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IGNORED

Le monete più attraenti di Alessandro Magno


apollonia

Risposte migliori

Ti credo sulla parola.

Quel che segue potrebbe essere stato tratto da un romanzo…

Adolescence and education

When Alexander was 13, Philip began to search for a tutor, and considered such academics as Isocrates and Speusippus, the latter offering to resign to take up the post. In the end, Philip chose Aristotle and provided the Temple of the Nymphs at Mieza as a classroom.

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In return for teaching Alexander, Philip agreed to rebuild Aristotle's hometown of Stageira, which Philip had razed, and to repopulate it by buying and freeing the ex-citizens who were slaves, or pardoning those who were in exile. Mieza was like a boarding school for Alexander and the children of Macedonian nobles, such as Ptolemy, Hephaistion, and Cassander. Many of these students would become his friends and future generals, and are often known as the 'Companions'. Aristotle taught Alexander and his companions about medicine, philosophy, morals, religion, logic, and art. Under Aristotle's tutelage, Alexander developed a passion for the works of Homer, and in particular the Iliad; Aristotle gave him an annotated copy, which Alexander later carried on his campaigns.

P.S. Ecco da dove mi è saltato fuori Cassandro invece di Cratero in un post precedente. Però inconsciamente.

apollonia

In attesa di arrivare a casa volevo fare un paio di pedanti considerazioni: nonostante sia altamente probabile che i suoi suntrophoi lo abbiano accompagnato a Mieza, e in particolare Efestione, in realtà non sta scritto da nessuna parte... Di Cassandro non si sa bene l'età se non che prima che suo padre Antipatro morisse nel 319 doveva aver già raggiunto i 35 anni... E' dunque probabile sia nato nel decennio dei '50, più o meno con Alessandro, ma di certo non fu mai suo amico e comunque se ne restò comodo in Macedonia fino al 324. Tolomeo, alleato di Alessandro ancor prima della morte di Filippo, doveva avere una decina d'anni in più del futuro re e quindi di sicuro non fu mai educato assieme a lui. Anche Cratero era più anziano, credo ancor più di Tolomeo. Suoi coetanei erano ad esempio l'amato Efestione, l'ammiraglio Nearco e l'avido Arpalo...
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non mi sembra gardaland, dove sei ?

A Mieza... che è ben diversa da quella del film di Oliver Stone...

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dove tra le altre cose non capisco perchè sia tutto già in rovina...

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Più a Nord c'è il sito dell'antica Mieza, sconosciuto ai più, ma degno invece di grande attenzione.
Un teatro ed alcune sepolture macedoni dagli splendidi affreschi sono senza dubbio interessanti, ma qui si trova un luogo tra i più suggestivi di tutto il mio percorso. Una vera chicca.
Le fonti letterarie ci permettono di identificarlo con certezza:

Filippo... ,siccome non si fidava molto dei maestri di musica e delle varie scienze che erano stati preposti alla sua (ossia di Alessandro Magno) formazione,... fece venire il più celebrato e abile filosofo, Aristotele...
Come luogo ove compiere gli studi assegnò il Ninfeo di Mieza, ove sino a oggi indicano il seggio marmoreo e gli ombrosi viali ove passeggiava Aristotele.1

Dunque proprio qui Aristotele tra il 343 e il 341 a.C. completò e definì l'educazione dell'adolescente Alessandro e probabilmente anche di alcuni altri nobili macedoni suoi coetanei, tra i quali quasi certamente Efestione2, omnium amicorum carissimus.3 Senza dubbio questo periodo ebbe una notevole influenza sulle imprese compiute in seguito dal giovane re.

Quanto ad Aristotele, dapprima lo ammirava e amava non meno di suo padre (così diceva egli stesso), perché il padre gli aveva dato la vita, ma il filosofo gli aveva insegnato a vivere bene;...4

Ci informa poi Plinio il vecchio:

Anche le gocce che stillano s'induriscono in pietra nelle grotte, perciò a forma di conchiglia, infatti a Mieza in Macedonia anche quelle pendenti sulle volte stesse...5

L'identificazione diventa ancora più sicura. E' evidente che entrambi passi si riferiscono alla “Scuola di Aristotele”.

