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IGNORED

Lezioni di lingua etrusca.


Risposte migliori

Inviato

Ottimo, sono felice che tutto ciò possa esservi utile. :D

A che punto stiamo? Tutto chiaro fin qui? :)

fantastico oramai scrivo solo in etrusco!!!

aspetto con impazienza le altre lezioni

ciao


Inviato

Per me possiamo riprenderle, credo di essere guarito.

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Inviato

Perfetto. :) Allora possiamo continuare con il Quarto Incontro:

Le Vocali.

Dalle fonti etrusche che ci sono pervenute sappiamo che il sistema vocalico in uso in questa lingua è ridotto rispetto ad altre lingue della classicità. Non è più presente il grafema che indica il suono o: è ipotizzabile, infatti, che la differenza di pronuncia tra la o e la u era talmente irrilevante e poco sentita che si ritenne opportuno non registrarla nella scrittura graficamente. In etrusco le vocali sono quattro: a, i, u, e. Esse si distinguono in:

- palatali, che sono tre (a,e,i);

- velari, che sono due (a, u).

Come si può vedere anche dallo schema in figura 1, la vocale a presenta un doppio grado di apertura: uno palatale e l'altro velare, per questo è detta centrale. Fenomeno frequente presente nelle iscrizioni etrusche (vedi, ad esempio, quelle della Necropoli di Crocifisso del Tufo a Orvieto) è lo scambio di posto nella parola, soprattutto nei nomi propri e nei gentilizi, delle vocali e ed i. Questo fenomeno, rendendo versatili le due vocali in oggetto, ha contribuito alla loro sopravvivenza grafica, a differenza di ciò che accadde con la o. Quest'ultima, infatti, doveva essere messa in relazione con la u, ma, vista la sua sparizione, anche le vocali e ed i devono essere rapportate alla u. Infatti, non sussistendo la proporzione o:u=e:i per mancanza della o, si ha che entrambi le vocali (e,i) debbano essere per forza legate alla u. In questo modo il sistema viene a semplificarsi come si può vedere nella figura 2: vi sono solamente due gradi di apertura, formando, in questo modo, un sistema vocalico simmetrico. Quindi, in età arcaica, l'uso delle vocali nelle parole scritte (vocalismo) era molto diffuso ed accentuato. Durante il V e il IV sec. a.C. le vocali all'interno delle parole vengono a semplificarsi ulteriormente nella scrittura: si ha così, fino al I sec. a.C., il cosiddetto fenomeno della sincope della vocale atona: la caduta di una vocale breve all'interno di una parola (presente anche nella lingua greca). Esempio: da *lautun (che significa famiglia) si ha, per sincope, lautn: *lautun > lautn. Questo fenomeno della sincope può ripetersi anche più di una volta e in modo progressivo nella stessa parola (sincope progressiva e multipla). Esempio: da *munisule (che significa spazio, tomba) si ha, per sincope progressiva e multipla, mnsle: *munisule > mnsle. Stesso fenomeno della sincope, in questa ultima fase della lingua etrusca, si può verificare in presenza di vocali che si trovano in prossimità di consonanti liquide e nasali che si trasformano in sonanti. L'accento, tenendo conto dei fenomeni visti fino ad ora, tendeva a cadere sulla sillaba iniziale. In questo modo l'accento rendeva quella sillaba la più importante in tutta la parola. Da ciò si desume che gli etruschi contassero le sillabe e conoscessero la loro quantità vocalica.

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Fig. 1.

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Fig. 2.


Inviato

I Dittonghi.

Sull'uso dei dittonghi si sa ancora poco. I dittonghi sono, per definizione, il risultato dell'unione di due vocali che si pronunciano con una sola emissione di voce in modo da formare una sola sillaba. I dittonghi hanno un solo accento. Nella fase arcaica dell'etrusco si concentrano alcune tendenze alla formazione grafica dei dittonghi, ma nella fase del neo-etrusco i dittonghi scompaiono facendo posto alla monottongazione, cioè la riduzione del dittongo ad una sola vocale, soprattutto nell'onomastica, sia di nomi derivanti dal greco sia di quelli tipicamente etruschi. Così si ha per quanto riguarda la
a,
la
e
e la
i
:

ai > ei > e.

ei > e.

au > a.

