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IGNORED

Le monete più attraenti di Alessandro Magno


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Inviato

Sì per niente poco soprattutto perché mi pare manchi (ma devo controllare) l'immagine sul Price. E' comunque una mini monetina da un grammo. Doveva essere probabilmente un collezionista che aveva già quasi tutto, perché a quel prezzo si prende (e possono pure avanzare) un ottimo distatere da 16 grammi. Tuttavia "de gustibus".....

Vedo che neanche l'appassionato del quarto di statere 'cantaro' si lascia attrarre da questa monetina che pure raffigura questo simbolo.

Ti posso assicurare che l'ottavo di statere di Alessandro non è riportato dal Price. Infatti la moneta è 'unpublished'.

Esiste invece l'ottavo di statere di Filippo II e anche il dodicesimo di statere di questo sovrano.

apollonia


Supporter
Inviato

Devo precisare che la mia frase del post precedente

Ti posso assicurare che l'ottavo di statere di Alessandro non è riportato dal Price. Infatti la moneta è 'unpublished'.

fa riferimento alla moneta con il cantaro.

E' riportato invece l'ottavo di statere con il fulmine come Price 166. Si tratta di una monetina di 1,08 g proveniente da Sotheby (12 luglio 1853) 423. Ecco la foto dalla tavola XVII del testo

post-703-0-33121000-1370697045_thumb.jpg

apollonia


Inviato

Devo precisare che la mia frase del post precedente

Ti posso assicurare che l'ottavo di statere di Alessandro non è riportato dal Price. Infatti la moneta è 'unpublished'.

fa riferimento alla moneta con il cantaro.

E' riportato invece l'ottavo di statere con il fulmine come Price 166. Si tratta di una monetina di 1,08 g proveniente da Sotheby (12 luglio 1853) 423. Ecco la foto dalla tavola XVII del testo

attachicon.gifOttavo di statere Alessandro fulmine 166.jpg

apollonia

Sì ed è una moneta molto gradevole. :) Mi piacerebbe una volta vederla in un'asta futura.


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Ho già detto del per me inatteso più del raddoppio del prezzo base di 1200 € raggiunto dal tetra-Menfi della Münzen & Medaillen, aggiudicato a 2600 € (post # 1192 e e 1193).

Ma sono rimasto ancor più meravigliato dell'analoga performance effettuata dal tetra-Menfi della Meister & Sonntag dei primi di giugno, che è stato aggiudicato a 700 € da base 270.

post-703-0-61683100-1370942410_thumb.jpg

Tetradrachme ca. 330-320 v. Chr. -Alexandria-. Ähnlich wie vorher, auf dem Revers links im Feld Beizeichen Rose. SNG Oxf. 3120ff. 17,28 g feine Patina, sehr schön-vorzüglich

L’impressione è personale, ma come l’ho visto, l’ho definito un ‘tetra tetro’. E mi sembra inoltre che sia stato molto lavorato nei campi.

apollonia


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Inviato

Invece il tetra-Menfi di Sincona è stato aggiudicato praticamente alla base (375 CHF da 350).

post-703-0-09637600-1370942893_thumb.jpg

Tetradrachm 332/323, Memphis. Contemporary issue. Head of Herakles in lion's skin to r. Rev. AΛEΞANΔΡOΥ Zeus Aetophoros enthroned to l. Rose in l. field. ΔI -O below throne. 17.03 g. Price 3971. Dark toning. Scrape on obv. About extremely fine.

Devo ammettere che mi sono pentito di non aver partecipato all’asta per questa moneta.

apollonia


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Inviato

Anche il tetra-Menfi di Bolaffi è stato aggiudicato a poco più della base (1800 € da 1500).

post-703-0-73739800-1370943235_thumb.jpg

Alessandro III (336-323 a.C.) - Tetradramma databile al periodo 332-323 a.C.
Zecca: Memphis (Egitto) Fronte: testa giovanile di Eracle a destra rivestita dalle fauci aperte del leone - Retro: Zeus seduto a sinistra tiene un'aquila con la mano destra protesa in avanti e un lungo scettro verticale con la sinistra; nel campo a sinistra.

