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IGNORED

Dracma Alessando Magno


Afranio_Burro

Risposte migliori

... resto comunque del parere che se si vuole un bel ritratto di Alex la cosa migliore sia o una dracma o una tetra di Lisimaco (magari la dracma si trova dai 100 ai 150 euro con mooolta pazienza)...

D'accordissimo sul fascino assoluto delle monete di Lisimaco.

Per me sono bellissime anche le tetradramme di Tolomeo I Soter, con il ritratto di Alessandro con copricapo elefantino.

Queste ultime, però, sono ancora più rare e (ahimè) costose.

L'esemplare che segue (tratto da acsearch) è stato venduto all'asta Triton del 2009 a 3.250 dollari.

Moneta che mi lascia senza fiato per la bellezza del ritratto e della figura di Athena Alkidemos, dea protettrice della città di Pella, capitale del regno di Macedonia.

post-22231-0-34086500-1317733877_thumb.j

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Ciao a tutti

@fra crasellame

resto comunque del parere che se si vuole un bel ritratto di Alex la cosa migliore sia o una dracma o una tetra di Lisimaco

Qui trovi il mio tetra di Lisimaco, sempre da Argenor

@FlaviusDomitianus

1.Per me sono bellissime anche le tetradramme di Tolomeo I Soter, con il ritratto di Alessandro con copricapo elefantino.

Ecco il mio tetradramma di Tolomeo il Salvatore (asta Varesi)

33n829w.jpg

2.Questa è la mia ultima dracma, acquistata sul negozio VCoins di Gorny&Mosch per 85 euro, spese comprese.

Ecco la mia dramma (dalla Spagna) molto simile alla tua, con il crescent invece della lettera FI sotto la testa del leone, ma sotto il trono sempre una chela di granchio.

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La moneta presenta evidenti macchie di ossidazione sul rovescio in basso a sinistra, ma sarebbe assurdo collezionare solo pezzi che non portano i segni del tempo.

apollonia

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... resto comunque del parere che se si vuole un bel ritratto di Alex la cosa migliore sia o una dracma o una tetra di Lisimaco (magari la dracma si trova dai 100 ai 150 euro con mooolta pazienza)...

D'accordissimo sul fascino assoluto delle monete di Lisimaco.

Per me sono bellissime anche le tetradramme di Tolomeo I Soter, con il ritratto di Alessandro con copricapo elefantino.

Queste ultime, però, sono ancora più rare e (ahimè) costose.

L'esemplare che segue (tratto da acsearch) è stato venduto all'asta Triton del 2009 a 3.250 dollari.

Moneta che mi lascia senza fiato per la bellezza del ritratto e della figura di Athena Alkidemos, dea protettrice della città di Pella, capitale del regno di Macedonia.

post-22231-0-34086500-1317733877_thumb.j

fantastica moneta direi......bhè, paragonata ad esemplari di tetra siciliani, non mi sembra neanche molto....

Complimenti a tutti per le belle monete postate....

Domanda..., perchè questo particolare copricapo?

grazie ;)

sku

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Ciao sku

ti rispondo commentando questa notizia in rete:

Dopo la morte di Alessandro, sopraggiunta a Babilonia nel giugno del 323 a. C., Tolomeo, prima diadoco e poi re d'Egitto, introdusse l'iconografia del Macedone rivestito di spoglia elefantina rimaneggiando l'iconografia dell'Alessandro-Eracle con leonté sul capo, già attestata nelle coniazioni emesse dal Macedone: come Eracle, dopo aver sconfitto il leone nemeo, vestì la pelle della fiera abbattuta, così il suo epigono Alessandro, dopo aver conquistato le Indie, venne rappresentato con le exuviae elephantis sul capo.

Quindi l’attributo iconografico della spoglia elefantina portata a copertura del capo ha una ragione storica nel ricordo delle imprese di Alessandro alla conquista dell'India.

Già durante la vita del Macedone tali conquiste erano state celebrate e commemorate dall'emissione, da parte della zecca di Babilonia, di speciali decadrammi – detti decadrammi di Poro – sui quali viene rappresentata la messa in fuga di un elefante da parte di un cavaliere macedone (presumibilmente lo stesso Alessandro).

apollonia

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Monete della massima rarità e molto ricercate, si trovano a cifre folli anche in condizioni scarse.

