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Inviato (modificato)

Nell’antica Roma le corone erano dei premi assegnati a chi compiva azioni che richiedevano un grande coraggio unito ad un alto valore morale. Ogni azione eroica veniva riconosciuta pubblicamente mediante un tipo specifico di corona.

La CORONA CLAUSTRALE veniva tributata al soldato che entrava per primo nel campo nemico scavalcandone lo steccato. Questa corona era guarnita di punte che simulavano le difese degli accampamenti.

La CORONA CIVICA era la ricompensa assegnata al legionario che salvava la vita di un camerata che stava per cadere in mano nemica. L’assalitore doveva essere ucciso ed il soldato salvato doveva testimoniare il valore del suo salvatore perché il riconoscimento venisse tributato.

Tale corona era composta da due rami di quercia. Questo riconoscimento venne tributato ad Augusto nel 24 a. C.

La CORONA GRAMINALE O OSSIDIONALE veniva attribuita ai soldati a capo di una legione che salvavano, con il loro coraggio, i commilitoni da un disastro gravissimo ed imminente. Essa venica composta intrecciando fili d'erba o fiori raccolti nel campo nemico

La CORONA MURALE veniva posta sul capo di chi, per primo, avesse scavalcato le mura di una città assediata. Aveva la forma e la struttura che ricalcava le mura e le torri di un'antica città fortificata.

La CORONA ROSTRALE apparteneva a chi entrava per primo in collisione con una nave nemica dando una svolta vincente alla battaglia. Tale tipologia di corona veniva detta “rostrale o rostrata” perché era ornata da un becco che ricalcava il rostro delle navi che altro non era che uno sperone in bronzo collocato sulla parte anteriore delle navi da guerra e serviva ad arpionare le navi nemiche. Famosi, a Roma, erano i rostri collocati nel Foro e che provenivano dalla battaglia di Anzio, dove Agrippa aveva sconfitto la flotta di Antonio e Cleopatra nel 31 a. C.

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In questa moneta (RIC I 158) troviamo i ritratti di Augusto ed Agrippa. Augusto indossa la corona civica con rami di quercia, mentre Agrippa presenta la corona rostrata.

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In questo denario (RIC 414) con l'indicazione del monetario Cossus Cn. F. Lentulo, vediamo Agrippa sia con la corona rostrata che con quella murale.

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La CORONA TRIONFALE era costituita da due rami di alloro e simboleggiava la vittoria. Nel periodo repubblicano era la ricompensa per i generali vittoriosi, mentre durante l’Impero era il simbolo inscindibile del titolo di imperatore. Essa divenne così un attributo del principe e segnava il suo potere supremo.

La CORONA RADIATA simboleggiava il sole e venne assegnata ad Augusto, dal Senato, dopo la di lui morte. A partire dal 66 d. C., durante l’impero di Nerone, tale corona distingueva il dupondio dall’asse mentre da Caracalla in poi divenne la caratteristica iconografica principale dei nuovi pezzi coniati dall’imperatore: gli antoniniani che valevano due denarii. In questo tipo di moneta, l’effigie dell’imperatrice è collocata su un crescente lunare in modo che la coppia imperiale viene ad essere assimilata al Sole ed alla Luna. Sempre la corona radiata, dall’imperatore Decio, venne incisa ad indicare il doppio sesterzio.

Ho aggiunto a queste brevi note le immagini della colonna rostrata che compare nel ritratto di Agrippa e che è la corona che mi piace di più; lascio a voi la composizione di una galleria di ritratti con altri tipi di corona :P

Enrico :)

Modificato da minerva
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Inviato

Ciao Enrico, un argomento molto interessante da trattare. Complimenti per l'originalissima idea.

Aggiungo l' "immancabile" e celeberrimo (grazie alla perugina :P ) denario di Faustus Cornelius Sulla.

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Inviato

Grande Cometronio! oo)

Ottimo esempio di corone trionfali composte con rami di lauro che servivano a celebrare i trionfi dei generali vittoriosi. Nell'epoca repubblicana erano distintivo solenne di questo tipo di celebrazioni mentre in epoca imperiale sarà la corona che indicherà la massima autorità dell'imperatore non solo ocme capo supremo delle forze militari, ma soprattutto per la sacralità che queste corone avevano essendo, il lauro, una pianta sacra ad Apollo.