L'ambientazione è ben diversa da quella che viene mostrata in una delle scene iniziali del film “Alexander” di Oliver Stone del 2004. Il paesaggio è tutt'altro che spoglio e secco, quantomai lontano da quello greco presente nell'immaginario collettivo. Qui invece l'abbondanza d'acqua, che scorre gorgogliante in piccoli ruscelli o ristagna placida in una serie di pozze, da vita a una vegetazione lussureggiante, a un luogo ideale per il culto delle ninfe. Queste sono infatti divinità minori della natura, che spesso abitano in grotte e si distinguono in base all'ambiente al quale sono legate: fonti e corsi d'acqua, boschi, monti, persino specifici alberi come querce o frassini e anche il mare. A parte quest'ultimo gli elementi ci sono davvero tutti e i giochi di luce contribuiscono a creare l'atmosfera fatata, quasi mistica, che il visitatore può e poteva respirare a pieni polmoni.
Alla vera e propria scuola si accede percorrendo una leggera salita. Si arriva ad uno spiazzo rettangolare racchiuso su tre lati da pareti di roccia rese pressoché verticali dal duro lavoro dell'uomo. Disposto ai piedi di queste è ben visibile un podio in pietra, che le testimonianze archeologiche e una serie di buchi nella roccia hanno permesso di interpretare come base di un portico con colonnato ionico databile attorno al 350 a.C.. Proprio qui probabilmente, al riparo dal torrido sole estivo e dalle abbondanti precipitazioni della stagione invernale, i giovani rampolli dell'aristocrazia macedone venivano istruiti dal grande filosofo Aristotele. Molto interessanti sono anche tre piccole grotte naturali che forse fungevano da alloggio per gli studenti e un'altra più grande poco distante.
E' emozionante pensare che proprio in questo luogo venne forgiato l'uomo che con la propria intrepida incoscienza e la propria geniale follia avrebbe a sua volta forgiato il destino del mondo conosciuto per i secoli a venire.

  1. Plutarco, Vita di Alessandro, traduzione di Domenico Magnino, 7, 1-4.
  2. Heckel 1992, p. 55.
  3. Curzio Rufo, Storie di Alessandro Magno, III, 12, 16.
  4. Plutarco, Vita di Alessandro, traduzione di Domenico Magnino, 8, 4.
  5. Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXXI, 30.
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Per tornare alla questione Mieza vs Lisippo allego qualche passo dai testi del Moreno:

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Oltre a Plutarco e Plinio, che non parlano assolutamente di Lisippo a Mieza le fonti utilizzate dal Moreno sono questi 2 retori dei quali ignoravo l'esistenza: rispettivamente il cristiano Coricio di Gaza del VI secolo d.C. (quindi circa mille anni dopo Alessandro) e Imerio di Prusia (che ha comunque un'importanza minore nel discorso) del IV secolo d.C.. Tra parentesi anche qui non si parla di Lisippo a Mieza, ma solo, come in Plinio, del fatto che Lisippo cominciò a ritrarre Alessandro quando ancora non aveva raggiunto la maggiore età.

Purtroppo non sono riuscito a trovare i testi originali, ma ho solo gli excerpta del Moreno. Non dubito tuttavia che se fosse stata citata direttamente Mieza, la cosa sarebbe stata certamente messa in evidenza.

Sulla base di quanto riportato nella foto precedente si afferma:

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Attraverso un sapiente uso del virgolettato quella che è un'ipotesi, per quanto possibile o plausibile se vogliamo, viene presentata come una granitica certezza.

