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IGNORED

Ma quanti decadrammi ci sono in vendita?


Risposte migliori

Inviato

Prospero's collection, Nomos, Hirsh, Gorny e Mosh, Morton and Eden,

tutte aste che propongono monete di Siracusa in alta conservazione e molto rare (rare veramente??) in un lasso di tempo molto breve.

Non monete di tutti i giorni, parliamo di decadrammi, tetradrammi firmati, monete comunque di livello molto alto come conservazione.

La mia domanda da (semi) profano di questa monetazione (nel senso che la seguo ma non colleziono): ma è possibile che ci siano così tante monete magnogreche da riempire tutte queste aste??? Possibile che i collezionisti stiano decidendo di venderle tutte adesso? sembrerebbero comuni, a vedere da quante ne stanno saltando fuori, ma allora, è giustificata la spirale in salita delle valutazioni? La seconda domanda che rode la mente come un tarlo e che consegue alla precedente: non è che per caso ce ne possa essere qualcunina, diciamo, bacata?? :ph34r:

Caius


Inviato

Solo del tipo Evainetos ( firmati o no) ne ho contati 71 su acsearch, e non sono comprese qui tutte le case d'asta ( ad esempio non compaiono i risultati di Gorny -Mosch e altri) .

Se penso che cercando qualche altra moneta greca, a volte, compaiono meno di 20 risultati mi sento di affermare che il decadramma è una moneta magari NC ma assolutamente non rara.

Qui succede come per le monete di Nerone o di Giulio Cesare, o Carlomagno.

Inviato

Concordo con Rorey36. Nei cataloghi Hirsch di inizio novecento c'è solo l'imbarazzo della scelta...

Arka


Inviato

Se qualcuno conosce le pubblicazioni del Jongkees e di Gallatin dedicate ai soli decadrammi siracusani firmati da Cimone ed Eveneto (piuttosto vecchiotte) vedrà che il numero di esemplari di queste monete è molto più elevato di quanto si possa ritenere (e sono certo che molti esemplari sono successivamente apaprsi dopo questi studi.

I decadrammi siracusani (DEmarateion a parte) sono monete molto importanti ma non rare.

Come non raro, ma ambitissimo, il tetra di Naxos con il Sileno che raggiunge quotazioni pazzesche ma che non è una moneta rara.

Nel mondo romano il denario di Brutus con le Idi di marzo è conosciuto in un centinaio e più di esemplari.

E'una moneta rara ? certamente no eppure fa 150-300k $ ogni volta che appare in asta.

Quindi svincoliamo il discorso quotazione/rarità e pensiamo piuttosto ad un discorso di importanza della moneta e del prestigio che dà il suo possesso per poter spiegare queste, solo apparenti, incongruenze di mercato.


Inviato

se il Bruto è conosciuto in un centinaio di esemplari perché non sarebbe raro? Magari non raro da giustificarne i realizzi, ma è sicuramente una moneta molto rara e desiderata da mooolti collezionisti.

Per quanto riguarda i Decadrammi siracusani, sicuramente non saranno rarissimi, ma sono comunque sempre ricercatissimi e desiderati da tutti i collezionisti.......e non li trovi mai a poco :mellow: ............quelle "bacate" ci sono , ma le patacche le trovi in qualsiasi campo numismatico.......il mercato è fatto da monete più o meno ricercate, non di sole rarità........esempio:

che motivo hanno di costare tanto alcuni denari di Nerone o di Cesare ? è il mercato ;)


Inviato

per me una moneta è rara quando si ha difficoltà a trovarla offerta sul mercato e quando appare molto di rado (magari ogni 3-5 anni o di più per monete molto rare),. Di decadrammi siracusani, buoni parlo, ce n'è uno ogni 4 aste . il solo problema è avere i soldoni per comprarli , certamente l'offerta non manca :D

A fare il prezzo qui è la bellezza della moneta per la quale c'è una domanda molto superiore rispetto a monete di pari rarità.

