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IGNORED

Le monete più attraenti di Alessandro Magno


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Avendo ricordato a proposito del pileo il famoso denario di Bruto fatto da lui rappresentare sulle monete coniate dopo la morte di Cesare, riporto la foto dell'esemplare battuto alla Tkalec del febbraio 2008 e di quello che ho nell'album.

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Auction February 2008 - Lot 292 - 29. February 2008

COLLECTION OF ROMAN REPUBLICAN COINAGE - M JUNIUS BRUTUS
AR-Denarius, 3,59 g. Mint moving with Brutus. Summer 42 BC.
Obv.: L PLAET CEST / BRVT IMP Head of Brutus r.
Rev.: EID MAR Pileus between two daggers.
H. A. Cahn, EIDibus MARtiis, Quaderni Ticinesi di Numismatica e Antichità Classiche 18, 1989, pp. 211-238, 25a (these dies); Crawford 508/3; Sydenham 1301; BMCRR East 68; RSC 15.
*A classical author, Dio Cassius. Extremely rare and the finest known specimen! FDC. Beautiful tone. Swiss private collection.

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MMDM

Il mio è quello della foto a sfondo azzurro proveniente dalla MMDM (Merendine Mister Day Mint). Però neanche male come riproduzione.

apollonia

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La seconda aggiudicazione è un tetra ancora di tipo (BA) coniato a Pella con punto interrogativo secondo la didascalia ma ad ‘Anfipoli’ secondo il Price nel 275-270 a. C. circa. La caratteristica di questa moneta n. 111 nel Price è il simbolo nel campo a sinistra del rovescio che i Tedeschi chiamano ‘Hirschgeweih’ e gli Inglesi ‘antler’ e che noi traduciamo come ‘corna ramificate di cervidi’.

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GRIECHEN MAKEDONISCHE KÖNIGE
Alexander III. der Große, 336 - 323 v. Chr. Tetradrachme, (17,24g). ca. 275 - 270 v. Chr. Mzst. Pella? Vs.: Kopf des Herakles mit Löwenfell n. r. Rs.: BAΣIΛEΩΣ AΛEΞANΔΡOΥ, Zeus mit Adler n. l. thronend. Links i. Feld Hirschgeweih. Price 111; Müller ­. Gutes ss

Il peso è quello dichiarato, il diametro 24,3-25,7 mm e lo spessore > 3 mm (3,13-3,91 mm).

apollonia

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Inviato

M'be' anche questo tetradramma niente male davvero. :) Complimenti Apollonia.

Io invece mi sono deciso oggi a inviare la contabile del bonifico a Kunker, dato che la mia dracma ancora non si vede.....Certo che se adesso ci si mettono pure i tedeschi. Va be'. ^_^


Inviato

Allarme rientrato. La Kunker mi ha risposto praticamente 5 minuti dopo la mia e-mail. Hanno spedito la raccomandata 2 giorni fa. :D


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Grazie Andrea.

A me questo tetra piace per lo stile, la compattezza e il significato simbolico delle ‘antlers’, che a differenza delle ‘horns’(corna permanenti) sono corna che cadono e ricrescono ogni anno come le foglie e quindi richiamano la fertilità e la rinascita. Inoltre sono caratteristiche del cervide maschio (ricordo l’album di Riccardo Cocciante ‘Cervo a primavera’). Le renne fanno eccezione, ma si sa, loro stanno con Babbo Natale!... :angel:

E’ capitato che incidentalmente il ramo di palma fosse scambiato con questo simbolo, ma il ramo è ben diverso come si vede in questo esemplare che secondo me entra di diritto tra le monete più attraenti del Grande.

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KINGS of PERGAMON. Attalos I. 241-197 BC. Tetradrachm (Silver, 16.88 g 12), Alexander type, c. 215-200 BC. Head of Herakles in lion skin headdress to right. Rev.ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ Zeus seated left on high backed throne; holding eagle in his right hand and long scepter in his left; to left, ΔΙ over palm branch. Price 1485. A lovely Hellenistic tetradrachm on a broad flan. Toned. Extremely fine.

apollonia

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Inviato

La moneta è splendida, tuttavia sono a mio avviso proprio i ritratti di Eracle sui tetradrammi coniati a Pergamo che rimangono tra i migliori. Ricordo qualche tempo fa di averne puntato uno a un'asta di G&N ma con scarsi risultati.