Da qui, attraverso tutta una serie di attribuzioni e studi iconografici, il Moreno certifica che Lisippo ha rappresentato Alessandro ed Efestione in un gruppo bronzeo, che sarebbe stato all'origine del mosaico di Pella colla caccia al leone. Possibile? Si, ma ancora una volta non credo sia opportuno parlare di certezza quando una teoria si basa su così tante ipotesi non dimostrabili e non confermate dalle fonti: nessuna parla mai di questo gruppo in relazione a Lisippo. Si dice soltanto che Lisippo ritrasse Alessandro varie volte fin dall'infanzia. Nello stesso volume del Moreno, più saggiamente, il Braccesi infatti dice: "SE E' VERO"

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Anche qui si da comunque per scontata la presenza di Lisippo a Mieza. Ripeto: plausibile si, certo no.

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Per tornare al tema numismatico e a una questione molto spinosa, ossia quella del ritratto di personaggi storici, il Moreno afferma con la solita totale e sensazionalistica certezza:

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Ecco la fonte utilizzata dal Manfredi per i suoi romanzi!

Si tratta di affermazioni di grande importanza, che però non mi pare abbiano preso proprio piede in ambito numismatico: lo stesso Eracle con leontè non viene considerato ritratto di Alessandro (almeno non voluto da lui), se non in periodo postumo e per effetto di un'assimilazione progressiva. I primi ritratti su moneta di personaggi viventi riconosciuti come tali parrebbero essere quelli dei diadochi.

Tra parentesi non si dice la datazione dello statere in foto: infatti stateri a nome di Filippo furono coniati anche dopo la morte di Alessandro, quando un'assimilazione con Apollo (l'anastolè c'è) sembrerebbe più plausibile. Ma assimilazione a opera di un incisore, non vuol dire necessariamente decisione ufficiale di rappresentare un ritratto su una moneta.

 

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Supporter

In attesa di arrivare a casa volevo fare un paio di pedanti considerazioni: nonostante sia altamente probabile che i suoi suntrophoi lo abbiano accompagnato a Mieza, e in particolare Efestione, in realtà non sta scritto da nessuna parte... Di Cassandro non si sa bene l'età se non che prima che suo padre Antipatro morisse nel 319 doveva aver già raggiunto i 35 anni... E' dunque probabile sia nato nel decennio dei '50, più o meno con Alessandro, ma di certo non fu mai suo amico e comunque se ne restò comodo in Macedonia fino al 324. Tolomeo, alleato di Alessandro ancor prima della morte di Filippo, doveva avere una decina d'anni in più del futuro re e quindi di sicuro non fu mai educato assieme a lui. Anche Cratero era più anziano, credo ancor più di Tolomeo. Suoi coetanei erano ad esempio l'amato Efestione, l'ammiraglio Nearco e l'avido Arpalo...

 

nonostante sia altamente probabile che i suoi suntrophoi lo abbiano accompagnato a Mieza, e in particolare Efestione, in realtà non sta scritto da nessuna parte... 

 

Veramente al link http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.04.0006:entry=lefkadia&highlight=mieza%2Caristotle

della ‘The Princeton Encyclopedia of Classical Sites’ alla quale tu stesso hai fatto riferimento per Mieza e per Lisippo nel post # Post # 2863, sta scritto a proposito di Mieza:

 

This town, the cave with stalactites near it, and the nymphaion (in which was located Aristotle's “school,” where he taught Alexander and his fellow students from 343/342 B.C.) are referred to by Stephanos Byzantios (q.v. Mieza; see also Veres and Verroia), by Ptolemy (3.13.39), by Plutarch (Alex. 7), by Pliny (HN 31.30 & 4.34), and others.

 

 

apollonia

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nonostante sia altamente probabile che i suoi suntrophoi lo abbiano accompagnato a Mieza, e in particolare Efestione, in realtà non sta scritto da nessuna parte... 