Pe ril Bruto non è certo la bellezza che conta ma l'importanza storica, quindi di nuovo è questa che comanda il prezzo per una moneta che anch'essa appare non rarissima ma che tutti vorrebbero avere.


Inviato

DECADRAMMI SIRACUSANI

A scanso di confusioni sul numero dei conii usati, vorrei segnalarvi anche il recente studio di Rosa Scavino, sul RIN 109 (2009), p. 133-174, che riprende sia la classificazione sia il noto problema della cronologia dei decadrammi emessi a Siracusa.

Tale studio in qualche modo aggiorna i due famosi pionieristici studi, rispettivamente sui decadrammi incisi da Kimon (Jongkees J.H., The Kimonian decadrachms, Utrecht 1941) e su quelli ad opera di Euainetos (Gallatin A., Syracusan decadrachms of the Euainetos Type, Cambridge/Harvard 1930).

La fondamentale differenza tra i decadrammi di Kimon e quelli di Euainetos risiede nell’acconciatura della testa della ninfa Aretusa al rovescio, che in Kimon porta i capelli raccolti in una reticella sulla nuca e trattenuti sulla fronte da un ampyx; in Euainetos ha invece le chiome raccolte e trattenute da un serto di foglie di canna.

post-7204-0-78185400-1318598846_thumb.jp decadramma di Kimon

post-7204-0-71846500-1318598864_thumb.jp decadramma di Euainetos

La Scavino ha esposto i seguenti dati.

Per Kimon ci sono 80 esemplari autentici da 3 conii di D/ e 13 conii di R/ (riconfermando quindi i risultati ai quali era già pervenuto Jongkees oltre mezzo secolo fa). Risulta confermata anche la sua sequenza cronologica, che inizia con i conii del rovescio (con la testa di ninfa) con la firma (R1-R6), seguiti da conii senza firma (R7-R13).

Per Euainetos ci sono 217 esemplari da 22 conii di D/ e 39 conii di R/. Quindi i decadrammi di Euainetos sono più comuni di quelli di Kimon. Ha corretto un poco il vecchio studio di Gallatin (che aveva visto 24 conii D/ e 42 conii R/, ma la Scavino ha emendato alcuni conii in quanto sospetti….). La sequenza dei decadrammi di Euainetos è più complessa e la Scavino ha individuato almeno 3 incudini utilizzate in contemporanea, anche per aumentare la capacità produttiva dell’officina monetaria.

Rimando al suo studio per una visione più accurata dei vari conii usati.

Apparentemente la serie di Kimone è iniziata all’incirca contemporaneamente alla serie più lunga ma anche più articolata di Euainetos.

Fiumi di inchiostro sono stati spesi sul problema della cronologia di questi autentici capolavori di arte monetaria. A lungo si sono scontrate due scuole di pensiero.

La prima scuola (Evans, Gallatin, Jongkees, Rizzo) ha sostenuto che i decadrammi furono emessi nel 412 a.C. in occasione delle feste Assinaria, istituite per celebrare il primo anniversario della famosa vittoria riportata dai Siracusani sugli Ateniesi presso il fiume Assinaros (Plutarco, Nicia, 28, 1).

La seconda scuola di pensiero, a partire dal 1960 (Jenkins, Kraay, Alfoldi, Mildenberg, Fischer-Brossert e Garraffo) ha sostenuto una cronologia “ribassista”, ritenendoli emessi a partire dal 405 a.C. ad opera di Dionisio I quale moneta necessaria al tiranno a far fronte alle sue numerose campagne militari.

Fuori dal recente coro “ribassista” si è posta la prof.ssa Caccamo Caltabiano, la quale nel 1987 ha riproposto la cronologia “alta”, al 412 a.C., ma con una diversa finalità. Secondo la studiosa messinese i decadrammi non sarebbero stati emessi in occasione della vittoria siracusana sugli Ateniesi, ma per finanziare la spedizione siracusana in Asia Minore negli anni 412-409 a.C., a seguito dell’alleanza stipulata da Siracusa con Sparta e Persia in funzione antiateniese.