Qui però non mi sono pentito di non aver partecipato all’asta.

apollonia


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Inviato

Attendibile la performance del tetra Menfi della Nomos, da 4400 CHF a 6000 CHF.

post-703-0-77407100-1370943614_thumb.jpg

Alexander III ‘the Great’. 336-323 BC. Tetradrachm (Silver, 27mm, 17.19 g 10), Memphis, c. 332-323. Head of Herakles to right, wearing lion skin headdress. Rev. AΛEΞANΔΡOΥ Zeus seated left on low throne, holding long scepter in his left hand and, in his right, eagle standing right with closed wings; to left, rose; below throne and to right, ΔI O. Price 3971. A remarkably fine example of this desirable type. Toned and of the finest style. Extremely fine. From the Mieza collection, ex Triton VII, 12 January 2004, 142, CNG 38, 6 June 1996, 215 and Leu 48, 10 May 1989, 264.

This was one of the earliest issues of Alexander struck in Egypt and it is the predecessor of all subsequent Ptolemaic coinage. These early issues are well known because of their outstanding style.

Qui non ho partecipato all’asta perché il livello di partenza era troppo alto.

apollonia


Inviato

Ripeto quanto già detto: la rosa migliore per stile tipico di Menfi era quello della Sincona. La stessa moneta era quella che mi piaceva di più. Peccato solo per la conservazione, ma è anche vero che non si può avere tutto.

Nomos sopravvalutato come per tutte le monete in asta in Svizzera.

Bolaffi bello, ma partiva da un base già sostenuta a mio avviso.

Infine Meister & Sonntag. Non mi sembra assolutamente trattasi di un falso, quanto proprio come dice Apollonia di un esemplare pesantemente ritoccato. I rilievi esterni e il braccio di Zeus al rovescio ad esempio sono troppo marcati se confrontati con il petto e la parte centrale del corpo piuttosto evanescenti a causa del deterioramento.


Inviato

ciao, ottime le vostre analisi.

personalmente, gli esemplari bolaffi e Nomos, mi sarebbe cmq piaciuto vederli dal vivo.

ciao

skuby


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Inviato

ciao, ottime le vostre analisi.

personalmente, gli esemplari bolaffi e Nomos, mi sarebbe cmq piaciuto vederli dal vivo.

ciao

skuby

Certamente avere la moneta in mano è tutt’altra cosa che vederla in fotografia.

Nel tetra-Menfi Bolaffi, ad es., la foto rivela un color sabbia (gradazione di marrone che ricorda il colore della sabbia) distribuito in modo omogeneo sulla superficie del diritto, mentre sul rovescio si notano delle zone di colore azzurro tenue localizzate tra la rosa e le gambe di Zeus, sotto il trono e anche attorno al braccio esteso di Zeus.

apollonia


Inviato

Certamente avere la moneta in mano è tutt’altra cosa che vederla in fotografia.

Nel tetra-Menfi Bolaffi, ad es., la foto rivela un color sabbia (gradazione di marrone che ricorda il colore della sabbia) distribuito in modo omogeneo sulla superficie del diritto, mentre sul rovescio si notano delle zone di colore azzurro tenue localizzate tra la rosa e le gambe di Zeus, sotto il trono e anche attorno al braccio esteso di Zeus.

apollonia

può trattarsi di un inizio di patina iridescente? per intenderci: http://www.lamoneta.it/topic/107980-denari-arcobaleno/


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Inviato

può trattarsi di un inizio di patina iridescente? per intenderci: http://www.lamoneta.it/topic/107980-denari-arcobaleno/

Mah, può essere. Rimane da stabilire l’origine di questa patina su una moneta. Naturale? Traccia del solvente usato per pulirla?

apollonia


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Inviato

Ho visto un solo esempio di traccia della cosiddetta ‘patina arcobaleno’ dichiarata nella didascalia di un tetradramma di Alessandro Magno.

post-703-0-86449300-1371241410_thumb.jpg

Silver tetradrachm, Price 447, aEF, Amphipolis mint, 17.181g, 26.4mm, 0°, c. 315 - 294 B.C.; obverse Herakles' head right, clad in Nemean lion scalp headdress tied at neck; reverse AΛEΞANΔΡ[OΥ], Zeus enthroned left, eagle in right, long vertical scepter in left, right leg drawn back, Λ over torch in left field, monogram under throne; some rainbow toning.

apollonia


Inviato

pare sia una patina facile da fare artificialmente...io però ho una moneta patinata così, che è sempre stata nella sua confezione di zecca..

comunque, temo non sia possibile stabilire se si tratta di un artefatto o meno


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Qui si vede bene sul diritto una zona di patina iridescente blu.