 

Veramente al link http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.04.0006:entry=lefkadia&highlight=mieza%2Caristotle

della ‘The Princeton Encyclopedia of Classical Sites’ alla quale tu stesso hai fatto riferimento per Mieza e per Lisippo nel post # Post # 2863, sta scritto a proposito di Mieza:

 

This town, the cave with stalactites near it, and the nymphaion (in which was located Aristotle's “school,” where he taught Alexander and his fellow students from 343/342 B.C.) are referred to by Stephanos Byzantios (q.v. Mieza; see also Veres and Verroia), by Ptolemy (3.13.39), by Plutarch (Alex. 7), by Pliny (HN 31.30 & 4.34), and others.

 

 

apollonia

Hai ragione (forse)...

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Da Heckel: "Who's who in the age of Alexander"

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Da Holbl:"A history of the Ptolemaic empire"

283-2+84= 366/7 a.C. e cioè esattamente dieci anni in più di Alessandro...

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Supporter
Inviato (modificato)

@@Caio153

 

Complimenti (senza forse!) per la tua ricerca che leggerò con calma. Ho pensato di concludere l'argomento con due interventi a seguire che riguardano il primo il punto di partenza di questa discussione e il secondo che ritengo doveroso.

 

Grazie anche per la bella documentazione fotografica.

 

 

apollonia

Modificato da apollonia
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Supporter

Quanto a Cratero e al mosaico pavimentale di Pella, ho tratto le frasi sul tema sempre dal link dei succitati ‘The Princeton Encyclopedia of Classical Sites’

 

http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.04.0006:entry=pella-1&highlight=krateros

 

… The floors of the ground floor rooms were covered with mosaic pavement, some completely plain, others with a geometric pattern, and others with figures, but all of them made of natural river pebbles. In 1957 the first four figured mosaics were uncovered. These show: (a) Dionysos, naked, on a panther, (b) a lion hunt, perhaps an episode known from the life of Alexander, when he was saved by Krateros, © a gryphon tearing a deer apart, and (d) a couple of centaurs, male and female.

 

Quindi l’identificazione del cacciatore con Cratero è messa in forse. Diciamo un pareggio Cratero-Efestione?

 

 

apollonia

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Supporter

Dato che in questa discussione prettamente ‘iconografica’ ho ed è stato citato spesso Paolo Moreno, ritengo doveroso segnalare l’Homepage che raccoglie le notizie biografiche e gli studi del nostro illustre storico dell’arte antica.

 

http://www.paolomoreno.com/SEZIONI%20SITO/Curricolo.htm

 

 

apollonia

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Supporter

Proprio quattro anni fa, giorno più giorno meno, avevo postato a pag. 17 un mio tetradramma coniato a Odessa in nome di Alessandro Magno, con la testa di Eracle sul diritto che assume le fattezze di Mitridate VI re del Ponto. Nella prossima NAC 92 sarà battuto un tetradramma eccezionale nel suo genere con la testa diademata dello stesso Mitridate sul diritto.

 

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GREEK COINS 
Kingdom of Pontus, Mithradates VI Eupator, 120 – 63 
Tetradrachm uncertain mint circa 74, AR 16.62 g. Diademed head of Mithradates VI r. Rev. BASILEWS / MIQRADATOU / EUPATOROS Stag grazing l.; in inner l. field, star on crescent / GKS (year 223 of the Pontic era); in inner r. field, monograms and in exergue, IB (month 12). All within ivy-wreath with berries. BMC Pontus - cf. 44, 6 (different month). SNG Copenhagen –, cf. 236 (different date). F. de Callataÿ, D55/R4, pl. XI (this coin). J. Spier, ”Two Hellenistic Gems Rediscovered”, Antike Kunst 34/2, 1991, pl. 10, 5 (obverse only). Boston –, cf. 1360 (date and monogram inverted). Kraay-Hirmer pl. 211, 775 var. BMC Black Sea 1. Bendenoun, Coins of Ancient World, A Portrait of the JDL Collection, 22 (this coin).
Undoubtedly the finest specimen known. A spectacular portrait struck on an exceptionally large flan. Lovely old cabinet tone and virtually as struck and almost Fdc. 
Ex Numismatic Auction Ltd. II, 1983, 122, and NAC-Tradart sale 74, 2013, JDL collection, 289. From the collection of Sheikh Saoud Al-Thani.