Poi la scuola “ribassista” aveva strettamente collegato i decadrammi con le emissioni auree da 100 litre (Testa femminile/Ercole strangolante il leone Nemeo, detti anche “ercolini”) e da 50 litre (Testa maschile/Cavallo), anche per la comunanza di firme e simboli.

Grazie al fondamentale studio di Denise Bérend, conosciamo ora la catalogazione esaustiva delle emissioni auree (comprendendo anche i rari nominali da 20 e 10 litre), da lei fatte partire dal 404 a.C., con l’affermazione del potere di Dionisio I e quindi allineandosi di fatto con la scuola “ribassista”.

Tuttavia deve esistere in realtà un leggero sfasamento sui tempi di emissione tra gli “ercolini”, che contengono leggende sia con il vecchio omicron ΣYPAKOΣION che con il più recente omega ΣYPAKOΣIΩN, e i decadrammi che contengono esclusivamente l’omega.

post-7204-0-61146200-1318598933_thumb.jp

Quindi è necessario prima conoscere l’esatta cronologia degli “ercolini”, dal momento che i decadrammi devono essere di poco posteriori.

La Scavino svolge un’accurata analisi del problema e conclude dando sostanzialmente ragione all’ipotesi della Caccamo Caltabiano e cioè che gli “ercolini” non possono che risalire al tempo della spedizione ateniese in Sicilia o, al più tardi, al 413/412 a.C.

La Scavino ipotizza che l’emissione degli “ercolini” sia iniziata nel 413 a.C. e poco dopo anche dei decadrammi, sia di Euainetos che di Kimon. Se la datazione è corretta, allora diventa inevitabile collegare queste monete, come già la prima scuola di pensiero, con la vittoria siracusana contro Atene, confermata anche dalla leggenda AΘΛA (= premio o trofeo) posta vicino alla panoplia.

Nello stesso tempo però non sarebbe nemmeno corretto considerare queste monete come semplici “monete commemorative”, visto anche l’elevato numero dei conii usati e un’abbondante produzione, che dovrebbe soddisfare soprattutto a finalità più strettamente economiche.

Ecco quindi giustificata la nota ipotesi della Caccamo Caltabiano, la quale ha collegato questa importante produzione monetaria agli sforzi economici per sostenere le spese per la spedizione di Ermocrate in Oriente, che appunto si volse tra 412 e 409 a.C. A dimostrare una forte contiguità tra Siracusa e l’Oriente esistono i due tesoretti rinvenuti ad Avola in cui sono presenti aurei siracusani frammisti a darici persiani (e anche ad aurei di Lampsaco e Abydos, due città coinvolte nelle lotte tra Sparta e Atene, che videro appunto il coinvolgimento di forze navali siracusane). La presenza dell’elmo di foggia “frigia” nella panoplia raffigurata sui decadrammi sembra costituire la prima presenza in Occidente di questo particolare elmo di origine orientale e di conseguenza siamo di fronte a un ulteriore elemento a favore dell’ipotesi della spedizione navale siracusana in Oriente.

Allo stato attuale, come dimostrato anche dai cataloghi di asta, prevale ancora l’ipotesi “ribassista” (dopo 405 a.C.), ma resta assai interessante la proposta della scuola messinese per una “datazione rialzista” (412-409 a.C.).

Dopo questa lunga premessa, appare evidente che il decadramma siracusano non può essere definita una moneta molto rara, ma comunque molto ricercata dai collezionisti, con prezzi veramente alti per esemplari di alta conservazione, in genere un poco più elevati per i pezzi di Kimon rispetto a quelli di Euainetos.

Poi c’è da considerare che diversi esemplari risultano riproposti in differenti aste, anche a breve distanza di tempo, facendo sembrare ancora più numerosi i pezzi noti.

E’ difficile, se non impossibile, dire quanti pezzi Siracusa riusciva a ricavare da una coppia di conii. Molto probabilmente almeno qualche migliaio. Se abbiano 13 conii R per Kimon e 39 conii R per Euainetos, con circa 5000 pezzi per conio, è possibile che la produzione totale possa arrivare a circa 250.000 esemplari (e quindi oltre 11.000 kg !! di argento).

