Tetradramma Price 754

Solo la descrizione del tipo senza foto in http://numismatics.org/pella/id/price.754

Autorità emittente. Stated Authority: Alessandro Magno. Dinastia: Dinastia argeade

Stato: Regno di Macedonia. Data: 190 BCE Nominale: Tetradramma

Geografico. Zecca: Messene. Regione: Europe--Peloponnesus--Messenia. Materiale: Argento

Tipo d'oggetto: Moneta. Dritto. Tipo: Head of beardless Heracles right wearing lion skin headdress

Divinità: Eracle. Divinità: Zeus. Rovescio. Legenda: ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ

Simbolo (LeftField): ΜΕΣ. Simbolo (LeftField): tripod. Simbolo (BeneathThrone): ΞΑ. Simbolo (BeneathThrone): ΔΑ

Tipo: Zeus seated on stool-throne left, eagle on outstretched right hand, sceptre in left hand

TypeSeries: Price (1991)

 

Tetradramma Price 756 (foto dal Price)

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Il 23/9/2020 alle 00:24, apollonia dice:

Cartina con la zecca del nono tetradramma (quiz n. 9). 

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La cartina è la stessa del quiz n. 8 ma la zecca è diversa.

 

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Messene

Nell’antichità Messene fu una città-stato dorica fondata da Epaminonda nel 369 a. C., dopo la battaglia di Leuttra e la prima invasione tebana del Peloponneso. La città antica si ergeva in una posizione equidistante tra il mare, il fiume Neda e la catena montuosa del Taigeto. Una volta finita la predominanza tebana, Messene si avvicinò alla Macedonia ricevendo in cambio aiuti da parte di Filippo II. Intorno al III secolo si alleò temporaneamente con gli Etoli, per poi optare per la lega Achea. Nel 191 perdette l'autonomia capitolando di fronte agli Achei. Durante il periodo romano la città godette di una certa prosperità.

Della città antica rimangono resti del teatro di età ellenistica, dello stadio, del tempio dedicato ad Artemide Limnatis e delle mura fortificate; queste ultime rappresentano uno degli esempi meglio riusciti dell'edilizia militare greca. Costruite nel IV secolo a. C., si caratterizzano per la presenza di torri arricchite di feritoie e di quattro porte, tra cui la monumentale Porta d'Arcadia. Da rilevare la presenza di un complesso monumentale, costituito da una corte centrale, da un doppio colonnato, un tempio dorico, un grande altare ed ambienti per riunioni. Buona parte dei materiali rinvenuti negli scavi della città antica sono custoditi all'interno del Museo archeologico.

Fonte https://it.wikipedia.org/wiki/Messene

apollonia

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MESSENE (v. vol. IV, p. 1082 e s 1970, p. 477). - Nel 1987 a M. ha avuto inizio un nuovo ciclo di scavi patrocinato dalla Società Archeologica di Atene (Ergon, 1986 ss.) riguardante il tempio e l'altare di Asclepio, il Sebastèion e la grande stoà a Ν di esso, il bagno (subito a S dell’Asklepièion), lo stadio, un heròon, il teatro, la fonte Klepsydra, una fontana nell'agorà, il Santuario di Artemide Limnàtis, un piccolo santuario fino a oggi ignoto, alle pendici dell'Itome a NO di quello della Limnàtis, e un grande edificio con pavimento marmoreo e statue nelle nicchie della parete settentrionale.

Il Tempio di Asclepio. - È un períptero dorico di 6 x 12 colonne, con pronao e opistodomo, entrambi con due colonne in antis. Le misure esterne dell'edificio sono di 13,67 x 27,94 m, mentre l'altezza totale si aggirava attorno ai 9 m. Poggia su una crepidine di tre gradini. Sul lato E dove si trova l'ingresso fu aggiunta più tardi una rampa in pòros, materiale impiegato anche nelle parti non visibili delle fondazioni, mentre tutto l'edificio è costruito con il compatto calcare locale. La cella vera e propria era sullo stesso piano del pronao, a eccezione della metà verso il fondo, dove era l’àdyton che si trovava su un piano più alto di un gradino, probabilmente separato dalla rimanente parte della cella da una balaustra in fondo a questo si trovava un gruppo di statue cultuali.

Fonte https://www.treccani.it/enciclopedia/messene_(Enciclopedia-dell'-Arte-Antica)/

apollonia

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Messene e i suoi miti (da http://www.miti3000.it/mito/luoghi/messene.htm )

Policaone, figlio minore di Lelege, poiché il regno spettò al fratello maggiore rimase un privato cittadino fino a che non prese in moglie Messene, figlia del re di Argo, Triopa. Messene, orgogliosa per via del ricco e potente padre, ritenendo poco decoroso essere sposa di un semplice cittadino, raccolse quindi un esercito da Argo e uno da Sparta e si trasferì con il marito. La terra in cui andarono a vivere fu chiamata Messenia in suo onore. Vennero fondate varie città e, dopo la battaglia di Leuttra che vide antagonisti Tebani e Spartani, venne fondata ai piedi dell'Itome la città di Messene.