Enrico :)


Inviato

Ciao, Minerva.

Ottima proposta: concisa, schematica e chiara.

Ottimo spunto per una discussione coinvolgente.

Così porgo il mio contributo alla stessa con una bella corona civica, già oggetto di discussione qualche tempo fa:

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Augustus, 30 BC-14 AD v.

Æ Sestertius, 18 BC, Rome, Crispin T. Quinctius Sulpicianus; 22.42 g. OB / CIVIS / SERVATOS Corona civica between two laurel branches / / T QVINCTIVS SVLPICIAN CRISPIN III VIR AAAFF to SC. BMC -; Coh. -; RIC ² -. Of the utmost rarity. Brown patina, very nice

Ciao

Illyricum

:)


Inviato

Grazie Illyricum per la bellissima corona civica intrecciata con rami di quercia :)

Il Senato onorò Ottaviano con questa corona per i grandi meriti che aveva conquistati nel periodo turbolento del declino della Repubblica e la fece affiggere sulla porta della sua casa, retta da un Genio. Insieme alla corona venne tributato al suo onore uno scudo d'oro che trovò collocazione nella Cura Giulia per meriti di virtù, clemenza, giustizia e pietà.

Enrico :)


Inviato

Grande Cometronio! oo)

Ottimo esempio di corone trionfali composte con rami di lauro che servivano a celebrare i trionfi dei generali vittoriosi. Nell'epoca repubblicana erano distintivo solenne di questo tipo di celebrazioni mentre in epoca imperiale sarà la corona che indicherà la massima autorità dell'imperatore non solo ocme capo supremo delle forze militari, ma soprattutto per la sacralità che queste corone avevano essendo, il lauro, una pianta sacra ad Apollo.

Enrico :)

...pianta sacra ad Apollo, dio della poesia e della musica, il che faceva della corona d'alloro anche la corona dei poeti. Le muse incoronavano i poeti sul monte elicona... :rolleyes:


Inviato

Verissimo, Cometronio :)

Le corone d'alloro oltre alla vittoria ed al potere sono da sempre l'attributo dedicato alla nobiltà della poesia e della conoscenza all'ombra del sapiente dio Apollo oo)

Enrico :)


Inviato (modificato)

bellissimo argomento....dai Appunti di numismatica del Gnecchi riporto:

la corona Obsidionalis (la corona di Giulio Cesare)

la corona di mirto

"...Di foglie di Mortella e non d'Alloro,....deve intendersi la corona che cinge il capo di Venere,.....,.....debba ritenersi di Mirto anche la corona che cinge il capo di Lepido....... i piccoli successi della guerra spagnola pare non dovessero bastare a fargli decretare la corona obsidionalis. Bisognava quindi accontentarsi della corona ovalis, la corona di ovazione pei piccoli trionfi, la quale era appunto formata da rami di Mirto ...."

la corona di ulivo

"Ai militari che non avevano combattuto, ma che avevano contribuito ad ottenere una vittoria e conseguentemente la pace, era concordata una corona d' Ulivo.....puo' darsi che talvolta sia appunto d'Ulivo la corona di Antonino Pio, di M. Aurelio, di Commodo o d'altro quando rappresentati a cavallo da pacificatori....."

corona di pioppo

"Si narra che Ercole, ritornando dagli inferi cogliesse due rami di un Pioppo,.....se ne facesse una corona, intendendo simboleggiare, col doppio colore delle foglie, la duplicita' delle su fatice compiute nell'altro modo e negli inferi. Cosi' il Pioppo resto l'albero sacro ad Ercole. La testa di Ercole non ci appare mai coronata.........; ma abbiamo un medaglione di L. Vero, in cui Ercole trionfante si incorona......Quella corona deve dunque ritenersi di Pioppo,......e un Pioppo e' l'albero che gli sta accanto."

la corona di pino

"...e pure di Pino era la corona di Silene o Silvano.......perche' di pino erano costruite le navi, il Pino venne scelto da Nettuno quale suo emblema. E precisamente di pino e' la coronata la testa di Nettuno sui denari......Essa e' chiaramente riconoscibile nelle monete di buona conservazione..."

la corona di fico

la corona di noce e di rosmarino

domani vi riporto i diversi significati

Buonanotte!!