Vediamo un po' in futuro, magari...


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Inviato

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MACEDONIAN KINGDOM. Alexander III the Great (336-323 BC). AR tetradrachm (34mm, 16.72 gm, 11h). Pergamum, under Attalus I, struck ca. 215-200 BC. Head of Heracles right of fine style (features of Alexander), wearing lion skin headdress / ΑΛΕΞΑΝΔΡΟΥ, Zeus seated left on high backed throne; holding eagle in his right hand and long scepter in his left; beneath arm, AΙ, palm branch in inner left field. Price 1485 variant (AI instead of ΔI symbol, letters and palm branch positioned differently. Seemingly an unrecorded variant!

Questo tetra è una variante del Price 1485 non pubblicata, con AI posto del simbolo ΔI e lettere e ramo di palma posizionati in modo diverso. I tratti del viso di Eracle molto particolari, tra cui il ciuffo ribelle di capelli alla sommità della fronte e gli occhi infossati, lasciano pochi dubbi sul fatto che il ritratto volesse rappresentare Alessandro Magno stesso.

apollonia

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Una parentesi bibliografica

Sempre dalla Germania mi è arrivato il libro di Hyla Troxell ‘Studies in the Macedonian Coinage of Alexander the Great’ Numismatic Studies n. 21. ANS, New York, 1997, che costituisce uno studio approfondito delle cinque coniazioni delle zecche macedoni di Alessandro. Il libro è diviso in due sezioni principali, la prima delle quali si occupa degli argenti di Anfipoli di Alessandro III e di Filippo II, mentre la seconda si concentra sull'oro contemporaneo di Alessandro. Entrambe le parti danno un’accurata valutazione delle monete unitamente a commenti e riassunti. Il libro è anche corredato da una serie di tabelle, figure, appendici, indici e tavole in bianco e nero.

Traggo dal volume due foto per ricollegarmi con i post # 2007 e # 2001 a pag. 134 sui tetradrammi del ‘parto esagemellare’ di cui s’è discusso anche in altre parti del forum.

http://www.lamoneta.it/topic/84573-le-monete-piu-attraenti-di-alessandro-magno/page-134

La prima foto conferma l’errata attribuzione che si legge nelle didascalie ‘Price 105; Troxell, Studies, Issue F4’ (post # 2007) quando si tratta in effetti di ‘Price 109; Troxell, Studies, Issue G2, come si può vedere dalla seconda foto confrontata con quelle del post # 2001.

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Confrontando a sua volta ciascun tetradramma del post # 2001 con la foto 2, si vede che solo il lotto 393 presenta sul rovescio la statuetta di Atene nella posizione ‘giusta’ mentre negli altri occupa la posizione della ‘modern forgery’ F66 alla loro sinistra.

apollonia


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Inviato

Consultando il testo della Troxell ho avuto modo di notare un errore di datazione nella didascalia del lotto 1354 della Gorny & Mosch al post # 2027 dove si attribuisce al tetradramma Price 111 come data di conio il 275-270 circa a. C. Invece questo tetradramma rientra nella I parte degli argenti di Anfipoli di Alessandro Magno e Filippo II coniati nel 332-310 a. C. circa (Troxell, Studies, group H1).

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Il Price assegna al tetradramma 111 un intervallo di coniazione ancora più ristretto, tra il 323 e il 320 a. C. circa, quindi tra le prime coniazioni postume del Grande. La didascalia corretta del mio acquisto al post # 2027 è quella sotto la foto qui riproposta.

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KINGS of MACEDON. Alexander III ‘the Great’. 336-323 BC. AR Tetradrachm (17.24 g, 24.3-25.7 mm). ‘Amphipolis’ mint. Struck under Antipater, circa 323-320 BC. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; antler in left field. Price 111; Troxell, Studies, Group H1. Good VF.

apollonia

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La moneta esce quindi dal conio nel periodo che parte dall’anno della morte di Alessandro, 10 giugno (a preferenza del 13) del 323 a. C., e copre indicativamente i tre anni successivi densi di avvenimenti per la successione al trono della Macedonia. Al Grande succedette il fratellastro psicolabile Arrideo che assunse il nome di Flippo III (323-317 a.C.) e fu poi associato al regno con Alessandro IV (323-309 a. C.), il figlio di Alessandro Magno e della moglie persiana Rossane nato dopo la morte del padre, nell’agosto del 323 a. C.