Posta nel Peloponneso a ca. 30 km dall'aeroporto di Kalamáta.

La città di Messene fu fondata nel 369 a.C. da Epaminonda come nuova capitale della Messenia dopo la liberazione dal dominio Spartano.

La città si erge strategicamente alle pendici del monte Itome; già dal periodo arcaico i messeni usarono il monte Itome sia come centro religioso che come rifugio dagli aggressori.

Nel IV secolo a.C. a sua difesa furono edificate delle straordinarie mura fortificate lunghe circa 9 km, spesse 2,5 m, per un'altezza di circa 4,5 m, dotate di 4 porte d'accesso e di ben 30 torri di guardia, divenendo una delle città meglio fortificate.

All'interno della cinta muraria sorgevano il santuario di Asclepio, il teatro, lo stadio, gli uffici pubblici e l'acropoli.

Sopravvissuta agli assedi del 220, 214, 202 e 182 a. C., la città non fu mai politicamente potente ma rimase prospera e continuò ad essere abitata almeno fino al V° secolo d. C.

Nella sua storia Messene aderì per poi abbandonare diverse leghe finché, nel 146 a. C., divenne definitivamente parte della provincia romana della Macedonia.

Miti correlati:

1) Ida in questa città si scontrò con Apollo per la mano di Marpessa. Mentre combattevano per averla, Zeus interruppe il loro duello e impose alla vergine di scegliere lei quello che voleva per sposo: e Marpessa, temendo che, nel diventar vecchia, Apollo l'avrebbe abbandonata, preferì Ida al dio.

2) Neleo, figlio di Poseidone e della ninfa Tiro, fratello di Pelia al quale contese invano il regno di Iolco, dovendo andare in esilio si recò in questa città da dove si mosse per fondare la città di Pilo.

3) Melampo visse a lungo a Messene; ma un giorno le donne di Argo furono fatte impazzire da Dioniso, e Melampo accettò di guarirle in cambio di una parte di regno: così andò, e Melampo si stabilì in quella regione insieme al fratello Biante.

4) Periere occupò il territorio di Messene e sposò Gorgofone, figlia di Perseo, dalla quale ebbe i figli Afareo, Leucippo, Tindareo e Icario.

5) Legata anche ai miti degli Eraclidi che dopo essersi impadroniti del Peloponneso innalzarono tre altari a Zeus Patrio, vi compirono dei sacrifici e poi si divisero le varie città. La prima a dover essere assegnata era Argo, la seconda Lacedemone e la terza Messene. Fecero portare un'urna piena d'acqua e decisero che ognuno doveva gettarvi dentro il suo sassolino di riconoscimento per estrarre a sorte. Temeno e i due figli di Aristodemo - Procle e Euristene - vi gettarono dei sassi, ma Cresfonte, che voleva ottenere Messene, vi gettò una palla di terra. Questa nell'acqua si dissolse e i due sassolini rimasero nascosti. Il primo a essere estratto fu quello di Temeno, poi quello dei figli di Aristodemo: così Cresfonte poté avere Messene. E sugli altari del sacrificio trovarono questi segni: quelli che avevano avuto Argo un rospo, quelli che avevano avuto Lacedemone un serpente e quelli che avevano avuto Messene una volpe. E di questi segni gli indovini dissero che chi aveva trovato il rospo era meglio che restasse in città (perché questo animale non ha la forza di camminare molto); chi aveva trovato il serpente, invece, sarebbe stato terribile nelle sue incursioni; e chi aveva trovato la volpe, infine, sarebbe stato un grande ingannatore. Anche Cresfonte regnava da poco tempo su Messene quando venne ucciso dai suoi due figli. Polifonte, l'ultimo rimasto degli Eraclidi, salì sul trono e volle sposare la vedova del sovrano assassinato, Merope, contro il suo desiderio: e fu ucciso anche lui. Merope, infatti, aveva un terzo figlio di nome Epito che veniva allevato presso il padre di lei. Quando fu cresciuto, rientrò di nascosto in città, uccise Polifonte e riconquistò il trono paterno.

6) I Dioscuri rapirono le figlie di Leucippo re di Messene.

7) Un mito racconta che sulla strada per Messene esisteva un piccolo tempio dedicato alle Μανιατ (follie - Erinni) demoni locali connessi con la guarigione di Oreste: si narrava che Oreste, in un attacco di follia, vi si fosse tranciato un dito con un morso; sembra che lì vicino esistesse un luogo, poi chiamato Aκη (cura,) dove le Erinni che perseguitavano Oreste apparendogli nere quando era in preda al delirio, dopo che si fu privato del suo dito gli apparvero bianche: da allora egli fu risanato.

apollonia

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