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Inviato (modificato)

DE GREGE EPICURI

Anzitutto, quali le origini del nome?

"Italioti" erano, per i Greci, gli abitanti di origine ellenica della Magna Grecia; in sostanza, i coloni greci in Italia Meridionale.

"Italici"venivano designati alcuni fra i residenti antichi della penisola, in particolare: Osci, Umbri, Sabelli e Sanniti, e "dialetti italici" le loro lingue; alcuni linguisti e storici chiamano "italici" anche i popoli del Lazio e dintorni, che parlavano il latino arcaico in qualcuna delle sue varianti. Ma in greco ITALOS, oltre che italico, significa anche vitello, e qui forse arriviamo alle origini del nome: infatti la penisola era ricca di bestiame bovino, al contrario della Grecia in cui dominavano le capre (era troppo arida e troppo povera di grandi praterie).

VITELIU, guarda caso, scritto in caratteri latini oppure osci, compare sulle monete dei confederati nella Guerra Sociale (91-87 a.C.), alternandosi con ITALIA, di cui sembra essere sinonimo. Terra dei vitelli, quindi, o dei bovini? Sembra di sì, o quanto meno è un'ipotesi molto accreditata. E qui siamo già alla numismatica.

I socii o alleati italici nel 91 si ribellarono a Roma e si unirono in confederazione (capitale Corfinium) perchè si sentivano discriminati; ritenevano di essersi guadagnati sul campo dei diritti, che lo Stato Romano non riconosceva; la richiesta era in sostanza di ottenere la cittadinanza romana, che racchiudeva in sè aspetti politici, economici, fiscali, ecc. Sembrerà strano ma, dopo una guerra sanguinosissima conclusa da Silla abbastanza ferocemente, la cittadinanza fu concessa: prima solo alle città italiche rimaste fedeli a Roma durante il conflitto, ma alla fine a tutti. Le monete d'argento della Lega Italica furono emesse sullo stesso "piede" (peso e percentuale in Ag) del denario romano prodotto a Roma, quindi risultarono compatibili ad una circolazione mista; cosa che infatti avvenne. Tuttavia Silla, alla fine del conflitto, le fece ritirare il più possibile e fondere, per cancellare il ricordo stesso della rivolta, e quelli che erano stati i suoi strumenti di propaganda.

Occorre tener conto che, in alcuni di questi denari, il toro (che sta per la Lega Italica) calpesta e strazia la lupa, simbolo ed animale sacro di Roma. E qui vi rinvio alle monete dei confederati italici: http://numismatica-classica.lamoneta.it/cat/R-RRG

Modificato da gpittini

Inviato

Sarà la mia ignoranza (cui altri porranno rimedio), ma qui devo saltare fino ad Adriano, il quale conia un denario in cui l'ITALIA è rappresentata al rovescio con una cornucopia (che non mancherà mai nelle "sue" monete) ed uno scettro: è quindi regina, generosa verso i suoi figli, ricca di beni.

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Inviato

Sempre Adriano ritorna in Italia da uno dei suoi numerosi viaggi, e solennizza l'evento con un sesterzio: ADVENTUS AUG ITALIAE. Credo che il rovescio andrebbe descritto nei dettagli, ma per ora non dispongo di tutte le notizie necessarie.

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Inviato

L'ultima moneta che ho trovato (ma ne esistono altre, e mi auguro che le mostriate) è questo sesterzio, già mostrato, di Antonino Pio. Qui l'Italia è seduta su un globo (signora del mondo intero?), e come sempre porta scettro e cornucopia.

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Inviato

Occorre aggiungere che l'Italia antica non coincide con quella che noi conosciamo. Anzitutto, per molti secoli il Nord è stato designato con nomi diversi, riferiti alle specifiche popolazioni: la Gallia Cisalpina per tutta la valle del Po (divisa a sua volta in Cispadana e Transpadana), la Liguria, allora molto estesa, la Venetia, la Rethia a Nord-Est...Inizialmente, con ITALIA si designava il Centro e il Sud, ad esclusione delle isole: nè Sicilia, nè Sardegna e Corsica erano comprese. Del resto, la Sicilia era terra a sè stante, da non confondere con la Magna Grecia.