Reggente della Macedonia rimane Antipatro, mentre Perdicca e Cratero si spartiscono il controllo della casa reale; Tolomeo diventa governatore dell’Egitto, Lisimaco della Tracia e Antigono della Frigia e della maggior parte dell’Asia Minore. Nel 321 a. C. Perdicca, membro della case reale macedone sospettato di ambire alla corona, viene assassinato in Egitto dove aveva attaccato Tolomeo. Una nuova suddivisione dei territori conquistati da Alessandro Magno a Triparadiso designa Antipatro reggente e guardiano del re, estende il regno di Antigono a tutta l’Asia Minore e nomina Seleuco satrapo di Babilonia. Il corpo di Alessandro, sulla via del ritorno in Macedonia, è trafugato da Tolomeo e sepolto a Menfi, poi ad Alessandria. Muore Antipatro e gli succede come reggente Poliperconte in stretta associazione con Olimpiade, la madre di Alessandro Magno, provocando la rivolta di Cassandro, il figlio di Antipatro che si aspettava di succedere al padre come reggente.

La datazione tra circa il 275 e il 270 a. C. ci avrebbe portato avanti di mezzo secolo, all’epoca in cui Antigono Gonata, dopo un anno di lotta contro i pretendenti locali, assume il regno totale della Macedonia ed è poi impegnato nelle guerre contro Pirro.

E il 270 a. C. è l’anno della morte di Arsinoe II, la moglie-sorella di Tolomeo II Filadelfo che compare con il consorte sui famosi ottodrammi d’oro coniati dopo il 265 a. C.

apollonia

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Una parentesi su tre esemplari di un bronzo di Alessandro Magno di una zecca incerta della Macedonia con monogramma D sopra una H in alto come simbolo di controllo, catalogato come Price 318, Müller 764.

Il peso è sui 6 g, il diametro sui 18 mm, e chiedevo impressioni sulla patina delle monete che presentano la caratteristica comune di una maggior usura sul volto di Eracle, la raffigurazione più in rilievo.

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Il primo esemplare presenta una patina verde abbastanza omogenea, con sottofondo di color marrone chiaro che emerge a tratti.

Il secondo ha una patina color verde-azzurro con zone color marrone particolarmente evidenti sul rovescio.

Il terzo ha una patina color marrone scuro piuttosto intensa, frammista a zone di color verde-azzurro come il secondo esemplare.

Patina naturale o artificiale?

apollonia


Inviato

Belle domande...

Magari vedendole e toccandole in mano ci si capisce qualcosa. Così a occhio direi che le prime due le preferisco come conservazione rispetto alla terza. Non mi sbilancio però su originalità o meno delle patine. Certo tutti sanno però come le patine azzurro intense o di un verde smeraldo acceso siano spesso poco probabili... Mah


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Premesso che il giudizio su una patina da una fotografia va inteso come tentativo di interpretazione di un fenomeno attribuibile alla natura o al chimico, a mio parere la patina color verde malachite omogenea e completa ai bordi del primo bronzo a partire dall'alto può essere ‘sincera’, forse con qualche intervento di ripulitura. Quindi trasformazione completa della cuprite (patina atto primo) in carbonato basico di rame noto come malachite.

Anche la patina del secondo bronzo, di una tonalità sul verde-azzurro, si può ritenere ‘sincera’, vale a dire formatasi naturalmente per trasformazione di quella iniziale di cuprite (che emerge ancora a tratti, in particolare sul rovescio) in carbonati basici di rame, malachite e azzurrite.

Invece la patina del terzo esemplare mi sembra troppo cupa, intensa e disomogenea per essere attribuita esclusivamente alla natura, senza interventi chimici.

apollonia

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Inviato

Premesso che il giudizio su una patina da una fotografia va inteso come tentativo di interpretazione di un fenomeno attribuibile alla natura o al chimico, a mio parere la patina color verde malachite omogenea e completa ai bordi del primo bronzo a partire dall'alto può essere ‘sincera’, forse con qualche intervento di ripulitura. Quindi trasformazione completa della cuprite (patina atto primo) in carbonato basico di rame noto come malachite.