Questa è stata venduta all'asta Gemini del 2006 per 90.000 dollari.

post-22231-0-19471900-1317835567_thumb.j

"BABLYONIA. Alexander III, the Great. (336-323 BC). Silver decadrachm or 5 shekels (38.84 gm). , Taxla Mint, c. 327 BC. Alexander on Bucephalus right, lancing at a mahout and his master on Indian elephant right, both of whom look backward, the master grasping the end of Alexander's sarissa with his right hand, the mahout brandishing spear in raised right hand and holding two spares in left, Ξ in field above / Alexander standing left in military attire, holding thunderbolt in right hand and sarissa in left; to upper left, Nike flying right to crown him; AB monogram to lower left. Price, "Circulation at Babylon in 323 B.C.," Mnemata: Papers in Memory of Nancy M. Waggoner, p. 71, 13 (this coin). Price, "The Poros coinage of Alexander the Great, a symbol of concord and community," Studia Paolo Naster Oblata, p. 76, B/d (this coin). Mitchiner 21c (this coin, attributed to Taxila). Durr, SM 94 (May 1974), p. 36, 1. F.L. Holt, Alexander the Great and the Mystery of the Elephant Medallions, Appendix A, E/A10 (this coin).. Only ten Poros decadrachms recorded. A unique opportunity to obtain one of the rarest and most historically significant coins ever issued. Very fine. Ex Nelson Bunker Hunt Collection (Sotheby's, New York, 19-20 June 1991, lot 229); ex NFA V, 23-24 February 1978, lot 81; ex Leu 13, 29 April 1975, lot 130. This decadrachm and the two tetradrachms following represent special issues of the local Babylonian coinage, which normally took the form of lion staters. The obverse type of the tetradrachm was traditionally interpreted as commemorating Alexander's defeat of the Indian king Poros at the battle of the Hydaspes. Pointing out that Alexander treated Poros with honor after the battle, Price argued that that he was unlikely to have denigrated his new ally on his coinage. The tetradrachms portray the Indian elephant and long bow, well attested elements of Poros' army, but again Price argued that both weapons were ineffective in the battle of the Hydaspes. Price concluded that the coins were issued in the course of Alexander's Indian campaigns, not afterward; that the tetradrachms portray Indian auxiliaries who accompanied Alexander after his alliance with Taxiles; and that the obverse of the decadrachm very likely portrays the defeat of Poros while he was still Alexander's enemy. Price emphasized that these coins could serve as symbols of Alexander's policy of "concord and community" vis-a-vis the conquered peoples of the east. This interpretation does not adequately explain why such propaganda should have employed Indian themes to impress a Babylonian or Elymaean audience, nor does it account for the production of the decadrachm, an unprecedented coin denomination in the region, and one that was almost always a presentation piece. It seems less strained to view these coins as part of the victory donative paid out to the army upon Alexander's return to Babylon, in this case to native auxiliaries. Price claimed that the specimens in the Iraq, 1973 hoard were too worn to have been struck in 325, but the typical poor striking of these coins makes it difficult to assess actual wear. A thorough review and critique of earlier scholarship is available in Holt's Alexander the Great and the Mystery of the Elephant Medallions. Holt offers an exhaustive analysis of the iconography of these issues; especially illuminating is his perception that the reverse type of the decadrachms, showing Alexander holding a thunderbolt, gives him credit for the monsoon that aided his army in the battle against Poros. Holt identifies the elephant decadrachms and tetradrachms as aristeia, awards for meritorious service on the battlefield. Like Price, he argues that these coins must have been produced in the course of Alexander's campaign (though after rather than before the battle of the Hydaspes); the poor striking technique and lack of metrological control are offered as evidence for their issue by a temporary or Indian mint. These deficiencies are also consistent with an origin at the satrapal workshop of Babylon. Founded by Mazaeus, this facility was distinct from Alexander's royal mint and specialized in the production of lion staters during Alexander's lifetime, see H. Nicolet-Pierre, "Argent et or frappes en Babylonie entre 331 et 311 ou de Mazdai a Seleucos," Travaux Le Rider, pp. 285-286. The lion staters of this workshop are often poorly struck and notoriously irregular in weight. Striking coins the size of decadrachms would have been a particular challenge for a mint with such rudimentary technical skills.

Estimate: US$100000"(da acsearch)

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Queste deka sono un po ambigue visto lo stile, esistono anche deka sullo stile della dracma e tetradracma... anche quelle rare e costose. Anni fa era in vendita una deka spezzata di un terzo... mi rammarico di non aver colto l'occasione.