Solo nel 292, con la suddivisione dell'Impero in DIOCESI operata da Diocleziano, venne istituita la Diocesis Italiciana, comprendente anche Sicilia,Sardegna e Corsica oltre che, ovviamente, tutto il Nord.

Nel Medio Evo ritornano le divisioni: il Regno d'Italia di Berengario ovviamente non ha nulla a che fare con la Sicilia e cerca invano di estendersi verso Sud (obstante papa...); Federico 2° sarà anzitutto Re di Sicilia, poi Re d'Italia ed infine Imperatore del Sacro Impero Romano Germanico. Solo con l'unificazione del 1861 anche Sicilia e Sardegna vengono incorporate nel concetto geografico-politico della nazione.


Inviato

Salve. Bella questa discussione. :) Ne ricordo un'altra tenuta in passato sullo stesso argomento:


Inviato

Ciao,

in effetti c'era stata una discussione analoga qualche tempo fa.

Ma non si riuscirà a crearne sempre di nuove o inedite... Se si posta, prima o poi si incorre nel rischio di ripetersi. Ma proporne, a mio parere, è sempre un merito.

Per questo motivo impreziosisco l'odierna con un bell'aureo:

Aureus circa 136, 7.40 g. HADRIANVS - AVG COS III P P Bare-headed and draped bust r. Rev. ADEVNTVI - AVG - ITALIAE Hadrian on l. standing r., raising r. hand and holding scroll in l.; before him, Italia on r. standing l., sacrificing out of patera over lighted altar and holding cornucopia. RIC 320. BMC 789 and pl. 62, 13 (these dies). C 43. Vagi 1343. Calicó 1177.

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E con un sesterzio di Marco Aurelio, coniato per festeggiare il suo ruolo di "salvatore dell'Italia", al rientro dalla vittoriosa campagna contro i Germani:

MARCUS AURELIUS. 161-180 AD. Æ Sestertius (32mm, 24.02 gm). Struck 173 AD. Laureate head right / RESTITVTORI ITALIAE, Aurelius standing left, raising kneeling figure of Italia who holds a globe. RIC III 1077; BMCRE 1449; Cohen 538. VF, dark green patina, some minor roughness.

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E anche se non c'entra con la personificazione dell'Italia ma con la stessa come regione geografica:

Nerva. AD 96-98. Æ Sestertius (34mm, 26.09 g). Rome mint. Struck AD 97. Laureate head right / VEHICVLATIONE ITALIAE REMISSA, SC in exergue, two mules grazing, one left and one right, cart with pole and harness behind. RIC II 93; BMCRE 119; Cohen 143; Banti 44. Good Fine, brown and green patina, some roughness.

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Emesso da Nerva per celebrare l'assunzione delle spese delle poste imperiali da parte del governo centrale.

Ciao

Illyricum

:)


Inviato (modificato)

Salve Illyricum. :) So che non sempre si possono creare discussioni inedite, ma la mia intenzione era solamente quella di segnalare una discussione antecedente in modo che non andasse perduta, la quale, mi pare, è in argomento. Ripetere, poi, giova in quanto è un'occasione per approfondire una tematica. Aggiungo, quindi, anche io qualche moneta tratta dal web.

Alcune emissioni di Antonino Pio:

1) AR denario di Antonino Pio battuto intorno al 140-143 d.C.

D/ ANTONINVS AVG PI VS P P TR P COS III , busto laureato a destra.

R/ ITA - LIA, la Personificazione dell'Italia turritoa, assisa su globo verso sinistra reggendo uno scettro e una cornucopia.

Rif.: RIC 73c. BMC 214. C 463.

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2) AE sesterzio di Antonino Pio battuto intorno al 140-144 d.C.

D/ ANTONINVS AVG PIVS P P TR P COS III, busto laureato e drappeggiato a destra.

R/ La Personificazione dell'Italia turrita, assisa su globo verso sinistra reggendo uno scettro e una cornucopia. In esergo ITALIA, ai lati S-C.