Anche la patina del secondo bronzo, di una tonalità sul verde-azzurro, si può ritenere ‘sincera’, vale a dire formatasi naturalmente per trasformazione di quella iniziale di cuprite (che emerge ancora a tratti, in particolare sul rovescio) in carbonati basici di rame, malachite e azzurrite.


Invece la patina del terzo esemplare mi sembra troppo cupa, intensa e disomogenea per essere attribuita esclusivamente alla natura,
senza interventi chimici.



apollonia

Grazie Apollonia, sono sempre pronto a apprendere cose nuove, anche sulle patine. :)

Vorrei invece mostrare ora la mia ultima arrivata: una dracma dell'ultima asta Kuenker.

C'ha messo un po' ad arrivare ma servizio davvero ottimo e professionale, con tanto di talloncino con foto e descrizione della moneta accluso alla fattura. A mio avviso rimangono comunque una delle migliori Case d'Asta in assoluto. :)

Ecco qui il tabellino descrittivo e poi, l'immagine della moneta (dracma con topolino), che era comunque un mio pallino da un po'.

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Senza dubbio un buon acquisto, Andrea, specie per il diritto dove generalmente (ma non qui) Eracle appare atteggiato a un sorrisetto. Se ben ricordo la moneta è stata coniata durante il regno di Antigono I Monoftalmo, il macedone di famiglia d'alto lignaggio che combattè sia per Filippo II sia per Alessandro Magno in Asia. Il soprannome deriva dal fatto che aveva perso un occhio nel corso di un assedio, forse quello di Perinto (340/339 a. C.).

La dramma-topolino di Lampsaco è una delle prime entrate nella mia collezione e dovrei averla già postata da qualche parte. Come la trovo, la segnalo.

apollonia


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@@andreagcs

Non so se avevi notato nella Kunker 28 del maggio 2014 la dramma-topolino Price 1423 con il monogramma ME sotto il trono.

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MACEDONIA KÖNIGREICH. Alexander III., 336-323 v. Chr.
AR-Drachme, posthum, 310/301 v. Chr., Lampsakos; 4.22 g. Herakleskopf im Löwenfell r.//Zeus Aetophoros sitzt l., im Feld l. Maus, unter dem Thron Monogramm. Price 1423. Vorzüglich.

C'è anche la dramma-topolino Price 1422 nella quale lo stesso monogramma è nel campo a sinistra del rovescio, sotto al topolino.

apollonia

Modificato da apollonia

Inviato

Senza dubbio un buon acquisto, Andrea, specie per il diritto dove generalmente (ma non qui) Eracle appare atteggiato a un sorrisetto. Se ben ricordo la moneta è stata coniata durante il regno di Antigono I Monoftalmo, il macedone di famiglia d'alto lignaggio che combattè sia per Filippo II sia per Alessandro Magno in Asia. Il soprannome deriva dal fatto che aveva perso un occhio nel corso di un assedio, forse quello di Perinto (340/339 a. C.).

La dramma-topolino di Lampsaco è una delle prime entrate nella mia collezione e dovrei averla già postata da qualche parte. Come la trovo, la segnalo.


Apollonia

Grazie Apollonia, mi piace anche la tua dracma, peraltro molto molto simile alla mia. :)

Inoltre questa è la mia seconda dracma di Lampsaco, dopo quella con la protome di Pegaso, sempre a vista nel mio avatar.

E' vero comunque che spesso gli Eracli in questo tipo di dracme con il topolino, hanno spesso (ma non nella tua e nella mia dracma) un'espressione ridanciana, quasi beffarda...

Chissà perché l'incisore li ha ritratti così, tra l'altro solo in questo tipi di dracme, mentre ad esempio in quelli con la protome di Pegaso mantengono sempre un espressione seria...Mah....


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La mia terza aggiudicazione alla Gorny 225 è pure una dramma di Alessandro Magno

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GRIECHEN - MAKEDONISCHE KÖNIGE
Alexander III. der Große, 336 - 323 v. Chr. Drachme (4,09g). ca. 301 - 297 v. Chr. Mzst. "Kolophon". Vs.: Kopf des Herakles mit Löwenfell n. r. Rs.: AΛEΞANΔΡOΥ, Zeus mit Adler thront n. l., davor Mondsichel und Vorderteil eines Löwen, unter dem Thron Pentagramm. Price 1843; Müller­. Gutes ss.

