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IGNORED

Le monete più attraenti di Alessandro Magno


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Bel bronzo, ben centrato sia al diritto che raffigura la testa di Atena elmata, sia al rovescio che raffigura Pan mentre erige un trofeo. Sul rovescio vediamo anche le lettere Β – Α, iniziali del titolo regale in greco, e il monogramma di Antioco ANT tra le gambe di Pan. Inoltre nel campo a destra si nota una ghirlanda, simbolo di vittoria, e nel campo a sinistra un elmo macedone. Sul lato a destra dell’elmo si vede come una pila di cinque globetti che tocca in alto la coda di capra, quasi sempre presente nelle raffigurazioni di Pan.

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A sinistra dell’elmo, proprio sul confine del tondello, si intravede la controparte della pila di destra. Su alcuni esemplari del bronzo i due particolari ai lati dell’elmo macedone sono ben evidenti.

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PAN (Πάν)

Pan è il dio greco della vita pastorale (o più genericamente della vita campestre, della natura e delle montagne) dalle sembianze caprine poichè, pur avendo volto e busto umani, possedeva corna, barba, coda e zampe caratteristiche della capra.

La mitologia greca pare non trovare un accordo sui genitori di Pan: figlio di Zeus e della ninfa Callisto secondo una versione, figlio di Penelope e di tutti i suoi pretendenti con cui avrebbe avuto rapporti durante l’attesa del marito secondo un’altra versione o, secondo la versione più accreditata di Omero, nato dall’unione di Ermes e della ninfa della quercia Driope.

Pan fu abbandonato dalla madre subito dopo la nascita poiché il suo aspetto era talmente brutto che ne rimase terrorizzata, ma Ermes lo raccolse e, dopo averlo avvolto in una pelle di lepre, lo portò sull’Olimpo per far divertire gli dei, causando così l’ilarità di Dionisio che lo accolse nel suo seguito.

Pan non risiede sull’Olimpo ma è un dio solitario che vive specialmente nei boschi e con la sua voce spaventosa incute in chi ode una grande paura, che da lui prende appunto il nome di timor panico.

Racconta Plutarco che sotto il regno di Tiberio, un vascello romano si trovò a passare nei paraggi di un’isola del mar Egeo, quando il vento cessò improvvisamente e nel silenzio si udì una voce gridare: "Il Grande Pan è morto". A quella notizia da ogni parte dell’isola scoppiarono pianti, gemiti e singhiozzi di cui non si seppe mai la provenienza.
Pausania scrive che i Galli, saccheggiando la Grecia, videro nel tempio di Delfo la statua del dio Pan, e ne furono talmente spaventati che fuggirono.
Un altro tratto caratteristico di Pan è che non sopportava di essere disturbato durante il suo riposo pomeridiano, e se ciò accadeva emetteva urla terrificanti che scatenavano appunto il timor panico.

 

Il nome Pan sembra derivare dal greco "paein" (pascolare): in Grecia la sua provenienza era l’Arcadia, dove possedeva le greggi che pascolava, pur essendo un dio vagabondo senza una dimora specifica; pertanto è il dio dei campi, delle selve e dei pascoli (specialmente nell’ora meridiana), e più in generale della pastorizia ma presiede anche alla sessualità, che in lui ha una connotazione nettamente maggiore che presso gli altri dèi: sempre a caccia di ninfe, ma amava tranquillamente anche uomini, come il pastore Dafni cui insegnò a suonare il flauto; i racconti che lo legano alle ninfe ed alle loro eventuali trasformazioni per sfuggirgli sono molteplici, il più famoso riguarda la Ninfa Siringa.

I principali episodi che hanno caratterizzato la vita di Pan (Il flauto di Pan; La lotta contro Tifone; Le forze naturali; Il bimbo abbandonato; La morte di Pan) sono narrati nell’articolo di Mauro Melon “PAN: il Dio della natura selvaggia” sul sito https://www.ilcerchiodellaluna.it/central_dee_diopan.htm.