Rif.: RIC 746b.

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Modificato da Caio Ottavio

Inviato

Ciao Caio Ottavio,

non c'è problema... era solo un'osservazione.

Ripetere, poi, giova in quanto è un'occasione per approfondire una tematica.

Infatti. E magari si può integrare o ampliare quanto detto precedentemente con nuovi dati o monete.

Ciao

Illyricum

:)


Inviato

Continua la serie di Adriano per l'Italia con questo altro denario:

3) Coin Type: Silver denarius of Hadrian, 117-138 CE

Mint and Date: Rome, 136 CE

Size and Weight: 17mm x 18mm, 2.9g

Obverse: HADRIANVS AVG COS III P P

Laureate head right.

Reverse: ITALIA

Italia standing facing, head left, holding long sceptre in right hand in front and cornucopia in left arm.

References: RCV (2002) 3499; RIC II 307

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Inviato

DE GREGE EPICURI

Devo fare ammenda verso Daniloantonia, perchè mi ero completamente dimenticato della discussione del 1.7.11: e pensare che ero pure intervenuto!! I neuroni cominciano a far difetto...Comunque, rileggendo il post di apertura (Geografia di Strabone), devo dire che la geografia si inchina alla storia; ai tempi di Strabone l'Italia del Nord andava dal Varo (oggi Var) a Pola (oggi Pula). Beh, abbiamo perso più a Ovest che a Est, o forse siamo lì: da Ventimiglia al Var ci sono almeno 40 Km (tutta la vecchia Contea di Nizza, ceduta nel 1860-61). E da Trieste a Pola? Credo di meno, ma lascio la parola ai due di Tergeste.


Inviato

Ciao Gianfranco,

al giorno d'oggi tra Trieste e Pola, prendendo la cosiddetta "Y", ovvero la strada a pedaggio che taglia l'Istria verso sud, son 120 km. Praticamente devi considarare la lunghezza della penisola istriana. Questa, specie nella zona costiera, era ricca di cittadine e ville rustiche romane (es. vedi http://www.archeologia.unipd.it/page25/page106/page106.html). Quella del link da alcuni bolli viene attribuita addirittura alla gens Claudia. Il litorale costiero era molto apprezzato dai Romani.

In età romana da Tergeste prendevi la via Flavia che proseguiva lungo il litorale istriano passando per Parentium (Parenzo - Porec). C'era poi un'altra via interna che passava per Piquentium (Pinguente - Buzet) e da qui si riportava verso Parentium e la litoranea costiera o portava verso Tarsatica (Fiume - Rjeka) o la stessa Pietas Iulia Pola (Pola - Pula). Tarsatica era servita anche da una direttrice interna più breve.

Ciao

Illyricum

:)


Inviato

Direi che la discussione sull'Italia ci era sfuggita nella ricerca, e credo che entrambe vadano di diritto nel raccoglitore dei rovesci, nel (nuovo) capitolo "Rappresentazioni geografiche" :)

Ciao, Exergus


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Dopo la moneta del bellum sociale l'Italia torna su di una moneta del periodo repubblicano in questo denario della gens Fufia

Q. Fufius Calenus & Mucius Cordus. 68 a.C. AR Denario Serrato. ne l rovescio che allego si legge ITAL in monogramma

a sinistra e RO a destra , CORDI in esergo, Italia e Roma si stringono la mano.

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Modificato da meja
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Inviato (modificato)

il dritto le immagini provengono da Wildwins

Questa emissione del magistrato Fufius Calenus arriva dopo la conclusione della guerra sociale contro gli insorti della lega italica guidata da Q. Poppedio Silone e C.Papio Mutilo.

Il rovescio riporta le figure di Roma e dell'Italia nell'atto di stringersi la mano, commemora in sostanza la pace ottenuta grazie all'intervento della lex Julia e Plautia-Papiria.

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Modificato da meja

Inviato (modificato)

Sono molto belli i denari degli insorti sociali e molto significativi, essendo anche rari non mi stupisce che poi spuntino delle cifre molto alte quando vanno in asta.