Ottima la centratura del diritto, praticamente perfetta quella del rovescio. In bel risalto i tre simboli caratteristici della zecca, crescent e protome di leone nel campo a sinistra e pentagram sotto il trono. Il disegno di quest'ultimo simbolo è perfetto. Peccato che il volto di Zeus sia in ombra, e anche per la 'foruncolite' sulla guancia di Eracle.

apollonia

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Inviato (modificato)

Davvero bello il volto di Eracle, che anche in questo tipo di dracme di Colofone a volte è un po' strano, con l'occhio molto molto incavato (ma non qui, di più invece nella Price 1840 e soprattutto nella Price 1842). Forse la moneta è leggermente scuretta, ma personalmente la preferisco a quelle eccessivamente brillanti che a volte si trovano in giro. E comunque è una moneta con una patina gradevole. :)

Modificato da andreagcs

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La mia quarta aggiudicazione alla Gorny 225 è una dramma di Filippo III Arrideo coniata a Colofone nel 323-319 a. C., quindi nei primi quattro anni dopo la morte del Grande.

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Lot 1368 GRIECHEN MAKEDONISCHE KÖNIGE
Philipp III. Arrhidaios, 323 - 317 v. Chr. Drachme (4,17g). 323 - 319 v. Chr. Mzst. Kolophon. Vs.: Kopf des Herakles mit Löwenfell nach r. Rs.: ΦIΛIΠΠOΥ, Zeus mit Adler auf der R. nach l. thronend, davor Monogramm. Price S. 251 P 46. ss-vz.

La moneta pesa 4,174 g, misura 17-18 mm di diametro e ha uno spessore di 1,2-1,4 mm

Il monogramma nel campo a sinistra del rovescio è la combinazione di un P greco e una A.

Ho notato sul diritto un motivo a zig-zag della leontè attorno all’orecchio di Eracle quando mi sembra che generalmente segua la forma dell’orecchio.

Questo motivo è particolarmente evidente in quest’altro esemplare meglio conservato del mio, frattura di conio sul rovescio a parte.

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apollonia

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Volevo aggiungere a proposito della terza aggiudicazione al post # 2044 che la particolarità di questa dramma nei confronti delle altre della stessa provenienza con il pentagram sotto il trono è che qui il crescent nel campo a sinistra sta sopra la parte anteriore di leone, mentre nelle altre è quest’ultimo simbolo ad essere predominante rispetto all’altro che può essere rappresentato da una B, da una lunga fiaccola, da una FI greca o dal crescent stesso come nella dramma Price 1842 della foto seguente.

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GRIECHEN - MAKEDONISCHE KÖNIGE

Alexander III. der Große, 336 - 323 v. Chr. Drachme (4,15 g.), ca. 301 - 297 v. Chr. Mzst. Kolophon. Vs.: Herakleskopf mit Löwenfell n. r. Rs.: ALEXANDROU, Zeus mit Adler n. l. thronend, l. im Feld Löwenprotome u. Mondsichel, unter dem Thron Pentagramm. Price 1842; Müller 358. Vz.

Volevo ricordare che la luna crescente, uno dei simboli della dea Diana, fu adottata per rappresentare Bisanzio dopo che l’avvicinamento di notte dell’esercito di Filippo II di Macedonia nel 339 a. C. per conquistare di sorpresa la città fu scoperto grazie alla luce particolarmente intensa diffusa dalla luna crescente.

Avevo parlato della storia del ‘crescent’ e della stella a cinque punte, l’altro simbolo del mondo mussulmano accostato alla mezzaluna, nella discussione

http://www.lamoneta.it/topic/33496-mezzaluna-e-pentagram/

apollonia

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La mia ultima aggiudicazione nella Gorny 225 è un tetradramma di Alessandro Magno coniato a Mitilene nel 188-170 circa a. C.