 

 

Few leaders in history were as polarizing as Mithradates VI. He is admired for his intense determination and his seemingly boundless talents, and yet he is detested for his many acts of cruelty, some of which cannot be excused even if one takes into account the violent age in which he lived.
There can be no question that he was a military genius. He was one of Rome’s most formidable enemies, with Cicero rating him higher than the Carthaginian general Hannibal, and second only to Alexander III among the Greek kings. It took three of Rome’s best generals – Sulla, Lucullus and Pompey the Great – to defeat Mithradates convincingly enough for him to commit suicide.
Mithradates came to power by arranging the murder of his mother, who was an unwanted regent, and he is credited with murdering other close family members and executing concubines rather than allowing them to fall into enemy hands. He was so bitterly opposed to the Roman presence in Asia Minor that in a single night he ordered the murder of more than 80,000 Romans and Latins in residence there. Most of these victims, no doubt, were innocent of any crime against Mithradates, and could hardly have deserved the death sentence they received.
He is said to have been of boundless courage, to have been highly proficient in weaponry, and to have trained his body to resist the effects of poison by regularly subjecting himself to non-lethal doses. He may have been able to communicate in as many as 22 languages and was a devoted patron of art and poetry. He also was of noble lineage: he claimed descent on his mother’s side from the Greek Kings Alexander III and Seleucus I, and on his father’s side from the Persian Kings Cyrus and Darius. Hence his honourary title Eupator, meaning ‘of a noble father.’
His coin portraits are of two types: restrained and realistic, and flamboyant and idealized. The masterful example offered here recalls the familiar image of Alexander III. The idealized type was admired by Edward T. Newell, who described them as ”rather theatrical...with flowing diadem ends and dramatically flying locks of hair.”
The reverses of his portrait coins bear an ivy wreath that alludes to his epithet of Dionysus, and show a stag or Pegasus, with the latter alluding to his claim of descent from Perseus. Also within the wreath are a crescent and star, the badge of the Pontic dynasty, his royal inscription, control monograms and the date of issue, exact to the month. This particular coin is dated to September, 74 B.C.

 

 

apollonia

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Proprio quattro anni fa, giorno più giorno meno, avevo postato a pag. 17 un mio tetradramma coniato a Odessa in nome di Alessandro Magno, con la testa di Eracle sul diritto che assume le fattezze di Mitridate VI re del Ponto. Nella prossima NAC 92 sarà battuto un tetradramma eccezionale nel suo genere con la testa diademata dello stesso Mitridate sul diritto.

 

attachicon.gifNAC tetra Mitridate 2295723l.jpg

 

GREEK COINS 

Kingdom of Pontus, Mithradates VI Eupator, 120 – 63 

Tetradrachm uncertain mint circa 74, AR 16.62 g. Diademed head of Mithradates VI r. Rev. BASILEWS / MIQRADATOU / EUPATOROS Stag grazing l.; in inner l. field, star on crescent / GKS (year 223 of the Pontic era); in inner r. field, monograms and in exergue, IB (month 12). All within ivy-wreath with berries. BMC Pontus - cf. 44, 6 (different month). SNG Copenhagen –, cf. 236 (different date). F. de Callataÿ, D55/R4, pl. XI (this coin). J. Spier, ”Two Hellenistic Gems Rediscovered”, Antike Kunst 34/2, 1991, pl. 10, 5 (obverse only). Boston –, cf. 1360 (date and monogram inverted). Kraay-Hirmer pl. 211, 775 var. BMC Black Sea 1. Bendenoun, Coins of Ancient World, A Portrait of the JDL Collection, 22 (this coin).

Undoubtedly the finest specimen known. A spectacular portrait struck on an exceptionally large flan. Lovely old cabinet tone and virtually as struck and almost Fdc. 