Modificato da snam
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Inviato (modificato)

Grazie, Snam, per le interessanti notizie sui più specifici e dettagliati tipi di corona utilizzati dai romani e sui loro significati :)

Enrico :)

Modificato da minerva

Inviato

Riprendendo la corona civica di Augusto postata ieri da Illyricum con il sesterzio che riporta in legenda Crispin T. Quinctius Sulpicianus, riporto la corona civica dell'imperatore Claudio che gli venne tributata, insieme a quella navale della quale non ci sono pervenute immagini, dopo la sua unica campagna militare in Britannia che si svolse positivamente nonostante le rocambolesche vicissitudini marinaresche causate più dal cattivo tempo che da battaglie che in effetti non ci furono :D

Sesterzio RIC 112; C. 38

Al dritto ritratto laureato dell'imperatore rivolto a destra e legenda: TICLAVDIVSCAESARAVGPMTRPIMPPP

Al rovescio: corona civica con dentro: EX SC/PP/OBCIVES/SERVATOS

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Busto marmoreo dell'imperatore con corona civica di rami di quercia intrecciati:

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Enrico :)


Inviato

...la corona Obsidionalis (la corona di Giulio Cesare)...

Riporto il denario di Giulio Cesare catalogato Bab. 58 con al dritto il ritratto coronato di Cesare, rivolto a destra. Al rovescio la legenda L MVSSIDIVS LONGVS e timone, cornucopia su globo, caduceo alato ed apex.

Il Babelon descrive il ritratto del dritto come: "testa laureata di Giulio Cesare", ma dalle immagini si vede che la corona non è quella classica di lauro e gli interessanti spunti riportati da Snam, ripresi dallo Gnecchi, in effetti confermano la visione di una corona ossidionale.

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Enrico :)


Inviato

Bell'argomento :)

Contribuisco con queste immagini, reperire altre corone non sarà così facile...

Filippo I e signora, Marcia Otacilia Severa, con i simboli del Sole e della Luna:

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Inviato

Grazie Exergus e complimenti per le belle e significative immagini di ritratto dell'imperatore con la corona radiata e quello dell'imperatrice sul crescente lunare. Nerone era stato il primo imperatore ad utilizzare da vivo la corona radiata mentre prima di lui era un attributo iconografico del Divus Augustus.

Vediamo in questo denario di Caligola, ad esempio, il ritratto di Augusto con la corona radiata e con due stelle.

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Enrico :)


Inviato

Con Costantino I e figli cominciano ad apparire altri tipi di corona, dei quali onestamente, oltre la valenza estetica, ammetto di non conoscere il significato... solo quelli di alloro e rosette, sempre alloro è...

Costantino I

Diadema di alloro e rosette quadrate

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Costantino I

Diadema di perline e rosette

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Costanzo II

Diadema di alloro e rosette rotonde

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Costanzo II

Diadema di perline

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Costanzo II

Diadema semplice

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La corona d'alloro poteva essere disinvoltamente indossata :) anche sopra l'elmo, come si vede su questo solido di Costantino I.

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Inviato

Salve.

Davvero interessantissima questa discussione: i miei complimenti, Minerva, per un'idea originale e curiosa come questa. :)

Ormai le principali corone sono state trattate tutte a grandi linee. Vorrei contribuire con qualche altro piccolo accenno a questi tipi di corone:

1) La corona castrensis. Detta anche "corona vallaris", cioè corona del vallo, questo copricapo fu utilizzato sia durante il periodo repubblicano che quello imperiale. Si può dire che era il corrispettivo della corona muraria: infatti, mentre quest'ultima spettava al primo che avesse oltrepassato le mura di una città nemica sotto assedio, la corona castrense era donata a colui il quale era riuscito a penetrare con le armi in un accampamento nemico. Non a caso la sua forma caratteristica è quella di una palizzata con punte aguzze in cima.