Per quanto riguarda la u quest'ultima si trasforma in
v,
cioè la cosiddetta
u
consonantica:

au > av.

eu > ev.

Da ciò deriva anche lo scambio tra
u
e
v.
Come si vede, l'etrusco era molto aperto e mobile nei confronti di nuove norme linguistiche e, di solito, era meno legata alle regole ortografiche rispetto ad altre lingue classiche.

Inviato

Bene, prendo appunti!

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Inviato (modificato)

Va bene. :)

Possiamo procedere con il prossimo argomento?

Modificato da Caio Ottavio

Inviato (modificato)

Buonasera a tutti.

Con l'avvicinarsi delle Festività Natalizie colgo l'occasione, attraverso queste poche righe, di augurare a tutti gli utenti, in particolare agli aderenti a questa iniziativa, un buon Natale e un felice anno nuovo, ricco di avvenimenti piacevoli e situazioni soddisfacenti. Spero che l'operato della stessa sia sempre di vostro gradimento. Se qualcosa non vi piace o volete segnalare qualcosa, fate pure. Ancora auguri a tutti.

Modificato da Caio Ottavio

Inviato (modificato)

Complimenti Caio per la discussione.

Diciamo che sono un po' avvantaggiato avendo studiato l'etrusco all'università (oltretutto appassionandomi extra corso).

Però per farti capire il livello di malattia ti inserisco questa foto...il piatto è di mia nonna e dopo averle detto cosa c'era scritto continua a mettermelo a tavola... :lol:

Ovviamente sono al corrente che Mirko non era un nome presente in etruria, ma Marco sì e facendo fede alla sillaba balbettata Mamarcus, mi sono appropriato di una mia personale versione etrusca del nome :D

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Siamo di fronte ad un'iscrizione parlante, di possesso: il pronome MI è concordato con SPANTI che esprime il nome dell'oggetto: spanti in umbro esprime il piatto dove venivano tagliate le carni o il piano dell'altare per sacrifici. Nel prestito in etrusco la parola mantiene il valore semantico in quanto identifica un oggetto la cui forma è 'piana'.

Il tutto è seguito dal nome MIMIRKUS, ovviamente inventato.

In origine l'iscrizione proviene da Cerveteri e nel nome c'è Sculina, probabilmente maschile.

Ecco un'immagine della trascrizione

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e un'altra immagine di uno dei piatti ceretani nel quale possiamo trovarne un'altra.

MI SPANTI NUZINAIA

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Ti lascio adesso proseguire questo bellissimo excursus.

Mirko :)

Modificato da Mirko8710
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Inviato (modificato)

Salve Mirko. :)

Ti ringrazio tantissimo per questo interessante ed originale post! Devo dire che hai saputo incidere l'iscrizione in modo preciso ed è molto simile all'originale: davvero complimenti. :D Io, per il momento, sono autodidatta e studio un po' di etrusco nei ritagli di tempo libero tra una cosa e l'altra. Poi, magari, ho in mente un ulteriore approfondimento. Appena avrò riordinato un po' di fogli e appunti ti contatterò per avere anche una tua opinione. ;) :good:

Modificato da Caio Ottavio

Inviato

Con piacere Caio! Attendo...

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Inviato

Bazzicando poco in questa sezione, non mi ero reso conto di questa discussione spettacolare che per me è interessante e mi affascina molto (anche perchè questa è una zona particolarmente interessata, nei miei terreni ci sono 2 tombe etrusche, ma in generale tutta la zona è piena di apogei, poi a mezzo km c'era un importante tempio con annesso pozzo votivo... un sito molto bello)... faccio i miei più forti compluimenti a Caio Ottavio... con il favore delle vacanze natalizie tenterò di mettermi in pari con le lezioni!!!! ancora complimenti!