Ritornando alle monete imperiali credo che effettivamente la prima moneta che riporti in legenda la parola Italia sia il sesterzio di Nerva Vehiculatione Italiae Remissa, gia' ricordato da Illyricum e di cui riporto una foto migliore per apprezzare meglio la bellezza del rovescio:

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Ci sono poi le monete di Traiano con la tematica ALIM ITAL (Alimenta Italiae) che sono molto significative degli sforzi di Traiano per migliorare la situazione lasciata dalle guerre civili in Italia. Egli aveva destinato alcuni terreni statali alla coltivazione di frumento e ortaggi con cui poi sfamare una fetta della popolazione piu' povera e in particolare i bambini rimasti orfani e che vivevano sbandati nelle strade. Sembra che con cio' abbia continuato una politica di aiuti gia' iniziata da Nerva. Plinio il Giovane ci riporta che Traiano aveva adottato personalmente 5000 bambini orfani che venivano cresciuti a spese dello Stato e che sarebbero stato un vanto in tempi di pace e una possibile risorsa in tempi di guerra; "questi venivano cresciuti insegnando loro ad amare il proprio paese non solo come patria ma anche come madre che li sfama".

Ad ulteriore testimonianza e' stata inoltre ritrovata una tavola di bronzo vicino a Piacenza nel 1747 (ce ne parla l'Eckel nel sesto volume della sua Doctrina Nummorum Veterum) in cui venivano riportate le quantita' mensili di alimenti riconosciute da Traiano a 281 bambini appartenenti all'oscura citta' di Velcia, riportando in modo dettagliato i terreni di quali proprietari dovessero fornire questi alimenti e i dettagli economici che avrebbero garantito loro il sostegno da parte dello stato. Questa tavoletta e' stata datata al 103 dC, contemporanea quindi a molte emissioni con i rovesci ALIM ITAL.

Riguardo alle raffigurazioni monetali a questo soggetto la piu' significativa e' quella riportata su alcuni aurei del COS V (103-111 dC) sui quali al rovescio Traiano e' rappresentato nell'atto di elargire del cibo a dei bambini e sotto in esergo la scritta ALIM ITAL:

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Significative sono anche le raffigurazioni presenti su denari e sesterzi in cui viene rappresentata l'Abbondanza con cornucopia colma di frutta e sotto un bambino a volte rappresentato con un rotolo in mano (che rappresenta la disposizione di Traiano che ne decreta la sua adozione), ALIM ITAL in esergo:

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Infine esistono anche dei sesterzi (piu' rari) in cui le due precedenti raffigurazioni vengono in qualche modo accoppiate, con l'Abbondanza che presenta dei bambini a Traiano seduto rappresentato con uno scettro e con un braccio disteso pronto ad accogliere un bambino; sotto sempre ALIM ITAL in esergo:

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Modificato da cliff
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la tavola alimentaria a cui fa riferimento Cliff dovrebbe essere quella della città di Velleia o Veleia sull' Appenino Piacentino

http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/veleia/index.htm

nella tavola in bronzo vi sono le obbligazioni di diversi proprietari terrieri

http://www.jstor.org/pss/20190918

la tavola originale è visibile al museo archeologico di Parma

Modificato da meja

Inviato (modificato)

la tavola alimentaria a cui fa riferimento Cliff dovrebbe essere quella della città di Velleia o Veleia sull' Appenino Piacentino

http://www.archeobo.arti.beniculturali.it/veleia/index.htm

nella tavola in bronzo vi sono le obbligazioni di diversi proprietari terrieri

http://www.jstor.org/pss/20190918

la tavola originale è visibile al museo archeologico di Parma

Grazie Meja per gli interessanti articoli! :) La tavola a cui mi riferivo io e' proprio quella conosciuta come la tavola alimentaria di Velleia (o Veleia o Velia o Velcia come viene riportata nella letteratura anglosassone).

Ho rintracciato sul sito da te segnalato archeobo.arti.beniculturali.it la descrizione del ritrovamento e la spiegazione di quanto viene riportato su questa tavola. Riporto qui i testi perche' molto interessanti.