2) Il diadema. E' un ornamento regale che ha avuto origine presso i sovrani ellenistici e achemenidi per poi passare a quelli romani. Il termine, anch'esso di origine greca (διαδὴμα) e significa "oggetto che cinge (la testa)". Inizialmente, il diadema era composto da una fascia di soffa che si legava dietro la testa ed era simbolo delle alte autorità religiose. Col passare del tempo, poi, dalla stoffa si è passati a forgiare diademi in vari metalli, anche in oro e pietre preziose per personalità illustri. A Roma, durante la Repubblica, venne introdotto come simbolo di potere per soppiantare la corona regia, dato che questa forma di governo era divenuta ormai invisa al suo popolo. Si continuò ad usarlo anche durante l'Impero, soprattutto nei primi secoli, e cinse anche il capo di diversi imperatori bizantini. Ecco, a titolo di esempio, un tondello tardoimperiale su cui si può ammirare un grazioso esempio di diadema composto da perle e pietre preziose:

AV Solido di Onorio della zecca di Milano coniato tra il 395 e il 402 d.C.

D/ D N HONORI-VS P F AVG, busto diademato, drappeggiato e corazzato a destra.

R/ VICTORI-A AVCCC, Onorio in abiti militari stante a destra regge uno stendardo e una Vittoria su globo e calpesta un prigioniero seduto e legato ai suoi piedi. Nei campi il segno di zecca M-D, in esergo COMOB.

Rif.: RIC X 1206; DOCLR 712ff.

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Inviato

Nerone era stato il primo imperatore ad utilizzare da vivo la corona radiata mentre prima di lui era un attributo iconografico del Divus Augustus.

Allora nella carrellata non può mancare Nerone :)

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Inviato

Complimenti ad Exergus ed a Caio Ottavio per i belli ed interessanti interventi e per l'ottimo florilegio di monete. :)

Il contesto simbolico entro il quale si colloca il diadema, tra le corone dell'antichità, è stato delineato ottimamente da Caio Ottavio. A tale chiara esposizione dell'argomento aggiungo solo l'affascinante e curiosa storia del diadema di Costantino.

Notiamo che nelle sue monete che riportano in legenda l’iscrizione VOT XX il ritratto dell’imperatore è decorato da una corona di lauro, mentre in quelle con la legenda VOT XXX il ritratto presenta a volte la corona d’alloro ed in altre la corona gemmata. Polemio Silvio ci riporta che Costantino amava utilizzare il diadema perchè aveva i capelli lunghi: “propter refluentes de fronte propria capillos” e tale concessione gli era stata decretata dal Senato insieme al titolo di “maximus” che venne anche inciso nell’arco trionfale romano a lui dedicato.

Verso la fine del suo impero, invece, il suo ritratto compare ornato da un largo diadema ornato di gemme, alcune rotonde ed altre quadrate, e questa corona gli era stata fatta fare dalla madre S. Elena che lì fece incastonare un chiodo della Santa Croce. Costantino indossava il diadema anche sull’elmo e si ritrova non di rado la raffigurazione di ciò sulle monete.

S. Elena, infatti, aveva fatto scavare l’area del Golgota a Gerusalemme ed aveva rinvenuto la croce di Cristo con ancora infissi i chiodi che portò con sé; con un chiodo fece fare il morso di un cavallo ed un altro lo fece montare nella corona del figlio affinchè l’imperatore ed il suo cavallo fossero protetti in battaglia. “Quaesivit clavos, quibus crucifixus est Dominus, et invenit. De uno clavo fraenos fieri praecepit, de altero diadema intexuit; unum ad decorem, alterum ad devotionem vertit. Misit itaque filio suo Constantino diadema gemmis insignitum, quas pretiosior ferro innexas crucis redemptionis divinae gemma contexeret” (S. Ambrogio).

A coronamento della bella galleria di ritratti numismatici di Costantino, posto l’immagine del mosaico che lo raffigura nella Basilica di Santa Sofia a Costantinopoli con gli attributi di santità visto che la Chiesa d'Oriente lo ha canonizzato.

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Enrico :)


Inviato (modificato)

Rtngrazio Minerva per l'interessante ricerca.

Mipermetto di aggiungere una corona di Costantino cosiddetta a " plaquettes" che potremmo dire antesignana della "Corona di ferro".

La moneta non è in buona conservazione....ma è l'unico esempio di questa corona nella mia raccolta.