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Inviato

Gente, faccio anch'io gli auguri ai cultori dell'Etrusco :D

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Inviato

Bazzicando poco in questa sezione, non mi ero reso conto di questa discussione spettacolare che per me è interessante e mi affascina molto (anche perchè questa è una zona particolarmente interessata, nei miei terreni ci sono 2 tombe etrusche, ma in generale tutta la zona è piena di apogei, poi a mezzo km c'era un importante tempio con annesso pozzo votivo... un sito molto bello)... faccio i miei più forti compluimenti a Caio Ottavio... con il favore delle vacanze natalizie tenterò di mettermi in pari con le lezioni!!!! ancora complimenti!

Grazie Magdi. :) La tua è davvero una zona di grande interesse: Pisa fu fondata da gruppi di popolazione etrusca o tardo-villanoviana (IX-VIII sec. a.C.). Dunque la città fiorì come centro etrusco. Se per te è più comodo aspetto un po' prima di andare avanti così avrai tutto il tempo per riprendere le nozioni già postate. Infine, farei solo un piccolissimo passo avanti, dato che non c'è molto da dire: Quinto Incontro.

Le Consonanti.

Il sistema consonantico etrusco ricalca per la maggior parte quello già creato dai Greci, modificandone solamente alcune parti. Tutto il sistema si basa su quattro gruppi di consonanti (digrammi) che poi, trasformandosi, hanno dato vita alle più familiari consonanti:

- ph in seguito alla caduta dell'h > p

- kh in seguito alla caduta dell'h > k

- th in seguito alla caduta dell'h > t

- vh in seguito alla caduta dell'h > f *

* La scrittura vh è stata così mantenuta nel corso del VII-VI sec. a.C. anche nel Lazio e sostituita con f (in etrusco 8) dopo la caduta dell'h intorno al 550 a.C.

Appartengono alle sibilanti due consonanti opposte tra di loro e sviluppatesi in aree geografiche differenti all'interno del territorio controllato dagli Etruschi:

1) Etruria Meridionale: post-24898-0-87371600-1324641365_thumb.j e post-24898-0-98426300-1324641370_thumb.j.

2) Etruria Centrale: M.

3) Etruria Settentrionale: M e post-24898-0-87371600-1324641365_thumb.j.

post-24898-0-87371600-1324641365_thumb.j sta per s semplice, mentre M sta per ss, ovvero in traslitterazione dall'etrusco post-24898-0-02554200-1324641881_thumb.j

In etrusco la z non conserva più quel valore di sonora che aveva in greco. La z realizza pertanto gruppi di dentale + i semiconsonantica dove essa esprime il suono [ts], cioè una dentale affricata.

Sono presenti, inoltre, due liquide (l, r) e due nasali (m, n).

Riassumendo possiamo racchiudere il sistema consonantico etrusco nel seguente schema:

Occlusive: Aspirate: ph>p; th>t; kh>k.

Affricate: z, ovvero [ts].

Spiranti: Labiodentali: f (in etrusco 8).

Sibilanti: Forti o palatali: ss.

Normali: s.

Aspirate: h.

Liquide: l,r.

Nasali: m,n.


Inviato

Gente, faccio anch'io gli auguri ai cultori dell'Etrusco :D

Grazie ggpp The Top. :) Naturalmente ricambio ricollegandomi a ciò che avevo già scritto al post #59. :D


Inviato

Bene, sono contento che si sia aggiunto Magdi! Domani prendo appunti sull'ultima lezione ;)

Ah, Magdi, non c'è fretta: Caio non ti interroga il giorno dopo! :D

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Inviato (modificato)

Sesto Incontro.

Il genere e il numero.