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Awards

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Ciao avevo messo gli occhi sulla moneta postata da Flavius ma mi mancavano giusto pochi spiccioli e ho dovuto rinunciarvi :lol: :lol: :rolleyes: vi posto la mia tetra di Tolomeo non è perfetta ma per il prezzo non mi è costata molto.

Silvio

post-4344-0-45385400-1317837062_thumb.jp

post-4344-0-23172500-1317837083_thumb.jp

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Supporter

Parlando di ritratti di Alessandro su grossi tondelli era abbastanza semplice dare dei lineamenti belli ma guardate che raffinatezza di ritratto su questo emiobolo di 8,08 mm a voi i commenti.

Silvio

post-4344-0-56639700-1317837270_thumb.jp

post-4344-0-95599500-1317837289_thumb.jp

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Ciao sku

ti rispondo commentando questa notizia in rete:

Dopo la morte di Alessandro, sopraggiunta a Babilonia nel giugno del 323 a. C., Tolomeo, prima diadoco e poi re d'Egitto, introdusse l'iconografia del Macedone rivestito di spoglia elefantina rimaneggiando l'iconografia dell'Alessandro-Eracle con leonté sul capo, già attestata nelle coniazioni emesse dal Macedone: come Eracle, dopo aver sconfitto il leone nemeo, vestì la pelle della fiera abbattuta, così il suo epigono Alessandro, dopo aver conquistato le Indie, venne rappresentato con le exuviae elephantis sul capo.

Quindi l’attributo iconografico della spoglia elefantina portata a copertura del capo ha una ragione storica nel ricordo delle imprese di Alessandro alla conquista dell'India.

Già durante la vita del Macedone tali conquiste erano state celebrate e commemorate dall'emissione, da parte della zecca di Babilonia, di speciali decadrammi – detti decadrammi di Poro – sui quali viene rappresentata la messa in fuga di un elefante da parte di un cavaliere macedone (presumibilmente lo stesso Alessandro).

apollonia

Ciao Apollonia,

grazie mille per la risposta.....

ciao

sku

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Monete della massima rarità e molto ricercate, si trovano a cifre folli anche in condizioni scarse.

Questa è stata venduta all'asta Gemini del 2006 per 90.000 dollari.

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"BABLYONIA. Alexander III, the Great. (336-323 BC). Silver decadrachm or 5 shekels (38.84 gm). , Taxla Mint, c. 327 BC. Alexander on Bucephalus right, lancing at a mahout and his master on Indian elephant right, both of whom look backward, the master grasping the end of Alexander's sarissa with his right hand, the mahout brandishing spear in raised right hand and holding two spares in left, Ξ in field above / Alexander standing left in military attire, holding thunderbolt in right hand and sarissa in left; to upper left, Nike flying right to crown him; AB monogram to lower left. Price, "Circulation at Babylon in 323 B.C.," Mnemata: Papers in Memory of Nancy M. Waggoner, p. 71, 13 (this coin). Price, "The Poros coinage of Alexander the Great, a symbol of concord and community," Studia Paolo Naster Oblata, p. 76, B/d (this coin). Mitchiner 21c (this coin, attributed to Taxila). Durr, SM 94 (May 1974), p. 36, 1. F.L. Holt, Alexander the Great and the Mystery of the Elephant Medallions, Appendix A, E/A10 (this coin).. Only ten Poros decadrachms recorded. A unique opportunity to obtain one of the rarest and most historically significant coins ever issued. Very fine. Ex Nelson Bunker Hunt Collection (Sotheby's, New York, 19-20 June 1991, lot 229); ex NFA V, 23-24 February 1978, lot 81; ex Leu 13, 29 April 1975, lot 130. This decadrachm and the two tetradrachms following represent special issues of the local Babylonian coinage, which normally took the form of lion staters. The obverse type of the tetradrachm was traditionally interpreted as commemorating Alexander's defeat of the Indian king Poros at the battle of the Hydaspes. Pointing out that Alexander treated Poros with honor after the battle, Price argued that that he was unlikely to have denigrated his new ally on his coinage. The tetradrachms portray the Indian elephant and long bow, well attested elements of Poros' army, but again Price argued that both weapons were ineffective in the battle of the Hydaspes. Price concluded that the coins were issued in the course of Alexander's Indian campaigns, not afterward; that the tetradrachms portray Indian auxiliaries who accompanied Alexander after his alliance with Taxiles; and that the obverse of the decadrachm very likely portrays the defeat of Poros while he was still Alexander's enemy. Price emphasized that these coins could serve as symbols of Alexander's policy of "concord and community" vis-a-vis the conquered peoples of the east. This interpretation does not adequately explain why such propaganda should have employed Indian themes to impress a Babylonian or Elymaean audience, nor does it account for the production of the decadrachm, an unprecedented coin denomination in the region, and one that was almost always a presentation piece. It seems less strained to view these coins as part of the victory donative paid out to the army upon Alexander's return to Babylon, in this case to native auxiliaries. Price claimed that the specimens in the Iraq, 1973 hoard were too worn to have been struck in 325, but the typical poor striking of these coins makes it difficult to assess actual wear. A thorough review and critique of earlier scholarship is available in Holt's Alexander the Great and the Mystery of the Elephant Medallions. Holt offers an exhaustive analysis of the iconography of these issues; especially illuminating is his perception that the reverse type of the decadrachms, showing Alexander holding a thunderbolt, gives him credit for the monsoon that aided his army in the battle against Poros. Holt identifies the elephant decadrachms and tetradrachms as aristeia, awards for meritorious service on the battlefield. Like Price, he argues that these coins must have been produced in the course of Alexander's campaign (though after rather than before the battle of the Hydaspes); the poor striking technique and lack of metrological control are offered as evidence for their issue by a temporary or Indian mint. These deficiencies are also consistent with an origin at the satrapal workshop of Babylon. Founded by Mazaeus, this facility was distinct from Alexander's royal mint and specialized in the production of lion staters during Alexander's lifetime, see H. Nicolet-Pierre, "Argent et or frappes en Babylonie entre 331 et 311 ou de Mazdai a Seleucos," Travaux Le Rider, pp. 285-286. The lion staters of this workshop are often poorly struck and notoriously irregular in weight. Striking coins the size of decadrachms would have been a particular challenge for a mint with such rudimentary technical skills.