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Silver tetradrachm, Price 454, Choice VF, Amphipolis mint, 17.140g, 26.4mm, 310°, c. 315 - 294 B.C.; obverse Herakles' head right, clad in Nemean lion scalp headdress tied at neck; reverse AΛEΞANΔΡOΥ, Zeus enthroned left, eagle extended in right, long vertical scepter in left, right leg drawn back, Λ over torch in left field, ant under throne; nicely toned with some iridescent blue.

apollonia


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Inviato

Questo è un tetra di Menfi di gran qualità con una patina delicata e omogenea

post-703-0-10348600-1371289576_thumb.jpg

PTOLEMAIC KINGS of EGYPT. Ptolemy I Soter. As satrap, 323-305 BC. AR Tetradrachm (26mm, 17.18 g, 11h). Memphis mint. Struck in the name of Alexander III of Macedon, circa 322 BC. Head of Herakles right, wearing lion’s skin headdress / Zeus Aëtophoros seated left; rose in left field, ΔI-O below throne. Zervos issue II; Price 3971. EF, toned.

apollonia

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La zecca di Menfi era già attiva dal ca 324/322 a.C. – certamente dalla morte di Alessandro in poi – e ha prodotto stateri e tetradrammi dei tipi di Alessandro. A partire dal ca 318 a.C. queste monete erano emesse contemporaneamente ai nuovi tipi tolemaici (con il ritratto di Alessandro). Attorno al 320/319 apre la zecca di Alessandria, ma i tetradrammi di Menfi sono contrassegnati da uno dei simboli della sua zecca nel campo a sinistra, precisamente la rosa, la testa di ariete con la corona di Iside o il fulmine.

Abbiamo visto numerosi esempi di ‘tetra con rosa’, qualche esempio di ‘tetra con testa d’ariete coronata’ (post # 24), ma nessun esempio di ‘tetra con fulmine’, che in effetti è un ‘maxi’ fulmine.

post-703-0-91179400-1371315092_thumb.jpg

Alexander III., 336-323 v. Chr. AR-Tetradrachme, posthum, 323/316 v. Chr., Memphis; 17,09 g. Herakleskopf im Löwenfell r.//Zeus Aetophoros sitzt l., davor Blitz, unter dem Thron ΔΙ. Price 3976. Etwas Korrosion, gutes sehr schön.

apollonia


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Altro esemplare di tetra Price 3976 ma con il fulmine di dimensioni normali. La moneta è patinata e qualche maligno potrebbe dire che il fulmine si è ‘ristretto’ per effetto del toning.

post-703-0-34838700-1371315688_thumb.jpg

PTOLEMAIC KINGS of EGYPT. Ptolemy I Soter. As satrap, 323-305 BC. AR Tetradrachm (17.20 g, 1h). Memphis mint. Struck in the name of Alexander III of Macedon, circa 318 BC. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; rose in left field, ΔI below throne. Zervos Issue IV; Price 3976. VF, toned. Obverse struck in high relief. Well centered.

Ex Lanz 120 (18 May 2004), lot 134.

apollonia


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Inviato (modificato)

Qui il fulmine va addirittura dal piede sinistro di Zeus alla mano che regge l'aquila.

post-703-0-24104200-1371380916_thumb.jpg

Macédoine, Alexandre le Grand, tétradrachme, Memphis, c.323-316 av. J.-C.

A/Anépigraphe. Tête imberbe d'Héraclès à droite, coiffée de la peau de lion.

R/ALEXANDROU. Zeus à demi-nu, assis à gauche, tenant un aigle et un sceptre ; dans le champ, à gauche, un foudre et sous le siège, les lettres DI.

TTB, Argent, 26,0 mm, 17,06 g, 12 h. Price 3976

Quelques concrétions et taches noires ainsi que d'infimes rayures devant le portrait pour ce très bel exemplaire pourvu d'une fine patine grise.