Ex Numismatic Auction Ltd. II, 1983, 122, and NAC-Tradart sale 74, 2013, JDL collection, 289. From the collection of Sheikh Saoud Al-Thani.

 

 

Few leaders in history were as polarizing as Mithradates VI. He is admired for his intense determination and his seemingly boundless talents, and yet he is detested for his many acts of cruelty, some of which cannot be excused even if one takes into account the violent age in which he lived.

There can be no question that he was a military genius. He was one of Rome’s most formidable enemies, with Cicero rating him higher than the Carthaginian general Hannibal, and second only to Alexander III among the Greek kings. It took three of Rome’s best generals – Sulla, Lucullus and Pompey the Great – to defeat Mithradates convincingly enough for him to commit suicide.

Mithradates came to power by arranging the murder of his mother, who was an unwanted regent, and he is credited with murdering other close family members and executing concubines rather than allowing them to fall into enemy hands. He was so bitterly opposed to the Roman presence in Asia Minor that in a single night he ordered the murder of more than 80,000 Romans and Latins in residence there. Most of these victims, no doubt, were innocent of any crime against Mithradates, and could hardly have deserved the death sentence they received.

He is said to have been of boundless courage, to have been highly proficient in weaponry, and to have trained his body to resist the effects of poison by regularly subjecting himself to non-lethal doses. He may have been able to communicate in as many as 22 languages and was a devoted patron of art and poetry. He also was of noble lineage: he claimed descent on his mother’s side from the Greek Kings Alexander III and Seleucus I, and on his father’s side from the Persian Kings Cyrus and Darius. Hence his honourary title Eupator, meaning ‘of a noble father.’

His coin portraits are of two types: restrained and realistic, and flamboyant and idealized. The masterful example offered here recalls the familiar image of Alexander III. The idealized type was admired by Edward T. Newell, who described them as ”rather theatrical...with flowing diadem ends and dramatically flying locks of hair.”

The reverses of his portrait coins bear an ivy wreath that alludes to his epithet of Dionysus, and show a stag or Pegasus, with the latter alluding to his claim of descent from Perseus. Also within the wreath are a crescent and star, the badge of the Pontic dynasty, his royal inscription, control monograms and the date of issue, exact to the month. This particular coin is dated to September, 74 B.C.

 

 

apollonia

Non tutte le ciambelle riescono col buco, ma questa direi proprio di si: François de Callataÿ, L'histoire des guerres mithridatiques vue par les monnaies. (http://www.persee.fr/doc/numi_0484-8942_2002_num_6_158_1456_t1_0417_0000_6).

La tesi principale dell'opera può essere trovata nell'ultima parte di questo articolo:

https://www.academia.edu/3364539/Guerre_et_monnayage_%C3%A0_l%C3%A9poque_hell%C3%A9nistique._Essai_de_mise_en_perspective_suivi_dune_annexe_sur_le_monnayage_de_Mithridate_VI_Eupator

Volendo riassumere brevemente:

Visto che i tetradrammi di Mitridate VI sono datati all'anno e persino al mese, grazie a un attento studio statistico quantitativo delle monete emesse in base al numero dei conii di dritto, lo studioso belga dimostra come i picchi di produttività coincidano con le fasi di guerra o preparazione per la guerra contro i Romani. Si dimostra, se ce ne fosse bisogno, come fine primario per la coniazione delle monete da parte degli stati antichi fossero le spese militari.

Per chi volesse approfondire varie tematiche su Mitridate e il regno del Ponto:

http://www.mithridat-eupator.ru/biblioteka/Mithridates_VI_and_the_Pontic_Kingdom_Hojte_2009.pdf

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Bellissima e dettagliatissima moneta: non solo riporta l’anno di coniazione ma anche il mese! Più precisi di così….. (Non abbiate paura sul sighificato del “control monograms" non mi pronuncerò).