 

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Il culto di Pan si è diffuso in tutta la Grecia dopo la battaglia di Maratona combattuta nell’agosto o nel settembre 490 a. C. nell’ambito della prima guerra persiana, per la convinzione che il dio avrebbe contribuito alla vittoria degli Ateniesi (Her., vi, 105-106).

Questo tetradramma di Antigono II Gonata Scudo macedone/Atena Alkidemos che mi sono aggiudicato nella Gorny & Mosch 181 dell’ottobre 2009, commemora al diritto la vittoria di Antigono Gonata contro i Galati, mai sconfitti fino allora, nella battaglia di Lisimachia del 277 a. C. Per la fama acquisita con questa vittoria Antigono Gonata fu eletto re di Macedonia e con lui ebbe inizio l’era degli Antigonidi.

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GRIECHEN 
MAKEDONISCHE KÖNIGE
Antigonos II. Gonatas, 283 - 239 v. Chr. Tetradrachme (17,01 g, 31,5 mm) Vs.: Makedonischer Schild, als Mittelemblem Kopf des Pan mit Lagobolon n. l. Rs.: ΒΑΣΙΛΕΩΣ − ΑΝΤΙΓΟΝΟΥ, Athena Alkidemos mit Schild und Blitzbündel nach l., davor makedonischer Helm, dahinter TI. AMNG III 2 S. 186 Nr.3; SNG Cop. 1202. Ss.

Sul diritto, il volto del dio Pan con il retrostante lagobolon (bastone ricurvo per la caccia alla lepre) come emblema centrale dello scudo macedone fa riferimento all’aiuto che il dio diede ad Antigono causando terrore panico fra i Galati nella suddetta battaglia.
Al rovescio è raffigurata Atena Alchidemos (salvatrice del popolo) in armi con scudo e fulmine, per quanto la dea abbia più della pin-up che della guerriera. Nel campo a sinistra l’elmo macedone e nel campo a destra il monogramma TI. Ai lati della dea la scritta greca in verticale BAΣIΛEΩΣ ANTIΓONOY traducibile in “del re Antigono”, sottinteso moneta).

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Agora Auctions, Sale 74, lot 14, 05.06.2018.

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Estimate: 75 USD. Lot unsold.

Greek
Macedonian Kingdom. Antigonos II Gonatas. 277/6-239 B.C. AE 17 (17.11 mm, 3.87 g, 1 h). Macedonian mint. Head of Alexander as young Hercules right wearing lion-skin headdress; paws tied at throat / B - A, youth on horseback prancing right, (ANTI) monogram beneath; Π (?) before. Cf. SNG Cop 1214-16. VF, varegated brown and green patina.
From the Tom Buggey Collection.

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Esemplare del tetradramma Price 614 battuto alla Nomos, Auction 17, lot 106, 26.10.2018.

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Estimate: 850 CHF. Price realized: 5500 CHF.

Greek
KINGS OF MACEDON. Alexander III 'the Great', 336-323 BC. Tetradrachm (Silver, 30 mm, 17.03 g, 3 h), struck under Antigonos II Gonatas, Amphipolis, circa 277/6-275 BC. Head of youthful Herakles to right, wearing lion's skin headdress. Rev. ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ Zeus seated left on high-backed throne, holding long scepter in his left hand and, in his right, eagle standing right with closed wings; in field to left, crescent and monogram above a second monogram; under throne, monogram. CNG MBS 78, 2008, 350 (same dies). Mathisen, Administrative, Group III, 9 (A12/P19). Price 614. A rare variety, with a superb head of Herakles, shown in a powerfully emotional Hellenistic style. Extremely fine.
From a European collection, acquired in 2016.

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La disposizione dei simboli e monogrammi nel campo a sinistra del rovescio nel tetradramma Nomos precedente non è quella del tetradramma pubblicato dal Price che ha il crescent non a sinistra della M ma sotto la M.

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Tetradrammi con la stessa disposizione di simboli e monogrammi del Nomos, cioè il crescent a lato della M.

1.Classical Numismatic Group, Electronic Auction 305, lot 94, 26.06.2013.

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305, Lot: 94. Estimate $150. Sold for $750.