Estimate: US$100000"(da acsearch)

ciao grazie per la splendida moneta postata.

Secondo te visto il livello di conservazione, erano monete che avevano una buona circolazione (e quindi si usuravano parecchio) oppure erano realizzate non curando particolarmente lo stile?

grazie

ciao

sku

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Monete della massima rarità e molto ricercate, si trovano a cifre folli anche in condizioni scarse.

Questa è stata venduta all'asta Gemini del 2006 per 90.000 dollari.

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"BABLYONIA. Alexander III, the Great. (336-323 BC). Silver decadrachm or 5 shekels (38.84 gm). , Taxla Mint, c. 327 BC. Alexander on Bucephalus right, lancing at a mahout and his master on Indian elephant right, both of whom look backward, the master grasping the end of Alexander's sarissa with his right hand, the mahout brandishing spear in raised right hand and holding two spares in left, Ξ in field above / Alexander standing left in military attire, holding thunderbolt in right hand and sarissa in left; to upper left, Nike flying right to crown him; AB monogram to lower left. Price, "Circulation at Babylon in 323 B.C.," Mnemata: Papers in Memory of Nancy M. Waggoner, p. 71, 13 (this coin). Price, "The Poros coinage of Alexander the Great, a symbol of concord and community," Studia Paolo Naster Oblata, p. 76, B/d (this coin). Mitchiner 21c (this coin, attributed to Taxila). Durr, SM 94 (May 1974), p. 36, 1. F.L. Holt, Alexander the Great and the Mystery of the Elephant Medallions, Appendix A, E/A10 (this coin).. Only ten Poros decadrachms recorded. A unique opportunity to obtain one of the rarest and most historically significant coins ever issued. Very fine. Ex Nelson Bunker Hunt Collection (Sotheby's, New York, 19-20 June 1991, lot 229); ex NFA V, 23-24 February 1978, lot 81; ex Leu 13, 29 April 1975, lot 130. This decadrachm and the two tetradrachms following represent special issues of the local Babylonian coinage, which normally took the form of lion staters. The obverse type of the tetradrachm was traditionally interpreted as commemorating Alexander's defeat of the Indian king Poros at the battle of the Hydaspes. Pointing out that Alexander treated Poros with honor after the battle, Price argued that that he was unlikely to have denigrated his new ally on his coinage. The tetradrachms portray the Indian elephant and long bow, well attested elements of Poros' army, but again Price argued that both weapons were ineffective in the battle of the Hydaspes. Price concluded that the coins were issued in the course of Alexander's Indian campaigns, not afterward; that the tetradrachms portray Indian auxiliaries who accompanied Alexander after his alliance with Taxiles; and that the obverse of the decadrachm very likely portrays the defeat of Poros while he was still Alexander's enemy. Price emphasized that these coins could serve as symbols of Alexander's policy of "concord and community" vis-a-vis the conquered peoples of the east. This interpretation does not adequately explain why such propaganda should have employed Indian themes to impress a Babylonian or Elymaean audience, nor does it account for the production of the decadrachm, an unprecedented coin denomination in the region, and one that was almost always a presentation piece. It seems less strained to view these coins as part of the victory donative paid out to the army upon Alexander's return to Babylon, in this case to native auxiliaries. Price claimed that the specimens in the Iraq, 1973 hoard were too worn to have been struck in 325, but the typical poor striking of these coins makes it difficult to assess actual wear. A thorough review and critique of earlier scholarship is available