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Modificato da agrippa

Inviato

Allora nella carrellata non può mancare Nerone :)

Nerone aveva una passione vera e propria per la corona radiata tanto che il colosso che si era fatto scolpire in bronzo da Zenodoro aveva proprio la corona radiata; l'imperatore si poneva in grande come un sole splendente. Il colosso si trovava dove oggi vediamo il Colosseo che da tale statua monumentale prende il nome.

Nerone utilizzò per primo la corona radiata per distingue i dupondi dagli assi. Caracalla, poi, utilizzò il ritratto dell'imperatore radiato per distinguere gli antoniniani o doppi denari.

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Stessa cosa ha fatto Postumo con i doppi sesterzi, da lui introdotti tra il 294 ed il 251, e vediamo anche qui la corona radiata come elemento distintivo della moneta che valeva di più rispetto al sesterzio.

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Enrico :)


Inviato

... una corona di Costantino cosiddetta a " plaquettes" che potremmo dire antesignana della "Corona di ferro".

Grazie a te Agrippa :)

E' molto interessante la testimonianza della moneta che citi. In effetti la corona di ferro contiene secondo la tradizione proprio uno di questi chiodi della Santa Croce e per alcuni, anzi, proprio quello del diadema di Costantino.

Enrico :)


Inviato

DE GREGE EPICURI

Grazie a Minerva, snam e Caio Ottavio per questa discussione: delle diverse corone e dei loro significati specifici non sapevo quasi nulla. Corone di pino o rosmarino...incredibile! Credevo anzi che le corone "diverse da quelle classiche" esistessero solo in ambito greco o punico: in particolare la corona di vite (Bacco), quella d'edera (Dioniso), quella di spighe (Tanit). Forse ce n'è qualche traccia nella monetazione repubblicana, ma non direi nell'imperiale.


Inviato (modificato)

Vi riporto i diversi riferimenti delle Corone che riporta il Gnecchi

la corona di mirto

Manlio Emilio Lepido Bab 7, C. Vibio Varo Bab 27, Marco Emilio Lepido Bab da 6 a 9

corona di pioppo

L. Vero Gn 27, Commodo Gn 78-79

la corona di pino

Marco Giunio Bruto Bab 19-20, Adriano Gn 9, 16 a 23, 101 e 102, Lucrezio Trione Bab 3, Plauzio Ipseo Bab 11, Cn Nerio Bab 1, Servilio Casca Longo Bab 35 e 21.

la corona di noce e di rosmarino

"....foglie di un albero o di un arbusto che sono gli emblemi dell'intima famiglia. Ma gli Dei Lari non appaiono che due volte........e i due vegetali non sono assolutamente identificabili....."

Appena potro postero' anche la descrizione delle ultime due corone!

Ciao

Modificato da snam

Inviato

Grazie Gianfranco e Snam per i contributi all'argomento delle corone nel mondo classico. :)

Purtroppo le monete ci riportano solo delle testimonianze particolari e non tutti i tipi di corona, ma aggiungo due miniature che sintetizzano la forma di tali ornamenti che inizialmente erano riservati ad occasioni speciali come quelle della vita militare o dell'agone sportivo ed artistico. Successivamente sono divenuti il simbolo del potere politico, ma sempre con dei significati molto particolari e con dei retroscena storici di indubbio fascino.

Prima miniatura:

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Seconda:

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Enrico :)


Inviato

Grazie a te Enrico.....fantastica discussione, appena posso inserisco la parte sulla corono di fico e' un po lunga......ciao


Inviato (modificato)

Tanta sincera e grata riconoscenza per gli ottimi contributi che voi tutti i partecipanti alla discussione avete apportato rendendo il lavoro ricco di preziosi riferimenti e notizie. :)

Li collego tutti in un’unica raccolta fornendo, per quanto possibile, una sequenza di ritratti coronati nelle diverse modalità proprie dell’età classica. I tipi di corone riservate alle divinità sono diverse, ma alcune di esse sono state utilizzate anche per distinguere delle personalità illustri per meriti di valore civico, morale, bellico, artistico ed atletico. Qui focalizziamo la ricerca solo su quei tipi di serti che furono riservati non solo agli dei, ma anche agli uomini.