KINGS of MACEDON. Antigonos II Gonatas. 277/6-239 BC. AR Tetradrachm (28mm, 17.00 g, 4h). In the name and types of Alexander III. Amphipolis mint. Struck circa 277/6-275 BC. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; in left field, crescent and monogram above monogram; monogram below throne. Price 614 corr. (position of control marks); Mathisen, Administrative, Group III, 9; Meydancikkale 390; U. Wartenberg & J.H. Kagan, “Some comments on a new hoard from the Balkan area,” Travaux Le Rider, p. 397, 31 (this coin, illustrated on pl. 41). VF, toned, test cut on each side, trefoil pattern countermark on cheek. Ex 1990s Balkan Area Hoard (CH IX, 196).

Il Balkan Area Hoard degli anni '90 consisteva di 78 tetradrammi ufficiali ellenistici e 20 imitazioni celtiche, tra cui le seguenti: Filippo II (2), imitazioni celtiche di Filippo II (17) e Alessandro III (1), varie emissioni a nome di Alessandro III (50), Filippo III (1), Demetrio Poliorcete (3), Lisimaco (10), Seleuco I (4), Antioco I (5), Antioco II (1), Eumene di Pergmon (3) e il re tracio Orsoaltios (1). Non si conosce l'esatto luogo di ritrovamento dell’hoard, ma sembra probabile un'ubicazione in Serbia o nella Romania occidentale. Le ultime monete databili sembrano indicare una sepoltura intorno al 240 a. C., anche se ciò è complicato dalle emissioni celtiche. La composizione dell’hoard è simile a quella di altri gruzzoli dei Balcani (cfr. Wartenberg & Kagan p. 395, nota 1) e getta luce sulla circolazione delle monete ellenistiche nella regione. Inoltre, dimostra un complesso sistema di applicazione di tagli di prova e contromarche.

Quarantatré monete ufficiali ellenistiche del conio presentano una contromarca a forma di trifoglio combinato con uno o più tagli di prova; i tagli appaiono tipicamente sulla parte posteriore o superiore della testa al dritto e la contromarca sulla guancia, sul mento o sulla zona del collo. La combinazione di questi due elementi e il fatto che i tagli non si sovrappongano mai alla contromarca possono suggerire un processo di verifica della moneta in due fasi. Sebbene non si possa comprendere appieno il significato di questo processo, come si legge nella pubblicazione dell'hoard (p. 407): “Quello che sappiamo è che i tagli e le contromarche facevano parte di un processo sofisticato e controllato e non solo della riduzione di queste monete in lingotti da parte di un popolo barbaro”.

L'insieme può anche fornire alcune prove sulla datazione delle emissioni celtiche, normalmente assegnate alla fine del III secolo a. C. Sebbene non si possa escludere che le monete celtiche siano state aggiunte in un secondo momento, la composizione del resto dell’hoard sembrerebbe suggerire una datazione anteriore a quella normalmente indicata per la loro emissione.

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2.Classical Numismatic Group, Electronic Auction 421, lot 99, 30.05.2018.

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Estimate: 200 USD. Price realized: 220 USD.

Greek
KINGS of MACEDON. Antigonos II Gonatas. 277/6-239 BC. AR Tetradrachm (29.5mm, 16.93 g, 12h). In the name and types of Alexander III. Amphipolis mint. Struck circa 277/6-275 BC. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; in left field, crescent and monogram above monogram; monogram below throne. Price 614 corr. (position of control marks); Mathisen, Administrative, Group III, 9. Good VF, toned.
From the collection of José Miguel Márquez del Prado.

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Gorny & Mosch Giessener Münzhandlung, Auction 180, lot 110, 12.10.2009.

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GRIECHEN
MAKEDONISCHE KÖNIGE
Alexander III. der Große, 336 - 323 v. Chr. Tetradrachme (17,05g) ca. 280 - 270 v. Chr. Mzst. Amphipolis. Vs.: Kopf des Herakles mit Löwenfell n. r. Rs.: ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ, Zeus mit Adler n. l. thronend, l. Mondsichel. In den Feldern drei Monogramme. Price 614 (corr.); Meydancikkale Hoard 390.
Gut zentriert, vz

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