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Che la sigla IB della moneta precedente sia composta da numeri che indicano il mese di coniazione è suggerito dal fatto che fra il 5 (E) e il 7 (Z) troviamo il numero c  = 6 ( come avviene nella moneta qui postata che è stata coniata nel sesto mese dell’anno precedente a quello della moneta del post antecedente)  e dal fatto che dopo il numero 10 (I) ritroviamo il numero 11 (IA) ed il 12 (IB) piuttosto che K, L, M, etc. che, interpretati come numeri, corrisponderebbero rispettivamente a 20, 30, 40, etc, dando così luogo non più ad una successione di unità in unità (come sarebbe avvenuto sino al numero I=10) ma di decina in decina. Entrambe queste caratteristiche non si ritrovano, invece, nella lettere riportate sull’anfora al rovescio dei tetradrammi ateniesi del nuovo stile che, pertanto, secondo me sono lettere con valenza numerica (numerazione alfabetica) e non numeri veri e propri.

 

RIF.MONETA:

Classical Numismatic Group, Asta Triton VIII del 10/01/2005 lotto n.355

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Modificato da King John
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Che la sigla IB della moneta precedente sia composta da numeri che indicano il mese di coniazione è suggerito dal fatto che fra il 5 (E) e il 7 (Z) troviamo il numero c  = 6 ( come avviene nella moneta qui postata che è stata coniata nel sesto mese dell’anno precedente a quello della moneta del post antecedente)  e dal fatto che dopo il numero 10 (I) ritroviamo il numero 11 (IA) ed il 12 (IB) piuttosto che K, L, M, etc. che, interpretati come numeri, corrisponderebbero rispettivamente a 20, 30, 40, etc, dando così luogo non più ad una successione di unità in unità (come sarebbe avvenuto sino al numero I=10) ma di decina in decina. Entrambe queste caratteristiche non si ritrovano, invece, nella lettere riportate sull’anfora al rovescio dei tetradrammi ateniesi del nuovo stile che, pertanto, secondo me sono lettere con valenza numerica (numerazione alfabetica) e non numeri veri e propri.

 

RIF.MONETA:

Classical Numismatic Group, Asta Triton VIII del 10/01/2005 lotto n.355

Cito @@Lelapo:

secondo me la discussione era pulita e interessante ma il nostro King John ha un pò inquinato, facendo si un parallelo, ma che a questo punto possiamo fare per qualsiasi altra discussione perdendo ogni volta il filo del discorso.

Tra l'altro l'argomento dei tetradrammi ateniesi (che poi non capisco perchè dovrebbero contarsi in dracme...) è talmente ostico che neanche illustri studiosi, tra i quali cito soltanto Le Rider e la Thompson, sono riusciti a trovare una chiave di lettura univoca.

Si parlava di monete di Poseidonia dove esistono numerali resi in lettere (la seconda cosa che si studia dopo l'alfabeto greco) e non monogrammi, quindi di cosa stiamo parlando? Su lettere che numerano i coni, le emissioni o che sono sigle di incisori o magistrati ne è piena la letteratura scientifica!

Cito @@babelone

:help: :help: :help: Discussione che è cominciata nella sezione greche, durata per parecchio tempo con numerose incomprensioni tra i due, adesso hanno ripreso di nuovo in questa sezione, uscendo fuori dal tema della discussione, e pur nel rispetto di chi scrive ed al tema trattato che può essere interessante dal punto di vista culturale, non è possibile focalizzare e ricondurre tutto sempre alla discussione dei numeri.

 

secondo me sono lettere con valenza numerica (numerazione alfabetica) e non numeri veri e propri.

Questa affermazione riferita al mondo greco non ha alcun senso: i numeri sono espressi solo attraverso le lettere o rari e ben noti monogrammi composti da specifiche lettere.

Modificato da Caio153
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Eccolo qua... Mi pare che non parlavo di monogrammi e non stavo facendo alcuna polemica... Mi sembrava di aver usato argomenti più o meno logici... mah...