Fine patina grigia secondo la didascalia. Patina e colore comuni ad altre monete, come si vede qui

http://www.sixbid.com/browse.html?auction=474&category=10394

apollonia

Modificato da apollonia

Inviato

Altro esemplare di tetra Price 3976 ma con il fulmine di dimensioni normali. La moneta è patinata e qualche maligno potrebbe dire che il fulmine si è ‘ristretto’ per effetto del toning.

attachicon.gifTetra Menfi fulmine toned.jpg

PTOLEMAIC KINGS of EGYPT. Ptolemy I Soter. As satrap, 323-305 BC. AR Tetradrachm (17.20 g, 1h). Memphis mint. Struck in the name of Alexander III of Macedon, circa 318 BC. Head of Herakles right, wearing lion skin / Zeus Aëtophoros seated left; rose in left field, ΔI below throne. Zervos Issue IV; Price 3976. VF, toned. Obverse struck in high relief. Well centered.

Ex Lanz 120 (18 May 2004), lot 134.

apollonia

Bella davvero. :) Mi piace notare come il volto di Eracle per questo tipo con il fulmine sia stato rappresentato in questo caso con la stessa mastria usata per il tetra con rosa.


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Inviato

Bella davvero. :) Mi piace notare come il volto di Eracle per questo tipo con il fulmine sia stato rappresentato in questo caso con la stessa mastria usata per il tetra con rosa.

Può anche darsi che nella zecca di Menfi siano stati coniati con lo stesso conio di diritto un tetra 'rosa' e un tetra 'fulmine'.

apollonia


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Questo tetra con maxi fulmine come simbolo di controllo ha il 50% di probabilità di provenire dalla zecca di Menfi in quanto potrebbe anche essere stato coniato nella zecca di Alessandria attorno al 317 a.C.

Sul diritto un ritratto di Alessandro Magno con testa diademata e copricapo in pelle d’elefante molto suggestivo per lo stile e i rilievi ben accentuati.

Nonostante il rovescio decentrato, la moneta è stata aggiudicata a un hammer di 12.000 $ sette anni fa.

post-703-0-17585100-1371549531_thumb.jpg

PTOLEMAIC KINGS of EGYPT. Ptolemy I Soter. As satrap, 323-305 BC. AR Tetradrachm (16.58 g, 12h). Attic Standard. Memphis or Alexandreia mint. Stuck in the name of Alexander III of Macedon, circa 317 BC. Diademed head of Alexander right, wearing elephant's skin headdress / Zeus Aëtophoros seated left; thunderbolt in left field, PY below throne. Svoronos 20; Zervos Issue B-VII; SNG Copenhagen 11 var. (monogram not PY). EF. Rare early issue struck in exceptionally high relief.

See K. Lorber, “A Revised Chronology of the Coins of Ptolemy I” (NC 2005), for the revised dating of the issues of Ptolemy I.

apollonia

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Dalla zecca di Menfi proviene invece il tetradramma Price 3977 che presenta sempre come simbolo di controllo il maxi fulmine, ma ha la caratteristica che alla sommità della spalliera vi sono due aquile ornamentali.

Non ho trovato casi di Price 3977 battuti nelle aste e posso solo proporre la foto tratta dal Price.

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La presenza di elementi ornamentali sulla spalliera del trono di Zeus non è molto frequente. Anzi, su alcuni tetradrammi Zeus è seduto su un trono privo di spalliera. Questi elementi come qui le due aquile, ma anche la Nike, due sfingi, un fulmine o una palma, sono un fattore utile a stabilire se si tratta di emissioni contemporanee o postume. Infatti gli ornamenti si trovano esclusivamente su monete postume.

apollonia

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Si è parlato tanto delle emissioni della zecca di Menfi, città che ebbe un ruolo importante nelle vicende di Alessandro Magno in Egitto. Vorrei ricordare le più significative citando alcuni passi del capitolo ‘Il figlio di Ammone’ nel libro di Raffaele D’Amato ‘La più grande battaglia di Alessandro Magno alla conquista del mondo’.

Alessandro raggiunse Menfi nel dicembre del 332 a.C. e subito compì sacrifici ad Apis, il dio toro, procurandosi con questo gesto di diplomazia religiosa l’alleanza del clero egizio. I sacerdoti lo divinizzarono e lo chiamarono “Re dell’Alto e del Basso Egitto, figlio di Ra”. Al cospetto del popolo si sedette sul trono dei faraoni, vestito alla loro maniera, e ricevette le insegne della regalità.