Per ora la maggior parte delle iscrizioni etrusche rinvenute ci ha rivelato nomi propri di persona e di divinità. Per questo oggi possiamo distinguere due generi, uno maschile e l'altro femminile, solo in relazione a queste due classi di parole. Il genere nei nomi propri è stato distinto anche in base alle raffigurazioni e ai ritratti che si trovavano sui sarcofagi o sulle urne dove erano apposte le iscrizioni. Così, possiamo ricavare una regola base per il genere:

- i nomi di origine greca che terminano in -os (ad es. Diphilos) in etrusco terminano in -e (ad es. Tiphile) che di solito determina i nomi di genere maschile;

- i nomi di origine greca che terminano in -a (ad es. Kassandra) in etrusco terminano in -a (ad es. Casntra) che di solito determina i nomi di genere femminile.

Infatti, anche i nomi di origini greche e di genere femminile terminanti in -os, come Atropos, in etrusco, essendo un nome proprio di genere femminile, si rende con la terminazione in -a, quindi Athrpa. I nomi di genere femminile possono essere indicati anche dalla terminazione in -i come dimostrato nello schema sotto. Seguono questa regola anche alcuni prenomi etruschi di genere maschile che hanno il corrispondente al femminile secondo il seguente schema:

Maschile: Aule; Vel; Sethre; Arnth; Larth.

Femminile: Aula; Vela; Sethra; Arnthi; Larthi.

Il genere dei nomi degli dei, invece, è di più facile riconoscimento dato che spesso questi nomi accompagnano le raffigurazioni pittoriche o incisorie delle divinità stesse. Rimanendo nell'ambito dei nomi propri, anche il gentilizio si distingue per il genere, dato che spesso viene concordato con il resto del nome. Si hanno, così, alcune distinzioni nei gentilizi: - i gentilizi di genere maschile terminano in -i nell'Etruria Meridionale e in -ei in quella Settentrionale. Per il femminile è diverso: i gentilizi di genere femminile hanno varie terminazioni e possono variare di caso in caso.

Anche in etrusco si distinguono due numeri: Singolare e Plurale. Il plurale dei sostantivi è caratterizzato dai suffissi -r, -l, spesso accompagnati da vocali eufoniche -a, -e, -u. Ad es.: clan (che in etrusco significa figlio e che ha due radici clan e clen-) al plurale fa clenar che è composto da clen- (seconda radice) -a (vocale eufonica) -r (suffisso che indica il plurale).

Modificato da Caio Ottavio

Inviato

Grazie, Claudio I. In effetti, tra poco inizieremo la parte più bella di questa lingua, almeno per me. :)


Inviato

Sono curioso... domani prendo appunti, ora sono assonnato :blum:

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Inviato

Va bene, ggpp The Top. :) Se devo ripetere qualcosa dite pure. ;)


  • 2 settimane dopo...
Inviato

Bella come discussione, essendo stato fuori molto spesso in questi giorni, non l' avevo notata.

La seguirò nei suoi sviluppi.


Inviato

Ho provato a seguire per un pò le lezioni, ma alla mia età, ricordo per un pò, ma poi dimentico quasi tutto :unknw: Scherzi a parte penso proprio che è una lodevole iniziativa, quella che stà portando avanti Caio Ottavio. Da ragazzo ero affascinato dalla storia etrusca, tanto che ho ancora qualche testo che acquistavo per saperne di più su questo straordinario popolo. La mia città, Cava dei Tirreni, testimonia dal nome la presenza degli Etruschi, i Romani chiamavano questo popolo "Tirreni" che voleva dire anche "pirati" (del mare). E nella mia provincia di Salerno, gli Etruschi hanno lasciato testimonianze grandiose nel Vallo di Diano e soprattutto in quel di Pontecagnano, dove non mancano ritrovamenti di iscrizioni etrusche su vasi di bucchero (tombe 1254 e 2720). Segnalo per gli appassionati questo link: http://www.canino.info/inserti/monografie/etruschi/etruschi_campania/pontecagnano.htm


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