Scoperta:

Nota alle fonti antiche, della città romana di Velia e del luogo ove sorgeva si era persa, nei secoli, memoria. Solo il caso volle che, nel 1747, Giuseppe Rapaccioli, Arciprete della Pieve di S. Antonino in località Macinesso, trovasse, ad ovest della chiesa, i frammenti di una grande tavola di bronzo iscritta. Ignorando il valore dell’iscrizione e nell’intento di ricavarne una buona somma di denaro, i frammenti di bronzo furono venduti, com’era usanza dell’epoca, a diverse fonderie della zona. La tavola sarebbe andata, pertanto, inesorabilmente perduta (e probabilmente fusa, secondo le notizie del tempo, per dotare la Cattedrale di Fidenza di una nuova campana) se un frammento non fosse venuto fortuitamente in mano ad uno studioso dell’epoca, il conte Roncovero, che, riconosciutane l'antichità, propose al conte Antonio Costa, Canonico della Cattedrale di Piacenza, di acquistare insieme i pezzi dispersi. Due anni dopo, gli studiosi Lodovico Muratori e Scipione Maffei pubblicarono, separatamente, l’iscrizione, riconoscendovi la Tabula Alimentaria traianea, contenente le disposizioni del prestito fondiario ipotecario voluto da Nerva e Traiano, i cui interessi venivano devoluti per il sostentamento dei fanciulli indigenti della città. Il Muratori intuì anche, dalla lettura della Tabula, che il sito della scoperta, nonché luogo beneficiato dal prestito ipotecario, doveva corrispondere a quello ove sorgeva l’antica città di Veleia.

La Tabula Alimentaria:

La grande tavola di bronzo (m 1,38 x 2,86) rinvenuta nel 1747 a Veleia costituisce un documento di eccezionale valore che testimonia l’istituzione per la città degli alimenta, ossia di un prestito ipotecario offerto ai proprietari fondiari della zona, i cui interessi erano destinati al mantenimento dei fanciulli e delle fanciulle indigenti.

L’episodio faceva parte di una più grande operazione finanziaria, ideata dall’imperatore Nerva (96-98 d.C.) e sviluppata poi da Traiano (98-117 d.C.), che doveva contribuire a incoraggiare il sostentamento dei giovani, al fine di assicurare future generazioni di soldati e di funzionari di condizione cittadina e di nascita italica.

Il tentativo era quello di arrestare la decadenza demografica ed economica dell’Italia che, all’inizio del II secolo d.C., a causa della concorrenza delle vicine province, della pressione fiscale che aumentava di pari passo con l’espandersi dell’impero e delle sempre nuove necessità di guerra, era tale da farla divenire una regione secondaria dell’impero.

Spiegazione del meccanismo finanziario del prestito e della distribuzione degli interessi ai giovani di Velleia:

La Tabula alimentaria contiene le disposizioni dell’imperatore (ex indulgentia optimi maximique principis) per l’istituzione di un prestito ipotecario (obligatio praedorium) concesso direttamente dal patrimonio personale dell’imperatore (il fiscus). Il prestito, probabilmente a fondo perduto, era suddiviso in due blocchi di obbligazioni, rispettivamente di 1.044.000 (tra il 106 e il 114 d.C.) e 72.000 sesterzi (del 101 d.C.). Gli interessi, calcolati nella misura del 5% annuo, erano convogliati in sede municipale e distribuiti, in contanti o in natura (frumento), a 245 figli e 34 figlie legittimi, cui si aggiungono un figlio e una figlia illegittimi.

Il sussidio corrispondeva all’incirca al minimo vitale di mantenimento: i figli legittimi ricevevano ciascuno 16 sesterzi mensili, le legittime 12 sesterzi come l’unico maschio illegittimo, mentre l’unica femmina illegittima prendeva 10 sesterzi. I fanciulli dovevano essere minorenni, presumibilmente inferiori ai 18 anni se maschi e ai 14 se femmine.

Quanto al prestito fondiario, di esso potevano beneficiare oltre ai proprietari veleiati anche quelli delle città vicine, Piacenza, Parma, Libarna e Lucca; la somma del prestito era distribuita in proporzione ai possedimenti.