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GRIECHEN – LESBOS, MYTILENE

Alexander III. der Große, 336 - 323 v. Chr. Tetradrachme (16,94g). ca. 188 - 170 v. Chr. Mzst. Mytilene. Vs.: Kopf des Herakles mit Löwenfell n. r. Rs.: AΛEΞANΔΡOΥ, Zeus mit Adler auf der R. nach l. thronend, l. im Feld Lyra, darauf "Herm in niche" (Price). Unter dem Thron Monogramm. Im Abschnitt A. Price 1725; Müller ­. Gutes ss.

16,93 g, diametro 33,8-34,5 mm, spessore 1,44-1,75 mm

Il simbolo più in basso nel campo a sinistra del rovescio è la chèli, la lira che Ermete, secondo la tradizione mitologica (inno omerico ad Ermete), costruì per primo col guscio d’una testuggine. Il simbolo sopra la chèli è un’erma entro una nicchia.

Notare che nel tetradramma che precede questo nella catalogazione del Price, quindi Price 1724, c’è un’erma non racchiusa nella nicchia.

apollonia

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Questa è la mia scansione della moneta Price 1725 dalla quale si nota meglio la nicchia che racchiude l'erma.

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apollonia

Modificato da apollonia

Inviato

Bella la dracma di Filippo III e bello questo tetradramma del Grande con l'erma nella nicchia. :)
Non sapendo bene cosa fosse a tutti gli effetti un'erma, ho trovato questo:

ERMA:

Le erme (in greco antico ἑρμαῖ) erano dei pilastrini di sezione quadrangolare, di altezza variabile tra 1 e 1,5 m, sormontati da una testa scolpita a tutto tondo, che, nell'antica Grecia (principalmente in Attica), raffiguravano Ermes (da cui il nome); usate a partire dalla fine dell'età arcaica (ultimo quarto del VI secolo a.C.), erano collocate lungo le strade, ai crocevia, ai confini delle proprietà e dinnanzi alle porte per invocare la protezione di Ermes, cui veniva attribuita, fra le altre cose, la protezione dei viandanti. Successivamente furono adottate dai Romani, mentre nel Rinascimento furono realizzate sotto forma di telamoni.

Descrizione:

L'erma deriva da una delle prime forme arcaiche di rappresentazione delle "dimore di una divinità, il così detto betile che veniva posto a protezione delle vie e delle soglie. A volte le teste erano due, contrapposte per la nuca, secondo il tipo Giano bifronte o addirittura quattro (come sul Ponte dei Quattro Capi, all'Isola Tiberina). Ancor prima dell'epoca arcaica non esisteva nemmeno la testa (o, come a volte avveniva, gli organi genitali) ma solo una pietra tronco conica o di altra forma con evidenti allusioni di natura fallica con cui si augurava la fertilità (vedi le analoghe forme tipo lingam di Shiva di culture e religioni orientali o i menhir di origine celtica).

La trasformazione da erma di Hermes a erma-ritratto deve essere avvenuta dall'assimilazione di Hermes quale psychopompòs, cioè funerario, che andava ad assumere i tratti fisici del defunto. Questo processo dovette svolgersi nella tarda età ellenistica o nell'epoca romana, come testimoniano le numerosissime erme romane sia in marmo che in bronzo. In ambito italico era dopotutto diffuso il cippo funerario sormontato dalla testa del defunto (negli esemplari più antichi individuabile solo dal nome, con sembianze del tutto generiche), e fu forse l'innesto di questa tradizione con l'elegante forma greca a originare le erme-ritratto. Spesso le erme presentano un fallo propiziatorio scolpito.

Splendide le erme, di epoca Augustea, del Museo Palatino a Roma in marmo nero e a forma di canefora (portatrici di cesti) che con uno gesto vezzoso accennano alla ripresa delle vesti, così come negli originali greci.

Nello stesso museo la lastra con le fanciulle che adornano un grande e splendido betile con simboli di Apollo.

Sempre nel Palatino, nel tempio della Magna Mater, ai bordi del Germalus, nello stesso periodo, era stato portato e conservato il Betile della dea Cibele, cui era dedicato il tempio: una pietra nera a forma conica.

Alcibiade e il sacrilegio delle erme:
Nel 415 a.C. ad Atene, la notte prima della partenza della spedizione in Sicilia, furono mutilate molte erme delle città. Del fatto fu accusato Alcibiade, che per per questo ripiegò a Sparta.

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