in Holt's Alexander the Great and the Mystery of the Elephant Medallions. Holt offers an exhaustive analysis of the iconography of these issues; especially illuminating is his perception that the reverse type of the decadrachms, showing Alexander holding a thunderbolt, gives him credit for the monsoon that aided his army in the battle against Poros. Holt identifies the elephant decadrachms and tetradrachms as aristeia, awards for meritorious service on the battlefield. Like Price, he argues that these coins must have been produced in the course of Alexander's campaign (though after rather than before the battle of the Hydaspes); the poor striking technique and lack of metrological control are offered as evidence for their issue by a temporary or Indian mint. These deficiencies are also consistent with an origin at the satrapal workshop of Babylon. Founded by Mazaeus, this facility was distinct from Alexander's royal mint and specialized in the production of lion staters during Alexander's lifetime, see H. Nicolet-Pierre, "Argent et or frappes en Babylonie entre 331 et 311 ou de Mazdai a Seleucos," Travaux Le Rider, pp. 285-286. The lion staters of this workshop are often poorly struck and notoriously irregular in weight. Striking coins the size of decadrachms would have been a particular challenge for a mint with such rudimentary technical skills.

Estimate: US$100000"(da acsearch)

ciao grazie per la splendida moneta postata.

Secondo te visto il livello di conservazione, erano monete che avevano una buona circolazione (e quindi si usuravano parecchio) oppure erano realizzate non curando particolarmente lo stile?

grazie

ciao

sku

Premetto che io sono totalmente incompetente al riguardo, tuttavia nella lunga scheda dell'asta si dice che "the poor striking technique and lack of metrological control are offered as evidence for their issue by a temporary or Indian mint"

, con ciò avvalorando la tua seconda ipotesi, piuttosto che quella di lunga circolazione.

@Silvio: complimenti per le tue due monete, spero di trovare prima o poi anch'io esemplari a prezzi ragionevoli.

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Supporter

Salve amici

Posto il 'mio' decadramma di Poro, emesso da Alessandro (326-323 a. C.)

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Naturalmente 'mio' in questo caso nel senso di immagine disponibile, non di moneta.

Posseggo invece il libro 'Alexander the Great and the Mystery of the Elephant Medallions' di Frank L. Holt in cui si parla di queste coniazioni.

apollonia

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Supporter

@silvio

In effetti è difficile trovare emioboli e oboli del Grande con centratura perfetta su entrambe le facce.

Questo è l’emiobolo che ho in collezione.

post-703-0-77856200-1318258503_thumb.jpg

Dal rovescio con clava, faretra e arco; stella a sinistra, la moneta del periodo di Seleuco I Nicatore potrebbe essere stata coniata a Babilonia attorno al 312-300 a. C. Purtroppo la faccia del Grande è tagliata. Nel mio obolo, invece, la centratura del diritto è perfetta.

post-703-0-16100500-1318258530_thumb.jpg

apollonia

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Belle monete!

Da quandomi sto interessando di questa monetazione (un paio di mesi) non ho ancora avuto occasione di veder proposti questi nominali.

Sono riuscito a trovare in un'asta CNG solo questa emidracma di Aradus in Fenicia (Price 3318).

post-22231-0-53891300-1318260207_thumb.j

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  • 1 mese dopo...
Supporter

CIAO fresche da un'asta di sixbid

senza parole

Silvio

DECADRACMA.doc

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  • 10 anni dopo...

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