Durante il suo soggiorno, avendo notato sulla riva del mare una rada ben riparata dall’isola di Pharos, decise di costruirvi una città, la più famosa fra le tante che avrebbero portato il suo nome: Alessandria. Secondo la tradizione Alessandro voleva una città greca, popolosa, e aveva già cominciato a disegnarne le linee, il perimetro, la struttura, unitamente ai suoi architetti. Ma una notte ebbe una mirabile visione, quella di un uomo canuto che gli appariva in sogno e gli recitava un verso dell’Odissea: Un’isola c’è nel mare flutti infiniti, Davanti all’Egitto, la chiamano Faro.

Omero indicava la strada al suo più fervido lettore. Alzatosi, prese il cavallo, e al sole dell’alba, si diresse con Bucefalo verso quella che era ancora un’isola. Il luogo era incantevole: uno stretto istmo che separava un lago dal mare, quasi a formare un grande porto naturale. Alessandro comandò che fosse delineata lì la forma di una città, adattandola al sito. Farina bianca venne usata su quel nero terreno per delineare la forma della novella metropoli, farina che venne subito beccata da stormi di uccelli, a significare, secondo gli indovini, che quella città così grande avrebbe nutrito centinaia di migliaia di uomini. Era la primavera del 331 a.C. Lì sarebbe nata una delle più grandi metropoli dell’antichità.

L’Egitto era considerato dai Greci il Paese della sapienza per eccellenza, la culla della religione, e qui Alessandro cercava la risposta divina alla sua origine e alla sua investitura. A lui, al quale la madre aveva sin dall’infanzia inculcato il seme dell’origine divina, l’Egitto appariva la chiave del segreto della sua vita. Accompagnato da un piccolo esercito di fedelissimi, intraprese un viaggio di seicento chilometri in direzione della Libia, verso l’oasi di Siouha, disposto ad affrontare i vasti deserti, a sopportare la mancanza d’acqua, le più terribili tempeste di sabbia per conoscere la risposta del dio Ammone, lo Zeus greco. La volontà del dio sembrava sorridergli. Grandi piogge, come mai se ne videro in Egitto, risolsero il problema della sete, e resero l’arida sabbia più malleabile e percorribile. Altri eventi miracolistici sono narrati da Plutarco, come i corvi che indicavano la via del Tempio al Macedone e addirittura, gracchiando durante la notte, permettevano a quelli che si erano perduti di ricongiungersi al gruppo principale.

Al suo arrivo a Siouha, il guardiano del tempio salutò subito il re col titolo di “Figlio di Ammone” e lo introdusse nel luogo più segreto del santuario. Quando ne uscì, nonostante le pressanti richieste dei suoi compagni, non disse nulla, se non che aveva appreso dal dio tutto ciò che desiderava sapere. In una lettera a sua madre, scrisse poi che aveva ricevuto dai sacerdoti importanti vaticini, che avrebbe potuto riferire a lei solamente.

Questa è l’illustrazione della visita di Alessandro all’oracolo di Ammone della serie di figurine Liebig.

post-703-0-19039900-1371725270_thumb.jpg

Sistemate le sue faccende personali, Alessandro riprese l’inseguimento del Re dei Re, Dario.

apollonia

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Inviato (modificato)

Ho trovato qualche notizia sull'Oasi di Siwa:

Siwa (toponimo berbero, in caratteri arabi trascritto سيوة) è un'oasi del deserto libico, che appartiene all'Egitto e si trova a circa 300 chilometri dalla costa del Mar Mediterraneo, nel territorio del Governatorato di Matruh, quasi al confine con la Libia. Una strada la collega al capoluogo Marsa Matruh a nord, nonché all'oasi di Bahariya a est.

Situata in una profonda depressione (18 m sotto il livello del mare), Siwa è molto ricca di acque e produce grandi quantità di datteri di ottima qualità.

L'acqua di Siwa viene anche sfruttata da una impresa italo-egiziana che la imbottiglia e la commercializza in gran parte dell'Egitto.

La grande ricchezza di acque dell'Oasi presenta però il rischio di allagare i terreni coltivati e raggiungere le ampie distese di sale che si trovano ai suoi margini, rendendo sterili i campi. Per questo è necessaria una costante opera di drenaggio delle acque e un assiduo controllo.

Qui sotto la mappa per arrivare all'Oasi dalla famosa località balneare di Marsa Matruth e la vista dell'Oasi dai suoi confini, ossia arrivando dal deserto egiziano.

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Modificato da andreagcs
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