I proprietari sono elencati in oltre sei colonne, secondo uno schema regolare: per ogni obbligazione sono riportati il nome del proprietario contraente il prestito e quello dell’eventuale intermediario incaricato della dichiarazione (descriptio), la stima delle proprietà date in pegno (aestimatio) e la somma corrisposta dall’amministrazione per conto dell’Imperatore. Del terreno offerto in garanzia è indicato il nome (vocabulum) del fondo e di almeno due proprietà confinanti, l’uso del suolo, le eventuali pertinenze (fattorie, ovili, fornaci), la localizzazione topografica nel distretto (pagus) e, nel caso, nell’ambito più ristretto del vicus.

La Tabula Alimentaria offre uno spaccato unico della situazione dell’Appennino piacentino agli inizi del II secolo d.C.: rivela, in particolare, la progressiva costituzione di grandi proprietà fondiarie, sebbene resistano ancora appezzamenti più piccoli e l’alta percentuale di terreni lasciati a pascolo e a bosco, a riprova della preponderanza delle attività silvo-pastorali rispetto a quelle agricole.

I dati toponomastici e onomastici tradiscono, infine, il persistere delle popolazioni locali: accanto ai nomi latini figurano, infatti, cognomi quali Ligurinus e Ligus e toponimi quali Bagiennus e Statiellus (dal nome di due popolazioni liguri note dalle fonti antiche), di chiara origine ligure, nonché elementi di ascendenza celtica, come Noviodunos (dal celtico novio = nuovo e dunos = fortezza), a ricordo delle invasioni galliche.

Modificato da cliff
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Inviato

Traiano Optimo Principi !!!

altra fonte storica è la Tavola Alimentaria detta dei Liguria Baebiani

http://www.pontelandolfonews.com/assets/files/2004%20SIRAGO_La_tavola_alimentaria_dei_Liguri_Bebiani.pdf

"Nel 1874 si concluse la vendita allo Stato Italiano, e il 19 giugno 1875 essa fu sistemata nel Museo Kircheriano di Roma, oggi detto

Museo Romano delle Terme (di Diocleziano), ben custodita, ma inavvicinabile, a causa della "riorganizzazione". Praticamente l’ultimo studio risale a Paul Veine del 1958".

Che tristezza...il Museo Nazionale Romano quindi non "ingoia" solo migliaia di monete destinandole all'oblio ma anche reperti archeologici ben piu' importanti! Addirittura questa tavola alimentaria e' stata acquisita nel 1875 e da allora dimenticata in qualche sottoscala dato che il museo e' dal 1875 che e' in "riorganizzazione"...poveri noi...era meglio se finiva al Museo di Berlino dove il Mommsen voleva portarla...


Inviato

Ringrazio Meja e Cliff per le interessanti notizie riguardo gli aiuti umanitari del periodo imperiale, una vera e propria FAO dell'antichità :good:

Rimanendo in tema Italia, vorrei aggiungere qualche moneta delle legioni che portavano il suo nome.

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Settimio Severo, Legio I Italica

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Gallieno, Legio I Italica con il simbolo dell'ippocampo.

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Gallieno, Legio II Italica Fides

Questa emissione celebra il 7° anniversario della legione. Il riferimento è alla fedeltà della legione, per il suo ruolo decisivo nella sconfitta dell'usurpatore Regaliano.

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Gallieno, Legio III Italica

Questa legione, il cui simbolo è la cicogna, fu istituita da Marco Aurelio nel 165 d.C. in occasione delle guerre contro i Marcomanni. Nel 170 costruì una fortezza, Castra Regina, i cui resti sono visibili ancora oggi nella piana di Regensburg. Nel IV secolo la legione è presente nelle provincie Danubiane


Inviato

Aggiungo anche questo denario, un'emissione anonima del periodo delle guerre sociali, 90-88 a.C.

Al dritto la testa laureata dell'Italia, al verso la scena di un giuramento, otto soldati circondano un vittimario che tiene un maiale per il sacrificio

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