Notiamo che le corone più remote sono quelle che appartenevano esclusivamente agli dei ed erano delle bende o delle fasce poste sulla testa, prima singole e poi doppie. Successivamente si utilizzeranno rami e steli raccolti dalle piante che verranno impiegati per decorare anche il capo degli esseri umani.

Polidoro scrive che il primo ad indossare la corona, nella mitologia greca, fu Libero Padre che cinse attorno al suo capo uno stelo d’edera. Il mito racconta che vi era un bambino di nome Cisso che era solito danzare allegramente per onorare Dioniso; un giorno, però, mentre il piccolo onorava il dio con acrobazie, morì all’improvviso. Tale morte prematura impietosì la dea Gea che trasformò il giovane corpo esanime in una pianta d’edera. Da questo racconto gli antichi ritennero che una corona d’edera bastasse a limitare gli effetti del vino.

Vediamo il capo di Bacco cinto di una corona d’edera sul dritto di questo denario della Repubblica Romana. Al rovescio è incisa una pantera rampante su di un altare che reca appoggiati al suo piano una maschera ed al suo lato un tirso. VIBIVS C in esergo, VARVS a destra (Cr. 494/36).

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La corona d’edera era propria anche della musa della commedia Talia ed è per questo motivo che anche i commediografi dell’antichità venivano decorati ed onorati con gli steli della stessa pianta.

Bacco però era anche il dio dell’ebbrezza e del vino, è per questo che lo si può rintracciare spesso coronato con delle foglie di vite che venivano indossate anche dai fedeli a Bacco in occasione delle ricorrenze festive dedicate alla divinità.

Anche gli antichissimi re dell’Egitto indossavano una corona che aveva la forma di un aspide.

I sovrani della più remota antichità erano, però, soliti cingere il loro capo con un diadema che distingueva la loro autorità. Esso era un nastro tessuto in lana, seta o lino e poteva essere bianco, porpora o dorato.

Sia i greci che i romani utilizzavano spesso delle corone di fiori sia per addobbare il capo delle divinità femminili che quello delle fanciulle. Ci riporta Plinio che sia le corone floreali che quelle vegetali vennero create la prima volta a Sicione dove esisteva, di tale tipo di composizioni, una vera e propria tradizione che ne produceva di così eccezionali da risultare il centro fornitore più raffinato di tutta l’antichità.

In questa stampa che riprende un affresco di Pompei possiamo vedere una scena che richiama proprio tale arte di composizione di corone floreali.

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Nel seguente denario della Repubblica Romana fatto coniare da C. Servilio, vediamo al dritto il ritratto di Flora con una corona di fiori e dietro un lituus. La legenda riporta FLORA PRIMVS. Al rovescio troviamo due soldati collocati di fronte che presentano le spade, in esergo C SERVEIL (B. 15).

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Gli imperatori romani usarono diversi tipi di corone la più consueta delle quali era quella d’alloro che vediamo in questo asse dell’imperatore Adriano con incisa, nel rovescio, Minerva che avanza a destra tenendo in mano un giavellotto ed uno scudo (RIC II 664 var.).

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L’altra radiata. Veniva utilizzata anch'essa già nell’antica Grecia e la vediamo molto spesso incisa sulle monete dell’impero romano. Questo sesterzio è dell’imperatore Adriano ed al rovescio presenta la Pietà che è in piedi, rivolta a destra mentre indirizza verso l’altare le mani alzate. Sull’altare arde una fiamma (RIC II 601 C).

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Altro tipo è il diadema; esso era già presente nelle monete greche ed in quelle della Repubblica Romana, ma lo ritroveremo presente nel Basso Impero. Lo osserviamo nel seguente solido di Valentiniano I dove il ritratto dell’imperatore è diademato, drappeggiato e corazzato. Al rovescio vi sono Valentiniano e Valente seduti di fronte . Sopra una Vittoria (RIC-4 a.1).

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Ed una a guisa di berretta che venne privilegiata da Giustiniano nel periodo bizantino. Solido coniato a Costantinopoli con al dritto il busto dell’imperatore con elmo, lancia e scudo. Al rovescio angelo con globo e croce (Sear 137).

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Modificato da minerva
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