Comunque hai ragione tu: bravo, bravo...

Allego per puro ozio (so che sarà perfettamente inutile) la pagina 87 del libro L'EPIGRAFIA GRECA DALLE ORIGINI AL TARDO IMPERO (IPZS, 2005) di Margherita Guarducci ma ti prego di non affaticarti a smentirmi e a darmi addosso: me lo prendo da solo il torto. Buonanotte.

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Modificato da King John
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Eccolo qua... Mi pare che non parlavo di monogrammi e non stavo facendo alcuna polemica... Mi sembrava di aver usato argomenti più o meno logici... mah...

Comunque hai ragione tu: bravo, bravo...

Allego per puro ozio (so che sarà perfettamente inutile) la pagina 87 del libro L'EPIGRAFIA GRECA DALLE ORIGINI AL TARDO IMPERO (IPZS, 2005) di Margherita Guarducci ma ti prego di non affaticarti a smentirmi e a darmi addosso: me lo prendo da solo il torto. Buonanotte.

Pardon... avevo torto non sono la stessa cosa.

secondo me sono lettere con valenza numerica (numerazione alfabetica) e non numeri veri e propri.

Ma anche te hai decisamente toppato. Come si evince dal testo da te citato, e dell'aggettivo stesso ALFABETICA, la numerazione alfabetica greca arriva solo e unicamente fino a 24 e non certo a centinaia di migliaia o milioni come da te ipotizzato...

Ma il punto è: cito: non è possibile focalizzare e ricondurre tutto sempre alla discussione dei numeri.

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Mamma mia, non avevo fatto caso al fatto che il rovescio di questi tetra è una sorta di… carta d’identità con data di nascita (che spero non sia fonte di tensioni). Questo è il tetra di pag. 17 (post # 411) da me richiamato al post # 2916. Un messaggio di pace. :nea:  :angel: 

 

post-703-0-04103600-1462395995_thumb.jpg

 

KINGS of PONTOS. Mithradates VI Eupator. Circa 120-63 BC. AR Tetradrachm (35mm, 16.79 g, 11h). Pergamon mint. Dated month 1 of 213 BE (October, 85 BC). Diademed head right, hair tousled and freely flowing / BASILEWS MIQRADATOU EUPATOROS, stag grazing left; star-in-crescent and monogram to left, GIS (year) and monogram to right, A (month) in exergue; all within Dionysiac wreath of ivy and fruit. Callataÿ p. 17-8, dies D5/R4; RG 16, pl. II, 15 (same obv. die); SNG Copenhagen -; Hunterian 3 (same dies). Superb EF, wonderful gray toning with dark iridescent hues.


apollonia 

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Ma anche te hai decisamente toppato. Come si evince dal testo da te citato, e dell'aggettivo stesso ALFABETICA, la numerazione alfabetica greca arriva solo e unicamente fino a 24 e non certo a centinaia di migliaia o milioni come da te ipotizzato...

 

Pagine 35 e 36 del libro A HISTORY OF GREEK MATHEMATICS di Thomas Heath. Come vedi oltre ai pochi numeri più o meno complessi proposti a titolo esemplificativo dai vari testi moderni che parlano (più o meno en passant) dei sistemi numerali greci, ce n'erano tanti altri di cui questi testi non possono dar conto compiutamente perchè erano composti nella pratica in una varietà di modi per soddisfare una varietà pressochè infinita di esigenze...

Su questi testi ti spiegano come si scrive il numero 10 o il numero 20, 100, 1000, ma non come si scrive il numero 89.377, opure  77, oppure ancora 267.992.900... Fanno qualche esempio e basta, indicano i numeri principali e finisce là. Ma se ritroviamo un qualcosa che appare sicuramente un numero (come il numero IB della prima moneta di Mitridate postata da apollonia), non possiamo dire che non è un numero solo perchè non lo ritroviamo come esempio su un qualche testo....

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