C’è anche da dire che diversi esemplari di decadramma presentano dei fondi molto “ruvidi”, come se i conii utilizzati si fossero nel frattempo arrugginiti. E’ quindi anche possibile che tali conii, non ancora rotti ma arrugginiti, siano stati successivamente (dopo 10-15 anni) riutilizzati da Dionisio I. Questo dettaglio non appare trattato dalla Scavino.

In questa maniera ambedue le scuole di pensiero sopramenzionate troverebbero la loro giustificazione…..

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Inviato

ottimo excursus Acrafsu queste interessanti emissioni.

Da economista non posso che trovare plausibili le ragioni del finanziamento di campagne militari per emissioni di questa impotanza e di questa ampiezza.

Oltre al prestigio e all'importanza raggiunti da Siarcusa che ampiamente giustificavano emissioni di tali nominali, il motivo determinante deve essere stato precipuamente per necessità di finanziamento.

Confontando gli "ercolini" con i decadrammi firmati si nota comunque una diverso rendimento stilistico della testa di Aretusa, quasi che le due incisioni appartenessero ad epoche leggermente diverse. Ma può esssere solo un'impressione estetica


Inviato

In effetti più di uno ha evidenziato che i decadrammi d'argento e gli ercolini d'oro, anche quando sono dello stesso incisore, presentano diverse sfumature stilistiche.

Prendo come esempio uno dei primi decadrammi incisi da Kimon e lo metto a confronto con uno dei primi ercolini incisi dallo stesso incisore. Da un lato si vede che è lo stesso incisore, con il tipico trattamento dell'acconciatura, e poi Kimon ha l'abitudine di creare un caratteristico profilo "greco", ma con un naso leggermente più "robusto" rispetto a Euainetos.

Eppure ci sono piccole difformità che solo in parte possono essere spiegate con le diverse dimensioni della moneta. Ad esempio sugli ercolini il naso è spesso un pò più "grosso" e, pur denotando grande accuratezza a livello dell'acconciatura, nell'insieme si nota un maggiore senso di "pesantezza" rispetto al decadramma.

Nonostante l'aleatorietà di una valutazione stilistica, che deriva molto dalla personale sensibilità artistica, appare abbastanza evidente che il decadramma e l'ercolino qui rappresentati, pur essendo ambedue all'inizio delle rispettive serie, non possono essere contemporanei!

E' difficile stabilire chi precede l'altro.

Personalmente sono del parere che l'aureo preceda di pochi anni il decadramma e comunque non esattamente coevo.

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Inviato

Grazie Acraf per la bellissima dissertazioe. Ricordo una fiera di Verona di sei-sette anni fa, vidi un decadramma in vendita su un banchetto, era bellissimo. volevano "solo " 6000 euro... confesso che la tentazione fu grande, ma motivi di prudenza mi fecero desistere. Senza documentazione / garanzie /pedigree mi sembra una moneta che non si può acquistare.


Inviato

Ovviamente anche i decadrammi di Siracusa, per il loro valore, sono stati purtroppo molto falsificati e già fin dall'800.....

Quindi bisogna stare molto attenti alle cosiddette occasioni ed è bene puntare su un esemplare con valido certificato di autenticità e da seri commercianti (anche se bisogna riconoscere che per la verità sono relativamente pochi i periti veramente preparati e in grado di riconoscere un falso fatto bene, come dimostra l'elevata frequenza di falsi moderni anche in aste di un certo livello, specialmente in Germania).


Inviato

Ecco alcuni esempi di falsi moderni di decadrammi, dal noto sito di Prokopov (e ce ne sono altri).

Il primo è una semplice invenzione moderna, mentre gli altri due sono più pericolosi e ottenuti per calco e pressa meccanica:

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Inviato

falsi che comunque ( quelli da fotografia) possono essere smascherati abbastanza facilmente osservando i dettagli dell'incisione, appaiono mal abozzati, quasi sfuocati. L'immagine 1a potrebbe essere una fusione mantre il secondo falso creato con pressa meccanica


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